24_2013_losordo_Angeli e Demoni_parteII_ITA-1

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24_2013_losordo_Angeli e Demoni_parteII_ITA-1
Prospettiva
Angeli e Demoni: Parte II
Douglas W. Losordo, Andreas M. Zeiher
In uno dei suoi best-seller pubblicato nel 2000, lo scrittore Dan
Brown narra di un complotto ordito dagli Illuminati, ossia coloro
che si dichiarano “portatori di luce”, contro il Vaticano.
Talvolta sembra che la realtà superi la finzione.
Tra l’11 e il 13 Aprile, il Vaticano ha ospitato, nell’ambito
del convegno “Medicina Rigenerativa: una svolta fondamentale
per Scienza e Cultura”, la seconda Conferenza Internazionale
sulle Cellule Staminali Adulte.
Obiettivi dichiarati della conferenza erano: “Discutere e
comprendere l’importanza dei progressi scientifici in direzione
della medicina rigenerativa, con particolare attenzione alle
terapie a base di cellule staminali adulte e le interconnessioni tra
ricerca scientifica, fede etica e cultura […] incoraggiando un
dialogo aperto tra ricercatori, medici, filantropi, rappresentati
religiosi e politici utile ad identificare in modo chiaro le richieste
in ambito medico rimaste inascoltate a livello internazionale e
che, tramite lo sviluppo di terapie cellulari, sarebbero in grado di
alleviare la sofferenza di molti pazienti.” Il programma
(http://adultstemcellconference.org/the-conference/conferenceschedule/) includeva un’ampia gamma di argomenti, tra i quali la
presentazione di dati clinici rilevanti, la discussione tra pazienti
affetti da patologie croniche in merito al significato di convivere
con questo genere di disabilità, seminari sulle sfide che la
produzione di cellule ad uso umano può presentare e dibattiti in
merito alle implicazioni politiche, etiche, culturali e sociali della
ricerca sulle staminali. Tra gli argomenti più prettamente clinici,
si è spaziato da diabete mellito, sclerosi multipla, malattie
autoimmuni, patologie cardiache, lesioni cerebrali da trauma a
invecchiamento , trattamento delle ferite e cancro, in alcuni casi
tramite la partecipazione e la presentazione della propria
esperienza da parte di pazienti arruolati in studi clinici.
In generale, non si è trattato di un convegno di carattere
strettamente scientifico; sebbene fossero presenti un gran numero
di scienziati, tra i quali un premio Nobel e l’età media degli
scienziati partecipanti si aggirasse intorno ai 54 anni, la portata
generale della discussione intendeva essere di più ampio raggio,
coinvolgendo clinici e scienziati attivi nell’ambito delle terapie
cellulari, legislatori e rappresentanti della politica, ecclesiastici e
pazienti accompagnati dalle proprie famiglie.
A differenza di un classico incontro scientifico, questa
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Le opinioni presentate nell’articolo non corrispondono necessariamente a
quelle degli editori dell’American Heart Association.
Dal Northwestern Memorial Hospital, Northwestern University, Chicago, IL
(D.W.L.); e Università di Francoforte, Germania (A.M.Z.).
Contatti: Douglas W. Losordo, MD, Northwestern Memorial Hospital,
Northwestern University, Chcago IL (e-mail [email protected]);
Andreas Zeiher, MD, Università di Francoforte, Francoforte, Germania (email [email protected])
(Circ. Res. 213;113:20-21.)
© 2013 American Heart Association, Inc.
Circulation research is available at http://circres.ahajournals.org
DOI:10.1161/CIRCRESAHA.113.301828
manifestazione si proponeva di affrontare anche le questioni
sociali, culturali, regolatorie ed etiche che le terapie cellulari
sollevano. Si è trattato di un’occasione unica e potenzialmente
molto fertile per instaurare un dialogo tra soggetti coinvolti a vari
livelli in questo tipo di tematiche. A dimostrazione
dell’importanza attribuita al confronto tra i soggetti partecipanti,
al posto di brevi sessioni di domande e risposte a conclusione di
ciascun intervento, il programma della manifestazione includeva
numerosi break e momenti di incontro e interazione, discussione
e confronto. Come partecipanti, abbiamo potuto “toccare con
mano” questa diversità di punti di vista, incontrando soggetti che
normalmente non avremmo incontrato in una sessione scientifica
“classica”.
Per i sopracitati motivi, non possiamo che valutare con
tristezza e disappunto la decisione di Nature di pubblicare un
editoriale anonimo, fortemente fuorviante, non supportato da
fatti e fondato essenzialmente sul genere di invettiva ad homine
che ci si aspetterebbe da un tabloid più che da una stimata rivista
scientifica.
Per prima cosa, l’editoriale insinuava che l’incontro fosse
stato orchestrato al fine di influenzare il Parlamento italiano in
direzione di una deregolamentazione delle terapie a base di
cellule staminali. Tale supposizione, a parere di chi scrive, non
può essere considerate che una deduzione dell’autore (/i)
dell’articolo, non avendo il convegno in Vaticano niente a che
vedere con il Parlamento Italiano. Come sottolineato
dall’editoriale di Nature, si trattava infatti della seconda edizione
di una manifestazione tenutasi, per la prima volta, più di due anni
fa. Ancora, poiché il programma è stato delineato più di un anno
fa, appare evidente come non sia possibile supporre alcuna
connessione tra in convegno stesso e la attuale Legislatura
Italiana. Di conseguenza, il sollevamento di tale ipotesi non fa
che rivelare una chiara intenzione dell’anonimo (/i) editorialista
di promuovere il sospetto di una cospirazione, nonché la chiara
volontà di ignorare i fatti per quello che sono.
