Esporta l`inventario

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Esporta l`inventario
Parrocchia di San Sebastiano in Tonadico. Inventario dell'archivio
storico (1269 - 2008)
a cura di
Luciana Eccher
Studio associato Virginia
Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i Beni Culturali, in collaborazione
con Archivio Diocesano Tridentino
2016
Premessa
L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio parrocchiale di Tonadico sono stati eseguiti su incarico e con la
direzione della Soprintendenza per i beni storico-artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, in
base agli accordi previsti dall'Intesa stipulata nel 1993 tra la Provincia e l'Ordinariato diocesano di Trento in tema di
archivi degli enti ecclesiastici.
La redazione dell'inventario è stata curata da Luciana Eccher socia dello Studio Associato Virginia di Francesco
Antoniol - Luciana Eccher - Roberto Marini di Trento.
L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Le schede sono state
compilate seguendo le norme del "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per
l'inserimento dei dati", Trento, 2006.
Norme e convenzioni
Nella redazione dell'inventario si rispettano le norme di trascrizione previste dall'archivistica e dalla diplomatica
applicando in generale i seguenti criteri:
- nella schedatura delle unità documentarie (registri, buste e fascicoli) si riporta il titolo originale trascritto fra
virgolette;
- per i registri si dà la precedenza al titolo riportato sul piatto anteriore (in tal caso non se ne segnala la posizione); i
titoli sul dorso o sul foglio di guardia vengono trascritti specificandone la posizione ("titolo interno" o "titolo dorso");
nel caso in cui sul piatto anteriore non vi sia alcun titolo, viene indicato quello scritto sul dorso o sul foglio di guardia,
se presenti entrambi si dà la precedenza a quello del dorso;
- nella trascrizione dei titoli, degli incipit o di citazioni di parti del testo si interviene adattando all'uso moderno i segni
di interpunzione e l'uso delle maiuscole, sciogliendo eventuali abbreviazioni senza utilizzare le parentesi, a meno che
non vi sia incertezza nello scioglimento; in casi di palese errore, soprattutto per la mancanza di qualche lettera, si
interviene segnalando l'aggiunta tra parentesi uncinate;
- le parti dei titoli mancanti per cattivo stato del supporto e ricostruibili vengono scritte fra parentesi quadra; per le
lacune non colmabili si utilizzano le medesime parentesi con all'interno tre punti, indifferentemente dall'entità della
lacuna;
- nel caso in cui l'unità fosse priva di titolo ne viene assegnato uno che sia esplicativo e, nel caso di serie, che sia
omogeneo con quelli originali; il titolo imposto non viene inserito tra virgolette, così come eventuali aggiunte
esplicative ai titoli originali;
- per i registri viene indicato il numero di carte, dove con carta si intende il foglio con un recto e un verso; quando nella
numerazione si aggiunge "rv" (recto/verso) si intende che le carte sono numerate progressivamente solo sul recto del
foglio e il riferimento alla faccia anteriore della carta viene indicato con il numero seguito da "r", il riferimento alla
parte posteriore della medesima carta viene indicato con il medesimo numero seguito dalla "v"; quando si parla invece
di pagine si intende che le carte sono numerate progressivamente sia sul recto che sul verso; l'indicazione "sd",
sinistra/destra, viene invece usata per i registri nei quali, a registro aperto, lo specchio di scrittura è costituito da due
facciate contrapposte e la scrittura le occupa entrambe (di solito si tratta di tabelle); in questo caso di solito le due facce
contrapposte hanno il medesimo numero;
- nel numero delle carte sono comprese solo quelle scritte; quelle bianche vengono indicate in numero preciso solo se si
trovano tra una serie di registrazioni e una successiva (in vista di una continuazione della scrittura o per separare
registrazioni diverse); le carte bianche alla fine del registro (o di un quaderno) vengono indicate solo con un generico
"molte"; numerazioni particolari, mancanti, doppie, discontinue vengono indicate in maniera puntuale;
- nella descrizione dei fascicoli viene sempre indicato il numero delle carte e la presenza di materiali diversi quali
fotografie, negativi, mezzetinte (ossia prove di stampa), progetti o disegni, eventuali stampe; nei fascicoli le carte
bianche non vengono contate.
Altre particolarità qui non previste verranno indicate da note specifiche.
ABBREVIAZIONI USATE
c., cc.
ca
cart.
lett.
n., nn.
n.n.
num.
p., pp.
carta, carte
circa
cartone, cartoncino
lettera, lettere
numero, numeri
non numerato/non numerate
numerato/numerazione
pagina, pagine
2
rv, r, v
sd, s, d
s.d.
seg., segg.
segn.
tit.
tit. int.
tot.
recto/verso, recto, verso
sinistra/destra, sinistra, destra (numerazione riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte)
senza data
seguente, seguenti
segnatura
titolo
titolo interno
totale/totali
APT = Archivio parrocchiale di Tonadico
ISAD (G) = General international standard archival description
ISAAR (CFP) = International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families
Al termine del documento si trovano gli indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. A ciascun
lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono
collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra.
Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e
approfondimenti critici.
3
Sommario
Parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 2008 ................................................................................................ 6
Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31 ..................................................................... 11
Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 - ................................................................................... 20
Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 1703 - 2008 ............................................................. 25
Registri dei nati e battezzati, 1883 - 1972 ............................................................................................... 26
Registri dei matrimoni, 1943 - 1970 ....................................................................................................... 30
Registri dei morti, 1910 - 1989 ............................................................................................................... 33
Registri dei cresimati, 1910 - 1971 ......................................................................................................... 35
Registri anagrafici (Stato delle anime), 1920 - 1920 .............................................................................. 37
Registri degli sponsali, 1945 - 1966 ........................................................................................................ 40
Atti matrimoniali, 1943 - 1969 ................................................................................................................ 42
Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1898 - 2008 ................................................................................. 45
Diari delle messe avventizie, 1880 - 1989 .............................................................................................. 46
Diari delle messe personali, 1967 - 1974 ................................................................................................ 49
Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere pie, 1919 - 1969 .................................................... 51
Registri di cronache e memorie, 1923 - 1928 ......................................................................................... 53
Protocolli degli esibiti, 1919 - 1921 ........................................................................................................ 54
Carteggio e atti, 1703 - 1990 ................................................................................................................... 56
Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24 ................................................................................ 62
Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 1683 - 1991 ...................................................................... 68
Registri dei capitali fruttanti, 1833 - 1870 .............................................................................................. 69
Registri delle entrate e delle uscite, 1932 - 1963 .................................................................................... 70
Resoconti, 1856 - 1972 ........................................................................................................................... 72
Carteggio e atti, 1683 - 1991 ................................................................................................................... 75
Confraternita del Santissimo Sacramento, Tonadico, [1943 – 1988] ...................................................................... 81
Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 1972 - 1988 ........................................................ 85
Registri degli iscritti, 1972 - 1988 ........................................................................................................... 86
Consiglio scolastico locale di Tonadico, Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30 ..................................... 87
Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1897 - 1922 ................................................................................... 93
Verbali delle sedute del Consiglio scolastico locale ............................................................................... 94
Protocollo degli esibiti, 1899 - 1909 ....................................................................................................... 95
Carteggio e atti, 1897 - 1922 ................................................................................................................... 96
Pergamene della parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 1639 ............................................... 97
Indici .............................................................................................................................................................................. 108
4
Albero dei soggetti produttori
Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31
Successori:
Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Fiera di Primiero, [1206] Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 Predecessori:
Cappellania di San Sebastiano, Tonadico, [1660] - 1943 gennaio 31
Si separa da : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Fiera di Primiero, [1206] Assorbe : Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24
Chiesa di San Sebastiano, Tonadico, 1505 - 1987 gennaio 24
E' assorbito da : Parrocchia di San Sebastiano, Tonadico, 1943 febbraio 1 Confraternita del Santissimo Sacramento, Tonadico, [1943 – 1988]
Consiglio scolastico locale di Tonadico, Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30
Alla cui gestione concorre : Comune di Tonadico, Tonadico, 1923 gennaio 13 - 1927 ottobre 13
Alla cui gestione concorre : Comune di Tonadico, Tonadico, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
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superfondo
Parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 2008
{1}
Registri 31, quaderni 1, buste 7, fascicoli 30, pergamene 18
Storia archivistica
L'archivio parrocchiale di Tonadico era conservato presso la canonica in un armadio di legno. Dalla relazione compilata
nel 1945 in occasione della visita pastorale risulta che l'archivio era già conservato in questo luogo e che "l'armadio che
serve di archivio è chiuso a chiave" (1).
L'archivio non conserva titolari, repertori o anche semplici notizie che permettano di individuare, se non formulando
delle ipotesi, quale sia stata la sua struttura originale e soprattutto in quale occasione la struttura originaria sia stata
modificata.
La sezione dell'archivio che si presentava maggiormente compromessa era quella relativa al carteggio, soprattutto nella
sua parte più antica, che era raccolta in 7 pacchi e 3 buste.
Nei pacchi era stata raccolta appunto la maggior parte della documentazione più antica, compresa tra la fine del XVII e
gli anni Sessanta del XIX secolo; le buste conservavano in prevalenza, a parte qualche fascicolo isolato,
documentazione compresa tra la seconda metà dell'Ottocento e la fine del Novecento. Le buste si configuravano quindi
come semplici unità di condizionamento, nelle quali i fascicoli non rispettavano né un ordine cronologico né di
argomento.
Per quanto riguarda i pacchi, due risultavano di contenuto piuttosto omogeneo ed erano costituiti da contratti di prestito
e relativi mutui ipotecari stipulati dalla chiesa di San Sebastiano in periodi diversi, il primo dalla fine del Seicento fino
circa alla fine del Settecento, il secondo dalla fine del Settecento fino circa alla metà dell'Ottocento; un terzo pacco
conteneva sia documentazione del medesimo tenore dei precedenti sia, soprattutto, documenti relativi a legati, lasciti,
eredità a favore della chiesa di San Sebastiano, per un periodo compreso tra l'ultimo ventennio del Settecento e la metà
dell'Ottocento.
Nel quarto pacco erano conservate le rese di conto della chiesa di San Sebastiano con le relative quietanze fino alla
metà del XIX secolo.
I restanti pacchi erano costituiti da raccolte di documenti accomunati in prevalenza dal periodo di redazione: uno
portava il titolo "Vecchie carte", un secondo "Documenti vecchi", l'ultimo comprendeva quella che veniva definita
documentazione relativa a "Chiesa e altro".
In particolare i documenti dei tre mazzi relativi a lasciti e contratti di prestito presentano nel verso segnature diverse
(rimandi a numeri di fascicoli, stringhe alfanumeriche e/o semplici numeri) dalle quali non è stato possibile ricostruire
la struttura originale dell'archivio (2).
La segnatura che si trova su alcuni dei documenti più antichi (compresi tra la fine del XVII e la fine del XVIII secolo),
costituita dalla dicitura "fascicolo" seguita da un numero, caratterizza verosimilmente quei documenti che in origine
erano di pertinenza della comunità di Tonadico e che sono poi passati nell'archivio parrocchiale in quanto considerati di
interesse ecclesiastico (3).
In generale si può ipotizzare che l'intervento di parziale riordino, che ha portato alla divisione della documentazione in
mazzi, risalga circa agli anni Ottanta dell'Ottocento; il condizionamento della documentazione in buste, vista anche la
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tipologia delle scatole usate (in cartone con rinforzi in metallo), dovrebbe risalire invece agli anni Settanta del
Novecento.
Il riordino e l'inventariazione dell'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico, con quello delle parrocchie
della valle del Cismon, viene a completare il riordino degli archivi parrocchiali della zona di Primiero.
L'intervento rientra in quelli previsti dall'Intesa stipulata in data 10 settembre 1993 tra la Provincia autonoma di Trento
e l'Ordinariato diocesano in tema di archivi degli enti ecclesiastici, ai sensi dell'art. 27 della legge provinciale n. 11 del
1992 (4).
L'Intesa ribadisce il valore storico e culturale degli archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana,
regola i rapporti di collaborazione fra le autorità civile ed ecclesiastica per la tutela, la conservazione e la valorizzazione
degli archivi e le modalità di applicazione della legislazione provinciale; secondo il capo 3.2 "L'ordinamento e
inventariazione degli archivi ecclesiastici sarà effettuato d'intesa fra il Servizio provinciale competente e l'Archivio
Diocesano Tridentino in ordine sia alle metodologie sia agli operatori; copia dell'inventario sarà depositata anche in
detto archivio".
L'indagine conoscitiva attraverso la quale era stato stilato un elenco di consistenza degli archivi parrocchiali presente
sul territorio per valutarne lo stato, l'entità e gli interventi necessari risale alla fine degli anni Ottanta del Novecento
(1987-1989); a conclusione della ricognizione con provvedimenti successivi la Commissione per i beni culturali tra il
1993 e il 1994 ha dichiarato 422 archivi su 456 di "interesse storico", ai sensi dell'art. 27, comma 1 della già indicata
legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11. L'archivio è sottoposto alle direttive approvate dalla Giunta provinciale con
deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, recante le direttive concernenti i requisiti dei locali, i criteri generali di
ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi, in particolare per la parte che riguarda gli
archivi privati. Le leggi e le direttive vengono integrate dalla normativa provinciale dettata dalla legge provinciale 17
febbraio 2003, n. 1, "Nuove disposizioni in materia di beni culturali" e dal decreto legge 22 gennaio 2004, n. 42,
"Codice dei beni culturali e del paesaggio" (5).
Il riordino e l'inventariazione dell'archivio sono state stabilite, ai sensi dell'art. 31 della medesima legge provinciale
1/2003, con determina n. 298 dell'11 settembre 2013, "Ordinamento e inventariazione degli archivi storici delle
parrocchie di Imer, Mezzano, Sagron, San Martino di Castrozza, Tonadico, Transacqua", adottata dalla Soprintendenza
Beni storico artistici, librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.
Modalità di acquisizione e versamento
L'archivio è e rimane di proprietà dell'ente produttore che ne cura la conservazione.
Contenuto
L'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico è costituito dall'insieme dei documenti prodotti e/o acquisiti
dall'ente durante lo svolgimento delle sue attività, su un arco cronologico che va circa dalla fine del Seicento fino alla
fine del Novecento, nel corso del quale l'ente attraversa diversi cambiamenti dal punto di vista istituzionale e giuridico.
Oltre ai fondi archivistici dell'Ufficio parrocchiale, con i registri canonici e la documentazione propria relativa alla
organizzazione e gestione della "cura animarum", e al fondo della chiesa di San Sebastiano, poi assorbita dalla
parrocchia, si trovano depositati nell'archivio parrocchiale anche il fondo della confraternita del Santissimo Sacramento
e quello del Consiglio scolastico locale (6).
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A questo va aggiunto il fondo antico costituito da 18 pergamene, riguardanti in prevalenza atti della comunità di
Tonadico.
Lingua
Italiano; latino; tedesco
Criteri di ordinamento e inventariazione
L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico sono stati condotti
attenendosi alle direttive dettate dalla circolare n. 39/1966 del Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di
Stato e alle "Direttive circa i requisiti locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di
organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692.
L'introduzione storico istituzionale è stata compilata secondo le norme internazionali e le schede ISAD(G) e
ISAAR(CPF), tenendo in considerazioni le norme del "Documento del sottogruppo di lavoro degli archivisti Trentini
per la normalizzazione della descrizione archivistica e l'informatizzazione degli archivi, coordinato dal Servizio beni
librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento" (redatto nell'ottobre 1999 e aggiornato nell'aprile 2000).
Non avendo individuato nell'archivio una struttura coerente, che potesse essere mantenuta o ricostruita, per
l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio si è proceduto secondo i seguenti criteri:
1) Il materiale è stato preventivamente schedato indicando per ogni pezzo l'intitolazione, la cronologia, il contenuto.
2) Il complesso archivistico è stato quindi organizzato in una struttura multilivello divisa in fondi, serie e unità.
All'interno di ciascuna serie le unità sono state ordinate cronologicamente.
3) Ad ogni unità archivistica è stata assegnata una segnatura di tipo alfanumerico, a numerazione aperta, visto che si
prevedono futuri incrementi per l'archivio; ogni unità viene contrassegnata:
- da una lettera che indica il fondo di appartenenza;
- da un numero che corrisponde alla serie;
- da un numero che corrisponde all'unità.
4) Il materiale è stato condizionato, esclusi in generale i registri di notevoli dimensioni, in scatole chiuse, sul dorso delle
quali viene indicata l'intitolazione della parrocchia, la lettera relativa al fondo, il numero della serie e delle unità
contenute; nel caso di unità documentarie il cui condizionamento necessiti l'utilizzo di più scatole, nel verso viene anche
indicata il numero progressivo dell'unità di condizionamento (busta1, busta 2 e così via).
Condizioni di accesso
In base all'art. 15 dello Statuto dell'Archivio Diocesano di Trento (10 febbraio 1993) "E' compito dell'Incaricato
diocesano per gli archivi dipendenti dall'Autorità diocesana autorizzare l'accesso agli archivi ecclesiastici dipendenti
dall'Autorità diocesana e la consultazione dei documenti in essi conservati. A lui vanno perciò indirizzate le domande
con l'indicazione dei motivi delle richieste e l'elenco dei documenti che si intendono consultare".
In base all'art. 4 delle Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti
ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana del 10 settembre 1993, "gli studiosi inoltrano motivata richiesta di
consultazione al titolare dell'archivio, tramite l'Archivio Diocesano. La consultazione può avvenire anche mediante
deposito in detto archivio o secondo altre modalità concordate con lo stesso".
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I documenti consultabili sono esclusivamente quelli dichiarati di interesse storico. La consultazione dei documenti
contenente dati di carattere riservato è regolamentata dal decreto legge 30 giugno 2003, n. 196, "Codice in materia di
protezione dei dati personali", i cui principi erano già presenti nella legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, "Testo
unico provinciale dei Beni Culturali" e richiamati l'anno successivo dalla legge 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni
culturali e del paesaggio" (7).
Ai titolari degli archivi (i parroci) viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il
riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla
parte relativa all'anagrafe.
Condizioni di riproduzione
La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è
consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso
dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei
documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale di Trento (8).
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961
COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni
di metodo ed esperienze, Bologna, 1989
SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri
parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989
Fonti normative
Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari
Legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio
provinciale
Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino
Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa
i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli
archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)
Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale
di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità
diocesana
Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali
Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196
Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio
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Norme o convenzioni
La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino.
Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento 2006.
Note
(1) Le notizie sulle vicende recenti dell'archivio sono tratte dalla breve relazione stilata nel 2013, quando è stato
compiuto dai funzionari della Provincia il sopralluogo ai fini del prelievo dell'archivio da destinare al riordino. Per la
conservazione dell'archivio si veda Archivio parrocchiale di Tonadico (d'ora in poi APT), Ufficio parrocchiale di San
Sebastiano, Carteggio e atti, "Visite pastorali" (A 14.5).
(2) Si confronti APT, Chiesa di San Sebastiano Martire in Tonadico, Carteggio e atti, Atti e contratti relativi ai capitali
fruttanti della chiesa di San Sebastiano (B 4.1) e nella medesima serie il fascicoli "Lasciti, vendite diverse" (B 4.3).
(3) In particolare si vedano alcuni documenti conservati i APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico,
Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(4) Intesa fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici
dipendenti dall'autorità diocesana, 10 settembre 1993 (approvato dalla Giunta provinciale con delibera n. 11704, del 27
agosto 1993); la legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio
provinciale" (pubblicata in Bollettino ufficiale della Regione Trentino Alto Adige, 25 febbraio 1992, n. 9) viene
abrogata dalla legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, "Nuove disposizioni in materia di beni culturali" (pubblicata in
Bollettino ufficiale della Regione Trentino Alto Adige, 4 marzo 2003, n. 9).
(5) Pubblicata in Gazzetta Ufficiale, 24 febbraio 2004, n. 45, S.O. n. 28.
(6) Per un approfondimento sulla documentazione propria e a vario titolo conservata nei fondi degli archivi parrocchiali
si veda in generale BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica
(secoli XV-XX), Trento 2011.
(7) Pubblicate rispettivamente in Gazzetta Ufficiale 29 luglio 2003, n. 174, S.O. n. 123; Bollettino ufficiale della
Regione Trentino Alto Adige, 4 marzo 2003, n. 9; Gazzetta Ufficiale, 24 febbraio 2004, n. 45, S.O. n. 28.
(8) Dalla presentazione dell'Archivio Diocesano di Trento dal sito dell'Arcidiocesi stessa.
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Ente
Cappellania di San Sebastiano
{2}
[1660] - 1943 gennaio 31
Luoghi
Tonadico
Archivi prodotti
Fondo Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 01/01/1703 - 31/12/2008
Storia
Tonadico è un comune del Trentino orientale, situato sull'altopiano di Primiero. Il comune comprende le frazioni di
Tonadico e di San Martino di Castrozza e confina con il territorio dei comuni di Fiera di Primiero, Transacqua, Siror,
Sagron Mis, Moena, Predazzo, nonché con i comuni veneti dell'Agordino.
La regola di Tonadico è antica e la sua importanza si accrebbe a partire dalla seconda metà del XIII secolo,
probabilmente anche grazie alla contiguità con Castel Pietra, centro politico della Valle ed espressione del potere
signorile. In questo periodo la regola di Tonadico, così come le altre comunità del Primiero, cerca di definire un proprio
spazio e di raggiungere una propria autonomia amministrativa; nel XV secolo Tonadico diventa sede del tribunale,
togliendo a Pieve di Primiero un'antica prerogativa che era attestata anche negli statuti del 1367 (1).
Dal punto di vista ecclesiastico i fedeli di Tonadico, così come quelli di tutte le realtà religiose del bacino del Cismon,
erano sottoposti alla cura dell'arciprete di Primiero, al quale era d'obbligo che facessero riferimento sia per ricevere i
sacramenti che per l'assistenza spirituale.
A Tonadico è attestata la presenza di un'antica cappella dedicata ai santi Vittore e Corona, la cui fondazione risalirebbe,
sulla base della datazione del ciclo di affreschi più antico, al X secolo, mentre la chiesa, che molti secoli dopo sarebbe
divenuta parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, risalirebbe all'inizio del XVI secolo (2).
A Tonadico, già a partire dagli anni Sessanta del Seicento, doveva esser presente un cappellano, che garantiva alcune
delle celebrazioni. Nel 1703 don Lorenzo Pastorini da Cividale, in parte donava e in parte vendeva alla regola di
Tonadico una casa con un orto, chiedendo in cambio che venissero celebrate per la sua anima, dopo la sua morte, due
messe all'anno da parte del beneficiato "pro tempore" della chiesa di San Sebastiano; nell'atto stilato in questa occasione
alla presenza dei marzoli della regola di Tonadico, nella parte introduttiva si specifica che il Pastorini aveva servito la
regola per 43 anni, recitando la messa nella chiesa di San Sebastiano. Il cappellano dichiarava che la casa e l'orto erano
di sua proprietà e che le aveva costruite a proprie spese, quindi per il denaro da lui impiegato le vendeva al comune, ma
una parte la donava invece alla regola per appianare qualsiasi debito nel quale potesse essere incorso in conseguenza di
"quell'ellemosina e stipendio scosso senz'addempimento tottale delle sue obbligazioni". Il cappellano quindi già dalla
fine del XVII secolo aveva residenza stabile a Tonadico e riceveva uno stipendio dalla regola in cambio del servizio
religioso (3).
Nel 1745 la comunità dei fedeli di Tonadico rivolgeva una supplica al vescovo di Feltre chiedendo di poter costruire,
completamente a spese della comunità, un tabernacolo sull'altare maggiore della cappella di San Sebastiano per tenervi
l'eucaristia; questo non implicava che la chiesa acquisisse il diritto di comunicare i suoi fedeli nelle messe ordinarie o
straordinarie, ma rispondeva alle necessità di comunicare i malati o i morenti, che spesso non potevano avere il conforto
11
dei sacramenti, poiché la parrocchiale di Fiera era troppo lontana ed era irraggiungibile nelle stagioni in cui il torrente
Cismon era in piena. Il vescovo di Feltre, Pietro Maria Trevisan Suarez (1724-1747), acconsentendo alla supplica della
comunità, concedeva l'autorizzazione a conservare l'eucaristia sopra l'altare maggiore "in decenti pixide argentea, quae
sit munda et suo opercolo bene clausa, albo velo coperta et quantum res fert, ornatum", ma tutto nel rispetto dei diritti
parrocchiali e senza pregiudizio dei medesimi. Per "risarcire" la parrocchiale di Fiera, da parte dei fedeli di Tonadico si
sarebbero inoltre dovute versare, "una tantum", due libbre di cera alla chiesa di Santa Maria Assunta (4).
Secondo quanto riportato dal Casetti l'erezione a cappellania sarebbe avvenuta ufficialmente nel 1750, ma non se ne
trovano in archivio tracce né dirette né indirette (5).
Pur compiendo piccoli passi verso una propria autonomia, la cappellania di Tonadico manteneva, così come in generale
tutte le cappellanie e le curazie della zona del Primiero, uno stretto legame con la chiesa matrice di Fiera e, tra gli
obblighi che aveva nei confronti della pieve, vi era quello di partecipare alle diverse processioni solenni che si tenevano
nella chiesa di Santa Maria Assunta. In merito a quest'onere, nel 1756 sarebbe sorta una diatriba tra le chiese di
Tonadico e Siror, perché i massari di entrambe rivendicavano, l'uno nei confronti dell'altro, il diritto di precedenza nel
portare il cero nelle processioni del Corpus Domini che si tenevano a Fiera; la sentenza del vicario vescovile di Feltre
accordava a questa data la precedenza al massaro di Tonadico (6).
Indipendentemente dallo stato giuridico della cura d'anime, in questo periodo e nei successivi la denominazione dei
responsabili in cura d'anime a Tonadico è piuttosto varia, si parla di cappellano, in documenti più tardi si parlerà di
vicario espositurale, ma già verso la metà del Settecento il sacerdote in cura d'anime viene definito genericamente
curato, inteso in senso lato come responsabile della cura delle anime.
Il cappellano risiedeva stabilmente a Tonadico ed era mantenuto dalla comunità; dalla documentazione superstite si
deduce che la comunità aveva diritto di libera scelta, o meglio godeva dello "ius presentandi", del proprio curatore, così
come avveniva per le diverse curazie e cappellanie della valle del Primiero. La regola stipulava con i cappellani che
venivano chiamati ad occuparsi della "cura animarum" delle convenzioni per determinare obblighi e diritti reciproci. Il
primo contratto di questo tenore del quale si ha notizia a Tonadico (ma sicuramente se ne devono presumere altri
precedentemente stilati e non conservati) risale all'8 aprile 1764; il comune stipulava allora con don Bartolomeo
Pastorini, in cambio del suo servizio religioso, un accordo di pagamento rateale, costituto da una rata in denaro e due in
"robba". L'anno successivo i rappresentanti della regola modificavano le modalità di pagamento del curato e stabilivano
che questo avvenisse in una sola rata, in tanto sorgo per corrispondere al salario pattuito, che doveva essere raccolto
nella settimana prima di Natale dal curato stesso a proprie spese; il sindaco sarebbe dovuto intervenire solo se vi fossero
stati dei fedeli inadempienti, ma il sacerdote avrebbe comunque dovuto accettare anche eventuali pagamenti in segale.
Quanto agli impegni assunti dal curato nei confronti della comunità in questo documento si accenna solo al fatto che il
curato in cambio avrebbe dovuto attendere a tutti gli obblighi stabiliti nel contratto precedentemente stilato, ma non si fa
alcuna menzione a quali e quanti fossero precisamente (7).
Nel 1777 lo stesso don Bartolomeo Pastorini chiedeva al comune di avere un aumento della congrua che gli spettava;
otteneva quanto richiesto, in cambio tuttavia si impegnava a celebrare ogni martedì una messa presso l'altare di
Sant'Antonio (8).
Nell'ordine di vedersi riconosciuta una propria antica tradizione religiosa e di allinearsi alle diverse realtà religiose del
territorio che ottenevano in quel periodo dall'autorità ecclesiastica diverse autorizzazioni, nel 1790 il medesimo
cappellano Bartolomeo Pastorini, ancora in cura d'anime a Tonadico, si rivolgeva all'Ordinariato vescovile di Trento, al
quale a partire dal 1785 il Primiero era stato sottoposto (9), per ottenere, così come era stato concesso alle comunità di
Canale e Mezzano, l'autorizzazione a praticare le processioni "antiche"; si trattava della processione del mese di maggio
12
dalla parrocchiale di Fiera alla chiesa filiale dei Santi Vittore e Corona nella domenica più prossima alla loro festa e
della processione del mese di giugno dalla parrocchiale di Fiera alla chiesa di San Sebastiano nella festa più vicina al
giorno dedicato al santo. La comunità di Tonadico chiedeva inoltre che si potesse reintrodurre l'indulgenza plenaria che
anticamente veniva concessa nella festa di San Sebastiano, ma chiedeva anche che questa potesse essere lucrata nella
domenica più prossima alla festa del santo, cosicché il popolo non avesse a perdere giorni di lavoro (10).
Per un secolo circa non si individuano in archivio notizie di particolare rilevanza per la vita e la gestione della
cappellania di Tonadico. La cappellania, a differenza di quello che era avvenuto in tempi diversi per Sagron, Mezzano,
Imer, non venne elevata ufficialmente a curazia, tuttavia negli anni Sessanta dell'Ottocento ottenne dall'Ordinariato di
Trento diverse concessioni, che di fatto rappresentarono grandi risultati in termini di autonomia religiosa.
Il 30 settembre 1863 il vescovo di Trento Benedetto Riccabona rispondeva alle suppliche della comunità dei fedeli di
Tonadico approvando il capitolato stipulato nel mese di luglio tra il decano della chiesa di Santa Maria Assunta di Fiera
e il comune di Tonadico, nel quale la filiale di San Sebastiano otteneva diverse autorizzazioni, che avrebbero portato ad
una maggior comodità dei fedeli nelle pratiche religiose, ma anche ad una maggior autonomia della cappellania, che
ormai contava più di mille persone, nei confronti della chiesa matrice (11).
La cappellania otteneva la possibilità di distribuire la comunione pasquale, eccettuata la prima comunione dei bambini e
quella del Giovedì santo, a patto che avesse ricevuto dalla canonica parrocchiale i "viglietti" pasquali (ossia le
certificazioni che ci si era comunicati, come d'obbligo, nel giorno di Pasqua); il cappellano esposto di Tonadico
otteneva, per le domeniche e le feste di precetto, il permesso di tenere la dottrina e di cantare il Vespro, purché l'orario
non si sovrapponesse a quello delle funzioni serali della chiesa parrocchiale di Fiera, cosicché i fedeli non fossero
impediti a partecipare anche a quelle. Il cappellano poteva inoltre cantare le messe di privata devozione che gli fossero
state richieste dagli abitanti, ma la celebrazione delle messe mortuarie e delle Gregoriane veniva ancora riservata al
parroco di Fiera. Oltre a questo il curato otteneva i diritti di stola bianca per la sepoltura dei bambini, ma i genitori
dovevano tuttavia consegnare alla parrocchiale i "viglietti" di morte per ottenere dalla medesima l'autorizzazione per il
cappellano a procedere alla sepoltura; il curato otteneva infine il diritto di amministrare il battesimo, a patto che si
rispettassero alcune norme che negli anni precedenti erano state promulgate dal vescovo (12).
Secondo tali norme il comune avrebbe dovuto dotare la chiesa di un battistero decente e di tutto ciò che serviva per
somministrare il battesimo secondo le regole ecclesiastiche; gli oli santi e l'acqua del fonte battesimale avrebbero
dovuto essere ritirati il Sabato santo nella parrocchiale di Fiera, dove venivano benedetti.
Per la registrazione dei battesimi sarebbe stata cura del cappellano farsi consegnare dalla parrocchiale i fogli appositi,
che avrebbe dovuto riconsegnare compilati a fine anno. Ogni tre mesi il curato avrebbe inoltre dovuto presentare al
parroco di Fiera la lista dei nati e battezzati, i cui nominativi sarebbero stati riportati nel registro conservato nella
parrocchiale. Il diritto di rilasciare certificati di nascita e altra documentazione simile rimaneva una prerogativa della
parrocchiale e il curato non poteva avere né in uso né in custodia il timbro ufficiale. I privilegi e i diritti persi dalla
parrocchiale di Primiero a causa di queste concessioni, venivano risarciti dal comune con la cifra annuale di 10 fiorini
da pagare nel mese di luglio; il comune avrebbe inoltre fatto in modo che il curato contribuisse ai pagamenti degli
incerti che il parroco di Fiera aveva perso con la rinuncia ad alcune sue funzioni.
L'autorizzazione ai funerali dei bambini e dei battesimi sarebbe entrata in vigore il 1 gennaio 1864, mentre tutte le altre
concessioni avrebbero avuto validità a partire dal giorno in cui il capitolato fosse stato approvato dall'Ordinariato
vescovile.
Nuovi accordi sarebbero quindi seguiti, in particolare negli anni Ottanta dell'Ottocento; nel 1881 il vicario espositurale
aveva presentato al decano di Fiera richiesta di ottenere il timbro, ma questo era stato negato (13).
13
Nel 1882 il decano Bertamini aveva chiesto che nel capitolato a lui presentato venisse espressamente specificato che il
curato doveva rispettare i diritti parrocchiali e inviare al parroco i certificati dei bambini defunti ogni trimestre, spedire
inoltre alla parrocchia il quartale dei nati e non apportare modifiche o innovazioni alle celebrazioni tradizionali previste
per la cappella senza il permesso del decano di Primiero. Tra le postille il decano richiedeva che fosse inserito tra i suoi
diritti quello di ottenere da Tonadico il pagamento del pranzo nella festa di San Sebastiano e Sant'Anna, unica richiesta
rigettata dal comune (14).
Nel verso di un documento stilato il 5 maggio del medesimo anno è riportata la minuta di una nuova richiesta alla
parrocchiale, nella quale si chiedeva per il curato licenza di timbro e firma per i certificati di povertà e buona morale,
che era stata da sempre prerogativa del parroco di Fiera. Le motivazioni addotte erano la maggior conoscenza da parte
del curato dei fedeli che richiedevano queste certificazioni, la maggior sollecitudine nel disbrigo delle pratiche e un
minor impegno da parte della canonica parrocchiale; la documentazione non conserva tuttavia la risposta del parroco di
Fiera.
Nel complesso alla fine dell'Ottocento la cappellania di Tonadico aveva ottenuto una buona autonomia dalla
parrocchiale di Fiera, pur con i diversi obblighi ai quali era sottoposta. A partire da questo periodo il cappellano viene
sempre più spesso definito curato, ma non vi sono tracce che la cappellania abbia ottenuto il titolo ufficiale di curazia,
anche se a partire soprattutto dall'inizio del Novecento è questa la definizione unica che si trova nella documentazione.
Nemmeno la bibliografia accenna ad un elevazione di Tonadico a curazia, ma la dice cappella fino alla sua elevazione a
parrocchia (15).
