G1_Piano Monitoraggio Aria

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G1_Piano Monitoraggio Aria
COMUNE DI MOLFETTA
Piano Regolatore Portuale e nuovo porto commerciale di Molfetta
Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
INDICE
1
Premessa .....................................................................................................................................3
2
Quadro di riferimento ....................................................................................................................4
2.1 Normative applicabili ..............................................................................................................4
2.2 Documenti, atti, autorizzazioni e linee guida di riferimento .........................................................5
3
Area di indagine............................................................................................................................5
4
Identificazione delle sorgenti di inquinamento atmosferico................................................................6
4.1 Sorgenti di inquinanti atmosferici da traffico veicolare ...............................................................6
4.2 Sorgenti di inquinanti atmosferici nella fase di esecuzione dei lavori............................................8
4.3 Sorgenti di inquinanti atmosferici nella fase post operam ...........................................................9
5
Analisi ed identificazione delle aree sensibili in prossimità del porto ...................................................9
6
Studio sulla qualità dell’aria della città di Molfetta...........................................................................10
7
Operazioni di monitoraggio ..........................................................................................................10
7.1 Articolazione temporale del monitoraggio ...............................................................................10
7.1.1
Monitoraggio ante - operam .........................................................................................11
7.1.2
Monitoraggio in corso d’opera.......................................................................................13
7.1.3
Monitoraggio post - operam .........................................................................................14
7.2 Parametri da monitorare e soglie di valutazione ......................................................................15
7.2.1
Parametri da monitorare ..............................................................................................15
7.2.2
Valori limite e soglie di allarme dei parametri da monitorare............................................16
7.3 Simulazione della diffusione degli inquinanti atmosferici...........................................................19
7.3.1
I modelli di calcolo utilizzati per la simulazione della diffusione degli inquinanti .................19
7.3.2
I dati di input per il calcolo short - term.........................................................................22
7.3.3
Le sorgenti di emissione considerate nel calcolo .............................................................24
7.3.4
Sorgenti areali.............................................................................................................25
7.3.5
Sorgenti lineari............................................................................................................27
7.4 Individuazione dei punti da monitorare nelle aree sensibili .......................................................28
8
Modalità di esecuzione del monitoraggio .......................................................................................29
8.1 Restituzione dei dati del monitoraggio....................................................................................31
8.2 Comunicazione dei dati ambientali al pubblico e alle autorità di controllo...................................31
9
Mezzo mobile di rilevamento e strumentazione in dotazione............................................................35
9.1 Schede tecniche della strumentazione in dotazione all’unità mobile...........................................36
9.1.1
Analizzatore di CO: HORIBA APMA-370..........................................................................36
9.1.2
Analizzatore di SO2: HORIBA APSA-370 .........................................................................37
9.1.3
Analizzatore di NOX: HORIBA APNA-370 ........................................................................38
9.1.4
Misure di PM10: Skypost PM HV .....................................................................................40
9.1.5
Analizzatore BTEX: TCR TECORA – Bravo Plus ...............................................................40
9.1.6
Analizzatore di O3: HORIBA APOA-370...........................................................................41
Bibliografia .........................................................................................................................................43
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Piano Regolatore Portuale e nuovo porto commerciale di Molfetta
Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
Premessa
Il presente documento rappresenta il piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, redatto in
ottemperanza alle prescrizioni indicate dalla Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare (doc. n. 648 del 23/06/2005), nell'ambito della
procedura di compatibilità ambientale del Piano Regolatore Portuale e del progetto inerente i lavori di
completamento delle opere foranee e alla costruzione del porto commerciale di Molfetta.
In merito alla componente ambientale “atmosfera”, nel parere di compatibilità, viene prescritto:
ƒ che sia previsto e posto in essere un sistema di monitoraggio dell'inquinamento atmosferico derivante dal
traffico diretto ed indotto dall'esercizio del porto finalizzato alla verifica del rispetto dei limiti di legge e
concordato con l'ARPA Puglia;
ƒ detto monitoraggio della qualità dell'aria nell'intorno portuale dovrà essere preceduto dalla redazione di
un piano di monitoraggio, anch'esso concordato con l'ARPA Puglia, che dovrà porre particolare attenzione
ai siti ove è atteso un miglioramento della qualità dell'aria a seguito dell'intervento;
ƒ dovrà inoltre essere garantito sia con campagne di misura con mezzo mobile sia integrando la rete di
monitoraggio esistente con eventuali ulteriori centraline fisse (che saranno gestite dal proponente a titolo
compensativo), secondo quanto stabilito nel D.Lgs. 351\99 e relativi decreti di attuazione;
ƒ sulla base delle suddette verifiche dovranno essere eventualmente definiti opportuni interventi di
mitigazione coerenti con i piani e i programmi regionali in materia di qualità dell'aria.
Scopo del presente piano di monitoraggio ambientale è definire l'insieme dei controlli da effettuare attraverso la
rilevazione e misurazione nel tempo di parametri chimici e fisici che caratterizzano la componente ambientale “aria”
impattata dalla realizzazione e/o dall'esercizio del Nuovo Porto di Molfetta.
Il piano inoltre stima il grado di sensibilità del territorio e dell’ambiente interessati dai lavori di realizzazione
delle opere rispetto ai fattori di impatto sull’atmosfera indotti dagli stessi, a partire dalla individuazione di
tutti i possibili recettori presenti nell’area, ed in particolare, definisce l’impatto sulla qualità dell’aria ed il suo
eventuale peggioramento in relazione ai parametri monitorati e che si ipotizza potrebbero essere influenzati
dalle attività di cantiere, controllare i valori di tali parametri in relazione alle soglie di attenzione e di allarme
definite dalla normativa vigente, nonché adottare eventuali opere di mitigazione che si rendessero necessarie
allo scopo di proteggere recettori particolarmente sensibili.
Il presente piano di monitoraggio ambientale (PMA), inoltre illustra: i contenuti, i criteri, le metodologie,
l'organizzazione e le risorse che saranno impiegate per attuare il monitoraggio ambientale (PMA), e riporta le
seguenti informazioni:
ƒ analisi dei documenti di riferimento e pianificazione delle attività di progettazione;
ƒ definizione del quadro informativo esistente;
ƒ identificazione dei riferimenti normativi e bibliografici;
ƒ scelta delle aree da monitorare;
ƒ strutturazione delle informazioni;
ƒ programmazione delle attività.
Per la redazione ed attuazione del piano di monitoraggio relativo all’inquinamento dal traffico diretto ed
indotto dall’esercizio del porto, il Comune di Molfetta, in qualità di proponente ha deciso di affiancare, agli
altri attori istituzionali, la società di Ingegneria, Consulenza e Servizi Ambientali ECO-logica S.r.l. di Bari, in
grado di fornire competenza e consulenza nelle fasi di attuazione degli interventi programmati.
Le campagne di indagine dell’inquinamento atmosferico verranno svolte mediante utilizzo di un’unità di
rilevamento mobile, attrezzata per il rilevamento dei seguenti parametri:
ƒ ossidi di azoto;
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ƒ biossido di zolfo;
ƒ monossido di carbonio;
ƒ ozono;
ƒ polveri sottili
ƒ composti organici volatili (BTEX);
ƒ parametri meteo-climatici.
Ciascuna campagna di monitoraggio avrà dunque durata settimanale, per una durata di n.14 settimane, e
sarà eseguita mediante utilizzo di strumentazione conforme al D.lgs. 155/2010.
I dati acquisiti dalla campagna di monitoraggio saranno integrati dai dati delle centraline fisse della Rete di
Monitoraggio della Qualità dell’aria della Regione Puglia localizzate nel territorio del comune di Molfetta, che
forniscono i seguenti parametri:
ƒ Centralina Zona Urbana Piazza Verdi: PM10, Biossido di zolfo (SO2) e Biossido di azoto (NO2);
ƒ Centralina Zona Industriale ASM: PM10, Biossido di zolfo (SO2) e Biossido di azoto (NO2), Ozono (O3).
Al fine di concordare il Piano con l’ARPA Puglia, sono state effettuati incontri (presso la sede della direzione
generale dell’ARPA Puglia) e sopraluoghi nelle aree interessate dai lavori (cantiere nuovo porto) e nelle aree
potenzialmente interessate (fascia costiera di Molfetta in prossimità del Porto) in data 12 e 13 ottobre 2010.
1 Quadro di riferimento
1.1 Normative applicabili
La normativa di riferimento sull’inquinamento atmosferico, applicabile al presente Piano, è costituita dalle
seguenti fonti normative.
Il D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”, e successive modifiche ed integrazioni, nella
sua Parte quinta, “Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”, che
disciplina, ai fini della prevenzione e della limitazione dell'inquinamento atmosferico, gli impianti, inclusi gli
impianti termici civili, e le attività che producono emissioni in atmosfera e stabilisce i valori di emissione, le
prescrizioni, i metodi di campionamento e di analisi delle emissioni ed i criteri per la valutazione della
conformità dei valori misurati ai valori limite. Disciplina, inoltre, le caratteristiche merceologiche dei
combustibili che possono essere utilizzati nei suddetti impianti, e le caratteristiche merceologiche dei
combustibili per uso marittimo.
Il D.lgs. 12 aprile 2006 n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in
attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”, All. 21 Allegato tecnico di cui all’articolo 164
“Progettazione”.
Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria della Regione Puglia, adottato con deliberazioni di Giunta
regionale n. 328 dell'11 marzo 2008 e n. 686 del 6 maggio 2008, è stato emanato con regolamento
regionale n. 6 del 21 maggio 2008.
Il D.lgs. 4 aprile 2006 n. 216 “Attuazione delle Direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di
quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del
Protocollo di Kyoto”.
Il D.lgs. 13 agosto 2010 n. 155 “Attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria
ambiente e per un aria più pulita in Europa”. Il decreto raccoglie i valori limite delle sostanze inquinanti per
l'atmosfera, prima elencati in diversi decreti che vengono ora abrogati. Il D.lgs. 155/2010 fissa i valori limite
e gli obiettivi di qualità per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto,
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benzene, monossido di carbonio, piombo, particolato PM10, particolato PM2,5 e ozono ed è finalizzato ad
assicurare che le stesse situazioni di inquinamento siano valutate e gestite in modo uniforme in tutto il
territorio nazionale. L'intero territorio nazionale è suddiviso in zone e agglomerati da classificare e da
riesaminare almeno ogni 5 anni, ai fini della valutazione della qualità dell'aria ambiente. La zonizzazione è il
presupposto su cui si organizza l'attività di valutazione della qualità dell'aria ambiente che è condotta
utilizzando le stazioni di misurazione.
1.2 Documenti, atti, autorizzazioni e linee guida di riferimento
Per la redazione del presente Piano sono stati considerati i seguenti documenti:
ƒ Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, Commissione speciale VIA “Linee guida
per il progetto di monitoraggio ambientale (PMA) delle opere di cui alla legge obiettivo (legge 21/12/2001
n. 443) Rev. 1 del 4/9/2003”, con particolare riferimento al capitolo 3.1 “Sistema informativo”.
ƒ Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, decreto n. 648 del 23/06/2005,
compatibilità ambientale del Piano Regolatore Portuale e del progetto inerente i lavori di completamento
delle opere foranee e alla costruzione del porto commerciale di Molfetta.
ƒ D.lgs. 12 aprile 2006 n. 163 “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione
delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”, All. 21 Allegato tecnico di cui all’articolo 164.
ƒ Comune di Molfetta, Piano Regolatore Portuale, approvato dalla Regione Puglia con Deliberazione di
Giunta Regionale n. 558 del 15 maggio 2006.
ƒ Comune di Molfetta, Progetto esecutivo dei “Lavori di completamento delle opere foranee e costruzione
Porto commerciale”, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n. 68 del 13 febbraio 2008.
ƒ Altri elementi indicati in bibliografia.
