Le città passato e futuro
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Le città passato e futuro
La città. Passato e futuro Nell’800 le città sono state interessate da un processo di profonda trasformazione connessa ai fenomeni di incremento demografico e di industrializzazione. Analizzare quel processo, per certi aspetti compiuto, ci può aiutare a ragionare sulle trasformazioni di oggi. Ancora una volta la dimensione dei fenomeni migratori verso la città e l’innovazione tecnologica nei settori produttivi e, più in generale, nell’economia richiedono profonde trasformazioni urbane con intensità e regole vecchie e nuove. I Parte Il XIX secolo ha modellato: • alcuni tipi fondamentali del paesaggio urbano (stazioni ferroviarie, stabilimenti industriali, gallerie commerciali, quartieri popolari, i lungomare gli spazi espositivi, ecc.); • alcune gerarchie urbane in parte ancora attuali (Londra, Parigi, New York). Dal XIX all’inizio del XX secolo si riscontra il primo ciclo di crescita delle città europee. Tuttavia la loro crescita è in molti casi iscritta nel secolo precedente. Sono le città di antico regime che si configurano come entità statiche anche quando sono vitali. Per trovare città sorte dal nulla ci si deve spostare nelle aree del Pacifico o extraeuropee, oppure si devono considerare alcune città–fabbrica come quelle sorte in Inghilterra. I° ciclo di urbanizzazione (a) Secondo alcuni la dinamica è data prima dalla crescita della popolazione poi da quella economica. • Inizio ‘800, la popolazione europea è di 190 milioni • Inizio ‘900 (prima della I° guerra mondiale) la popolazione europea è di 473 milioni Il fenomeno coinvolge in modo ineguale le diverse aree europee: • Inizio ‘800 – Inghilterra • Dal 1830 – Belgio • Dal 1850 – Francia • Dalla fine del secolo – Germania, Italia, Spagna 1 I parametri del I° ciclo di urbanizzazione: a) L’equilibrio percentuale tra popolazione rurale e popolazione urbana. Il passaggio si ha: • nel 1850 - Inghilterra • nel 1900 - Germania • nel 1930 - Francia • nel 1950 – Italia (che mantiene una struttura policentrica del potere consolidato) b) Il termine di metropoli Il fenomeno è eurocentrico: è legato a città dell’antichità, città madri e generatrici di colonie; poi si irradia a grandi concentrazioni di etnie diverse, a città portuali, a città emporio, a città di testa su nodi ferroviari: • all’inizio dell’800 = solo Londra; • nel 1914 – 22 città hanno 1 milione di abitanti; di queste: 8 sono europee (Londra, Parigi…); 10 sono asiatiche (Canton, Calcutta, Bombay, Tienjin…); 4 americane (New York, Chicago, Philadelphia, Rio De Janeiro). • Chicago 1850 – 1900 – da 5.000 abitanti a 1 milione e 700.000. • New York 1800 – 1900 da 50.000 abitanti a 3 milioni e 500.000 e insidia il primato a Londra. I° ciclo di espansione urbana (b) • La diffusione ineguale della crescita urbana avviene con lo sviluppo dei trasporti e degli scambi nei centri produttivi e in alcuni nodi di comunicazione. • Per molti, la città dell’800 è la città del tempo dell’industrializzazione. In realtà non è così per tutti i luoghi. Gran Bretagna: anticipa il ciclo di industrializzazione 1750 – 1800 • nel 1750, 8 milioni di abitanti, • nel 1920, 46 milioni nonostante l’esodo verso le colonie e così raggiunge Francia e Germania che hanno ritmi di crescita meno marcati. Si disegnano gerarchie urbane nuove: nello spazio di 50 anni si ha una seconda Gran Bretagna interamente urbana (Sheffield, Leed, Manchester, Birmingham…). 