Nel 1911, insieme alla curazia di Siror, Tonadico otteneva il diritto di recitare le ore di adorazione del Santissimo il
lunedì, il martedì e il mercoledì della Settimana santa, ma tale adorazione non poteva godere delle indulgenze legate
alla pratica delle Quaranta ore che si lucravano invece in parrocchia; rimaneva inoltre l'obbligo di partecipare anche alle
ore di adorazione organizzate dalla parrocchia, secondo gli orari decisi per le differenti categorie di fedeli (16).
ELENCO DEI CAPPELLANI, CURATI E VICARI ESPOSITURALI O CURAZIALI
1640-1703 don Lorenzo Pastorini da Cividale (UD), cappellano
1764-1796 don Bartolomeo Pastorini da Macerata, cappellano
1796-1824 don Ignazio Tomaselli da Strigno, cappellano
1824-1860 don Pietro Fuganti da Taio, cappellano (dal 1855, assistito da don Pietro Osti e successivamente da don
Michele Corradini)
1854-1855 don Pietro Osti da Scurelle, cappellano (assistente di don Pietro Fuganti)
1855-1860 don Michele Corradini da Rallo, cappellano (assistente di don Pietro Fuganti)
1861-1863 don Giorgio Stocchetti da Vigo Meano (TN), vicario espositurale
1863-1881 don Antonio Salvadori da Bollone (BS), vicario espositurale
1881-1919 don Domenico Morandini da Predazzo, curato
1919-1923 don Enrico Motter da Tenna, curato
1923-1940 don Guido Polo da Ziano, curato
1940-1943 padre Angelo Molinari OFM, vicario curaziale
Funzioni, occupazioni e attività
14
Il termine "cappella" è legato alla reliquia della "cappa", ossia del mantello, che sarebbe appartenuto a San Martino di
Tours; la stanza del palazzo dei re Merovingi, dove era custodita la reliquia nel corso del VII secolo cominciò ad essere
definita "cappella", da qui il termine passò a indicare i vari luoghi destinati al culto all'interno dei palazzi reali e quindi,
per estensione, il termine venne a indicare anche altri edifici di culto, in particolare di fondazione privata o famigliare.
Con il consolidamento e la diffusione del sistema pievano, che si basava sulla suddivisione del territorio diocesano in
circoscrizioni minori, al centro delle quali si trovava una chiesa di diritto vescovile, che esercitava la "cura animarum"
su un popolo di fedeli, entro i confini di un territorio in cui il pievano amministrava i sacramenti (battesimi, matrimoni,
obiti) e riceveva i pagamenti delle decime, si vennero in parallelo precisando anche tutte quelle istituzioni e fondazioni
minori che iniziarono a metterne in discussione il primato.
Le cappelle, all'inizio di questo processo, erano in prevalenza edifici di fondazione privata; decentrate rispetto alla
chiesa matrice, vennero ad assumere un ruolo importante nella liturgia e nella "cura animarum" in situazioni nelle quali
era particolarmente disagevole per i fedeli spostarsi verso la chiesa battesimale per ricevere i sacramenti. Le cappelle,
pur mantenendo in un primo momento un rapporto di dipendenza formale con la chiesa battesimale, ottennero varie
concessioni (diritto di sepoltura, di celebrazione dei battesimi, di confessione) fino ad essere dotate di un proprio
curatore d'anime e raggiungere così l'autonomia nell'amministrazione dei sacramenti.
Parallelamente si veniva precisando il significato del termine cappellano: da custode delle reliquie possedute dai re
Merovingi, ad addetto al servizio nelle cappelle di palazzo, fino a custode dei luoghi dove in generale erano conservate
delle reliquie, con la diffusione delle cappelle venne ad indicare un religioso autorizzato dal pievano della chiesa
matrice a risiedere stabilmente e ad officiare nelle cappelle diffuse sul territorio, che per questo motivo venivano
definite "espositure" o "cappellanie esposte".
Inizialmente i cappellani venivano scelti dal pievano, ma nel corso dell'evoluzione e dell'acquisizione di maggiori diritti
da parte delle cappelle, non mancarono i casi in cui i cappellani venivano scelti dalla comunità dei fedeli la quale, nella
maggior parte dei casi, si assumeva anche le spese per il loro mantenimento (17).
Contesto generale
La valle del Primiero si trova nella parte nord orientale del Trentino, solcata da nord a sud dal Torrente Cismon, confina
verso est con la provincia di Belluno, a nord con la val di Fiemme raggiungibile attraverso il passo Rolle, a est con
l'Agordino attraverso il passo Cereda, a ovest con il Tesino, attraverso il passo Brocon, mentre a sud l'accesso alla valle
è garantito dalla gola dello Schener; il Primiero è quindi una zona di particolare interesse dal punto di vista geografico,
poiché è un corridoio che permette il contatto tra il Tirolo a nord e il Veneto verso sud.
Inizialmente fu solo via di passaggio per raggiungere la Valsugana, battuta soprattutto quando venne collegata dai
romani alla via Claudia Augusta attraverso la via Paolina. Dendrofori, boscaioli, cavatori di torba crearono tuttavia solo
piccoli nuclei di insediamenti per lo più stagionali, mentre veri e propri stanziamenti si sarebbero avuti nel V secolo
quando diversi gruppi provenienti dalle zone limitrofe si rifugiarono nella valle del Cismon per fuggire alle devastazioni
dei popoli "barbari" che provenivano dalle Alpi (18).
Nel 570 Alboino, re dei Longobardi, accorpava la valle del Primiero a Feltre dando inizio ad una dipendenza politica
che sarebbe continuata anche sotto la dominazione del successivo Impero romano-germanico. Le vicende che
investirono il territorio di Feltre, della Valsugana, del Primiero fin verso l'anno Mille furono quelle che coinvolsero in
generale le terre dell'Italia nord orientale.
La comunità di Primiero pur dipendendo dal vescovo di Feltre, riuscì tuttavia a mantenere una sua autonomia
amministrativa. Verso l'anno Mille la comunità era divisa in quattro regole dette "columelli"; si trattava di
15
organizzazioni rurali, identificabili con un insediamento che faceva capo ad un "marzollo" (così chiamato perché eletto
il 1 marzo) che era il rappresentante della comunità deputato al governo. Le quattro regole nelle quali era diviso il
territorio erano Imer unito a Canal San Bovo, Mezzano, Tonadico e Transacqua, che comprendeva anche Siror e
Ormanico (19).
A partire dal X secolo il vescovo di Feltre divenne feudatario dell'Impero, beneficiato dall'imperatore Ottone I con il
titolo comitale e diversi privilegi, ma il territorio di Feltre venne consegnato in maniera ufficiale e definitiva ai vescovi
di Feltre nel 1027, nel medesimo anno in cui l'imperatore Corrado II il Salico (1024-1029) concedeva il comitato di
Trento al vescovo Udalrico II (1022-1055). Il comitato di Trento veniva quindi a comprendere tutto il territorio
attualmente entro i confini provinciali e diocesani, con l'aggiunta del territorio che oggi appartiene alla provincia di
Bolzano, fino a Merano (esclusa) nella valle dell'Adige e a Chiusa (esclusa) nella valle dell'Isarco, ma la Valsugana e il
Primiero, rimasero, dal punto di vista religioso, legati alla diocesi di Feltre (20).
Il nome ufficiale di Primiero si troverà nei documenti imperiali soltanto a partire dal XII secolo nella forma "Primeya"
(in un documento del 1140 e in uno del 1179) e "Primerium" (in un documento del 1184) (21).
Nel corso del XIV secolo le vicende che investirono il Principato vescovile di Trento e che videro antagonisti i
rappresentanti delle grandi casate europee, che miravano ad ottenere i territori dei conti del Tirolo e ad assumerne i
titoli, ebbero ripercussioni anche sui territori dipendenti dal vescovado di Feltre (22).
Nel 1337, appena eletto, il vescovo di Feltre, Gorcia de Lusa (1337-1349), mantenendo per sé solo la podestaria di
Primiero, governata prevalentemente tramite il suo vicario, consegnò la capitaneria di Primiero a Carlo di Lussemburgo
e al fratello Giovanni, cosicché il Primiero divenne una giurisdizione feudale di dipendenza immediata dall'Impero (23).
Gli eventi successivi videro il passaggio del Primiero nell'orbita delle diverse fazioni politiche coinvolte nelle guerre per
la conquista del nord-est della penisola e dei valichi annessi, finché nel 1373 il Primiero passò nelle mani di Alberto III
e Leopoldo, duchi d'Austria, che nel 1401 investivano del feudo e della signoria giurisdizionale di Primiero il conte
Giorgio Welsperg, presidente della camera aulica di Innsbruck. I Welsperg, consapevoli della ricchezza dei boschi e del
sottosuolo di Primiero (ricco di argento, piombo, rame e cinabro), versavano in cambio all'Austria una ragguardevole
somma di denaro (24).
Lo sfruttamento del legname e delle materie prime si tradussero in vantaggiosi commerci, soprattutto in occasione delle
fiere. La più antica era quella di San Michele, che durava tre giorni e si teneva sulla piazza dell'antico mercato; gli
arciduchi d'Austria concessero inoltre la possibilità di tenere annualmente verso la fine del mese di marzo 5 giorni di
fiera, proprio in quell'insediamento che, verso la metà del XV secolo, avrebbe assunto il nome di "villa mercati Primeii"
e successivamente di Fiera (25).
Il Primiero rimase quindi stabilmente nell'orbita della casa d'Austria fino alla prima guerra mondiale, per circa quattro
secoli sotto la giurisdizione Welsperg, mentre dal punto di vista religioso rimase legato alla diocesi di Feltre fino alla
fine del Settecento, condividendo le vicende politiche, belliche, sociali della casa d'Austria e del nord Italia.
La politica di modernizzazione e razionalizzazione del governo dell'Impero inaugurata da Maria Teresa d'Austria, volta
all'accentramento del potere a scapito delle molteplici situazioni storico-politiche che caratterizzavano i territori e le
comunità di montagna, e gli interventi successivi di Giuseppe II, modificarono i confini delle giurisdizioni di Trento e
di Feltre (26).
La situazione di Primiero era infatti inaccettabile per la casa d'Austria poiché vi era un territorio soggetto all'Impero
che, dal punto di vista ecclesiastico, dipendeva dal vescovo di uno stato estero.
Nel 1785, dopo qualche anno di trattative, la Congregazione Concistoriale emanava il 23 agosto il decreto di
incorporazione al vescovado trentino dei paesi del Primiero e di Canal San Bovo. Il decreto veniva convalidato il 12
16
marzo 1786 dal governo austriaco che vi apponeva il "placet"; il vescovo di Feltre veniva risarcito della perdita delle
terre, degli emolumenti e dei diritti feudali che aveva in Valsugana e Primiero con una somma in denaro.
Da questa data quindi il Primiero entrò a far parte della diocesi trentina e ne condivise la sorte; dal punto di vista
amministrativo il Primiero venne aggregato al Circolo dei confini d'Italia costituito nel 1785 con sede a Rovereto (27).
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio parrocchiale di Tonadico
Bibliografia
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FARINA, M., Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa dal 1650 al 1803, IN: Storia del Trentino. Volume
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GHETTA F., Di Principi vescovi: da Trento nell'Europa, IN: G. ANDREATTA, M. VIOLA, R. NOVY, F.
GHETTA, M. LANDO (a cura di), Un segno d'Europa. Il simbolo del Trentino, Trento 1989, pp. 85-101
KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964
MONTEBELLO G.A., Notizie storiche topografiche e religiose della Valsugana e del Primiero, Borgo
Valsugana (TN), 1973
NICOLAO F., Imèr: storia, arte e vita. Imèr, 1978
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti,
Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994²
ZIEGER A., Primiero e la sua storia, Trento, 1975
Note
(1) Si consideri l'atto su pergamena del 20 ottobre 1269, conservato nell'archivio parrocchiale di Tonadico, nel quale
vengono fissati i confini e le pertinenze tra le regole di Transacqua e di Tonadico (pubblicato in PISTOIA U., La valle
di Primiero nel Medioevo. Gli statuti del 1376 e altri documenti inediti (Deputazione di Storia patria per le Venezie),
Venezia 1992, pp. 170-178, n. 7, 8; trascrizione del medesimo in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in
Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1); si veda inoltre PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 45, per la rubrica
XIIII degli Statuti di Primiero, p. 117.
17
(2) Cenni storico-artistici sulla cappella dei Santi Vittore e Corona e in generale sulle chiese e cappelle del decanato di
Primiero si trovano nelle schede pubblicate sul sito del decanato di Primiero all'indirizzo www.decanatodiprimiero.it,
consultato in data 14 ottobre 2014.
(3) Il documento è datato 10 marzo 1703; si veda il fascicolo relativo ai rapporti tra il curato esposto e la comunità in
APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(4) Il documento è del 6 giugno 1745 e vi è allegata la supplica della comunità, nei documenti relativi alla concessione
di diritti al curato in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(5) CASETTI A., Guida storico archivistica del Trentino, Trento 1964, pp. 802-803.
(6) Il documento è datato 15 giugno 1756, nei documenti relativi alla concessione di diritti in APT, Ufficio parrocchiale
di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(7) Il documento è datato 26 dicembre 1765, nel medesimo si fa menzione del contratto stipulato l'8 aprile 1764, che
viene appunto modificato; si veda il fascicolo relativo ai rapporti tra il curato esposto e la comunità in APT, Ufficio
parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(8) Documento del 6 marzo 1777, conservato nell'unità segnalata nella nota precedente.
(9) Nel 1785 per decisione della Congregazione concistoriale il Primiero e Canal San Bovo venivano incorporate alla
diocesi trentina. Questa decisione seguiva le richieste di Giuseppe II, che non poteva accettare che un territorio
politicamente legato all'Austria dipendesse spiritualmente da uno stato estero. Il decreto venne convalidato il 12 marzo
1786 dall'autorità civile e la diocesi di Feltre si vide menomata della maggior parte della sua giurisdizione, riducendosi
ad un territorio che andava poco aldilà della zona di Feltre e di Belluno. Si rimanda, per ulteriori indicazioni e per la
bibliografia, al paragrafo relativo al contesto storico generale.
(10) Documento con rescritto del 1 luglio 1790, nei documenti relativi alla concessione di diritti in APT, Ufficio
parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(11) Documento del 30 settembre 1863, conservato in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico,
Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc." (A 15.3).
(12) Le norme erano state promulgate con le circolari vescovili 3 marzo 1857, n. 552 e 25 ottobre 1862, n. 3462.
(13) Il documento relativo alla vicenda è incompleto, in quanto si tratta della lettera accompagnatoria di un capitolato al
quale si fa menzione, ma che non è allegato; si veda il documento del 19 maggio 1881 tra quelli relativi ai rapporti tra il
curato esposto e la comunità in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi"
(A 15.1).
(14) Documento del 15 aprile 1882, conservato nella medesima unità citata alla nota precedente; la richiesta fatta dal
comune al decano, scritta nel verso del documento con data 5 maggio 1882, è probabilmente la minuta dell'originale
spedito, viste anche le continue cancellazioni e correzioni.
(15) CASETTI A., Guida storico archivistica, pp. 802-803.
(16) Documento del 30 marzo 1911 in APT, Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc." (A 15.3).
Le Quaranta ore erano organizzate in modo che ognuna fosse animata da una determinata categoria dei fedeli: donne,
uomini, ragazzi, scolari, cantori, membri delle confraternite e di varie associazioni.
(17) CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle
origini al XIII secolo (Istituto di Scienze Religiose in Trento. Series maior V), Bologna 1999, pp. 73-78; ID., Pievi e
parrocchie del Trentino, P.A.T., IPRASE del Trentino, SPART, Trento 2005.
18
(18) In generale sulla valle del Primiero: MONTEBELLO G.A., Notizie storiche topografiche e religiose della
Valsugana e di Primiero, Rovereto 1973; ZIEGER A. Primiero e la sua storia, Trento 1975; PISTOIA U., La valle di
Primiero.
(19) MONTEBELLO G.A., Notizie storiche, pp. 431; PISTOIA U., La valle del Primiero, pp. 44-45.
(20) KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone. Diritti derivanti al clero diocesano dalla sua
soppressione, Trento 1964, pp. 3-7; NICOLAO F., Imèr: storia, arte e vita. Imèr 1978, pp. 9-14.
(21) ZIEGER A., Primiero e la sua storia, p. 17.
(22) La bibliografia in questo senso è piuttosto vasta si confrontino KÖGL J., La sovranità, p. 78, GHETTA F., Di
Principi vescovi: da Trento nell'Europa, in Un segno d'Europa. Il simbolo del Trentino, a cura di ANDREATTA G.,
VIOLA M., NOVY R., GHETTA F., LANDO M., Trento 1989, pp. 85-101, in particolare pp. 86-87; NOVY R., Di
imperatori, di re, di vescovi: da Praga per l'Europa, in Un segno d'Europa, pp. 41-60, in part. pp. 43-44.
(23) MONTEBELLO G.A., Notizie storiche, p. 56.
(24) In particolare ZIEGER A., Primiero e la sua storia, p. 42.
(25) PISTOIA U., La valle del Primiero, p. 86.
(26) Uno sguardo generale sulla situazione del Trentino in DI SIMONE M.R., Diritto e riforme nel Settecento Trentino
e FARINA M., Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa dal 1650 al 1803, entrambi in Storia del Trentino. Volume IV.
L'età Moderna, a cura di BELLABARBA M. e OLMI G., Bologna 2000, pp. 209-229, 505-551, in part. pp. 209-212 e
pp. 536-548.
(27) CURZEL E., L'organizzazione ecclesiastica della Valsugana nel Medioevo, in ID., Chiese trentine. Ricerche
storiche su territori, persone e istituzioni, pp. 89-125, in part. p. 96.
19
Ente
{3}
Parrocchia di San Sebastiano
1943 febbraio 1 Luoghi
Tonadico
Archivi prodotti
Fondo Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 01/01/1703 - 31/12/2008
Storia
Non vi sono documenti che comprovino l'elevazione di quella che era stata cappellania di Tonadico a curazia, prima che
venisse eretta in parrocchia. Ancora alla fine dell'Ottocento il suo rettore veniva definito vicario espositurale; in
documenti successivi, in particolare a partire dall'inizio del Novecento, si parla semplicemente di curato e di curazia,
probabilmente più per analogia con le altre circoscrizioni religiose del territorio della pieve di Primiero, che non per
un'effettiva modifica istituzionale, dal momento che i diritti di cui la cura godeva non erano mutati.
L'erezione a parrocchia avvenne in un periodo tardo rispetto alla maggior parte delle curazie del Primiero, all'inizio
negli anni Quaranta del Novecento, forse anche a causa dei problemi economici ai quali si dovette far fronte prima di
poterla ottenere.
I primi accordi per l'erezione a parrocchia di Tonadico vennero stipulati nel periodo in cui la seconda guerra mondiale
era all'apice. Nella prima metà del 1942 la comunità dei fedeli presentava supplica al vescovo di Trento Carlo de Ferrari
(1941-1962) per ottenere l'elevazione; il 16 giugno i capifamiglia di Tonadico deliberavano la rinuncia allo "ius
presentandi" che avevano vantato fino a quel momento per il curato rimettendolo nelle mani del vescovo, in tal modo si
creava il presupposto necessario per trasformare la curazia in parrocchia di libera collazione vescovile (1).
All'inizio di gennaio del 1943 il curato scriveva al vescovo pregandolo di accelerare le pratiche, poiché la popolazione
di Tonadico era impaziente di ottenere la separazione da Fiera, anche perché vi era stato un notevole sforzo economico
da parte della comunità per raccogliere il denaro necessario per fondare la parrocchia. L'erezione a parrocchia era infatti
subordinata ad un'assicurazione per l'importo di 6000 lire, da versare per l'integrazione del capitale "pro costituenda
parrocchia", e al possesso di altre 2000 lire per la rescissione degli obblighi che legavano la curazia alla parrocchia di
Santa Maria Assunta di Primiero, ossia per l'affrancamento dei diritti di stola (2).
Il vescovo elevava la curazia di Tonadico a parrocchia con decreto del 19 gennaio 1943, n. 74, che sarebbe entrato in
vigore il 1 febbraio successivo. Nel decreto di erezione venivano indicati anche le rendite e le garanzie sulle quali
avrebbe potuto contare la parrocchia di nuova costituzione (3).
Il 9 aprile 1943 don Pietro Doff Sotta veniva immesso nel regolare beneficio con il titolo di parroco.
Non tutte le chiese filiali dipendenti dalla parrocchiale di Santa Maria Assunta di Fiera fino a questo momento avevano
ottenuto il titolo parrocchiale, San Martino sarebbe stato eretto a parrocchia solo nel 1956, tuttavia già nei primi anni
Quaranta del Novecento era sorto un problema legato ai confini parrocchiali e curaziali e agli ambiti di competenza
delle diverse cure d'anima.
20
Con decreto del 23 marzo 1944, n. 698 l'Ordinariato, volendo porre fine alla questione, scriveva ai parroci interessati e
comunicava che per le parrocchie di Transacqua, Mezzano, Siror e Tonadico, i confini venivano fissati nella strada
passo Cereda-San Martino, dal ponte a nord del palazzo scolastico di Primiero fino al rio Lazer (4).
La situazione veniva ulteriormente modificata il 18 aprile, almeno da quanto si evince dalla lettera che il 20 aprile la
comunità inviava al vescovo, in cui dichiarava di non accettare che tutta la parte nuova di Tonadico venisse aggregata a
Fiera (5).
La situazione non avrebbe trovato una soluzione immediata e si sarebbe trascinata nei mesi successivi, con rimostranze
di don Doff Sotta, che accusava l'Ordinariato di non aver rispettato gli accordi che erano stati presi verbalmente.
Il 30 giugno 1944 il vescovo approvava i nuovi confini che, da quanto si evince dalla lettera medesima, erano stati
concordati tra il parroco di Fiera e il parroco di Tonadico e che erano costituiti dal torrente Canali, dalla via Principe
Umberto, dalla strada nazionale o statale, dalla via Passerella al parco fino al torrente Cismon (6).
La questione era ancora aperta nel 1952 e veniva risolta solo nel 1969; con lettera del 29 gennaio la curia arcivescovile
comunicava al parroco di Tonadico, che accettava, i confini della parte che sarebbe stata aggregata alla parrocchia di
Siror ossia "la zona compresa fra il Cismon, a ovest (dalla confluenza del rio Lazer) e la linea, a sud, che ricollega il
Cismon con il confine comunale, passando a nord del maso Gubert (Belder), attraversando la SS n. 50 del Grappa e del
Rolle, passando a sud dell'albergo Rosetta" (7).
L'evoluzione della parrocchia dal punto di vista giuridico avrebbe seguito, a partire dagli anni Ottanta del Novecento,
l'iter comune a tutte le parrocchie del Trentino.
Con il Concordato del 18 febbraio 1984, "Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana che apporta modificazioni
al Concordato lateranense", il riconoscimento della personalità giuridica degli enti ecclesiastici da parte dello Stato
veniva ratificata nell'art. 7, comma 2. L'Accordo sarebbe entrato in vigore con lo scambio degli strumenti di ratifica
(Concordato, art. 13) in forza della legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo con protocollo
addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio
1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede" (8).
All'Accordo si aggiungeva il "Protocollo" del 15 novembre 1984, con il quale venivano approvate le norme per la
disciplina di tutta la materia degli enti e beni ecclesiastici, compreso il regime fiscale e quello degli impegni finanziari
dello Stato, elaborate dalla Commissione paritetica italo-vaticana, appositamente istituita al momento della firma
dell'Accordo. Tali norme vennero poi tradotte nella legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti e beni
ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi", con il relativo decreto di
attuazione del Presidente della Repubblica del 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione
della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del
clero cattolico in servizio nelle diocesi" (9).
Con decreto ministeriale 21 marzo 1986 e soprattutto dall'entrata in vigore del decreto ministeriale 30 dicembre 1986,
"Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero
nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della
personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese
parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento" (10), il 24 gennaio 1987 la Parrocchia di San Sebastiano di
Tonadico divenne ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, venne iscritta al Registro delle Persone Giuridiche del
Tribunale di Trento (ora Commissariato del Governo per la Provincia di Trento) e, a decorrere dal medesimo 24
gennaio 1987, l'ente Chiesa di San Sebastiano di Tonadico veniva soppresso e tutti i suoi beni (con tutte le relative
21
pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) venivano assegnati all'ente Parrocchia di San Sebastiano
con sede a Tonadico.
ELENCO DEI PARROCI
1943-1971 don Pietro Doff Sotta da Imer
1972-1989 don Erminio Vanzetta da Ziano
1990-2007 don Giovanni Merlin da Campodoro (PD)
2007-2014 don Duccio Zeni, parroco di Transacqua, Fiera di Primiero, Sagron, Tonadico, Transacqua e di Siror
Funzioni, occupazioni e attività
Il termine "parrocchia", di origine greca con significato specifico di "vicinato", allude anche ad un "abitare
provvisoriamente" ed indica quindi il fine del cristiano, che vive in un luogo, ma che ha lo spirito teso verso un'altra
meta.
L'attuale organizzazione del territorio diocesano sulla base delle parrocchie trova fondamento nella prima suddivisione
del territorio soggetto alla sede vescovile iniziata nel corso del Medioevo e definita, dal punto di vista normativo, nel
Concilio di Trento.
La prima organizzazione del sistema pievano, che avrebbe avuto diffusione anche nell'Italia settentrionale, si basava
sulla suddivisione del territorio diocesano in circoscrizioni minori, al centro delle quali si trovava una chiesa di diritto
vescovile, che esercitava la "cura animarum" su un popolo di fedeli, entro i confini di un territorio in cui il pievano
amministrava i sacramenti (battesimi, matrimoni, obiti) e riceveva i pagamenti delle decime.
Il concetto di pieve riuniva quindi i tre concetti di "realtà vivente" (un popolo), "realtà di pietra" (una chiesa), "realtà
circoscrizionale" (un territorio) e venne definendo maggiormente la sua fisionomia proprio nel momento in cui la
diffusione delle cappelle esposte ne metteva in discussione il primato (11).
L'evoluzione di queste realtà avrebbe portato progressivamente verso il sistema parrocchiale, indicato dal Concilio di
Trento come necessario per una corretta gestione della "cura animarum", in particolare per la celebrazione dei
sacramenti. I padri conciliari riconoscevano così ufficialmente le unità parrocchiali presenti e ne raccomandavano la
creazione laddove queste non esistevano, di modo che ogni fedele fosse inserito in un contesto territoriale ben
determinato affidato alla cura di un parroco, che aveva l'obbligo di residenza e il diritto e il dovere di amministrare i
sacramenti (12).
La parrocchia si configurava quindi come una ripartizione del territorio della diocesi, con una chiesa propria di libera
collazione vescovile, affidata ad un parroco che si occupava della cura delle anime. Questa in sostanza fu anche la
definizione alla quale si arrivò nel Codice di diritto canonico del 1917 (can. 216); nella nuova edizione del Codice del
1983 la fisionomia della parrocchia non cambia, ma ad essa, se eretta legittimamente, viene riconosciuta la personalità
giuridica per il diritto stesso (can. 515, art. 3).
Nel Concordato del 1984 il riconoscimento della personalità giuridica degli enti ecclesiastici da parte dello Stato veniva
ratificata nell'art. 7, comma 2 ("Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede", 18 febbraio 1984) e nelle leggi
successive di esecuzione (13).
Fonti normative
Concordato 18 febbraio 1984, "Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana che apporta modificazioni
22
al Concordato lateranense"
15 novembre 1984, "Protocollo di approvazione delle norme per la disciplina della materia di cui all'art. 7 n.
6 dell'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato
Lateranense"
Legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo con protocollo addizionale, firmato a
Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la
Repubblica italiana e la Santa Sede"
Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero
cattolico in servizio nelle diocesi"
Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente
riconosciuto
all'Istituto
per
il
sostentamento
del
clero
nella
diocesi
di
Trento
ed
alle
quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile
da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della
sopraddetta diocesi di Trento"
Decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di
esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e
per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio parrocchiale di Tonadico
Bibliografia
CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di
storia religiosa, Verona, 2005
CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura
d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999
Note
(1) Lettera del 16 giugno 1942, vistata dal decano di Primiero il 21 dicembre 1942 in APT, Ufficio parrocchiale di san
Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti di curia costituzione di parrocchia etc." (A 15.3).
(2) Lettera del 4 gennaio 1943 conservata nel fascicolo citato nella nota precedente; si vedano inoltre nel medesimo
fascicolo i resoconti delle somme raccolte tra la popolazione per le "Offerte pro costituenda parrocchia".
(3) L'atto di erezione è conservata tra le carte relative all'erezione a parrocchia nel fascicolo citato alla nota (1).
(4) Per le notizie citate in seguito si vedano i documenti inerenti il problema dei confini parrocchiali nel fascicolo citato
alla nota (1).
(5) Lettera del 20 aprile 1944, si tratta in realtà di una minuta priva del mittente.
(6) Lettere del 24 e 29 giugno 1944.
(7) Lettera del 29 gennaio 1969.
(8) Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 10 aprile 1985, n. 85, S.O.
(9) Rispettivamente L. 222/1985 in Gazzetta Ufficiale, 3 giugno 1985, n. 129, S.O. e D.P.R. 33/1987 in Gazzetta
Ufficiale, 19 febbraio 1987, n. 14.
23
(10) D.M. 30 dicembre 1986 in Gazzetta Ufficiale, 24 gennaio 1987, n. 19.
(11) Sulle trasformazioni delle pievi in particolare per la Valsugana CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su
territori, persone e istituzioni (Biblioteca dei Quaderni di Storia Religiosa, 4), Verona 2005, pp. 89-125, in part. p. 91; in
generale ID., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle
origini al XIII secolo (Istituto di Scienze Religiose in Trento. Series maior V), Bologna 1999.
(12) Dalla Sessione XXIV, cap. XIII, "Anche in quelle città e luoghi, dove le chiese parrocchiali non hanno confini ben
definiti, e i loro rettori non hanno un popolo da reggere, ma amministrano solo indistintamente i sacramenti a chi li
chiede, il santo sinodo comanda ai vescovi che, per potere ottenere con una maggiore certezza la salute delle anime loro
affidate, diviso il popolo in parrocchie vere e proprie, assegnino a ciascuna un proprio parroco permanente, che possa
conoscerle, e da cui soltanto ricevano lecitamente i sacramenti, o provvedano in altro modo migliore, secondo le
esigenze del luogo. E cerchino di fare al più presto la stessa cosa nelle altre città e luoghi dove non vi sono affatto
chiese parrocchiali. Ciò, non ostante qualsiasi privilegio e consuetudine, anche immemorabili".
(13) Legge 25 marzo 1985, n. 121, "Ratifica ed esecuzione dell'accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il
18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell'11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana
e la Santa Sede", in Gazzetta Ufficiale, 10 aprile 1985, n. 85, S.O.
24
fondo A
Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, 1703 - 2008
{4}
Registri 24, quaderni 1, buste 5, fascicoli 11
Soggetti produttori
Parrocchia di San Sebastiano, 1943 febbraio 1 Cappellania di San Sebastiano, [1660] - 1943 gennaio 31
Contenuto
Il fondo conserva la documentazione che veniva prodotta e conservata in generale dall'Ufficio parrocchiale, costituita da
registri anagrafici e atti relativi, registri delle messe, dei legati e carteggio diverso inerente la "cura animarum".
Lingua
Italiano; latino; tedesco
Incrementi previsti
La parrocchia di San Sebastiano di Tonadico è un ente ancora attivo, quindi si prevede un incremento della
documentazione.
Esistenza e localizzazione delle copie
I registri anagrafici (nascite, matrimoni e morti) compilati dalle parrocchie trentine dal Concilio di Trento fino al 1923,
anno in cui l'anagrafe passa ad essere una competenza dei comuni, sono stati tutti microfilmati e una copia è
consultabile presso l'Archivio Diocesano di Trento.
25
serie A 1
Registri dei nati e battezzati, 1883 - 1972
{5}
Registri 3
Contenuto
Nella XXIV sessione del Concilio di Trento, tenutasi l'11 novembre 1563, quando i lavori erano quasi arrivati a
conclusione, si affrontò la regolamentazione del sacramento del matrimonio; nella rubrica "De reformatione circa
matrimoni", tra le altre disposizioni, si obbligavano i parroci a tenere e compilare un registro dei matrimoni e un
registro dei battesimi.
Il registro dei battesimi era estremamente importante, non solo perché il battesimo era il sacramento che permetteva al
nuovo nato di salvarsi dalla dannazione ed entrare nella comunità cristiana, ma anche perché nel battesimo si instaurava
con padrini e madrine un rapporto di cognazione spirituale, un legame più forte e maggiormente vincolante di quello di
sangue; era quindi necessario conoscere e ricordare i vincoli di parentela spirituale, perché rendevano impossibile
un'unione matrimoniale (1).
Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614 veniva ribadita la necessità di tenere il registro dei battesimi e quello dei
matrimoni. A conclusione del lungo capitolo sul significato e il valore del battesimo e sulle indicazioni da seguire nei
casi di dubbia interpretazione, il "Rituale" concludeva "antequam infans ex ecclesia asportetur, aut susceptores
discedant, eorum nomina, et alia de administratio baptismo ad praescriptam formam in baptismali libro, parochus
accurate describat". Il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei
modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (2).
Studi recenti hanno messo in luce come già prima del Concilio i vescovi di Trento avessero in diverse occasioni
raccomandato la compilazione dei registri battesimali, per questo negli archivi delle parrocchie trentine si trovano
registri già dall'inizio del XVI secolo (3).
Se si escludono le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non apportarono variazioni significative alla
gestione dei registri compilati a cura dei sacerdoti, si deve arrivare fino al 1781 per trovare, per i territori soggetti
all'Impero, una importante innovazione che modifica il ruolo stesso dei curatori d'anime. Con circolare imperale del 1
maggio 1781 i registri parrocchiali (non solo quindi quelli dei battesimi, ma anche quelli di matrimoni e morti) vennero
investiti di valore pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed
espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura
ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato
ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge".
Il governo bavarese tolse ai parroci il ruolo di ufficiali civili e con disposizione del 24 settembre 1808 la gestione
dell'anagrafe venne trasferita ai consigli comunali (4). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare
imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri
anagrafici (5). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel
periodo in cui ne erano stati esentati (6).
Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare registri anagrafici prestampati,
che facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati raccolti.
26
I parroci mantennero quindi il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il
1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le
disposizioni relative allo stato civile (7).
La serie è costituita da tre registri il primo dei quali inizia nel 1883; Tonadico aveva ottenuto dalla parrocchiale il diritto
di celebrare i battesimi nel 1863, inizialmente tuttavia riceveva i fascicoli per la registrazione dei battesimi dalla
parrocchiale stessa e li restituiva ogni anno, affinché i dati fossero trascritti nel registro dei battesimi conservato a Fiera.
A partire dal 1883 intercorsero nuovi accordi tra il decano e il cappellano di Fiera e quindi è da questo momento che
nella cappellania si comincia la compilazione di registri propri.
