Musica cibo per l`anima note di sala
Transcript
Musica cibo per l`anima note di sala
Il prossimo appuntamento della rassegna “Musica, cibo per l’anima” si terrà MERCOLEDÌ 8 LUGLIO, ORE 18 PALAZZO MORANDO | COSTUME MODA IMMAGINE Via Sant’Andrea 6 CONFERENZA CIBO E BEVANDE, ABBONDANZA E CARESTIA NEL TEATRO RINASCIMENTALE DI SHAKESPEARE A cura di e con Margaret Rose Università degli Studi di Milano, Letture a cura di Angelo Di Genio e Giusto Cucchiarini In collaborazione con “If music be the food of love, PLAY ON” Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi - Fondazione Milano® a Milano dal INGRESSO LIBERO fino a esaurimento posti LEZIONE-CONCERTO Guillaume Du Fay e Gilles Binchois. Due giganti a confronto COMUNE DI MILANO | CULTURA Polo Musei Storici e Musei Archeologici Servizio Musei Storici Comunicazione e Organizzazione T. +39 02 884 62330 - 45924 [email protected] www.civicheraccoltestoriche.mi.it CIVICA SCUOLA DI MUSICA CLAUDIO ABBADO FONDAZIONE MILANO® Comunicazione – Ufficio stampa T. +39 02 971524 – 339 8530339 [email protected] www.fondazionemilano.eu/musica all’ 1 Luglio, ore 17.30 Antiquarium “Alda Levi” Via De Amicis 17 Claudia Caffagni, liuto, direzione Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado Jung Min Kim, voce, liuto Kairi Kosk, voce,organo portativo Sara Mancuso, arpa, organo portativo, claviciterio Jonatas Luis Monteiro, voce, organo portativo Chiara Pederzani, voce, organo portativo Jennifer Talavera, voce a cura di: in collaborazione con: Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali Immagine: Stamperia Remondini, La musica, fine XVIII secolo, Bassano del Grappa, acquaforte colorata a mano, particolare. Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, Milano. un progetto di: 5 GIUGNO 8 OTTOBRE 2015 Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado È il risultato di un progetto didattico che da anni viene portato avanti sotto la guida di Claudia Caffagni. Si tratta di un gruppo di giovani musicisti, provenienti da diverse esperienze musicali, da diversi paesi del mondo, uniti dall’interesse per la ricerca rivolta a un repertorio medievale ancora molto da esplorare, che ha il fascino di parlare un linguaggio in grado di comunicare ancor oggi © Fondazione Ugo e Olga Levi Onlus emozioni e di raccontare una parte importante della nostra storia.in Italia e all’estero. Ha inciso per alcune delle più importanti case discografiche, fra cui Deutsche Grammophon, Naïve e Decca. Claudia Caffagni ©Simone Bartoli Ha iniziato lo studio del liuto sotto la guida del padre all’età di tredici anni. Ha proseguito poi con Jacob Lindberg, con il quale ha conseguito il diploma in “Lute performing” presso il Royal College of Music di Londra nel 1989. Ha continuato gli studi presso la Schola Cantorum Basiliensis con Hopkinson Smith. Allo pratica dello strumento ha affiancato lo studio approfondito delle fonti, dei trattati e delle notazioni, concentrando in seguito il proprio interesse sul repertorio medievale. Tra il 1991 e il 1992 ha partecipato a una serie di masterclass su Hildegard von Bingen e sull’improvvisazione strumentale medievale, tenute da Barbara Thornton e Benjamin Begby. Nel 1986 è stata fra le fondatrici dell’ensemble laReverdie, un gruppo tra i più importanti su scala internazionale che si dedica allo studio e all’interpretazione del repertorio medievale. Con laReverdie svolge un’intensa e regolare attività concertistica e discografica. Nel 2008 ha cantato come solista nel progetto dell’ensemble Accordone “Vivifice Spiritus Vitae Vis” composto da Guido Morini e inciso per l’etichetta belga Cypres. Nel 1994 ha conseguito con il massimo dei voti e la lode la Laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia, con una tesi dal titolo Il temperamento in musica e in architettura: la Schola Riccatiana, successivamente pubblicata nel volume Le Architetture di Orfeo (Editore Casagrande-Fidia-Sapiens, Milano-Lugano, 2011). Sullo stesso argomento è stato pubblicato, per la casa editrice Olschki, il suo intervento al convegno tenuto alla Fondazione Cini di Venezia nel 2010 dedicato a Giordano Riccati. Ha pubblicato recentemente, per la rivista Marcianum, II/2012, l’articolo “Omaggio a Johannes Ciconia. Marco Marcum imitaris: un modello per i mottetti di Ciconia”. Dal 2001 al 2006 ha insegnato Prassi esecutiva della musica antica al Conservatorio di Trieste. Dal 2003 è docente ai Corsi Internazionali di Musica Antica di Urbino; dal 2007 insegna Musica Medievale presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano e liuto medievale e Frühe Notationskunde presso la Staatliche Hochschule für Musik di Trossingen. PROGRAMMA Guillaume Du Fay (1397-1474) Passato è il tempo ormai di quei pensieri (ballata), ff. 133v-134 Gilles Binchois (1400ca.