2 Da qui la demonizzazione del processo: la città è in condizioni paurose, mentre la campagna è idilliaca. Eppure la popolazione è raddoppiata1. Francia: la crescita prevale in quei centri inseriti nella rete dei collegamenti ferroviari (cfr. Marsiglia). Italia: lo sviluppo si appoggia sulla trama delle città preesistenti (a parte Schio-Biella); nell’800 l’unica grande città era Napoli. Germania: nel 1871 si costituisce il Reich, poi si ha in pochi anni una crescita attorno a città come Dusseldorf, Colonia, Monaco, Lipsia, Francoforte. Europa continentale: presenta fenomeni da piccola Inghilterra nella Ruhr, nella Slesia, ecc. Tipologie urbane: a) La company town2 b) La città porto3 c) Le città militari4 d) Le città di cura e di soggiorno5 La storiografia, soprattutto francese, sostiene che la crescita demografica e lo sviluppo industriale si appoggiano su una rete di centri preesistenti, rafforzata dopo il 1850 da un sistema integrato di collegamenti ferroviari. Demografia ed economia sono due facce di un medesimo ciclo espansivo di centri urbani in fase di consolidamento e di potenziamento. A questo ciclo si imputa, tuttavia, anche la nascita di città sostenute da altri elementi meno forti (uno snodo infrastrutturale, un porto, una posizione strategica nello scenario delle nuove relazioni fra stati; le città–fabbrica o altri tipi di città) All’origine vi sono elementi razionali situati irregolarmente sul territorio. Punti di particolare accumulazione di conoscenza/intelligenza in grado di attrarre risorse finanziarie. Le stesse 1 Charles Dickens in Hard Time (1853); Friedrich Engels in Le condizioni della classe operaia in Inghilterra (1845) 2 Cfr. Le Creusot di Eugéne Schneider al centro della Francia; in Italia Crespi d’Adda e Torino 3 cfr. Rotterdam, Amburgo, Liverpool, Odessa, Genova, Marsiglia, Le Havre, Barcellona 4 cfr. Odessa, Pola, La Spezia 5 cfr. Nizza, Vichy les villes d’eau come Karlsbad e Salsomaggiore 3 ragioni richiamano popolazione che forma una riserva di manodopera e un potenziale mercato L’800 rimescola le delimitazioni tradizionali delle città; il collasso dei vincoli feudali e militari (le mura), avvia un processo di rimescolamento di gruppi e di etnie, la mobilità di merci e di persone. Le prospettive sono impegnative: nuove reti, nuovi comportamenti, più investimenti integrati e finalizzati. D’altro canto si assiste ad un maggiore consumo di suolo con la diffusione di insediamenti edilizi poveri e ai cosiddetti grandi interventi di riqualificazione urbana che tendono a stupire e che in pochi casi fertilizzano i territori o le città su cui insistono. Si assiste ad un incremento negli investimenti ai controlli – con meno sicurezza permanenza della congestione, incremento costi per la salute. II parte Le città come oggetto di studio specialistico Nell’800 la fisiologia e la patologia urbana diventano oggetto di studio. Parola chiave: indagare con la statistica, con la rappresentazione topografica, con la descrizione. Ci sono anche altri generi come l’inchiesta parlamentare, la fotografia (i fotografi di strada), l’inchiesta sociale.6 6 cfr. Emile Zola a Parigi, Carlo Cattaneo in Italia (Le città e il principio della storia) 4 Inizio ‘800 – prime restituzioni cartografiche e catasti particellari 1806 – Venezia, catasto napoleonico 1874 – Madrid, plano parcellario Inizio 1800 – Londra, Ordinance Survey Office con priorità per le zone strategiche delle contee della Manica e le zone soggette a epidemie. Fine ‘800 – primi ritratti zenitali – aerofotogrammetrici in cui determinanti sono gli apporti dei militari. Attraverso l’uso comparato della statistica prenderà corpo un’idea di urbanistica. Il termine urbanistica è coniato da Ildefonso Cerdà nella sua Teoria Generale dell’urbanizzazione, Barcellona, 1867. Accanto all’indagine quantificata si delinea la diagnosi medica: Cerdà codifica forme urbane con i protocolli della medicina e indica la necessità di un polispecialista, l’urbanista, per predisporre soluzioni adatte al caso. L’800 segna il momento in cui i problemi/le patologie urbane non devono essere visti come casuali. Koch e Pasteur confermarono l’origine batterica dei mali, ci vuole una scienza per le città, ci vogliono interventi particolari7 Centrale è il problema delle reti: nell’800 il problema idraulico si sposta dal territorio alla città, l’idraulica svolge il ruolo di metafora tecnica come terreno per simulazioni legate alla nozione di movimento/equilibrio. 