Musicisti di strumenti a fiato e salute orale

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Musicisti di strumenti a fiato e salute orale
Teknoscienza 17
Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2016
Musicisti di strumenti a fiato e salute orale
*Rosanna Lattanzio, *Antonia Abbinante, *Maria Teresa Agneta, **Alessandro Nisio, ***Francesco Tritto, ***Angelo Palmisano, ****Raffaele Cagiano
*igieniste Dentali, Dottori Magistrali in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecnico Assistenziali, Bari
**Medico Chirurgo orale e Maxillo-Facciale, specialista in odontostomatologia, Bari
*** Professore d’orchestra - Docente conservatorio Nicolò Piccini, Bari
****Professore associato in Tossicologia, Università degli Studi di Bari
«il mondo della musica funziona un po’ come la nostra
società, dove strumenti musicali diversi si riuniscono
per cooperare a un ine comune».
Scopo del lavoro:
–
Veriicare su un campione di popolazione di musicisti eventuali
alterazioni del distretto maxillofacciale.
– Valutare variazioni riconducibili al suono di strumenti a iato
ed esaminare la conoscenza dei
musicisti in relazione a tali problematiche.
– Indagare sulle modalità di igiene domiciliare del cavo orale, di
detersione e disinfezione dello
strumento suonato.
– Informare ed educare musicisti
e professionisti del settore odontoiatrico circa la prevenzione
delle possibili alterazioni.
L’interesse per il mondo della musica
ha portato alla luce risvolti inaspettati in ambito odontoiatrico sia perché
numerosi professionisti del settore
amano suonare uno strumento musicale sia perché numerosi musicisti,
in particolare gli strumentisti a iato, accusano una varietà di problemi
oro-facciali che interferiscono con
la capacità di suonare e necessitano,
quindi, di interventi odontoiatrici.
Sono essenziali, pertanto, la diagnosi
precoce e la deinizione di un piano
terapeutico che non interferisca con
la corretta produzione del suono.
Mentre alcuni individui hanno caratteristiche dentali e facciali che agevolano la produzione del suono, altri
necessitano di movimenti compensatori della mandibola, dei muscoli della testa e del collo che potrebbero, nel
tempo, creare problemi. Non considerare queste caratteristiche nella scelta
di un particolare strumento musicale
può limitare la capacità del musicista
di esprimere pienamente le sue capacità. Per suonare gli strumenti a iato,
viene attivato un lavoro neuromuscolare complesso che richiede una
aumentata ventilazione con intensa
prestazione dei muscoli oro-facciali.
Per la formazione delle vibrazioni e
per convogliare l’aria nello strumento è necessaria una corretta posizione
della bocca e una sinergica attività
tra respirazione, muscoli labiali, lingua e apparato dentario. Il differente
bocchino di ogni strumento a iato,
richiede, per generare il suono un insieme tipico di movimenti e capacità
muscolari.
lauto traverso, dificoltà nella produzione armoniosa e corretta del suono.
Nei suonatori di clarinetto e sassofono, irregolarità o asperità dei denti
inferiori legate a sovraffollamento o a
rotture, possono causare dolorose ferite del labbro e impedire la corretta
produzione del suono.
Affollamenti dentari e/o ricostruzioni incisali non ben levigate rendono
più suscettibili a dolore, ulcerazioni
o ipercheratosi i musicisti di oboe, fagotto, corno inglese e controfagotto.
Nei suonatori di ottoni con denti
ruotati o superici incongrue la pressione del bocchino di metallo può
provocare dolore o disagio sul labbro
e conseguenze sulla tecnica.
Non trascurabili inoltre, le patologie
a carico della pelle dovute a ipersensibilizzazioni al nichel e cromo, per il
contatto costante con il metallo di cui
si compone lo strumento. Così le dermatiti periorali e malattie della pelle,
come l’eczema atopico e la psoriasi
che possono essere aggravate dall’uso
continuo degli strumenti.
Se da un lato le caratteristiche dentofacciali possono inluenzare le prestazioni dei suonatori, dall’altro, l’uso
precoce, prolungato e continuativo di
strumenti a iato potrebbe indurre alterazioni dell’equilibrio tra strutture
scheletriche e dentali ino alla comparsa di malocclusioni. Le cause sono
legate alla combinazione di diversi
fattori: vari tipi di bocchino, numero
di ore dedicate al suono dello strumento, posizione dei denti, forze esercitate dalla lingua e dai muscoli facciali durante la produzione del suono.
