il piccolo Grigoriy?

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il piccolo Grigoriy?
RACCONTI ORIGINALI
….IL PICCOLO GRIGORY?
Capitolo unico (concluso)
Note: R – Het - Yaoi - Lime
Autrice: Sereghil
ATTENZIONE: questo racconto tratta argomenti riservati ad un pubblico maturo. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 14 anni.
- I personaggi di questo racconto sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. -
…..il piccolo Grigoriy?
Non si aspettava che suo padre decidesse di fare le cose così in grande.
L'albergo era splendido e il giardino, immenso, digradava fino alla spiaggia.
Poteva sentire l'odore del mare,insinuarsi fra gli aromi di cibo, il profumo dei fiori.
Respirò a fondo, stiracchiandosi.
Nonostante fosse mattina presto
c'era un notevole andirivieni di
persone.
I camerieri si affaccendavano al
buffet, il fioraio aveva
sguinzagliato i suoi addetti per
sistemare gli, addobbi.
Il “wedding planer” urlava ordini a
destra e a manca, mentre il
fotografo studiava la “location”
per non trovarsi poi in difficoltà.
Era una giornata di giugno che
prometteva bene; non faceva
troppo caldo e un leggero vento
“smuoveva” l'aria.
La ragazza si guardò attorno alla ricerca della piscina, avrebbe voluto scendere fino al mare, ma
temeva di non avere tempo; tra poco si sarebbe tenuta la cerimonia e non poteva permettersi di
tardare.
Fermò un cameriere chiedendogli informazioni; doveva sbrigarsi se voleva fare qualche vasca: era
appena uscita vincitrice dalle gare regionali, ma smaniava dalla voglia di nuotare.
Tutti la lodavano per la sua bravura, il suo Coach la venerava, le compagne la invidiavano senza
comprenderla; Sonya aveva cercato di spiegarlo, ma nessuno voleva crederle.
Lei nuotava per il piacere di farlo; preferiva nuotare in mare, ma da quando si erano trasferiti aveva
dovuto contentarsi della piscina.
Nuotare la faceva sentire bene, libera, rilassata in pace con se stessa, con gli altri.
Quando era nervosa, stanca, triste, s'infilava il costume e si tuffava in piscina.
Nuotava immergendosi nell'acqua , diventando parte di essa; le braccia , le gambe si prolungavano
all'infinito diventando esse stesse acqua.
Per questo vinceva sempre; non lasciava che il coach la mettesse sotto pressione, le bastava suo
padre a stressarla.
Le gare le permettevano solo di nuotare più a lungo ed evitare la noia della scuola; se lo ricordava
sempre quando le compagne di squadra cominciavano a tormentarla con i record, i tempi, le
bracciate, e tutte le ossessioni delle persone ambiziose.
Fingeva di ascoltarle, assentiva e poi si lasciava scivolare tutto di dosso come un accappatoio che le
avrebbe impedito di nuotare.
Checché ne dicessero i giornali, il Coach, i compagni, Sonya nuotava per se stessa.
Camminava da quindici minuti quando scorse il luccichio azzurro della piscina, in mezzo alla
verzura del giardino; un suono arrestò i suoi passi.
Attese un attimo concentrandosi.
Erano voci umane, gemiti per la precisione.
Cautamente ricominciò a camminare dirigendosi verso le voci; un boschetto di bamboo la
circondava.
Si mosse con circospezione, sul prato disseminato di foglie secche.
Camminò arrivando in cima ad una collinetta, il cui pendio digradava fino a diventare un piccolo
spiazzo, ai cui piedi sorgevano gli edifici bianchi del complesso balneare; le voci arrivarono prima
che li potesse vedere.
Si fermò fra le canne; distesi sull'erba vi erano due ragazzi, uno a giudicare dalla divisa, doveva
essere un cameriere, l'altro nudo sotto di lui, era quello la cui voce l'aveva chiamata.
Sonya stava per andarsene, poi qualcosa la fermò.
Il ragazzo nudo sembrava in preda all'estasi, la sua voce piena di ardore, passione, le sue braccia
attiravano a sé l'amante in un amplesso ancora più intenso.
Sonya si avvicinò un po' ; voleva vedere l'espressione sul viso di quel ragazzo.
Cosa si provava a fare l'amore?
Nonostante se ne stesse spesso in costume in mezzo a maschi e femmine non sapeva quasi nulla del
sesso, ed era una delle poche ad essere vergine alla veneranda età di diciassette anni.
Con un ultimo grido il ragazzo venne; Sonya lo vide.
L'estasi; quella sul suo volto non poteva che essere estasi, piacere assoluto.
Si emozionò.
Il ragazzo vestito, il cameriere, si era sdraiato sul prato accanto all'altro; sembrava sfinito.
Sonya immaginò se stessa nella stessa situazione; non le venne in mente nessun partner con cui
avrebbe voluto far l'amore.
Era strano, eppure conosceva tanti bei ragazzi.
Si concentrò sul ragazzo nudo; si stiracchiava sull'erba perfettamente a suo agio, la pila sparpagliata
dei suoi abiti gli stava attorno.
– Devo andare!- Il cameriere si rialzò lentamente, si sistemò i pantaloni, la divisa, e chinatosi
sull'altro ragazzo, lo baciò andandosene.
Il ragazzo nudo si tirò a sedere e, dopo aver seguito con lo sguardo, il compagno, si volse verso di
lei.
Sonya s'immobilizzò.
– Puoi venire fuori, Ludovico se n'è andato!- Aveva una bella voce.
Sonya arrossì; come cavolo aveva fatto a vederla?
– Dai vieni, chiunque tu sia!- Si alzò stiracchiandosi; aveva un bel corpo dai muscoli
modellati, la pelle appena scurita dall'abbronzatura, i capelli biondi splendevano al sole.
Sonya uscì dal suo nascondiglio rendendosi conto di essere a pochi passi da lui; i suoi occhi scuri la
catturarono in un attimo.
