Comunicato Stampa
Transcript
Comunicato Stampa
Non è mancato qualche brivido per il Team Drakkar, ma alla fine il quartetto formato dai fratelli Morin, Alex Carella e Philippe Chiappe si è aggiudicato l’edizione n. 50 della 24 Ore di Rouen (Manu & Delaville) MOTONAUTICA F1 - Mondiale: verso il debutto in Brasile (1-2 giugno) Carella, vincere è un’abitudine Il pilota piacentino, iridato in carica dopo il doppio successo del 2011 e 2012, parte ancora una volta da favorito. Nel frattempo, per non perdere il vizio, ha anticipato la prova di Brasilia vincendo con il Team Drakkar (affiancato da Philippe Chiappe e dai fratelli Morin) la storica 24 Ore di Rouen, edizione numero 50: un successo che gli vale… mezzo Mondiale Endurance S1 - Verso il Sudamerica, un viaggio a ritroso nel tempo per Rinni Osculati, sulle tracce di Gaetano, l’antenato esploratore e botanico che, nell’Ottocento, venne soprannominato il Marco Polo del Brasile - Paul Gaiser da presidente di Federazione a pilota: vuole sorpassare Vincenzo Iaconianni - Anche Pal Virik Nilsen arriva in F1: un altro pilota con un passato alla corte del Clan Cantando La maniera migliore per onorare i due Mondiali di F1 (già) lasciati alle spalle da trionfatore? Continuare a vincere, anche con il quartetto del Team Drakkar del quale fa parte pure Philippe Chiappe, vice-iridato lo scorso anno a Sharjah. Un campione del mondo e il suo vice l’uno a fianco dell’altro con un unico obiettivo comune: una cosa più unica che rara nella storia degli sport motoristici, come c’è stato modo di sottolineare a suo tempo. Per Alex Carella, a quanto pare, però, vale sempre e solo il detto di Giampiero Boniperti (uno juventino con il quale dovrebbe essere d’accordo anche uno che, insolitamente?, tifa Roma, anche se non va matto per il calcio): «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Così, per avvicinarsi al debutto 2013 del Mondiale di F1 che va in scena tra pochi giorni in Brasile, il piacentino ha cominciato con l’aggiudicarsi, in volata, mezzo Mondiale Endurance S1, vincendo la 24 Ore di Rouen, edizione numero 50, sulla scafo con il n. 1 sulla livrea, alla cui guida si sono alternati, appunto, Carella, Chiappe e i fratelli Morin. Mica facile come sembrava alla vigilia perché, in una prova un po’ troppo spesso interrotta dal passaggio di veri e propri convogli di chiatte (sabato il programma è stato interrotto su quatto ore mezza, invece delle sei previste) a cui in qualche maniera bisognerebbe pur rimediare, il lavoro di gruppo ha rischiato di essere vanificato da un mezzo volo di Peter Morin che (problemi all’acceleratore, dopo il botto) ha così favorito la «vittoria parziale», nella giornata di domenica, lasciata al Team Pegase di Christophe Boyard, Xavier Savin e Rodolphe Avenel e al Teach Motor Racing (poi costretto al ritiro), del quale, per la cronaca, con Marc Roig, faevano parte anche Cedric Deguisne e Jen-Vital Deguisne, padre e figlio, due che vantano qualche presenza pure nel campionato iridato della F1. Con 6 giri da recuperare dopo due turni di gara, quelli del Team Drakkar hanno sputato l’anima, lunedì mattina, recuperando un giro nella prima ora e pareggiando i conti (6 giri all’attivo) quando le campane della vicina Cattedrale Primaziale di Nostra Signora, a due passi dalla piazza del Mercato Vecchio dove Giovanna d'Arco fu arsa viva il 30 maggio 1431, intonavano il concerto di mezzodì. Alle tredici il margine di vantaggio era tornato consistente (6 giri, 3 di vantaggio nel computo finale dei tre giorni di gara) e, alla fine(786 giri contro i 784 del Team Pegase!)era festa grande per Alex e compagnia, in un ambiente dove, ma guarda un