Le forze prodotte durante l’utilizzo
degli strumenti a iato sono maggiori di quelle esercitate dalla normale
attività muscolare e raggiungono livelli pressori al limite della massima
sopportazione labiale. I musicisti riferiscono diversi problemi che causano
loro un certo grado di discomfort durante l’uso dello strumento. Tra i più
comuni: traumi ai tessuti molli (nei
suonatori di clarinetto e ottone), microtraumi degli incisivi con necrosi
pulpari spontanee, fratture dei bordi
incisali dei denti e dei manufatti protesici; problemi ortodontici con sven-
tagliamento degli incisivi superiori,
retro-inclinazione degli incisivi inferiori o superiori; disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM),
come conseguenza della protrusione
mandibolare necessaria per formare
l’imboccatura dello strumento, bruxismo; xerostomia; herpes labiale;
aumento della formazione del tartaro (soprattutto nei suonatori di ancia
singola).
In virtù degli effetti sulle strutture
dento-facciali, nei giovani musicisti
apprendisti è fondamentale l’utilizzo professionale degli strumenti a
iato (i musicisti professionisti suonano anche più di tre ore al giorno),
non prima del completo sviluppo
delle radici dei denti deinitivi (la
formazione completa avviene circa
dopo tre anni dall’eruzione dei denti). Uno studio condotto su soggetti
di età inferiore a 15 anni che suonano strumenti a iato ha riportato un
aumentato overjet per i suonatori di
strumenti ad ancia e retro inclinazione degli incisivi mandibolari nei
suonatori di ottoni. Se scelto correttamente, lo strumento può coadiuvare il trattamento ortodontico, in
relazione alla problematica occlusale, soprattutto in bambini di età
compresa tra 11 e 13 anni (per esempio, gli ottoni aiutano a ridurre l’overjet e a diminuire l’overbite e possono apportare beneici ai musicisti
con labbro superiore corto o debole o
protendente labbro inferiore).
La perdita dei denti anteriori, per i
musicisti di iati, costituisce un grave
problema. Fondamentale in questi
casi, la realizzazione di una protesi
nella quale l’estetica non sia prioritaria rispetto ad altri parametri che
devono essere considerati: volumi
ridotti del corpo protesico e delle
selle portanti i denti in sostituzione,
fedele riproduzione anatomica del
dente mancante, spazi ridotti e bordi
arrotondati. Una valida modalità di
sostituzione degli elementi dentari
persi è rappresentata dagli impianti
in titanio osteointegrati in quanto
limitano la formazione di sacche d’aria. La considerevole pressione d’aria
esercitata sullo strumento e le forze
muscolari possono ridurre la stabilità delle protesi rimovibili e per
ovviare a questo rischio, si ricorre
a un’imboccatura personalizzata o
alla costruzione di boccagli speciali
realizzati manualmente con l’impiego di cuscinetti acrilici da apporre
sulla dentatura.
Fig. 1 - Flauto traverso.
Fig. 2 - Clarinetto.
Fig. 3 - Sassofono.
Fig. 4 - Oboe.
Modalità dello studio
È stata condotta un’indagine epidemiologica su un campione di 30
musicisti frequentanti il conservatorio Niccolò Piccinni di Bari. Il
campione esaminato era composto
da 14 studenti di età compresa tra i
15 e 28 anni (5 suonatori di tromba,
3 di clarinetto, 2 di corno francese,
2 di trombone, 2 di sassofono) e 16
maestri di età compresa tra i 40 e 65
anni (7 suonatori di sassofono, 2 di
tromba, 3 di trombone, 1 di clarinetto, 2 di oboe, 1 di corno francese).
È stato somministrato un questionario per indagare sullo stato di
salute generale, sull’autovalutazione del cavo orale, sulle abitudini di
igiene orale e dello strumento suonato. È stato effettuato un esame
obiettivo per rilevare alterazioni
del distretto oro-facciale e inine è
stata condotta un’intervista cognitiva per valutare il grado di consapevolezza relativa alla correlazione
tra cavo orale e strumenti a iato.
L’igiene degli strumenti è stata
veriicata eseguendo un tampone
microbiologico dopo 12 ore dall’ultimo utilizzo.
Le caratteristiche oro-facciali
possono inluenzare e
compromettere l’imboccatura
degli strumenti
Sicuramente incidono anomalie quali: labbro superiore corto, canini e/o
incisivi – mascellari/mandibolari –
mal posizionati che possono causare,
nei musicisti di lauto, lauto piccolo e
Fig. 5 - Tromba.