7 cfr. a Catania, Filadelfo Fichera 5 L’800 segna l’avvento del concetto di rete (di segmento e parte del tutto) • Si aprono nuovi assi urbani. In ogni città si realizza una direttrice fondamentale di attraversamento che può coincidere o meno con assi preesistenti Si gerarchizzano le reti. Città/metropoli sono percepiti come spazi percorribili • Compare il concetto di bacino – di equilibrio – di rete idrica; si interra l’acqua nelle città, si fanno arginature e muraglioni; si interrano canali e rogge, si redimano le acque. Nell’800 nasce il concetto di “servizi a rete” per acqua, gas, trasporti, energia elettrica, fognatura. • In Inghilterra, tramite società out sourcing; • In Francia tramite lo stato; • In Italia e in Germania, tramite i municipi (utilizzati poi anche in Inghilterra). Gas Illuminante 1818 – in Inghilterra si fanno i lampioni stradali in Francia per Palais Royale 1850 – in Italia per il sistema industriale, ma tarda a diffondersi a livello urbano Elettricità Nel 1880 solo per illuminare i luoghi più significativi (Esposizione Universale, le gallerie del centro, i ponti). Dal 1900 alcune città americane ed europee la utilizzano per i trasporti a trazione elettrica. Fognatura Nel 1800 il progetto igienista interessa molte città. Si studiano programmi capillari di sanificazione, si crea il neologismo di ingegneria sanitaria All’inizio del ‘900 la trama delle reti gas, acquedotto, fognature si può dire conclusa. L’800 è definito il gran secolo delle reti. In alcune città (Parigi) si strutturano gli uffici tecnici della municipalità. 6 Dai tecnici delle ferrovie si ha il know-how finanziario, tecnico amministrativo e per i • profili societari. • Dagli idraulici quello di flusso e di derivazione • Lo scarto fra i paesi non deriva da differenze nelle capacità/conoscenze tecnologiche ma da differenze amministrative, imprenditoriali e finanziarie. L’impedimento di realizzazioni su grande scala e non per piccoli tratti dipende da • problemi giuridico-amministrativi: ci vuole un unico operatore/decisore. Solo nel 1860 in alcuni stati si creano le condizioni per investire una quota rilevante di • fondi pubblici per realizzare reti in forma diretta o indiretta con concessione a compagnie private. Le conoscenze tecnico-amministrative, gli appalti/contratti e gli investimenti rapidi vengono dopo. La realizzazione del sistema delle reti supporterà le nuove attrezzature urbane: musei, municipi, teatri come nuovi epicentri della nuova città borghese. L’architettura in questo passaggio registra un ritardo anche nelle forme che vestono gli edifici. Il primato va a spazi e luoghi pubblici. A Parigi: rete idrica e fognaria e ricomposizione urbana si tracciano insieme8. Una sezione tipica degli immobili e del sottosuolo è il disegno del gabarit: un edificio in sezione comprese le reti del sottosuolo9. III parte Le grandi differenze nella morfologia urbana dell’800 • Nel Regno Unito: la città cresce per brani distinti corrispondenti a singole proprietà immobiliari (estate), ne risulta un mosaico di pezzi irregolari che riempiono le maglie della vecchia rete di strade allargate. Patchwork morfologico. • Nell’Europa continentale: la città cresce e cambia su una griglia più compatta, disegnata. 8 9 cfr. interventi di Haussmann cfr. i documenti del Musée d’hygiène di Parigi 7 • La planimetria è l’epifania di un processo che si basa su sistemi giuridico- amministrativi diversi, molto diversi. 