La carta dei servizi - Cottolengo

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La carta dei servizi - Cottolengo
Piccola Casa della Divina Provvidenza
“Cottolengo”
Empoli
Carta dei Ser vizi
Comunità a dimensione familiare
Casa di Accoglienza
Indice
I.
La Piccola Casa della Divina Provvidenza e il suo Fondatore……..3
I.1. Il carisma e gli insegnamenti………………………… 3
I.2. Mission…………………………………………………………….3
I.3. Caratteristiche della Piccola Casa…………………. 4
II.
Riconoscimento giuridico della Piccola Casa della Divina
Provvidenza……………………………………………………………………………………… 4
II.1. La richiesta del Santo…………………………………… 4
II.2. Decreto del Re Carlo Alberto………………………..6
III. Gli elementi costitutivi…………………………………………………………………… 7
IV.
Presenza del Cottolengo in Italia e nel mondo……………………………8
V.
La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli…………….……10
V.1. Comunità a dimensione familiare………………………………….
V.1.a. Finalità del Servizio………………………………………….
V.1.b. Obiettivo Educativo Generale…..…………………….
V.2. V.2.a. Casa di Accoglienza………….……………………………..
V.2.a. Finalità del Servizio…………………………….…………..
V.2.b. Obiettivo Educativo Generale……………. …………..
VI.
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11
11
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16
16
Spazi Comuni alle due realtà……………………………………………………….21
VI. 1 Luoghi di servizi condivisi………………………….
VI. 2 momenti di condivisione…………………………….
21
24
VII. Organizzazione operativa interna ……………………………………………26
VII. 1 Organigramma ……………………………………….. 26
VII. 2 Ruoli e competenze……………………………….. 27
VII. 3 Procedure per un servizio di qualità…..
29
VIII. Ubicazione……………………………………………………………………………………30
2
I. La Piccola Casa della Divina Provvidenza e il suo Fondatore
La Piccola Casa della Divina Provvidenza è una istituzione nata dal cuore di
un Santo.
San Giuseppe Benedetto Cottolengo nato a Bra (Cn) il 03.05.1786 dai primi
anni della sua vita rivelò un’anima delicata e sensibile, seguì la vocazione
sacerdotale ed esercitò il suo ministero in Piemonte.
Il Cottolengo si è rivelato un uomo aperto allo Spirito, che ha saputo
rispondere fattivamente alle ispirazioni della Grazia.
Il 2 settembre 1827, mentre era canonico della Chiesa del Corpus Domini a
Torino, venne chiamato a portare il conforto religioso ad una donna
morente, madre di 5 figli e incinta, che per varie circostanze era stata
rifiutata dagli ospedali della città.
Da questa triste circostanza il Santo fu ispirato a realizzare qualcosa per
accogliere i bisognosi; dapprima aprì due stanze, (il cosiddetto “Ospitaletto
della Volta Rossa”) con pochi letti, una idea modesta che però andrà
gradatamente sviluppandosi. Nel 1831, quando per paura del colera, le
autorità governative, gli fecero chiudere il suo deposito, contava già 25 letti.
Il 27 aprile 1832 lo riaprirà, sempre a Torino, in località Valdocco, con il
nome di Piccola Casa della Divina Provvidenza.
I.1. Il Carisma e gli insegnamenti
La grande fede in Dio che è Padre si concretizzò, nel Santo, in un totale
abbandono nella Divina Provvidenza.
Era sua profonda convinzione che “chi fa tutto nella Piccola Casa è la Divina
Provvidenza” e lui si definiva “semplice manovale”.
Anche la carità, l’amore per chi era nel bisogno era conseguenza logica di
questa grande fede: “ Se Dio è Padre dobbiamo amarlo, servirlo specialmente
nel bisogno del fratello”.
I.2. Mission
La Mission che si vive nella Piccola Casa è comune a tutte le Case Cottolengo
perché frutto del carisma e della vita del Santo.
“Far conoscere agli uomini l’amore di Dio Padre Provvidente, mediante la lode a
Dio e il servizio di carità ai fratelli più bisognosi”.