2 Area di indagine
Il Piano ha l’obiettivo di definire le modalità di svolgimento del monitoraggio della qualità atmosferica
dell’area interessata dai lavori di completamento delle opere foranee e di costruzione del porto commerciale
di Molfetta e dal traffico diretto ed indotto. A tal fine, viene di seguito svolta una descrizione della zona di
interesse.
Il sistema portuale della città di Molfetta si colloca al margine del Centro Storico (zona medievale, zona sei settecentesca e zona ottocentesca), di una zona urbana di espansione e di un complesso storico–
monumentale (Santuario della Madonna dei Martiri) (Figura 1). Lo specchio d’acqua che configura l’attuale
porto è delimitato:
ƒ a Nord/Nord-Est dal braccio principale di forma articolata della lunghezza complessiva di circa 820 m
(costituito dai moli di San Vincenzo, San Michele e San Corrado);
ƒ ad Est dalla Banchina Seminario lunga circa 145 m (prospiciente alla cortina edilizia del centro storico,
conclusa a settentrione dal medievale Duomo “San Corrado”);
ƒ a Sud dal fronte mare (prospiciente al tessuto urbano sette – ottocentesco) comprendente la banchina
San Domenico (su cui si affacciano i mercati ittici) lunga circa 360 m e l’area dei cantieri navali delimitata
a ponente dal Molo “Pennello” della lunghezza di circa 285 m;
ƒ a Nord-Ovest dalla Diga Foranea (mancante dell’allacciamento a terra e lunga circa 850 m) che protegge
il porto dai venti dominanti del settore di traversia Nord/Nord - Ovest.
Allo stato attuale, il Porto di Molfetta evidenzia delle criticità legate alla commistione delle varie funzioni, le
quali si svolgono tutte sullo stesso molo e determinano un flusso di traffico che passa indistintamente
davanti al Duomo e attraversa la città sia da est che da ovest.
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Figura 1 - Vista dall’alto del Porto di Molfetta (stato dei luoghi prima dei lavori)
3 Identificazione delle sorgenti di inquinamento atmosferico
Le emissioni atmosferiche che saranno oggetto di monitoraggio provengono da diverse sorgenti. Oltre a
quelle generate dalle normali attività svolte all’interno del Porto e a quelle prodotte dal traffico stradale
relativo alla viabilità in entrata e in uscita dal porto, vanno considerate, limitatamente alla fase di esecuzione
dei lavori di costruzione, le emissioni derivanti dalle attività del cantiere che eseguirà i lavori di
completamento delle strutture portuali.
Nello studio di impatto ambientale relativo al progetto di Piano Regolatore del Porto di Molfetta, le sorgenti
inquinanti considerate rilevanti nella determinazione della qualità dell’aria sono state differenziate in Sorgenti
Extraportuali e Sorgenti Portuali.
Tra le sorgenti emissive extraportuali sono state considerate le seguenti fonti di inquinamento:
ƒ
Traffico urbano;
ƒ
Traffico extraurbano (S.S. 16 bis);
ƒ
Altre sorgenti diffuse di particolato.
Le sorgenti emissive portuali considerate sono, invece:
ƒ
Traffico automezzi pesanti per trasporto merci;
ƒ
Traffico navale (mercantili);
ƒ
Traffico navale (motopescherecci).
3.1 Sorgenti di inquinanti atmosferici da traffico veicolare
All’interno del Decreto di pronuncia di compatibilità ambientale del Ministero dell’Ambiente n. 648 del 23
giugno 2005 è stata svolta un’analisi delle condizioni del traffico veicolare nella zona del Porto allo stato
attuale e di quelle previste dopo la realizzazione dell’opera e della nuova viabilità.
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Allo stato attuale l’area portuale attiva è rappresentata dal porto peschereccio, lungo le banchine Seminario
e San Domenico, a cui si sovrappone il traffico mercantile. L’area è attualmente connessa alla viabilità del
centro storico medievale e seicentesco ed è nettamente divisa dalla zona dei Cantieri e dal piccolo attracco
dei natanti da diporto (Molo Pennello) collegati, invece, alla S.S. 16 Adriatica in corrispondenza del confine
tra la zona urbanizzata ottocentesca e la zona di espansione più recente (Figura 2). L’attuale accesso al
Porto avviene, quindi, prevalentemente attraverso il centro urbano, collegato direttamente alle aree portuali
attive (Seminario e San Domenico). Nelle condizioni attuali si ha un flusso diurno di 480 autoveicoli
equivalenti/ora in banchina e 1.170 autoveicoli eq/ora lungo la S.S. 16, per complessivi 1.650 autoveicoli
eq/ora.
Figura 2 – Viabilità attuale in entrata e in uscita dal Porto (fase: prima dell’opera)
Banchina = 480 autovetture equivalenti/ora
S.S. 16 = 1.170 autovetture equivalenti/ora
Flusso totale = 1.650 autoveicoli equivalenti/ora
Figura 3 - Flusso diurno di autoveicoli equivalenti/ora (Fonte: Studio impatto ambientale PRP)
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Per quanto riguarda l’accessibilità al nuovo Porto, gli interventi prevedono una sistemazione “lineare” delle
attività previste all’interno del Porto (mercantile, cantieristica, peschereccia e turistica), creando una viabilità
di scorrimento costiero (Cala dei Pali – Banchina San Domenico) e una viabilità differenziata e direttamente
collegata con l’asse attrezzato Cala dei Pali – S.S. 16 Bis – Zone Artigianale e Boaria, che collegherà il porto
commerciale con la S.S. 16 bis e con le aree commerciali ed industriali (Figura 4). La nuova rete stradale di
accesso all’area portuale realizzerà, quindi, un disimpegno delle diverse attività settoriali, eliminando la
sovrapposizione del traffico veicolare portuale con quello urbano e collegando direttamente il sistema
portuale alle aree produttive, commerciali ed artigianali e alla viabilità primaria extraurbana.
Figura 4 – Viabilità prevista dopo la realizzazione del nuovo Porto (fase: post – opera)
3.2 Sorgenti di inquinanti atmosferici nella fase di esecuzione dei lavori
Durante la fase di esecuzione dei lavori, le sorgenti di inquinanti atmosferici oggetto di monitoraggio
saranno, in aggiunta a quelli generati dalle normali attività svolte all’interno del Porto e dal traffico veicolare
sulla viabilità in entrata e uscita dal Porto, quelli prodotti con le attività proprie del cantiere, dovuti, più
precisamente, ai mezzi operanti all’interno del cantiere e al traffico di mezzi pesanti utilizzati per le stesse
attività (Figura 5).
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Figura 5 - Percorso dei mezzi di cantiere in entrata e in uscita dal Porto (fase: durante le opere)
3.3 Sorgenti di inquinanti atmosferici nella fase post operam
Nella fase post - operam gli inquinanti atmosferici oggetto di monitoraggio saranno quelli generati dalle
attività svolte nel nuovo Porto e dal traffico veicolare generato e indotto in entrata e uscita dal Porto.
Il monitoraggio degli inquinanti atmosferici post operam dovrà considerare i nuovi flussi veicolari che si
origineranno a seguito delle nuove attività portuali e la nuova situazione viaria (Figura 4).
4 Analisi ed identificazione delle aree sensibili in prossimità del
porto
I criteri da seguire per l’individuazione dei recettori da monitorare dovranno necessariamente prevedere la
determinazione delle aree sensibili per la protezione:
ƒ della salute, cioè le aree urbanizzate o edificate o soggette comunque alla presenza umana per tempi
significativi (edifici lavorativi, chiese) in rapporto ai tempi di media degli standard di qualità dei diversi
inquinanti atmosferici;
ƒ della vegetazione e degli ecosistemi;
ƒ dei materiali, con particolare riguardo alla eventuale presenza di monumenti o di aree di interesse
storico-archeologico.
La classificazione dei recettori dell’inquinamento atmosferico è stata effettuata mediante sopralluoghi in situ
nel corso dei quali, anche a seguito di rilievi fotografici, sono stati identificate le destinazioni d’uso degli
edifici localizzati nell’intorno dell’area portuale di Molfetta.
Attraverso l’analisi del PRG è stato possibile verificare la destinazione d’uso degli edifici considerati.
A seguito dei sopralluoghi ed in considerazione dei suddetti criteri, le aree potenzialmente sensibili sono
state distinte nelle seguenti classi, e sono state identificate, così come indicato in Allegato 1, in:
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ƒ Abitazioni;
ƒ Abitazioni e commerciale;
ƒ Abitazioni in disuso;
ƒ Chiese;
ƒ Cimitero;
ƒ Altri edifici.
5 Studio sulla qualità dell’aria della città di Molfetta
Secondo quanto estratto dal Parere VIA del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio n. 648 del
23/06/2005, lo studio di impatto ambientale si compone di tutte le analisi e le simulazioni necessarie per
definire lo stato della qualità dell’aria della città di Molfetta ante - operam e per caratterizzare le condizioni
finali che verranno a crearsi dopo la realizzazione del nuovo porto.
Nel suddetto studio, ad in particolare nell’Allegato 3 “Studio sulla qualità dell’aria della città di Molfetta”, è
stata condotta l'analisi della componente atmosfera in due scenari differenti: la situazione attuale, indicatrice
dello stato di qualità dell'aria riscontrato prima della realizzazione dell’opera, ed una proiezione a 15 anni,
indicatrice dello stato della qualità dell'aria previsto al completamento e all'entrata in pieno esercizio del
nuovo porto di Molfetta. La stima dei fattori di emissione delle diverse sorgenti è stata effettuata seguendo
la metodologia CORINAIR, per il calcolo delle emissioni, mentre per la simulazione della diffusione degli
inquinanti in atmosfera, e conseguente valutazione della qualità dell'aria, è stato applicato il codice di calcolo
DIMULA nella sua versione “climatologica”, con validazione successiva utilizzando i dati rilevati dalla rete di
monitoraggio della qualità dell'aria di Molfetta.
Lo studio evidenzia un generale peggioramento della qualità dell’aria, in ambito urbano, pur rimanendo le
concentrazioni degli inquinanti al di sotto dei valori guida, ad eccezione degli ossidi di azoto. Tale
peggioramento risulta imputabile interamente alle sorgenti esterne dall’area portuale. Considerando
esclusivamente l’area portuale, lo studio ha riscontrato che, a seguito della realizzazione dell’opera, la qualità
dell’aria migliora relativamente alle concentrazioni di monossido di carbonio e di ossidi di azoto, pur
registrandosi un aumento delle emissioni di tali inquinanti da sorgenti portuali. Tale miglioramento è
spiegato dalla diversa collocazione spaziale che avranno le attività portuali (aree di manovra/posteggio
mercantili e aree di carico/scarico merci) a seguito della realizzazione dell’opera.
I risultati di tale studio sono da prendere in considerazione in fase di individuazione delle operazioni di
monitoraggio della qualità dell’aria.
6 Operazioni di monitoraggio
Attraverso il presente piano si definiranno i principali criteri da considerare per l’attuazione del progetto di
monitoraggio della qualità dell’aria.
Per quel che attiene alla matrice “Aria” gli impatti attesi dalle opere di completamento opere foranee e
costruzione Nuovo Porto Commerciale di Molfetta sono limitati alle emissioni dai mezzi di trasporto impiegati
e alle emissioni diffuse dovute alla movimentazione e all’impiego di materiale polverulento, per limitare il
quale è prevista la regolare bagnatura del piazzale del cantiere.
6.1 Articolazione temporale del monitoraggio
Il monitoraggio della componente atmosfera sarà essere svolto in tre fasi:
1. ante – operam;
2. in corso d’opera;
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3. post – operam.