Fig. 6 - Trombone.
Fig. 7 – Corno francese.
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18 Teknoscienza
Fig. 8 - RX OPT.
Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2016
Fig. 9 - Suonatore di trombone.
Fig. 10 - Bocchino esaminato.
contribuire alla eficace prevenzione
delle alterazioni prese in considerazione nel presente studio.
In quest’ottica sarà disponibile un
Vademecum del musicista realizzato alla luce dei risultati emersi e che
potrebbe rappresentare un primo
elemento di trait d’union per creare
sinergie tra gli operatori sanitari e i
musicisti.
Casi clinici
Fig. 11 - RX OPT.
Fig. 12 - Ex musicista di trombone.
Fig. 13 - RX OPT.
Fig. 14 - Musicista di clarinetto.
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Risultati
Il campione esaminato non presentava patologie sistemiche. Degna di
nota, l’elevata prevalenza di soggetti
affetti da allergie. L’80% non fumava.
Il 70% degli intervistati sapeva cosa
fossero placca batterica e tartaro.
Meno del 50% si rivolgeva periodicamente dall’odontoiatra, ma solo il 6%
aveva ricevuto consigli e protocolli
personalizzati. Il 67% lavava i denti 2
volte al giorno; il 37% usava lo spazzolino manuale, lo spazzolamento della lingua veniva effettuato dal 22%,
i collutori erano usati dal 21%, il ilo
interdentale dal 17% e solo il 3% utilizzava lo spazzolino elettrico.
Un considerevole numero di musicisti presentava problematiche dentoscheletriche: deviazioni miofunzionali, problematiche ATM (scatti
e scrosci articolari, dificoltà nella
massima apertura), deviazioni scheletriche persistenti in apertura e in
chiusura. Particolarmente evidenti le
problematiche gengivali e parodontali anche nei soggetti giovani.
Nei musicisti adolescenti sono state
frequentemente rilevate abitudini
viziate (onicofagia, deglutizione atipica, tittilofagia, mordicchiamento
di labbra/oggetti), disgnazie e iniammazioni gengivali, che andrebbero monitorate con trattamenti
preventivi e correttivi al ine di migliorare lo stato di salute orale e garantire una lunga attività professionale. Nel campione dei professionisti
(maestri), le problematiche eviden-
ziate erano di gran lunga maggiori,
lasciando ipotizzare che oltre all’invecchiamento isiologico, l’utilizzo
di strumenti a iato potrebbe inluire sul cambiamento sia dell’apparato
maxillo-facciale sia sul modo di suonare. I musicisti possono continuare
a suonare il loro strumento sino a
età avanzata, ma ci sono condizionamenti a carico di denti e tessuti molli
che causano segni di invecchiamento già a trent’anni. Con il tempo, la
dentizione frontale inferiore può
avanzare a causa della pressione
della lingua inducendo spostamenti
e creando irregolarità. Spesso i cambiamenti, seppur gravi, vengono notati solo quando cambia il modo di
suonare.
L’indagine cognitiva ha evidenziato la scarsa conoscenza da parte dei
musicisti degli eventuali danni che
lo strumento potrebbe arrecare alla
loro salute orale. I soggetti intervistati
sembrano avere una conoscenza empirica sull’inluenza che potrebbero
avere le cure odontoiatriche sulla
qualità del suono anche se il 73% del
campione ha notato i condizionamenti delle alterazioni del cavo orale,
nella produzione dello stesso.
In passato nei criteri di ammissione
al conservatorio dei giovani musicisti erano previste alterazioni del
cavo orale. Coloro che presentavano
labbro corto, morso profondo, affollamenti dentari venivano scartati.
Oggi questi limiti sono stati aboliti, il
moderno approccio alla musica pone
tutti sullo stesso piano e il costante
esercizio diventa l’elemento decisivo
per il superamento di ogni ostacolo.
Anche l’odontoiatra non sempre è
preparato al riguardo. Solo lo specialista che conosce gli effetti degli strumenti sulle strutture oro-facciali e ne
comprende le potenziali problematiche può suggerire comportamenti
preventivi e trattamenti di supporto
per i loro pazienti, soprattutto nelle
fasi iniziali della loro carriera.
L’analisi microbiologica effettuata
sulle varie componenti strutturali
degli strumenti ha evidenziato la
presenza di lora batterica potenzialmente patogena che richiede quindi
la boniica e una adeguata cura delle
componenti medesime.