8 Oltre manica: assenza di vincoli nel tracciare il disegno volumetrico e viario. È ammesso costruire su ogni estate (property in form of land); i privati possono coprire l’intero ciclo immobiliare con leasing di 9/99 anni mentre la terra rimane di proprietà del land lord. Vige il carattere inalienabile della nuda proprietà e si realizza con contratti d’uso del terreno (lease hold). È un modello basato sulla capacità dei singoli e su contratti tra singoli. Per le reti si ricorre ancora a privati o a società municipali (metropolitan board of works). • L’ordine della trama edilizia in ogni estate è governato dalle norme inflessibili del R.E. (Building code) e dalla logica immobiliare (costi, materiali, piazza, quartieri). L’esito sono tipi edilizi più radi, con costi diversi anche minori, tuttavia monotoni per effetto del R.E. Inoltre si ha la popolarizzazione della villa con le case a schiera (shaded houses, demishaded houses)e il giardino e del cottage isolato. • Nel continente: dopo il 1848 con l’eliminazione di vincoli militari e di privilegi dell’aristocrazia e degli ordini religiosi, nasce il mercato delle aree e nasce la figura dell’operatore immobiliare. Si riorganizza il comune per settori e si cercano le formule per realizzare grandi interventi con emissioni di cartelle di investimento a rendita (3/4 per cento) per le plusvalenze pagate dai proprietari frontisti beneficiari dell’intervento pubblico – oppure il risparmio privato. Formula anticipata a Londra con il sistema delle sharing bonds per gli investimenti in edilizia. 9 Nasce il concetto delle case di pigione: cellula abitativa da cui una serie di alloggi e di edifici con max superficie coperta, massima altezza, minimo di norme igieniche, antincendio e decoro. Si cercano i limiti tra condizioni accettabili e non accettabili, prendono forma i tipi standardizzati: i tenements di New York (e in Scozia), le manzanas di Barcellona, le mietkasernen di Berlino (nel 1911, Berlino è la città più densa d’Europa con 75 abitanti per edificio) L’edilizia si colloca lungo il crinale che divide il rispetto minimo delle norme dallo sfruttamento massimo della redditività, e concretizza il nuovo paesaggio urbano, su un impianto rettilineo di grandi arterie, con la continuità dei fronti che si sovrappone e si accosta a quello del passato. Modello centralizzato e omogeneizzato. America: Poi c’è la città americana con la down town (i grattacieli) e l’estensione perdita d’occhio dei sobborghi. Con un profilo spezzato e multietnico Prende forma il quartiere specializzato (degli affari, industriale e residenziale). In altri casi l’industria penetra nelle maglie residenziali con effetti disastrosi. Si consolida il rifiuto della città industriale e nasce l’immagine del centro storico. IV parte Con il ‘900 si chiude un ciclo a carattere eurocentrico. Alla vigilia della prima grande guerra la popolazione del vecchio continente pesava 1/4 sul totale; oggi pesa 1/8. Tra qualche anno anche a livello mondiale si raggiungerà l’equilibrio tra popolazione urbana e popolazione rurale Nel 1914 tra le 8 metropoli mondiali c’erano ben 6 città europee di cui 5 capitali di stati (Londra, Parigi, Berlino, Pietrogrado, Vienna). Oggi, tra le 21 megalopoli che superano i 10 milioni di abitanti, solo tre sono europee e al 13° posto troviamo Mosca che ha superato Londra. Tra il XIX e il XX secolo (ma i prodromi sono già nel ‘700) si afferma soprattutto la cultura dello sviluppo che intende adeguare le città alle logiche della crescita economica. Il primo 10 fattore all’origine dei programmi di sviluppo fu quello delle infrastrutture: assi viari, grandi boulevard e soprattutto il trasporto su ferro. Poi la scomparsa di vincoli e privilegi. Poi