6.1.1
Monitoraggio ante - operam
Il monitoraggio ante - operam ha lo scopo di fornire il quadro sulla qualità dell’aria e sul meteoclima nell’area
geografica di interesse, in particolare con la finalità di:
ƒ definire lo stato fisico dei luoghi, le caratteristiche dell'ambiente naturale ed antropico, esistenti prima
dell'inizio delle attività;
ƒ rappresentare la situazione di partenza, rispetto alla quale valutare la sostenibilità ambientale dell’opera
(quadro di riferimento ambientale del SIA), che costituisce termine di paragone per valutare l'esito dei
successivi rilevamenti atti a descrivere gli effetti indotti dalla realizzazione dell'Opera;
ƒ consentire la valutazione comparata con i controlli effettuati in corso d’opera, al fine di evidenziare
specifiche esigenze ambientali ed orientare opportunamente le valutazioni di competenza della
Commissione Speciale VIA.
Per il monitoraggio della qualità dell’aria ante – operam, effettuato nell’ambito dello studio di impatto
ambientale, ci si è avvalsi delle misure di concentrazione degli inquinanti atmosferici rilevati dall’Agenzia
Regionale per l’Ambiente nelle due stazioni fisse della rete di monitoraggio della qualità dell’aria della
Regione Puglia, localizzate una in Piazza Verdi e l’altra presso la Zona Industriale ASM (Figura 6). I dati presi
in considerazione nel suddetto studio sono quelli relativi al periodo compreso tra il mese di aprile 2003 ed il
mese di settembre 2003. Le seguenti tabelle mostrano una sintesi dei dati relativi ai principali inquinanti
atmosferici rilevati dalle suddette centraline.
Tabella 1 – Dati sintetici relativi alla qualità dell’aria nella città di Molfetta (stazione Piazza verdi). Periodo
di riferimento aprile – settembre 2003.
Inquinanti
SO2
µg/m3
NOx
µg/m3
NO
µg/m3
NO2
µg/m3
PTS
µg/m3
Aprile
media
d.s.
max
media
d.s.
max
media
d.s.
max
media
d.s.
max
media
d.s.
max
1,54
0,63
2,63
23,51
6,44
36,01
4,34
2,30
10,19
36,02
8,72
51,76
38,26
11,34
60,52
Maggio
Giugno
0,79
0,93
3,20
20,46
7,74
48,04
3,48
5,08
24,95
30,46
7,96
49,58
30,71
13,10
62,03
n. d.
n. d.
n. d.
19,86
4,189
25,58
2,93
2,36
6,22
32,76
4,80
39,71
36,33
14,16
74,28
Luglio
Agosto
n. d.
n. d.
n. d.
16,89
5,48
31,57
1,88
1,42
6,22
32,02
6,82
50,82
249,18
389,62
980,71
n. d.
n. d.
n. d.
19,81
5,09
30,47
2,44
1,88
8,86
35,01
7,39
49,70
354,27
450,46
980,71
Settembre Totale
n. d.
n. d.
n. d.
20,03
5,39
30,59
3,85
1,83
8,19
31,48
7,36
46,26
125,06
299,61
980,71
n. d.
n. d.
n. d.
20,09
5,72
48,40
3,15
2,48
24,95
32,96
7,18
51,76
138,97
196,383
80,71
In grassetto i valori rilevati in almeno metà delle osservazioni
n. d.: dati non disponibili
(FONTE: Quadro di riferimento ambientale del SIA del Piano Regolatore Portuale di Molfetta)
Tabella 2 – Dati sintetici relativi alla qualità dell’aria nella città di Molfetta (stazione Zona Industriale).
Periodo di riferimento aprile – settembre 2003.
Inquinanti
SO2
µg/m3
NOx
µg/m3
NO
µg/m3
Aprile
media
d.s.
max
media
d.s.
max
media
d.s.
5,11
3,50
15,15
33,38
12,62
60,36
10,28
4,36
Maggio
16,40
15,05
51,81
34,50
15,19
70,04
12,25
6,65
Giugno
n. d.
n. d.
n. d.
28,29
6,48
42,25
13,27
5,30
Luglio
n. d.
n. d.
n. d.
27,30
9,62
50,71
9,96
3,67
Agosto
n. d.
n. d.
n. d.
25,75
5,80
36,75
7,86
0,84
Settembre Totale
n. d.
n. d.
n. d.
28,68
7,22
48,56
9,55
2,30
n. d.
n. d.
n. d.
29,65
9,49
70,04
10,53
3,85
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Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
Inquinanti
max
media
NO2
d.s.
µg/m3
max
media
PTS
d.s.
3
µg/m
max
n. d.: dati non disponibili
Aprile
19,32
47,05
18,16
83,98
20,94
5,61
36,96
Maggio
32,44
49,58
21,53
91,56
23,16
5,15
31,87
Giugno
21,30
40,63
11,16
64,95
24,53
7,33
42,49
Luglio
Agosto
20,55
37,99
15,95
78,73
29,28
24,15
107,86
9,88
36,38
10,06
55,93
24,08
7,91
50,14
Settembre Totale
18,38
39,33
11,56
69,53
18,04
1,76
21,20
32,44
41,83
14,74
91,56
23,34
8,65
107,86
(FONTE: Quadro di riferimento ambientale del SIA del Piano Regolatore Portuale di Molfetta)
Dall’analisi dei suddetti dati, lo Studio di Impatto Ambientale elabora le seguenti considerazioni:
ƒ I valori di concentrazione di tutti gli inquinanti considerati sono risultati al di sotto delle concentrazioni
limite previste dalla normativa.
ƒ La centralina sita nella zona industriale registra valori superiori rispetto a quella urbana di Piazza Verdi.
ƒ In due periodi (dal 14 al 23 luglio e dal 21 agosto al 4 settembre) sono state rilevate concentrazioni, per
quanto riguarda il parametro PTS, talmente al di sopra dei valori normali da far presupporre un
malfunzionamento delle strumentazioni o l’esistenza di cause contingenti.
Figura 6 – Rete di monitoraggio della qualità dell’aria della Regione Puglia.
Parallelamente all’analisi delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici, lo studio di impatto ambientale ha
preso in considerazione la climatologia della zona di Molfetta, utilizzando le misure dei parametri meteo
climatici rilevate dalla stazione meteorologica sita presso l’aeroporto di Bari Palese, risultata la più prossima
al sito di indagine. I dati presi in esame si riferiscono a serie storiche comprese nel periodo 1951 – 1991.
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Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
6.1.2
Monitoraggio in corso d’opera
Il monitoraggio in corso d’opera ha lo scopo di consentire il controllo dell’evoluzione dei parametri di qualità
dell’aria e degli indicatori meteo-climatici influenzati dalle attività di cantiere e dalla movimentazione dei
materiali, nei punti recettori soggetti al maggiore impatto, individuati anche sulla base dei modelli di
dispersione. Tale attività consentirà di:
ƒ analizzare l'evoluzione di quegli indicatori ambientali, rilevati nello stato iniziale, rappresentativi di
fenomeni soggetti a modifiche indotte dalla realizzazione dell'Opera, direttamente o indirettamente (es.:
allestimento del cantiere);
ƒ controllare situazioni specifiche, al fine di adeguare la conduzione dei lavori;
ƒ identificare le criticità ambientali, non individuate nella fase ante - operam, che richiedono ulteriori
esigenze di monitoraggio.
Per la rilevanza sanitaria e per le interconnessioni con le attività di cantiere, particolare cura deve essere
riservata al controllo dei livelli di concentrazione del particolato (PM10 e PM2,5).
Figura 7 – Punti di misura degli inquinanti atmosferici in fase di realizzazione dei lavori utilizzando la rete
di monitoraggio della qualità dell’aria della Regione Puglia ed una centralina di monitoraggio mobile.
Nella fase di costruzione dell’opera, ci si avvarrà di un mezzo mobile di monitoraggio opportunamente
strumentato con sistemi automatici in grado di rilevare in modo continuo i valori relativi agli inquinanti
atmosferici. In aggiunta ai dati forniti dall’unità mobile, potranno essere utilizzati anche quelli rilevati dalle
suddette centraline fisse di rilevamento che fanno parte della Rete di Monitoraggio della Regione Puglia. La
scelta dell’ubicazione della centralina è riportata nel capitolo 6.4.
La durata prevista del monitoraggio della qualità dell’aria con il mezzo mobile di rilevamento è di n. 14
settimane, durante le quali saranno effettuate n. 14 campagne di indagine, ciascuna della durata di 7 giorni.
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Le campagne settimanali avranno inizio a partire dal 28 marzo 2011, e si protrarranno per le 14 settimane
successive, per concludersi in data 3 luglio 2011. Di seguito, in Figura 8, si riporta il cronoprogramma
dettagliato delle attività di monitoraggio.
Mese
marzo-11
aprile-11
Giorno M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
R
R
R
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Mese
maggio-11
giugno-11
Giorno D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
R
R
R
R
R
R
R
R
R
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Mese
luglio-11
agosto-11
Giorno V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
R
R
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Mese
settembre-11
ottobre-11
Giorno G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Mese
novembre-11
dicembre-11
Giorno M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Mese
gennaio-12
febbraio-12
Giorno D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
PMA Aria
Mezzo mobile di rilevamento
Centralina Fissa Piazza Verdi
Centralina FissaZona Industriale ASM
Figura 8 – Cronoprogramma dettagliato dell’attività di monitoraggio. (R = Rapporto di prova settimanale)
6.1.3
Monitoraggio post - operam
Il monitoraggio post - operam ha l’obiettivo di assicurare, attraverso l’utilizzo di centraline di misura e/o
strumentazione di misura su mezzi mobili, il controllo dei livelli di concentrazione degli inquinanti.
Deve essere approfondito il controllo dei suddetti indicatori nelle aree e sui punti recettori per i quali, in base
al SIA, sono previsti valori critici.
ƒ confrontare gli indicatori definiti nello stato ante - operam con quelli rilevati nella fase di esercizio
dell'Opera;
ƒ controllare i livelli di ammissibilità, sia dello scenario degli indicatori definiti nelle condizioni ante operam, sia degli altri eventualmente individuati in fase di costruzione;
ƒ verificare l’efficacia degli interventi di mitigazione e compensazione, anche al fine del collaudo.
Ad assicurare il monitoraggio degli inquinanti atmosferici in una fase successiva alla realizzazione dell’opera
saranno le due centraline fisse della Rete di Monitoraggio della Regione Puglia.
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Figura 9 - Punti di misura degli inquinanti atmosferici post - operam.
6.2 Parametri da monitorare e soglie di valutazione
In considerazione della normativa vigente riguardante la componente ambientale oggetto del presente
piano, vengono di seguito stabilite le modalità di esecuzione del monitoraggio, in particolare riferimento a:
ƒ parametri da monitorare;
ƒ valori di soglia e valori di riferimento.
6.2.1
Parametri da monitorare
Il monitoraggio della qualità dell’aria deve garantire il controllo di tutti gli inquinanti che possono essere
critici in relazione alla tipologia delle emissioni e agli standard di qualità previsti della normativa e, più in
generale, che possono costituire un rischio per la protezione della salute e degli ecosistemi. I parametri di
interesse per i quali il D.lgs. 155/2010 stabilisce valori limite e livelli critici sono i seguenti:
ƒ Biossido di zolfo
ƒ Biossido di azoto
ƒ Benzene
ƒ Monossido di carbonio
ƒ Piombo
ƒ PM10
ƒ PM2,5
ƒ Ozono
ƒ Arsenico, Cadmio, Nichel e Benzo(a)pirene
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Oltre agli inquinanti atmosferici, il monitoraggio della qualità dell’aria prevede che vengano controllati i
seguenti parametri meteo – climatici:
ƒ Direzione del vento
ƒ Intensità del vento
ƒ Temperatura
ƒ Umidità
ƒ Pressione atmosferica
ƒ Precipitazioni.