Aveva zigomi alti e l'aria altera che contrastava col sorriso – ti è piaciuto lo spettacolo?– ...la tua voce...ho sentito la tua voce e mi ha guidata qui - Sonya si perse nei suoi occhi blu
- ...la tua espressione, eri così ...così bello in quell'estasi...nel piacere...- allungò una mano
sfiorandogli il viso in una carezza. Non sapeva perchè l'avesse fatto, ma era quello che
desiderava; sentire la sua pelle, calda, umida per il sesso. Si perse nei suoi occhi, in
quell'istante.
Il volto di lui si addolcì, le prese una mano contemplando quel visetto così grazioso dai grandi occhi
castani.
Se ne stavano immobili uno di fronte all'altra da minuti, quando il suono dell'orchestra fece
sussultare il giovane.
– Devo andare a lavarmi, sono il testimone di nozze! - Esclamò seccato.
– ...io..., anche io sono la testimone di nozze! - Sonya arrossì rendendosi conto di avere
davanti un uomo nudo.
– Allora sei Sonya Pugacev, la mia quasi sorellastra – le sorrise, un sorriso ironico che gli
illuminò il viso.
– ….tu, tu sei il piccolo Grigoriy?- Lo sguardo della ragazza indugiò sulle belle braccia, sul
petto ampio del giovane chiedendosi perchè suo padre avesse chiamato Grigoriy “piccolo”.
– Tuo padre mi chiama così: per lui quindici anni rientra nella categoria “piccolo”.
– ..hai quindici anni?- Sonya lo guardò ancora cercando di glissare sul pene del giovane.
– ...ho bevuto molto latte...- Grigoriy non era per nulla imbarazzato, amava farsi guardare, e
gli sguardi di Sonya gli piacevano. Se fosse stata un'altra ragazza ci avrebbe provato già da
un pezzo, ma Sonya era particolare; era diversa da tutte quelle che aveva conosciuto. Così
ingenua e spavalda, pura e sfacciata in una maniera che non gli riusciva di comprendere
appieno, ma cosa più importante non era prevedibile.
Quando l'aveva carezzato, si era sentito così bene, il sangue gli si era rimescolato: aveva avuto
un'erezione solo per una carezza.
Sonya rise, una risata argentina, leggera e sincera – “piccolo Grigoriy”, non sei ne piccolo ne mio
fratello! - Gli posò un bacio sul dorso della mano, che la stringeva, e si sciolse andando verso la
piscina.
Grigoriy si voltò a guardarla.
In un attimo Sonya si era liberata del copricostume, e dopo aver messo la cuffia si era tuffata
nell'acqua azzurra.
Scivolò dentro come fosse un pesce.
Nuotava senza sforzo, muovendosi armoniosamente, come se fosse l'acqua a muoversi e non lei.
Grigoriy raccolse i suoi vestiti seguendola fino alla piscina, in piedi sul bordo la guardava scivolare
nell'acqua limpida.
Il sole continuava nella sua corsa ma nessuno dei due sembrava interessato allo scorrere del tempo.
Sonya riemerse issandosi con leggerezza sul bordo della vasca ; si tolse la cuffia da cui scivolarono
fuori i ricci scuri – non eri andato a lavarti?– ...e tu? - Non si era mai sentito così vivo, emozionato.
Lei indicò le docce della piscina.
– Facciamo la doccia assieme? - Le sorrise sornione.
– ….mi piacerebbe...- prese la mano che lui le tendeva - ...ma non oggi...non qui...– Non oggi.....- lui l'attirò gentilmente a sé – era stuzzicante, eccitante giocare con lei.
– No, è tardi ...- gli poggiò una mano sul petto e allungandosi sulle punte dei piedi gli posò un
bacio sulla fronte.
Grigoriy restò a guardarla mentre entrava nel bagno chiudendosi la porta alle spalle; era
piacevolmente sorpreso, non si era reso conto di averle lasciato la mano se non quando se n'era
andata.
Si toccò la fronte sorridendo; nessuno lo aveva mai baciato così dolcemente!
Sonya sospirò assaporando il gusto del mare.
Non ricordava da quanto tempo fosse seduta a quel tavolo cercando di sorridere, di rispondere a
tono.
Suo padre aveva voluto fare le cose in grande per Tatiana; lei era bella e aveva un sorriso dolce
mentre guardava il suo nuovo marito.
Somigliava molto al figlio, a Grigoriy.
Era bello il suo fratellastro e attirava le persone come mosche al miele.
Quando sorrideva s'illuminava tutto.
Era disinvolto e chiacchierava con scioltezza con tutti, anche con persone che non aveva mai visto.
Lui flirtava; ecco il termine.
Gli piaceva farsi guardare, attirare l'attenzione; le ricordò Ricardo, il suo compagno di squadra.
Non era bello come Grigoriy, ma aveva un bel fisico, e un sorriso accattivante. Ci sapeva fare con i
giornalisti e con la gente; era il beniamino di tutti.
Il suo esatto contrario.
A lei non piaceva parlare; non sapeva bene cosa fosse appropriato dire.
Le sue compagne le raccontavano cose che per lei erano assurde, situazioni paradossali la cui
soluzione era ad un palmo dal naso, ma che loro non sembravano cogliere.
Erano stupide o cosa?
Lo avevo chiesto a suo padre Mikahil, e lui le aveva sorriso carezzandole una guancia – Sonya, tu
sei una donna pragmatica. Tu andrai diritta per la tua strada senza combinare disastri!Lei lo aveva guardato, indecisa se essere lusingata o offesa.
Una donna paragmatica cosa doveva fare esattamente?
Assaggiò l'ennesima portata di quel pranzo interminabile, mentre il suo vicino la sottoponeva ad un
interrogatorio serrato.
Qualcuno le sfiorò la caviglia;alzò gli gli occhi incontrando lo sguardo brillante di Grigoriy.
Gli sorrise; lui la faceva star bene.
Le piaceva ballare, era un po' come nuotare; bastava seguire le note.
Non aveva aspettato di essere invitata da qualcuno; dopo quella seccatura del pranzo aveva assoluto
bisogno di muoversi.
Non le era mai capitato di dover stare così a lungo immobile, seduta, imprigionata su una sedia
davanti a cibo pasticciato in maniera strana.
Sperava che suo padre non intendesse trascinarla ad altre cene o pranzi.
Sospirò; avere il mare così vicino e non potercisi tuffare.