Criteri di ordinamento e inventariazione
Per gli estremi cronologici dei registri dei nati e battezzati quale data iniziale viene indicata quella del giorno della
nascita, quale data finale si indica quella del battesimo, anche se nella maggior parte dei casi il battesimo veniva
impartito il medesimo giorno della nascita.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni
di metodo ed esperienze, Bologna, 1989
GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica
(1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed
esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989
SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri
parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
Fonti normative
Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale"
Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle
morti"
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative
all'ordinamento dello stato civile"
Note
(1) "Parochus antequam ad baptismum conferendum accedat diligenter ab iis ad quos spectabit sciscitetur quem vel
quos elegerint ut baptizatum de sacro fonte suscipiant et eum vel eos tantum ad illum suscipiendum admittat et in libro
eorum nomina describat doceat que eos quam cognationem contraxerint ne ignorantia ulla excusari valeant" (Sessione
XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. II; l'obbligo di tenere il registro dei matrimoni è al cap. I).
(2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 11-19, con i modelli per la registrazione alle pp.
378-384. Venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.
27
(3) Si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011, in particolare per i registri battesimali pp. 48-55; SPARAPANI L., I libri parrocchiali della
diocesi di Trento, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali,
questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 277-319, in part. p. 282.
(4) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976.
(5) "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti", in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406;
GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile, in La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali, questioni
di metodo ed esperienze, a cura di G. COPPOLA - C. GRANDI, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282.
(6) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a
continuare a svolgere i loro compiti e ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali
Trentini, pp. 53-54.
(7) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello
Stato civile".
A 1.1
{6}
"[Registro] dei nati e battezzati. I 1883-1910"
1883 gennaio 6 - 1910 ottobre 2
Altre denominazioni: I volume: nati 1883-1910 (tit. dorso)
Il registro è parzialmente aggiornato con le date di matrimonio e di morte fino al 15 novembre 2010.
Contiene due certificati di nascita e battesimo all'estero del 1898 e del 1906 (incollati alle pagine).
Italiano, tedesco
Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 98 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 24 n.n.
A 1.2
{7}
"Registro nati e battezzati della curazia di Tonadico. II dal novembre 1910-1941"
1910 novembre 1 - 1941 giugno 4 (1)
Altre denominazioni: II volume: nati 1910-1941 (tit. dorso)
Sul foglio di guardia è incollato un foglio con note sul numero degli abitanti di Tonadico, su quelli presenti in paese e quelli assenti
(s.n.).
Il registro è stato aggiornato parzialmente con le date di matrimonio e di morte fino al 19 febbraio 2013.
Contiene atti di nascita e battesimo del 1914, 1938, 1939, 1940 di bambini nati fuori parrocchia e all'estero.
Italiano, francese
Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 99 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 23 n.n.
Note
(1) Cronologicamente questa è l'ultima data registrata, ma all'ultima registrazione, corrispondente al num. 6, segue un num. 6 bis, con
data 15 giugno 1940.
A 1.3
{8}
"Nati e battezzati dall'anno 1941 all'anno 1972. Tonadico. Volume III"
1941 giugno 12 - 1972 novembre 26
Altre denominazioni: "III volume: nati 1941-1972"
28
Il registro viene aggiornato saltuariamente con le date dei sacramenti impartiti successivamente (in particolare cresima e matrimonio)
e della morte fino al 9 dicembre 2010.
Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 98 num. sd, con indice a rubrica alla fine di cc. 30 n.n.
29
serie A 2
Registri dei matrimoni, 1943 - 1970
{9}
Registri 1
Contenuto
Nella XXIV sessione del Concilio di Trento, tenutasi l'11 novembre 1563, quando i lavori erano quasi arrivati a
conclusione, si affrontò la regolamentazione del sacramento del matrimonio. Nella rubrica "De reformatione circa
matrimoni" si impose ai parroci la necessità di tenere (oltre ad un registro dei battesimi) un registro dei matrimoni, nel
quale registrare diligentemente i nomi dei coniugi e dei testimoni e il giorno e il luogo in cui si celebra il matrimonio
(1). Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614 veniva ribadita la necessità di tenere il registro dei matrimoni e quello
dei battesimi. A conclusione della trattazione relativa al sacramento del matrimonio il "Rituale" concludeva "peractis
omnibus, parochus manu sua describat in libro matrimonium nomina coniugum et testium, locum et diem celebratii
Matrimonii, atque alia iuxta formulam præscriptam; idque licet alius Sacerdos vel a se vel ab ordinario delegatus
matrimonium celebraverit". Il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche
dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e uniforme (2).
Se si escludono le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non apportarono variazioni significative alla
gestione dei registri parrocchiali, si deve arrivare fino al 1781 per trovare, per i territori soggetti all'Impero, una
importante innovazione, che modifica il ruolo stesso dei curatori d'anime. Con circolare imperale del 1 maggio 1781 i
registri parrocchiali (non solo quelli dei matrimoni, ma anche quelli di battesimi e morti) vennero investiti di valore
pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni
linguistiche uniformi per la compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed
attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne
possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge".
Il governo bavarese tolse ai parroci il ruolo di ufficiali civili e con disposizione del 24 settembre 1808 la gestione
dell'anagrafe venne trasferita ai consigli comunali (3). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare
imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri
anagrafici (4). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel
periodo in cui ne erano stati esentati (5).
Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare i registri prestampati che
facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati inseriti.
I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il 1
gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le
disposizioni relative allo stato civile (6).
Durante la dominazione austriaca il matrimonio religioso aveva anche validità civile e al parroco veniva richiesta
un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per contrarre matrimonio (7).
Con il passaggio del Trentino al Regno d'Italia al matrimonio religioso non venne più riconosciuto valore civile e
quindi, perché l'unione fosse valida civilmente e ecclesiasticamente, si doveva fare una doppia celebrazione.
Con l'art. 34 del "Trattato fra la Santa Sede e l'Italia", sottoscritto l'11 febbraio 1929, al matrimonio religioso veniva
riconosciuto a tutti gli effetti anche valore civile, poiché "Lo Stato italiano, volendo ridonare all'istituto del matrimonio,
30
che è base della famiglia, dignità conforme alle tradizioni cattoliche del suo popolo, riconosce al sacramento del
matrimonio, disciplinato dal diritto canonico, gli effetti civili" (8).
Con la successiva legge 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929
fra la Santa Sede e l'Italia", nella parte relativa al matrimonio, venivano pubblicate le norme per la validità del
matrimonio religioso ai fini civili (9).
Il parroco era quindi chiamato a raccogliere la documentazione necessaria per l'istruzione della pratica matrimoniale e a
verificarne la validità. A matrimonio celebrato era compito del parroco informare gli sposi sugli obblighi civili derivanti
dal matrimonio religioso, compilare il registro parrocchiale e inviare all'Ufficio di stato civile del comune la copia
dell'atto di matrimonio. L'Ufficio avrebbe quindi comunicato al parroco l'avvenuta registrazione e il numero relativo,
che egli avrebbe annotato nel registro parrocchiale.
La serie è costituita da un unico registro, Tonadico ottenne infatti il diritto a celebrare matrimoni a partire dal momento
in cui venne elevato a parrocchia.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni
di metodo ed esperienze, Bologna, 1989
GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica
(1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed
esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
Fonti normative
Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale"
Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "ntorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti"
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative
all'ordinamento dello stato civile"
Patti Lateranensi (Trattato, Convenzione finanziaria, Concordato) stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa
Sede e l'Italia
Legge 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929 fra la
Santa Sede e l'Italia, nella parte relativa al matrimonio"
Note
(1) "Habeat parochus librum in quo coniugum et testium nomina diem que et locum contracti matrimonii describat
quem diligenter apud se custodiat" (Sessione XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. I, l'obbligo di introdurre i
registri di battesimo è al par. II).
(2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237, con i modelli per la registrazione alle
pp. 378-384; venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.
(3) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976.
31
(4) "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti", in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406;
GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime.
Popolazioni e registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282.
(5) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a
continuare a svolgere i loro compiti e continuare ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi
parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 53-54.
(6) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello
Stato civile".
(7) Codice civile austriaco, par. 80.
(8) Pubblicato negli "Acta Apostolicae Sedis", n. 6, 7 giugno 1929; l'art. 34 indicava inoltre che "Le pubblicazioni del
matrimonio ... saranno effettuate, oltre che nella chiesa parrocchiale, anche nella casa comunale. Subito dopo la
celebrazione il parroco spiegherà ai coniugi gli effetti civili del matrimonio, dando lettura degli articoli del Codice
civile riguardanti i diritti ed i doveri dei coniugi e redigerà l'atto di matrimonio, dei quale entro cinque giorni trasmetterà
copia integrale al comune, affinché venga trascritto nei registri dello stato civile".
(9) Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, 8 giugno 1929, n. 33.
A 2.1
{10}
"Matrimoni anni 1943-1970 Tonadico"
1943 febbraio 25 - 1970 maggio 30
Altre denominazioni: "I volume matrimoni 1943-1970" (tit. dorso)
Registro; carta, legatura in tela, pp. 184 num. (1), con indice a rubrica alla fine di cc. 20 n.n.
Note
(1) Viene registrato un atto matrimoniale su ogni singola pagina, quindi il numero di pagina corrisponde al numero di atto.
32
serie A 3
Registri dei morti, 1910 - 1989
{11}
Registri 1
Contenuto
Nel "Rituale Romanum" di Paolo V del 1614, i libri dei morti erano annoverati tra i registri che il parroco doveva
compilare insieme a quelli dei battesimi, dei matrimoni, delle cresime e dello stato delle anime; il "Rituale" non si
limitava tuttavia a dettare norme, ma forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione
dei registri fosse corretta, completa e uniforme (1). I registri dei morti seguirono in generale la stessa sorte dei registri
dei battezzati e dei matrimoni per cui, escludendo le successive modifiche del "Rituale Romanum", che non
apportarono variazioni significative alla gestione dei libri compilati a cura dei parroci, si deve arrivare fino al 1781 per
trovare, nei territori soggetti all'Impero, una importante innovazione che modifica il profilo degli stessi curatori d'anime.
Con circolare imperale del 1 maggio 1781 i registri parrocchiali (non solo quelli dei morti, ma anche quelli di battesimi
e matrimoni) vennero investiti di valore pubblico, con valenza civile. La successiva legge imperiale del 20 febbraio
1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime
di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per
via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come
oggetto della legge".
Il governo bavarese tolse ai parroci il compito di ufficiali civili e la gestione dell'anagrafe, con disposizione del 24
settembre 1808 venne trasferita ai consigli comunali (2). Dopo la restaurazione del governo austriaco, con la circolare
imperiale del 21 settembre 1815 veniva restituito ai parroci il ruolo di ufficiali civili e il compito di compilare i registri
anagrafici (3). I parroci avevano comunque continuato ad aggiornare diligentemente i registri anagrafici, anche nel
periodo in cui ne erano stati esentati (4).
Con ordinanza governativa n. 3681 del 30 giugno 1815 si rinnovò l'obbligo di utilizzare i registri prestampati che
facilitavano la correttezza e l'uniformità dei dati raccolti.
I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni il 1
gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, venivano estese alle nuove Province le
disposizioni relative allo stato civile (5).
La serie è costituita da un unico registro con le registrazioni dei decessi a partire dal 1943, nel quale è stato rilegato un
fascicolo con le registrazioni a partire dal 1910.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni
di metodo ed esperienze, Bologna, 1989
GRANDI C., Curatore d'anime dello stato civile: il parroco durante la seconda dominazione asburgica
(1818-1918), IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed
esperienze, a cura di COPPOLA G., GRANDI C., Bologna, 1989
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
33
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Fonti normative
Editto del re di Baviera 24 settembre 1808, "sul sistema comunale"
Decreto governiale 21 settembre 1815, n. 9286, "Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle
morti"
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative
all'ordinamento dello stato civile"
Note
(1) "Formulae scribendis in libris habendis apud parochos ut infra notatur: liber defunctorum habeatur etiam in omnibus
ecclesiis, in quibus defunctibus sepeliuntur", in "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617", pp. 378384. Il "Rituale" venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.
(2) "Istruzioni per i Capi delle Comuni", 24 settembre 1808, Sezione II, Titolo IV, par. 27, in "Foglio d'avvisi", p. 976.
(3) Intorno ai registri dei matrimoni, delle nascite e delle morti, in Raccolta delle leggi provinciali, II, p. 406; GRANDI
C., Curatore d'anime dello stato civile, in G. COPPOLA - C. GRANDI (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e
registri parrocchiali, questioni di metodo ed esperienze, Bologna 1987, pp. 251-273, in part. p. 282.
(4) Nel 1811 lo stesso Ordinariato vescovile aveva inviato una circolare ai curatori d'anime con la quale li esortava a
continuare a svolgere i loro compiti e continuare ad aggiornare i registri anagrafici, si veda BOSCHI J., Gli archivi
parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 53-54.
(5) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello
Stato civile".
A 3.1
{12}
"I volume morti 1943-1989" (tit. dorso)
1910 marzo 1 - 1989 dicembre 30
Nel registro è rilegato un fascicolo con le registrazioni dei morti dal 1 marzo 1910 al 15 gennaio 1943 scritto tutto dalla stessa mano
con indice proprio compilato da mano diversa.
Le registrazioni proprie del registro iniziano il 12 febbraio 1943 e si concludono il 30 dicembre 1989.
Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. num. 1-179, pp. 180-183 num. non compilate, con indice a rubrica alla fine di cc. 11
n.n.; per il fascicolo rilegato pp. num 1-65, indice alfabetico a rubrica alla fine di cc. 8 n.n.
34
serie A 4
{13}
Registri dei cresimati, 1910 - 1971
Registri 1
Contenuto
La compilazione dei registri dei cresimati veniva raccomandata nel "Rituale Romanum" di Paolo V pubblicato nel 1614.
I registri in questione erano annoverati tra quelli che il parroco aveva l'obbligo di compilare, insieme a quelli dei
battesimi, dei matrimoni, dei morti e dello stato delle anime; il "Rituale" non si limitava tuttavia a dettare norme, ma
forniva ai curatori d'anime anche dei modelli da seguire perché la compilazione dei registri fosse corretta, completa e
uniforme (1).
Le costituzioni promulgate in seguito da Ludovico Madruzzo (cap. 11, "De sacramento confirmationis") e dai vescovi
delle diocesi limitrofe alla diocesi di Trento (Padova, Feltre, Bressanone) raccomandavano di tenere nota dei fedeli che
avevano ricevuto il sacramento della confermazione (2).
I registri dei cresimati non avevano valore ufficiale sul piano civile, come era invece per i registri dei nati, dei
matrimoni e dei morti, ma servivano per tenere memoria dei rapporti di cognazione spirituale che si creavano tra
cresimati e padrini (o madrine); il legame spirituale che si instaurava era più forte e maggiormente vincolante di quello
di sangue, era quindi necessario conoscere e ricordare i vincoli di parentela spirituale, perché rendevano impossibile
un'unione matrimoniale (3). I registri dei cresimati rimasero quindi fuori dalle regolamentazioni dettate dall'autorità
civile e la loro compilazione era spesso più libera e si limitava a lunghe liste di nominativi con l'aggiunta di pochi altri
dati.
La serie è costituita da un unico registro nel quale sono annotati i cresimati della cappellania e poi parrocchia di
Tonadico in ordine alfabetico, numerati progressivamente partendo da 1 per ogni anno nel quale viene somministrato il
sacramento, sebbene poi vi siano alcune variazioni a questa pratica dovute ad aggiunte successive. Gli intervalli di
tempo che intercorrono tra le diverse somministrazioni del sacramento della cresima variano da più di dieci anni per il
primo periodo, con più di 240 cresimati in una sola celebrazione e con età da due a oltre venti anni, fino a intervalli di
un solo anno con un numero di cresimati variabile da 30 a 70 circa.
I nominativi di coloro che vengono cresimati in occasioni diverse, soprattutto fuori parrocchia, vengono aggiunti alla
fine delle registrazioni dei vari anni, non rispettando nella maggior parte dei casi né l'ordine alfabetico né cronologico.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
Note
(1) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237, i modelli per la registrazione alle pp.
378-384); il "Rituale" venne promulgato con la costituzione "Apostolicae sedis" il 17 giugno 1614.
35
(2) "Constitutiones illustrissimi et reverendissimi domini domini Ludovici Sanctae Romanae Ecclesiae tituli Sancti
Laurentii in Lucina, presbyteri cardinalis Madrutii, episcopi Tridenti, & c. in dioecesana synodo promulgatae anno
1593", Tridenti apud Ioannem Baptistam Gelminum, 1594.
(3) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XVXX), Trento 2011, pp. 53-54.
A 4.1
{14}
"Registro dei cresimati. Curazia di Tonadico"
1910 giugno 14 - 1971 maggio 20
Alla c. 16s tra il num. 168 e 169 (anno 1922) viene aggiunto un nominativo con data della cresima 1923; alla c. 26s a seguire il num.
39, ultimo cresimato per il 1936, vengono aggiunti diversi nominativi di cresimati negli anni 1932, 1933, 1938, 1941, 1942.
Registro; carta, legatura in tela, cc. 49 num. sd, indice alfabetico a rubrica alla fine di cc. 20 n.n. non compilato
36
serie A 5
Registri anagrafici (Stato delle anime), post 1920
{15}
Registri 2
Contenuto
I registri anagrafici, compilati a cura del sacerdote in cura d'anime, sono gli eredi di quelli che erano nati come registri
dello "status animarum", introdotti principalmente quale strumento per controllare che i fedeli, seguendo le norme
ecclesiastiche, si accostassero all'eucaristia almeno il giorno di Pasqua, così come era stato stabilito dal IV Concilio
Lateranense nel 1215 (can. 21) e poi più volte ribadito a livello sinodale e conciliare (1).
Nel "Rituale Romanum" del 1614 si richiamava l'obbligo della comunione pasquale e, rifacendosi alle prescrizioni del
Laterano, si ordinava "ut hoc salutare concilii decretum inviolabiliter servetur, descripta parochus habeat nomina
suorum parochianorum et qui dicto tempore [cioè il giorno di Pasqua] non communicaverint", il "Rituale" prevedeva
poi in maniera specifica che i registri dello "status animarum", dei battesimi, dei matrimoni e dei defunti fossero
posseduti da tutti i sacerdoti con cura d'anime, indicando, anche per questa tipologia di registrazioni, le formule precise
per una corretta compilazione (2).
Dall'inizio del XIX sec. i registri dello "status animarum", pur mantenendo in molti casi la medesima denominazione,
persero la funzione di controllo dei fedeli presenti all'eucaristia pasquale e divennero strumenti con i quali i sacerdoti
tenevano nota della condizione generale della vita religiosa della parrocchia o comunque della cura d'anime a loro
affidata. I registri venivano quindi a rappresentare per un verso uno spaccato della vita religiosa còlto in un preciso
momento, ma per un altro seguivano l'evoluzione dello stato dei fedeli, dal momento che i dati venivano continuamente
aggiornati con nuove notizie.
Il passaggio di forma e di finalità coincise in molti casi anche con un cambiamento della denominazione, così da registri
dello "status animarum" passarono ad essere indicati semplicemente come registri anagrafici (3).
La serie dei registri anagrafici di Tonadico è costituita da due registri, uno a colonne prestampate, un secondo compilato
solo parzialmente.
Nel primo registro viene annotata la composizione dei nuclei famigliari della parrocchia di Tonadico con nome e
cognome del padre e della madre e a seguire il nome dei figli; per tutti viene indicata la data di nascita, ma solo per una
minima parte viene segnalata la morte o con una semplice croce a margine o con l'indicazione dell'anno. L'ordine di
registrazione non è né alfabetico, né cronologico: nella prima colonna viene riportato un numero da 3 a 158; alcune
lacune nella numerazione e la ripetizione di alcuni numeri farebbero supporre che si tratti del numero di casa. Quanto
alla datazione, il registro è privo di indicazioni precise in merito alla compilazione, ma risulta compilato tutto da una
stessa mano, fino all'ultima data registrata che risale al 1920 (corrisponde ad una data di morte); il più tardo degli
aggiornamenti successivi viene compilato da mano diversa nel 1930 (corrisponde ad una data di nascita).
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
ALBERIGO G., DOSSETTI G.L., JOANNOU P.P., LEONARDI C., PRODI P. (a cura di), Conciliorum
Oecomenicorum decreta, Bologna 1991
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
37
XV-XX), Trento 2011
ECCHER L., Le costituzioni sinodali di Niccolò da Brno (1344), IN: "Studi Trentini di Scienze Storiche",
sez. I, 85 (2006), n. 2, pp. 129-163; n. 3, pp. 287-316
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
Note
(1) ALBERIGO G. – DOSSETTI G.L. – JOANNOU P.P. – LEONARDI C. – PRODI P. (a cura di), "Conciliorum
Oecomenicorum decreta", Bologna 1991, pp. 244-245. A seguito delle prescrizioni del lateranense l'obbligo della
comunione pasquale veniva promulgato nelle costituzioni sinodali di Niccolò da Brno nel 1344; la costituzione 26
richiamava gli arcipresbiteri, i pievani e i vicari a predicare ai propri fedeli la necessità di comunicarsi almeno nel
giorno di Pasqua poiché a coloro che non lo avessero fatto e fossero morti entro l'anno sarebbe stata negata la sepoltura
cristiana, a meno che non potessero provare di essere stati esonerati dalla comunione da un sacerdote. La costituzione
imponeva anche, a tutti quelli che avevano l'età della ragione ("annos discretionis"), di partecipare alle messe
domenicali e festive nella propria parrocchia (ECCHER L., Le costituzioni sinodali di Niccolò da Brno (1344), "Studi
Trentini di Scienze Storiche", sez. I, 85 (2006), n. 2, pp. 129-163; n. 3, pp. 287-316, in part. p. 304).
Anche il Concilio di Trento aveva ribadito la necessità dell'Eucaristia pasquale nella sessione XIII, "Decretum de SS.
Eucharistia".
(2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", pp. 67-68, i modelli per la registrazione alle pp. 378-384; venne
promulgato il 17 giugno 1614 con la costituzione "Apostolicae sedis". Il sacerdote avrebbe non solo dovuto richiamare i
fedeli che non avessero partecipato all'eucaristia pasquale, ma anche denunciarli, se avessero continuato a rifiutare di
accostarsi alla comunione.
(3) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XVXX), Trento 2011, pp. 59-62.
A 5.1
{16}
"Anagrafe Tonadico"
post 1920 (con aggiornamenti fino al 1930)
Alle cc. 26-27 è trascritto il testo di un'omelia sulla figura di san Pietro; alla c. 31 è trascritto il testo "La fame bolscevica", ossia
l'appello del papa per aiutare la popolazione della Russia che sta attraversando un periodo di carestia e non ha più di che sopravvivere
(s.d. ma probabilmente riferito alla carestia 1921-1923).
Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 34 n.n., di cui cc. 22-25, 28-30, 32-34 n.n. bianche
A 5.2
{17}
Registro anagrafico
post 1930 - [1935]
Si tratta di un registro compilato in ordine alfabetico, solo per una parte della lettera B i nomi registrati sono i medesimi del
precedente (1).
Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 2 n.n., seguono molte cc. bianche
Note
(1) Vi era forse la volontà di razionalizzare il precedente registro organizzando i nomi in ordine alfabetico.
38
serie A 6
Registri degli sponsali, 1945 - 1966
{18}
Registri 1
Contenuto
Nella sessione XXIV del Concilio di Trento "De reformatione circa matrimonii", venivano poste delle clausole alla
validità del matrimonio e si deliberava che "Laddove si contragga matrimonio senza la presenza del proprio parroco, o
di un prete delegato dal proprio parroco o dal vescovo, e senza la presenza di due o tre testimoni, il sacro sinodo lo
ritiene nullo"; si trattava di una norma finalizzata a limitare la pratica dei matrimoni stipulati in segreto (1).
Successivamente il "Rituale Romanum" pubblicato nel 1614 si occupò di normativa matrimoniale, dettando a sua volta
regole per impedire che l'unione avvenisse in modo clandestino e segreto. In primo luogo veniva richiamato l'obbligo
delle pubblicazioni nella chiesa degli sposi, se entrambi appartenevano alla medesima parrocchia, in caso contrario, le
pubblicazioni avrebbero dovuto essere fatte anche nella parrocchia da cui provenivano i nubendi. Ai parroci veniva
inoltre raccomandato di non unire in matrimonio persone che non conoscevano, come pellegrini e viandanti che non
avevano stabile dimora; allo stesso tempo si proibiva agli sposi di rivolgersi a parroci che non fossero quelli della loro
parrocchia (2).
Il 10 agosto 1907 papa Pio X pubblicava il decreto "Ne temere", che sarebbe entrato in vigore dal 19 aprile 1908
(giorno di Pasqua) e che, rifacendosi alla normativa dettata dal Concilio di Trento nella XXIV sessione, rinnovava il
valore degli obblighi dettati dai padri conciliari, ribadendo o approfondendo norme già esistenti e dettandone di nuove.
Il I capitolo della "Ne temere" introduceva espressamente l'obbligo per gli sposi di scambiarsi una promessa
matrimoniale che, per essere valida, doveva essere firmata da entrambi alla presenza del parroco e di almeno due
testimoni (3).
La serie è costituita da un unico registro nel quale vengono trascritte le promesse di matrimonio, che iniziano con due
anni di ritardo rispetto al registro degli atti matrimoniali. Su ogni pagina, costituita da tabella prestampata, viene
registrata un'unica promessa e quindi la numerazione delle pagine corrisponde alla numerazione delle promesse.
Le promesse matrimoniali registrate non riportano la data del giorno in cui sono state fatte, ma solo la data delle tre
pubblicazioni fatte in chiesa; quale data di inizio e fine del registro si assumono quindi le data della prima e dell'ultima
pubblicazione.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum, Romae 1617
Note
(1) Concilio di Trento, Sessione XXIV "De reformatione circa matrimonii", cap. I.
(2) "Rituale Romanum, Pauli V P.M. iussu editum", Romae 1617, pp. 232-237; venne promulgato il 17 giugno 1614
con la costituzione "Apostolicae sedis".
(3) Pubblicata in "Foglio diocesano", a. 1908, n. 3. La promessa non era vincolante, poiché se uno dei due futuri sposi
fosse venuto meno alla promessa fatta, il matrimonio non avrebbe comunque potuto essere celebrato; questa norma si
39
accordava con quanto era previsto dal Codice civile austriaco che non considerava la promessa vincolante nel momento
in cui uno degli sposi non l'avesse rispettata.
A 6.1
{19}
Registro degli sponsali
ante 1945 dicembre 16 - ante 1966 aprile 17
Registro; carta, legatura in tela, pp. 136 num. (manca il num. 134), cc. 4 n.n. non compilate
40
serie A 7
{20}
Atti matrimoniali, 1943 - 1969
Buste 4
Contenuto
Con la circolare imperale del 1 maggio 1781 il curatore d'anime venne investito dell'autorità di funzionario pubblico,
incaricato di istruire la pratica matrimoniale, raccogliere la documentazione necessaria, richiedere e rilasciare certificati
ad altre parrocchie, occuparsi delle pubblicazioni; in sostanza il parroco garantiva la correttezza delle operazioni
burocratiche perché il matrimonio avesse valore, sia dal punto di vista religioso che da quello civile.
La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 stabilì formule ed espressioni linguistiche uniformi per la
compilazione dei registri, ordinando ai curatori d'anime di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene
de' ... sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che
dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge".
Il curatore d'anime raccoglieva quindi la documentazione necessaria in fascicoli nominativi, nei quali venivano
conservati gli esiti degli esami di religione, i consensi paterni (necessari per i minorenni), gli attestati di avvenute
pubblicazioni, le attestazioni di regolarità nei confronti dei sacramenti ricevuti dagli sposi (battesimo, cresima),
eventuali dispense vescovili. Per il territorio tirolese dal 1820 vennero resi obbligatori anche i certificati politici, che
venivano rilasciati dal comune e che attestavano la capacità economica del futuro marito di mantenere una famiglia;
senza questa attestazione il matrimonio non poteva essere celebrato (1).
La maggior parte di questa documentazione era costituita da carte sciolte e solo per alcune tipologie di dati si faceva
invece ricorso alle registrazioni in quaderno o registri appositi (per esempio per i consensi paterni).
I parroci mantennero il loro ruolo di ufficiali civili fino all'impianto dell'Ufficio di stato civile presso i comuni avvenuto
il 1 gennaio 1924 quando, a seguito del regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, vennero estese alle nuove province
annesse le disposizioni governative relative allo stato civile (2).
Gli accordi tra la Santa Sede e lo Stato italiano stipulati tramite il Concordato del 1929, restituirono al matrimonio
religioso il valore civile e con l'art. 34 veniva stabilito che, a matrimonio celebrato, il sacerdote doveva stilare l'atto di
matrimonio, trasmetterne copia integrale al comune entro 5 giorni, affinché venisse trascritto nei registri di stato civile
(3). L'ufficiale di stato civile inviava quindi a sua volta al parroco l'attestazione di avvenuta registrazione, con il numero
assegnato nel registro comunale, che il parroco indicava nel registro parrocchiale dei matrimoni. Dopo il 1929 la
comunicazione al sacerdote dell'avvenuta registrazione ai fini civili è in generale l'ultimo documento che viene inserito
nel fascicolo matrimoniale.
La documentazione conservata nei fascicoli matrimoniali è piuttosto omogenea dal punto di vista del contenuto, anche
se vi sono pratiche matrimoniali che conservano solo poche carte, mentre altre sono piuttosto voluminose. Questa
disparità va attribuita non tanto ad una raccolta di documenti più o meno accurata, quanto piuttosto a qualche
spostamento di carte o a perdite accidentali, dal momento che è stato recentemente studiato come i sacerdoti venissero
istruiti sulla corretta procedura da seguire per l'iter burocratico, attraverso norme inviate tramite lettere circolari,
diffusione di moduli prestampati e manuali pratici, che uniformavano le attività dei sacerdoti stessi contribuendo a
costituire raccolte documentarie omogenee nelle diverse parrocchie (4).
41
La serie è costituita da 4 buste.
Criteri di ordinamento e inventariazione
I singoli atti matrimoniali sono raccolti in fascicoli nominativi, in teche riportanti sul primo foglio tabelle prestampate
compilate con i dati degli sposi e la data del matrimonio. Gli atti erano raccolti in 4 mazzi, legati con lo spago
contenenti un numero variabile di fascicoli; le date estreme degli atti di un plico erano segnate su un biglietto fissato
allo spago. I plichi così costituiti sono stati descritti a livello di busta; gli atti sono stati numerati secondo la
numerazione che presentano nel registro dei matrimoni (il numero è indicato a matita nell'angolo in basso a destra).
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Fonti normative
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative
all'ordinamento dello stato civile"
Patti Lateranensi (Trattato, Convenzione finanziaria, Concordato) stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa
Sede e l'Italia
Note
(1) Decreto della Cancelleria aulica, 12 maggio 1820.
(2) R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove province delle disposizioni relative all'ordinamento dello
Stato civile".
(3) "Trattato fra la Santa Sede e l'Italia sottoscritto l'11 febbraio 1929", pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, n. 6, 7
giugno 1929; L. 27 maggio 1929, n. 847, "Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929 fra la
Santa Sede e l'Italia, nella parte relativa al matrimonio".
(4) BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 153-300; BOSCHI J., Gli archivi
parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 57-58.
A 7.1
{21}
"Tonadico: atti matrimoniali 1943-1949"
1943 - 1949 (con documento del 1927)
Negli atti di matrimonio del 1944 si trova la documentazione (parziale) relativa ad un matrimonio non registrato in quanto celebrato
fuori parrocchia.
Italiano, latino, tedesco, francese
Busta; carta, cc. 442
A 7.2
{22}
Atti matrimoniali 1950-1956
1949 - 1956
42
Negli atti di matrimonio del 1952 e del 1955 si trova la documentazione relativa a due matrimoni non registrati in quanto celebrati
fuori parrocchia.
Italiano, portoghese, latino, inglese, francese
Busta; carta, cc. 457
A 7.3
{23}
Atti matrimoniali 1957-1964
1957 - 1963
Negli atti di matrimonio del 1957 si trova la documentazione relativa a tre matrimoni non registrati in quanto celebrati fuori
parrocchia.
Italiano, latino, francese, spagnolo
Busta; carta, cc. 424
A 7.4
{24}
Atti matrimoniali 1965-1969
1964 - 1969
Negli atti di matrimonio del 1965 e del 1969 si trova la documentazione relativa a due matrimoni non registrati in quanto celebrati
fuori parrocchia.
Italiano, latino, croato
Busta; carta, cc. 415
43
serie A 8
Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1898 - 2008
{25}
Fascicoli 1
Contenuto
La serie è costituita da una busta nella quale è raccolta la documentazione relativa a nascite, matrimoni e morti avvenute
fuori dalla cura d'anime di Tonadico. La documentazione comprende comunicazioni ai sacerdoti di nascite, matrimoni e
morti, richieste di certificati di battesimo e di matrimoni, estratti dei registri dell'anagrafe, comunicazioni e certificati di
morte provenienti da curazie e parrocchie e da diverse autorità civili sia del territorio del Regno, sia da stati esteri.
A 8.1
{26}
Atti di anagrafe
1898 - 2008
Notifiche di battesimi impartiti fuori parrocchia, all'estero o in "periculo mortis" presso gli ospedali, attestati rilasciati per il
conseguimento della cresima, notifiche di matrimoni celebrati fuori parrocchia o all'estero, permessi di seppellimento rilasciati
dall'Ufficio di stato civile alla parrocchia con il nulla osta per la celebrazione delle esequie; nel fascicolo sono inoltre contenute le
richieste pervenute dall'estero di ricerche genealogiche da parte di emigrati.
Italiano, portoghese, latino, tedesco, francese, spagnolo
Fascicolo; carta, cc. 165
44
serie A 9
Diari delle messe avventizie, 1880 - 1989
{27}
Registri 11
Contenuto
Secondo quanto indicato nella circolare vescovile del 4 gennaio 1777, i diari delle messe erano gli strumenti con i quali
i parroci avrebbero dovuto controllare che i sacerdoti operanti in parrocchia celebrassero nel numero e nei tempi corretti
le messe, ordinarie o legatarie, che avevano in carico. La circolare prevedeva infatti che fosse tenuto un libro "in quo
quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii et capellaniae quam legatarias perpetuas ac insuper
alium separatum librum in quo notentur missae adventitiae signatae in utroque libro cuiuscumque celebrationis die" e
specificava inoltre, che tale libro avrebbe dovuto essere consegnato periodicamente al proprio parroco, al quale spettava
verificare la corretta esecuzione degli oneri missari (1).
La compilazione dei diari delle messe aveva trovato ampia regolamentazione nel corso del XVII e XVIII secolo; nel
1697 con la costituzione apostolica "Nuper" ("De celebratione missarum") Innocenzo XII (1691-1700) rese obbligatoria
la registrazione dei legati e delle messe in base alla loro tipologia, confermando decreti precedenti già emanati dalla
Congregazione del Concilio. In ogni sacrestia di chiesa con cura d'anime dovevano quindi esserci una tabella con gli
obblighi delle messe e, soprattutto, due registri uno per l'annotazione delle messe avventizie, o celebrate "pro populo", e
un secondo per l'annotazione delle messe legatarie e beneficiarie. L'ufficiante doveva tenere inoltre un proprio diario
personale, nel quale registrava giornalmente le messe a suo carico. In generale nei diari venivano annotate le messe
celebrate, numerate progressivamente, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del celebrante.