Il monitoraggio del meteoclima ha il duplice scopo di fornire le informazioni relative ad eventuali
perturbazioni significative del clima e del microclima indotte dalla realizzazione e dall’esercizio dell’opera, e le
informazioni necessarie alla predisposizione dei dati di ingresso ai modelli di dispersione atmosferica. Per
quest’ultimo aspetto, si dovrà verificare, anche in relazione alla collocazione geografica e alle dimensioni
dell’opera, la necessità di integrare le informazioni provenienti dalle reti già in esercizio (es.: rete dell’UGM
dell’aeronautica Militare o di servizi meteorologici regionali) con strumentazione meteorologica idonea a
caratterizzare le condizioni di trasporto e dispersione degli inquinanti nell’area soggetta all’impatto delle
emissioni.
6.2.2
Valori limite e soglie di allarme dei parametri da monitorare
I valori limite e le soglie di allarme per i parametri sopra elencati sono stabilite dal D.lgs. 155/2010, e sono
riportate, per ciascun inquinante, nelle seguenti tabelle.
Ogni singolo parametro si intende definito dalla grandezza fisica o chimica (concentrazione in aria
dell’inquinante), dal tempo di media della misura (es.: un’ora) e dal periodo di riferimento (per i valori limite
delle sostanze inquinanti è generalmente un anno)
Biossido di zolfo
Il valore soglia di allarme per il biossido di zolfo è pari a 500 µg/m3, misurati su tre ore consecutive presso
siti fissi di campionamento aventi un’area di rappresentatività di almeno 100 km2 oppure pari all’estensione
dell’intera zona o dell’intero agglomerato, nel caso siano meno estesi.
Tabella 3: Valori limite per il biossido di zolfo. (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di
Valore limite
mediazione
Valore limite orario per la protezione della salute
350 µg/m3 da non superare più di 24 volte
1 ora
umana
per anno civile
Valore limite di 24 ore per la protezione della salute
125 µg/m3 da non superare più di 3 volte
1 giorno
umana
per anno civile
Valore limite per la protezione della vegetazione
Anno civile
20 µg/m3
Biossido di azoto
Per le zone e gli agglomerati per cui é concessa la deroga prevista dall'articolo 9, comma 10, del D.lgs.
155/2010 i valori limite devono essere rispettati entro la data prevista dalla decisione di deroga, fermo
restando, fino a tale data, l'obbligo di rispettare tali valori aumentati del margine di tolleranza massimo.
Il valore soglia di allarme per il biossido di zolfo è pari a 400 µg/m3, misurati su tre ore consecutive presso
siti fissi di campionamento aventi un’area di rappresentatività di almeno 100 km2 oppure pari all’estensione
dell’intera zona o dell’intero agglomerato, nel caso siano meno estesi.
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Tabella 4: Valori limite per il biossido di azoto e ossidi di azoto (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di
Valore limite
Margine di tolleranza
mediazione
200 µg/m3 NO2 da 50% il 19 luglio 1999, con una riduzione il 1°
Valore limite orario per la
non superare più
gennaio 2001 e successivamente ogni 12 mesi
protezione della salute
1 ora
di 18 volte per
secondo una percentuale annua costante fino a
umana
anno civile
raggiungere lo 0% entro il 1° gennaio 2010.
50% il 19 luglio 1999, con una riduzione il 1°
Valore limite annuale per la
gennaio 2001 e successivamente ogni 12 mesi
3
protezione della salute
Anno civile
40 µg/m NO2
secondo una percentuale annua costante fino a
umana
raggiungere lo 0% entro il 1° gennaio 2010.
Valore limite annuale per la
Nessuno
protezione della
Anno civile
30 µg/m3 NOX
vegetazione
Benzene
Per le zone e gli agglomerati per cui é concessa la deroga prevista dall'articolo 9, comma 10 del D.lgs.
155/2010, i valori limite devono essere rispettati entro la data prevista dalla decisione di deroga, fermo
restando, fino a tale data, l'obbligo di rispettare tali valori aumentati del margine di tolleranza massimo.
Tabella 5: Valori limite per il benzene (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di
Valore limite
Margine di tolleranza
mediazione
5 µg/m3 (100%) il 13 dicembre 2000, con una
Valore limite per la
riduzione il 1° gennaio 2006 e successivamente
protezione della salute
Anno civile
5 µg/m3
ogni 12 mesi di 1 µg/m3 fino a raggiungere lo
umana
0% entro il 1° gennaio 2010.
Monossido di carbonio
La massima concentrazione media giornaliera su 8 ore si determina con riferimento alle medie consecutive
su 8 ore, calcolate sulla base di dati orari ed aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore in tal modo calcolata
è riferita al giorno nel quale la serie di 8 ore si conclude: la prima fascia di calcolo per un giorno é quella
compresa tra le ore 17:00 del giorno precedente e le ore 01:00 del giorno stesso; l'ultima fascia di calcolo
per un giorno é quella compresa tra le ore 16:00 e le ore 24:00 del giorno stesso.
Tabella 6: Valori limite per il monossido di carbonio (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di mediazione
Valore limite per la protezione della salute umana
Media massima giornaliera su 8 ore
Valore limite
10 mg/m3
Piombo
Il valore limite per il piombo deve essere raggiunto entro il 1° gennaio 2010 in caso di aree poste nelle
immediate vicinanze delle fonti industriali localizzate presso siti contaminati da decenni di attività industriali.
In tali casi il valore limite da rispettare fino al 1° gennaio 2010 è pari a 1,0 µg/m3. Le aree in cui si applica
questo valore limite non devono comunque estendersi per una distanza superiore a 1.000 m rispetto a tali
fonti industriali.
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Tabella 7: Valori limite per il piombo (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di mediazione
Valore limite per la protezione della salute umana
Anno civile
Valore limite
0,5 µg/m3
Materiale particolato (PM10)
Per le zone e gli agglomerati per cui é concessa la deroga prevista dall'articolo 9, comma 10 del D.lgs.
155/2010, i valori limite devono essere rispettati entro l'11 giugno 2011, fermo restando, fino a tale data,
l'obbligo di rispettare tali valori aumentati del margine di tolleranza massimo.
Tabella 8: Valori limite per il materiale particolato PM10 (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di
Valore limite
Margine di tolleranza
mediazione
50 µg/m3 da non 50% il 19 luglio 1999, con una riduzione il 1°
Valore limite di 24 ore per
superare più di 35 gennaio 2001 e successivamente ogni 12 mesi
la protezione della salute 1 giorno
volte per anno secondo una percentuale annua costante fino a
umana
civile
raggiungere lo 0% entro il 1° gennaio 2005.
20% il 19 luglio 1999, con una riduzione il 1°
Valore limite annuale per la
gennaio 2001 e successivamente ogni 12 mesi
3
protezione della salute Anno civile
40 µg/m
secondo una percentuale annua costante fino a
umana
raggiungere lo 0% entro il 1° gennaio 2005.
Materiale particolato (PM2,5)
Il D.lgs. 155/2010 stabilisce che il valore limite per le PM2,5 dovrà essere raggiunto in due fasi successive. La
seguente tabella mostra il valore limite indicato per la fase 1. I valori limite per la fase 2 dovranno essere
stabiliti con successivo decreto, tenuto conto del valore indicativo di 20 µg/m3 e delle verifiche effettate dalla
Commissione Europea alla luce di ulteriori informazioni circa le conseguenze sulla salute e sull'ambiente, la
fattibilità tecnica e l'esperienza circa il perseguimento del valore obiettivo negli Stati membri.
Tabella 9: Valori limite per il materiale particolato PM2,5 (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di
Valore limite
Margine di tolleranza
mediazione
20% l'11 giugno 2008, con riduzione il 1° gennaio
Valore
limite
per
la
successivo e successivamente ogni 12 mesi
3
protezione della salute Anno civile
25 µg/m
secondo una percentuale annua costante fino a
umana
raggiungere lo 0% entro il 1° gennaio 2015.
Ozono
I valori obiettivo per l’ozono devono essere raggiunti entro il 1° gennaio 2010. Il raggiungimento del valori
obiettivo sarà valutato nel 2013, con riferimento al triennio 2010-2012, per la protezione della salute umana
e nel 2015, con riferimento al quinquennio 2010-2014, per la protezione della vegetazione.
Tabella 10: Valori obiettivo per l’ozono (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di mediazione
Valore obiettivo
Protezione
umana
della
salute Media massima giornaliera su 120 µg/m3 da non superare per più di 25 volte per anno
8 ore
civile come media su 3 anni
Protezione della vegetazione
Da maggio a luglio
AOT40 (calcolato sulla base dei valori di 1 ora) 18.000
µg/m3·h come media su 5 anni
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La massima concentrazione media giornaliera su 8 ore deve essere determinata esaminando le medie
consecutive su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore così calcolata
è riferita al giorno nel quale la stessa si conclude. La prima fascia di calcolo per ogni singolo giorno è quella
compresa tra le ore 17:00 del giorno precedente e le ore 01:00 del giorno stesso; l'ultima fascia di calcolo
per ogni giorno é quella compresa tra le ore 16:00 e le ore 24:00 del giorno stesso.
Per quanto riguarda le medie su 3 o 5 anni, se non è possibile determinarle in base ad una serie intera e
consecutiva di dati annui, la valutazione della conformità ai valori obiettivo si può riferire, come minimo, ai
dati relativi a:
ƒ Un anno per il valore-obiettivo ai fini della protezione della salute umana.
ƒ Tre anni per il valore-obiettivo ai fini della protezione della vegetazione.
La soglia di informazione per l’ozono, misurata in 1 ora, è pari a 180 µg/m3. La soglia di allarme, misurata in
1 ora, è pari a 240 µg/m3 (deve essere misurato o previsto un superamento per tre ore consecutive).
Tabella 11: Obiettivi a lungo termine per l’ozono (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Finalità
Periodo di mediazione
Obiettivo a lungo termiine
Protezione
umana
della
salute
Protezione della vegetazione
Media massima giornaliera su
8 ore nell’arco di un anno 120 µg/m3
civile
Da maggio a luglio
AOT40 (calcolato sulla base dei valori di 1 ora) 6.000
µg/m3·h
Arsenico, Cadmio, Nichel e Benzo(a)pirene
Il valore obiettivo è riferito al tenore totale di ciascun inquinante presente nella frazione PM10 del materiale
particolato, calcolato come media su un anno civile.
Tabella 12: Valori obiettivo per As, Cd, Ni, e benzo(a)pirene (D.lgs. 155/2010 All. 11)
Inquinante
Valore obiettivo
Arsenico
6 ng/m3
Cadmio
5 ng/m3
Nichel
20 ng/m3
Benzo(a)pirene
1 ng/m3
6.3 Simulazione della diffusione degli inquinanti atmosferici
Per l’individuazione dei punti da monitorare all’interno delle aree sensibili si dovrà mettere in relazione le
aree sensibili con la mappatura degli impatti previsti per i vari parametri, e individuare quindi le aree a
maggior rischio di impatto ed i punti recettori di particolare rilievo e rappresentatività all’interno delle aree
sensibili. Ciò permetterà di determinare il punto in cui localizzare la centralina mobile per il monitoraggio
degli inquinanti atmosferici.
6.3.1
I modelli di calcolo utilizzati per la simulazione della diffusione degli inquinanti
Con l’obiettivo di individuare i punti da monitorare nelle aree sensibili, è stata realizzata una simulazione
della diffusione e del trasporto degli inquinanti in atmosfera, mediante l’impiego di software scientifici che
utilizzano modelli matematici. In particolare sono stati utilizzati 2 modelli entrambi realizzati da Maind S.r.l.:
WinDimula, che rappresenta la versione Windows del modello gaussiano Dimula, e CALINE, modello
sviluppato dal "California Department of Transportation". Tramite il modello Dimula è stato possibile
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effettuare il calcolo delle concentrazioni prodotte al suolo dalla diffusione in atmosfera delle emissioni dalle
sorgenti areali. Mediante il modello CALINE, invece, è stato effettuato il calcolo delle concentrazioni di
inquinanti emessi dal traffico autoveicolare urbano ed extraurbano.