ancora il sistema delle reti igieniche e soprattutto energetiche. Su queste armature si sono sviluppate le città con i loro quartieri specializzati e con le zone destinate all’utile (comuni) alla cura (ospedali) allo scambio (le stazioni e le esposizioni universali). Sul piano tecnico abbiamo cataloghi per ogni tipo di funzioni e di soluzioni. Nel 1889 Camillo Sitte scrive l’urbanistica secondo principi estetici – contro l’omologazione industriale. Negli interspazi e ai margini si possono incontrare una moltitudine di situazioni intermedie (dal centro storico conservato, turisticizzato e rianimato a quello con sacche di decadenza fisica e sociale; da zone ottocentesche compatte monofunzionali a zone ottocentesche miste con molte situazioni di dismissioni, da periferia nuova a quella industriale invecchiata o quella marginalizzata dalle nuove costruzioni. Oggi si ritorna al termine originario di metropoli, alle sue radici originarie di agglomerato di più etnie, è un nuovo scenario di Babilonia. Tuttavia solo alcune città sembrano aver accettato l’obbligo e i rischi del nuovo livello di competitività richiesto dalla innovazione tecnologica dell’attuale fase di sviluppo. La nuova metropoli è associata a connotati quantitativi (dimensione ultramilionaria) e a dati qualitativi (dinamismo intenso) Sono cambiati di nuovo i confini e soprattutto le dimensioni delle relazioni della competitività e dei fenomeni migratori. Si parla di area metropolitana, di regione metropolitana, di elementi razionali e di scelte che innescano processi di rinnovamento delle reti, delle funzioni urbane e della gerarchia tra le città a livello mondiale. Oggi nella gerarchia urbana prevale il peso dell’innovazione tecnologica e della conoscenza (% popolazione con alti livelli di formazione) e diventa importante la classificazione delle nuove tecnologie in base a quella che è chiamata la rete di sostegno, cioè di quell’insieme di comportamenti, di sistemi organizzativi e informativi, di culture e di strutture anche fisiche (strade, ferrovie, aeroporti, centri urbani, università, laboratori) che ne rende l’uso efficace. 11 In particolare le tecnologie più interessanti sono quelle che, adottando il nome proposto da uno studioso di questi fenomeni. (Zelenj) sono chiamate “superiori” nel senso che richiedono il superamento della rete di sostegno precedentemente esistente. La prospettiva sono interventi concentrati con funzioni miste e in rete tra loro con forti effetti di polarizzazione economica e sociale. L’altra faccia della prospettiva “forte” sono programmi di manutenzione e di compensazione che richiedano un forte impegno comune di più soggetti e un livello di consapevolezza dei limiti di convivenza molto alto. V parte Studi recenti10 dicono che attorno al 2007 il numero di persone che vivranno in città sarà maggiore di quella che vivrà fuori dalle aree urbanizzate. 1800 2% della popolazione viveva in città 1950 30% della popolazione viveva in città 2030 60% della popolazione mondiale vivrà in una dimensione urbana (nei paesi industrializzati questa sarà l’84%) (cfr. tabelle 1,2,3 allegate) Due sono i fenomeni che sostengono questa tendenza: • l’esplosione delle megalopoli del terzo mondo che sta avvenendo con un ritmo preoccupante in quanto superiore ad ogni possibilità di crescita dell’occupazione, degli alloggi, dei servizi e delle infrastrutture fisiche e sociali; • la crescita ed il consolidamento del territorio periurbano; di quell’area a bassa densità attorno ai centri urbani consolidati che solo per pigrizia continuiamo a chiamare campagna. Più della metà della popolazione vivrà in questa area. Il metro della residenza non è più sufficiente per affrontare i problemi di queste aree popolate da figure molto differenziate, stanziali e non, molto mobili. Bisogna considerare due città: la città che dorme e quella che consuma (ma non solo i businessmen). Bisogna pesare i diversi servizi materiali e sociali rispetto ai flussi di relazioni fra questi due tipi di città e di cittadini. 