Il Cottolengo ha giocato tutta la sua vita per la Gloria di Dio e la Gloria di
Dio, dice la Scrittura, “ è l'uomo vivente”. La centralità della persona sia
adulta che minore è alla base di tutta l’opera della Piccola Casa della Divina
Provvidenza.
Tutti gli operatori della Piccola Casa collaborano, quindi alla tutela, ed alla
promozione, al benessere e allo sviluppo integrale della persona.
Nella Piccola Casa non si è mai fatta discriminazione di età, di razza, di
religione, di opinione politica nell’accoglienza delle persone; le maggiori
attenzioni sono per chi ha più bisogno.
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I.3. Caratteristiche della Piccola Casa
Lo Spirito di famiglia, l’ambiente accogliente, la disponibilità degli operatori sono
coefficienti essenziali perché le persone accolte trovino un periodo di
serenità, un momento di riflessione, una risposta al loro bisogno.
Per poter comunicare gioia e serenità è necessario prima di tutto che gli
operatori vivano in questi atteggiamenti e questa è la conseguenza logica
per chi sa di essere continuamente oggetto delle cura della Divina
Provvidenza.
Nelle Case Cottolengo la fiducia e l’abbandono sono quasi connaturate, la
presenza di Dio Padre Provvidente è tangibile, la si tocca con mano e tutto
quello che la Casa riceve lo dispone per il servizio dei poveri (beni spirituali e
materiali, tempo, persone, ecc…).
C’è disponibilità e collaborazione per chiunque è nel bisogno e nei limiti del
possibile si cerca di andare incontro alle esigenze dei poveri. Quando questo
non è possibile materialmente si offre comunque almeno l’ascolto e la
comprensione.
II. Riconoscimento giuridico della Piccola Casa della Divina Provvidenza
La Piccola Casa della Divina Provvidenza è un ente morale privato
riconosciuto con Decreto del Re Carlo Alberto del 27 Agosto 1833.
La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli, succursale della Piccola
Casa “Cottolengo” di Torino partecipa alla natura giuridica della stessa.
Direttore Unico e Legale Rappresentante è il Padre Generale.
II.1. La richiesta del Santo
Nel 1833 quando ormai la Piccola Casa si andava sempre più ingrandendo e
molte erano le persone che vi trovavano ospitalità, il Cottolengo si rivolge al
Re Carlo Alberto per ottenere il riconoscimento legale, la personalità
giuridica, della Piccola Casa.
La natura, il contenuto e le circostanze di questo documento sono tali, per
cui lo si può ritenere la CARTA FONDAMENTALE della Piccola Casa della
Divina Provvidenza:
Sacra Reale Maestà
La Divina Provvidenza sotto l’invocazione di S. Vincenzo De’ Paoli avendo da
qualche tempo in qua coadunati alcuni letti a riccovero di taluni di que’ molti
miserabili, che altrimenti perirebbono abbandonati, come di condizione
morbosa non ammissibili in alcun venerando spedale, ed avendo il pietoso
Iddio a tal Opera inspirato l’umile supplicante, questi come si sente ogni dì
più spinto nel cuore dalla Superna Degnazione a cercar alcun altro spediente
non meno ad ingrandimento della suddetta Piccola Casa appigionata per gli
Infermi, quanto pel provvedimento d’altre specie di persone povere, ed
abbandonate per incamminarle nella via del lavoro, e di salute, come che la
base* di tali cose tutta si fonda nella Divina Provvidenza, e come questa può
4
disporre li venga lasciato alcun soccorso o in forma di legato, od anche in
eredità di qualche Caritatevole persona, così il supplicante osa pregare la
Reale Maestà Vostra a voler cooperare alla Divina Provvidenza con
autorizzarlo possa questi benefizi conseguirli, e disporli a profitto suddetto
secondo la mente de’ Testatori, che può spiegarsi o nominando la persona
supplicante, o divisando alcune opere della Divina Provvidenza sotto
l’invocazione di S. Vincenzo de’ Paoli, talchè si possa chiaro riscontrare non
s’abbia voluto intendere da Testatori alcuna altra pia Opera tranne le
suddette, e d’aver privilegio secluso d’ogni rendimento di Conti, od ispettore
sul suo Regime, perché il supplicante intende tutta la sua vita natural
durante ogni cosa, o già, per Divina Mercé, principiata, o da ingrandirsi, o da
estendersi in altri rami unicamente, ed irrevocabilmente consecrarla a gloria
solo di quel grande Iddio,di Cui meramente cerca seguirne la volontà, e ad
Esso poi renderne Conto.