po’!, uno dei campioni più amati e più ricordati, è un tale Renato Molinari. Il Team Drakkar adesso può di nuovo cominciare a pensare al Mondiale Endurance S1. INon sappiamo ancora se Carella sarà della partita, ma il secondo appuntamento è fissato per il 13 e 14 luglio ad Augustow (Polonia) dove, nel 2012, il Team Drakkar di Chiappe e dei fratelli Morin, senza Alex, si impose senza troppi problemi. Ah, dimenticavamo: un applauso, al di là del 18° posto finale, va anche al Team Performance su cui, con i francesi Jarnigon e Revert, si sono alternati anche Tullio Abbate e Samuele Novi: guai meccanici hanno tagliato loro le ali nella giornata di sabato (solo 174 giri contro i 552 del Team Drakkar, tanto per dire…) ma la rimonta, seppur parziale, nella terza tappa, ha dimostrato che la classe non è acqua. E, del resto, non si può certo dimenticare che Tullio Abbate, allora affiancato da Pablo Galilea, Denis Jarnigon e Jelf Owen, (in un’edizione della 24 Ore per la verità interrotta in seguito alla morte di un gendarme che, su un canotto della Gendarmeria marittima che scortava una chiatta, si era scontrato con una barca in gara), ha vinto la prova di Rouen nel 2010. OSCULATI, UN VIAGGIO NEL TEMPO Ma torniamo al Mondiale di F1 che, di sicuro, avrà un «sapore» diverso per il monzese Rinaldo Osculati che, a Brasilia, farà una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, sulle tracce, datate cinque generazioni fa, di un suo antenato, Gaetano Osculati (San Giorgio al Lambro, 28 ottobre 1808 - Milano, 14 marzo 1894), divenuto famoso nel mondo come esploratore, cartografo e botanico. Conoscitore ed esploratore delle Americhe, fu il primo italiano ad attraversare tutta l'Amazzonia e proprio per quello venne soprannominato Il Marco Polo del Brasile. Dopo aver visitato già mezzo mondo, e qualcosa in più, Gaetano Osculati fece il primo viaggio in Sudamerica nel 1834, ma, Transamazzonica a parte, la sua più importante e ardita impresa resta quella che lo vide partire dall'Ecuador e raggiungere le coste dell'Oceano Pacifico scendendo il Rio Napo, un affluente del Rio delle Amazzoni che i conquistatori spagnoli avevano scoperto tra il 1540 e il 1541. Il viaggio proseguì poi lungo il Rio delle Amazzoni sino all'Oceano Atlantico. «Ardita, anzi temeraria impresa - scrisse nelle sue memorie -, superiore di troppo alle forze Sulle tracce dell’individuo, perché oltre che l’esplorazione di regioni inospiti e quasi del tutto dell’antenato Gaetano sconosciute, si dovevano incontrare tribù indiane ritenute tra le più crudeli e Osculati, il Marco Polo selvagge, sempre in guerra tra loro, aborrenti da qualsiasi arte della civiltà, date del Brasile, per il alcune all’antropofagia, celebri soltanto nella scienza di filtrare veleni e di monzese Rinni c’è una massacrare nemici». Nonostante queste traversie, Osculati riuscì a portare a bella storia da termine la sua più grande impresa, «nutrendosi di frutta e carni di tapiri e di tramandare ai scimmie appena rosolate». Da quel viaggio (1846-1848) portò in patria una mole discendenti impressionante di notizie e raccolte di reperti etnografici ed entomologici che affidò anche ai musei italiani. Durante la permanenza con gli indigeni, scoprì che alcune piante medicinali e officinali, come la cinchona, allontanavano la malaria, riportando queste notizie all'ambiente scientifico. Molte delle scoperte di Gaetano finirono nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano, dove rimasero fino all’agosto del 1943, quando il Museo fu sepolto in un bombardamento. Per Rinni Osculati, un motivo in più per sperare di far bene sulle acque del Lago Paranoà: «Sono così orgoglioso di