Scheda: I servizi per l`impiego

Transcript

Scheda: I servizi per l`impiego
 I servizi per l’impiego: una panoramica Europea
Scheda a cura di Andrea Casavecchia, Ufficio Studi e Ricerca, Acli Nazionali (Italia)
Tra le aree di intervento dell’Unione europea per promuovere il lavoro una tiene presente
l’equilibrio tra politiche attive e politiche passive. La scelta europea è stata quella di
privilegiare le politiche attive perché sia possibile intervenire affinché i cittadini senza
lavoro siano capaci e messi in grado di trovarne uno nuovo.
A questo scopo si sostiene di privilegiare l’attuazione di iniziative per migliorare l’occupabilità
dei lavoratori e dei disoccupati, piuttosto che le iniziative rivolte al sostegno del reddito, come
gli ammortizzatori sociali. Le politiche attive comprendono: servizi per l’impiego, formazione,
politiche su orari lavorativi, incentivi all’assunzione, misure di inserimento lavorativo, lavori
socialmente utili, incentivi all’autoimprenditorialità.
Nei Paesi membri, un soggetto centrale per la realizzazione delle diverse politiche sono i
Servizi per l’Impiego (pubblici e privati). Questa attenzione viene da lontano: già nel Libro
bianco di J. Delors, nel 1993, si chiedeva un investimento per i servizi che avrebbero dovuto
funzionare come moltiplicatore occupazionale. La direzione si conferma nella Strategia
europea per l’Occupazione (1998) e si ribadisce nell’attuale programma di Europa 2020.
Per acquisire un ruolo centrale tra domanda e offerta di lavoro, «un ruolo più globale di
fornitori di servizi permanenti, nel campo della valutazione delle competenze, della definizione
dei profili, dell'organizzazione della formazione, dell'orientamento professionale individuale e
della consulenza ai clienti, lavoratori e datori di lavoro», come si legge in Un'agenda per
nuove competenze e per l'occupazione: Un contributo europeo verso la piena occupazione
della Commissione Europea. Ai servizi per l’impiego è chiesta una trasformazione strutturale,
che li dovrebbe portare a diventare delle “agenzie di transizione”; gli enti dovrebbero
assumere la consapevolezza di un approccio complessivo al mercato del lavoro; i nuovi servizi
dovrebbero favorire e sostenere tutti i cittadini, non solo i disoccupati, nel corso delle varie
“transizioni” della carriera professionale: occupazione-disoccupazione; scuola-lavoro; tempo
pieno-tempo parziale; dal momento lavorativo a forma di congedo e così via. Si tratta di
orientare e informare ogni utente sia per la scelta di un nuovo impiego sia per la scelta di
corsi di aggiornamento, sia per usufruire di opportunità per la conciliazione dei tempi di vita.
Altro elemento essenziale per lo svolgimento del nuovo ruolo è il rapporto dei servizi con la
domanda di lavoro: l’obiettivo è la transizione dei servizi per il lavoro da semplici intermediari
ad agevolatori e facilitatori dei processi di sviluppo locale, che possano accompagnare i processi
di innovazione produttiva e sociale del territorio. A tale proposito è di importanza strategica
dotare i servizi di informazioni sempre aggiornate sulle vacancy non solo quantitativi, ma anche
qualitativi. Infine affinché sia possibile coordinare le attività dei diversi servizi per l’impiego sono
suggeriti la previsione di sistemi di governance riconosciuti, fra i vari attori in campo e
un’Agenzia Nazionale unica in grado di coordinare e gestire le diverse strutture territoriali.
Una recente indagine dell’Isfol 1 mostra la distanza tra le ipotesi progettuali per le politiche
attive europee e la concreta situazione nei Paesi membri. Il primo dato da evidenziare è il
ruolo marginale dei servizi per la ricerca di lavoro da parte dei disoccupati: la media Ue
dice che si rivolgono a loro il 53,3% dei totale e il 24,6% alle agenzia private, invece le
persone in cerca di lavoro si affidano alle reti amicali per il 66,3%, agli annunci per il
44,3% e al contatto diretto con una azienda al 60,7%. Si osserva nella ricerca che «a
conferma dell’ipotesi di debolezza dei servizi per l’impiego si sostiene come contraltare la
forza delle agenzie private. In realtà la debolezza sembra colpire entrambe le due
componenti (pubblica e privata, con risultati anche peggiori in termini di intermediazione
per la seconda». Inoltre tra i Paesi poi le situazioni sono estremamente variegate per
cause storiche e per scelte strategiche degli ultimi anni: si va dall’Italia, dove ricorrono ai
servizi per l’impiego soltanto il 32,1% dei disoccupati, mentre utilizzano reti amicali il
77,2%; alla Germania dove ricorrono ai servizi l’82,3% e alle reti familiari il 40,6%.