10 cfr. Atti del Convegno “La nuova cultura delle città” Cnr e Accademia Nazionale dei Lincei; e cfr. documenti dell’UNEPA, Fondo ONU per la popolazione. 12 Il rischio è che i “clandestini” delle città sbilancino l’offerta trasformando la città in un insieme di vetrine belle ma prive di vita. Un eccesso di specializzazione: la rete di piccoli negozi, mercati, ritrovi storici viene sostituita da monoculture che riempiono i quartieri di ristoranti, di uffici, di jeanserie e il tessuto sociale – il territorio – è stravolto. I prezzi salgono, la popolazione sparisce, non c’è più il contesto e quel fascino che attira gli investimenti. Bisogna conciliare il globale con il locale (glocal). Bisogna pesare bene gli interessi in gioco. Alcuni paesi come l’Italia possono contare su una rete di città e di piccoli centri, ma mancano le infrastrutture. 13 1950 1. Tokio, Giappone 26.444 1. Tokio, Giappone 27.190 Londra, Gran Bretagna 8.733 2. Città del Messico, Messico 18.066 2. Dhaka, Bangladesh 22.760 3. Tokio, Giappone 6.920 3. San paolo, Brasile 17.962 3. Mumbay (Bombay), India 22.577 4. Parigi, Francia 5.441 4. New York, USA 16.732 4. San Paolo, Brasile 21.229 CITTÀ 5. Mosca, Russia 5.356 5. Mumbay (Bombay), India 16.086 5. Delhi, India 20.884 DEL 6. Shanghai, Cina 5.333 6. Los Angeles, USA 13.213 6. Città del Messico, Messico 20.434 MONDO 7. Rhein-Ruhr Nord, Germania 5.296 7. Calcutta, India 13.058 7. New York, USA 17.944 8. Buenos Aires, Argentina 5.042 8. Shangai, Cina 12.887 8. Giakarta, Indonesia 17.268 9. Chicago, USA 4.945 9. Dhaka, Bangladesh 12.519 9. Calcutta, India 16.747 PRIME 15 New York, USA 2. 2015 12.339 LE 1. 2000 MILIONI 10. Calcutta, India 4.446 10. Delhi, India 12.441 10. Karachi, Pakistan 16.197 DI 11. Osaka, Giappone 4.147 11. Buenos Aires, Argentina 12.024 11. Lagos, Nigeria 15.966 12. Los Angeles, USA 4.046 12. Giakarta, Indonesia 11.018 12. Los Angeles, USA 14.494 13. Pechino, Cian 3.913 13. Osaka, Giappone 11.013 13. Shangai, Cina 13.598 14. Milano, Italia 3.633 14. Pechino, Cina 10.839 14. Buenos Aires, Argentina 13.185 15. Berlino, Germania 3.337 15. Rio De Janeiro, Brasile 10.652 15. Manila, Filippine 12.579 ABITAN TI tabella 1 14 α LE CITTÀ GUIDA CITTÀ MONDIALI ALFA β CITTÀ MONDIALI BETA γ CITTÀ MONDIALI GAMMA Londra – New York – Parigi – Tokio – San Francisco – Sydney – Toronto – Amsterdam – Boston – Roma – Chicago – Francoforte – Hong Kong – Zurigo – Bruxelles – Madrid – Città del Stoccolma – Copenhagen – Los Angeles – Milano - Singapore Messico – San Paulo – Mosca - Seoul Amburgo – Praga – Santiago – Barcellona – Berlino - Istambul CON TRACCE DI MONDIALITÀ IN ITALIA: Bologna – Genova - Torino I PUNTEGGI ALFA, BETA E GAMMA sono stati ottenuti incrociando i dati degli uffici di 69 società con un campione di 263 CITTÀ 4 i settori di attività considerati: pubblicità, contabilità, servizi bancari e finanziari, servizi legali. Valutati sia per quantità che per qualità tabella 2 15 L’AREA CITTÀ CRESCE MOLTO DI PIÙ DELLA POPOLAZIONE tabella 3 COME SI VIVE NELLA NUOVA CITTÀ LE PERSONE residenti city user che si recano in città solo per consumare metropolitan businessmen vanno in città solo per affari turisti LE CASE - diventano più grandi per passarci molto tempo il box auto diventa enorme (aumentano le macchine) elettrodomestici di due tipi: time saving: per risparmiare tempo (lavatrice, aspirapolvere…) time consuming: per impiegarlo (tv, videoregistratore,dvd…) IL TRAFFICO aumento degli ingorghi. Il rimedio è l’incremento della qualità dei trasporti pubblici 16