Conclusioni
Gli effetti della pratica musicale
sull’apparato oro-facciale possono
diventare dannosi se quest’arte viene appresa ed esercitata senza conoscere i limiti dettati dalla isiologia
e ignorando i principi di base della
prevenzione.
L’igienista dentale con adeguate campagne di informazione e motivazione, sia dei musicisti sia dei professionisti del settore odontoiatrico, potrà
Dal campione oggetto di studio,
sono stati selezionati tre musicisti
professionisti con problemi parodontali al ine di valutare la possibile inluenza dell’uso degli strumenti a iato, sulla progressione
della patologia parodontale. Sono
stati eseguiti: OPT; fotograie del
cavo orale; raccolti gli indici PSR Periodontal Screening Recording; PCR
Plaque Control Record o O’Leary Index; GBI Gengival Bleending Index;
compilata la cartella parodontale; e
inine sono stati effettuati test microbiologici nelle tasche parodontali, utilizzando coni di carta sterile
e del bocchino di un trombone con
un tampone.
L’indagine microbiologica è stata
condotta dalla prof.ssa A. Mosca presso UOC di Microbiologia e Virologia
diretta dal prof. G. Miragliotta del Policlinico di Bari.
Caso clinico 1
Musicista professionista, età 46
anni, fumatore, suonatore di
trombone. Presenta incordinata
escursione dell’ATM in apertura e
chiusura, ipertono dei muscoli masticatori, riassorbimento dell’osso
alveolare. Dalla compilazione del
PSR è emerso un codice maggiore
di 4* e pertanto il paziente è stato
sottoposto a un’accurata valutazione parodontale. È stato registrato
un PCR del 13%, e un GBI del 20%.
È stato eseguito prelievo microbiologico nei siti 1.7, 2.2, 2.7, 3.2, 3.5, 4.6
con rispettiva profondità di sondaggio 8 mm, 6 mm, 6 mm, 11 mm,
11 mm,10 mm.
I risultati dei prelievi microbiologici hanno indicato la presenza
di batteri tipici della malattia parodontale: Prevotella intermedia,
Porphiromonas gingivalis, Treponema denticola, Tannarella forsy-
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thensis, Fusobacterium sp.
L’esame microbiologico dello strumento ha evidenziato la presenza di due diverse specie di batteri: Staphylococcus auricolaris e
Staphylococcus epidermidis confermando la scarsa detersione e disinfezione dello stesso. L’uso dello strumento comporta grande perdita di
saliva e trasporto di eventuali residui
presenti nel cavo orale in assenza di
adeguata igiene, con conseguente
cattivo odore.
Caso clinico 2
Maestro, età 57 anni, non fumatore,
ex suonatore di trombone. Presenta
lieve clik condilo discale di destra,
linea mediana dentale lievemente
deviata a destra, precontatto a sinistra, openbite, ipertono orbicolare,
riassorbimento dell’osso alveolare.
Dalla compilazione della cartella del
PSR è emerso un codice maggiore di
4* e per tanto il paziente è stato sottoposto a un’accurata valutazione
parodontale. La rilevazione del PCR
è 29,6%, GBI 18,5%. È stato eseguito
prelievo microbiologico nei siti 2.4,
2.6, 4.1, 4.6 con rispettiva profondità
di sondaggio. I risultati dei prelievi
microbiologici hanno indicato la presenza di batteri tipici della malattia
parodontale: Prevotella intermedia,
Porphiromonas gingivalis, Treponema denticola, Tannarella forsythensis,
Fusobacterium sp. L’indagine microbiologica dello strumento ha evidenziato la presenza di: Staphylococcus
coagulasi negativi e Staphylococcus
viridant.
Caso clinico 3
Maestro, età 58 anni, non fumatore, suonatore di clarinetto. Presenta
overbite profondo, frattura zona incisale denti anteriori inferiori, ipertono mentoniero, ipertono muscoli
masticatori, riassorbimento dell’osso
alveolare. Dalla compilazione della
cartella del PSR è emerso un codice
maggiore di 4 e per tanto il paziente
è stato sottoposto a un’accurata valutazione parodontale.
Il PCR è del 33%, il GBI 56%.
L’indagine microbiologico dello strumento ha evidenziato diverse specie
di: Staphilococco coagulasi negativi,
Streptococchi viridanti, Bacilli difteroidi, Miceti.
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