Essendo l’Italia uno Stato membro dell’Unione Europea,
qualsiasi terapia clinica di tipo cellulare è regolata dalla
European Medicines Agency, la quale ha regole molto chiare
relativamente ai cosiddetti prodotti medicinali avanzati, ivi
incluse le terapie cellulari. E’ possibile, certo, che a livello locale
vengano applicate delle esenzioni particolari di carattere più
liberale ma, di certo, a livello nazionale, l’Italia non può che
rimanere in linea con quanto prescritto dall’Unione Europea.
Procedendo nella lettura dell’editoriale, troviamo poi
un’affermazione quantomeno irrispettosa nei confronti dei
pazienti che hanno partecipato al convegno quando si dice che
questi ultimi abbiano “sfilato” davanti ai partecipanti, inducendo
non solo che le voci dei malati che in prima persona saranno
oggetto delle decisioni dei ricercatori e legislatori e delle loro
famiglie non siano di alcun interesse per l’autore (/i)
dell’articolo, ma anche che questi ultimi non siano in grado di
esercitare la propria libera volontà. A confutazione, le parole del
premio Nobel 2012 John Gurdon, partecipante al
convegno: “Penso che i pazienti, se ne avessero la possibilità,
sarebbero felici di usare le proprie cellule”. Inoltre, la voce dei
pazienti si è dimostrata spesso molto utile nel far progredire le
terapie, ne è esempio paradigmatico il forte ed efficace sostegno
allo sviluppo dei trattamenti per l’HIV.
Ancora, l’autore (/i) dell’editoriale, mentre da un lato
definisce dispregiativamente “ingenua” la posizione scientifica
del Vaticano (sebbene, pur trattandosi di una rivista scientifica,
sia piuttosto dubbia l’evidenza scientifica di tale giudizio),
dall’altro sostiene che “i pazienti dovrebbero essere sottoposti a
trattamenti sperimentali solo quando ne sia stata accertata
l’efficacia”. Chi scrive si chiede, in proposito, come sia possibile
conoscere l’effettiva sicurezza ed efficacia se non testando
sperimentalmente il trattamento stesso.
E’ molto semplice restare nelle retrovie, criticando coloro che
cercano di aiutare i pazienti sviluppando nuove terapie come
scienziati disperati che cercano in tutti i modi di velocizzare
l’introduzione ad uso clinico delle terapie stesse. Questo tipo di
critiche ha molti precedenti nella storia della medicina. Si dice
che sia facile identificare i pionieri, poiché sono quelli con le
frecce nella schiena.
L’editoriale di Nature accusa di creare false speranze di
rapida guarigione, tuttavia i partecipanti al convegno non hanno
fatto altro che presentare dati clinici ottenuti tramite studi
supervisionati dalla Food and Drug Administration o dalla
European Medicines Agency, proprio come è uso fare in molti
altri convegni medici. La vera domanda è, qual è il problema di
condividere questi dati? E’ difficile non pensare al tanto
appassionato editoriale come una reazione al fatto che certi
pregiudizi vengano inesorabilmente travolti dai dati.
Questi pregiudizi spesso portano anche a improvvisi cambi di
direzione della logica. Nello stesso editoriale, la Cina è dipinta
come una forza maligna per la sua apparentemente
deregolamentata politica verso l’uso di cellule staminali adulte.
Tuttavia, in un altro editoriale datato 2010, gli Stati Uniti
venivano incitati ad assumere un atteggiamento più simile a
quello della Cina riguardo all’utilizzo di cellule staminali
embrionali. Allo stesso modo la presentazione, al congresso in
Vaticano, di dati clinici multipli su centinaia, se non migliaia di
pazienti , condotti da stimati studiosi e con il benestare degli
organi regolatori competenti (Food and Drug Administration o
dalla European Medicines Agency), vengono liquidati come
fumo negli occhi. E’ questo un atteggiamento che promuove la
scienza?
Quando
ci
sono di mezzo gli interessi non importa più la compassione per i
pazienti?
Ci troviamo in una nuova era per la medicina, certo ricca di
numerose sfide da fronteggiare, ma con maggiori orizzonti di
speranza da e per i pazienti. Ampio è il dibattito sulle modalità
con le quali perseguire questi nuovi orizzonti terapeutici. Molti si
sono chiesti se esista un ente regolatorio che abbia titolo nel
controllare come i pazienti scelgano di utilizzare le proprie
cellule per curarsi, una volta che vengano assicurati processi di
fabbricazione e somministrazione conformi alle normative
vigenti. Estendendo il ragionamento, viene da chiedersi se, alla
condizioni attuali, l’autotrapianto di midollo osseo avrebbe mai
potuto essere sviluppato.
I dubbi sono certo legittimi ma per essere definiti tali
dovrebbero fondarsi su dati, evidenze oggettive e discussioni
razionali nelle quali includere tutte le parti coinvolte, inclusi i
pazienti.
Il cammino che porterà all’uso di terapie cellulari per la cura
delle malattie è in corso di delineazione da parte di pochi
coraggiosi che preferiscono esporsi procedendo per tentativi,
piuttosto che restare nelle retrovie e utilizzare travisamenti e
insinuazioni per criticare. Per queste ragioni l’iniziativa del
Vaticano, volta a cercare di fare un po’ di chiarezza su questi
argomenti coinvolgendo le differenti parti in causa a confrontarsi
in merito alle sfide aperte e alla possibili soluzioni, non è che da
lodare.
Disclosures
Nessuna
Bibliografia
1. Smoke and mirrors. Nature. 2013; 496:269-270.
2. Human embryonic stem cell research in the us: time for
change? Nat Cell Biol. 2010; 12:627.