Nella diocesi di Trento l'uso dei registri delle messe comincia a diffondersi all'inizio del XIX secolo, probabilmente a
seguito del decreto vescovile di Saverio Luschin del 1 marzo 1825, che ordinava ad ogni sacerdote in cura d'anime di
tenere i registri delle messe e di consegnarli periodicamente al proprio parroco di riferimento; quest'ultimo aveva il
compito di controllare la correttezza delle celebrazioni effettuate dai curatori d'anime che a lui facevano capo (2).
La serie è costituita da 11 registri; il più antico copre il periodo dal 1880 al 1885, i successivi iniziano da un periodo
molto più tardo e coprono senza interruzioni l'arco cronologico dal 1929 al 1989.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
(1) La circolare in ADTn, "Bolle, editti, circolari", Bolle editti papali e circolari vescovili dal 1796 al 1816, tomo III,
doc. 70, 4 gennaio 1777.
(2) Si veda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 382-386, ma soprattutto
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX),
Trento 2011, p. 63.
45
A 9.1
{28}
"Diarium missarum celebratarum ab anno 1880 usque ad ..."
1880 gennaio 1 - post 1885 settembre 23 (1)
Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n.
Note
(1) Le ultime 4 carte del registro sono state tagliate e ne rimane una striscia (circa 5 cm) sulla quale è possibile leggere il giorno del
mese e in alcuni casi anche la lettera iniziale del mese (almeno per quanto riguarda il recto della carta), ma non l'anno e l'intenzione
della celebrazione. La data dell'unità qui indicata è quella dell'ultimo giorno leggibile sul recto dell'ultima carta.
A 9.2
{29}
Diario delle messe celebrate
1929 gennaio 1 - 1943 aprile 10
Registro; carta, cc. 48 n.n., molte cc. bianche n.n.
A 9.3
{30}
"Diarium missarum"
1943 aprile 11 - 1951 marzo 17
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Tonadico ab anno 1943 ad 17/3/51" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 80 n.n.
A 9.4
{31}
"Diarium missarum"
1951 aprile 18 - 1956 aprile 19
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Sancti Sebastiani martiris - Tonadico. Ab anno 1951,
18 aprile, ad annum 1956, 31 maggio. Parochus don Doffsotta Pietro" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 78 n.n.
A 9.5
{32}
"Chiesa parrocchiale di San Sebastiano martire. Tonadico, diocesi Tridentina"
1956 giugno 20 - 1961 novembre 1
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio parrocchia San Sebastiano martire.
Tonadico (Tn). A die 20 iunii 1956 ad 1 novembre 1961" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 74 n.n.
A 9.6
{33}
"Diarium missarum"
1961 novembre 1 - 1966 settembre 14
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio Tonadico, diocesi Tridentina a die 1
novembre 1961 ad 14/9/1966" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 75 n.n.
46
A 9.7
{34}
"Diarium missarum"
1966 settembre 15 - 1971 aprile 30
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio San Sebastiano martire in Tonadico. A die
15 settembre 1966 ad 30.4.71" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 76 n.n.
A 9.8
{35}
"Diarium missarum"
1971 aprile 30 - 1977 febbraio 19
Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia-oratorio San Sebastiano martire in Tonadico. A die
30/4/1971 ad ... " (tit. int.)
Registro; carta, cc. 80 n.n.
A 9.9
{36}
"Messe celebrate"
1977 marzo 20 - 1979 dicembre 31
Altre denominazioni: "Chiesa San Sebastiano martire in Tonadico, diocesi di Trento. Messe celebrate" (tit. int.)
Registro; carta, cc. 35, cc. 4 bianche
A 9.10
{37}
"Diarium missarum"
1980 gennaio 1 - 1984 luglio 21
Registro; carta, cc. 72 n.n.
A 9.11
{38}
"Messe celebrate"
1984 giugno 20 - 1989 dicembre 31
Registro; carta, cc. 101 n.n.
47
serie A 10
{39}
Diari delle messe personali, 1967 - 1974
Registri 1
Contenuto
Secondo quanto indicato nella circolare vescovile del 4 gennaio 1777, i diari delle messe erano gli strumenti con i quali
i parroci avrebbero dovuto controllare che i sacerdoti operanti in parrocchia celebrassero nel numero e nei tempi corretti
le messe, ordinarie o legatarie, che avevano in carico. La circolare prevedeva infatti che fosse tenuto un libro "in quo
quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii et capellaniae quam legatarias perpetuas ac insuper
alium separatum librum in quo notentur missae adventitiae signatae in utroque libro cuiuscumque celebrationis die" e
specificava inoltre, che tale libro avrebbe dovuto essere consegnato periodicamente al proprio parroco, al quale spettava
verificare la corretta esecuzione degli oneri missari (1).
La compilazione dei diari delle messe aveva trovato ampia regolamentazione nel corso del XVII e XVIII secolo; nel
1697 con la costituzione apostolica "Nuper" ("De celebratione missarum") Innocenzo XII (1691-1700) rese obbligatoria
la registrazione dei legati e delle messe in base alla loro tipologia, confermando decreti precedenti già emanati dalla
Congregazione del Concilio. In ogni sacrestia di chiesa con cura d'anime dovevano quindi esserci una tabella con gli
obblighi delle messe e, soprattutto, due registri uno per l'annotazione delle messe avventizie, o celebrate "pro populo", e
un secondo per l'annotazione delle messe legatarie e beneficiarie. L'ufficiante doveva tenere inoltre un proprio diario
personale, nel quale registrava giornalmente le messe a suo carico. In generale nei diari venivano annotate le messe
celebrate, numerate progressivamente, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del celebrante.
Nella diocesi di Trento l'uso dei registri delle messe comincia a diffondersi all'inizio del XIX secolo, probabilmente a
seguito del decreto vescovile di Saverio Luschin del 1 marzo 1825, che ordinava ad ogni sacerdote in cura d'anime di
tenere i registri delle messe e di consegnarli periodicamente al proprio parroco di riferimento; quest'ultimo aveva il
compito di controllare la correttezza delle celebrazioni effettuate dai curatori d'anime che a lui facevano capo (2).
La serie è costituita da un unico registro appartenuto a don Erminio Vanzetta.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
(1) La circolare in ADTn, "Bolle, editti, circolari", Bolle editti papali e circolari vescovili dal 1796 al 1816, tomo III,
doc. 70, 4 gennaio 1777.
(2) BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, pp. 382-386; BOSCHI J., Gli archivi
parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, p. 63.
48
A 10.1
{40}
"Diarium missarum"
1967 agosto 23 - 1974 gennaio 5
Altre denominazioni: "Diarium missarum presbyteri don Erminio Vanzetta. I Missae celebrandae. II Missae celebratae"
(tit. int.)
A seguire il titolo interno vi è la seguente scritta a stampa "Prospectus missarum, quibus satisfacere teneor; unde nisi in meo diario
notatae fuerint tamquam a me celebratae, nec ab aliis sacerdotibus, me committente, celebratas fuisse attestatione fide digna
constiterit, haeredes mei ad supplendum tenebuntur".
Il registro risulta così suddiviso:
- cc. 1-41: "Missae celebrandae" (1967-1973);
- cc. 42-78: "Missae celebratae" (1968-1974).
Registro; carta, cc. 78 n.n., seguono molte cc. bianche n.n.
49
serie A 11
Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere pie, 1919 - 1969
{41}
Registri 2
Contenuto
La serie è costituita da due registri in forma di libro giornale nei quali vengono tenuti i conti delle entrate e delle uscite
di diverse realtà dipendenti, o comunque legate per la loro gestione, al curatore d'anime della comunità dei fedeli di San
Sebastiano.
Il primo registro compilato per un arco cronologico limitato (1919-1922) è piuttosto disordinato con voci di entrata e
spesa generiche, quasi del tutto prive di data.
Il secondo registro è compilato per un arco cronologico molto più ampio (1945-1969) e annota in maniera precisa le
diverse voci di entrata e uscita con le rispettive date.
A 11.1
{42}
"Cassa: 1. Cassa Madonna della Luce; 21. Cassa Sant'Antonio; 57. Cassa Sante Anime" (1)
1919 settembre 17 - 1923 luglio 1
Altre denominazioni: "Libro cassa. 1. Madonna della Luce, 1; 2) Sant'Antonio, p. 21; 3) Anime, p. 57" (tit. int.)
Il registro risulta così suddiviso:
- pp. 1-4: entrate e uscite della "Cassa Madonna della luce" (1919-1923) (2);
- pp. 21-27: entrate e uscite del "Pane di Sant'Antonio" (1919-1922) (3);
- pp. 57-76: vi erano le registrazioni della cassa delle "Sante Anime", ma le pagine sono state strappate (4).
Registro; carta, cc. 35 num. in maniera diversa, cc. 15 n.n. bianche; mancano le pp. 57-76 (strappate)
Note
(1) Vi era una terza voce "71. Cassa Artigianelli", che però è stata depennata.
(2) Si tratta delle offerte raccolte presso un capitello in onore della Madonna posto in località Boaletti, eretto nel 1902 per volontà e a
spese di Pietro Trotter, che in quel periodo era impegnato nella costruzione della prima centrale idroelettrica di Primiero. Realizzato
in tufo e posto sulla sommità di un masso erratico, il capitello ospita la statua della Madonna del Rosario, battezzata con il nome di
Madonna della Luce; altre statue quali quella della pastorella di Caravaggio ed una piccola statua del Sacro Cuore sono state
probabilmente aggiunte in un secondo tempo da qualche fedele.
(3) L’Opera del pane dei poveri, è un organizzazione legata alla Basilica Pontificia di Sant'Antonio, nata ufficialmente nel 1897 con
un ruolo assistenziale e caritativo.
(4) La Cassa delle Sante anime era una raccolta di denaro che veniva fatta in chiesa, con gli incassi venivano recitate messe a
suffragio delle anime purganti.
A 11.2
{43}
"Registro cassa: Sante Anime - Confraternita Santissimo - Sant'Antonio"
1945 maggio 23 - 1969 aprile 15
Il registro risulta così suddiviso:
- cc. 1-17: "Registro Sante Anime - Tonadico" (1945-1969);
- cc. 21-27: "Registro confraternita Santissino Sacramento" (1945-1969);
50
- cc. 39-57: "Registro Pane di Sant'Antonio" (1945-1969).
Registro; carta, cc. 43 n.n., cc. 14 bianche n.n.
51
serie A 12
Registri di cronache e memorie, 1923 - 1928
{44}
Quaderni 1
Contenuto
Alla documentazione che i curatori d'anime compilavano e conservavano per esigenze di tipo contabile, per ordine delle
autorità superiori o per ottemperare agli obblighi derivanti dalla loro funzione in qualità di pubblici ufficiali, veniva
affiancata molto spesso documentazione diversa, compilata dai medesimi sacerdoti e conservata per interesse personale,
di cronaca o come completamento della documentazione ufficiale. Molto spesso i parroci compilavano cronache della
chiesa e della parrocchia, ricavate da documenti presenti nell'archivio che essi stessi gestivano (1).
La serie delle cronache è costituita da un solo volumetto scritto da don Guido Polo, a partire dal momento in cui prese
possesso della cura d'anime di Tonadico, fino alla fine degli anni Venti del Novecento; una prima parte è dedicata alla
presa di possesso della cura da parte del medesimo don Polo, quindi viene data notizia in particolare dei lavori di
restauro della chiesa eseguiti tra il 1927 e il 1928.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
(1) Un recente studio sugli archivi dei parroci e sulla omogeneità dei contenuti di questi documenti non obbligatori in
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX),
Trento 2011, pp. 73-74.
A 12.1
{45}
"Cronaca curazia di Tonadico"
1923 ottobre 20 - 1929 gennaio 11 (1)
Cronaca della curazia Tonadico a partire dal 20 ottobre 1923, data dell'arrivo di don Guido Polo, fino all'inizio del 1929 (ma don
Guido Polo rimarrà a Tonadico fino al 1940); la cronaca ripercorre in particolare l'attenzione di don Polo alla "cura animarum" e
l'impegno nel restauro e la decorazione della chiesa di San Sebastiano.
Quaderno; carta, cc. 5 n.n., molte cc. bianche n.n.
Note
(1) Quale ultima data degli appunti del curato sulla storia di Tonadico si assume quella di un trafiletto pubblicato dal settimanale
"Vita Trentina" e incollato nel volume, nel quale la popolazione ringrazia il parroco don Polo per la su attività e soprattutto per aver
progettato il restauro della chiesa di Tonadico.
52
serie A 13
{46}
Protocolli degli esibiti, 1919 - 1921
Registri 1
Contenuto
L'utilizzo del protocollo per la gestione della corrispondenza è una pratica che si afferma nelle parrocchie trentine nel
corso del XIX secolo, anche a seguito delle disposizioni governative del 1816, che raccomandavano ai curatori d'anime
l'adozione di appositi registri di protocollo. Le disposizioni dell'Ordinariato vescovile in materia furono invece più tarde
e la tenuta di un protocollo venne imposta solo con disposizione del 9 marzo 1887 (1).
Vi erano comunque sacerdoti che avevano adottato i registri di protocollo in anticipo sulle disposizioni vescovili o che
addirittura li avevano adottati in anticipo sulle disposizioni civili.
La tipologia delle registrazioni era gestita in maniera disomogenea dai curatori d'anime, poiché in alcuni casi veniva
registrata la corrispondenza in entrata e in uscita, in altri il solo flusso in entrata. Per la maggior parte delle parrocchie
(o altre fondazioni) si individua tuttavia una certa costanza nella compilazione dei registri nel momento in cui se ne
iniziava l'uso.
I dati segnalati nei registri (sia per la corrispondenza in entrata che per quella in uscita) erano di solito gli stretti
necessari per individuare un documento: data, mittente o destinatario, oggetto. In alcuni casi si aggiungeva un numero
d'ordine, ma questo aveva un valore relativo poiché, molto spesso, il numero d'ordine non veniva riportato sul
documento corrispondente.
La registrazione della corrispondenza aveva finalità di attestare quanta e quale corrispondenza si era succeduta in
entrata e in uscita, più che quello di introdurre un sistema di archiviazione razionale basata sulla classificazione in base
ad un titolario. Un recente studio sui vari archivi parrocchiali trentini ha individuato la tendenza a raccogliere la
documentazione per sedimentazione, secondo un criterio puramente cronologico; tuttavia si sono anche individuate
realtà parrocchiali o curaziali in cui si tenevano registri specifici destinati all'annotazione di corrispondenza
appartenente ad un'unica tipologia (2).
La serie è costituita da un unico registro compilato per un arco cronologico molto breve (1919-1921). Il registro è
organizzato in tabelle su pagine contrapposte e riporta il protocollo degli esibiti, ossia della posta in entrata, nella pagina
sinistra, il protocollo di evasione, quindi le risposte inviate, sulla pagina destra; la numerazione degli atti prevede un
unico numero di protocollo per entrate ed uscite, che riparte da 1 ogni anno. Non vi sono classificazioni né messa in
evidenza del legame archivistico tra i documenti registrati.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
53
(1) Decreto 19 dicembre 1816, in Raccolta delle leggi provinciali 19 dicembre 1816; BAZZANELLA G., Manuale
d'ufficio per il clero curato, Trento 1888, p. 120.
(2) Le notizie riportate in questa introduzione sono in prevalenza basate su BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini:
produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 72-73.
A 13.1
{47}
"Protocollo esibiti-evasione"
1919 agosto 5 - 1921 giugno 1
Altre denominazioni: "Chiesa Tonadico" (tit. int.) (1)
Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 8 n.n., seguono molte cc. bianche
Note
(1) Il registro presenta internamente l'intestazione a stampa "Famiglia cooperativa. Protocollo degli esibiti - Protocollo di evasione",
la scritta "Chiesa Tonadico" è invece tracciata a mano.
54
serie A 14
{48}
Carteggio e atti, 1703 - 1990
Buste 1, fascicoli 10
Contenuto
La serie è costituita dal carteggio (lettere, missive e responsive) e dagli atti (documenti, atti accompagnatori) inerenti gli
affari, la cui trattazione si protrae di solito per più anni, di pertinenza dell'Ufficio parrocchiale di Tonadico, vi rientra
quindi in particolare tutta la documentazione che riguarda la "cura animarum", i compiti dei sacerdoti, gli oneri missari,
la predicazione, la gestione di associazioni laiche e religiose facenti capo al curatore d'anime, le elemosine, i rapporti
con l'Ordinariato vescovile e con le diverse autorità civili.
Criteri di ordinamento e inventariazione
I documenti più antichi presentano nel verso diverse segnature che testimoniano una precedente e diversa collocazione
delle carte nell'archivio e un frequente spostamento delle stesse; non rimane tuttavia alcun inventario, titolario o
strumento simile che permetta di individuare il percorso seguito dai vari documenti nel corso della loro esistenza.
Le segnature più interessanti sono quelle assegnate ai documenti del Settecento, ossia un numero di fascicolo e un
numero progressivo; la maggior parte delle carte facevano parte di un "fascicolo X", segnatura spesso cassata e
sostituita da un "fascicolo V", in qualche documento viene aggiunta anche la dicitura "ecclesia". Si trattava forse di
carte conservate nell'archivio della comunità, ma di pertinenza della cura d'anime, poi spostate nell'archivio della
cappellania, ma su questo si possono fare solo ipotesi.
Considerata l'impossibilità a ricollocare le carte secondo un ordine "originale", si procede a isolare alcuni nuclei di
documentazione, che già erano stati accorpati in fascicoli perché inerenti ad un medesimo argomento, estrapolando le
carte a questi non pertinenti e ricostituendo nuclei di documentazione omogenea.
A 14.1
{49}
"Atti vecchi": atti per la regolamentazione della cura d'anime e della comunità di Tonadico
1703 - 1882 (con documenti in copia del 1269, 1559, 1650)
Documenti diversi riguardanti prevalentemente la cura d'anime, la gestione della chiesa e i rapporti del curato con la comunità di
Tonadico; vi sono conservati tuttavia anche alcuni documenti di pertinenza della comunità di Tonadico.
- "Copia tradotta della sentenza overo arbitrio seguito fra le onorande regole di Tonadico e Tresacqua l'anno 1269 come siegue":
trascrizione della pergamena (conservata in questo medesimo archivio parrocchiale) con la sentenza pronunciata il 20 ottobre 1269 in
merito ai confini tra le comunità di Transacqua e Tonadico.
- "Mandato generale sopra l'ordinamento delle silve in Primiero et Thesino": norme promulgate da Ferdinando I d'Austria per la
gestione dei boschi del Primiero e del Tesino (copia 10 luglio 1559, Innsbruck) (1); scritti diversi sulla protezione dei boschi di
Primiero, in particolare sullo sfruttamento del legname (copia 16 maggio 1650).
- Autorizzazioni e concessioni di diritti alla cura di Tonadico da parte dell'Ordinariato vescovile: permesso di conservare l'eucaristia
nella cappella di San Sebastiano (6 giugno 1745); questioni sulle precedenze dei portatori dei ceri di Siror e Tonadico nella
processione del Corpus Domini che si tiene a Primiero (15 giugno 1756); richiesta di poter compiere le processioni devozionali
antiche (1 luglio 1790).
55
- Accordi e contratti inerenti oneri e diritti stabiliti tra i curati esposti e la comunità di Tonadico: lascito di don Lorenzo Pastorini
(1703); variazione delle modalità di pagamento di don Bartolomeo Pastorini (26 novembre 1765), accordi successivi con lo stesso
Pastorini per la celebrazione di una messa settimanale sull'altare di Sant'Antonio (6 marzo 1777); accordi con il curato Tomaselli per
stabilire l'importo da corrispondere dopo due anni di servizio (dicembre 1798); capitolato per la regolamentazione dei rapporti tra il
curato di Tonadico e il comune con restituzione del medesimo capitolato da parte del decano al comune per errori di compilazione
(19 maggio 1881); richieste da parte del decano di Primiero al capo comune di Tonadico con approvazione del capitolato per il curato
esposto di Tonadico e con ulteriori aggiunte in merito ai doveri del medesimo verso la parrocchia matrice (15 aprile 1882) e
successiva discussione in merito alla negazione di alcune richieste (5 maggio 1882).
- Norme diverse fissate dal potere civile: nuove taglie per l'uccisione di animali nocivi, orsi e lupi (da Giuseppe conte di Welsperg, 22
ottobre 1725); obbligo di chiudere a chiave le porte dei campanili e delle chiese per evitare furti e vandalismi (da Marquardo conte di
Welsperg, 14 luglio 1772); circolare a stampa sulle modalità da seguire in caso di curatori d'anime che non siano più in grado di
adempiere il loro servizio, in parte o in toto (dal Governatorato di Innsbruck, 29 marzo 1792).
- Lasciti "pro anima" con fondazioni di legati missari (1834-1866); donazione della reliquia della "Santa Croce" alla chiesa di
Tonadico da parte dell'ex curato don Angelo Grandi, con richiesta di preghiere e messe in suffragio per la sua anima (1933).
Contiene anche la convenzione tra il conte patrono Enrico de Welsperg e il comune inerente gli obblighi del conte di concorrere alle
spese straordinarie di manutenzione e riparazione della chiesa parrocchiale di Primiero (1875).
Italiano, latino, tedesco
Fascicolo; carta, cc. 106
Note
(1) Nell'ottica di custodire i boschi e le selve in pericolo di fronte alle attività di taglio, incendio, pascolo, caccia vengono nominati
dei "maestri" ossia dei custodi che dovranno controllare che il regolamento emanato venga rispettato. Per darne massima diffusione si
ordina che gli statuti vengano letti nelle singole comunità, da qui la loro presenza nell'archivio della parrocchia.
A 14.2
{50}
"Verbali di ingresso - Riconsegna"
1827 - 1990
Nomine dei curati e dei parroci della chiesa di San Sebastiano in Tonadico e documenti allegati, in particolare contiene:
- "Inventario di tutti i mobili delle chiese di San Sebastiano e dei Santi Vittore e Corona formato l'anno 1827"; "Inventario del
patrimonio della chiesa di Tonadico" (1895); elenco dei mobili presenti nella canonica di Tonadico di proprietà del comune e goduti
dal curato, stilato per gli anni 1863, 1929-1932; "Inventario dei principali oggetti sacri esistenti nella chiesa parrocchiale";
"Nella chiesetta di San Vittore" (1969); "Elenco degli oggetti di chiesa rinvenuti nei ripostigli della chiesa ed in canonica, sottratti
all'abbandono e al deperimento ..." (1972).
- Circolare del capo comune di Tonadico per organizzare l'accoglienza del curato don Domenico Morandini entrante il 20 gennaio
1882; consegna del patrimonio della chiesa e della canonica al nuovo curato don Morandini da parte del decano di Primiero Luigi
Bertamini (25 gennaio 1882).
- Documento di nomina di un vicario temporaneo dipendente dalla Santa Sede e con giurisdizione canonica sulle parrocchie e chiese
del territorio occupato dall'esercito italiano; nomine di nuovi curati e parroci e relativi verbali di riconsegna per gli anni 1919
(pensionamento di don Domenico Morandini, nomina di don Enrico Motter), 1940 (trasferimento di don Guido Polo, nomina di don
Pietro Doff Sotta), 1943 erezione della curazia in parrocchia e nuova nomina di don Polo da curato a parroco, 1972 (rinuncia di don
Pietro Doff Sotta, nomina di don Erminio Vanzetta), 1990 (trasferimento di don Erminio Vanzetta, nomina di don Giovanni Merlin).
- "Cessione di proprietà della casa canonica": a seguito del riconoscimento civile della parrocchia il comune di Tonadico cede in
proprietà alla chiesa il secondo piano, soffitta e cantine della p.ed. 141, della quale il parroco fino ad allora aveva avuto il solo diritto
di usufrutto.
Contiene anche la documentazione relativa alla consacrazione sacerdotale di Francesco Bernardin (1975) e all'ordinazione
presbiteriale di Maurizio Lucian (1984).
56
Fascicolo; carta, cc. 97
A 14.3
{51}
"Atti di curia. Costituzione di parrocchia ecc."
1863 - 1971
Erezione a parrocchia della curazia di Tonadico, autorizzazioni a celebrazioni straordinarie da parte della curia arcivescovile, norme e
richieste, in particolare:
- "Offerte pro costituenda parrocchia": offerte della popolazione di Tonadico per raccogliere i fondi necessari per affrancare gli oneri
verso la chiesa matrice (1942).
- Carteggio con la curia arcivescovile per l'erezione della curazia a parrocchia: rinuncia dei capifamiglia di Tonadico alla
presentazione del sacerdote (1942); versamenti delle somme necessarie per l'affrancamento dalla matrice e dei diritti di stola (1943);
decreto (in doppia copia) del vescovo Carlo de Ferrari che concede alla curazia di Tonadico la dignità di parrocchia (19 gennaio
1943); richiesta da parte della curia arcivescovile al comune di Tonadico di iniziare l'iter di riconoscimento civile della parrocchia
(1952-1953).
- Carteggio con la curia per la definizione dei confini della parrocchia di Tonadico e in generale delle parrocchie del Primiero (19441969).
- Concessioni diverse per la curazia e poi parrocchia di Tonadico da parte dell'Ordinariato vescovile: diritti, impegni e obblighi del
cappellano esposto dettati dal vescovo di Trento Benedetto Riccabona (1863); concessioni successive di esporre il Santissimo per
alcuni giorni stabiliti della settimana santa (1911), di erigere in chiesa una Via Crucis (1928), di lucrare l'indulgenza della
Porziuncola (1961).
- Estratto della legge di pubblica sicurezza 19 giugno 1931 e norme successive della prefettura di Trento (1940) in merito alle
celebrazioni religiose al di fuori della chiesa, in particolar modo delle processioni; censimento delle campane in tempo di guerra
(1941); richiesta dell'Ordinariato vescovile di una relazione sulle opere di interesse pastorale promosse dalla chiesa nel periodo
bellico (1955); circolare della Sacra Congregazione del Concilio per il censimento del patrimonio agrario degli enti beneficiari ed
ecclesiastici (1963); norme per le elezioni del consiglio pastorale diocesano (1971).
Italiano, latino
Fascicolo; carta, cc. 82
A 14.4
{52}
"Messe legatarie e decreti di riduzione"
1864 - 1983
Richieste da parte dei cappellani e poi dei parroci di Tonadico di ridurre il numero delle messe legatarie perché troppo gravose, in
particolare:
- Convenzioni con il comune di Tonadico in merito a diritti e doveri di cura d'anime, tra i quali gli obblighi di celebrare le messe
legatarie, comprese quelle pagate dal comune (1864, 1882).
- Richiesta di ridurre le messe legatarie a carico della chiesa di Tonadico e problemi inerenti i pagamenti delle messe legatarie da
parte del comune (1928-1930); autorizzazione dell'Ordinariato vescovile a ridurre le messe legatarie per il triennio 1932-1934;
ricorso alla Sacra Congregazione del Concilio di Roma per le messe legatarie non celebrate e per la loro riduzione, con relative
proroghe (1934-1954); riduzione, concessa dall'Ordinariato su delega della Sacra Congregazione del Concilio, delle messe legatarie
ad una sola messa annuale (1954).
- Messe legatarie a carico del comune il cui pagamento rientra nei conti della congrua secondo il prospetto del 1881; erezione a
parrocchia della curazia e liberazione del comune dagli obblighi di congrua, con conseguente necessaria riduzione delle messe
legatarie, non più pagate al parroco (1954-1955); affrancamento dal pagamento degli oneri missari concesso dalla curia arcivescovile
al comune di Tonadico dietro versamento alla medesima di una somma di denaro (1958).
57
- Affrancamento dall'onere missario del beneficio fondato da don Domenico Fontana nel 1683; affrancamento dell'onere missario
legato al campo a "Falzen" (1958).
- Copia del legato di Pierina Boni: lascito a vantaggio delle chiesa di Tonadico e di Transacqua.
Fascicolo; carta, cc. 52
A 14.5
{53}
"Visite pastorali"
1910 - post 1979 (con documento del 1881)
Documentazione inerente le visite pastorali per la curazia e poi parrocchia di Tonadico con documentazione lacunosa e non
omogenea per ogni singola visita, in particolare:
- Visita pastorale del vescovo Giovanni Giacomo della Bona e relative prescrizioni (1881).
- Visita pastorale del vescovo Celestino Endrici del 14 giugno 1910: segnalazioni di irregolarità in merito all'esposizioni delle
immagini sacre, alla pulizia delle vesti, alla tenuta dei registri per la gestione economica e amministrativa della curazia, alla
celebrazione delle messe legatarie e alla mancanza di atti di fondazione delle stesse (1911).
- Visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari 1945: questionario compilato per la visita pastorale, "Direttorio-cerimoniale per la
santa visita pastorale nella arcidiocesi di Trento" (a stampa, 1943), comunicazione vescovile con indicazioni delle modifiche da
apportare nella gestione della parrocchia di Tonadico a seguito delle mancanze individuate nel corso della visita pastorale con
prescrizioni sugli altari e sulla biancheria degli stessi, sulle autentiche di reliquie, sulla catechesi e sull'obbligo di tenere il registro
degli oboli (20 settembre 1945); contiene anche un questionario compilato in occasione della visita canonica eseguita dal decano di
Primiero don Camillo Orsi (1943).
- Visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari 20 ottobre 1954: questionario compilato dal parroco per la visita pastorale con le
notizie riguardanti l'ufficio e la chiesa di Tonadico (14 settembre 1954), note sulla visita compilate dal vescovo con alcune
indicazioni per correggere alcune mancanze riscontrate in particolare sulle tariffe funerarie e sulle messe legatarie (20 ottobre 1954).
- Attestazione delle visite pastorali compiute dal vescovo Alessandro Maria Gottardi (1966, 1979), copia per l'archivio parrocchiale.
Fascicolo; carta, cc. 69
A 14.6
{54}
Associazioni dipendenti dal curato di Tonadico
1914 - 1934
Il fascicolo contiene documentazione inerente due associazioni che dipendono dal parroco di Tonadico:
- Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco: erezione della Congregazione del Terz'Ordine per la curazia di Tonadico sotto la
direzione del parroco (25 marzo 1914).
- "Statuto del coro curaziale di Tonadico approvato dai soci infrascritti addì 15 gennaio 1934, compilato dal reverendo curato don
Guido Polo" (1).
Fascicolo; carta, cc. 6
Note
(1) "Il coro curaziale viene fondato alle dipendenze dirette del curatore d'anime (art. I) e il curatore d'anime ne sarà sempre il
presidente di diritto (art. VI); spetta al presidente accettare, su proposta della direzione, i nuovi membri aspiranti cantori ed espellere
quelli che non si rendono degni del ruolo (art. IV), in considerazione che non basta avere attitudine al canto per aspirare a diventare
membri del coro, ma si deve avere anche una condotta irreprensibile (art. III). Il coro avrà un Consiglio direttivo costituito appunto
dal presidente, dal capocoro, dal direttore e dal cassiere, eletti dai soci secondo quanto dettato nello statuto. Il capocoro ha l'onere del
controllo dei membri e della disciplina, firma le quietanze di pagamento e convoca il Consiglio di direzione; al direttore spetta la
parte propriamente canora, dirige le prove, sceglie i canti, decide i solisti. Il cassiere deve riscuotere le somme dovute al coro dal
comune, dalla chiesa e quelle che spettano per la partecipazione a matrimoni, obiti e celebrazioni ordinarie e straordinarie (art. VI)".
58
A 14.7
{55}
Carteggio con le autorità civili, la curia arcivescovile ed enti diversi
1927 - 1970
Carteggio con il comune di Tonadico e con la curia arcivescovile per il disbrigo di affari diversi (contributi, vendite, espropri,
pagamenti); nota sul restauro della chiesa campestre di San Giacomo (1962); carteggio con l'Azienda elettrica municipalizzata in
merito all'erezione di un capitello presso la centrale elettrica di Castel Pietra (1961); richieste di elemosine e aiuti finanziari da parte
di enti religiosi e di privati alla curazia e poi parrocchia (1920-1962); documenti inerenti il "Premio della bontà - Clauser" (1971) (1).
Fascicolo; carta, cc. 64
Note
(1) Il premio della bontà Fiorenzo e Sofia Clauser venne istituito nel 1968 con lascito testamentario di Fiorenzo Clauser medico,
studioso e pubblico amministratore, e prevedeva l'assegnazione di una somma di denaro alla persona (uomo, donna o ragazzo), nata
in Trentino, che avesse dato prova di silenziosa e operante bontà cristiana.
A 14.8
{56}
"Scuole: pratiche chiuse"
1944 - 1948
Richieste da parte dei capifamiglia di Tonadico, Siror, Transacqua di riaprire le scuole elementari frazionali che nel 1927 erano state
accorpate in un unico polo a Fiera: carteggio tra il parroco, la curia arcivescovile, il Provveditore agli studi di Trento, la Prefettura, la
consulta frazionale (1944-1949); convocazione dei capifamiglia di Tonadico per votare a favore o contro il decentramento (1945);
primi contatti tra il comune e la chiesa di Tonadico per una permuta di locali che verrà ad interessare una parte degli spazi utilizzati
dall'asilo (1946-1948).
Fascicolo; carta, cc. 39
A 14.9
{57}
"Fondo parrocchiale, resoconti, congrua etc."
1953 - 1965
Entrate per il parroco e capitali impegnati:
- Liquidazione degli assegni di congrua con supplementi, arretrati e spese di culto (1953-1957).
- Rendimento dei titoli di stato allegati al resoconto e sottoposti all'approvazione della curia arcivescovile (1953-1965).
Fascicolo; carta, cc. 21
A 14.10
{58}
"Scuola materna di Tonadico"
1953 - 1986
Contiene:
- Conti e preventivi per i lavori di imbiancatura, verniciatura, stuccatura eseguiti nel nuovo asilo di Tonadico tra il 1953 e il 1954,
con presentazione dei conti nel 1958; contiene le piante dei tre piani dell'edificio e le modifiche da apportare.
- "Progetto per la recinzione dell'asilo e sistemazione piazzali": sistemazione del terreno confinante con l'edificio dell'asilo acquistato
per fornire un piazzale alla struttura, con richiesta di contributi alla Regione autonoma Trentino-Alto Adige per i diversi lotti di lavori
(1958-1963).
- Resoconto patrimoniale ed economico presentato per l'asilo o scuola materna parrocchiale per gli anni 1958 e 1963.
- Presentazione della scuola di formazione per i membri degli enti gestori delle scuole equiparate dell'infanzia proposta dalla
"Federazione provinciale scuole materne" (1986).
59
- Contiene anche una lettera della curia arcivescovile di Trento con la quale l'Ordinario diocesano erige a oratorio semipubblico il
locale adibito ad uso cappella del nuovo asilo di Tonadico e permette la conservazione del Santissimo fintanto che l'asilo sarà gestito
dalle suore (1955).