Avrebbe voluto scappare, ma indossava un abito rosso ed era la figlia dello sposo; una
combinazione esplosiva.
Era vistosa come una boa segnaletica.
Per fortuna la musica era decente e questo le consentiva di rilassarsi; avrebbe voluto scalciare la
scarpe, non che fossero scomode, ma erano comunque scarpe!
Una mano calda l'afferrò delicatamente per il polso; si volse incrociando occhi blu argento.
Gli sorrise, non poteva farne a meno.
– Sei bella quando balli da sola; la musica sembra seguire ogni tuo movimento, avvolgersi
attorno a te! - Le sussurrò sfiorandole l'orecchio.
Sonya rabbrividì ridendo, lasciandosi prendere per mano.
– Ti sono mancato? - Le avvolse un braccio attorno alla vita snella.
– Sì!- Lo guidò nella danza, seguendo le note in un continuo crescendo.
La sua risata era molto virile, eppure armoniosa, sincera; gli illuminava il volto.
Era bello Grigoriy!
Il giovane si lasciò condurre sulle note di un rock and roll, e poi un boogie, in un'alternanza di ogni
genere musicale.
Il vestito di Sonya le fluttuava attorno come petali e ne faceva risaltare il corpo modellato
dall'acqua.
Aveva un'aria felice mentre si scioglieva fra le note, nelle melodie.
Non c'era nessuna forzatura e lei lo guidava in un ritmo che li avvolgeva armoniosamente.
Era bella Sonya, non la più bella donna che avesse visto, era bella in un modo tutto suo.
Era attraente, come miele, e lui si sentiva un orso voglioso di assaggiarla.
Ma assaggiarla le avrebbe tolto ogni attrattiva come succedeva con gli altri, con le altre, con tutti
quelli con cui era stato?
Fare sesso lo rilassava, era meglio della droga, e con le dovute accortezze era divertente, appagante.
Forse poteva aspettare e godersi ancora un po' la compagnia di Sonya prima di farla piangere.
Sua madre lo aveva supplicato di lasciarla in pace; ci teneva molto a che diventassero una vera
famiglia.
Famiglia.
La famiglia era un'istituzione ridicola.
Aveva gia avuto altre “ famiglie” ma nessuna era durata a lungo .
Certo stavolta si era sposata e forse questa ennesima farsa sarebbe durata di più.
Non odiava sua madre, ma non ne poteva più dei suoi flirt, delle sue convivenze.
Sua madre era come lui; non riusciva a legarsi a nessuno.
– Sei triste?- La mano gentile di Sonya gli sfiorò la guancia mentre ballavano un lento stretti
l'uno all'altra.
Trasalì sentendosi scoperto.
– ...andiamo al mare...- Lei lo fece scivolare tra la folla, muovendosi leggera fra gli invitati.
Era pomeriggio inoltrato e il sole si avvivava verso il mare.
Sonya si tolse le scarpe poggiandole sul sentiero di ciottoli.
Grigoriy la imitò, togliendosi anche i calzini, la giacca e la cravatta.
Guardò Sonya; il suo sguardo era rapito dal mare.
Una rabbia feroce s'impossessò di lui; l'afferrò per le spalle facendola voltare verso di sé.
– Sei pronto?- Gli sorrise, la ragazza, tendendogli la mano.
Annuì seguendola sulla sabbia umida; la rabbia sfumata nella dolcezza di quel sorriso.
Arrivata sulla battigia, Sonya s'inoltrò nell'acqua lasciando che il mare le lambisse le caviglie.
Poi rapidamente si sfilò il vestito rosso lanciandolo a Grigoriy; in un attimo sparì fra le onde.
Come una sirena, come un pesce a cui sia a lungo stato negato l'ossigeno.
Spariva e riemergeva, si arrotolava si srotolava seguendo la corrente , le onde.
Il volto trasfigurato mentre i capelli le facevano corona attorno.
Grigoriy la guardò affatato cercando di seguire i suoi movimenti.
Il sole si tuffò nel mare in un tripudio di colori, l'aria si era raffreddata sempre più.
Grigoriy rabbrividì; non si era reso conto del tempo che scorreva.
– Sonya, Sonya!- La chiamò sentendo qualcosa stringergli lo stomaco.- ...Sonya...
Lei riemerse dal mare, l'acqua scivolava dal suo corpo come fosse un vestito, accendendola dei
colori del tramonto.
Sonya si strizzò i capelli smuovendoli per farli asciugare; sembrava una creatura aliena, lo sguardo
lontano, perfettamente a suo agio con indosso la biancheria , zuppa, rossa, come l'abito che lui
stringeva in mano.
– Mi hai lasciato solo!- Le parole gli uscirono senza che potesse controllarle.
– Scusami! - Lo abbracciò, un vero abbraccio , mentre poggiava la testolina scura sulla sua
spalla .- Il mare mi fa questo effetto; potrei nuotare all'infinito. Vorrei nuotare all'infinito!sospirò.
Grigoriy la strinse a sé sentendosi rilassato, sereno come dopo un orgasmo.
– ...siete spariti per ore...- Tatiana guardò preoccupata Sonya.
– Stai tranquilla, mia figlia preferisce il mare a qualunque maschio ben dotato!- Mikahil
spettinò il suo figliastro che gli sorrise sornione.- Anche se sono sicuro che prima o poi se la
porterà a letto!- Rise noncurante mentre Grigoriy spiava la reazione di Sonya.
– Mi dispiace; è stata colpa mia. - Sonya si avvicinò a Tatiana , apparentemente incurante
delle parole del padre. - Cercherò di stare più attenta!– Va bene! - Tatiana le sorrise un po' confusa. La sua figliastra la lasciava perplessa; era come
se vivesse in un mondo tutto suo. Grigoriy l'aveva già puntata, anche se contrariamente al
solito, sembrava molto preso da lei. Aveva avvisato suo marito e Sonya della “malattia” di
suo figlio, ma sembrava che entrambi non avessero ben compreso.
– Allora buona notte figliolo!- Mikahil prese la sposa per il braccio, ansioso di godersi la
prima notte di nozze.
– Grigoriy ti prego, ci sono tanti pesci nell'oceano!- Si allungò per baciare suo figlio.