essere sulle orme di Gaetano, un uomo che mi sento di poter quasi di conoscere personalmente, visto che, in famiglia, è stato nominato spesso; ho sentito parlare di lui sin da quando ero ragazzino. Lo "vedo” e lo sento come se fosse un grande zio e, anche se potrà sembrare una cosa semplice, cercherò di onorare questo grande uomo mettendo un adesivo sulla mia barca in memoria dei suoi viaggi. Per ricordarlo ulteriormente, con me porterò anche una copia di un suo libro (Explorations in America equatoriale), scritto nel 1854, che regalerò ai rappresentanti brasiliani che hanno curato l'organizzazione di questo Gran Premio di Brasilia». GAISER, IACONIANNI & NILSEN l’Italia e il Mondiale di F1, un accostamento di cui non si può proprio fare a meno: per la storia, per le questioni ufficiali e per quelle, diciamo così, un po’ più frivole. Proprio a pochi giorni dall’inizio della stagione 2013 è stata ad esempio ufficializzata anche l’insolita Pal Virik Nilsen e lo scafo del Team Waircom-Mare posizione di Paul Gaiser, presidente in carica Magnum con cui, nel 1998, conquistò l’iride nella S 850 della Federazione brasiliana che, a questo punto, ha proprio tutta l'intenzione di... sorpassare il presidente della Fim, Enzo Iaconianni. Come presidente in carica, appunto, di una Federazione nazionale, Gaiser (precedenti in Classe 1, nella Nations Cup e in F1: 18 presenze a cavallo delle stagioni 2000 (nel Team Petrobras per cui gareggiava anche Massimo Roggiero) e 2001, sarà in acqua, siamo ripetitivi!, nella duplice veste di presidente di Federazione e di pilota. Come fece Iaconianni nel 1998 a Stresa, supportato dal Team Waircom-Mare Magnum del Clan Cantando, dove sostituì Frode Sunsdal che, ma guarda la combinazione, fino a pochi mesi fa, è stato presidente della Federazione norvegese. Gaiser scatterà con il n. 15 sulla livrea, quello della seconda barca del Team capeggiato da Jonas Andersson, forte del rinnovato accordo di sponsorizzazione con AzerbaijanAvesta. E con i petrodollari azeri, poi, si può anche spadroneggiare visto che, al fianco di Andersson e Gaiser (per il brasiliano solo una tappa di carattere… patriottico?) ci sarà un terzo catamarano affidato al norvegese Pal Virik Nilsen, probabilmente il più eclettico dei piloti in circolazione, visto che il biondo 38enne originario di Sandefjord, dopo le esperienze nelle varie categorie giovanili, ha gareggiato in Classe 1 (che sfortuna poche settimane fa quando, a Sanya. era affiancato alla connazionale Marit Stromoy!), Supercats, F2 (un successo anche nella passata stagione, a Cagliari) e, tanto per non farsi mancare proprio niente, anche nel campionato australiano Superboat. I legami con l’Italia? Ci sono, ci sono, visto che Pal Virik, nel 1998, è stato iridato nella S 850 gareggiando con il Team Waircom. Un conto che, prima o poi, bisogna proprio fare: quanti campioni sono stati svezzati dal Clan Cantando? Presidente di una Federazione nazionale e, contemporaneamente, pilota in una prova del Mondiale di F1. Un’esperienza che, tra breve, vivrà il brasiliano Paul Gaiser, il primo accucciato a sinistra nell’immagine della stagione 2000 quando, a fianco di Massimo Roggiero, gareggiava con il Team Petrobras. L’exploit, però, è già riuscito in precedenza a Stresa, nel GP d’Italia del 1998 (prima vittoria in carriera per Roggiero), quando Vincenzo Iaconianni, dal 1997 presidente della Fim (nell’immagine coccolato dal Team Manager Franco Cantando), conquistò il 12° posto in gara, a bordo a di un catamarano del Team Waircom Immagini dalla 24 Ore di Rouen: gli scafi con cui hanno gareggiato Alex Carella (a sinistra), Tullio Abbate e Simone Novi (Brevilet)