Verso il 25 novembre 2014 FP AT 13 nov

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Verso il 25 novembre 2014 FP AT 13 nov
 VERSO IL
25 NOVEMBRE 2014
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
OGNI GIORNO UNA DENUNCIA PER NON DIMENTICARE
IL PAESE DELLA VIOLENZA
Il Sud Africa è il Paese con il più alto tasso di stupri pro capite con 500 mila stupri all'anno, uno ogni 17 secondi, e una donna ogni due che sarà violentata nella sua vita. Il Sud Africa è la patria di Nelson Mandela, è il primo Paese ad aver dichiarato fuorilegge nella sua Costituzione la discriminazione su base sessuale, eppure continua a vantare un triste primato: quello dello 'stupro correttivo' eseguito soprattutto contro le donne lesbiche per 'curare' la loro omosessualità. Che viene considerata una malattia. 'Malata' era anche Mvuleni Fana, una ragazza sudafricana di cui l'Independent racconta la storia: Mvuleni stava tornando nella sua casa a Springs, a 30 km a est di Johannesburg, quando quattro uomini l'hanno circondata, trascinata dietro allo stadio di calcio e violentata. Mvuleni ha riconosciuto i suoi aggressori, ma non è servito a niente. Perché in Sud Africa lo stupro correttivo non è un reato perseguito. STUPRATE E SPESSO UCCISE. Rispetto a molte delle vittime del Sud Africa, Mvuleni è stata fortunata: è sopravvissuta. Almeno 31 donne negli ultimi 15 anni non ce l'hanno fatta. Nel 2007, ricorda il quotidiano britannico, Sizakele Sigasa, un'attivista per i diritti delle donne e dei gay, e la sua amica Salone Massooa, erano fuori da un bar, quando un gruppo di uomini ha iniziato a insultarle e chiamarle maschiacci. Le donne sono state violentate, torturate, legate con la loro biancheria intima e sparate alla testa. Un'esecuzione per la quale nessuno è mai stato condannato. Come ha riportato Unimondo, magazine della Fondazione Fontana onlus, secondo l'organizzazione locale Luleki Sizwe solo a Città del Capo se ne registra più di uno al giorno. Reati davanti ai quali l'impunità è totale. Ndumie Funda, direttrice dell'associazione Luleki Sizwe che prende il nome dalla sua ex compagna Nosizwe Nomsa Bizana e dalla sua amica Luleka Makiwane, stuprate dal branco e poi morte l'una di meningite e l'altra di Aids, ha raccontato che «solo negli ultimi 10 anni, 31 donne lesbiche sono state uccise a causa del loro orientamento sessuale, più di 10 lesbiche in settimana sono violentate nella sola Città del Capo, mentre 150 donne sono violentate ogni giorno in tutto il Sud Africa». Anche se non ci sono statistiche sullo stupro correttivo a livello nazionale, un gruppo di sostegno a Città del Capo ha detto ai ricercatori di ActionAid che nel 2009 hanno registrato 10 nuovi casi ogni settimana. E ogni volta la reazione legale è inesistente. «Visto che su 25 uomini accusati di stupro 24 sono liberi». 1 LA LOTTA DELLE ASSOCIAZIONI. Per fortuna non mancano però le persone che vincono la paura e continuano a denunciare questo crimine. Come Funda, o gli attivisti del network Avaaz che da tempo denunciano questo orribile crimine, chiedendo al presidente Zuma e al ministro della Giustizia di condannare pubblicamente lo stupro correttivo, penalizzare i crimini d'odio e guidare un cambiamento radicale contro lo stupro e l'omofobia per garantire l'educazione pubblica e la protezione delle vittime. LA FIGLIA È LESBICA E LA FA VIOLENTARE. Free Gender è un'associazione in difesa dei diritti Lgbt che da 10 anni cerca di aiutare e sostenere Pearl Mali, una ragazza di 21 anni che ha iniziato a essere stuprata quando aveva 12 anni. La madre di Pearl sospettava che fosse lesbica, così decise di far entrare nella sua camera un uomo vecchio. Che da allora per ben quattro anni la violentò regolarmente. A 16 anni Pearl rimase incinta. Solo allora dopo l'ennesimo tentativo di denuncia, la polizia impose un ordine restrittivo contro l'uomo. Ma qualche giorno dopo il parto, entrò di nuovo in casa. Poi quando il bambino compì sette mesi, lo stupratore e la madre di Pearl lo portarono via perché Pearl era ancora una lesbica e il bambino poteva diventare gay al solo contatto. Un'ignoranza difficile da debellare in un Paese come il Sud Africa, dove il termine 'stupro collettivo' fu coniato nei primi anni del 2000, quando alcuni volontari delle associazioni umanitarie notarono un incremento di tali attacchi. Da allora, nonostante il riconoscimento del fenomeno e la denuncia a livello internazionale, lo stupro correttivo è in aumento. Secondo il People Opposed to Women Abuse «una ragazza che nasce in Sud Africa oggi ha più possibilità di essere stuprata che d'imparare a leggere». E «un quarto delle ragazze in Sud Africa è stuprato ancor prima di compiere 16 anni». IL PAESE DELLA VIOLENZA. Come ha evidenziato un rapporto dell'ufficio delle Nazioni Unite (1998-­‐
2000) contro la criminalità e la droga, il Sud Africa è il Paese con il più alto tasso di stupri pro capite, definito più volte la capitale mondiale dello stupro con 500 mila stupri all'anno, uno ogni 17 secondi, e una donna ogni due che sarà violentata nella sua vita. Un quarto degli uomini nelle province di Eastern Cape, quando gli viene chiesto in forma anonima dal Medical Research Council, ha ammesso di aver stuprato almeno una volta -­‐ tre quarti dei quali ha detto che la vittima era sotto i 20 anni, un decimo ha detto sotto i 10. Un quarto di scolari a Soweto ha descritto il jackrolling -­‐ il termine locale per stupro di gruppo -­‐ come 'divertimento'. (Fonte: Independent) 2