– ...ma lei è una sirena...- le sorrise allungandole un bacio sulla punta del naso e scappando
via.
Non era in camera!- Sbuffò esasperato, la cercava da un quarto d'ora.
Aveva dormito male; gli era venuto duro pensando a lei e aveva dovuto fare da solo.
Gli piaceva l'autoerotismo, ma solo quando lo decideva lui.
Non aveva pensato neanche a chiamare il servizio in camera, a chiamare Ludovico.
Si guardò attorno nervosamente; gli doleva il membro a causa della tensione.
Scese in spiaggia e decise di noleggiare uno scooter acquatico; non sarebbe stato lì ad aspettarla.
Il sole era alto, ma l'aria era fresca; il cielo di uno smagliante azzurro, sgombro da nuvole.
Montò sullo scooter e partì a razzo.
Gli spruzzi d'acqua lo bagnarono in un attimo; rabbrividì mentre il vento fresco gli appiccicava la
maglietta addosso.
Navigava da un po' quando la vide seduta su uno scoglio; i piedi a mollo e il viso verso il sole.
Sembrava la sirenetta di Copenhagen.
Decelerò avvicinandosi – Sonya!- Aveva progettato un paio di battutte ma poi le era uscito solo
quel nome, il suo nome.
Lei si voltò sorridendogli!- Buongiorno!- Gli tese la mano.
Grigoriy sistemò lo scooter in modo da non danneggiarlo, poi si arrampicò sullo scoglio aiutato
dalla ragazza.
Tremava dal freddo.
Sonya gli tolse la maglietta e gli massaggiò le spalle e le braccia cercando di scaldarlo.
Grigoriy l'abbracciò cercando di calmare il tremore.
Era nervoso.
Sonya lo strinse a sé facendolo scivolare in acqua – nuota, così ti scalderai! - Lo tirò a sé , gli
scivolò sotto, giocando con lui finchè non si decise a nuotare, un po' impacciato.
Il movimento gli schiarì la testa , lo scaldò, lo fece sorridere alle acrobazie di Sonya.
Lei era veloce, e prenderla un'impresa; era un bel gioco e gli fece dimenticare ogni preoccupazione,
ogni ansia.
Quando credeva di non farcela più se la ritrovò tra le braccia ; gli occhi nocciola lo scrutavano pieni
di gioia.
Era un'altra persona; non era la Sonya della terraferma.
Questa Sonya era felice e libera.
Si accostò e le baciò le belle labbra salate.
Lei lo ricambiò lasciandosi andare, lasciandogli libero accesso alla sua bocca.
Grigoriy fece scivolare la lingua dentro di lei assaporandola; sapeva di sale, di mare, di miele.
Le esplorò con gentilezza mentre le sue braccia la stringevano a sé.
– ...ti amo Sonya! - Si fermò senza fiato affogando nel suo sguardo - ...amo come ti muovi, la
luce sul tuo viso quando sei in mare, le sensazioni che mi fai provare...- Sonya!Lei gli carezzò il volto, poi lo aiutò a salire sullo scoglio; il sole era alto.
Sonya gli carezzò il viso, i capelli, perdendosi nei suoi occhi più blu che grigi a seconda di come la
luce li colpiva. Gli carezzò , le spalle , il petto per poi scivolare sul suo inguine; gli abbassò il
costume senza nessuna falsa modestia prendendo fra le mani la sua erezione, carezzandola
gentilmente; il viso illuminato dal piacere.
Grigoriy sussultò diventando duro come il marmo.
-....tu sei bellissimo....- si avvicinò e gli baciò le labbra , gliele leccò , le mordicchiò mentre la sua
mano carezzava i testicoli, il membro duro e caldo.
Con l'altra mano lo strinse a sé; il seno premuto contro il suo torace liscio e glabro.
Molte donne, molti ragazzi lo avevano toccato, con gentilezza, con rudezzza, mani esperte, mani
maldestre eppure le sensazioni che provava erano differenti.
Si abbandonò all'ondata di piacere , di tepore , che lo avvolgeva.
Si sentiva in pace col mondo, sollevato sulle onde di quelle nuove , sconosciute sensazioni.
L'orgasmo lo travolse facendolo gridare, sussultare, inarcare in un piacere mai provato prima.
Eiaculò ancora e ancora sussultando mentre l'orgasmo sembrava protrarsi all'infinito.
Chiuse gli occhi sentendosi scivolare via.
Sonya lo sentì abbandonarsi; lo strinse fra le braccia.
Lo cullò sentendosi invadere dalla tenerezza, dalla gioia; lui era il suo tesoro.
Baciò le belle labbra calde; salate dal mare.
Lui era suo, era il suo amore, faceva parte di lei; era la metà del suo cuore, della sua anima.
Lo guardò imprimendosolo in mente, sfiorandogli le soppracciglia chiare, le palpebre vellutate, gli
zigomi; le sue mani lo esplorarono memorizzandone ogni più piccolo centimetro di pelle.
Sfiorò il suo sesso morbido; lo carezzò desiderando sentirlo dentro di sé, duro come pochi momenti
prima.
Era questo, erano queste le sensazioni che dava l'amore?
Era così che ci si sentiva quando si desiderava una persona, quando si voleva essere sfiorati,
carezzati baciati, penetrati da quella persona?
– ...tu sei mio...?- Davanti ai suoi occhi apparve Grigoriy, bello nella sua nudità, bello mentre
gridava carezzato dalle mani di qualcun altro. Sentì le lacrime scenderle mentre ricordava gli
ammonimenti di Tatiana - ….solo una delle tante....- gli carezzò il viso senza riuscire a
smettere di piangere. Dov'era finita la donna pragmatica? Dov'era quella ragazza di cui
parlava suo padre?
– ...perchè piangi? - le dita di Grigoriy le asciugarono le lacrime.
Avrebbe voluto dirgli la verità, ma non sarebbe servito a nulla; Grigoriy era Grigoriy e lei lo
sapeva.
Gli sorrise, asciugandosi le lacrime col dorso della mano, poi si chinò a baciare quelle belle labbra
morbide.