Ovviamente le differenze sono legate anche ai diversi investimenti dedicati dai diversi Paesi
ai servizi per l’impiego. Se consideriamo solo i Paesi più grandi ci accorgiamo delle
differenze: in Italia nel 2011 ad esempio è stato dedicato lo 0,03% del Pil contro lo 0,34%
della Germania e del Regno Unito o lo 0,25% della Francia. Anche il numero degli operatori
nei servizi varia dai 115mila tedeschi ai 49mila francesi, agli 8mila e 500 italiani. L’efficacia
delle azioni e della reputazione dei servizi per l’impiego subisce una forte influenza rispetto
alle risorse umane e monetarie che vengono messe in campo. Oltre tutto vanno segnalate
anche le scelte strategiche dei Paesi: mentre alcuni durante il periodo di crisi hanno
aumentato gli investimenti nel settore delle politiche attive per il lavoro altri, come l’Italia, li
hanno ridotti. Inoltre la ricerca sottolinea che dall’inizio della crisi occupazionale la dinamica
della spesa per utente nel tempo è andata riducendosi un po’ dappertutto, perché la crisi ha
aumentato la platea dei potenziali beneficiari, riducendo la quota di risorse disponibili: solo
quattro Stati si discostano dal trend: Germania, Belgio, Svezia, Austria.
In un documento elaborato da Italia Lavoro 2 durante il periodo di presidenza italiana del
Consiglio dell’Unione Europea sono stati evidenziati cinque punti fondamentali per
accelerare la trasformazione dei servizi per l’impiego in agenzie di transizione in modo da
rende attuabile la strategia Europa 2020, che comporta l’acquisizione di una effettiva
capacità di guida dei processi di transizione professionale. Le riportiamo qui sotto:
1. favorire la trasparenza del mercato del lavoro e fornire elementi a sostegno della
programmazione territoriale;
2. individuare le esigenze del mercato e le offerte di servizi disponibili;
3. fornire a cittadini e datori di lavoro servizi adeguati e accessibili;
4. garantire cooperazione con operatori del mercato del lavoro stimolare l’innovazione
e la specializzazione funzionale, creare partenariati;
5. garantire piena valorizzazione delle tecnologie interattive.
Infine da settembre 2014 l’Unione europea ha attivato Public employment service network, una
struttura che si propone di collegare i servizi di pubblico impiego tra i paesi membri per valutare
le performance, stimolare le opportunità e promuovere le buone pratiche attivate nei singoli Stati.
1
L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, è un ente nazionale italiano
di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro. Opera prevalentemente opera nel campo della
formazione, del lavoro e delle politiche sociali, svolge il ruolo di assistenza metodologica e scientifica per
le azioni di sistema del Fondo sociale europeo ed è Agenzia nazionale per Erasmus+ 2014/2020.
L'indagine cui qui si fa riferimento è: Lo stato dei Servizi pubblici per lì’impiego in Europa: tendenze,
conferme e sorprese, Isfol - Occasional paper n. 13, marzo 2014.
2
Italia Lavoro è una società per azioni, totalmente partecipata dal Ministero dell'Economia e delle
Finanze. Opera, per legge, come ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per la
promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione
sociale. Il documento cui qui si fa riferimento è: ItaliaLavoro, I Servizi per il lavoro in Italia: stato
dell’arte e prospettive di sviluppo, 2014
COMMISSIONE EUROPEA
COMUNICATO STAMPA
Bruxelles, 23 settembre 2014
Occupazione: la Commissione accoglie con favore la
nuova rete di servizi pubblici per l'impiego quale tappa
fondamentale per l'attuazione della Garanzia per i
giovani
La Commissione europea esprime soddisfazione per il lancio ufficiale, avvenuto quest'oggi,
della rete dei servizi pubblici per l'impiego, una nuova struttura di cooperazione tesa a
coadiuvare gli Stati membri nel coordinamento ulteriore delle loro politiche e azioni volte a
contrastare la disoccupazione e rafforzare il quadro della governance economica europea.
Il miglioramento del sostegno offerto ai giovani dai servizi pubblici per l'impiego degli Stati
membri è essenziale ai fini dell'attuazione concreta dell'iniziativa Garanzia per i giovani,
l'ambiziosa riforma a livello dell'UE volta ad aiutare tutti i disoccupati di meno di 25 anni a
trovare un lavoro. Oggi per la prima volta si riunisce a Bruxelles il consiglio di
amministrazione della nuova rete.
Essa si basa sulla decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, adottata nel maggio
2014, di ottimizzare l'efficienza dei servizi pubblici per l'impiego mediante una
cooperazione più stretta (cfr. IP/13/544 e IP/14/545), conformemente al pacchetto per
l'occupazione del 2012.