Busta; carta, cc. 103, progetti 3
A 14.11
{59}
"Famiglie di Tonadico" (1)
1970 - 1972
Contiene:
- Atto costitutivo dell'associazione "Famiglie di Tonadico" redatto dal notaio Pedrotti (11 marzo 1972) per iniziativa di alcuni
genitori di Tonadico.
- Documentazione precedente la fondazione dell'associazione "Famiglie di Tonadico" riguardante l'acquisto da parte della parrocchia
di Tonadico di un proiettore e il noleggio di film per ragazzi; materiale pubblicitario e liste di titoli dei film disponibili.
Fascicolo; carta, cc. 41
Note
(1) L'associazione "Famiglie di Tonadico" era un'associazione a carattere culturale ricreativo per la gioventù di Tonadico; venne
fondata con atto notarile l'11 marzo 1972 da un gruppo di abitanti di Tonadico e dal parroco don Pietro Doff Sotta. Nel medesimo
atto notarile viene indicata anche la durata dell'associazione che si sarebbe sciolta il 31 dicembre 2000, salvo la volontà da parte
dell'assemblea di prorogarne la durata.
60
Ente
Chiesa di San Sebastiano
{60}
1505 - 1987 gennaio 24
Luoghi
Tonadico
Archivi prodotti
Fondo Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 01/01/1683 - 31/12/1991
Storia
La regola di Tonadico è antica, già nel XIII secolo era una comunità organizzata, con una propria fisionomia che, come
le altre comunità confinanti, cercava di definire e far valere i suoi diritti sul territorio; la sua importanza si accrebbe a
partire dalla seconda metà del XIII secolo, probabilmente anche grazie alla contiguità con Castel Pietra, centro politico
della valle ed espressione del potere signorile (1); nel XV secolo Tonadico divenne sede del tribunale, togliendo a Pieve
di Primiero un'antica prerogativa, attestata anche negli statuti del 1367 (2).
Poche sono invece le testimonianze (dirette e indirette) relative alla vita religiosa della comunità di Tonadico per il
medesimo periodo; nel fondo delle pergamene conservato nell'archivio parrocchiale si trovano infatti in prevalenza atti
relativi agli affari della comunità dal punto di vista civile.
Il documento più antico presente nell'archivio parrocchiale relativo alla gestione della "cura animarum" permette di
individuare a Tonadico la presenza stabile di un cappellano a partire circa dagli anni Sessanta del Seicento; tale
documento tuttavia, a parte confermare che a Tonadico in quel periodo esisteva già una chiesa dedicata a San
Sebastiano, non fornisce ulteriori notizie storiche in merito alla sua fondazione (3).
Il culto più antico documentato per Tonadico è in realtà quello per i santi Vittore e Corona, ai quali è dedicata la chiesa
cimiteriale; anche la data di fondazione di questa prima chiesa è incerta; una testimonianza antica della sua esistenza
può essere rintracciata negli statuti di Primiero del 1367, nell'introduzione dei quali il nome di Vittore viene invocato
con quello di Marco, Andrea, Giorgio e Bartolomeo, che erano i santi protettori delle cappelle filiali dipendenti da
Fiera; a questa data quindi si conferma che la chiesa di riferimento di Tonadico era ancora l'antica chiesa cimiteriale (4).
Sulla facciata di questa chiesa ci sono ancora le tracce di un grande dipinto dedicato a San Cristoforo, protettore dei
viandanti; l'interno è poi completamente affrescato, con sovrapposizione di dipinti murali l'uno all'altro nel corso dei
secoli. Tra questi si trova un antico affresco raffigurante il Giudizio universale, sovrastato da uno raffigurante il
Battesimo di Gesù, entrambi databili tra il X e il XI sec.; questa testimonianza collocherebbe la fondazione della chiesa
in un periodo precedente alla realizzazione degli affreschi (5).
I motivi per cui questa chiesa venne abbandonata non sono noti, tuttavia si può ipotizzare la necessità sentita dai fedeli
di aver una chiesa più vicina all'abitato di Tonadico.
La chiesa dei Santi Vittore e Corona, rimasta comunque nel tempo oggetto di culto e devozione, sarebbe stata quindi
sostituita per le necessità della "cura animarum" da un nuovo edificio costruito al centro del paese; il nuovo edificio di
culto veniva dedicato a san Sebastiano, taumaturgo e protettore contro la peste, festeggiato il 20 gennaio.
La chiesa di San Sebastiano è a navata unica, con due cappelle laterali con altari in legno in stile barocco, muniti di
pala, quello di sinistra dedicato a sant'Anna, compatrona della chiesa, quello di destra ai santi Gottardo e Leonardo;
61
l'altare maggiore è dedicato a san Sebastiano e dietro a questo esiste ancora l'antico altare parietale di San Sebastiano
con la pala del santo.
Notizie in merito alla chiesa sono rintracciabili nella relazione presentata al decano in occasione della visita canonica
del 1943 e nella relazione presentata nella successiva visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari (1941-1962), stilata
nel 1945.
Le notizie sono scarne, nella medesima relazione si specifica che "nell'archivio non si trova nulla"; la chiesa sarebbe
stata edificata nel 1505 e quindi riedificata nel 1604. Un nuovo ampliamento venne eseguito tra il 1804 e il 1806; un
ulteriore restauro sarebbe stato fatto nel 1842. La chiesa tuttavia venne consacrata solo il 13 agosto 1864 (6).
Si presume che il trasferimento del culto dalla chiesa cimiteriale a quella di San Sebastiano sia avvenuto proprio
all'inizio del XVI secolo, non appena i lavori di costruzione della nuova chiesa vennero conclusi.
La documentazione che testimonianza interventi e lavori all'edificio si trova a partire dal 1784, anno di redazione di un
documento nel quale si definiscono gli oneri economici, divisi tra la comunità di Tonadico e il cappellano "pro
tempore" don Bortolo Pastorini a nome della chiesa, in merito all'acquisto della nuova campana (7). Secondo la
relazione presentata in occasione della vista pastorale del 1945 la chiesa aveva già due precedenti campane una del
1540, una seconda del 1648 (8).
Meglio documentati sono invece i lavori eseguiti per ingrandire la chiesa tra il 1804 e 1805; è del 20 luglio 1804 l'editto
dell'Ufficio vicariale di Primiero con il quale si indice pubblica asta per l'assegnazione dei lavori da eseguirsi da parte di
un muratore e di un falegname. Al primo viene richiesto di allargare la chiesa e di costruire i nuovi muri perimetrali,
aprendovi una "porta maestra". Le opere di falegnameria prevedono, oltre al tetto, la costruzione di un baldacchino
sopra l'altare maggiore, dell'orchestra e del pulpito. In merito a questi interventi si specifica che i materiali saranno a
spese della comunità (9).
Notizie successive relative a lavori eseguiti nella chiesa di San Sebastiano sono conservate per gli anni Venti del
Novecento, trascritte in una breve cronaca della curazia di Tonadico compilata probabilmente dal don Guido Polo, che
assunse la cura di Tonadico nel 1923; tra il 1928 e il 1929 la chiesa venne decorata a cura dei pittori Francesco
Giustiniani e Giuseppe Parisi e vennero sostituite le vecchie vetrate laterali con due nuove raffiguranti l'una i santi
Vittore e Corona, la seconda il sacro Cuor di Gesù e santa Margherita Alacoque (10).
Molteplici sono i legati pii, i lasciti, le donazioni fatte alla chiesa, testimonianze in merito si trovano soprattutto a partire
dalla metà del XVIII secolo, quando la cappellania ormai aveva un suo cappellano stabile; lasciti, legati, atti, contratti e
documenti comprovanti beni, proprietà e diritti sono stati conservati in archivio e sono individuabili in maniera costante
dal Settecento fino al Novecento. Questi beni costituivano la massa per il mantenimento della chiesa; tra XIX e XX
secolo la chiesa venne ad incrementare il proprio patrimonio non solo grazie a lasciti ereditari e donazioni, ma anche
per merito di una oculata gestione dei beni e di una politica di cessioni, permute e compravendite attraverso le quali
venivano ceduti i terreni di minor resa e interesse e acquistati altri più redditizi (11).
Da cappellania, la chiesa di San Sebastiano venne eretta in parrocchia con decreto vescovile 19 gennaio 1943, n. 74, che
sarebbe entrato in vigore il 1 febbraio successivo (12).
Come per tutte le chiese della diocesi di Trento, la situazione giuridica della parrocchiale di Tonadico venne modificata
a partire dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, a seguito della L. 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli
enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" e del relativo decreto
di attuazione D.P.R. 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di esecuzione della legge 20 maggio
62
1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in
servizio nelle diocesi" (13). Con il D.M. 21 marzo 1986 e soprattutto con il D.M. 30 dicembre 1986, entrato in vigore il
24 gennaio 1987, la Parrocchia di San Sebastiano di Tonadico diveniva ente ecclesiastico civilmente riconosciuto e,
dalla medesima data, l'ente Chiesa di San Sebastiano in Tonadico veniva soppresso e i suoi beni (con tutte le relative
pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) assegnati all'ente Parrocchia di San Sebastiano con sede
a Tonadico (14).
Funzioni, occupazioni e attività
Dal punto di vista economico le chiese avevano necessità di fondi propri per far fronte e alle spese di culto e a quelle di
mantenimento dell'edificio. Le chiese possedevano di regola un proprio patrimonio che era costituito da immobili,
fabbricati, capitali, che per la maggior parte provenivano da lasciti, eredità e legati pii e che fornivano una rendita che
costituiva l'entrata attiva della chiesa medesima; facevano inoltre parte del patrimonio delle chiese anche quei beni che
costituivano un capitale fisso quali arredi, vasi sacri, paramenti, oggetti destinati al culto, quadri, statue e simili.
I beni della chiesa venivano affidati al curato o al parroco, che ne diveniva legittimo amministratore nel momento in cui
prendeva possesso della cura d'anime; l'amministrazione prettamente economica spettava tuttavia a quelli che venivano
chiamati "sindaci", "massari" o "fabbricieri".
Dal punto di vista normativo le prime regole generali inerenti l'amministrazione dei patrimoni delle chiese vennero
fissate dal vescovo Bernardo Clesio nel sinodo del 1537, quindi riprese e rielaborate dal vescovo Ludovico Madruzzo
nel 1593.
Le disposizioni madruzziane in particolare prevedevano che a detenere il controllo delle chiese fossero i sacerdoti
beneficiati (cap. XLVI), ma che l'effettiva gestione dei beni dell'ente venisse delegata a due amministratori laici, che
assunsero appunto il nome di "sindaci", "massari"o "fabbricieri". Nei periodi precedenti erano esistite figure laiche
responsabili dell'amministrazione delle chiese, ma con le disposizioni madruzziane questi collaboratori assunsero un
ruolo istituzionale ben preciso: dovevano giurare fedeltà al curato o al parroco, in quanto rettore della chiesa, e
richiedere il suo consenso per ogni iniziativa che non rientrasse nell'amministrazione ordinaria, a fine mandato erano
poi obbligati a rendere conto del loro operato al medesimo rettore (cap. L) (15).
I massari erano responsabili della conservazione e salvaguardia del patrimonio della chiesa e della riscossione dei
crediti che la chiesa vantava a titoli diversi, per questo era sotto la loro cura compilare e aggiornare urbari, libri
giornale, registri di riscossione, inventari dei paramenti e dei vasi sacri, registri dei capitali fruttanti: in generale quindi
tenere tutti quegli strumenti necessari per la gestione della massa dei beni ecclesiastici. A conclusione dell'anno, fosse
esso computato in termini di anno militare, che iniziava il 1 novembre e si concludeva il 31 ottobre, o in anno solare
(dal 1 gennaio al 31 dicembre), dovevano presentare al rettore della chiesa la resa dei conti completa di quietanze e
ricevute e una relazione sull'operato dell'anno, basandosi sugli strumenti di amministrazione a loro disposizione. Il
conto così compilato veniva presentato al rettore e al capo comune; la presentazione prevedeva, nel corso
dell'Ottocento, la stesura di un atto alla presenza dei fabbricieri, del rettore e del sindaco (16).
Le autorità civili intervennero in momenti e con modalità diverse nel controllo dell'amministrazione dei beni della
chiesa soprattutto nel corso dell'Ottocento; il decreto napoleonico del 26 maggio 1807 riconosceva l'istituzione della
fabbriceria e stabiliva che i fabbricieri dovevano essere nominati tramite decreto ministeriale o prefettizio, nel numero
di tre per ogni chiesa e che sarebbero rimasti in carica 5 anni.
Con la legge imperiale n. 50 del 7 maggio 1874 il diritto di nomina dei fabbricieri veniva riconosciuto al decano, che
aveva tuttavia l'obbligo di sceglierli tra diversi candidati proposti dalla comunità. Le fabbricerie si configuravano quindi
63
come organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica con il compito di amministrare il patrimonio e i beni
della chiesa; non potevano tuttavia in alcuna maniera intervenire nelle questioni legate al culto.
In diocesi di Trento la disciplina per l'amministrazione dei beni della chiesa e la definizione della figura dei fabbricieri
sarebbe stata elaborata nel corso dell'Ottocento, fino all'istituzione, nel 1865 presso l'Ordinariato, dell'Ufficio
amministrativo diocesano, preposto al controllo economico delle chiese.
Secondo le nuove norme spettava principalmente al curato l'amministrazione e direzione dei beni della chiesa, ma il
curato sceglieva, di solito nel numero di due, i fabbricieri, che sarebbero stati in carica due anni e che non solo si
configuravano come collaboratori nell'amministrazione della chiesa, ma anche e soprattutto come rappresentanti di
quella comunità di fedeli che alla chiesa faceva capo.
Il nuovo Codice di diritto canonico del 1917 conferiva alla chiesa personalità giuridica e le riconosceva il diritto di
acquistare, possedere e amministrare beni temporali per il conseguimento dei propri fini, in maniera libera e
indipendente da ogni potere civile (can. 1495).
Il medesimo Codice riconosceva la figura dei fabbricieri e stabiliva che l'amministratore ecclesiastico e i chierici o laici
che venivano cooptati per la gestione dei beni di una chiesa costituissero il Consiglio della fabbriceria, della quale
presidente era di diritto il medesimo amministratore. Secondo il Codice i fabbricieri mantenevano il loro ruolo di
curatori dei beni della chiesa, ma oltre a rimanere estranei alla gestione degli affari di culto, venivano esentati anche da
una serie di oneri e incombenze relative alla gestione delle elemosine, dell'ordine della chiesa e del cimitero, dalla
preparazione degli altari e dell'Eucaristia, dalla gestione dei banchi e dei posti in chiesa, dalla gestione di vasi e
suppellettili sacre, dalla disposizione e dalla custodia dei libri parrocchiali e dell'archivio (cann. 1183, 1184).
Laddove mancava la fabbriceria amministratore unico dei beni della chiesa era il parroco o il rettore della chiesa stessa,
in questo caso sottoposto al controllo dell'Ordinariato.
Nel corso del Novecento, a partire dal Concordato del 1929, e poi con il successivo regio decreto del 26 settembre 1935,
la funzione della fabbriceria venne notevolmente ridimensionata.
Fonti normative
15 novembre 1984, "Protocollo di approvazione delle norme per la disciplina della materia di cui all'art. 7 n.
6 dell'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato
Lateranense"
Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero
cattolico in servizio nelle diocesi"
Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente
riconosciuto
all'Istituto
per
il
sostentamento
del
clero
nella
diocesi
di
Trento
ed
alle
quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile
da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della
sopraddetta diocesi di Trento"
Decreto del Presidente della Repubblica 13 febbraio 1987, n. 33, "Approvazione del regolamento di
esecuzione della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e
per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
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Archivio parrocchiale di Tonadico
Bibliografia
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Codex iuris canonici, Roma 1918
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti,
Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994²
Note
(1) Si veda l'atto stilato su pergamena del 20 ottobre 1269, conservato nell'archivio parrocchiale di Tonadico, nel quale
vengono fissati i confini e le pertinenze tra le regole di Transacqua e di Tonadico (pubblicato in PISTOIA U., La valle
di Primiero nel Medioevo. Gli statuti del 1376 e altri documenti inediti (Deputazione di Storia patria per le Venezie),
Venezia 1992, pp. 170-178, n. 7, 8; trascrizione del medesimo documento in APT, Ufficio parrocchiale di San
Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 15.1).
(2) PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 45, per la rubrica XIIII degli Statuti di Primiero, p. 117.
(3) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Atti vecchi" (A 14.1), si rimanda
tuttavia per ulteriori notizie alla scheda soggetto compilata per la cappellania di San Sebastiano.
(4) Per l'introduzione agli Statuti del 1367 si veda PISTOIA U., La valle di Primiero, p. 101. L'archivio parrocchiale di
Tonadico conserva solo due documenti piuttosto recenti relativi alla chiesa cimiteriale, nella fattispecie due inventari
dei beni mobili datati 1827 e 1969 in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti,
"Verbali di ingresso-Riconsegna" (A 15.2).
(5) Cenni storico-artistici sulla cappella dei Santi Vittore e Corona e in generale sulle chiese e cappelle del decanato di
Primiero si trovano nelle schede pubblicate sul sito del decanato di Primiero all'indirizzo www.decanatodiprimiero.it,
consultato in data 14 ottobre 2014.
(6) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Viste pastorali" (A 14.5).
(7) APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione,
manutenzione e acquisti (B 4.2).
(8) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Viste pastorali" (A 14.5).
(9) In APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione,
manutenzione e acquisti (B 4.2); per questi lavori si conservano anche i contratti successivamente stipulati, i conti
relativi alla fornitura dei materiale e soprattutto progetti, prospetti e disegni del baldacchino e delle varie opere da
eseguire.
(10) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Registri di cronache e memorie, "Cronaca curazia di
Tonadico" (A 12.1).
(11) Per i documenti più antichi si veda in particolare in APT, Chiesa di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti,
Atti e contratti relativi ai capitali fruttanti della chiesa di San Sebastiano (B 4.1) e "Lasciti, vendite diverse" (B 4.3); per
i documenti più recenti, nella medesima serie si vedano i singoli fascicoli relativi ai contratti.
(12) APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano, Carteggio e atti, "Atti di curia. Costituzione parrocchia" (A 14.3).
(13) Pubblicate rispettivamente in Gazzetta Ufficiale, 3 giugno 1985, n. 129, S.O. e in Gazzetta Ufficiale, 19 febbraio
1987, n. 14.
65
(14) D.M. 30 dicembre 1986, "Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per
il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa
diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di
quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento", in Gazzetta Ufficiale, 24 gennaio
1987.
(15) "Constitutiones illustrissimi et reverendissimi domini domini Ludovici Sanctae Romanae Ecclesiae tituli Sancti
Laurentii in Lucina, presbyteri cardinalis Madrutii, episcopi Tridenti, &c. in dioecesana synodo promulgatae anno
1593", Tridenti apud Ioannem Baptistam Gelminum, 1594.
(16) La scheda in questa sua prima parte viene compilata sulla base di BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini:
produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 123-135.
66
fondo B
Chiesa di San Sebastiano martire in Tonadico, 1683 - 1991
Registri 4, buste 2, fascicoli 17
Soggetti produttori
Chiesa di San Sebastiano, 1505 - 1987 gennaio 24
67
{61}
serie B 1
Registri dei capitali fruttanti, 1833 - 1870
{62}
Registri 1
Contenuto
Tra le entrate delle chiese si trovano in generale i proventi derivanti dagli interessi su capitali impegnati, chiamati
"capitali fruttanti", che la chiesa vantava nei confronti di istituti di credito, ma più spesso nei confronti di privati; a
questi ultimi la chiesa prestava somme di denaro, dietro garanzia di ipoteche su terreni e stabili, in cambio di un
interesse annuo. Le somme che la chiesa poteva impegnare derivavano in generale da lasciti, eredità e legati.
Per la gestione di queste rendite venivano compilati dei registri, nei quali molto spesso venivano anche registrate le
entrate degli affitti sui terreni dati in locazione.
Per quanto riguarda i capitali impegnati, nei registri si riportano il nome del debitore, la somma totale alla quale
ammonta il debito, gli estremi del contratto di prestito (data e posizione nei Libri di archiviazione), l'interesse annuo
dovuto e i pagamenti effettuati; si segnalano inoltre eventuali date di affrancazione del debito, vendite del debito stesso
e passaggi del medesimo ad eredi.
La serie è costituita da un unico registro compilato e utilizzato tra gli anni Trenta e gli anni Settanta dell'Ottocento.
B 1.1
{63}
"Registro de' capitali attivi della venerabile chiesa di San Sebastiano di Tonadico"
1833 - post 1870 dicembre 8
Altre denominazioni: "Urbario di tutti li capitali attivi di ragione della venerabile chiesa di Santo Sebastiano erretta in
Tonadico, formato l'anno 1833 ... " (tit. int.)
Il documento di prestito più antico stipulato ha la data del 1664; il registro è aggiornato con riferimento a nuovi atti redatti dopo la
prima compilazione del 1833 e la data più recente è quella di un documento stipulato l'8 dicembre 1870.
Nel volume è conservati il relativo indice dal titolo "Repertorio all'urbario della venerabile chiesa di San Sebastiano di Tonadico".
Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 63 num.
68
serie B 2
Registri delle entrate e delle uscite, 1932 - 1963
{64}
Registri 3
Contenuto
La serie è costituita da tre registri nei quali vengono annotate le entrate e le uscite ordinarie della chiesa di San
Sebastiano di Tonadico.
Il primo registro, compilato per gli anni dal 1932 al 1940 viene definito di "prima nota", ossia un registro elementare
che non richiede nessuna forma obbligatoria, dove vengono riportate in ordine di data i movimenti finanziari e le
operazioni che preparano, completano ed analizzano le scritture complesse (quali per esempio i resoconti). Il registro è
strutturato secondo una tabella che occupa due pagine contrapposte, vi è un divisione in colonne nelle quali viene
annotata la data, la causale del movimento, il totale generale di tutte le operazioni compiute divise in entrate e uscite e, a
seguire, delle colonne riservate alle entrate e alle uscite delle varie associazioni legate alla chiesa e all'ufficio
parrocchiale: "Cantori", "Chiesa", "Sant'Antonio", "San Vigilio e missioni", "Diverse", "Confraternita" e "Sante
Anime".
Il secondo registro, compilato per gli anni 1940-1945, è strutturato in maniera del tutto simile; come nel precedente le
registrazioni sono fatte su due pagine contrapposte con una colonna per la data e la specifica della spesa ("titolo") e
quindi le entrate e le uscite divise in "Chiesa", "Sante Anime", "Confraternita", "Missioni", "San Vigilio",
"Sant'Antonio".
Questi due registri vengono quindi ad unificare l'amministrazione economica della chiesa di San Sebastiano con la
gestione economica di quelle associazioni e opere pie che traggono il loro principale sostentamento dalle opere di carità
e dalle offerte che vengono raccolte tra i fedeli.
Il registro cassa successivo, compilato a partire dal 1945, viene invece riservato alle sole entrate e spese per la chiesa di
San Sebastiano, tra le entrate figurano prevalentemente le elemosine, le offerte dei fedeli raccolte nelle celebrazioni
ordinarie e straordinarie, i proventi derivanti dalla questua e dall'eventuale vendita dei prodotti raccolti; le uscite sono
prevalentemente per gli acquisti di candele, vino, assicurazioni, pagamenti al sacrestano, riconoscimenti per il coro e i
chierichetti, pagamenti ai frati cappuccini per i diversi servizi di confessione, celebrazione e prediche straordinarie.
A partire da questa data la gestione delle entrate delle varie opere pie legate alla parrocchia viene affidata a registri
specifici (1).
Note
(1) Si veda in Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Mezzano, Registri dei conti dei capitelli, associazioni e opere
pie, "Registro cassa: Sante Anime - Confraternita Santissimo - Sant'Antonio" (A 11.2) che inizia le registrazioni a
partire dal 1945.
B 2.1
{65}
"Prima nota dell'amministrazione dell'ufficio curaziale Tonadico"
1932 gennaio 2 - 1940 agosto 9
69
Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 60 num. sd, seguono molte cc. bianche
B 2.2
{66}
"Tonadico. Registro cassa - Chiesa. Dal 1/10/1940 al 21/5/45"
1940 ottobre 1 - 1945 maggio 21
Registro; carta, cc. 30 n.n.
B 2.3
{67}
"Cassa chiesa 23/5/1945 - 1963"
1945 maggio 23 - 1963 dicembre 31 (con documenti fino al 1971)
Altre denominazioni: "Registro cassa. Chiesa" (tit. est. ed int.)
Nel registro sono annotate le entrate derivanti dalle candele votive (1965-1972) e gli importi delle elemosine per lo stesso periodo; vi
sono inoltre registrate le entrate e le uscite della cassa del coro parrocchiale per gli anni 1963, 1964, 1970, 1971.
Registro; carta, cc. 50 n.n.
70
serie B 3
{68}
Resoconti, 1856 - 1972
Buste 1
Contenuto
Dal punto di vista economico l'amministrazione della chiesa (parrocchiale o curaziale che fosse) veniva affidata alla
fabbriceria, i cui membri, all'interno delle diverse realtà parrocchiali trentine, venivano chiamati anche massari o
sindaci.
Dal punto di vista normativo le prime regole generali inerenti l'amministrazione delle chiese vennero emanate da
Bernardo Clesio nel sinodo del 1537, quindi riprese e rielaborate successivamente da Ludovico Madruzzo nel 1593. Per
un lungo periodo queste furono le uniche norme a disposizione dei fabbricieri per l'amministrazione del patrimonio
ecclesiastico. Le disposizioni madruzziane prevedevano che il controllo delle chiese spettasse ai sacerdoti beneficiati
(cap. XLVI), ma che l'effettiva gestione dei beni dell'ente venisse delegata a due amministratori laici, che giurassero
fedeltà al parroco e che non prendessero alcuna iniziativa senza il consenso dello stesso. Gli amministratori a fine
mandato erano chiamati a rendere conto del loro operato agli stessi rettori ecclesiastici (cap. L). Tra i vari oneri degli
amministratori economici vi era la salvaguardia del patrimonio della chiesa e la riscossione puntuale e corretta dei
crediti vantati dalla stessa.
La resa di conto, obbligatoria secondo le costituzioni madruzziane, veniva compilata basandosi sugli strumenti di
gestione economica a disposizione degli amministratori, dai libri giornale ai registri di riscossione; i dati venivano
trascritti in uno specifico registro, nel quale si indicavano in ordine cronologico le voci in entrata e uscita, con totali e
saldi.
I dati così raccolti venivano consegnati al rettore parrocchiale o curaziale per il controllo; una volta approvato il
resoconto, la prassi prevedeva che si stilasse, a conclusione delle registrazioni annuali, una dichiarazione di avvenuta
presentazione dei conti, che veniva firmata dal parroco, dai massari o amministratori e da altri testimoni presenti in sede
di controllo (1).
Nuove regole per l'amministrazione economica dei beni appartenenti agli istituti religiosi vennero dettate dal Ministero
per il culto del Regno d'Italia con il decreto governativo del 3 agosto 1803. Il bilancio degli istituti di religione e di
beneficenza pubblica doveva essere stilato ogni anno e presentato alla municipalità entro tre mesi dalla conclusione
dell'anno.
Variazioni ulteriori vennero introdotte con le norme dettate dalla circolare del 13 ottobre 1821. Nei territori soggetti al
governo del Tirolo e Vorarlberg, la resa dei conti era affidata ai sindaci della chiesa, che venivano nominati dal capocomune e confermati dal rettore dell'istituto religioso e dal giudice distrettuale. Da questo periodo l'anno di
rendicontazione non corrispondeva più all'anno solare, ma all'anno militare, con inizio il 1 novembre e fine il 31
ottobre. Il sindaco stilava il rendiconto ed entro sei settimane dalla chiusura dell'anno lo presentava al rettore dell'ente
(nel caso della chiesa era il curatore d'anime), al giudice e ad una rappresentanza comunale; si stilava quindi un atto
ufficiale che testimoniava l'avvenuta rendicontazione e l'approvazione (o il rigetto) del rendiconto del sindaco. Il conto
veniva conservato presso la chiesa, mentre un estratto veniva inviato all'Ordinariato vescovile, che manteneva in questo
modo il controllo sulle chiese e i rispettivi patrimoni.
71
I nuovi accordi tra il Governo austriaco e l'Ordinariato vescovile nel 1855 spostarono l'onere del controllo dagli organi
di governo locale alle autorità ecclesiastiche (art. 30). Nel 1865 venne istituito, presso l'Ordinariato, l'Ufficio
amministrativo diocesano, preposto al controllo economico delle chiese. Nel 1866 l'autorità civile regolamentava la
materia con una nuova legge (2); secondo la nuova normativa il resoconto dell'amministrazione economica veniva
inviato all'Ordinariato che, approvatolo, ne inviava una copia al sacerdote responsabile e una all'autorità politica
provinciale.
A partire dal 1929 la redazione del rendiconto venne regolamentata dalla normativa promulgata dalla Sacra
Congregazione del Concilio, stilata a norma del canone 1525, par. 1, che prevedeva che i beneficiati, i rettori e
amministratori di chiese, santuari, confraternite e altri enti ecclesiastici o di culto, entro il mese di marzo di ogni anno,
presentassero alla curia diocesana, in doppio esemplare, il resoconto della loro amministrazione, compreso
l'adempimento dei legati di culto, per la necessaria revisione e approvazione (3).
La serie è costituita da un'unica busta nella quale sono conservati i i resoconti presentati per la chiesa di San Sebastiano
dalla metà dell'Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, con allegati i documenti di approvazione e liquidazione
dei conti, le quietanze e le pezze d'appoggio.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
(1) BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli XVXX), Trento 2011, pp. 123-135.
(2) Con l'emanazione delle "Norme d'amministrazione ecclesiastica", in Bollettino delle Leggi dell'Impero, 25 gennaio
1866.
(3) "Litterae circulares S. Congregationis Concilii, d.d. 20 iunii 1929"; il canone fa riferimento al Corpus iuris canonici
nell'edizione del 1917.
B 3.1
{69}
Resoconti economici della chiesa di San Sebastiano in Tonadico
1856 - 1972
Per gli anni 1856, 1862 sono conservati i soli resoconti. Mancano i resoconti per gli anni 1857-1861, 1863, 1865, 1873; per l'anno
1869 è conservata un'unica carta con l'approvazione del conto e due quietanze. Per gli anni 1864-1865, 1867-1868, 1874 non è
conservato il rendiconto ma le sole quietanze; per gli anni 1866, 1870-1872, 1877-1878 sono conservati i rendiconti con le rispettive
quietanze. Sono inoltre conservate due quietanze singole per gli anni 1834 e 1845.
Mancano i resoconti per gli anni 1879 e 1880. Per gli anni dal 1881 al 1949/1950 e dal 1958/1959 al 1971 sono conservati solo i
prospetti dei resoconti, mancano le relative quietanze; le sole quietanze sono conservate per gli anni dal 1951/1952 al 1956/1957.
Manca la documentazione per gli anni 1883, 1891/1892.
Il resoconto per gli anni 1968/1970 contiene un foglio aggiunto con il resoconto di un lascito per la chiesa di Tonadico: "Eredità Boni
Pierina. + 4.9.1963. Riassunto entrate-uscite dell'eredità Boni fino al 1971 poi passerà tutto nel resoconto chiesa parrocchiale di
Tonadico".
72
La liquidazione del conto per gli anni 1871 e 1872 è conservata nella documentazione dell'anno 1872; la liquidazione del conto per
gli anni 1877 e 1878 è conservata nella documentazione dell'anno 1878.
Contiene anche la "Relazione patrimoniale" dei beni appartenenti alla chiesa di Tonadico, compresi gli enti dipendenti ("Casa ACLI",
asilo) e lasciti testamentari (1972).
Busta; carta, cc. 936
73
serie B 4
{70}
Carteggio e atti, 1683 - 1991
Buste 1, fascicoli 17
Contenuto
La serie è costituita dal carteggio (lettere, missive e responsive) e dagli atti (documenti, atti accompagnatori) inerenti gli
affari, la cui trattazione si protrae di solito per più anni, di pertinenza della chiesa di San Sebastiano di Tonadico, vi
rientra quindi in particolare tutta la documentazione che riguarda la gestione amministrativa ed economica (locazione di
fondi e capitali, acquisti di beni, lasciti, proprietà), la gestione dal punto di vista del culto (sacrestani, coro, organisti) e
la gestione e manutenzione dell'edificio (restauri, migliorie, lavori).
Criteri di ordinamento e inventariazione
I documenti più antichi, presentano nel verso diverse segnature che testimoniano una precedente e diversa collocazione
delle carte nell'archivio e un frequente spostamento delle stesse; non rimane tuttavia alcun inventario, titolario o
strumento simile che permetta di individuare il percorso seguito dai vari documenti nel corso della loro esistenza.
Le segnature più interessanti sono quelle assegnate ai documenti del Settecento, ossia un numero di fascicolo e un
numero progressivo; la maggior parte delle carte faceva parte di un "fascicolo X", segnatura spesso cassata e sostituita
da un "fascicolo V", che si può ipotizzare provenisse dall'archivio della comunità e fosse stata spostato nell'archivio
della cappellania.
Considerata l'impossibilità di ricostruire il carteggio secondo un ordine precedente, si sono costituiti alcuni nuclei di
documentazione inerenti ad un medesimo argomento, in alcuni casi sulla scorta di nuclei di documentazione omogenea
già presenti in archivio.
B 4.1
{71}
Atti e contratti relativi ai capitali fruttanti della chiesa di San Sebastiano
1683 - 1899 (con documento del 1908)
Altre denominazioni: "Vecchie carte (chiesa ecc.)"; "Documenti vecchi chiesa e altri"
Contiene:
- Prospetti dei capitali fruttanti con annotazioni dei debitori, degli estremi dei documenti comprovanti il debito, dell'ammontare dei
capitali e degli interessi, compilati nel 1823 e nel 1857, con aggiunte successive e documenti di corredo.
- Atti e contratti inerenti l'investimento di capitali tramite prestito ad interesse per i secoli XVII-XIX: i contratti sono stipulati tra la
chiesa di Tonadico, rappresentata dal curato e dal capo-comune, e i fedeli dipendenti dalla medesima chiesa; i contratti fino alla fine
del XVIII secolo sono redatti dai cancellieri di Primiero Giorgio Francesco Armando Piazza di Francesco (1721-1779), Celso Trotter
(1737-1786), Domenico Antonio Gilli da Romeno (1754-1802), Giacomo di Nicolò Nami da Primiero (1661-1689), Baldassare
Moarstetter da Primiero (1716-1772), Francesco Antonio Scopoli di Giovanni Francesco (1729-1766).
- Ricevute di avvenuta registrazione degli atti nei Libri di archiviazione del Distretto di Primiero e allegati diversi (1836-1887).
Italiano, tedesco
Busta; carta, cc. 232
74
B 4.2
{72}
Chiesa di San Sebastiano: lavori di ristrutturazione, manutenzione e acquisti
1784 - ante 1854
Contiene:
- Contratto per l'acquisto delle campane (1784).
