BIANCO NERO 4/98 73 K Y C M - p. 73 a cura di Delia Pertici

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BIANCO NERO 4/98 73 K Y C M - p. 73 a cura di Delia Pertici
a cura di Delia Pertici
FORSE È COLPA
DELL’ALIMENTAZIONE
Le vacche non rendono bene e
avete il sospetto che sia colpa della
alimentazione?
Ecco una guida per aiutarvi a valutare gli effetti della alimentazione
nel vostro allevamento e riconoscere
eventuali problemi, suggerita da Richard Adams, esperto della Penn
State University.
1. Alta percentuale di vacche obese
o troppo magre:
- il 10% o meno dovrebbero essere magre;
- il 10% o meno dovrebbero essere grasse.
2. Titolo di grasso anomalo (entro i
limiti della razza):
- oltre lo 0,3% al di sopra o al di
sotto della media.
3. Titolo proteico anomalo (entro i
limiti della razza):
- oltre lo 0,2% al di sopra o al di
sotto della media.
4. Alta incidenza di problemi sanitari:
- ritenzione di placenta;
- infezioni all’apparato riproduttivo o alle mammelle;
- febbri puerperali o sindrome
della vacca che non si alza;
- dislocazioni dell’abomaso;
-acetonemia o chetosi.
5. Inspiegabile calo produttivo:
- il calo da sola alimentazione
non dovrebbe superare i 2-4 kg
al giorno;
- cali significativi potrebbero essere un segnale di malattia o tossiemia.
6. Feci anomale:
- troppo liquide o troppo dure;
- nere o con presenza di sangue;
- di odore acido;
- con presenza di grosse particelle di foraggio.
7. Assenza della ruminazione:
- dovrebbero ruminare dalle 6 alle 8 ore al giorno in 10-14 momenti della giornata;
- dovrebbero ruminare ogni volta
che non stanno mangiando.
8. Mancato riempimento del rumine:
- nessuna distensione sul lato sinistro, sotto le costole brevi;
- ingestione inadeguata.
9. Latte con sapore insolito:
- rancidità idrolitica;
- sapore ossidato.
LE DIMENSIONI
DELLE OVAIE
NON INCIDONO
SUL CICLO
Secondo il dottor Stephen W.
Bean, della Davis University (California, Usa), le ricerche hanno dimostrato che lo sviluppo dei follicoli alle dimensioni della ovulazione non
è un fattore limitante per la ripresa
della attività riproduttiva, e quindi
del ciclo di una bovina dopo il parto. Questa tesi è in contrasto con
quella di altri esperti i quali sostengono che, fino a che la vacca non è
in energia positiva, i follicoli non
possono crescere fino alle giuste dimensioni per l’ovulazione.
Quello su cui tutti sono d’accordo
è che, per essere pronti alla ovulazione, i follicoli devono raggiungere
un diametro minimo di circa 10 millimetri. La maggior parte degli esperti ritiene che la crescita dei follicoli
fino a tali dimensioni non sia un
problema per quasi tutte le vacche
post-partum. Infatti, basandosi su
osservazioni effettuate con l’ecografo, è stato dimostrato che la crescita dei follicoli oltre i 10 mm di
diametro si verifica abbastanza co-
munemente nelle bovine durante la
seconda settimana post-partum, indipendentemente da un eventuale
squilibrio energetico in cui si dovessero trovare. La capacità del follicolo
a produrre l’ormone steroideo estrogene (in particolare, l’estradiolo) è
direttamente correlata a quella che si
chiama la sua “competenza ovulatoria”.
Alcune vacche sviluppano follicoli
ovulatori di grandi dimensioni che
producono nel sangue livelli di
estrogene minimi o poco rilevabili,
altre, con follicoli delle stesse dimensioni, hanno invece livelli di
estrogene sufficienti a innescare i
mutamenti ormonali necessari per la
ovulazione (cioè, un aumento dell’ormone luteinizzante).
È quindi la capacità di produzione di estrogene dei follicoli che
sembra negativamente influenzata
dallo stato di squilibrio energetico,
non la loro crescita.
Basta pensare infatti che, sebbene
la condizione di status energetico sia
associata con la funzione follicolare,
la maggior parte delle vacche molto
produttive ovula per la prima volta
dopo il parto quando ancora in
squilibrio energetico. Cioè, le vacche
da latte normalmente sviluppano
follicoli più grandi di 10 mm di diametro prima di raggiungere il giusto
equilibrio energetico; la fallita ovulazione va quindi tipicamente associata al basso livello di estrogene prodotto dai follicoli.
SE USATE SALVIETTE
DI STOFFA,
LAVATELE BENE
Se le salviette utilizzate in sala
mungitura per pulire ed asciugare le
mammelle non vengono lavate be73
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ne, è sicuro che i patogeni che provocano le mastiti sopravvivano al ciclo di lavaggio. Quindi, mai lavare
le salviette in acqua fredda e mai
asciugarle all’aperto su uno stendibiancheria.
Una ricerca condotta dalla Facoltà
di Veterinaria della Washington State
University ha dimostrato che, per essere sicuri di uccidere i patogeni
delle mastiti dalle salviette di stoffa,
bisogna:
1. usare il ciclo di lavaggio più
caldo;
2. aggiungere acido cloridrico
(candeggina) al lavaggio;
3. asciugare le salviette in un
asciuga-biancheria con il programma
più caldo.
prodotti di una importante industria
mangimistica statunitense, che aggiunge: “Per esempio, è facile avere
troppa NDF, cioè Fibra Detersa Neutra, in una razione bilanciata, ma
una vacca può consumare solo
l’1,25% del suo peso corporeo in fibra, quindi bisogna tenerne conto
nel formulare la razione se si vuole
che questa funzioni sul serio. Per
cui, secondo Nipper, se avete una
vacca che pesa 650 kg, dovreste dare solo 8 kg di NDF”.
VERIFICATE SE
FUNZIONANO DAVVERO
Secondo un rapporto pubblicato
sul numero di febbraio 97 del «Jour-
CONTROLLATE
IL LIVELLO DI NDF
“È facile far funzionare una razione sulla carta, ma non tutte le razioni poi funzionano davvero per tutte
le vacche”. È questa l’idea del signor
Allen Nipper, vice presidente del
settore alimentazione e sviluppo
nal of Dairy Science», è importante
fissare un punto di riferimento per
valutare l’effettiva validità delle prostaglandine in un programma di fecondazioni programmate.
In un programma che prevede
due iniezioni di prostaglandine a 14
giorni di distanza, alla fine dei due
cicli di trattamento dovrebbe andare
in calore ed essere fecondato
l’81,8% delle vacche e il 76,9% delle
manze. Se le vostre percentuali sono
al di sotto di quelle indicate dalla ricerca, allora fareste meglio a controllare il vostro programma di fecondazioni con un veterinario.
Nella ricerca è stata presa in esame la resa riproduttiva di 155 manze
e 310 vacche in allevamenti dell’Ohio e del Wisconsin. Ecco i risultati nella tabella qui sotto.
Risultati fecondazioni programmate con prostaglandine
Vacche in latte
% fecondate
% gravide
1*
2*
48,5
33,3
46,3
45,7
Manze
% fecondate
% gravide
39,7
37,2
71
82,8
* prima iniezione e seconda iniezione 14 giorni più tardi
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