László Andor, Commissario per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, ha dichiarato:
"Per agevolare in tutta l'Europa il rapido accesso delle persone disoccupate a posti di
lavoro e corsi di formazione è essenziale disporre di servizi pubblici per l'impiego dinamici
ed efficienti. La nuova rete contribuirà al loro ammodernamento e alla loro riforma in tutta
l'UE. Alcuni Stati membri devono inoltre riformare i propri servizi pubblici per l'impiego al
fine di dare efficace attuazione alla Garanzia per i giovani e di aiutare i giovani disoccupati
e le persone inattive a trovare un posto di lavoro o ad accedere a una formazione. La
nuova rete invia un altro segnale forte riguardo al fatto che l'Europa sta facendo ricorso a
tutti gli strumenti disponibili per lottare contro la disoccupazione".
La nuova struttura offrirà maggiori opportunità di raffrontare le prestazioni dei servizi
pubblici per l'impiego sulla base di parametri di riferimento pertinenti e di individuare le
buone pratiche e migliorare la cooperazione, anche attraverso l'apprendimento reciproco e
i programmi di assistenza da pari a pari. Uno dei compiti più urgenti cui deve far fronte la
rete è lo scambio di conoscenze e di buone pratiche per l'attuazione della Garanzia per i
giovani, dal momento che i servizi pubblici per l'impiego costituiscono, nella maggior parte
dei casi, i punti di contatto nazionali designati per questa fondamentale riforma. In molti
Stati membri occorre migliorare il funzionamento dei servizi pubblici per l'impiego al fine di
garantire che i giovani ricevano un'adeguata consulenza personalizzata sulle opportunità di
lavoro, di istruzione e di formazione più pertinenti per la loro situazione, da cui risulti
un'offerta di lavoro concreta e su misura entro quattro mesi.
La rete aiuterà inoltre gli Stati membri ad attuare meglio le raccomandazioni specifiche per
paese riguardanti i servizi pubblici per l'impiego, formulate dal Consiglio nell'ambito del
semestre europeo. Nel 2014, undici paesi sono stati destinatari di tali raccomandazioni
IP/14/1031
(Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Ungheria, Italia, Portogallo, Romania,
Slovacchia, Slovenia e Spagna). I responsabili politici nazionali si avvarranno delle
competenze della rete per definire, sviluppare e valutare le politiche in materia di
occupazione.
Il consiglio di amministrazione della rete dei servizi pubblici per l'impiego, composto da alti
dirigenti dei servizi pubblici per l'impiego nominati da ciascuno Stato membro e dalla
Commissione, gestisce e dirige le attività della rete.
La Commissione, dal canto suo, ha istituito un segretariato per assistere e facilitare i lavori
della nuova rete e garantirne il corretto funzionamento e la rilevanza sul piano politico.
Contesto
Il ruolo dei servizi pubblici per l'impiego è attualmente in via di ridefinizione nella maggior
parte degli Stati membri. L'obiettivo è trasformarli in prestatori di servizi più agili, moderni
e orientati al cliente per favorire l'abbinamento tra persone in cerca di lavoro, da un lato, e
posti vacanti e opportunità di formazione, dall'altro. È proprio questo il momento giusto
per rafforzare la cooperazione tra i servizi pubblici per l'impiego affinché i vantaggi
risultanti dai vari filoni della cooperazione siano riuniti e ottimizzati.
Per poter usufruire di servizi pubblici per l'impiego moderni ed efficienti occorre sviluppare
una maggiore cooperazione con gli organismi di istruzione e di formazione, promuovere le
sinergie con i privati e gli altri soggetti del mercato del lavoro, prestare maggiore
attenzione alle esigenze dei datori di lavoro e allo sviluppo delle competenze e
incrementare l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione in modo
intelligente.
Già nel 1997 era stato istituito un gruppo europeo informale di esperti dei servizi pubblici
per l'impiego, il cui ruolo era fornire indicazioni alla Commissione su questioni connesse
all'occupazione.
La nuova rete riunisce i servizi pubblici nazionali per l'impiego ed è dotata di uno statuto
chiaro e di compiti ben definiti. Ciò agevolerà l'attuazione delle azioni strategiche attuali e
future e garantisce che la rete sia riconosciuta da tutte le istituzioni e dagli Stati membri.
Per ulteriori informazioni
Servizi pubblici per l'impiego
Occupazione giovanile
Garanzia per i giovani
Abbonamento gratuito alla newsletter sull'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della
Commissione europea
Sito web di László Andor
@László AndorEU su Twitter
Contatti
Jonathan Todd (+32 2 299 41 07)
2