- Lavori di manutenzione della chiesa di San Sebastiano eseguiti tra il 1804 e il 1805: editto dell'Ufficio vicariale di Primiero per
l'assegnazione dei lavori di muratore e falegname, spese per i lavori di muratura, accordi con il falegname per i lavori al tetto e alle
porte, progetti per i lavori relativi al tabernacolo, baldacchino, pulpito, orchestra e note dei materiali necessari per i lavori di
copertura del tetto (1804-1805).
- Progetto per la lampada del Santissimo (post 1824-ante 1854).
Fascicolo; carta, cc. 16, progetti e disegni 5
B 4.3
{73}
"Lasciti, vendite diverse"
1788 - 1973
Terreni pervenuti alla chiesa di Tonadico a seguito di lasciti testamentari o acquisti spesso con successive vendite dei medesimi:
- Lascito Gadenz: lascito alla chiesa di San Sebastiano di un immobile in località "Vignalongo" (p.ed. 105) e di un terreno in località
"Seghe" (p.f. 154/1), con relative perizie di stima (1948); atti notarili e documenti comprovanti il diritto acquisito sui beni dalla
testatrice (1902-1914); plico di atti notarili e documenti, originali e in copia, comprovanti il passaggio ereditario dei beni Gadenz dal
1788, con documenti di corredo, pagamenti delle imposte, conti e quietanze notarili, note e appunti (1788-1973).
- Lascito Turra: lascito testamentario alla chiesa di San Sebastiano di una casa in Tonadico e successiva vendita della stessa (18861924).
- Lascito Zagonel: lascito alla chiesa di Tonadico di una somma di denaro e di un arativo in località "Driocase" (p.f. 33) e successiva
vendita del terreno (acquirente Zeni) (1949).
- Lascito Feldkircher: lascito di terreni in località "Driocase" (p.f. 19/4) e "Portela" (p.f. 44), perizie di stima, pubblicazione del
testamento, autorizzazione ministeriale rilasciata al parroco di Tonadico don Pietro Doff Sotta ad accettare l'eredità (1947-1948);
autorizzazione alla vendita dei medesimi terreni rilasciata dalla curia arcivescovile alla chiesa di San Sebastiano (acquirenti Turra e
Zagonel, 1949-1951).
- Compravendita Simion: acquisto di don Pietro Doff Sotta per la chiesa di San Sebastiano di un terreno appartenente ai fratelli
Simion in località "Chiusura" (pp.ff. 83/1, 83/2); richiesta di acquistare parte dei terreni da privati e risposta negativa della curia
arcivescovile (1949-1962); contiene anche un documento di compravendita del fu Giovanni Simion, padre dei fratelli Simion (1889).
- Vendita in località "Tegnaghi" della p.f. 736: stima del valore del fondo, vendita all'asta e intavolazione del diritto di possesso
(1960-1962).
Fascicolo; carta, cc. 239, mappe 1
B 4.4
{74}
Contratti: sacrestani, fabbricieri e organisti
1798 - 1980
Contiene:
- Organista della chiesa di San Sebastiano di Tonadico: problemi di competenze tra due organisti (1798); lista delle feste solenni nelle
quali è richiesta la presenza dell'organista e pagamento previsto (1856).
- Obblighi e diritti del sacrestano della chiesa espositurale di San Sebastiano di Tonadico: capitolati, entrate derivanti dal diritto della
questua, aumento di salario, documenti per l'assunzione di un nuovo sacrestano (1880-1955), documenti inerenti le posizioni
assicurative dei sacrestani (1960-1980).
- Nomina del fabbriciere (1882).
75
Fascicolo; carta, cc. 62
B 4.5
{75}
"Cimitero"
1933 - 1947
Documenti inerenti la gestione del cimitero di Tonadico:
- "Disciplinare di servizio per i custodi dei cimiteri del comune di Primiero": oneri dei custodi dei cimiteri valevole per tutte le chiese
del decanato (1933).
- Manutenzione ordinaria e lavori straordinari al cimitero; assegnazione degli oneri di manutenzione, controllo, pulizia del cimitero di
Tonadico ad un custode (1933-1947).
Fascicolo; carta, cc. 15, progetti 3
B 4.6
{76}
"P.e. 175-177 e pp.ff. 126/1, 126/2, 127: eredità Turra-Bernardin"
1937 - 1964
Lascito ereditario del conte Turra alla moglie Maria Bernardin (1937) e successivo lascito delle proprietà ereditate alla chiesa di San
Sebastiano in Tonadico:
- Donazione delle pp.ff. 126/1, 126/2, 127 e della p.ed. 175-177 alla chiesa di San Sebastiano (1959) e successiva vendita all'asta
della casa p.ed. 175-177 (1958-1960).
- "Chiesa: alienazione pp.ff. 126/1, 126/2, 127": vendita dei fondi al comune di Tonadico e successivo esproprio degli stessi dalla
Provincia di Trento per la costruzione della circonvallazione di Tonadico, con documenti per l'autorizzazione alla vendita, atti e
contratti (1960-1964).
Fascicolo; carta, cc. 39
B 4.7
{77}
Donazione del fondo a Fiorosna
1938 - 1939
Donazione alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico da parte di don Guido Polo, curatore d'anime nella medesima parrocchia, del
fondo arativo a "Fiorosna" (p.ed. 247, p.f. 1099, 1845, 1100, 1101/3, 1102/3, 1102/4, 1099/7): atti notarili di donazione e
accettazione, stime di valore, richiesta e concessione dell'autorizzazione ad accettare i beni da parte della parrocchia.
Fascicolo; carta, cc. 34
B 4.8
{78}
"Chiesa parrocchiale. Dichiarazioni imposte"
1951 - 1987
Dichiarazione dei redditi della chiesa di Tonadico ai fini del pagamento delle imposte, con allegate ricevute di pagamento:
- Dichiarazione annuale dei redditi delle persone fisiche riferita agli anni 1950-1951, 1967-1971; per gli anni 1970-1971 sono state
presentate anche le denunce relative alla scuola materna di Tonadico.
- Mod. 760: dichiarazione delle società ed enti soggetti all'imposta sul reddito delle persone giuridiche per gli anni 1976-1986, con
allegate diverse fatture e quietanze di pagamento.
Fascicolo; carta, cc. 191
B 4.9
{79}
"Casa ACLI: documenti compravendita e rescritti"
76
1951 - 1990
Documenti relativi all'immobile (ex casa Egger) pervenuto in proprietà alle parrocchie di Primiero, Siror, Tonadico, Transacqua a
seguito di compravendita (1):
- Carteggio con enti diversi per la ristrutturazione e la gestione di "casa ACLI": contributi della Regione Trentino-Alto Adige,
permessi comunali, con assicurazioni sull'immobile e quietanze di pagamento (1952-1960); contiene anche contratto di compromesso
e compravendita di stabili limitrofi a "casa ACLI" di proprietà della Pia Società di San Paolo in Roma (1951).
- Preventivi, computo metrico, relazioni di stima dell'immobile, richieste di contributi alla Regione Regione Trentino-Alto Adige,
permessi comunali, pagamento delle imposte (1954-1955).
- Intavolazione del diritto di proprietà, accordi per l'utilizzo ed eventuali affitti (1955); lavori fatti eseguire dai parroci in qualità di
proprietari e dagli affittuari (1968-1971).
- "Casa ACLI: lavori impresa Cemin anno 1957/58. Costo": preventivi, ordini, anticipi, fatture, ricevute e prospetto della liquidazione
finale (1957-1960).
- Contratti di affitto a società ed enti diversi (1959-1969).
- Resoconti e ricevute della gestione dell'immobile e degli affitti ricavati (1969-1990, manca la documentazione per l'anno 1979);
contiene inoltre il resoconto patrimoniale ed economico della "casa ACLI" per l'anno 1958 e per gli anni 1961-1963; contiene anche
il bilancio presentato dal comitato di zona Cismon-Vanoi-Mis per il patronato ACLI (1981).
Fascicolo; carta, cc. 267, progetti 4, fotografie 3
Note
(1) Il nome di "casa ACLI" deriva dall'uso di indicare l'edificio con il nome di uno degli enti affittuari; mancando i resoconti e la
documentazione contabile per gli anni dal 1978 al 1980 si sa per certo che il patronato ACLI non aveva ancora fissato qui la sede nel
1977, ma che nel 1982 risulta pagare l'affitto all'"Amministrazione casa ACLI" insieme ad altre società.
B 4.10
{80}
"Polizze scadute"
1954 - 1979
Polizze assicurative (incendi, fulmini) stipulate dal parroco quale rappresentante della chiesa di San Sebastiano in Tonadico per
l'edificio della chiesa, l'asilo, la canonica, "casa ACLI".
Fascicolo; carta, cc. 35
B 4.11
{81}
"Vendita porzione di casa defunta della Piazza. Vendita due particelle fondiarie ai Falzeni n. 877/1, 877/3. Vendita casa
di Bonat Margherita"
1954 - 1981
Lasciti di immobili alla chiesa di San Sebastiano e successive vendite degli stessi:
- Lascito dalla Piazza alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento del 1968 (pp.edd. 169, 170, 172/2, p.f. 91);
documenti comprovanti il diritto acquisito per successione ereditaria sui beni lasciati alla chiesa dalla defunta dalla Piazza (1954);
affidamento dell'incarico di esecutore testamentario a don Erminio Vanzetta (1973); vendita all'asta dei beni dalla Piazza con
autorizzazione della curia arcivescovile (1974).
- Vendita delle pp.ff. 877/1, 877/3 ai "Falzeni" di proprietà della chiesa di San Sebastiano in Tonadico acquisite nel 1971 a seguito di
permuta con il comune di Tonadico con le pp.ff. 862, 863/1 acquisite con lascito Gadenz (1972-1985).
- Lascito Bonat di immobili a favore della chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento olografo (1976); autorizzazione ad
accettare il lascito da parte della curia arcivescovile e del Commissariato del Governo (1980); estratti tavolari, fogli di possesso
fondiario, intavolazione del diritto di proprietà a nome della chiesa di Tonadico; vendita da parte della chiesa dell'immobile a
Zagonel (1981).
Fascicolo; carta, cc. 99
77
B 4.12
{82}
"Atti chiesa. Acquisto: a) pp.ff. 823/1, 823/2, 823/3, 824, 825/3. b) 822, 828, 827/2, 830/2"
1956 - 1974
Contiene:
- Donazione a): su richiesta di don Pietro Doff Sotta le pp.ff. 826, 826/2, 825/1, 823/1, 823/2, 823/3, 884 (tutte in località "Coletti")
vengono donate alla chiesa di San Sebastiano per farne piazzale e orto per l'asilo di Tonadico dai possessori Turra A., fratelli Brunet,
Zagonel, Debertolis, Turra G. (1961-1965).
- Acquisto e donazione b): atto notarile per l'acquisto della p.f. 828 da parte di don Pietro Doff Sotta e intavolazione del diritto di
proprietà (1956); Doff Sotta, Debertolis, Turra donano alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico le pp.ff. 822, 828, 830/2, 827/2
(tutte in località "Coletti") (1958), con relazioni di stima, permessi e atto di accettazione di immobili per la chiesa, estratti tavolari e
fogli di possesso (1958-1959).
- Richieste successive con trattative non concluse per l'acquisto delle particelle 828 e 830/2 (1972, 1974).
Fascicolo; carta, cc. 55
B 4.13
{83}
"Eredità Boni"
1963 - 1983
Lascito Boni:
- Atto notarile (due copie) con pubblicazione del testamento olografo: lascito di stabili e relativo contenuto e terreni (in c.c. Tonadico
e Transacqua) alla parrocchia di San Sebastiano in Tonadico e di San Marco in Transacqua per adibirlo ad uso colonia per enti e
gruppi cattolici; lascito al seminario di Trento per l'istituzione di una borsa di studio per un chierico povero; disposizioni per un
lascito alle associazioni pie parrocchiali per opere di bene; legato missario (1963).
- Perizie di stima, liste dei beni mobili, estratti tavolari, piante degli stabili, autorizzazione dalla curia arcivescovile e dal
Commissariato del Governo ad accettare l'eredità (1963-1964); compravendita di una parte dei beni non inclusi nel testamento
(1964).
- Nuove perizie, valutazione degli stabili, entrate degli affitti di casa Boni, autorizzazioni alla vendita rilasciate dalla curia e vendita
dei beni all'asta da parte delle chiese di Tonadico e Transacqua, con ricevute di pagamento, appunti e note (1965-1973).
Fascicolo; carta, cc. 148, progetti 1
B 4.14
{84}
"1) Acquisto pp.ff. 862, 863/1 Falzeni. 2) Permuta di pp.ff. 862, 863/1 con pp.ff. 877/1, 877/3 Falzeni"
1969 - 1972
Lascito Gadenz (pp.ff. 862, 863/1 località "Falzeni") alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico con testamento olografo del 1 marzo
1960:
- Pubblicazione del testamento da parte del notaio, perizie di stima, autorizzazioni della curia arcivescovile e del Commissariato del
Governo ad accettare il lascito, intavolazione del possesso a nome della chiesa di Tonadico (1969-1970).
- Permuta di terreni tra la chiesa di Tonadico (cede le pp.ff. 862, 863/1) e il comune di Tonadico (accetta le pp.ff. 862, 863/1 e cede le
pp.ff. 877/1, 877/3) con estratti dei fogli di possesso e intavolazione del diritto di proprietà sui terreni acquisiti (1970-1972).
Fascicolo; carta, cc. 35
B 4.15
{85}
"Malga Fosse e convenzione"
1972 - 1979 (con documenti del 1985)
78
Donazione del beneficio priorale dei Santi Martino e Giuliano in San Martino di Castrozza a favore di tutte le chiese del decanato di
Primiero; lascito del complesso malga Fosse per il finanziamento di attività sociali, formative e religiose (1970); estratti tavolari delle
proprietà della chiesa di San Sebastiano in Tonadico, estratti dei fogli di possesso fondiario, intavolazione di diritti di proprietà
(1970-1979).
Fascicolo; carta, cc. 48
B 4.16
{86}
"Pratiche relative ai due quartieri di Mori"
1975 - 1990
Donazione di due appartamenti a Mori (TN) fatta da don Erminio Vanzetta alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico, per il
mantenimento di opere di culto e del ministero pastorale (1975-1976); contratti di affitto (1975); accertamenti comunali per il
pagamento delle imposte (1989-1990).
Fascicolo; carta, cc. 54, piante 1
B 4.17
{87}
Occupazione della p.f. 828 da parte del comune
1978
Documenti inerenti la momentanea e parziale occupazione da parte del comune della p.f. 828 per lavori urgenti di alla fognatura.
Fascicolo; carta, cc. 8, progetti 2
B 4.18
{88}
"Accettazione e vendita eredità di don Carlo Depaoli + 8.3.1986"
1986 - 1991
Lascito di don Carlo Depaoli alla chiesa di San Sebastiano in Tonadico della p.f. 1686/3 (1986), con successiva vendita della stessa
per il finanziamento dei lavori necessari per l'altar maggiore della chiesa (1989).
Fascicolo; carta, cc. 28
79
Ente
Confraternita del Santissimo Sacramento
{89}
[1943 - 1988]
Luoghi
Tonadico
Archivi prodotti
Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 01/01/1972 - 31/12/1988
Storia
La confraternita del Santissimo Sacramento di Tonadico ha lasciato un'unica testimonianza diretta per il periodo molto
tardo che va dal 1972 al 1988, costituita da un registro degli iscritti. Dal registro si evince che per i primi anni, dal 1972
al 1974, la quota di iscrizione era fissa ed ogni iscritto pagava 300 lire; negli anni successivi oltre ad alzare la quota,
venivano richieste somme diverse in base all'età o allo stato di salute dell'aspirante confratello, una modalità di gestione
piuttosto comune, che si trova anche in altre confraternite della medesima tipologia della zona del Primiero (1).
Non è possibile definire come fosse organizzata la confraternita del Santissimo di Tonadico dalla documentazione
conservata in archivio, anche se si può presumere che seguisse le regole generali delle confraternite simili presenti nelle
altre cure del Primiero. È noto che, fino al momento in cui una curazia - o nel caso di Tonadico di una cappellania - non
veniva eretta in parrocchia, non era possibile fondare una confraternita locale, quindi i fedeli della valle di Primiero che
aspiravano a divenire confratelli e consorelle del Santissimo dovevano fare capo alla confraternita parrocchiale di Fiera.
A Fiera la confraternita era stata fondata con decreto vescovile del 26 ottobre 1850 e il primo articolo dello Statuto
stabiliva che essa "è una sola per tutta la parrocchia dipendente dal signor parroco" (2).
Nel medesimo statuto veniva fissato in generale il fine della confraternita medesima, che era quello di "promuovere il
culto del Santissimo Sacramento e la cristiana carità" (Statuto della confraternita del Santissimo di Primiero, Sez, I, par.
II).
Notizie sulla presenza della confraternita del Santissimo Sacramento a Tonadico si ricavano dalle relazioni sullo stato
della parrocchia stilate in occasione della visita decanale del 1943, compiuta dal decano di Primiero don Camillo Orsi, e
in occasione della visita pastorale del vescovo Carlo de Ferrari (1941-1962) del 1945 (3).
Dalla relazione del 1943 risulta che a Tonadico esiste la confraternita del Santissimo Sacramento e che è eretta
canonicamente; solo due anni dopo, nella relazione stilata in occasione della visita pastorale, il parroco dichiara che
esiste la confraternita del Santissimo Sacramento, che ha 26 confratelli e 130 consorelle, ma che della confraternita non
sono stati trovati né il decreto di erezione né gli statuti.
Nella medesima relazione si compila un elenco di consistenza dell'archivio parrocchiale, dal quale risulta che vi si
conservano tre registri con gli iscritti della confraternita; di questi registri in archivio se ne trova solo uno.
Non si può quindi escludere che, come per le altre realtà del decanato di Primiero, vi sia stato un periodo in cui i fedeli
di Tonadico erano iscritti alla confraternita di Fiera, e che poi abbiano continuato una propria attività nel momento in
cui l'erezione a parrocchia permetteva la costituzione di una confraternita autonoma; va tuttavia sottolineato che non è
possibile collegare la sezione della confraternita di Tonadico con quella di Fiera in maniera diretta, dal momento che
della confraternita di Primiero si hanno notizie solo fino circa la metà degli anni venti del Novecento (4).
80
Dalla relazione compilata in occasione della visita pastorale del 1954, risulta che a questa data la confraternita del
Santissimo Sacramento è ancora attiva e ha 165 iscritti fra confratelli e consorelle; quanto alla sua attività il parroco
scrive che i confratelli "in generale danno discreto incremento alla pietà, sia individuale che parrocchiale contribuendo
specialmente ad aumentare la frequenza alla chiesa e ai santi sacramenti" (5).
Dopo questa data le uniche notizie relative alla confraternita vengono appunto dal registro degli iscritti, dal quale si può
solo desumere che i confratelli continuarono a pagare l'iscrizione fino al 1988.
Per la conclusione dell'attività è stata probabilmente determinante la normativa per la regolamentazione dello stato
giuridico delle confraternite della chiesa cattolica promulgata dal Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e per la
promozione del sostegno economico alla chiesa cattolica, dipendente dalla Conferenza Episcopale Italiana. Con
circolare n. 15, del 30 giugno 1987, le confraternite venivano ascritte a tre tipologie giuridiche: quelle con fine di culto
civilmente riconosciuto, quelle aventi fine di assistenza e beneficenza e infine le confraternite aventi fine di culto non
ancora riconosciuto formalmente; per la regolarizzazione di ciascuna di queste si dovevano seguire iter differenti.
Le confraternite aventi fine di culto civilmente riconosciuto, essendo enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, dovevano
necessariamente essere iscritte nel registro delle persone giuridiche tenuto dalla cancelleria del Tribunale civile del
capoluogo della provincia in cui avevano sede.
Le Confraternite aventi fine di assistenza e beneficenza erano equiparate alle istituzioni pubbliche di assistenza e
beneficenza (IPAB) quindi, in quanto persone giuridiche pubbliche nell'ordinamento italiano, non potevano e non
dovevano essere iscritte nel registro delle persone giuridiche private.
Il caso di più controverso era quello delle confraternite aventi scopo esclusivo o prevalente di culto non ancora
riconosciuto formalmente con regio decreto o con decreto ministeriale, che venivano a trovarsi in una situazione di
difficile qualificazione. In questo caso veniva applicata la regola che le confraternite che non svolgevano attività, non
avevano più sodali, e non riuscivano ad aggregarne di nuovi entro un ragionevole termine fissato dal vescovo, dovevano
essere eliminate dall'ordinamento canonico.
La materia veniva ulteriormente regolamentata con circolare n. 28, del 1 marzo 1999, secondo la quale in generale le
confraternite definite "quiescenti", cioè prive di confratelli, venivano sciolte dall'ordinario vescovile.
Funzioni, occupazioni e attività
Le confraternite, fin dalle loro prima organizzazione, si configurarono come associazioni di fedeli che, attraverso una
regolare organizzazione, si dedicavano alle opere di pietà e di carità oppure all'incremento del culto pubblico (6).
Le confraternite iniziarono a diffondersi nel corso del Medioevo ed ebbero grande espansione nel corso del XVI secolo,
invadendo in molti casi gli spazi d'azione riservati ai curatori d'anime.
Per evitare che si creassero troppe compagnie in una medesima cura d'anime, spesso molto simili tra loro, la fondazione
delle confraternite venne regolamentata da papa Clemente VIII con la bolla "Quaecumque" del 7 dicembre 1604, con la
quale le confraternite venivano sottomesse definitivamente al controllo dell'autorità episcopale; la "Quaecumque"
stabiliva infatti che una confraternita non poteva nascere senza il nulla osta dell'autorità ecclesiastica e senza
sottomettersi alla disciplina prevista dalla chiesa.
La vita delle confraternite (e quindi anche la documentazione da loro prodotta) subì diverse cesure tra la fine del XVIII
secolo e l'inizio del secolo successivo. Le disposizioni di Giuseppe II volte al controllo della chiesa e delle associazioni
religiose ad essa legate avevano limitato di molto l'azione delle confraternite, che vennero definitivamente sciolte dalle
disposizioni del governo bavarese e napoleonico. Con decreto del 18 settembre 1810, n. 218 vennero estesi al
Dipartimento dell'Alto Adige i decreti del 15 aprile 1806, 26 maggio 1807 e 25 aprile 1810, che proibivano le
81
confraternite e le associazioni cattoliche e laicali, lasciando in vita solo le confraternite votate al Santissimo Sacramento
(7).
Le confraternite venivano regolamentate da statuti e regolamenti interni che, accettati dai confratelli, venivano
sottoposti all'approvazione definitiva dell'autorità episcopale (8).
Struttura amministrativa
In generale nella confraternite era necessario che vi fosse un sacerdote che si occupasse dell'assistenza spirituale dei
confratelli e celebrasse gli atti di culto; la guida amministrativa era demandata invece al priore o, quando questi fosse
stato impedito, da un vice-priore con la collaborazione di un numero variabile di consiglieri. Oltre a un segretario e un
cassiere venivano inoltre scelti tra i confratelli dei responsabili per i diversi servizi per la liturgia: portatori della croce,
dei ceri, del baldacchino, responsabili delle processioni, sacrestani e custodi responsabili dei beni della confraternita (9).
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
Archivio parrocchiale di Tonadico
Archivio parrocchiale di Imer
Archivio parrocchiale di Mezzano
Bibliografia
BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica (secoli
XV-XX), Trento 2011
Note
(1) Questo accadeva per esempio anche a Imer e Transacqua, per le quali si rimanda agli specifici fondi conservati nei
rispettivi archivi parrocchiali.
(2) Vista la dipendenza delle varie curazie da Fiera, nei fondi archivistici delle confraternite conservati nei diversi
archivi parrocchiali di Primiero si trova una copia dello Statuto della confraternita madre di Fiera, si vedano ad esempio
Parrocchia di San Giorgio in Mezzano. Inventario dell'archivio storico (1335-2006), a cura dello Studio Associato
Virginia, P.A.T., 2015, fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Mezzano, Carteggio e atti, Atto di fondazione
(E 3.3); Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Imer. Inventario dell'archivio storico (1651-2008), a cura dello Studio
Associato Virginia, P.A.T., 2015, fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Imer, Carteggio e atti,
"Confraternita del Santissimo" (F 5.1).
(3) Entrambe in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e atti, "Visite pastorali" (A 14.5).
(4) Si rimanda alla scheda della confraternita di Fiera di Primiero compilata per la redazione dell'inventario dell'archivio
parrocchiale.
(5) Si veda la relazione per la visita del 1954 in APT, Ufficio parrocchiale di San Sebastiano in Tonadico, Carteggio e
atti, "Visite pastorali" (A 14.5).
(6) In generale sulle confraternite e il peso della documentazione da esse prodotta e conservata negli archivi parrocchiali
trentini si veda BOSCHI J., Gli archivi parrocchiali trentini: produzione documentaria e sedimentazione archivistica
(secoli XV-XX), Trento 2011, pp. 107-119.
(7) Bollettino delle leggi del Regno, 1810, parte II, pp. 898-899.
(8) Nel Principato vescovile di Trento questo era stato previsto dalle costituzioni Madruzziane del 1593, cap. 60.
82
fondo C
Confraternita del Santissimo Sacramento in Tonadico, 1972 - 1988
{90}
Registri 1
Soggetti produttori
Confraternita del Santissimo Sacramento, [1943 - 1988]
Contenuto
Il fondo della confraternita del Santissimo Sacramento, oltre ad essere esiguo e conservare un unico registro dei
confratelli iscritti, è anche piuttosto recente; non conserva alcun documento di fondazione, attività, statuto o regole.
83
serie C 1
{91}
Registri degli iscritti, 1972 - 1988
Registri 1
Contenuto
La serie è costituita da un unico registro.
C 1.1
{92}
"Elenco degli iscritti confraternita del Santissimo Sacramento"
1972 - 1988 (con note del 1969) (1)
Registro a rubrica; carta, cc. 100 n.n.
Note
(1) Si tratta probabilmente di nomi riportati da un registro precedente.
84
Ente
{93}
Consiglio scolastico locale di Tonadico
1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30
Luoghi
Tonadico
Archivi prodotti
Fondo Consiglio scolastico locale di Tonadico, 01/01/1897 - 31/12/1922
Storia
Prima della legge n. 7/1892 era in vigore il "Regolamento politico per le scuole elementari" pubblicato l'11 agosto 1805:
la scuola aveva carattere conservativo-religioso-morale-politico; era affidata alla chiesa la sorveglianza scolastica,
l'approvazione dei programmi e dei libri di testo, la proposta dei maestri definitivi e la nomina degli assistenti e dei
supplenti; erano addossate ai comuni le spese per gli edifici e gli stipendi dei maestri. In seguito, la legge 25 maggio
1868 n. 48, recante le disposizioni di massima sui rapporti della scuola con la chiesa, demandava la suprema direzione e
sorveglianza su tutto ciò che riguardava l'istruzione e l'educazione al Ministero dell'istruzione, al Consiglio scolastico
provinciale, al Consiglio scolastico distrettuale e al Consiglio scolastico locale (1).
Con la legge 30 aprile 1892 n. 7, entrata in vigore il 1 gennaio 1894, veniva nominato un Consiglio scolastico locale in
ogni comunità scolastica.
Negli anni del primo conflitto mondiale, tra il 1915 e il 1918, il Trentino era diviso in territori occupati dal Regio
Esercito austriaco e territori non occupati. In questi ultimi in data 20 maggio 1915 giunse l'ordine telegrafico di
chiudere immediatamente le scuole nelle città e nei paesi dichiarati zona di guerra e lo stesso giorno molti maestri
irredentisti furono imprigionati dalle autorità austriache. Invece nel periodo di massima occupazione del Trentino da
parte del Regio Esercito, alla fine dell'anno scolastico 1916, il Segretario Generale per gli affari civili aveva organizzato
la scuola elementare in 72 località appartenenti al distretto di Borgo, Primiero, Rovereto e Tione (2). I restanti distretti
erano Cavalese, Cles, Trento città, Trento distretto e Riva (3).
Con la riforma scolastica promossa tramite numerosi decreti da Giovanni Gentile nel corso del 1923 ed entrata in vigore
il 1 ottobre 1924, si sopprimeva ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale e si riformava lo stato
giuridico della scuola (4): l'organizzazione gestionale prevedeva dunque una struttura amministrativa verticalizzata in
vista del rafforzamento del potere centrale (5).
La rappresentanza comunale di Tonadico nominò nella sessione del 22 ottobre 1893, secondo il decreto capitanale
n. 377 del 13 ottobre 1892, due rappresentanti del Consiglio scolastico, due sostituti e un sorvegliante scolastico.
Il Consiglio scolastico locale di Tonadico rimase in attività fino alla riforma Gentile del 1923, che per l'appunto
soppresse ogni rappresentanza elettiva e ogni organo di gestione locale. Con il R.D. 20 dicembre 1923 n. 3113,
concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione scolastica per tutti i comuni,
eccettuati i capoluoghi di provincia, venne affidata al Regio Provveditorato.
Condizione giuridica
85
In seguito alla riforma attuata da Maria Teresa d'Austria con l'emanazione dell'"Allgemeine Schulordnung" del 6
dicembre 1774 e da Francesco I con il "Regolamento politico per le scuole elementari" dell'11 agosto 1805 (che
riprendeva l'Ordinanza aulica del febbraio 1787), entrata in vigore nei circoli di Bolzano, Trento e Rovereto dopo la
pace di Vienna del 1818, si delinea la legislazione scolastica trentina che restò in vigore fino al 1869.
Con la legge 30 aprile 1892 n. 8 per la Contea principesca del Tirolo, concernente le scuole popolari pubbliche, e con la
legge 30 aprile 1892 n. 7, in vigore dal 1 gennaio 1894, concernente la sorveglianza sulle scuole, con la quale era
istituito il Consiglio scolastico locale (artt. 1-20), si attuava una riforma scolastica che sarebbe durata fino agli anni
Trenta del Novecento.
La riforma Gentile del 1923, che comprendeva un vasto numero di decreti e ordinanze riguardanti l'istruzione ad ogni
livello, entrata in vigore dal 1 luglio 1924, sopprimeva il Consiglio scolastico locale. In particolare la soppressione del
Consiglio scolastico locale rientrava fra le norme dettate dal R.D. 20 dicembre 1923 n. 3113 (anche questo in vigore dal
1 febbraio 1924) concernente le scuole popolari nei territori annessi al Regno italiano.
Fra gli atti ufficiali degli anni 1923-1924 si trova una circolare del Regio Provveditorato che in data 6 marzo 1924
dettava le norme per la liquidazione del Consiglio scolastico locale; vi si legge che in seguito alla profonda riforma
apportata alla legislazione scolastica preesistente con i R.D. dal 1° ottobre 1923 in poi, quasi tutte le mansioni, affidate
dalla legge 30 aprile 1892 n. 7 ai consigli scolastici locali, furono assegnate ad altri organi (patronati, sindaci, direttori
didattici, ispettori).
Funzioni, occupazioni e attività
Il Consiglio scolastico locale, nominato dal 1892 in ogni comunità scolastica, aveva la funzione di sorveglianza sulle
scuole popolari pubbliche e sugli asili infantili, sui corsi speciali di insegnamento collegati alle scuole popolari
pubbliche ed infine sui corsi di perfezionamento per ragazze del circondario scolastico.
Il Consiglio scolastico controllava l'ordinamento scolastico locale e l'osservanza delle leggi scolastiche e delle
disposizioni delle autorità superiori. In particolare controllava la retribuzione corrisposta e i contributi, pagati con fondi
locali, ai maestri; amministrava il fondo scolastico locale, se esisteva, e il patrimonio delle fondazioni scolastiche (o ne
sorvegliava l'amministrazione); vigilava sull'edificio, sui fondi e sulle suppellettili della scuola e ne teneva l'inventario;
custodiva i documenti della scuola; compilava annualmente il rapporto sull'andamento della scuola; decideva
l'accettazione di scolari di altri circondari scolastici e dei bambini inferiori ai sei anni; promuoveva la frequentazione
della scuola e proponeva al Consiglio scolastico distrettuale le punizioni per la mancata frequenza; ripartiva sui singoli
giorni della settimana le ore d'insegnamento previste dal piano d'istruzione e stabiliva in quali ore del giorno si dovesse
impartire l'istruzione; sorvegliava che l'istruzione durasse effettivamente quanto stabilito; vigilava sulla disciplina
scolastica e sul comportamento degli alunni fuori della scuola; controllava il comportamento di maestri; accordava ai
maestri i permessi (fino a tre giorni) per incombenze personali; risolveva le divergenze fra maestri e fra maestri e
comune o autorità; informava, dava pareri e faceva proposte alle rappresentanze comunali e alle varie autorità;
determinava in base alla legge il numero di maestri necessario.
Secondo il R.D. n. 3113/1923 (art. 4), fino al 30 giugno 1924 la gestione dei servizi scolastici doveva continuare a
funzionare con il concorso finanziario degli enti scolastici locali, territoriali e istituzionali esistenti. Detti enti dovevano
contribuire alle spese per le scuole pubbliche popolari nella misura risultante dai relativi bilanci dell'anno 1923.
Invece, secondo la circolare del R. Provveditorato della Venezia Tridentina datata 6 marzo 1924 i consigli scolastici
locali, come dettato dal R.D. n. 3113/1923, dovevano funzionare dal 1 febbraio al 1 luglio 1924 quali "uffici di
stralcio", cioè l'opera dei suddetti consigli si doveva limitare a liquidare gestioni arretrate o a trattare vertenze di indole
86
economico-amministrativa. Dunque vi rientravano i consigli scolastici locali che amministravano eventuali patrimoni
quali speciali fondazioni scolastiche, stabili intavolati a nome del Consiglio scolastico locale, patrimoni speciali ecc., e i
consigli che si occupavano della gestione amministrativa dei fondi necessari a coprire le spese richieste dal regolare
funzionamento di scuole il cui mantenimento spettava a più comuni insieme (riparto della spesa fra comuni, riscossione
quote relative, provvista di mezzi didattici, di arredi scolastici, di materiale per il riscaldamento ecc.). La circolare
aggiunge che i consigli rappresentanti un solo comune, cui non spettavano le incombenze sopra citate, dovevano già
considerarsi sciolti, con l'incarico di passare, entro il mese di marzo, alla consegna degli atti e degli eventuali avanzi di
gestione ordinaria al rispettivo comune.
Struttura amministrativa
Il Consiglio scolastico locale era composto dai rappresentanti della chiesa cattolica, della scuola, dei comuni formanti la
comunità scolastica, dal sorvegliante della scuola locale ed infine, se c'era, dal patrono della scuola.
Il patrono della scuola, membro del Consiglio scolastico locale, aveva il diritto di voto e poteva nominare un suo
sostituto.
Il curatore d'anime del territorio cui apparteneva la scuola rappresentava gli interessi religiosi della scolaresca e aveva
diritto di voto; al suo posto poteva essere nominato dall'autorità ecclesiastica superiore un sacerdote. Se nella comunità
scolastica vi erano varie scuole situate in diversi territori ecclesiastici, era compito dell'autorità ecclesiastica superiore
affidare un curatore d'anime al Consiglio scolastico locale.
