COMUNE DI PETRIOLO

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COMUNE DI PETRIOLO
COMUNE DI PETRIOLO
Provincia di Macerata
PROGETTO DI REALIZZAZIONE IMPIANTO MINIIDROELETTRICO SUL T. FIASTRA, IN LOCALITÀ FIASTRA
LA SCALA DI RISALITA DEI PESCI
Richiedente: Studio di Geologia Lander
PETRIOLO - marzo 2013
Geologo Specialista
(Albo Sezione A)
Geologo Specialista
(Albo Sezione A)
Dr. Fabio ROSSI
Dr. Stefano PIERUCCI
ORDINE DEI GEOLOGI DELLE MARCHE
ORDINE DEI GEOLOGI DELLE MARCHE
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LA SCALA DI RISALITA DEI PESCI
1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale
Le migrazioni dei pesci consistono in spostamenti di massa da un ambiente all’altro alla ricerca
di zone ove trovare condizioni che meglio si adattano ad un particolare momento del loro ciclo
vitale.
Due sono le cause che fanno nascere l’esigenza di ricerca di nuove zone: una legata alla necessità
di raggiungere luoghi adatti alla schiusa delle uova e allo sviluppo degli avannotti (migrazione
riproduttiva),
l’altra dettata dalla ricerca del nutrimento necessario all’accrescimento (migrazione trofica). Alla
categoria dei pesci che compiono spostamenti di diversa entità legati a finalità trofiche o
riproduttive completamente nell’ambito delle acque dolci (pesci olobiotici potamobi)
appartengono molte specie presenti nelle acque delle Marche ed in particolare nei corsi d’acqua
della Val di Fiastra.
Tra queste si ricorda che migrano le lasche, i cavedani, i barbi che, come tutti i Ciprinidi,
prediligono per la frega il periodo primaverile-estivo. Spesso queste migrazioni possono essere
molto brevi, ciò perché le condizioni ideali per la riproduzione si trovano a poca distanza dagli
abituali luoghi di soggiorno.
Le trote invece risalgono i fiumi prevalentemente a fine Autunno ricercando torrenti e piccoli rii
con acque relativamente basse e fondali ghiaiosi favorevoli alla maturazione delle gonadi e
all’incubazione delle uova. Altro esempio di migrazioni riproduttive è quello delle alborelle che si
spostano in banchi numerosissimi per raggiungere aree adatte; anche il luccio migra alla ricerca di
acque calme a temperatura costante. Infine è da ricordare la famosa ed affascinante migrazione
delle anguille, che dal caldo Mar dei Sargassi giungono nei freschi corsi d’acqua montani dopo un
viaggio di migliaia di chilometri.
È quindi facile immaginarsi quali siano le conseguenze degli sbarramenti costruiti dall’uomo
sui corsi d’acqua. Infatti non solo vengono limitate le possibilità di riproduzione o di accrescimento
adeguato, ma diminuiscono anche le possibilità di sopravvivenza nel momento in cui una
determinata zona del fiume, ad esempio per carenza di ossigeno o di cibo, diventa una trappola
mortale. Inoltre la creazione di sbarramenti porta a frammentare la popolazione di una specie in
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gruppi isolati ed impedisce il ripristino a monte dei popolamenti che generalmente sono
depauperati dalle piene.
Un altro effetto negativo può essere determinato dallo stabilirsi di gruppi che si trovano ad
essere isolati riproduttivamente, senza poter incrociarsi con individui della stessa specie, dislocati
a valle o a monte degli sbarramenti, con conseguente diminuzione della variabilità genetica:
questo fenomeno può causare, in presenza di malattie o di eventi particolari, l’estinzione di tutto
un gruppo.
Questa problematica si inserisce in un più ampio quadro di lettura dell’ambiente fluviale,
caratterizzato dallo studio della zonazione degli ambienti in acque correnti e definito River
Continuum Concept (Vannote et al., 1980). Questo modello rappresenta il fiume come una
successione di ecosistemi interconnessi dove un qualsiasi tratto costituisce l’ambiente di uscita per
il tratto precedente e di entrata per quello successivo, permettendo scambi di materiali ed energia
(Ghetti, 1986). In questa moderna interpretazione ha quindi fondamentale importanza
l’interconnessione tra i vari ecosistemi fluviali presenti nel bacino, e la possibilità per l’ittiofauna di
spostarsi lungo il fiume ne è forse l’espressione più lampante. In questa ottica la scala di risalita
non è soltanto un passaggio obbligato per pesci, una via d’acqua, ma un vero e proprio “corridoio
ecologico” capace di contribuire agli scambi necessari alla vita del fiume.