Il modello WinDimula (Cirillo e Cagnetti, 1982) è un modello gaussiano multisorgente che consente di
effettuare simulazioni in versione short - term e in versione climatologica. I modelli gaussiani si basano su
una soluzione analitica esatta dell'equazione di trasporto e diffusione in atmosfera ricavata sotto particolari
ipotesi semplificative.
La forma della soluzione è di tipo gaussiano, ed è controllata da una serie di parametri che riguardano sia
l'altezza effettiva del rilascio per sorgenti calde, calcolata come somma dell'altezza del camino più il sovralzo
termico dei fumi, che la dispersione laterale e verticale del pennacchio calcolata utilizzando formulazioni che
variano al variare della stabilità atmosferica, descritta utilizzando le sei classi di stabilità introdotte da
Pasquill-Turner.
Il modello Dimula è inserito nei rapporti ISTISAN 90/32 ("Modelli per la progettazione e valutazione di una
rete di rilevamento per il controllo della qualità dell'aria") e ISTISAN 93/36 ("Modelli ad integrazione delle
reti per la gestione della qualità dell'aria"), in quanto corrispondente ai requisiti qualitativi per la valutazione
delle dispersioni di inquinanti in atmosfera in regioni limitate e in condizioni atmosferiche sufficientemente
omogenee e stazionarie.
Il programma implementa l'uso di quattro moduli di calcolo:
ƒ Il modulo per calcoli di tipo short - term;
ƒ Il modulo per calcoli di tipo climatologico;
ƒ Il modulo per calcolare le altezze efficaci delle sorgenti puntiformi;
ƒ Il modulo per calcolare la velocità di deposizione secca per particolato e gas.
La versione short - term del modello permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle
concentrazioni dell'inquinante considerato sul breve periodo. L'input meteorologico è rappresentato da un
valore istantaneo di direzione e intensità del vento. Le ipotesi alla base del modulo sono la stazionarietà nel
tempo delle condizioni meteorologiche e la continuità delle emissioni in esame. Nel calcolo del modulo short
- term vengono calcolate le concentrazioni totali e le concentrazioni massime.
La versione climatologica del modello permette di calcolare la distribuzione spaziale sul territorio delle
concentrazioni dell'inquinante considerato mediate su lunghi periodi, in modo da poter considerare la
variazione temporale delle grandezze meteorologiche.
L'input meteorologico è rappresentato in questo caso da funzioni chiamate Joint Frequency Functions, le
quali riportano, tramite frequenze di accadimento, l'aggregazione dei dati di velocità e direzione del vento
per ogni classe di stabilità.
Il modulo per il calcolo delle altezze efficaci consente di effettuare il calcolo delle altezze efficaci raggiunte da
sorgenti di tipo puntiforme. È possibile effettuare il calcolo utilizzando come dati meteorologici sia dati di tipo
short-term (sequenze di dati orarie) che dati di tipo climatologico; il modulo calcola, per ogni classe di
stabilità e per ogni sorgente puntiforme, il valore minimo, medio e massimo dell’altezza efficace valutato su
tutti i dati meteorologici disponibili.
Il modulo per il calcolo della velocità di deposizione consente di effettuare il calcolo della velocità di
deposizione secca sia per un inquinante di tipo gassoso che per un inquinante di tipo particolato.
Di seguito sono descritte le principali caratteristiche del modello.
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Tipologie di sorgenti emissive:
ƒ sorgenti puntiformi,
ƒ sorgenti areali.
Meteorologia:
ƒ supporto di condizioni di vento con e senza inversione in quota,
ƒ supporto di condizioni di calma con e senza inversione tramite il modello di Cirillo Poli,
ƒ utilizzo di Joint Frequency Function per gestire i calcoli climatologici,
ƒ calcolo della velocità del vento in quota mediante legge esponenziale.
Coefficienti di dispersione laterale e verticale:
ƒ formule di Briggs urbane,
ƒ formule di Briggs rurali,
ƒ formule basate sulla rugosità superficiale,
ƒ formule di Cirillo Poli basate sulla deviazione standard del vento per le condizione di calma di vento,
ƒ formula di Cirillo e Cagnetti per il calcolo della sigma laterale per sorgenti areali.
Effetti di DownWash di edifici:
ƒ correzione dell’altezza efficace,
ƒ modello di Huber Snyder per la variazione delle sigma.
Calcolo dell'altezza efficace:
ƒ valutazione dell’effetto scia del camino,
ƒ formule di Briggs,
ƒ formula per la valutazione della BID (Buoyancy Induced Turbulence),
ƒ formule di Briggs per il calcolo del Gradual Plume Rise.
Calcolo della deposizione secca e umida:
ƒ calcolo inserito nel modulo short-term per sorgenti puntiformi e areali.
Formulazioni aggiuntive:
ƒ supporto dell’orografia,
ƒ calcolo a quote superiori al suolo,
ƒ valutazione effetti di deposizione umida,
ƒ presenza di un termine di “decadimento” esponenziale,
ƒ valutazione della penetrazione dei fumi in inversioni in quota.
Con il modello Dimula, la simulazione della diffusione degli inquinanti è effettuata definendo un reticolo di
calcolo formato da un numero di maglie nelle due direzioni ortogonali x e y. Le distanze nel reticolo di
calcolo sono espresse in metri.
Le coordinate dei punti di griglia dove viene effettuato il calcolo sono assegnate tramite la seguente
relazione (analogamente per y):
dove i va da 1 a nx e rappresenta l’indice della generica maglia del reticolo.
La descrizione del reticolo di calcolo è completata assegnando la quota, rispetto al suolo, alla quale si vuole
calcolare la concentrazione (quota sul terreno dei recettori del reticolo).
I modelli gaussiani non richiedono le consequenzialità dei dati meteorologici in quanto il modello gaussiano è
una rappresentazione statica della diffusione. Per questo motivo non è necessario disporre di dati orari
evolutivi, necessari invece per tutti gli altri tipi di modelli in quanto il calcolo dell’ora n non è influenzato dal
calcolo dell’ora n-1 né influenza il calcolo dell’ora n+1.
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Per questo motivo i modelli gaussiani si prestano molto bene per le applicazioni climatologiche che utilizzano
come dati di input aggregazioni di dati (Joint Frequency Function) e sono indicati in applicazioni di tipo
screening dove cioè i dati meteo non sono disponibili e si assumono condizioni simulate, cioè serie “orarie”
fittizie.
Il modello Caline4 (Caltrans 1989, California Department of Transportation) è un modello di dispersione
gaussiano a plume per percorsi autostradali (sorgenti lineari). Il modello è inserito nell’elenco dei modelli
consigliati da APAT (Agenzia Italiana per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) per la valutazione
e gestione della qualità dell’aria negli scenari di emissioni da traffico urbane.
Ogni percorso autostradale da considerare viene inserito nel modello attraverso la specificazione geometrica
(coordinate iniziali e finali), ad opera dell’utente, di tratti rettilinei (links) per ognuno dei quali viene richiesto
il volume veicolare in transito ed il fattore di emissione medio (espresso in g/veicolo*km). La versione
attuale prevede la possibilità di inserire un massimo di 20 link.
Le tipologie stradali trattate sono le seguenti (presenti nella versione originale del modello):
ƒ strade normali (su terreno pianeggiante)
ƒ strade in avvallamenti
ƒ strade su terrapieni
ƒ ponti
ƒ parcheggi.
L’utente deve anche definire i recettori nei quali dovrà essere valutata la concentrazione di inquinante. Il
modello originale permette di calcolare il valore di concentrazione in punti recettori vicini alla sede stradale
specificata permettendo di ottenere cinque tipologie di output:
ƒ il valore medio orario di concentrazione in ogni singolo recettore (output tipo standard);
ƒ il valore di concentrazione medio su n ore in ogni singolo recettore (output tipo multi-run);
ƒ il valore orario peggiore di concentrazione in ogni singolo recettore in base alla geometria specificata e la
direzione del vento che lo genera (output tipo Worst Case Wind Angle);
ƒ il valore peggiore di concentrazione medio su n ore in ogni singolo recettore in base alla geometria
specificata.
Gli inquinanti considerati dal modello sono:
ƒ Ossido di Carbonio (CO)
ƒ Materiale Particellare (PM)
ƒ Generico inquinante gassoso non reattivo
ƒ Biossido di Azoto (NO2) (attraverso lo schema Discrete Parcel Method)
6.3.2
I dati di input per il calcolo short - term
Per effettuare una simulazione con i modelli di calcolo della Maind Model Suite, è necessario definire un
reticolo di calcolo. Il reticolo di calcolo viene specificato assegnando:
ƒ le coordinate x0,y0 dell’estremo sud – ovest;
ƒ il numero di maglie nx, ny;
ƒ la dimensione della singola maglia dx, dyI.
Le distanze nel reticolo di calcolo sono espresse in metri. Le coordinate dei punti di griglia dove viene
effettuato il calcolo sono assegnate tramite la seguente relazione (analogamente per y) :
dove i va da 1 a nx e rappresenta l’indice della generica maglia del reticolo.
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Il reticolo individuato per la simulazione ha origine nel punto di coordinate UTM WGS 84:
41° 11’ 47,45’’ N
16° 33’ 43,51’’ E
È stato assegnato un passo di 250 metri, ed un numero di maglie pari a 16 in entrambe le direzioni x e y.
La descrizione del reticolo di calcolo è completata assegnando la quota, rispetto al suolo, alla quale si vuole
calcolare la concentrazione (quota sul terreno dei recettori del reticolo).
È possibile, inoltre, inserire all’interno del reticolo considerato un elenco di recettori discreti (recettori
sensibili) caratterizzati da un set di coordinate x, y, z in metri.
Sono stati, quindi, inseriti all’interno del reticolo di calcolo i recettori descritti nella seguente tabella. La
planimetria in Allegato 2 riporta la localizzazione dei recettori inseriti nel retico.
Tabella 13 – Elenco dei recettori inseriti nel reticolo di calcolo del software di simulazione.
Zona in cui è
Coordinate
Sigla
Tipologia di area sensibile in cui il recettore è
localizzato il
cartesiane rispetto
recettore
situato
recettore
allo 0 del reticolo
R1
Madonna dei Martiri e
(1.600; 1.350)
viale dei Crociati
Santuario della Madonna dei Martiri, edifici ad uso abitativo
R2
Zona Cantieri Navali e
(2.400; 1.000)
via Sant’Anna
In prossimità di edifici adibiti ad abitazioni
R3
Capitaneria di Porto e
(2.950; 1.150)
Duomo
Uffici della Capitaneria di Porto, Duomo, ed edifici ad uso
abitativo e commerciale
ASM
Zona Industriale ASM
(0; 1.000)
Punto in cui è localizzata una delle due centraline di
monitoraggio dell’aria di ARPA Puglia
Verdi
Piazza Verdi
(3.600; 600)
Punto in cui è localizzata l’altra centralina di monitoraggio
dell’aria di ARPA Puglia
Per simulare la diffusione degli inquinanti da sorgenti areali (traffico urbano, attività portuale, area di
cantiere) è stata utilizzata la versione di calcolo “short - term” del modello WinDimula. L’utilizzo di questo
modello , ipotizzando le condizioni meteo potenzialmente più impattanti (ad esempio venti che portano gli
inquinanti in direzione dei recettori sensibili), è decisamente più cautelativo rispetto al “modello
climatologico” del software, che prevede l’utilizzo di cosiddette “joint frequency functions” che riportano,
tramite frequenze di accadimento, l’aggregazione di dati di velocità e direzione del vento per ogni classe
stabilità.