Il dirigente della scuola rappresentava il suo istituto scolastico nel Consiglio. Se al Consiglio scolastico locale
sottostavano più scuole, entrava nel Consiglio il dirigente della scuola di categoria più alta; nel caso in cui ci fossero più
scuole della stessa categoria, spettava al Consiglio scolastico distrettuale scegliere il dirigente; tuttavia i dirigenti esclusi
avevano diritto di partecipare e votare alle riunioni in cui si fosse trattato del loro istituto. Inoltre se una scuola pubblica
era condotta da docenti appartenenti ad un ordine di religiose, la dirigente poteva nominare un sostituto per partecipare
alle riunioni del Consiglio; questi aveva soltanto diritto di voto consultivo.
I rappresentanti del comune locale erano eletti dalla rappresentanza comunale. Nel caso in cui alla stessa comunità
scolastica appartenessero diversi comuni, il rappresentante era eletto da tutte le rappresentanze comunali, con
l'interessamento del preside del Consiglio scolastico distrettuale.
Nel Consiglio entrava anche il capocomune locale e la rappresentanza comunale locale eleggeva anche due sostituti.
Tutti gli eleggibili nella rappresentanza comunale erano anche eleggibili nel Consiglio scolastico locale.
Secondo la decisione del Consiglio scolastico distrettuale, il Consiglio scolastico locale era composto di un numero di
membri fra 2 e 5 e ripartito sui rispettivi comuni in base al censo e al numero della popolazione.
Le elezioni erano fissate ogni sei anni e gli eletti duravano in carica finché non si fosse formato un nuovo Consiglio
scolastico; tutti i membri erano rieleggibili. Nel caso di dimissioni di un membro, si effettuava un'elezione per
sostituirlo fino alla scadenza del mandato dell'intero Consiglio.
L'ingiustificato rifiuto ad entrare nel Consiglio o ad assumere la carica di presidente era punito dal Consiglio scolastico
distrettuale con una multa in denaro e si dovevano indire nuove elezioni. Le multe inflitte erano versate nel fondo
scolastico locale.
I membri del Consiglio scolastico locale eleggevano a maggioranza assoluta di voti un presidente (detto anche preside)
ed il suo sostituto. Il rappresentante della chiesa potava rifiutare l'elezione; i maestri delle scuole popolari non potevano
ricoprire la carica di presidente o sostituto. Nel caso in cui il presidente e il sostituto fossero impediti ad assumere la
direzione del Consiglio, la presidenza era assegnata al più anziano fra i membri del Consiglio. Il presidente
87
rappresentava il Consiglio scolastico locale all'esterno e doveva aver cura del corretto adempimento delle attribuzioni
del Consiglio; distribuiva gli affari da trattare agli altri membri, metteva in esecuzione le deliberazioni e si occupava
degli affari correnti; aveva il diritto di sospendere le esecuzioni delle deliberazioni in contrasto con la legge purché
entro otto giorni rimettesse al Consiglio scolastico distrettuale l'oggetto sospeso. In caso di vertenze urgentissime di
affari non correnti, il presidente poteva prendere da solo le disposizioni senza convocare il Consiglio in seduta
straordinaria, ma era tenuto a farle approvare nella seduta di Consiglio successiva.
Secondo le norme dettate dalla legge n. 7/1892 (artt. 1-20), la costituzione del Consiglio scolastico locale doveva essere
notificata alle rappresentanze comunali della comunità scolastica e al Consiglio scolastico distrettuale.
Nelle scuole popolari con lingua d'insegnamento tedesca ed italiana o ladina, si dovevano scegliere i rappresentanti
comunali appartenenti ad entrambe le componenti ed il loro numero era fissato dal Consiglio scolastico distrettuale.
Diverso era nei comuni in cui c'erano scolari non appartenenti alla religione cattolica: il Consiglio scolastico locale era
tenuto ad eleggere ed invitare un consultore della rispettiva religione per trattare degli interessi religiosi.
Il Consiglio scolastico locale esercitava la sorveglianza tramite il sorvegliante scolastico locale, nominato dal Consiglio
scolastico distrettuale, dopo la consultazione dei comuni formanti la comunità scolastica. Il sorvegliante doveva abitare
nel luogo della scuola e durava in carica per tutto il tempo dell'attività del Consiglio. Se il Consiglio scolastico
sorvegliava più scuole, potevano essere eletti due sorveglianti. Inoltre se nelle scuole si avevano più lingue di
insegnamento (italiano, tedesco e ladino) veniva nominato anche uno speciale sorvegliante per la rispettiva nazionalità.
Il sorvegliante scolastico, in forza della sua nomina, era membro del Consiglio scolastico locale; egli non poteva
rappresentare due persone nel Consiglio, quindi le cariche di presidente del Consiglio e di sorvegliante non potevano
essere riunite in una sola persona.
Il sorvegliante aveva l'obbligo di visitare frequentemente la scuola, doveva consultarsi con il dirigente della scuola e
portare in Consiglio le osservazioni fatte.
Tutti i membri del Consiglio scolastico locale potevano visitare la scuola ma in particolare il rappresentante della chiesa
cattolica doveva controllare frequentemente lo stato dell'educazione morale-religiosa, portando a conoscenza il
Consiglio delle mancanze riscontrate e delle proposte da considerare. Spettava però esclusivamente al Consiglio
scolastico locale prendere disposizioni, all'interno della sfera di sua competenza.
Il Consiglio si riuniva di regola una volta al mese a seduta ordinaria, ma il presidente poteva convocare un'assemblea
straordinaria dietro richiesta di due membri. I membri del Consiglio dovevano essere invitati ad ogni assemblea; perché
questa fosse valida dovevano intervenire la maggioranza dei consiglieri. Le decisioni erano prese a maggioranza
assoluta di voti ed in caso di parità era decisivo il voto del presidente. Ogni seduta doveva essere messa a protocollo.
I membri del Consiglio scolastico locale non potevano essere presenti a discussioni e votazioni riguardanti i loro propri
interessi personali; questi inoltre non avevano diritto a nessuna retribuzione per il disbrigo degli affari, ma la comunità
scolastica li risarciva per eventuali spese sostenute.
Nel periodo di transizione dall'Austria all'Italia, il Trentino conservò l'organizzazione scolastica austriaca, compresi gli
organismi di sorveglianza. Nacque un acceso dibattito fra cattolici e laici per le questioni organizzative, fra le quali
anche il Consiglio scolastico locale. Secondo la relazione del maestro Miorelli del 1919 "... la scuola appartiene
giuridicamente al comune, il quale nomina i propri maestri, quantunque i contributi comunali per il mantenimento della
scuola siano minimi e gravino sul distretto e sulla provincia... Della propria scuola il comune è sommamente geloso"
(6).
Datato 15 dicembre 1920 è l'intervento sulla rivista "La scuola redenta", in cui i maestri laici chiedevano una scuola
laica e sollecitavano l'abolizione dei consigli scolastici locali che rappresentavano un'ingerenza della gerarchia
88
ecclesiastica nel governo della scuola. La "Riforma Gentile" sopprimeva infine ogni rappresentanza elettiva e ogni
organo di gestione locale sostituendoli con i Consigli scolastici regionali e i Consigli di disciplina di nomina
ministeriale.
Con il R.D. n. 3113/1923 concernente le disposizioni per le scuole elementari nei territori annessi, l'amministrazione
scolastica per tutti i comuni, eccettuati i capoluoghi di provincia, era affidata al Regio Provveditorato (art. 3). Secondo
l'art. 5 del succitato R.D. i prefetti interessati per territorio erano incaricati di provvedere, inteso il provveditore
competente, alla nomina di commissari straordinari con l'incarico di liquidare e ripartire fra i comuni, che facevano
parte della medesima circoscrizione scolastica amministrativa, il patrimonio mobiliare e immobiliare, e la quota dei
crediti e dei debiti in dipendenza dei rapporti preesistenti, così di diritto pubblico come di diritto privato. A commissari
per la predetta liquidazione e ripartizione dovevano essere preferibilmente nominati i sottoprefetti nel cui territorio era
compreso il maggior numero di comuni.
Il Consiglio scolastico locale di Tonadico rendeva conto del suo operato al Consiglio scolastico distrettuale di Primiero.
Fonti normative
Legge 30 aprile 1892, n. 7, "valevole per la Contea principesca del Tirolo concernente la sorveglianza sulle
scuole"
Legge del 30 aprile 1892, n. 8, "valevole per la contea principesca del Tirolo concernente le scuole popolari
pubbliche"
Regio Decreto 8 febbraio 1923, n. 374, "Soppressione dei consigli scolastici provinciali e delle deputazioni
scolastiche"
Regio decreto 20 dicembre 1923, n. 3113, "Disposizioni concernenti le scuole elementari nei territori
annessi, in vigore dal 1 febbraio 1924"
Circolare 6 marzo 1924 del regio Provveditore agli studi di Trento "per la liquidazione dei consigli scolastici
locali"
Fonti archivistiche e bibliografia
Fonti d’archivio
ACTnd, A2 "Consiglio scolastico locale di Tonadico"
Fonti bibliografiche inedite
GUASTALLA A.NNA (a cura di), "Consiglio scolastico locale", [profilo storico-istituzionale del Consiglio scolastico
locale, redatto secondo le norme internazionali ISAAR(CPF) per incarico della Provincia autonoma di Trento - Servizio
beni librari e archivistici], 1999 (dattiloscritto)
Bibliografia
A.R.COOP. (a cura di), Scuola elementare F. Crispi di Trento ed aggregati. Inventario dell'archivio storico
1872-1975, Trento 2009
ANTONELLI Q., Storia della scuola elementare e formazione degli archivi scolastici nel Trentino, IN: Gli
archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, a cura di Roberta G. Arcaini, Trento, 2003
ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione
89
dal Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento, 1998.
DE FORT E., La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, 1996
Le condizioni della scuola e dei maestri nelle terre redente. La relazione del maestro Miorelli al Congresso
di Modena, IN: Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Nicolò Tommaseo, Trento,
1919
LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento,
1959.
SEMERARO A., Il sistema scolastico italiano. Profilo storico, Roma, 1996
Note
(1) Confrontare LEONARDI E., La scuola elementare trentina dal Concilio di Trento all'annessione alla Patria, Trento
1959, p. 234.
(2) Confrontare E. LEONARDI, op. cit., pp. 41-42.
(3) Confrontare. E. LEONARDI, op. cit., p. 191.
(4) ANTONELLI Q. (a cura di), Per una storia della scuola elementare trentina. Alfabetizzazione ed istruzione dal
Concilio di Trento ai giorni nostri, Trento 1998, pp. 217-218.
(5) Confrontare Q. ANTONELLI, op. cit., pp. 247-248.
(6) Confrontare "Le condizioni della scuola e dei maestri nelle terre redente. La relazione del maestro Miorelli al
Congresso di Modena", IN: Diritti e Doveri. Organo della sezione magistrale trentina della Nicolò Tommaseo, Trento
1919.
90
fondo D
Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1897 - 1922
{94}
Registri 2, fascicoli 2
Soggetti produttori
Consiglio scolastico locale di Tonadico, 1893 ottobre 22 - 1924 settembre 30
Contenuto
La documentazione del fondo del Consiglio scolastico di Tonadico è stata riportata ad un'unità a seguito della prima
schedatura del materiale; i registri erano stati collocati tra i registri anagrafici e il carteggio era conservato in teche con
elastici che costituivano una sorta di miscellanea nella quale c'erano una parte del carteggio della scuola, una parte dei
lavori di ristrutturazione di "Casa ACLI" e altri fascicoli e carte inerenti l'asilo parrocchiale, resoconti e ricevute.
91
serie D 1
Verbali delle sedute del Consiglio scolastico locale
{95}
Registri 1
Contenuto
La serie è costituita da un unico registro con i verbali delle sedute della direzione del Consiglio scolastico dal 1897 al
1922. La prima riunione del Consiglio registrata nel "Libro dei verbali" è del 26 settembre 1897, convocata con decreto
del Consiglio scolastico distrettuale, al quale spettava appunto fissare le date delle assemblee locali per l'elezione della
direzione; quale preside veniva eletto il curato don Domenico Morandini, era prassi infatti che nei Consigli locali la
presidenza fosse assunta dal curatore d'anime del luogo.
Sebbene la legge avesse previsto che il Consiglio si riunisse almeno una volta all'anno, dai verbali delle riunioni
sembrerebbe che le assemblee convocate a Tonadico fossero piuttosto incostanti: alle convocazioni del 1897, 1898,
1899 segue la convocazione del 1902, poi le successive registrate sono del 1905, 1908, 1912. Non è chiaro se
effettivamente le convocazioni non siano state fatte o se semplicemente il registro sia stato compilato in maniera
discontinua; si osserva tuttavia che il Consiglio scolastico si riunisce solo nelle date stabilite dal Consiglio distrettuale
per le elezioni dei membri e in caso di affari e problematiche importanti.
D 1.1
{96}
"Libro dei verbali del Consiglio scolastico locale"
1897 settembre 26 - 1922 luglio 9
Sessioni del Comitato scolastico locale: 26 settembre 1897, 24 aprile 1898, 3 luglio 1898, 5 maggio 1899, 24 novembre 1902, 9
febbraio 1905, 5 marzo 1905, 19 marzo 1905, 28 gennaio 1908, 12 aprile 1909, 26 gennaio 1912, 18 aprile 1920, 10 ottobre 1920, 13
ottobre 1920, 6 marzo 1921, 29 giugno 1921, 14 agosto 1921, 9 luglio 1922.
Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 12 n.n., seguono molte cc. bianche n.n.
92
serie D 2
{97}
Protocollo degli esibiti, 1899 - 1909
Registri 1
Contenuto
La serie è costituita da un unico registro la cui compilazione segue modalità diverse nel corso degli anni. Le
registrazioni vengono fatte su due pagine affiancate, sulla carta sinistra viene registrato il "protocollo degli esibiti",
quindi le registrazioni in entrata, sulla destra il "protocollo di evasione", ossia le registrazioni in uscita. La numerazione
della corrispondenza segue prevalentemente un numero unico progressivo sia per gli esibiti che per le evasioni, che
parte da 1 all'inizio di ogni nuovo anno; vi sono tuttavia casi in cui alla lettera in uscita viene assegnato il medesimo
numero di protocollo della corrispettiva lettera in entrata.
D 2.1
{98}
"Protocollo esibiti"
1899 gennaio 4 - 1909 marzo 10
Registro; carta, legatura in cart., cc. 10sd n.n., seguono molte cc. bianche n.n.
93
serie D 3
{99}
Carteggio e atti, 1897 - 1922
Fascicoli 2
D 3.1
{100}
Emolumenti per gli insegnanti
1897 - 1911
Stipendi versati agli insegnanti della scuola elementare di Tonadico con la documentazione necessaria ai fini del computo della
pensione; quietanze di pagamento.
Italiano, tedesco
Fascicolo; carta, cc. 30
D 3.2
{101}
Carteggio con il Consiglio scolastico distrettuale
1920 - 1922
Carteggio tra il Consiglio scolastico locale di Tonadico e il Consiglio scolastico distrettuale di Primiero inerente le assunzioni degli
insegnanti, la revisione dei regolamenti, le autorizzazioni a non frequentare le sessioni estive e i pareri negativi sulle classi miste.
Fascicolo; carta, cc. 18
94
fondo E
Pergamene della parrocchia di San Sebastiano in Tonadico, 1269 - 1639
{102}
Pergamene 18
Contenuto
Il fondo è costituito da 18 pergamene conservate nell'archivio della parrocchia di Tonadico, la cui datazione è compresa
tra il 1269 e il 1639.
Si tratta di documentazione antica prodotta e pertinente la comunità di Tonadico; anche le diverse segnature che si
individuano nel verso di molte delle pergamene dimostrano la loro provenienza da un fondo d'archivio con modalità di
archiviazione e di riordino diverse rispetto a quelle dell'archivio parrocchiale.
La tipologia documentaria è costituita nella quasi totalità da sentenze arbitrali, nelle quali i capitani di Primiero, o dei
collegi di arbitri appositamente costituiti, intervengono a dirimere le questioni sorte tra le regole e le comunità in merito
ai confini, ai diritti sui territori, alle pertinenze, ai pagamenti delle colte e simili; solo l'ultimo documento si discosta dai
precedenti, in quanto è un atto testamentario nel quale si trova un lascito a favore della chiesa di Santa Maria Assunta di
Fiera.
Tra le pergamene non vi è invece alcun documento di pertinenza della chiesa di Tonadico, né dell'antica cappella
dedicata ai Santi Vittore e Corona, né della nuova dedicata a San Sebastiano.
Nel 2008 le pergamene vennero portate a Trento presso la Soprintendenza per i beni librari e archivistici per farne copia
fotografica; in questa occasione ne venne stilato un elenco e, ai fini della pubblicazione on-line, ne venne fatta la
schedatura. In fase di schedatura vennero ordinate cronologicamente e numerate da 1 a 18. Nella ricognizione
dell'archivio parrocchiale di Tonadico fatta da Albino Casetti negli anni Sessanta del Novecento veniva segnalata la
presenza di una pergamena datata 17 luglio 1316, che doveva essere unita alla pergamena datata 9 marzo 1320 (con
segnatura E 4); ad oggi la pergamena del 1316 non si trova in archivio, rimangono tuttavia sulla pergamena superstite
del 1320 i fori di una cucitura, che probabilmente la univa a quella perduta (1). Nella pubblicazione on-line delle
immagini delle pergamene viene schedata anche la pergamena del 1316 (alla quale viene assegnata la segnatura 4.1),
riprendendo probabilmente i dati del Casetti e associando l'immagine della pergamena del 1320.
Come accennato, una parte delle pergamene è stata regestata da Albino Casetti (2), tre sono state pubblicate nel lavoro
di Pistoia sugli statuti di Primiero (3), una decina è stata trascritta in appendice ad una tesi di laurea a cura di
Giuseppina Bernardin, sulla base della quale venne pubblicato un articolo nella rivista Studi Trentini di Scienze
Storiche (4).
Il supporto pergamenaceo è in generale piuttosto ben conservato, se si esclude qualche pergamena che presenta segni di
rosicature lungo i bordi e una pergamena che presenta un evidente strappo che ne compromette la lettura (con segnatura
E 13).
Criteri di ordinamento e inventariazione
Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri
generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale
di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, ad integrazione di quanto già predisposto dalla circolare del
95
Ministero dell'Interno n. 39/1966 recante le "Norme per la pubblicazione degli inventari". Si è fatto inoltre riferimento
alle norme generali per la descrizione e la regestazione dei documenti previsti dalla paleografia e dalla diplomatica,
soprattutto alle norme dettate nei "Folia cesaraugustana" (5).
Le pergamene sono state inserite rispettando l'ordine cronologico e per la segnatura si è mantenuto il numero assegnato
nella schedatura effettuata dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici nel 2008.
La scheda compilata per ogni pergamena comprende:
- la segnatura, costituita da una stringa alfanumerica, dove la lettera corrisponde al fondo;
- l'intitolazione dell'unità, che corrisponde alla natura giuridica dell'atto;
- le date cronica e topica, indicate seguendo le consuete norme generali per la descrizione paleografica in caso di
integrazioni o date assegnate; il toponimo viene indicato utilizzando, dove possibile, la forma moderna del nome;
- il regesto, redatto in terza persona, che riporta sempre i nomi degli attori e l'atto giuridico; in caso nel testo vi siano
nomi di persone o luoghi che non possono essere resi in forma italiana, questi vengono inseriti tra virgolette; se il
regesto è stato pubblicato viene indicata anche la bibliografia corrispondente;
- il nome, il patronimico e il luogo di provenienza (se presenti) del notaio rogante;
- la tradizione dell'atto, quindi se si tratta di "originale", "originale da imbreviatura" o "copia autentica"; "originale" è
detto dei documenti tratti dalle imbreviature proprie e sottoscritti dal notaio rogante, di solito presente all'atto; "originale
da imbreviatura" è considerato il documento stilato da un notaio, ma che è tratto dal registro delle imbreviature di un
altro notaio, su autorizzazione del medesimo e dell'autorità pubblica; quanto alla copia può esser "semplice", ossia priva
di convalida notarile o "autentica", con convalida del notaio che la redige e data della redazione;
- le segnature antiche presenti nel verso; vengono indicati anche gli attergati (note, regesti, prove di penna), ma se non
risultano di particolare rilievo sono descritti in maniera generica;
- le misure del supporto, date in millimetri, indicando nell'ordine prima l'altezza poi la base; nel caso di pergamene non
perfettamente rettangolari, con lati irregolari, la misura minore registrata viene indicata tra parentesi tonda; si specifica
che la pergamena è "irregolare" quando la sua forma non è definibile come rettangolo o quadrato, caso che si verifica in
prevalenza per le pergamene caudate o ricavate dalla parte del ventre dell'animale (spesso ondulate);
- la presenza di eventuali sigilli o di sigilli perduti;
- i danni più evidenti quali rosicature, scoloritura dell'inchiostro, macchie.
Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:
SN Signum notarii (Segno del notaio)
Esistenza e localizzazione delle copie
La riproduzione fotografica delle pergamene è disponibile on-line, consultabile sul sito di Trentinocultura.
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
BERNARDIN G., Montagne e pascoli di Primiero (Trento) nei secoli XIV-XV. Introduzione storica e
documenti, tesi di laurea (rel. Flavia Maria de Vitt), Università di Udine, a. a. 2003-2004
96
BERNARDIN GAIO G., Primiero nel XV secolo: comunità alpine e beni collettivi, IN: "Studi Trentini di
Scienze Storiche", 84 (2005), pp. 597-623
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti,
Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia, 1994²
Fonti normative
Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari
Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa
i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli
archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)
Note
(1) CASETTI A., Guida storico archivistica del Trentino, Trento 1961, pp. 802-803.
(2) Ivi (si tratta delle pergamene qui indicate con segnatura da E 1 a E 5).
(3) PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti,
Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia 1994 (si tratta delle pergamene qui indicate con segnatura E 1, E 4,
E 5).
(4) BERNARDIN G., Montagne e pascoli di Primiero (Trento) nei secoli XIV-XV. Introduzione storica e documenti,
tesi di laurea (rel. Flavia Maria de Vitt), Università di Udine, a. a. 2003-2004 (in appendice sono state trascritte le
pergamene qui indicate con le segnature da E 6 a E 16); BERNARDIN GAIO G., Primiero nel XV secolo: comunità
alpine e beni collettivi, IN: "Studi Trentini di Scienze Storiche", 84 (2005), pp. 597-623.
(5) Commissione Internazionale di Diplomatica edite in "Folia Cesaraugustana", n. 1, (Saragozza 1984).
E1
{103}
Sentenza
1269 ottobre 20, Pieve di Primiero
Giovanni di Graziano da Mezzano e Giovanni Olivieri da Imer, costituiti arbitri nella contesa che vede opposte la regola di Tonadico,
rappresentata dal marzolo Filippo Bettega, e quella di Transacqua, rappresentata dal marzolo Giovanni della domina Palma, in merito
ai territori di pertinenza delle due comunità, stabiliscono i confini tra le regole di Tonadico e Transacqua.
Notaio: Valpertino; Giacomo
Copia autentica del 1363 del notaio Simone da Transacqua di Primiero (SN), da copia autentica del 1327 di Ugolino da Mezzano
(SN), quest'ultima da originale dei notai Valpertino e Giacomo, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 663 (659) x 172 (159), nel verso anno di redazione, nota archivistica e note di contenuto
Segnature precedenti: "C, N. 21"; "N. 25"; "Fas. IV, N. 10"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di
storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 7, pp. 170-175 (pubblicazione)
E2
{104}
97
Compromesso - Lodo arbitrale
1288 luglio 5, San Martino di Castrozza
Copia autentica (sec. XV ex.-XVI in.) del notaio Ugolino Scopoli (SN), da originale del notaio Bonaccorso "Cumstellus" (SN) e del
notaio Giovanni (SN), atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 381 x 332 (290) irregolare, con strappo perpendicolare al verso di scrittura lungo il bordo
superiore, inchiostro sbiadito, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino (alcune molto
sbiadite)
Segnature precedenti: "D, N. 33"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
E 2.1
{105}
Compromesso
1288 luglio 5, San Martino di Castrozza
Il frate Giovanni, priore dell'ospedale di San Martino di Castrozza, i frati e due delle monache del medesimo monastero, con
l'appoggio del vescovo di Feltre Adalgerio da Villalta, si riuniscono con il marzolo delle regole di Transacqua e Siror e il
marzolo della regola di Tonadico, agenti ognuno a nome delle comunità che rappresentano, al fine di risolvere una lite legata ai
confini e ai terreni di pertinenza delle rispettive parti, dichiarando di voler affidare la soluzione della vertenza a degli arbitri e
impegnandosi a rispettare le decisione da questi deliberate.
Notaio: Bonaccorso "Cumstellus" (SN)
Copia, atto notarile, latino
E 2.2
{106}
Lodo arbitrale (1)
1288 luglio 5, San Martino di Castrozza
Un collegio arbitrale appositamente costituito è chiamato a dirimere la lite sorta tra l'ospedale di San Martino di Castrozza,
rappresentato dal priore Giovanni, da una parte, e le regole di Transacqua, Siror e Tonadico, rappresentate dai rispettivi
marzoli, dall'altra, in merito ai diritti vantati dall'una e dall'altra delle parti sui monti Col e Rolle; il collegio arbitrale stabilisce i
confini delle zone di pertinenza delle due parti.
Notaio: Bonaccorso "Cumstellus" (SN); Giovanni (SN)
Copia, atto notarile, latino
Note
(1) Il fondo conserva anche una copia del medesimo documento con segnatura E 3.
E3
{107}
Lodo arbitrale (1)
1288 luglio 5, San Martino di Castrozza
Un collegio arbitrale appositamente costituito è chiamato a dirimere la lite sorta tra l'ospedale di San Martino di Castrozza,
rappresentato dal priore Giovanni, da una parte, e le regole di Transacqua, Siror e Tonadico, rappresentate dai rispettivi marzoli,
dall'altra, in merito ai diritti vantati dall'una e dall'altra delle parti sui monti Col e Rolle; il collegio arbitrale stabilisce i confini delle
zone di pertinenza delle due parti.
Notaio: Bonaccorso "Cumstellus"; Giovanni
98
Copia autentica del notaio Paolo di Antonio dalla Costa da Valdobbiadene (Treviso) (SN), redatta il 14 giugno 1627 da copia
autentica del notaio Ugolino Scopoli (SN), quest'ultima da originale dei notai Bonaccorso "Cumstellus" e Giovanni, atto notarile;
latino
Documento singolo; pergamena, mm 585 (580) x 177 (170), nel verso anno di redazione e note archivistiche
Segnature precedenti: "D, N. 34"; "Fas. II, N. 17"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
Note
(1) Si tratta di una copia del documento conservato in questo fondo con segnatura E 2.2.
E4
{108}
Concessione di diritto di pascolo
1320 marzo 9, Feltre (BL)
Guecellone da Camino, capitano di Feltre, tenuto consiglio, riconosce alla comunità di Primiero i diritti che vantava dai tempi antichi
e la autorizza a raccogliere i prodotti dell'incolto e a pascolare con pecore, capre e altro bestiame nei pascoli, in monte e in piano,
posti nel distretto di Feltre, annualmente nel periodo che vada dalla festa di San Michele (29 settembre) a San Giorgio (23 aprile).
Notaio: Vecellio de "Cassollo" (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 296 x 134 (130), inchiostro sbiadito; la pergamena era cucita con un'altra, vi sono i fori di
cucitura lungo il bordo inferiore, nel verso anno di redazione e regesto in italiano
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di
storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 13, pp. 186-187 (pubblicazione)
E5
{109}
Relazione - Ratifica di terminazione
1330 giugno 24, Tonadico
Originale, atto notarile
Documento singolo; pergamena, mm 685 (678) x 205 (200), con qualche rosicatura lungo i bordi, macchie di umidità, nel verso
anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano molto sbiadite
Segnature precedenti: "F, N. 57"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
PISTOIA U. (a cura di), La valle di Primiero nel Medioevo: gli statuti del 1367 e altri documenti inediti, Deputazione di
storia patria per le Venezie, Venezia, 1994², n. 14, pp. 187-190 (pubblicazione)
E 5.1
{110}
Relazione
1330 giugno 24, Tonadico
Alla presenza di Vittore de Mugnaio, vicario di Primiero, agente a nome di Endrighetto di Bongaio potestà di Primiero,
Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico, Tomeo da Siror, marzolo delle regole di Transacqua e Siror e i
rappresentanti delle medesime regole dichiarano di aver individuato sei strade pubbliche, per le quali si definiscono e si
99
approvano i tracciati e i confini, sulle quali tutti gli abitanti delle regole di Tonadico, Transacqua e Siror hanno e avranno in
perpetuo il diritto di passaggio a piedi e con i carri.
Notaio: Ugolino da Mezzano (SN)
Originale, atto notarile, latino
E 5.2
{111}
Ratifica di terminazione
1330 giugno 24, Tonadico
Vittore de Mugnaio, vicario di Primiero, agente a nome di Endrighetto di Bongaio, potestà di Primiero, approva, conferma e
ratifica le decisioni prese in merito alle strade pubbliche a beneficio delle regole di Tonadico, Transacqua e Siror che gli
vengono presentate da Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico, Tomeo da Siror, marzolo delle regole di
Transacqua e Siror e dai rappresentanti delle medesime regole.
Notaio: Ugolino da Mezzano (SN)
Originale, atto notarile, latino
E6
{112}
Lodo arbitrale
1368 agosto 21, Campo Sant'Andrea (Primiero) (1)
Andrea Codagnelli da Parma, capitano di Castel Pietra, su delega di Francesco da Carrara, signore del distretto di Primiero, e di
Bonifacio Lupi, marchese di Soragna, fissa il confine tra il territorio pertinente al distretto di Agordo e quello pertinente al distretto
del Primiero lungo il corso del rio Sandriassa, dalla "Rocchetta" dove nasce fino al luogo detto Vallalta dove si unisce al torrente
Mis; a memoria del confine così stabilito fa scolpire due croci una su una pietra dove il rio nasce ed inizia il confine, l'altra su una
delle pietre dove il confine termina.
Notaio: Simone da Transacqua
Copia autentica (sec. XIV ex.-XV in.) dei notai Giovanni di Valentino detto "Hasler" da Bressanone (SN), Angelino detto
"Schidman" da Bolzano (SN) e Giovanni di Ulrico da Bolzano (SN), da originale del notaio Simone di Transacqua, atto notarile;
latino
Documento singolo; pergamena, mm 685 x 277, con rosicature lungo il bordo destro, macchie di umidità e inchiostro sbiadito in
alcuni punti, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino
Segnature precedenti: "E, N. 48"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
Note
(1) La località si dice posta in "districtus Primey penes ipsum fluvium Sandriasse".
E7
{113}
Sentenza
1420 agosto 31, Tonadico
Gaspare Welsperg, capitano di Castel Pietra e della valle del Primiero, è chiamato a dirimere la questione sorta tra le comunità di
Imer, Tonadico e Transacqua da una parte, e Mezzano e Siror dall'altra, in merito alla gestione di quei beni che appartengono agli
abitanti di una regola, ma che sono posti nel territorio di una regola diversa da quella di residenza; tenuto consiglio, Gaspare
Welsperg, confermando alle regole i diritti, le libertà, i privilegi e le esenzioni concesse dagli antichi statuti e dalle consuetudini,
dichiara che la valle del Primiero, così come era stato per il passato, debba anche per il futuro essere divisa in quattro circoscrizioni;
stabilisce inoltre che coloro che hanno, o acquistano, dei beni in una regola nella quale non risiedono siano obbligati a pagare a
quest'ultima la colta, che deve essere imposta in maniera giusta e onesta in proporzione al valore dei beni posseduti; stabilisce inoltre
100
che nessuno abbia il diritto di portare a pascolare le proprie bestie nel territorio appartenente ad un'altra regola e che se qualcuno, per
fruire dei beni che ha in un'altra regola, vada ad abitarvi, sia anche obbligato a pagare le colte e le tasse spettanti ai residenti; da
ultimo stabilisce che si scelgano otto persone di comprovata onestà, due per ogni regola, alle quali affidare il compito di stilare un
inventario dei beni posseduti da ciascuna regola.
Notaio: Ulrico "Panter" della diocesi di Würzburg (Germania)
Copia autentica (sec. XV ex.-XVI in.) dei notai Agostino di Bonomo "de Semzonio" da Treviso (SN) insieme ai notai Ugolino di
Giovanni Scopoli (SN) e Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN), da originale del notaio Ulrico "Panter" della diocesi di
Würzburg (Germania), atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 400 x 270 (263), con inchiostro leggermente sbiadito in corrispondenza del bordo superiore e
inferiore, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano
Segnature precedenti: "C, N. 27"; "N. 46"; "Fas. VIII, N. 19"
Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda
CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 802 (regesto)
E8
{114}
Sentenza
1467 agosto 5, [Tonadico] (1)
Giacomo Cariolo capitano e vicario agente a nome di Baldassarre conte Welsperg, signore del castello e della valle di Primiero, è
chiamato a dirimere la contesa sorta tra Antonio figlio di Giorgio artigiano di Tonadico, sindaco e procuratore della villa di Tonadico,
e Giacomo del fu Franceschinello, sindaco e procuratore delle ville di Transacqua, Pieve e Ormanico, da una parte, e Giacomo da
Banco e Paolo Portella, agenti a nome della comunità di Siror, dall'altra, in merito alla giurisdizione del monte Col, in particolare per
la località detta "Soto Ronz", che secondo antica consuetudine è indivisa tra le ville di Tonadico, Transacqua, Ormanico e Siror, che
hanno diritto di sfruttarne i pascoli a rotazione annuale; rivendicando la villa di Siror il diritto esclusivo dei pascoli di "Soto Ronz",
Giacomo Cariolo stabilisce che il monte Col e i pascoli di "Soto Ronz" fanno entrambi parte dell'indiviso e che quindi devono essere
sfruttati a rotazione dalle diverse comunità aventi diritto.
Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 270 x 237, con fori dovuti a tarli, nel verso anno di redazione e note archivistiche
Segnature precedenti: "D, N. 32"; "Fas. VIII, N. 35"
Note
(1) La data topica riporta in realtà solo "in domo habitata per magistrum Franciscum cyroycum Milanensem".
E9
{115}
Sentenza
1468 settembre 24, Tonadico
Giacomo Cariolo conte palatino, Donato del fu Enrico da Canal San Bovo, Antonio Conte da Mezzano, Bartolomeo "Scuffonus",
nominati arbitri e compositori, sono chiamati a pronunciare sentenza nella contesa che vede opposti Gasparino Agazio, sindaco
agente a nome della regola di Tonadico, e Giacomo Franceschinelli da Ormanico, sindaco agente a nome delle ville di Pieve,
Transacqua e Ormanico, da una parte, e Francesco da Ponte, marzolo della regola di Siror, agente a nome della medesima dall'altra,
in merito alla giurisdizione e ai diritti delle diverse comunità sul monte Col; i giudici stabiliscono per il monte Col i confini e le
pertinenze precise spettanti a ciascuna regola.
Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 250 x 240, con fori dovuti a tarli ed inchiostro eraso in alcuni punti, nel verso anno di
redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e latino
101
Segnature precedenti: "G, N. 67"; "Fas. VIII, N. 19"
E 10
{116}
Transazione
1470 novembre 6, Tonadico
Silvestro da Venezia, banditore e ufficiale del comune di Tonadico, ottiene dal marzolo Pietro Todesco, a saldo dei pagamenti a lui
spettanti per diversi servizi resi alla regola, in particolare per il compenso dovuto per una causa contro 22 boscaioli che avevano
bruciato la casa del fu Giacomo Pistoia e per altri bandi e servizi resi alla comunità, la somma di 15 lire di denari piccoli e l'ulteriore
somma di 7 denari che riceve da Giovanni Melaia, dichiarandosi così risarcito da ogni credito che vantava nei confronti della
comunità.
Notaio: Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 260 x 192 (175) irregolare, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano
E 11
{117}
Sentenza
1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico)
Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a dirimere la contesa sorta
tra gli abitanti del Primiero che possiedono pecore e coloro che invece non ne possiedono; questi ultimi chiedono che siano stabiliti
dei pascoli riservati agli armenti, dal momento che le greggi gravano molto sui pascoli e tuttavia non sono soggette al pagamento di
tasse più alte. Baldassarre e Osvaldo Welsperg, sentite le parti, stabiliscono che tutti gli uomini padri di famiglia abitanti nel distretto
di Primiero possano avere un massimo di 200 pecore a testa e abbiano diritto a farle pascolare in pascoli, selve e monti appartenenti
alle regole dove abitano o abiteranno, senza alcun aggravio economico; se tuttavia ne tengono un numero maggiore allora siano
costretti a pagare un affitto maggiore sui pascoli e una tassa di erbatico proporzionata al numero di capi; stabiliscono inoltre che ogni
anno i marzoli di ogni regola nominino due o tre uomini che contino le pecore di ciascuna regola, destinando al pascolo delle
medesime una parte dei terreni disponibili congruente col numero dei capi e che, allo stesso modo si proceda per assegnare una parte
della montagna al pascolo degli armenti. Secondo le antiche consuetudini si stabilisce quindi che chi possiede pecore salga verso i
pascoli non prima della festa di San Barnaba a giugno e che non ne discenda prima della festa di Santa Maria o San Bartolomeo in
agosto e che, nel periodo della "montegatione", non si facciano pascolare le greggi nei prati destinati alle vacche; in caso di
contravvenzione sarà applicata una multa di 50 denari piccoli.
Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN)
Originale (1), atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 574 x 185 (169) irregolare, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto
in italiano
Segnature precedenti: "C, N. 23"; "Fas. VIII, N. 18"
Note
(1) Nel fondo è conservato anche un originale parallelo con segnatura E 13.
E 12
{118}
Sentenza
1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico)
Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a pronunciare sentenza sui
problemi sorti all'interno della comunità del Primiero in merito alla questione dei saltari, responsabili del controllo dei danni che le
bestie arrecano ai beni comuni; Baldassarre e Osvaldo Welsperg sentenziano che ogni anno debbano esser scelti in ogni regola, con il
favore del marzolo, uno o due saltari con il compito di sequestrare il bestiame che viene trovato ad arrecare danno e consegnarlo al
102
marzolo; quest'ultimo entro tre giorni eleggerà tre uomini fidati per quantificare il danno, che dovrà essere risarcito entro tre giorni,
passato questo tempo senza che il danno sia pagato il bestiame pignorato sarà trasferito a Castel Pietra. I marzoli e i giurati dovranno
inoltre verificare che tutti coloro che possiedono terreni li abbiano sufficientemente recintati con siepi e muri, sotto pena di venti
soldi piccoli; per dette incombenze i marzoli e i giurati hanno diritto di trattenere per sé la quarta parte delle multe raccolte, una parte
delle quali dovrà essere devoluta ai saltari della regola.
Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 560 (554) x 205 (200), nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in
italiano
Segnature precedenti: "C, N. 25"; "Fas. VIII, N. 30"
E 13
{119}
Sentenza
1477 ottobre 13, Castel Pietra (Tonadico)
Baldassarre Welsperg e il nipote Osvaldo, signori di Castel Pietra e della valle del Primiero, sono chiamati a dirimere la contesa sorta
tra gli abitanti del Primiero che possiedono pecore e coloro che invece non ne possiedono; questi ultimi chiedono che siano stabiliti
dei pascoli riservati agli armenti, dal momento che le greggi gravano molto sui pascoli e tuttavia non sono soggette al pagamento di
tasse più alte. Baldassarre e Osvaldo Welsperg, sentite le parti, stabiliscono che tutti gli uomini padri di famiglia abitanti nel distretto
di Primiero possano avere un massimo di 200 pecore a testa e abbiano diritto a farle pascolare in pascoli, selve e monti appartenenti
alle regole dove abitano o abiteranno, senza alcun aggravio economico; se tuttavia ne tengono un numero maggiore allora siano
costretti a pagare un affitto maggiore sui pascoli e una tassa di erbatico proporzionata al numero di capi; stabiliscono inoltre che ogni
anno i marzoli di ogni regola nominino due o tre uomini che contino le pecore di ciascuna regola, destinando al pascolo delle
medesime una parte dei terreni disponibili congruente col numero dei capi e che, allo stesso modo si proceda per assegnare una parte
della montagna al pascolo degli armenti. Secondo le antiche consuetudini si stabilisce quindi che chi possiede pecore salga verso i
pascoli non prima della festa di San Barnaba a giugno e che non ne discenda prima della festa di Santa Maria o San Bartolomeo in
agosto e che, nel periodo della "montegatione", non si facciano pascolare le greggi nei prati destinati alle vacche; in caso di
contravvenzione sarà applicata una multa di 50 denari piccoli.
Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN)
Originale (1), atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 537 x 205 (195) irregolare, con uno strappo con perdita di una parte del supporto in
corrispondenza del bordo superiore che compromette la lettura del testo e rosicature di topi in corrispondenza dell'angolo superiore
destro, con inchiostri sbiadito, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano e latino
Note
(1) Nel fondo è conservato anche un originale parallelo con segnatura E 11.
E 14
{120}
Sentenza
1479 luglio 6, Pieve (Primiero)
Bonadio detto Grasso, Francesco "calderarius" da Feltre, Giacomo notaio delle valli Giudicarie e Ambrogio Cazari, entrambi abitanti
a Cavalese in val di Fiemme, vengono eletti arbitri per dirimere la lite sorta tra Vittore del fu Pietro Piazza da Transacqua, sindaco e
procuratore di tutta la comunità di Primiero e Canal San Bovo, da un parte, e Gregorio del fu Nicolò e Andrea del fu Pietro da
Someda della val di Fiemme, possessori del monte Bocche, dall'altra, in merito al pagamento della colta da parte di Gregorio e
Andrea alla comunità di Primiero; Vittore Piazza, sostenendo che il monte Bocche si trova nelle pertinenze di Primiero, chiede a
Gregorio e Andrea il pagamento di 10 lire, 14 soldi, 6 denari piccoli in ragione della colta degli ultimi 25 anni, oltre al pagamento
della medesima per gli anni a venire. Gli arbitri stabiliscono che Gregorio e Andrea paghino a partire da questo momento la colta alla
103
comunità di Primiero secondo il giusto prezzo, ma li esonera dal pagamento degli arretrati richiesti dal medesimo Vittore Piazza, in
quanti fino a quel momento non risulta che fosse mai stato richiesto alcun pagamento.
Notaio: Antonio di Giorgio Simonetti da Tonadico (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 472 (460) x 160 (150) irregolare, con rosicature di topi lungo il margine destro e fori, nel
verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano
E 15
{121}
Procura
1489 ottobre 9, Tonadico
Salvatore Luciani, marzolo della regola di Tonadico, Marco Zanetello, marzolo della regola di Transacqua, Siror e Ormanico,
Giovanni Domenico, marzolo della regola di Mezzano, e Guberto Loss, marzolo delle regole di Imer e Canal San Bovo, costituiscono
Bartolomeo Luciani da Tonadico, Michele Bettega da Mezzano e Antonio Scalet da Ormanico procuratori con autorità di agire nella
causa che le comunità di Primiero vogliono sollevare contro Baldassarre Welsperg e i suoi nipoti, signori di Primiero, al fine di far
valere gli antichi diritti e vedere riconosciuti i privilegi, le concessioni, le consuetudini delle quali le comunità avevano goduto fin dai
tempi più antichi.
Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli da Tonadico (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 360 x 233 (226), con rosicature di topi lungo il bordo sinistro e diverse macchie, nel verso
anno di redazione e note di contenuto in italiano
E 16
{122}
Sentenza
1492 ottobre 8, Tonadico
Antonio Bertelli, capitano di Castel Pietra e del Primiero, è chiamato a dirimere la causa tra Giacomo Luciani, marzolo della regola
di Tonadico, Giovanni Gilli, marzolo della regola di Siror, e Bartolomeo Franceschinelli, rappresentante delle ville di Pieve,
Transacqua e Ormanico agenti a nome delle rispettive regole, da una parte, e Martino Sox, procuratore agente a nome degli eredi del
fu Bertoldo "Fayron", dall'altra, sorta in merito ad un campo detto di Sant'Andrea, verso il monte Cereda, posto al di qua del rio
Sandriassa, spettante alla regola di Sopra Pieve, che gli eredi del fu Bertoldo tenevano in affitto dalla comunità; Antonio Bertelli
dichiara che il campo di Sant'Andrea appartiene ai regolani di Sopra Pieve e condanna Martino Sox a restituirlo ai legittimi
proprietari con le rispettive pertinenze e a pagare l'affitto che non era stato versato per gli anni precedenti.
Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli da Tonadico (SN)
Originale, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 307 x 250, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di contenuto in italiano e
latino
Segnature precedenti: "G, N. 62"; "Fas. VIII, N. 8"
E 17
{123}
Sentenza
1506 agosto 5, Fiera di Primiero
Diversi arbitri eletti dalle comunità del Primiero sono chiamati a dirimere la questione sorta tra le comunità di Siror e Ormanico
relativamente al pagamento delle colte nei rispettivi territori di pertinenza.
Notaio: Ugolino di Giovanni Scopoli della valle di Primiero (SN)
Originale, atto notarile; latino
104
Documento singolo; pergamena, mm 107 (73) x 164 (93) irregolare, nel verso anno di redazione, note archivistiche e note di
contenuto in italiano
Segnature precedenti: "Fas. VIII, N. 9"
E 18
{124}
Testamento
1639 aprile 10, Tonadico
Antonio del fu Leonardo Feldkircher di Tonadico, giacendo a letto ammalato, detta le sue ultime volontà e dichiara di voler esser
sepolto nel cimitero della chiesa di Santa Maria Assunta di Primiero con gli uffici soliti e con le messe del trigesimo,
dell'anniversario e le messe Gregoriane; lascia all'altare della Beata Vergine delle "Sette Spade", eretto nella chiesa parrocchiale, un
credito di 100 ragnesi e 40 denari, in cambio di tre messe annuali da celebrare per la sua anima; lascia inoltre una somma di denaro al
nipote Michele.
Notaio: Giovanni Battista di Andrea Scopoli (SN)
Originale del notaio Giovanni Battista Scopoli da imbreviatura del padre Andrea, atto notarile; latino
Documento singolo; pergamena, mm 359 x 161, con rosicature di topi lungo il bordo sinistro e destro che compromettono in alcuni
casi la lettura, nel verso anno di redazione e note di contenuto in italiano
105
INDICE ANALITICO
DELLE COSE NOTEVOLI
Altare dei Santi Gottardo e Leonardo nella chiesa di San
Sebastiano di Tonadico
60
Altare della Beata Vergine delle "Sette Spade" della chiesa
della Madonna Assunta di Fiera
124
Altare di Sant'Anna nella chiesa di San Sebastiano di
Tonadico
60
Altare di Sant'Antonio nella chiesa di San Sebastiano di
Tonadico
2, 49
Altare maggiore della chiesa di San Sebastiano di Tonadico
2, 60
Altare parietale di San Sebastiano di Tonadico
60
Anna, santa (giorno di)
2
Archivio della cappellania di Tonadico
Vedi Archivio parrocchiale di Tonadico
Archivio della comunità di Tonadico
48
Archivio parrocchiale di Tonadico
49, 53, 60, 89, 102
Armadio per l'archivio
1
Artigianelli
42
Barnaba, santo (giorno di)
117, 119
Bartolomeo, santo (giorno di)
117
Biblioteca
65
Boschi del Primiero
49
Boschi del Tesino
49
Campane
51, 60, 72
Canonica di Tonadico
1, 50, 80
Capifamiglia di Siror
56
Capifamiglia di Tonadico
56
Capifamiglia di Transacqua
56
Capitali fruttanti
62, 71
Capitello della Madonna del Rosario di Tonadico
Vedi Capitello della Madonna della Luce ai
Boaletti di Tonadico
Capitello della Madonna della Luce ai Boaletti di Tonadico
42
Capitello presso la centrale elettrica di Castel Pietra di
55
106
Tonadico
Capitolato
2, 49, 74
Cappellano
2
Cappelle/Cappellanie esposte
3
Carestia in Russia
16
Casa ACLI a Tonadico
69, 79, 80, 94
Censimento delle campane
51
Centrale idroelettrica di Tonadico
42
Chiesa battesimale
2
Cimitero
60, 75
Circonvallazione di Tonadico
76
Columelli (organizzazioni territoriali del Primiero)
2
Concessione d'indulgenza
2
Concilio di Trento
3, 5, 9, 18
Concilio Laterano IV
15
Concordato tra la Santa Sede e il Regno d'Italia
3, 9, 20, 60
Confini parrocchiali
3
Congrua
2, 52, 57
Consacrazione di chiesa
60
Consiglio pastorale diocesano
51
Consulta frazionale
56
Cronache e memorie
44
Custode del cimitero
75
Diritti antichi della comunità
121
Diritti di stola
2, 3, 51
Diritto di passaggio
110
Esercito
50
Fabbriceria
60, 68
Fabbricieri
60, 74
Fiera di San Michele
2
Fondo Sante Anime di Tonadico
42, 43, 64
107
Fonte battesimale
2
Fosse, malga appartenente al priorato di San Martino
85
Giorgio, santo (giorno di)
108
Immobile ex casa Egger di Tonadico
Vedi Casa ACLI a Tonadico
Indulgenza della Porziuncola
51
Insegnanti
101
Inventari del patrimonio
50
Inventario dei beni delle regole di Primiero
113
Inventario dei beni mobili e/o immobili della chiesa
50, 69
Lascito di don Carlo Depaoli per la chiesa di Tonadico
88
Lascito testamentario Bonat Margherita per la chiesa di
Tonadico
81
Lascito testamentario dalla Piazza per la chiesa di Tonadico
81
Lascito testamentario Debertolis per la chiesa di Tonadico
82
Lascito testamentario Feldkircher per la chiesa Tonadico
73
Lascito testamentario Gadenz per la chiesa di Tonadico
73, 81, 84
Lascito testamentario Maria Bernardin per la chiesa di
Tonadico
76
Lascito testamentario Turra per la chiesa Tonadico
73, 82
Lascito testamentario Zagonel Caterina per la chiesa
Tonadico
73, 82
Lavori altare chiesa di San Sebastiano
88
Lavori chiesa
45, 60, 70, 72
Lavori cimitero
75
Libri di archiviazione
71
Maestri (custodi dei boschi del Primiero)
49
Manutenzione e riparazione della chiesa
49
Marzoli (rappresentanti deputati al governo)
2, 105, 106, 107, 117, 118, 119
Massari
2, 60, 68
Messe legatarie
27, 39, 52, 53
Messe "pro populo"
27, 39
108
Michele, santo (giorno di)
108
Offerte pro costituenda parrocchia
51
Organista
70, 74
Patrimonio agrario
51
Pellegrini
18
Pergamena
49
Pergamene della parrocchia di San Sebastiano di Tonadico
1, 60, 102
Persone giuridiche private
89
Persone giuridiche pubbliche
89
Polizze assicurative
80
Processioni
2, 49, 51
Pubblicazioni di matrimonio
18
Reliquia della Santa Croce
49
Reliquie
2, 53
Sacrestano
70, 74
Saltari (custodi dei beni comunali di Primiero)
118
Santa Maria, festa
117, 119
Scuole elementari frazionali
56
Sebastiano, santo (giorno di)
2
Sindaci
60, 68
Sistema parrocchiale
3
Sistema pievano
2, 3
Statuti della comunità di Primiero (1367)
2, 60, 102
Stipendi degli insegnanti
100
Taglie per la cattura di animali nocivi
49
Timbro ufficiale della parrocchia
2
Tribunale di Tonadico
2, 60
Urbario della chiesa di San Sebastiano
63
Via Crucis
51
Vicario espositurale
2
Vicario temporaneo
50
109
Visita decanale
89
Visite pastorali
53, 89
110
INDICE ANALITICO
DELLE ISTITUZIONI
Amministrazione casa ACLI di Tonadico
79
Archivio Diocesano Tridentino di Trento
1, 5, 9, 11
Asilo infantile di Tonadico
Vedi Scuola materna di Tonadico
Associazione Famiglie di Tonadico
59
Azienda elettrica municipalizzata di Tonadico
55
Basilica pontificia di Sant'Antonio (PD)
42
Beneficio don Domenico Fontana di Tonadico
52
Beneficio priorale dei Santi Martino e Giuliano in San
Martino di Castrozza
85
Borsa di studio Pierina Boni
83
Cappella di San Sebastiano di Tonadico
Vedi Chiesa di San Sebastiano di Tonadico
Cappellania di San Sebastiano di Tonadico
2, 3, 89
Centrale elettrica di Castel Pietra di Tonadico
55
Chiesa campestre di San Giovanni di Tonadico
55
Chiesa dei Santi Vittore e Corona di Tonadico
2, 50, 60, 102
Chiesa di San Marco di Transacqua
52
Chiesa di San Sebastiano di Tonadico
1, 2, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 45, 47, 49, 50,
52, 53, 56, 60, 63, 64, 69, 70, 71, 72, 73, 74,
77, 78, 82, 84, 85, 86, 102
Chiesa di Santa Maria Assunta di Fiera di Primiero
2, 49, 102, 124
Chiesa di Sant'Andrea di Siror
2
Circolo ai Confini d'Italia
2
Commissariato del Governo per la Regione Trentino-Alto
Adige, Trento
81, 83, 84
Comune di Fiera di Primiero
2, 75
Comune di Moena
2
Comune di Predazzo
2
Comune di Sagron Mis
2
Comune di Siror
2
Comune di Tonadico
2, 50, 51, 52, 55, 56, 76, 84
111
Comune di Transacqua
2
Comunità di Canal San Bovo
2
Comunità di Imer
113
Comunità di Mezzano
2, 113
Comunità di Primiero
108, 118, 120, 123
Comunità di Siror
113
Comunità di Tonadico
1, 49, 60, 102, 113
Comunità di Transacqua
113
Conferenza Episcopale Italiana, Comitato per gli enti e i beni
ecclesiastici e per la promozione del sostegno economico alla
chiesa cattolica
89
Confraternita del Santissimo Sacramento di Fiera di
Primiero
89
Confraternita del Santissimo Sacramento di Tonadico
1, 43, 64, 89, 91
Congregazione del Terz'ordine di San Francesco di Tonadico
54
Consiglio scolastico distrettuale di Primiero
95, 101
Consiglio scolastico locale di Tonadico
1, 93, 94, 95, 96, 101
Coro curaziale di Tonadico
54, 70
Curazia di San Sebastiano di Tonadico
51, 53, 60
Curazia di Sant'Andrea di Siror
2
Curia arcivescovile di Trento
51, 55, 56, 57, 58, 73, 81, 83, 84
Decanato di Primiero
85, 89
Diocesi di Bressanone
13
Diocesi di Feltre
2, 13
Diocesi di Padova
13
Diocesi di Trento
13, 27, 39, 60
Dipartimento dell'Alto Adige
89
Famiglia cooperativa di Tonadico
47
Federazione provinciale scuole materne
58
Giunta provinciale di Trento
1, 102
Governo austriaco
5, 9, 11, 68
Governo bavarese
5, 9, 11
112
Governo di Innsbruck
49
Governo per il Tirolo e Vorarlberg
68
Impero romano-germanico
2
Legato Pierina Boni di Tonadico
52
Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di
Stato
102
Opera del pane dei poveri di Tonadico
Vedi Pane di Sant'Antonio di Tonadico
Ordinariato vescovile di Trento
1, 2, 3, 48, 51, 52, 58, 60, 68, 97
Ospedale dei Santi Martino e Giuliano (ospizio) di San
Martino di Castrozza
Vedi Priorato dei Santi Martino e Giuliano di San
Martino Castrozza
Pane di Sant'Antonio di Tonadico
42, 43, 64
Parrocchia dei Santi Martino e Giuliano di San Martino di
Castrozza
1, 3
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Imer
1
Parrocchia della Madonna di Loreto di Sagron Mis
1
Parrocchia di San Giorgio di Mezzano
1, 3
Parrocchia di San Marco di Transacqua
1, 3, 79, 83
Parrocchia di San Sebastiano di Tonadico
51, 53, 59, 79, 83
Parrocchia di Santa Maria Assunta di Fiera di Primiero
3, 79
Parrocchia di Sant'Andrea di Siror
3, 79
Parrocchia di Tonadico
15
Patronato ACLI
79
Pia Società di San Paolo in Roma
79
Pieve di Primiero
Vedi Parrocchia di Santa Maria Assunta di Fiera
di Primiero
Prefettura di Trento
51, 56
Premio della bontà Clauser
55
Principato vescovile di Trento
2
Priorato dei Santi Martino e Giuliano di San Martino
Castrozza
105, 106, 107
Provincia autonoma di Trento, Commissione Beni Culturali
1
113
Provincia autonoma di Trento (PAT)
1, 76
Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza ai beni
storico-artistici, librari e archivistici
1, 102
Provveditorato agli studi di Trento
56
Regione Trentino - Alto Adige
58, 79
Regno d'Italia
9, 25
Regno d'Italia, Ministero per il culto
68
Regola di Imer
2
Regola di Mezzano
2
Regola di Siror
105, 106, 107, 110, 111
Regola di Tonadico
2, 49, 60, 103, 105, 106, 107, 110, 111
Regola di Transacqua
2, 49, 103, 105, 106, 107, 110, 111
Sacra Congregazione del Concilio di Roma
27, 39, 51, 52, 68
Santa Sede
20, 50
Scuola elementare di Tonadico
100
Scuola materna di Tonadico
58, 78
Seminario di Trento
83
Tonadico, comune catastale
83
Transacqua, comune catastale
83
Trento, comitato (territorio soggetto al vescovo)
2
Ufficio amministrativo diocesano di Trento
60
Ufficio dello stato civile
5, 9, 11, 20, 26
Ufficio vicariale di Primiero
60, 72
114
INDICE ANALITICO
DEI NOMI DI PERSONA
Adalgerio da Villalta, vescovo di Feltre
105
Agazio Gasparino, sindaco della regola di Tonadico
115
Agostino di Bonomo "de Semzonio" da Treviso
113
Alboino, re dei Longobardi
2
Andrea del fu Pietro da Someda della val di Fiemme
120
Andrea, santo
60
Angelino detto "Schidman" da Bolzano, notaio
112
Antonio Conte da Mezzano, arbitro compositore
115
Antonio del fu Leonardo Feldkircher di Tonadico
124
Antonio figlio di Giorgio, artigiano di Tonadico, sindaco e
procuratore della villa di Tonadico
114
Asburgo (d') Alberto III, duca d'Austria
2
Asburgo (d') Giuseppe II, imperatore
2, 89
Asburgo (d') Leopoldo III, duca d'Austria
2
Asburgo (d') Maria Teresa, imperatrice
2
Bartolomeo Luciani da Tonadico, procuratore della comunità
del Primiero
121
Bartolomeo, santo
60, 119
Bartolomeo "Scuffonus", arbitro compositore
115
Bernardin Maria da Tonadico, moglie del conte Turra
76
Bertamini Luigi, decano di Fiera di Primiero
2, 50
Bertelli Antonio, capitano di Castel Pietra e del Primiero
122
Bettega Filippo, marzolo della regola di Tonadico
103
Bettega Michele da Mezzano, procuratore delle comunità del
Primiero
121
Bonaccorso "Cumstellus", notaio
104, 105, 106, 107
Bonadio detto Grasso, arbitro
120
Bonat Margherita
81
Boni Pierina, fondatrice del legato Boni di Tonadico
52, 69, 83
Brunet fratelli da Tonadico
82
Cariolo Giacomo, capitano e vicario della giurisdizione di
115
114, 115
Primiero
Carlo IV di Lussemburgo, imperatore
2
Casetti Albino
2, 102
Cazari Ambrogio, abitante a Cavalese, arbitro
120
Clauser Fiorenzo, fondatore del Premio della bontà Clauser
55
Clauser Sofia, fondatrice del Premio della bontà Clauser
55
Clemente VIII, papa
89
Clesio Bernardo, vescovo di Trento
60, 68
Codagnelli Andrea da Parma, capitano di Castel Pietra
112
Corradini Michele da Rallo, cappellano di Tonadico
2
Corrado II il Salico, imperatore
2
da Ponte Francesco, marzolo della regola di Siror
115
de Ferrari Carlo, vescovo di Trento
3, 51, 53, 60, 89
Della Bona Giovanni Giacomo, vescovo di Trento
53
Depaoli Carlo, sacerdote
88
Doff Sotta Pietro da Imer, parroco di Tonadico
3, 31, 50, 59, 73, 82
Donato del fu Enrico da Canal San Bovo, arbitro
compositore
115
Endrici Celestino, vescovo di Trento
53
Endrighetto da Bongaio, potestà di Primiero
110, 111
Fayron Bertoldo
122
Ferdinando I, imperatore d'Austria
49
Fontana Domenico da Siror, cappellano di Tonadico,
fondatore del beneficio Fontana
52
Franceschinelli Bartolomeo, rappresentante delle ville di
Pieve, Transacqua e Ormanico
122
Franceschinelli Giacomo da Ormanico, sindaco delle ville di
Pieve, Transacqua e Ormanico
114, 115
Francesco Bernardin, sacerdote
50
Francesco "calderarius" da Feltre, arbitro
120
Francesco, chirurgo milanese
114
Francesco da Carrara, signore del distretto di Primiero
112
Fuganti Pietro da Taio, cappellano di Tonadico
2
116
Giacomo da Banco, rappresentante della comunità di Siror
114
Giacomo notaio delle valli Giudicarie abitante a Cavalese,
arbitro
120
Gilli Domenico Antonio, cancelliere di Primiero
71
Gilli Giovanni, marzolo della regola di Siror
122
Giorgio, santo
60
Giovanni della domina Palma, marzolo della regola di
Transacqua
103
Giovanni di Graziano da Mezzano
103
Giovanni di Ulrico da Bolzano, notaio
112
Giovanni di Valentino detto "Hasler" da Bressanone, notaio
112
Giovanni Domenico, marzolo della regola di Mezzano
121
Giovanni, frate priore dell'ospedale di San Martino di
Castrozza
105, 106, 107
Giovanni, notaio
103, 104, 106
Giovanni Olivieri da Imer
103
Giovanni Vittore "Polacinus" da Agordo, notaio
113, 114, 115, 116
Giustiniani Francesco, pittore
60
Gorcia de Lusa, vescovo di Feltre
2
Gottardi Alessandro Maria, vescovo di Trento
53
Grandi Angelo da Mezzano, curato di Tonadico
49
Gregorio del fu Nicolò della val di Fiemme
120
Guecellone da Camino, capitano di Feltre
108
Innocenzo XII, papa
27, 39
Loss Guberto, marzolo delle regole di Imer e Canal San Bovo
121
Lucian Maurizio, sacerdote
50
Luciani Giacomo, marzolo della regola di Tonadico
122
Luciani Salvatore, marzolo della regola di Tonadico
121
Lupi Bonifacio, marchese di Soragna, capitano di Primiero
112
Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento
27, 39
Madruzzo Ludovico, vescovo di Trento
13, 60, 68
Marco, santo
60
117
Margherita Alacoque, santa
60
Martino di Tours, santo
2
Melaia Giovanni
116
Merlin Giovanni da Campodoro (PD), parroco di Tonadico
3, 50
Merovingi, dinastia
2
Michele, nipote di Antonio del fu Leonardo Feldkircher
124
Moarstetter Baldassarre da Primiero, cancelliere di Primiero
71
Molinari Angelo, padre OFM, vicario curaziale di Tonadico
2
Morandini Domenico da Predazzo, curato di Tonadico
2, 50, 95
Motter Enrico da Tenna, curato di Tonadico
2, 50
Nami Giacomo di Nicolò da Primiero, cancelliere di
Primiero
71
Orsi Camillo, decano di Primiero
53, 89
Osti Pietro da Scurelle, cappellano di Tonadico
2
Ottone I, imperatore
2
Paolo di Antonio dalla Costa da Valdobbiadene (TV), notaio
107
Paolo V, papa
5, 9, 11, 13
Parisi Giuseppe da Trento, vetraio
60
Pastorini Bartolomeo da Macerata, cappellano di Tonadico
2, 49
Pastorini Bortolo, cappellano di Tonadico
60
Pastorini Lorenzo da Cividale (UD), cappellano di Tonadico
2, 49
Piazza Giorgio Francesco Armando di Francesco,
cancelliere di Primiero
71
Pietro, santo
16
Pio X, papa
18
Pistoia Giacomo
116
Polo Guido da Ziano, curato di Tonadico
2, 44, 45, 50, 54, 60, 77
Portella Paolo, rappresentante della comunità di Siror
114
Riccabona Benedetto, vescovo di Trento
2, 51
Salvadori Antonio da Bollone (BS), vicario espositurale di
Tonadico
2
Scalet Antonio da Ormanico, procuratore delle comunità del
121
118
Primiero
Scopoli Andrea, notaio
124
Scopoli Francesco Antonio di Giovanni Francesco,
cancelliere di Primiero
71
Scopoli Giovanni Battista fu Andrea, notaio
121, 124
Scopoli Ugolino fu Giovanni da Tonadico, notaio
104, 107, 122, 123
Silvestro da Venezia, banditore del comune di Tonadico
116
Simion Giovanni da Tonadico
73
Simone da Transacqua, notaio
103, 112
Simonetti Antonio fu Giorgio da Tonadico, notaio
117, 118, 119, 120
Sox Martino
122
Stocchetti Giorgio da Vigo Meano (TN), vicario espositurale
di Tonadico
2
Suarez Pietro Maria da Treviso, vescovo di Feltre
2
Todesco Pietro, marzolo della regola di Tonadico
116
Tomaselli Ignazio da Strigno, cappellano di Tonadico
2
Tomeo da Siror, marzolo delle regole di Transacqua e Siror
110, 111
Tonadico detto "Dollus", marzolo della regola di Tonadico
110, 111
Trotter Celso, notaio
71
Trotter Pietro
42
Udalrico II, vescovo di Trento
2
Ugolino da Mezzano, notaio
103, 110, 111
Ugolino di Giovanni Scopoli, notaio
113
Ulrico "Panter" della diocesi di Würzburg, notaio
113
Valpertino, notaio
103
Vanzetta Erminio da Ziano, parroco di Tonadico
3, 39, 40, 50, 81, 86
Vecellio da "Cassollo", notaio
108
Vittore de Mugnaio, vicario generale della giurisdizione di
Primiero
110, 111
Vittore del fu Pietro Piazza da Transacqua, sindaco e
procuratore della comunità di Primiero e Canal San Bovo
120
Vittore, santo
60
Welsperg Baldassarre, capitano e signore del Primiero
114, 117, 118, 119, 121
119
Welsperg Enrico, conte
49
Welsperg Gaspare, signore di Castel Pietra e della valle di
Primiero
113
Welsperg Giorgio, conte
2
Welsperg Giuseppe, conte
49
Welsperg Marquardo, conte
49
Welsperg Osvaldo, nipote di Baldassarre, signore di Castel
Pietra e della valle del Primiero
117, 118, 119
Zagonel Caterina
81
Zanetello Marco, marzolo della regola di Transacqua, Siror
e Ormanico
121
Zeni Duccio, parroco di Transacqua, Fiera di Primiero,
Sagron, Tonadico, Transacqua e Siror
3
120
INDICE ANALITICO
DEI TOPONOMI
Alpi, catena montuosa
2
Austria
2
Belluno
2
Boaletti, località di Tonadico
42
Bocche, monte della catena del Lagorai
120
Bolzano/Bozen
2
Brocon, passo
2
Campo Sant'Andrea, località del Primiero
112
Canal San Bovo
2
Canali, torrente
3
Castel Pietra (Primiero)
2, 60, 117, 118, 119
Cavalese
120
Cereda, monte
122
Cereda, passo (comune di Transacqua)
2
Chiusa/Klausen (BZ)
2
Chiusura, località di Tonadico
73
Cismon, torrente
2
Cismon, valle
1, 2
Claudia Augusta Padana, via
2
Col, monte del Primiero
106, 107, 114, 115
Coletti, località di Tonadico
82
Distretto di Agordo (BL)
112
Distretto di Primiero
112, 117, 119
Dreocase (Driocase), località di San Martino
73
Falzen, località di Tonadico
52, 81, 84
Feltre (Belluno)
2
Fiera di Primiero
123
Fiorosna (a), località di Tonadico
77
Lazer, rio
3
121
Maso Gubert, località del Primiero
3
Merano/Meran (Bolzano)
2
Mori
86
Ormanico, frazione di Transacqua
2, 114, 115, 123
Paolina, via
2
Passerella (sul torrente Cismon)
3
Passo Rolle, località
2
Pieve di Primiero
103, 115
Pieve (Transacqua)
2, 60
Portela, località di Tonadico
73
Primiero
1, 2, 89
Rocchetta, località del Primiero dove nasce il rio Sandriassa
112
Rolle, monte
106, 107
Rovereto
2
San Martino di Castrozza
2, 104, 105, 106, 107
Sandriassa, rio
112, 122
Sant'Andrea (di), campo in località del monte Cereda
122
Schener, valle
2
Seghe, località di Tonadico
73
Siror
2, 49, 114, 123
Someda (Moena)
120
Sopra Pieve
122
Soto Ronz, località sul monte Col di Primiero
114
SS n. 50 del Grappa e del Rolle
3
Strada passo Cereda - San Martino
3
Tegnago, località di Tonadico
73
Tesino
2
Tirolo
2
Tonadico
89, 95, 109, 110, 111, 113, 114, 115, 116,
122, 124
Transacqua
114, 115
122
Trentino Alto Adige
2, 9
Vallalta, località del Primiero alla confluenza dei torrenti
Sandriassa e Mis
112
Valle del Primiero
2, 113
Valle dell'Adige
2
Valle di Fiemme
2, 120
Valle Isarco
2
Valsugana
2
Veneto
2
Via Principe Umberto (Fiera di Primiero)
3
Vignalongo, località di Tonadico
73
123