-1460) De plus en plus se renouvelle (rondeau), f. 67v Guillaume Du Fay Se la face ay pale (ballade), ff. 53v-54 Gilles Binchois Amours et souvenir de celle (rondeau), f. 72 Guillaume Du Fay Je me complains piteusement (ballade), f. 18 Gilles Binchois Triste plaisir et douleureuse yoie (rondeau), f. 56v Amoreux suy et me vient toute joye (rondeau), f. 82 Guillaume Du Fay Ma belle dame souveraine (rondeau), f. 140v Ma belle dame je vous pri (rondeau), f. 139v Mon cher ami qu'avez vous empensé (ballade), f 134v Resvelons nous resvelons amoureux (rondeau), f. 34v Fonte musicale Oxford, Bodleian Library, MS. Canon. Misc. 213 Introduce Antonio Frigé Coordinatore Istituto di Musica Antica Civica Scuola di Musica Claudio Abbado – Fondazione Milano® in collaborazione con Soprintendenza Archeologia della Lombardia e Volontari Touring per il Patrimonio Culturale Due giganti a confronto Il codice miscellaneo 213 della Bodleian Library di Oxford racchiude nelle sue trecento pagine altrettanti brani assemblati senza visibile ordine: composizioni profane su testo italiano o francese, alcuni mottetti e parti di Messa. Assieme ad altri quattro manoscritti (due a Bologna, uno a Venezia e uno a Parigi) il codice di Oxford ci conserva quasi tutta la superstite produzione dei musicisti europei attivi fra Tre e Quattrocento. Comune alla magnifica cinquina è la provenienza dall'area veneta, aperta alle correnti culturali d'oltralpe e dunque molto attenta al repertorio polifonico franco-fiammingo di quell'epoca, avanguardia di ricerche e sperimentazioni musicali. Due nomi spiccano nel codice di Oxford: quelli di Guillaume Du Fay o Dufay (Cambrai 1397 - ivi 1474) e di Gilles de Binche o Binchois (Mons ca. 1400 - Soignies 1460). Quasi compaesani e quasi coetanei, ma protagonisti di carriere assai diverse. Binchois non si mosse mai dalla corte di Borgogna, mentre Dufay, dopo la formazione a Cambrai, giunge in Italia verso il 1420 al servizio dei Malatesta di Rimini e di Pesaro, per poi passare alla cappella pontificia ed infine a Firenze. Qui, per la consacrazione della cupola di Santa Maria del Fiore, scrive il grandioso mottetto Nuper rosarum flores (1436), dove alla fluida suggestione delle melodie vocali è sottesa un'elaborazione matematica dei suoni, come un riflesso delle armonie pietrificate di Brunelleschi. Tuttavia, pur praticando in alcune occasioni di carattere ufficiale l'artificioso stile isoritmico, Dufay restò affezionato alla semplice armonizzazione in falsobordone di tenores nobili e aggraziati, legati alla sfera dell'amore mondano. Andamenti di chanson affiorano persino in Lamentatio sanctae matris Ecclesiae constantinopolitanae (1454), mottetto di propaganda per la velleitaria crociata antiturca di Filippo il Buono di Borgogna. Altri significativi rapporti li ebbe, a partire dal 1433, col marchese di Ferrara Nicolò III d'Este e con la corte di Savoia a Chambéry. Qui ebbe luogo nel 1434 il primo incontro personale fra Dufay e Binchois, in occasione delle nozze fra il duca Lodovico e Anna di Lusignano. Ormai al culmine della fama e investito di un canonicato, Dufay si ritira definitivamente a Cambrai verso il 1458. Il nostro codice, redatto verso il 1434, ci presenta entrambi i compositori in un duello a distanza tanto più interessante perché ambientato in una fase relativamente giovanile della loro produzione. "Dal confronto" - scrive Claudia Caffagni - "emergono da un lato l'eclettismo musicale di Dufay, dall’altro la maggior uniformità stilistica e di genere di Binchois. Di Dufay si trovano ballate e canzoni in stile e lingua italiana, ballades, rondeaux, virelais, chansons (alcune delle quali con le voci a canone), e chansons politestuali. Anche i contenuti poetici dei testi sono i più vari. Di Binchois al contrario, salvo rarissime eccezioni, sono presenti solo rondeaux, genere che diverrà la forma tipica del Quattrocento". E se Francesco Luisi riconosce alle chansons di Dufay "un'evidente superiorità in merito all'elaborazione formale e alla maggiore varietà di atteggiamenti", il suo verdetto arbitrale premia Binchois "per una maggiore sensibilità melodica ed espressiva [...], per un più deciso calore sentimentale e per una grazia più raffinata". Un duello fra giganti concluso da un pareggio onorevole. Carlo Vitali