E perché non li mancano, per la loro bontà, persone non meno
Ecclesiastiche, che secolari pie, e Religiose che al vuoppo presterebbero
gratis i loro buoni uffizi, così supplica volerlo investire di tal facoltà della
scielta di cotali cooperatori, non già per ispirito di dominio, ma perché solo
possa in tutta la sua estensione liberamente eseguire gli Ordini del Cielo, e
così corroborato
dalla sovrana Podestà di Vostra Sacra Reale Maestà qui in terra, spera
coll’ajuto del Benefico Iddio che in termine di pochi anni potrà mostrare a
sguardi di Vostra Reale Maestà molte corporazioni, che mantenute dalla
Divina Provvidenza formeranno e riccovero a molti infermi d’ambi i sessi, e
stanza d’educazione santa per varj generi di persone povere, che altrimenti
potrebbono essere colla loro infelicità il disturbo della pubblica pace, ed il
peccato in seno ai suoi sudditi, e ad efficacia del suo intento interpone il
supplicante la mediazione del suo gran protettore S. Vincenzo de’ Paoli, e
spera felice l’adempimento de’ suoi voti dalla generosa Carità di Vostra
Sacra Reale Maestà, di cui si protesta umile, e fedel suddito.
Che della grazia
Teologo Gius.e Cottolengo Canonico della SS.ma Trinità,
e membro della Congregazione de’ PP.TT.**
del Corpus Domini.
* I l destinatario di questo scritto senza indirizzo è il Re Carlo Alberto: ciò si deduce dal testo. Lo scritto è l’istanza
presentata al governo per ottenere il riconoscimento giuridico della Piccola Casa. I n essa il Cottolengo spiega
chiaramente i suoi intenti e lo scopo della Piccola Casa.
** Preti Teologi.
Il Re ha accolto la domanda del Cottolengo e il 27 agosto 1833 ha
riconosciuto con un decreto l’esistenza della Piccola Casa della Divina
Provvidenza.
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II.2. Decreto del re Carlo Alberto
Carlo Alberto
Se v iv e so no l e no str e so ll ec i tud i ni p er ci ò tutto che
si riferisce al sollievo, ed all’ assi ste nza de’ poveri,
abbiamo ad un tempo il nobile, e dolce co nforto di
vederle maravigliosamente asseco n-date d alla operosa,
e generosa carità de’ Nostri buo ni sud d i ti , c h e c o n
z e l o am or e vo l e si asso -ziano quà e l à all a virtuosa
impresa de l solle -vare l’umanità. Ma si ngolare fra i
moltiplici tr atti d i pi e tà c he ral le gr aro no i l No stro
c uor e è l ’ I sti tuz io ne so r ta no n a g uar i i n T o r i no
sotto il ti tolo di Piccola Casa della Provvidenza sotto
gli auspici di S. Vi nce nzo de’ Paoli, per opera del
Cano nico Giuseppe Cottole ngo, né v o g l i am o l asc i ar l a
p i ù o l tr e se nz a u no sp e -c i al e c o ntr asse g no d e l
No str o g r ad i m e nto . Qui nd i è c h e p e l p r e se nte
ap p r o v i am o , e v o g li amo , ch e r ic o no sc i uta sia
l ’ e si ste nz a le g ale del me ntovato Pio I stituto, lo
accogliamo sotto la Nostra Speciale Protezione , e
prescri-viamo, che debba co nti nuare sempre ad essere
governato seco ndo le norme che ha d e te r m i nato , o
c h e d e te r m i ne r à i l d e tto Cano nico Cottole ngo, al
quale sarà per questo r i spe tto l asci ata l a p i ù am pi a
l i ber tà, e no n sar à te nuto di r e nder e a Chi cch essi a
co nto de l suo operato, persuasi come siamo che
disporrà ogni cosa i n modo co nforme a procurare
a l l ’ I s ti t u t o i m a g g i o r i v a nt a g g i p o s si b i l i e
d u r e v o l e e s i s t e n z a a l l ’ O p e r a d i C a r i t à ch e è
frutto delle Sue c ure.