Era bello Grigory; se ne stava lì sul bordo della piscina e la guardava come se temesse di perderla di
vista.
Era strano che il Coach avesse permesso ad un estraneo di assistere agli allenamenti; ma “suo
fratello” sapeva essere persuasivo.
Lo aveva visto succedere anche a scuola; le restrizioni comuni agli altri cessavano di esistere di
fronte a Grigoriy.
– ...è il tuo ragazzo?- Le chiese Luana cercando di incorciare lo sguardo del giovane.
Grigoriy non è di nessuno!- Sonya scivolò sottacqua abbandonandosi al liquido. Non aveva una
risposta lal domanda di Luana; sfiorare la pelle di Grigoriy, baciarla, stringerlo a sé, perdersi nei
suoi occhi significava essere fidanzati? Innamorati? Per Grigoriy tutto quello che c'era fra di loro
poteva essere la normale routine.
Tatiana le aveva spiegato tutto riguardo l “ipersessualità” del suo fratellastro; ma Grigory non era
un elenco di azioni, di sintomi, di spiegazioni scientifiche.
Lui era l'unico che la ancorava alla terraferma.
Da una settimana sentiva che il richiamo per il mare era meno forte, riusciva a stare più ore fuori
dall'acqua senza sentirsi spaesata, confusa.
Se c'era lui, se lui la guardava, allora poteva …
Finì l'allenamento e riuscì in qualche modo a cavarsela col fuoco di fila delle compagne; pareva non
avessero mai visto un bel ragazzo in vita loro.
Grigoriy lo era; era bello.
Non era di quei ragazzi il cui “splendore” ti induce a voltarti.
Ma i suoi occhi, quel suo modo di guardarti, le sue espressioni...quelle sì che ti inducevano a
fermarti, a voltarti a guardarlo ancora una volta.
Era seduto su un muretto ad aspettarla; un ragazzo gli stava parlando.
Grigoriy si voltò a guardarla dimentico del suo interlocutore.
Lui si volse seccato - ...hei Sonya, non mi avevi detto di avere un fratello!- Zach aveva messo il
broncio.
A Sonya venne da ridere; Zach era l'arroganza fatta persona.
– ...non è mio fratello... - si domandò il perchè dello sguardo di Grigoriy - ...è il figlio della
moglie di mio padre.
Il ragazzo l'attirò a sé sfiorandole le labbra con le sue.
Sonya lo abbracciò.
– ..è il tuo ragazzo direi!- L'apostrofò duramente Zach.
– Grigoriy non è di nessuno! - Gli rispose improvvisamente seria; ciò che provava per
Grigoriy non avrebbe cambiato ciò che realmente Grigoriy era. Aveva letto tutto
sull'ipersessualità; Grigoriy sarebbe rimasto con lei finchè non si fosse “annoiato” , sentito
solo, poco considerato. Lui era un treno che faceva scalo a tutte le fermate lungo il tragitto;
lei era solo una fermata.
– ...a me non hai mai permesso di toccarti così...- Zach sembrava più seccato ogni minuto che
passava.
– ...e perchè avrebbe dovuto! - Li interruppe Grigoriy furioso - ..Sonya è mia e io sono suo! Prese la ragazza per mano trascinandola via.
Lei lo seguì senza fare storie; aveva fatto un patto con se stessa.
Aveva pensato e ripensato , nuotato fino allo sfinimento e concluso una sola cosa; poteva amare
Grigoriy, farci l'amore, ma non poteva illudersi.
Non poteva.
Che lui se ne sarebbe andato era un dato di fatto, una certezza.
Pur essendo a conoscenza del proprio problema non aveva , infatti, mai ceduto alle suppliche di sua
madre perchè vedesse uno psicologo, perchè iniziasse una terapia.
Questo significava che a lui piaceva vivere così e che se anche Sonia lo avesse supplicato non
avrebbe fatto nulla al riguardo.
Poteva amarlo e basta.
Lo sapeva e perciò aveva già approntato le sue misure di sicurezza; non sarebbero bastate quando
lui le avrebbe spezzato il cuore, ma non poteva fare altro.
– ...perchè non hai detto che sono il tuo ragazzo?Non stiamo insieme? Non ci carezziamo?
Non ci baciamo? - Sbottò il giovane seccato.
- Quando ci siamo conosciuti avevi appena fatto l'amore con il cameriere? Era il tuo ragazzo?La calma, l'indifferenza, con cui lei gli rispose lo fecero esplodere - ..cosa cazzo centra? E' un mese
che non tocco nessuno a parte te; come devo fare a farti capire che voglio te, solo te? Perchè non mi
credi? - Lo sguardo che lei gli rivolse era così carico di dolore da farlo rabbrividire. - Non sono
malato, è una fissa di mia madre. Non erano le persone giuste! Tu lo sei! - La strinse a sé e lei cercò
le sue labbra riempiendole di piccoli baci. - Ti amo Sonya, ti amo!- Mormorò con gli occhi
umidi.- ...sei mia Sonya..!La vita con Sonya era sempre una sorpresa.
Non avevano appuntamenti definiti, lei gli aveva dato i suoi orari.
Punto e basta.
Grigoriy l'aveva messa alla prova; era andato a prenderla agli allenamenti per tre giorni di fila e al
quarto non s'era fatto vivo.
Sonya non aveva fatto una piega ; aveva indossato la sua divisa da corsa e se n'era tornata a casa a
piedi nonostante diversi compagni l'invitassero ad andare con loro.
Grigory l'aveva osservata di nascosto, e niente lasciava pensare che fosse arrabbiata
Dopo cena l'aveva raggiunta nella sua stanza trovandola intenta a finire i compiti ; era sempre molto
scrupolosa.
– ...ciao!- L'aveva abbracciata da dietro e lei gli aveva baciato le mani attirandolo a sé.
Non era arrabbiata e non gli chiese nulla ; lo voleva e basta.
Si lasciava baciare e voleva baciarlo, lo carezzava audacemente e faceva l'amore con lui con una
passione travolgente.
Era stata lei a prendere precauzioni per il loro rapporto; lui non le aveva chiesto nulla , fingendo
disinteresse e Sonya non aveva aperto bocca.
