Scarica La Biografia - antica fonografia il levriero
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IANVA Il progetto IANVA (aperto e in continua evoluzione) nasce dall’incontro di musicisti di diversissima estrazione accomunati dall’esigenza di restituire un senso a concetti quali “passionalità”, “ardimento”, “dignità”; e, su tutto, animati dalla volontà di preservare quelle poche ma ottime cose proprie della sensibilità italiana di un tempo antecedente a quel processo di azzeramento instauratosi negli ultimi due decenni. Si va da Mercy e Francesco La Rosa - già con Malombra, Il Segno Del Comando e Helden Rune, gruppi che hanno caparbiamente mantenuto la loro adesione agli stilemi di un certo dark sound che si potrebbe definire di “vecchia scuola” - ; a Stefania T. D’Alterio (ex Wagooba, peculiare combo cinematico-rétro sul filo dell’ironia) che si occupa da anni di cultura dell’apocalisse e weirdness per svariate testate e pubblicazioni nazionali e non; ad Argento e Azoth, titolari della più prestigiosa formazione black metal nazionale che va sotto il nome di Spite Extreme Wing (senza per altro dimenticare l’altrettanto basilare combo Antropophagus); a validi musicisti dal background di conservatorio come Fabio Gremo, Fabio Fabbri, Giuseppe Spanò e Riccardo Casazza; fino a svariati contributi esterni ed extramusicali sempre orbitanti all’interno del concept primario, del tutto sulla medesima lunghezza d’onda del nucleo principale. Tutte questi diversi percorsi, mai rinnegati né accantonati, concorrono però solo minimamente nell’impianto sonoro di IANVA, volutamente consono ai temi trattati e alla propria irrinunciabile italianità musicale, con influenze variegate che spaziano dalla prima ed eccellente new wave italiana - con intenti da classifica -, a Maestri dell’Arte Pura Della Sonorizzazione (quali Ennio Morricone, Bruno Nicolai, Armando Trovajoli, Franco Micalizzi, Stelvio Cipriani, Guido e Maurizio De Angelis…); con un occhio di riguardo verso indimenticati protagonisti come Scott Walker e Marc Almond e autori quali Fabrizio De Andrè, Piero Ciampi e Jacques Brel. Non mancano, inoltre, accenni a vecchi amori mai sopiti, quali quelli per le ballad notturne glitterate e grezze del più decadente glam di filiazione britannica, e per figure totem del mainstream tricolore dei sabati sera d’antan (Mina, Ferri, Milva, Battisti). Unica concessione all’“attualità”, qualche sporadica e leggera venatura riconducibile alle migliori e più raffinate firme dell’attuale folk noir arricchisce il peculiare mélange che costituisce l’ossatura di un suono e un immaginario passato, eppure proiettato nel futuro: archeofuturista, appunto. Antica Fonografia IL LEVRIERO — www.illevriero.it - [email protected]