Mand i am o a Ch i unq ue s’ aspe tti d i o sser -v are , far
o sser vare i l p re se nte , ed all ’ uffic io de l C o ntr o l l o
G e ne r al e d i r e g i str ar lo , tal e esse ndo il Nostro volere.
Dato i n Racco niggi addi 27 di Agosto 1833.
Sig nato
co ntrosig nato
Per copia conforme estratta dalli Registri e siste nti negli A r c h i v i d el C o ntr o l l o
G e ne r al e . I n fe d e T o r i no l i 18 Aprile 1837.
Capo Direzio ne
6
III. Gli elementi costitutivi
Gli elementi costitutivi della Piccola Casa sono i tre Istituti, Suore, Sacerdoti e
Fratelli che il Santo previde e che oggi sono ratificati dalla Chiesa per realizzare
la finalità di tale opera. Gli ospiti sono i beneficiari della missione dei tre
Istituti.
Tra il 1828/30 per il servizio, il Cottolengo si servì di personale laico, ma con
l’aumento degli ammalati, per l’andamento più esatto e preciso pensò di
fondare una società di pie signore le quali facendo da infermiere diventassero
“sorelle e madri” dei bisognosi.
Il servizio cui si dedicarono le giovani costituì per loro una vocazione che
impegnò totalmente la loro vita in adesione al Vangelo: ciò è un evento che
non si può spiegare unicamente mediante motivazioni sociologiche, tanto più
se si tiene presente il seguito dell’iniziativa.
Dopo le Suore, verso la fine del 1833, il Cottolengo pensò a un ramo
collaterale maschile: i Fratelli.
Pensò pure a dar vita ad una comunità di Sacerdoti per il servizio della Piccola
Casa, prima con l’accoglienza di alcuni già Sacerdoti, poi nel 1841 con
l’istituzione di un seminario interno alla Piccola Casa.
Nel secolo scorso ognuno dei tre istituti conseguì l’approvazione da parte
dell’autorità ecclesiale e con decreto del 29 agosto 1967 la Santa sede
considerò i tre Istituti: Suore, Fratelli, Sacerdoti gli elementi costitutivi della
Piccola Casa..
Sacerdoti
Suore
Fratelli
Laici
Poveri
7
IV. Presenza del Cottolengo in Italia e nel mondo
Il carisma e l’opera dei figli di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in Italia e
nel mondo sono a servizio di:
Disabili psichici e fisici;
Anziani;
Comunità per minori;
Scuole;
Ospedali;
Centri di accoglienza;
Centri di recupero del disagio sociale;
Pastorale.
Valle d’Aosta
Lombardia
Veneto
Piemonte
Liguria
Toscana
Umbria
Lazio
Campania
Sardegna
Calabria
Figura IV.1 Nella cartina sono indicate in rosso le regioni in cui operano i figli di San Giuseppe
Benedetto Cottolengo..
8
Europa
Asia
America
Figura IV. 2
Africa
Nella cartina è indicata in rosso la presenza del Cottolengo nel mondo.
9
V. La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli
La presenza delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo a Empoli ha
avuto inizio nel 1947, quando la struttura fu lasciata in eredità alla Piccola
Casa dalla Nobildonna toscana Alessandrina Bertolli Papudoff.
Questa, deceduta il 14/12/1938, chiese che il lascito “servisse per fondare
un’opera di beneficenza” (dal Testamento olografo della Sig.ra Bertolli).