Era una cosa che lo lasciava piacevolmente sorpreso; Sonya esisteva a prescindere da lui, non aveva
bisogno dei suoi consigli, della sua approvazione.
Viveva come le pareva, non cambiava i suoi programmi per lui, non pretendeva nulla, ma era dolce
e disponibile in ogni momento.
Sonya parlava poco, ma sapeva farsi capire con sguardi e tenerezze che lui non aveva mai
sperimentato.
A volte Grigoriy si sentiva confuso, gli sembrava che a Sonya non importasse nulla di lui, per
questo aveva accettato un'uscita di gruppo con i compagni di squadra di lei.
Non appena erano entrati nel locale, un pub, le ragazze della squadra avevano subito fatto in modo
di isolare Sonya mettendola vicina a Zach e Tony che se la disputavano inutilmente da anni.
Loro avevano circondato Grigoriy flirtando con lui per tutta la sera.
Lui aveva dato loro spago senza sbilanciarsi, voleva vedere cosa avrebbe fatto Sonya.
La serata scorreva tra cibo da poco prezzo e risate nervose nell'atmosfera rumorosa del locale;
gli occhi di Sonya lo seguivano mentre lui rideva e si lasciava carezzare, toccare da altre ragazze.
Spiluccava il cibo cercando di dare un po' di attenzione a Zach e Tony, ma il dolore nel suo
sguardo gli fece perdere l'appetito e lo riempì di tristezza.
Continuò a guardarlo senza distogliere lo sguardo , chiacchierando tranquillamente con Zach e
Tony; quando scominciò a farsi trardi, si scusò alzandosi per andarsene.
Tony si offrì di accompagnarla a casa e lei accettò con un sorriso di circostanza.
Ma era bella; il suo dolore così forte e controllato, tangibile.
I suoi occhi in cui luccicavano lacrime che non sarebbero scese, le sue labbra che si sforzava di non
mordere così morbide e pronte ai baci.
– ...non ce n'è bisogno !- Grigoriy quasi gridò, scansando con poca gentilezza le ragazze che
lo attorniavano - ...lei è mia....!– ….sei uno schifoso..! - Tony lo spintonò – prima fai il provolone con le altre e poi...Sonya prese Tony per il braccio e dopo avergli parlato brevemente sorrise a Grigoriy – andiamo a
casa, domani ho un compito in classe.Le ragazze brontolarono seccate, mentre Tony si allontava furibondo.
Sonya salutò tutti con la sua calma disinvoltura, come se non fosse accaduto nulla si infilò il
giaccone dirigendosi verso la loro nuova casa.
– ...non è successo nulla...erano solo provocazioni, niente di che...- l'afferrò per un braccio
attirandola a sé.
– ...come il cameriere eh? - Sonya sorrise, poi gli dette un bacio sulla fronte e s'incamminò
verso casa facendolo sentire sporco, miserabile.
Non gli disse altro, non gli tenne il broncio e questo lo fece sentire ancora peggio.
Sonya lo amava, questo lo sentiva dentro di sé; da tanto tempo non si sentiva così calmo, sereno
rilassato.
Non aveva più voglia di farsi toccare da altri, di farci sesso; l'amore, la tenerezza che lei gli dava lo
facevano stare bene.
Era appagato.
Per lui c'era solo Sonya; quella sera lo aveva confermato a se stesso, infastidito dal tocco di altre
mani, dagli sguardi di altre donne.
Amava Sonya; voleva solo lei.
La raggiunse stringendola a sé - ...tu sei mia e io sono tuo...non dubitarne più!Lei lo abbracciò mentre le lacrime luccivano sul suo volto.
Grigoriy le prese il volto tra le mani leccandole le lacrime dal volto, baciandola con tenerezza - ...ti
amo Sonya...ti amo così tanto che mi fa male il cuore!Lei tacque lasciandolo fare, cercando di non credere fino in fondo a quelle paorle così dolci, così
cariche di promesse.
Ma lo amava; nonostante tutto amava Grigoriy e non poteva farci nulla.
Lo strinse a sé ricambiando i suoi baci.
Mancava da due settimane.
Aveva odiato quel torneo con tutte le sue forze; non importava che avesse vinto la medaglia d'oro,
non le importava della notorietà, sapeva che rischiava qualcosa.
Sapeva che sei mesi non sarebbero bastati, non a Grigoriy.
Anche se lo amava, anche se aveva fatto del suo meglio per non stargli addosso, sapeva che
l'equilibrio fra loro era fragile come cristallo.
Grigoriy non l'amava, non amava nessuno..a parte sua madre forse.
Stava con lei perchè appagava le sue fantasie, perchè era una novità.
Non s'era mai illusa sui suoi sentimenti.
Lui continuava a ripeterle che l'amava, si dimostrava appassionato geloso, ma nonostante la poche
esperienza, Sonya sapeva per istinto che quello non era vero amore.
L'amore desidera la felicità dell'amato; Grigoriy non desiderava che il proprio appagamento.
Per questo non si stupì quando lo trovò nudo sul divano mentre un ragazzo lo faceva gridare di
piacere.
Sul divano.
In salotto.
Era tipico di Grigoriy.
Gli piaceva essere guardato, fare sesso dove gli pareva senza curarsi degli altri.
Il piccolo Grigoriy come si ostinava a chiamarlo suo padre, pur sapendo che faceva sesso con sua
figlia.
Non che a suo padre fosse mai importato granchè di lei, non per cinismo, ma perchè era questo il
loro rapporto.
Tatiana invece era preoccupata; l'aveva supplicata di rinunciare al torneo come in precedenza
l'aveva supplicata di lasciare suo figlio.
– ...non resisterà...due settimane sono troppe...– Non posso tenerlo al guinzaglio; stiamo insieme da sei mesi, se ancora non ha capito ciò che
importante per lui allora è inutile continuare con questa farsa. - Ricordava la sua risposta e
ora assistere a quella scena le faceva molto più male di quanto avesse preventivato.
Come la prima volta non si mosse, lo guardò, guardò il suo bel volto trasfigurato dal piacere, le sue
membra dorate avvolte attorno al corpo di un altro.
Le sue grida di piacere le lacerarono l'anima , ma si costrinse ad assistere fino alla fine.