2. I passaggi per pesci
I passaggi per pesci, chiamati genericamente “scale di rimonta e/o risalita”, sono dispositivi
idonei a consentire il passaggio dei pesci da un tratto ad un altro del fiume, altrimenti impedito da
uno sbarramento. Si tratta di dispositivi che permettono al pesce il superamento di un dislivello
tramite successivi passaggi in vasche, tratti con scarsa pendenza, rallentamento dei flussi d’acqua
troppo impetuosi, realizzazione di rapide artificiali.
La progettazione di un passaggio per pesci impone conoscenze di tipo biologico (ittiologia,
ecologia ed etologia) e di tipo tecnico-idraulico. Infatti è necessario conoscere il comportamento
del pesce per aprirgli la “strada” che più gli si addice; si deve poi tener conto che l’opera subisce
forti sollecitazioni, specialmente da parte del materiale solido trasportato durante le piene, e
infine si deve considerare l’impatto ambientale che la stessa struttura comporta.
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Per quanto concerne la tipologia costruttiva, si può dire che esistono un’infinità di tipi di scale
che è possibile tuttavia raggruppare in categorie. Si passa da soluzioni “rustiche”, costituite da
semplici canali provvisti di rugosità che collegano due tratti di fiume a mo’di ruscello naturale, a
soluzioni ben più complesse : tra queste si hanno le scale a bacini successivi, le scale Denil, le
chiuse da pesci e le fishways eels.
Le scale a bacini successivi sono le più note e le più usate; il loro funzionamento è basato sul
superamento dell’ostacolo con una serie di cascatelle che alimentano altrettanti bacini
comunicanti tra loro tramite stramazzi più o meno larghi, orifizi e fenditure. I bacini servono a un
duplice scopo: assorbimento dell’energia dell’acqua scorrente attraverso la scala e zone di riparo
per i pesci: per questo motivo è fondamentale il dimensionamento corretto dei singoli bacini.
Le scale a rallentamento, o Denil dal nome del loro inventore, permettono il rallentamento
dell’acqua su pendenze molto ripide, il funzionamento è basato sulla dissipazione dell’energia
dell’acqua ad opera di deflettori posti sul fondo e sulle pareti del condotto.
Le chiuse da pesci, tra cui le chiuse Borland, funzionano come quelle usate per la navigazione,
poiché catturano i pesci in un comparto e poi li “travasano” in quello superiore. Sullo stesso
principio si basano gli
ascensori da pesci, che trasportano gli animali da un tratto ad un altro del fiume tramite vasche
sollevate meccanicamente.
Infine, le fishways eels, o “scale per anguille” consistono in canalette in polietilene sul cui
fondo vengono poste delle setole sintetiche che rallentano il flusso nella canaletta stessa e
permettono ai pesci di risalire fregando tra le spazzole.
Non esiste una metodologia standard da seguire per la costruzione di passaggi per pesci,
poiché le situazioni variano caso per caso, in dipendenza dell’entità dell’ostacolo, della portata del
corso d’acqua, delle specie ittiche presenti. Il principio generale da seguire è quello di attrarre i
pesci in migrazione in un punto a valle dell’ostacolo e di stimolarli a passare a monte. L’attrattività
di questi dispositivi dipende dalla collocazione dell’entrata e dalle condizioni dei flussi idrici vicino
ad essa: l’entrata infatti non deve essere nascosta, ma ben percepibile alla maggiore distanza
possibile.
La portata da destinare al funzionamento del dispositivo di risalita non deve essere la portata
totale del corso d’acqua, ma soltanto una percentuale di questa, riferita ai valori medi che si
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registrano nei periodi di migrazione. Nel caso della costruzione di nuovi sbarramenti si dovrebbero
prevedere proprio in fase progettuale i passaggi per pesci, ma trovandosi generalmente in
presenza di briglie già esistenti, si deve escogitare il sistema di “aggirare” l’ostacolo in maniera non
distruttiva.
Per le ragioni sopraesposte si è deciso di adottare una tipologia del tipo Denil, che sembra la
più adatta alle condizioni del corso d’acqua ed alla fauna ittica esistente nel tratto del fiume
Fiastra interessato, meglio indicata nello schema allegato.
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