La Piccola Casa per rispondere ai desideri della donatrice ha cercato di
adeguarsi nel corso degli anni ai vari bisogni del territorio.
Già nell’Ottobre del 1947 iniziò la scuola materna ed il servizio di dopo scuola
per i bambini della scuola vicina.
Nel 1954 fu iniziato il laboratorio “Confezioni impermeabili” per aiutare le
giovani ad immettersi con professionalità nelle industrie empolesi. Questo
servizio continuò fino al 1970.
Nel 1956 le sale dell’ala aggiunta alla villa furono adibite ad Orfanotrofio
Femminile, questo servizio crebbe sempre di più, fino ad ospitare negli anni ’70
anche trenta ragazze.
Dal 1984 i Servizi Sociali del territorio chiesero, in via straordinaria, di
accogliere, con le ragazze, una signora che si trovava in stato di abbandono e
salute precaria; verso la fine dello stesso anno venne accolta un’altra signora,
con sua figlia, che si trovava in difficoltà per la mancanza di lavoro.
Negli anni seguenti, sporadicamente, per casi bisognosi, si sono continuate ad
accogliere donne con figli.
A Giugno 1991 con la chiusura dell’anno scolastico si è concluso il servizio della
scuola materna, perché nelle vicinanze se ne era intanto aperta una comunale.
Verso la fine del 1991 su richiesta dei Servizi Sociali del territorio, dopo avere
preparato gli ambienti, hanno preso vita due servizi: Comunità per Minori e
Servizio di Pronto Accoglimento.
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V.1. Comunità a dimensione familiare
La Comunità ha sede nella parte centrale della Villa; a piano terra ha a
disposizione spazi per il gioco, lo studio, gli incontri, le attività, la sala da
pranzo ed i bagni. Al piano superiore, zona notte, ci sono due camere da letto
con i relativi bagni. La Comunità a dimensione familiare dispone di otto (8)
posti letto.
La Comunità a dimensione familiare si propone, come richiesto dal D.L.R., di
sostenere il processo evolutivo dei bambini mediante un’organizzazione di vita
che permetta relazioni affettive stabili e significative tra minori ed adulti ed
inoltre, stimoli i minori a compiere esperienze diverse di vita e di relazione
nell’ambiente circostante.
Questo servizio prevede un periodo di permanenza medio-breve, tuttavia
sempre temporaneo; tempo sufficiente per comprendere la situazione del
minore, della famiglia d’origine e di programmare il futuro del bambino che ha
sempre bisogno di un nucleo familiare. La struttura lavora in stretta
collaborazione con i Servizi di riferimento, secondo le regole stabilite dal
Progetto Educativo Generale; garantisce la frequenza scolastica, le attività di
socializzazione e l’organizzazione del tempo libero.
L’équipe educativa della struttura con i Servizi Sociali redige il Progetto
Educativo individuale.
V.1.a.
Finalità del Servizio
La finalità del Servizio è l’accoglienza, la tutela e la promozione dei minori,
secondo i bisogni personali di ciascuno, nello Spirito di San Giuseppe
Benedetto Cottolengo, in accordo con la programmazione e attivazione dei
Servizi Sociali di assistenza territoriale.
V . 1 . b . O b i e t t i v o E d u c at i v o G e n e ra l e
Valorizzare la dignità e la libertà di ogni minore, conoscere le potenzialità e le
risorse di ciascuno, far accettare i propri limiti nel rispetto delle storie personali
di ciascuno per uno sviluppo armonico e integrale della persona e per offrire la
capacità di ricostruirsi la vita nel tessuto sociale.