Voleva essere lei la prima persona che Grigoriy avrebbe visto quando avrebbe aperto gli occhi.
Voleva guardare in quegli occhi così belli, in quel volto così dolce e crudele, quelle labbra dolci e
bugiarde.
– Cavolo sei incredibile, ogni giorno sempre meglio – il ragazzo di colore le dava le spalle per
cui non la vide, ma vide il volto del suo amante passare dalla bellezza dell'orgasmo , del
piacere, al terrore, all'angoscia più totale.
Si voltò vedendo un ragazza vestita con una tuta coi colori della nazionale , col volto trascolorato
dal dolore.
Pareva stesse per svenire tanto era livida.
– Sonya, Sonya...- il giovane sotto di lui lo scansò gettandosi verso la ragazza.
Lei lo abbracciò tenendolo stretto a sé mentre le lacrime le riempivano il viso - ...mi sei mancato! Il ragazzo di colore li guardava stupito, erano amanti?
Parenti?
– ….lui non è...- cominciò Grigoriy.
Sonya lo tacitò con un bacio, un bacio dolce.
Poi senza aggiungere altro si diresse nella sua stanza.
– ...Sonya , Sonya..- Grigoriy cercò di entrare nella stanza , ma lei aveva chiuso a chiave.
Sua madre gli buttò una coperta addosso.
Avevano sentito le sue grida non appena entrati a casa.
Era ancora nudo che gridava e sbatteva i pugni sulla porta di legno massiccio.
Si era massacrato le mani , ma per portarlo nella sua stanza ci volle la forza di Mikahil e di sua
madre.
Era preda dell'isteria ; piangeva e gridava da ore.
Il viso ridotto una maschera di dolore.
– ...ti ha beccato con un altro, eh!- Mikahil lo acchiappò gettandolo sotto la doccia di acqua
ghiacciata. - ...è tornata un giorno prima rinunciando ai festeggiamenti in suo onore, voleva
vederti...che romantica la mia bambina. Io le avevo detto che eri un stronzetto bastardo, che
non l'amavi e lei sai che mi ha risposto? - Diresse l'acqua gelata sul volto del ragazzo - ...lo
so papà, ma lo amo e non posso farci nulla. Non ho scelto , è successo!Grigoriy tremava per il freddo e per l'angoscia.
– ...mia figlia è forte, è in gamba, non te la meriti. Fosse per me ti ammazzerei, ma quelle due
ti amano perciò mi tocca sopportati anche se sei uno smidollato schifoso. - Chiuse l'acqua e
lo avvolse in un telo da bagno strofinandolo vigorosamente. - Non ti dirò cosa devi fare, e
non ti farò neanche la predica; la vita è tua e se hai deciso di viverla così sono solo fatti tuoi.
– ...Sonya, dov'è Sonya...- balbettò tremando.
– Non lo so, ero occupato ad occuparmi di te, dannato moccioso! Grigoryi si liberò dell'asciugamano infilando al volo i pantaloni del pigiama preparati da Mikhail,
poi corse nella stanza di Sonya; la porta era aperta e tutto sembrava in ordine.
– ...Sonya, Sonya...- corse per tutta la casa cercandola inutilmente.
La disperazione s'impadronì di lui ; l'aveva persa.
Aveva perso Sonya.
Ogni giorno chiedeva notizie, supplicava sua madre, il patrigno.
Le parole cadevano nel vuoto.
Smise di mangiare e lo ricoverarono ; stare in ospedale era un incubo.
Non era malato.
Voleva Sonya.
Mise all'aria tutta casa cercando sue notizie; invano.
Sua madre lo trattava come al solito e non gli aveva neanche chiesto di sottoporsi a quelle sue
stupide terapie.
Il suo patrigno sembrava assolutamente tranquillo; non aveva litigato con la moglie, non parlava
della figlia.
Era come se Sonya non fosse mai nemmeno esistita; quasi fosse un semplice parto della sua
fantasia.
Eppure la sua stanza era al solito posto, con le sue cose dentro, i suoi libri, i suoi abiti.
Tre settimane dopo pensò di andare a trovare i compagni di squadra di Sonya, ma fu come fare un
buco nell'acqua.
Il Coach invece gli fece un bel “liscia e bussa” accusandolo di avergli fatto perdere la campionessa
Nazionale.
E davvero la campionessa era sparita dopo la sua vittoria e non se ne sapeva più nulla.
– ...le hai rovinato al carriera...- gli gridò il Coach dietro.
Non sapeva quanto Soniya tenesse alla carriera, sapeva quanto aveva tenuto a lui.
Voleva cercarla, ma non sapeva dove trovarla; era sicuramente vicino al mare...ma dove?
Si trascinò così per tre mesi girovagando per i villaggi della costa senza altro risultato che una bella
abbronzatura e un fisico temprato da fame e stanchezza, poi una sera sorprese sua madre al telefono
con Sonya.
Si nascose ascoltando attentamente la conversazione; sua madre piangeva.
Non l'aveva visto farlo da anni.
– ….non so cosa fare per lui. Lo so che è colpa mia, lo so , avrei dovuto esserci per lui...l'ho
abbandonato...Sonya non so cosa fare...è inutile che gli dica di curarsi...non mi crede..e
come potrebbe..sono stata una madre terribile...- Si asciugò gli occhi ascoltando in silenzio
la voce dolce della sua Sonyia.
Sicuramente lei la stava rassicurando; Sonya non giudicava nessuno...non aveva giudicato lui.
Aspettò che sua madre terminasse la chiamata poi preso il telefono premette il tasto redial e in
istante fu in linea con Sonya
– ...Sonya...– Ciao Grigoriy, come stai?- Aveva la sua solita voce dolce, gentile, quella voce che lo faceva
diventare duro, che lo riempiva di tenerezza, di pace.
– ...dove sei...dimmi dove sei...ti prego...voglio vederti, mi manchi...- la supplicò come mai
aveva fatto in vita sua.Gli mancava il respiro, lo stomaco sembrava serrato da artigli
invisibili.
– ...al mare...sono al mare...anche tu mi manchi Grigoriy...- era triste la sua voce piena di
rimpianto.