Per effettuare il calcolo short - term, il software richiede la definizione di una serie di dati meteorologici
orari. I dati meteorologici inseriti nel modello per il calcolo short - term sono i seguenti.
Classe di stabilità atmosferica: le classi di stabilità atmosferica sono un metodo, elaborato da Pasqill (1961)
per la classificazione della stabilità atmosferica, caratteristica che determina il potenziale di rigenerazione
della qualità dell’aria, in quanto connessa alla turbolenza dei bassi strati dell’atmosfera.
La classe di stabilità atmosferica inserita nel modello di calcolo è la classe D, identificata come la classe
largamente predominante nell’area in esame, in riferimento all’intero arco dell’anno, secondo quanto
misurato dalla Stazione Meteorologica di Bari Palese. Secondo la classificazione di Paquill, la classe D
identifica un’atmosfera dalla stabilità “neutra”.
Temperatura dell’aria: la temperatura va espressa in K. Per la simulazione, è stata inserita nel modello la
temperatura di 285,65°K (corrispondente a 12,5°C), che rappresenta la temperatura mediana della classe
che si verifica con maggiore frequenza. Il dato è stato ricavato dallo studio effettuato nell’ambito del SIA.
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Direzione di provenienza e velocità del vento: Per la simulazione si dovrà inserire la velocità (m/s) e la
direzione di provenienza del vento (gradi).
Per la simulazione sono state considerate le situazioni atmosferiche più impattanti ovvero non valutando le
direzioni del vento che sospingono le masse d’aria verso il mare.
La simulazione è stata effettuata considerando un vento proveniente da NNW (338°), identificato come
vento prevalente nell’Atlante Eolico della Regione Puglia (Tornese et al., 2008). La velocità media del vento
in questa direzione è pari a 5,27 m/s. Per la simulazione è stata, tuttavia, ipotizzata una situazione
maggiormente cautelativa, considerando una velocità di 2 m/s che determina un minore rimescolamento
degli inquinanti in atmosfera e, pertanto, una maggior impatto.
6.3.3
Le sorgenti di emissione considerate nel calcolo
La simulazione della diffusione degli inquinanti in corso d’opera richiede l’individuazione delle sorgenti di
inquinanti. La caratterizzazione delle sorgenti di inquinanti legate alla realizzazione dell’opera è stata
effettuata attraverso l’analisi delle macchine e dei mezzi di lavoro che saranno presenti nel cantiere,
valutando le emissioni inquinanti indotte dal cantiere dei lavori delle opere finalizzate al completamento e
alla messa in sicurezza del porto commerciale. In particolare saranno realizzate le opere seguenti:
ƒ Secondo braccio di sopraflutto radicato all’attuale diga foranea (WBS A01)
ƒ Sperone radicato al gomito dell’attuale molo S. Michele (WBS A02)
ƒ Banchinamento dell’attuale diga foranea (banchina nord-ovest) (WBS A03)
ƒ Banchina nautica minore (WBS A04)
ƒ Banchina di riva (banchina sud-ovest) (WBS A05)
ƒ Dragaggi per la navigabilità e per la realizzazione delle opere marittime (WBS A06)
ƒ Ponte di collegamento (ponte sud-ovest) (WBS A07)
ƒ Pavimentazione e segnaletica (WBS A08)
ƒ Centro servizi e magazzini (WBS A09)
ƒ Sistemazione a verde (WBS A10)
ƒ Impianti tecnologici (WBS A11)
ƒ Attrezzature portuali (WBS A12).
Nell’area del cantiere sono ubicate tutte le attrezzature che vi opereranno.
Come già detto, la Suite Maind permette il calcolo delle concentrazioni atmosferiche degli inquinanti
provenienti da sorgenti areali e lineari, mediante l’applicazione di due diversi modelli di calcolo; il modello
Dimula per le sorgenti areali, il modello Caline per quelle lineari.
In fase di esecuzione dei lavori di costruzione del nuovo Porto commerciale di Molfetta, per il calcolo con il
modello WinDimula sono state identificate le seguenti sorgenti di tipo areale:
ƒ Traffico urbano;
ƒ Area di cantiere localizzata presso lo sperone in costruzione sul Molo di San Michele;
ƒ Area di dragaggio, interna allo specchio d’acqua del Porto;
ƒ Area di cantiere comprendente l’area di colmata, il ponte di Sud-Ovest, e l’area di cantiere a terra;
ƒ Area del Porto in cui si concentra il traffico navale mercantile;
ƒ Area del Porto in cui si concentra il traffico navale dei pescherecci.
Le sorgenti di inquinamento di tipo lineare, individuate per la simulazione con il Modello di calcolo Caline,
sono rappresentate da:
ƒ S.S. 16 bis;
ƒ S.S. 16 adriatica.
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Tutte le suddette fonti di emissione sono state rappresentate graficamente nella mappa dei recettori e delle
sorgenti (Allegato 2).
6.3.4
Sorgenti areali
Il modello WinDimula, utilizzato per l’analisi delle emissioni da sorgenti di tipo areale, richiede, per la
creazione del file di input delle sorgenti, le coordinate del punto centrale dell’area e il raggio dell’area in cui è
localizzata la sorgente (in metri). Inoltre, per ogni inquinante considerato, è necessario immettere il valore
dell’emissione dell’inquinante in g (o µg)/sec.
Per quanto riguarda il traffico stradale urbano, la stima delle emissioni degli inquinanti è stata effettuata
utilizzando il modello di calcolo denominato COPERT (COmputer Programme to calculate Emissions from
Road Traffic), introdotto dall’EEA (European Environment Agency, Agenzia Europea per l’Ambiente) per la
redazione dei rapporti sullo stato dell’ambiente e dai National Reference Center per la realizzazione degli
inventari nazionali delle emissioni, nell’ambito del progetto CORINAIR ( COordination INformation AIR).
In particolare è stato adoperato il programma COPERT 4, un programma ".net" in ambiente Windows creato
da un gruppo di lavoro internazionale. L’applicazione software è stata sviluppata per la compilazione di
inventari nazionali annuali. Si tratta di un modello disaggregato, in quanto consente di ottenere i valori delle
emissioni per ogni categoria veicolare.
COPERT 4 si applica ad autovetture passeggeri, veicoli commerciali leggeri, veicoli commerciali pesanti, bus,
motocicli e ciclomotori, suddivisi secondo 63 diverse categorie per classi di cilindrata, o portata, tipo di
alimentazione, normativa di riferimento. Consente la stima di tutti gli inquinanti regolamentati dalla
normativa europea (CO, NOx, VOC, NMVOC, PM e CO2). Inoltre permette il calcolo delle emissioni anche di
alcuni inquinanti non regolamentati come CH4 , N2O, NH3, SO2, metalli pesanti, idrocarburi policiclici
aromatici (IPA), inquinanti organici persistenti (POP) e, infine, è in grado di fornire le emissioni di NMVOC
(Composti Organici Volatili non Metanici) distinte nelle singole specie.
La metodologia di calcolo del COPERT si basa sui seguenti parametri:
ƒ Parco circolante suddiviso per tipologia di veicolo, tipo di combustibile utilizzato ( benzina, gasolio,
GPL,etc.), classe di anzianità, in relazione alle normative europee di introduzione di dispositivi per la
riduzione delle emissioni (Euro I, II, etc.), classe di cilindrata (per le autovetture) o classe di peso (per i
veicoli commerciali);
ƒ Consumi e caratteristiche dei combustibili;
ƒ Condizione di guida (percorrenze medie annue e velocità medie);
ƒ Fattori di emissione;
ƒ Pendenza della strada;
ƒ Condizioni climatiche (temperatura massima, temperatura minima);
ƒ Carico trasportato (per i veicoli commerciali).
A parte i fattori di emissione, che sono già presenti nel codice di calcolo del programma, gli altri dati devono
essere introdotti dall’utente durante la creazione del file di input.
I dati sui veicoli circolanti immessi nel file di input per il calcolo delle emissioni da traffico urbano sono stati
ricavati dal documento “Autoritratto ACI 2006” e sono relativi al parco veicolare del Comune di Molfetta. I
dati meteo, per lo stesso anno, sono sati reperiti dall’Atlante Climatologico dell’Aeronautica Militare.
Il calcolo del particolato prodotto dal traffico veicolare urbano e derivante dall’usura delle parti meccaniche
(freni e pneumatici) e dell’asfalto, è stato effettuato mediante la metodologia CORINAIR (EEA, 2007)
capitolo B770 (Road vehicle tyre & brake wear, & road surface wear), utilizzando il medesimo parco auto
preso in considerazione per le emissioni degli altri inquinanti atmosferici, secondo la formula:
TEs,j = Nj × Mj × EFs,j
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Dove:
TE = Emissioni totali di PM10 (g)
N = Numero di veicoli di una determinate classe
M = Chilometraggio medio per veicolo (km)
EF. = Fattore di emissione (g/km)
E gli indici corrispondono a:
s = Sorgenti di particolato (s = freni, pneumatici, asfalto)
j = Classe del veicolo
Per quanto riguarda le aree di cantiere in cui operano i mezzi pesanti, considerate come zone di emissione
di tipo areale, sono stati utilizzati i fattori di emissione, stimati per l’anno 2011, secondo la metodologia
americana definita in AQMD "Air Quality Analysis Guidance Handbook" Off-Roads Mobile Source Emission
Factors. Per realizzare la simulazione è stata ipotizzata la contemporanea attività dei mezzi di cantiere in due
differenti aree, quella posta in corrispondenza dello sperone che verrà realizzato sul molo di San Michele e
quella localizzata in prossimità del ponte di collegamento che sarà realizzato tra la diga foranea e l’area di
cantiere a terra. Per la prima area è stata ipotizzata la situazione in cui operano i seguenti mezzi:
ƒ una pala cingolata;
ƒ due escavatori idraulici;
ƒ una gru tralicciata;
ƒ un autocarro.
Per l’area di cantiere posta in prossimità del ponte a sud-ovest è stata ipotizzata l’attività di:
ƒ un autocarro;
ƒ due gru tralicciate;
ƒ tre betoniere;
ƒ una pala cingolata;
ƒ due escavatori idraulici;
ƒ un’autopompa.
Per la stima delle emissioni prodotte dall’attività portuale derivanti dalla combustione dei motori delle navi
è stata utilizzata la metodologia MEET (Methodology for Estimate air pollutant Emission from Transport),
sviluppata da Trozzi e Vaccaro (1998). La formula utilizzata per il calcolo è stata tratta da uno studio
realizzato da ARPA Veneto per il calcolo delle da attività portuale (ARPAV, 2007), e permette il calcolo delle
emissioni delle navi che transitano nel porto, considerando la fase in cui tali emissioni vengono generate
(ormeggio, stazionamento, partenza, navigazione).
Ei = Σkm Eikm
con
Eikm = Skm (GT) * tkm * Fikm
dove:
i = tipo di inquinante
k = tipo di nave
m = tipo di fase
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Ei = emissione totale per l’inquinante i-esimo
Eikm = emissione totale per l’inquinante i-esimo su una nave di tipo k nella fase m
Skm (GT)= consumo giornaliero per la nave di tipo k nella fase m
tkm = giorni di navigazione della nave di tipo k nella fase m
Fikm = fattore di emissione medio dell’inquinante i-esimo nelle navi di tipo k durante la fase m
I tipi di nave presi in considerazione sono i pescherecci e le navi merci che transitano nel porto di Molfetta. I
fattori di emissione per i principali inquinanti in funzione del tipo di nave e della fase in cui si trova sono stati
ricavati da un rapporto della Commissione Europea (2002) e sono relativi alle navi in fase “manovra”. Il
calcolo dei consumi giornalieri di carburante in funzione del tipo di nave è stato effettuato mediante la
metodologia CORINAIR (EEA, 2007) capitolo B842 (Shipping activities).