F a c c i a t a d el l a V i l l a s e d e d el l a Co m u n i t à
I n g r e s s o d e l l a C o m u n i t à m i n o ri
11
Piano terra e parte del primo piano
Atrio
Utilizzato anche per gioco
Atrio
Utilizzato anche per gioco
Sala da pranzo…
Dove gli ospiti consumano i pasti
12
...e sala per gli incontri con i familiari
Spazi personali per ritrovare le proprie cose, i propri hobby e per
studiare
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Camere da letto
Sono situate al primo piano: ogni ospite ha a sua disposizione uno spazio
personale con letto, armadio e comodino
14
Spazi ricreativi esterni ed interni alla Casa
Parcheggio
Angoli del parco con giostrine
Saletta della televisione e di relax
15
V.2. Casa di Accoglienza
Il servizio di Accoglienza è situato nell’ala aggiunta alla Villa ed è disposto tutto
su un unico piano rialzato.
Comprende due locali per gli incontri, soggiorno, sala da pranzo, quattro
camere da letto con i relativi bagni, di cui uno attrezzato per portatori di
handicap. Gode di un ampio terrazzo.
La Comunità dispone di dieci (10) posti letto.
Il Servizio di Accoglienza dà temporaneo ricovero a madri con bambini, donne
sole o giovani in situazione di abbandono o comunque di urgente bisogno di
ospitalità e di protezione.
Il periodo di permanenza è definito dal progetto di ogni nucleo familiare, può
variare da qualche mese a più di un anno. Questo periodo di permanenza ha
come obiettivo la realizzazione di un progetto di recupero e di autonomia per
un adeguato reinserimento nella società.
Per ogni persona accolta, il Servizio Sociale di competenza, in collaborazione
con gli operatori della struttura, redige il progetto operativo.
Le mamme della Comunità di Accoglienza sono responsabili della cura igienica
degli ambienti loro assegnati ad uso personale (camera e servizi igienici).
V.2.a. La finalità del Servizio
Offrire accoglienza e ospitalità a donne e madri con figli per rispondere al loro
urgente bisogno nello Spirito di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in
ottemperanza alla
programmazione ed attivazione dei Servizi Sociali
Territoriali.
Il Cottolengo ha giocato tutta la sua vita per la GLORIA DI DIO e, la Gloria di
Dio, dice la Scrittura, "… è l’uomo vivente " (1Cor 11,7). La centralità della
PERSONA è dunque alla base di tutta l’opera della PICCOLA CASA della DIVINA
PROVVIDENZA.
L'uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della
sua missione: "Via tracciata da Cristo stesso"1 per contribuire……"a rendere
più umana la Famiglia degli uomini e la sua storia ." 2
V.2.b.
Obiettivo Educativo Generale
Nella Comunità di Pronta Accoglienza non si può parlare di Obiettivo Educativo
vero e proprio, tuttavia il solo modo di porsi degli operatori nei confronti degli
ospiti diventa proposta educativa.
Il rispetto della dignità e della libertà di ciascuno, il continuo stimolo per far
emergere o mantenere le proprie risorse, la presa di coscienza e l’accettazione
dei limiti, il superamento delle paure aiutano le persone a ricostruirsi la vita o a
trovare una soluzione autonoma più idonea.
1
R.H. n.14
2
G.S. n. 40
16
Atrio d’ingresso
Prepara l’accesso alla Casa di Accoglienza, viene utilizzato anche
per incontri con parenti delle ospiti amici o visitatori esterni
Soggiorno
Angoli per leggere,
dialogare, lavorare,
incontrarsi
Angolo per ricrearsi con i propri
bambini, offrire opportunità di
socializzazione, di distensione,
di condivisione….
Spazi per confrontarsi nei diversi
ruoli… e rispettarsi …..
Spazi per crescere insieme.
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La sala da pranzo
È il punto di ritrovo nei vari momenti della giornata; in essa non si cucina ma
la Comunità si riunisce al completo soprattutto per la cena serale, quando
tutte sono rientrate a casa.
Camere da letto e i servizi igienici
Ogni nucleo familiare
ha la sua camera
spaziosa, luminosa
completa
Il bagno è uno
per ogni nucleo familiare;
sono dotati di tutto ciò
che è necessario per la cura e
igiene quotidiana..