– Quale mare, il mondo è pieno di mare...- le rispose disperato; le lacrime gli offuscavano la
vista.
– Non hai …. bisogno di me, ora ti saluto..devo andare!– ...dimmi dove sei...parliamo...lascia che ti spieghi...- insistette gridando, mentre serrava la
cornetta.
– ...non ho bisogno di spiegazioni; tu sei come sei e non sarò io a cambiarti!- La
comunicazione fu chiusa e a nulla servì premere il tasto del redial.
– Non cambierà idea - sua madre gli carezzò i capelli, era accorsa sentendolo gridare - ...aveva
già preparato tutto prima di partire per il torneo.
– ...lei...come poteva..? Come lo sapeva?- Suo figlio la guardò a metà tra il supplichevole e
l'infuriato; il viso stravolto dal dolore.
– ..a volte penso che tu sia stupido, poi mi rendo conto che è solo la tua ostinazione: ti rendi
conto di quanto sei prevedibile? Sonya ti conosce da meno un anno e ha saputo prevedere
ogni tua mossa, e ti assicuro che non sono stata io ad istruirla. Sei malato, sei un caso da
manuale, ma se a te sta bene continuare così nessuno di noi può farci nulla. Io ho Mikahil e
Sonya ha il mare.– ...non sono malato, quello che è successo con Denzel è stato un caso...Sua madre gli voltò le spalle andando a preparare la cena.
Lentamente, poco alla volta smise di cercarla e riprese la sua vita come se nulla fosse accaduto.
Adesso sceglieva meglio i suoi partner e riusciva a far durare un rapporto almeno un mese.
Nessuno era come Sonya, ma forse lui aveva solo idealizzato qualcosa che ricordava a malapena.
Finì le scuole e trovò un buon posto in una delle ditte di Mikhail; il lavoro sembrava tagliato su
misura per lui, viaggiava di continuo e doveva fare rapporto solo al suo patrigno.
Non era felice quando faceva sesso, ma non era neanche infelice.
Sonya era per lui solo un ricordo e in casa non veniva menzionata mai.
Era andato a correre sulla spiaggia, com'era solito fare da anni ormai, quando la vide.
Dapprima la scambiò per un delfino, poi un lampo rosso gli ricordò la biancheria di un giorno di
tanto tempo prima.
Danzava fra le onde, vi scivolava in mezzo sinuosa come una sirena.
– Sonya, Sonya...- si tolse i pantaloni , la giacca, dirigendosi verso il mare, vi entrò dentro
rabbrividendo, poi si tuffò nuotando.
Aveva freddo e non nuotava da tempo, ma era un buona forma , cercò di calmarsi altrimenti non
l'avrebbe raggiunta.
Una bracciata dopo l'altra finchè non si sentì afferrare ; si fermò reggendosi a galla!
– ...non fa un po' freddo per i terricoli come te?- Era abbronzata e i suoi occhi erano belli
come stelle.
Le gettò le braccia al collo tremando per il freddo per l'emozione.
Lei lo baciò cogliendolo di sorpresa; poi si divincolò nuotando via.
Non riuscì a starle dietro, ma ora sapeva che lei era lì; in quell'angolo di mondo.
Uscì dall'acqua e rabbrividendo tornò in albergo a cambiarsi.
Questa volta non l'avrebbe persa!
La trovò dopo una settimana di ricerche serrate ; l'osservò di nascosto e più di una volta dovette
trattenersi dall'intervenire.
Insegnava nuoto in una grande struttura sportiva ed era circondata da tanta gente, da bambini e da
uomini che le ronzavano attorno attirati da quel suo sorriso.
Sembrava serena, rilassata nei suoi costumi colorati, il viso vivace aurelato dai riccioli era semplice
ed attraente; Grigoriy si chiese come avesse fatto a resistere per sette anni senza di lei.
Il cuore gli faceva male ogni volta che non poteva vederla, che qualcuno le parlava, la sfiorava.
Finalmente un giorno si decise ad avvicinarla; lei aveva finito di lavorare e l'aspettò fuori dalla
piscina.
Si sentiva uno stalker, ma voleva parlarle.
Finalmente lei uscì , teneva per mano un
bambino dai capelli biondo scuro che spesso
aveva visto in piscina; era bello e vivace e
nuotava come un pesce.
Un dubbio atroce gli lacerò il cuore – Sonya!
-La chiamò attirando la sua attenzione sul
muretto sul quale era seduto.
– ...alla fine ti sei deciso? - Sonya gli
sorrise; si era accorta di lui quasi
subito. Era così prevedibile!
– ...è come dice mia madre...sono un libro
aperto per te?- Strinse i pugni nervosamente sentendosi stupido, miserabile.
– Fai sempre le stesse cose, non è che io sia così intelligente! - Prese in braccio il bambino questo è mio figlio Serghiej e io lo amo come amo suo padre!Grigoriy guardò il bambino e dopo un attimo di stupore comprese chi aveva davanti - ...è
mio...è ...mio figlio!- L'emozione gli spezzava la voce. Tese le braccia e il bambino , dopo uno
sguardo alla madre si lasciò prendere.
– … la sera prima di partire.... dimenticai le pillole e ….- sorrise alzando le spalle – ...è stata
una bella sorpresa; non me ne sono accorta se non quando ero di tre mesi. – ...tu...se lo avessi saputo prima...avresti...- strinse il piccolo sentendo il calore del suo
corpicino scaldargli l'anima.
– ...mai!- Il volto di Sonya si oscurò - ...lo amo e non ...ti permetterò di farci del male...mai!– ...andrò, andrò da qualunque dottore, ma promettimi che non sparirai, non sparirete dalla
mia vita!- Sentì le mani calde di suo figlio carezzargli il viso.
– ...ti aspettavo...- i suoi occhi color ambra sembrarono leggergli dentro.
Sentì le lacrime e non potè impedir loro di scorrere ; aveva un figlio, un figlio così bello, dolce ...grazie amore mio, grazie di avermi aspettato! - Gli baciò la bella fronte sentendosi in pace col
mondo.
Roma 6 aprile 2015 ore 21.08
FINE
Il Bazar di Mari
www.ilbazardimari.net
Online da: Maggio 2015