Le emissioni di inquinanti prodotte dalla draga in attività sono state calcolate mediante la metodologia
CORINAIR (EEA, 2007) capitolo B842 (Shipping activities) basata sui consumi di carburante. Secondo questa
metodologia, le emissioni vengono calcolate moltiplicando le tonnellate di carburante consumate nell’unità di
tempo per il fattore di emissione basato sul consumo. Quest’ultimo dato è fornito dal Lloyds Register
Engineering Services (1995). Il dato sul consumo di carburante della draga che verrà adoperata per le
operazioni di dragaggio è stato invece fornito dalla società che eseguirà l’intervento. I fattori di emissione
per gli ossidi di azoto forniti per questa metodologia sono altamente incerti; per questo motivo il calcolo
dell’emissione di NOx per la draga è stato effettuato utilizzando la metodologia adottata per il calcolo delle
emissioni delle imbarcazioni del porto, utilizzando, pertanto, il fattore di emissione riportati sul Report della
Commissione Europea e considerando la draga nella fase “in porto”.
Tabella 14 – Calcolo delle emissioni inquinanti della draga CSD Vlaanderen XVI.
Consumi
Fattori di Emissione Emissioni
Inquinante
tkm
Emissioni (µg/s)
(tonn carb./h) *
(Kg/tonn carb.)
(Kg/h)
CO
0,334
7,4 **
2,4716
686.555,56
PTS
0,334
1,2 **
0,4008
111.333,33
NOx
0,334
30
51 ***
16.204,33
tkm: Giorni di navigazione della draga nella fase “in porto”
*
Dato fornito da SIDRA S.p.A.
** Fattori di Emissione dal Lloyds Register Engineering Services (1995)
*** Fattore di Emissione da Quantification of emissions from ships associated with ship movements between port
in the European Community (2002)
6.3.5
Sorgenti lineari
La diffusione degli inquinanti emessi dal traffico veicolare sulla viabilità stradale extraurbana è stata simulata
utilizzando il software Caline, che per la creazione del file di input delle sorgenti, richiede il numero dei
veicoli che percorrono, ogni ora, il tratto stradale preso in esame e, per ogni inquinante, i fattori di emissione
dei veicoli, espresso in g/veic*km. Il numero di veicoli circolanti nei tratti della S.S. 16 Adriatica e della S.S.
16 bis presi in esame sono sati ricavati dai dati sui rilievi dei flusso di traffico presenti nella Banca Dati
Territoriale Integrata del SIT della Regione Puglia. I fattori di emissione considerati sono quelli presenti nella
Banca Dati dei fattori di emissione medi, calcolati per il parco circolante italiano, e disponibile on-line sul sito
internet SINA-net dell’ISPRA.
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6.4 Individuazione dei punti da monitorare nelle aree sensibili
A partire dalle fonti emissive sopra citate, sono state effettuate diverse simulazioni di diffusione degli
inquinanti emessi dai motori dei mezzi di cantiere, delle navi circolanti nell’area portuale e dei veicoli
normalmente circolanti nell’intorno dell’area portuale di Molfetta.
Tra le diverse simulazioni effettuate, è stata ipotizzata l’emissione di monossido di carbonio (CO) da parte di
tutte le sorgenti areali e lineari considerate. Grazie a questa simulazione è possibile verificare l’influenza,
sulle aree sensibili, di tutte le sorgenti prese in esame, sia quelle legate al traffico veicolare e alle normali
attività portuali (mercantili e pescherecci) che quelle legate alle attività di cantiere (mezzi di lavoro pesanti e
draga). Mediante il software Analisi grafica è stato elaborato, in questo caso, un merge file che permette di
unire i risultati ottenuti con il software WinDimula, per le fonti areali, a quelli ottenuti con Caline, per le fonti
lineari. Dai risultati di quest’analisi si evince come l’area sensibile nella quale si registra la maggiore
concentrazione di CO, nelle condizioni di un vento da NNO di 2 m/s, è l’area identificata con la sigla R1. In
questa simulazione, infatti, il valore massimo di concentrazione di CO risulta pari a 157 µg/m³.
L’Allegato 3a mostra la rappresentazione grafica della simulazione di diffusione. Le aree di diverso colore
indicano le zone di isoconcentrazione dell’inquinante CO. La tabella completa riportante i dati ottenuti in tutti
i punti del reticolo è riportata nell’Allegato 3b.
Tabella 15 – Valori do concentrazione di CO (µg/m³) nei punti indicati come recettori nella simulazione
della diffusione di CO da tutte le sorgenti considerate.
Coordinate cartesiane
Concentrazione
Sigla recettore
rispetto allo 0 del reticolo
di CO (µg/m³)
R1
(1600; 1350)
62,6
R2
(2400; 1000)
24
R3
(2950; 1150)
34,8
Una seconda simulazione è stata effettuata per valutare la diffusione degli ossidi di azoto (NOx) da parte di
tutte le sorgenti, areali e lineari, considerando le medesime condizioni meteorologiche della precedente
simulazione. Anche in questo caso, a seguito dell’elaborazione del relativo merge file, l’area sensibile
maggiormente esposta agli inquinanti atmosferici, è quella di viale dei Crociati, in prossimità del Santuario
della Madonna dei Martiri, nel punto identificato con la sigla R1. In questo punto, la concentrazione di NOx è
pari a 123 µg/m³ (Tabella 16). Il valore massimo di concentrazione di NOx è 244 µg/m³.
Anche per questo inquinante, l’Allegato 4a mostra graficamente la diffusione dell’inquinante NOx, con le zone
di isoconcentrazione. La tabella con i dati ottenuti in tutti i punti del reticolo è riportata in Allegato 4b.
Tabella 16 – Valori do concentrazione di NOx (µg/m³) nei punti indicati come recettori nella simulazione
della diffusione di NOx da tutte le sorgenti considerate.
Coordinate cartesiane
Concentrazione
Sigla recettore
rispetto allo 0 del reticolo
di NOx (µg/m³)
R1
(1600; 1350)
123
R2
(2400; 1000)
9,78
R3
(2950; 1150)
58,1
Un’altra simulazione effettuata con il software WinDimula ha previsto la diffusione ed il trasporto delle
polveri totali sospese (PTS) emesse a seguito della combustione dei motori a combustione interna dei mezzi
coinvolti nelle diverse aree di cantiere e della draga, operante all’interno del porto. In questo caso, quindi,
sono state considerate esclusivamente le fonti di cantiere. È stata ipotizzata, come nei casi precedenti, la
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situazione di un vento proveniente da NNO di 2 m/s. Sulla base della modellizzazione, tra i possibili recettori
sensibili considerati nella griglia di simulazione, quello esposto alle maggiori concentrazioni risulta essere,
anche il questo caso, il punto R1.
Tabella 17 – Valori do concentrazione di PTS (µg/m³) nei punti indicati come recettori nella simulazione
della diffusione di PTS dalle sorgenti di canitere.
Coordinate cartesiane
Concentrazione
Sigla recettore
rispetto allo 0 del reticolo
di PTS (µg/m³)
R1
(1600; 1350)
7,87
R2
(2400; 1000)
2,92
R3
(2950; 1150)
3,52
Come già evidenziato nello Studio di Impatto Ambientale del PRP, la principale alterazione alla qualità
dell’aria riguarderà, tuttavia, l’aumento della concentrazione del materiale particolato dovuto, più che alle
emissioni dei motori a combustione interna dei mezzi, alle operazioni di costruzione dell’opera, che
determinino un sollevamento di polveri.
Le emissioni di polveri dovranno essere, pertanto, tenute il più possibile sotto controllo applicando opportune
misure di mitigazione. Gli effetti di questo tipo di impatto si possono assumere interessanti esclusivamente
nell’area adiacente al cantiere che, anche sotto questo aspetto, risulta essere quella maggiormente esposta
agli impatti, tra tutte le aree sensibili considerate.
Le misure di mitigazione da adottare dovranno assicurare che, soprattutto in prossimità della zona
residenziale più prossima all’era di cantiere, vengano ridotte le emissioni di polveri connesse alla
movimentazione di terra. A tal fine, potrà effettuarsi:
ƒ la bagnatura delle piste e delle aree non pavimentate di passaggio per i mezzi di cantiere;
ƒ il lavaggio delle ruote dei mezzi meccanici in uscita dalle aree di cantiere;
ƒ la bagnatura e la copertura con teloni del materiale terroso eventualmente trasportato dagli autocarri;
ƒ la pulizia delle strade pubbliche utilizzate in caso di eventuali inconvenienti durante il trasporto;
ƒ la bagnatura dei cumuli di materiale terroso in deposito;
ƒ la formazione di barriere frangivento, anche in funzione fonoassorbente.
Inoltre, si dovrà avere cura di limitare le emissioni in atmosfera dei mezzi meccanici attraverso la costante
manutenzione degli stessi, in modo da minimizzare le emissioni di inquinanti allo scarico (controllo periodico
dei gas di scarico a norma di legge).
Nel corso della fase di realizzazione dell’opera, dovranno comunque essere ottimizzate le percorrenze dei
mezzi nei siti di cantiere e sulla rete viaria esterna, in modo da evitare sensibili incrementi del traffico e
quindi contenere le emissioni in atmosfera di polveri e gas incombusti.
In conclusione, a seguito della modellizzazione, l’area maggiormente esposta agli inquinanti, è quella posta
in prossimità del Santuario della Madonna dei Martiri e delle abitazioni di viale dei Crociati (Figura 7), che
risulta essere, pertanto, la più idonea per la localizzazione della centralina mobile di monitoraggio.
7 Modalità di esecuzione del monitoraggio
Le misure di concentrazione dei parametri atmosferici e la rilevazione dei parametri meteo – climatici
verranno effettuati attraverso l’utilizzo di un’unità mobile di rilevamento (Figura 10), dotata di adeguata
strumentazione per la misurazione in continuo dei parametri chimici e meteorologici, che verrà collocata nel
punto in cui sono stati individuati i recettori sensibili da monitorare.
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La rilevazione degli inquinanti atmosferici verrà svolta, con mezzo mobile, dalla Laser Lab S.r.l., laboratorio
di analisi chimiche e microbiologiche in possesso dei seguenti riconoscimenti:
ƒ Accreditamento ACCREDIA (Sinal) n° 0142 in base alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005;
ƒ Certificazione di Qualità UN EN ISO 9001: 2008 “CERTO” n. 646/C
ƒ Certificazione Ambientale UNI EN ISO 14001:2004 “CERTO” n. AMB 208
ƒ Iscrizione al Registro Regione Abruzzo con N. 13/016/Lab per analisi ai fini dell’Autocontrollo per
Industrie Alimentari
ƒ Riconoscimento del MIUR quale Laboratorio Altamente Qualificato di Ricerca ai sensi dell’ex art. 4 Legge
46/82;
ƒ Riconoscimento del Ministero Politiche Agricole e Forestali al rilascio certificati di analisi aventi carattere
ufficiale nel settore oleico;
ƒ Riconoscimento del Ministero della Sanità quale laboratorio esterno per l’effettuazione delle analisi qualiquantitative sulla produzione di mangimi medicati e prodotti intermedi.
Figura 10 - Unità mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria.