18
Spazio per incontri terapeutici
L’angolo per i bimbi
angolo per colloqui
con le ospiti
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V.3 Spazi comuni alle due realtà
La Cappella
Questa è una Cappella gentilizia della
Villa dedicata a San Bernardino da Siena
affrescata e decorata alla fine del XVIII
secolo.
In questa Cappella ci si raduna per la
preghiera e per celebrare la Messa in
particolari ricorrenze o feste della Casa.
LA CUCINA
e’ centralizzata e
prepara i pasti per
entrambe le realtà
presenti
nella
Casa.
e la Lavanderia
20
Gli Uffici
La Direzione
Spazio importanti della
Casa
in
sbrigate
cui
vengono
le
pratiche
amministrative
relative
agli ospiti
Saletta degli Educatori
in cui
si lavora per elaborare,
definire,
zione
tramite
verificare
individuale
anche
la
o
Progettadi
nucleo
frequenti riunioni
con gli operatori interni
con i
Servizi Sociali e tutte le figure
professionali coinvolte nel Progetto
V.3a Momenti d’incontro
Le due comunità, comunità a dimensione familiare e Casa Accoglienza, spesso
si riuniscono per vivere insieme ricreazioni, feste e ricorrenze
Momenti ricreativi
21
Feste e ricorrenze
Tutta la struttura è accogliente, offre agli ospiti sicurezza e confort.
Per lo stile di famiglia (caratteristico delle nostre Case cottolenghine ), si cerca
di far vivere agli ospiti un clima relazionale positivo con l'attenzione alla
persona: lasciando ampio spazio e autonomia nell'utilizzo degli ambienti della
Struttura e spazi personali.
L'educatore è presente in entrambi i servizi 24 ore su 24 .
La Struttura integra la propria attività con quella dei Servizi Sociali territoriali
in un lavoro di piena collaborazione e nel rispetto delle regole stabilite nel
Progetto Educativo Generale;
garantisce la
frequenza scolastica dei minori,
attività di socializzazione degli stessi con VITA di GRUPPO, organizzazione e
gestione del tempo libero, nonché rapporti con l'esterno usufruendo anche
delle iniziative Comunali e delle Associazioni territoriali di tempo libero.
La Casa offre l'assistenza e la cura personalizzata.
Il servizio è arricchito anche dalla presenza di volontari.
_______________________________________________________________
State tranquilli, e non abbiate paura; noi tutti siamo figli d’un buon Padre, che più
pensa Egli a noi, di quanto noi stessi pensiamo a lui.
Se voi pensaste, e comprendeste bene qual personaggio rappresentano i poveri, di
continuo li servireste in ginocchio.
S. G. B. Cottolengo
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VI. ORGANIZZAZIONE OPERATIVA INTERNA
VI.a
Organigramma
Il nostro operare si avvale di una struttura organizzativa che si può
schematizzare nel seguente modo:
Direzione Locale
Com unità
a Dim ensione familiare
Psicologo
Consulente
Casa Accoglienza
Coordinatore
Coordinatore
Educatori
Educatori
Animatori
O.S.S.
O.S.S.
Volontari
Volontari
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VI.b Ruoli e Competenze
Direzione Locale
La Direzione ha il compito di coordinare tutte le attività della struttura,
controllando costantemente l’adempimento delle procedure stabilite ed il
raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Sovrintende alla gestione del personale, alle procedure di acquisto e
distribuzione dei beni necessari ed alla contabilità interna.
In collaborazione con l’area Educativa e l’area Assistenza controlla che vengano
applicate le normative di sviluppo e promozione delle persone secondo i
progetti individuali e le normative in materia igienico — sanitaria.
Ha il compito di promuovere la qualità di vita di ciascun Ospite presente nella
Casa, mantenendo elevato il livello delle diverse professionalità presenti e delle
singole prestazioni offerte.
Coordinatore
È riferimento per gli ospiti e per gli operatori del nucleo; è responsabile della
cura degli ospiti; partecipa alla
progettazione individuale; verifica
l’aggiornamento della documentazione e la corretta tenuta della stessa.
Garantisce la partecipazione degli operatori del nucleo alla formulazione delle
decisioni; nel rispetto della centralità dell’ospite, definisce, in collaborazione
con gli operatori del nucleo, un piano operativo della quotidianità e le
responsabilità nell’esecuzione.
Definisce l’educatore di riferimento personale; mantiene i rapporti con i
servizi, i familiari in riferimento al minore o ospite in carico.
Educatore
Partecipa alla formulazione delle decisioni inerenti al nucleo di appartenenza;
partecipa alla definizione del piano operativo quotidiano del gruppo e ne
assume le responsabilità affidate. Elabora con l’equipe il piano di intervento,
oppure il PEI dei soggetti del nucleo. Cura i rapporti con i servizi sociali e
sanitari soprattutto in riferimento al minore in carico. Collabora con i
volontari, e guida le relazioni soprattutto con l’ospite di riferimento.
24
Animatore
Partecipa alla formulazione delle decisioni inerenti al nucleo di appartenenza.
Partecipa alla definizione del piano operativo quotidiano del gruppo e ne
assume le responsabilità affidate. Partecipa con l’equipe all’elaborazione ed
all’attuazione del PEI di ogni minore. Promuove lo sviluppo della crescita
personale attraverso interventi educativi, sociali e culturali, momenti di
animazione, attività ludiche.
O.S.S.
Comprende il personale che svolge attività di supporto alle attività del nucleo.
Queste attività comprendono l’assistenza alla persona con lo scopo di aiutare,
ma anche di insegnare come e quando intervenire; la preparazione dei pasti
applicando il menu già predisposto e di confrontandosi con la direttrice per
eventuali modifiche; la verifica dell’applicazione delle norme indicate
nell’HACCP e la segnalazione delle inadempienze; la preparazione della nota
per l’acquisto degli alimenti necessari; l’attenzione agli ospiti, ascoltando i
pareri e, in accordo con la direttrice, cercando di accontentare le preferenze
manifestate; la pulizia dei locali comuni..
Volontari
Offrono opportunità di socializzazione esterna , momenti di festa e di
ricreazione all’esterno della Comunità.
Ampliano la qualità di vita degli Ospiti portando dentro il mondo.
___________________________________________________________
Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che
cura i sani e respinge i malati.
Don Lorenzo Milani (da Lettera a una professoressa)
La fame d'amore è molto più difficile da rimuovere che la fame di pane.
Madre Teresa di Calcutta
25
VI.c Procedure per un servizio di qualità
La Struttura pone in atto le
procedure richieste per un servizio di qualità
circa
• la " presa in carico "
•
il
" P.E.I. "
•
le " dimissioni "
Per una sempre maggiore qualità delle prestazioni, in ottemperanza alla
normativa vigente, si applicano :
MANUALE
HACCP
L' ATTUAZIONE
La
GARANZIA
( D. Lgs.
193 / 2007 )
D. Lgs
81 / 2008
e sulle
MODALITA'
comunicazione dei dati personali
sulla
sugli
alimenti ;
sicurezza ;
di trattamento e
L.196 / 2003 .
Gli Enti Locali hanno determinato una retta giornaliera pari a:
-
€ 85,00 per ogni minore accolto nella Comunità a dimensione familiare;
-
€73,50 per le persone accolte nella Casa di pronta accoglienza
26
VII
La
Struttura è situata all'estrema periferia di
Empoli (FI) nella
Zona del
Terrafino .
In auto:
dalla Super Strada: Firenze, Pisa, Livorno (FI-PI-LI) uscire a Empoli Ovest
In treno:
scendere a Empoli e alla Stazione
del Terrafino
prendere il BUS n° 5
fino al Bar
PICCOLA CASA della DIVINA PROVVIDENZA
-
COTTOLENGO -
Comunità a dimensione familiare
e Casa Accoglienza
Via del Terrafino n. 78
50053 - EMPOLI - (FI )
TEL. 0571-81659 FAX. 0571-80373
Email: [email protected]
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Rev. 01 - ottobre 2013
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