Le successive fasi di validazione, elaborazione e comunicazione dei dati ottenuti verranno svolte da Ecologica S.r.l., società di ingegneria, consulenza e servizi ambientali, in possesso delle seguenti certificazioni:
ƒ Certificazione secondo un sistema di gestione della qualità conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO
9001:2008, campo applicativo “Servizi di progettazione e di consulenza nel settore dell’ambiente e della
sicurezza”, certificato n. CERT-15032-2004-AQ-BRI-SINCERT rilasciato in data 04/11/2004, rinnovato in
data 28/12/2007 da DNV Italia accreditato SINCERT e successivamente aggiornato per la conformità alla
norma del 2008 in data 17/11/2009 e poi rinnovato nuovamente in data 24/9/2010;
ƒ Certificazione secondo un sistema di gestione ambientale conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO
14001:2004, campo applicativo “Servizi di ingegneria integrata: progettazione e consulenza nei settori
dell'ambiente e della sicurezza attraverso le fasi di studio di fattibilità, progettazione, esecuzione e
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controllo/direzione lavori, studi di impatto ambientale”, certificato n. CERT 29537-2008-AE—ITASINCERT, rilasciato in data 13/06/2008 da DNV Italia;
ƒ Registrazione EMAS secondo il Regolamento della Comunità Europea n. 1221/2009 per il campo
applicativo “Servizi di ingegneria integrata: progettazione e consulenza nei settori dell'ambiente e della
sicurezza attraverso le fasi di studio di fattibilità, progettazione, esecuzione e controllo/direzione lavori,
studi di impatto ambientale”, n. IT-001010, deliberata il 24-11-2008 dal Comitato per l’Ecolabel e
l’Ecoaudit.
ƒ Certificazione secondo un sistema di gestione della Responsabilità Sociale conforme ai requisiti della
norma SA 8000:2008, campo applicativo “Servizi di progettazione e di consulenza nel settore
dell’ambiente e della sicurezza”, certificato n. IT09/0145 rilasciato in data 16/03/2009 da SGS Italia
accreditato SAAS e successivamente aggiornato per la conformità alla norma del 2008 in data
01/10/2009.
7.1 Restituzione dei dati del monitoraggio
La gestione dei dati raccolti dalla strumentazione analitica verrà effettuata con software specifici per ogni
parametro indagato. I dati misurati verranno poi forniti come:
ƒ medie delle 24 ore per gli inquinanti SO2, CO, NOx, PM10 e BTEX, e per i parametri meteo – climatici
velocità del vento, temperatura, umidità, radiazione solare, pressione atmosferica;
ƒ medie orarie per gli inquinanti i SO2, CO, NOx, e per i parametri meteo – climatici direzione e velocità
del vento, temperatura, umidità, radiazione solare, pressione atmosferica, precipitazioni.
Al termine di ciascuna campagna che avrà una durata di 7 giorni, Laser Lab S.r.l. redigerà, ai sensi della
normativa vigente un Rapporto di prova riportante:
ƒ descrizione della postazione esaminata;
ƒ durata del monitoraggio;
ƒ metodi di campionamento e di analisi;
ƒ risultati analitici.
Inoltre, al termine del monitoraggio, verrà elaborata da Laser Lab S.r.l. una Relazione tecnica
comprendente:
ƒ i rapporti di prova;
ƒ la descrizione dettagliata dell’indagine effettuata (aree interessate dal monitoraggio, postazioni di
campionamento, parametri monitorati);
ƒ strumentazione utilizzata;
ƒ descrizione di eventuali eventi accidentali;
ƒ commento dei risultati.
I Rapporti di prova settimanali e la Relazione tecnica elaborati da Laser Lab S.r.l. verranno acquisiti da Ecologica S.r.l., che si occuperà di elaborarli e gestirli mediante adeguati strumenti tecnologici ed informatici.
7.2 Comunicazione dei dati ambientali al pubblico e alle autorità di controllo
Al fine di garantire la corretta elaborazione, archiviazione e condivisione dei dati ambientali acquisiti nel
corso del monitoraggio, i dati ottenuti saranno memorizzati e gestiti da un Sistema Informativo Territoriale
su base Web-GIS. Tutti i dati saranno validati ed archiviati con tutte le informazioni necessarie (metadati)
alla completa riconoscibilità del dato e ripetibilità della misura. Ogni dato sarà georeferenziato nel sistema di
riferimento UTM-WGS 84.
Il Sistema Informativo Territoriale sarà realizzato, gestito ed aggiornato da Eco-logia S.r.l., in conformità al
documento “Linee guida per il progetto di monitoraggio ambientale (PMA) delle opere di cui alla legge
obiettivo (legge 21/12/2001 n. 443) Rev. 1 del 4/9/2003”, con particolare riferimento al capitolo 3.1
“Sistema informativo”.
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Le componenti principali del sistema informativo sono:
ƒ piattaforma hardware e software;
ƒ base informativa georeferenziata;
ƒ funzioni dedicate alla gestione, visualizzazione e analisi dei dati della base informativa.
La comunicazione al pubblico e alle Autorità di controllo dei risultati del monitoraggio delle componenti
ambientali in fase ante operam, in corso d’opera e post operam, sarà garantita grazie alla realizzazione di un
sito web di progetto. Il sito web di progetto è già disponibile all’indirizzo provvisorio:
www.benicomuni.eu/nuovoportomolfetta/ (Figura 11), e vi si potrà accedere anche attraverso un link (Figura
12) dal sito web del Comune di Molfetta (www.comune.molfetta.ba.it).
Il sito web del progetto del nuovo porto commerciale di Molfetta si compone delle seguenti sezioni.
Progetto: una sezione relativa alla descrizione dell’opera in progetto, con tre sottosezioni che descrivono, a
loro volta le descrizioni delle opere interne previste, delle opere esterne e delle altre opere da realizzare
(dragaggio dei fondali, banchine, porto turistico, viabilità di accesso al nuovo porto, ecc.)
Monitoraggio ambientale: in questa sezione si potrà consultare una descrizione del Piano di monitoraggio
realizzato per le diverse componenti ambientali (acqua, aria e rumore), delle metodologie utilizzate per la
misura dei parametri di controllo e della strumentazione adoperata.
Risultati: all’interno di questa sezione, liberamente accessibile, sarà possibile consultare i dati ottenuti a
seguito delle attività di monitoraggio. In particolare si potranno visualizzare gli ultimi dati disponibili rilevati
per i diversi parametri misurati, selezionando uno dei punti di monitoraggio ubicati sulla mappa interattiva
(Figura 13).
Area riservata: per l’accesso a questa sezione sarà necessario introdurre una password. La possibilità di
accesso quest’area sarà riservata esclusivamente alle Autorità di Controllo (ARPA Puglia, Regione Puglia e
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare). Accedendo a quest’ultima sezione, le
Autorità Competenti per il monitoraggio della qualità dell’aria, potranno acquisire la seguente
documentazione relativa ai risultati del monitoraggio:
ƒ file di Excel con i metadati aggiornati;
ƒ Rapporti di prova settimanali;
ƒ Relazione tecnica finale.
I dati relativi al monitoraggio della qualità dell’aria che si potranno consultare in queste ultime due sezioni,
saranno pubblicati dopo circa una settimana dalla conclusione di ciascuna campagna, in ragione dei tempi
necessari per la redazione dei rapporti settimanali, la successiva validazione dei risultati, la predisposizione
ed il caricamento di questi ultimi sulla piattaforma web.
Lo schema in Figura 14 riassume le modalità di svolgimento del monitoraggio ambientale del comparto
atmosfera, descrivendo il processo di acquisizione, elaborazione, validazione e comunicazione dei dati
ottenuti a seguito delle misure di concentrazione degli inquinanti atmosferici dalle due centraline fisse e
dall’unità mobile.
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Figura 11 – Home page del sito web di progetto.
Figura 12 – Banner disponibile sul sito web del Comune di Molfetta per l’accesso al sito web del progetto.
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Figura 13 - Sezione del sito-web di progetto in cui sarà possibile consultare i dati ottenuti dal
monitoraggio degli inquinanti atmosferici, selezionando il punto di misura sulla mappa.
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Figura 14 – Schema a blocchi del funzionamento della rete di monitoraggio della qualità dell’aria.
8 Mezzo mobile di rilevamento e strumentazione in dotazione
La centralina mobile di rilevamento sarà dotata di idonea strumentazione, che permetterà, mediante l’utilizzo
dei metodi di riferimento analitici indicati nel D.lgs. 155/2010, la misurazione dei seguenti inquinanti
atmosferici:
ƒ Monossido di carbonio (CO),
ƒ Diossido di zolfo (SO2),
ƒ Ossidi di azoto (NOx),
ƒ Materiale particolato (PM10),
ƒ Benzene, Toluene, Etilbenzene, Xileni (BTEX),
ƒ Ozono (O3),.
Gli analizzatori delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria devono essere conformi alle specifiche
tecniche stabilite della normativa in vigore (in particolare, per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il
particolato, il piombo, il monossido di carbonio e il benzene i metodi di riferimento sono indicati nel D.lgs.
155/2010).
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La strumentazione inserita nell’allestimento ed i metodi di riferimento analitici relativi a ciascun inquinante
sono descritti in Tabella 18.
Allo scopo di poter valutare il trasporto e la diffusione degli inquinanti, l’unità mobile di monitoraggio sarà poi
dotata di una stazione completa per il controllo di parametri meteo-climatici quali direzione del vento,
intensità del vento, temperatura, umidità, pressione atmosferica e precipitazioni.
Tabella 18 - Inquinanti chimici da ricercare per l’analisi della qualità dell’aria, metodi analitici (D.lgs.
155/2010), unità di misura e apparecchiature di analisi in dotazione all’unità mobile.
Parametri da ricercare
Metodi analitici
UDM
Apparecchio utilizzato
Monossido di carbonio
UNI EN 14626:2005 (*)
mg/m³
HORIBA - APMA-370
Biossido di zolfo
UNI EN 14212:2005 (*)
µg/m³
HORIBA - APSA-370
Ossidi di azoto
Calcolo (*)
µg/m³
HORIBA - APNA-370
Materiale Particolato
UNI EN 12341:2001 (PM10)
µg/m³
Skypost PM HV
BTEX
UNI EN 14662:2005 (*)
µg/m³
TCR TECORA – Bravo Plus
Ozono
UNI EN 14625:2005 (*)
µg/m³
HORIBA - APOA-370
I metodi contrassegnati dall’asterisco non sono accreditati da ACCREDIA per i parametri indicati - pareri ed
interpretazioni non sono oggetto di accreditamento.
8.1 Schede tecniche della strumentazione in dotazione all’unità mobile
8.1.1
Analizzatore di CO: HORIBA APMA-370
L’analizzatore APMA-370 è un dispositivo per il monitoraggio in continuo delle concentrazioni di monossido di
carbonio, che utilizza il metodo a flusso modulato incrociato associato all’assorbimento infrarosso non
dispersivo (Figura 15). Tale metodo elimina i laboriosi allineamenti ottici necessari con differenti principi di
misura; infatti grazie a questa consolidata tecnica è stato possibile eliminare i cammini ottici estremamente
lunghi, ottenuti mediante l’impiego di superfici riflettenti di difficile allineamento. L’impiego di questa
tecnologia consente di raggiungere elevata stabilità con fondo scala veramente bassi (5 ppm F.S.).
A differenza dei più usati metodi di misura, che utilizzano i “dischi di correlazione”, Horiba ha espressamente
progettato e brevettato un esclusivo sistema: il campione da analizzare e l’aria di riferimento vengono
iniettati alternativamente nella cella di analisi attraverso una valvola a solenoide controllata dal
microprocessore di gestione dell’analizzatore.
Figura 15 – Schema di funzionamento del sistema infrarosso non dispersivo.
Caratteristiche tecniche
Principio di misura
Gamme di misura
Infrarosso non dispersivo
0-10/20/50/100 ppm; 0-5/10/20/50 ppm (liberamente programmabili)
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Cambio di gamma
Minimo valore misurabile LDL
Ripetibilità
Linearità
Deriva di Zero
Deriva di span
Flusso di gas
Tempo di risposta (T90)
Visualizzazione
Compensazione
Temperatura di funzionamento
Dimensioni
Calibrazione automatica
Funzione di autorange
Programmazione valori
Funzione data logger
Allarmi
Uscite
Alimentazione
Peso
8.1.2
Manuale, automatico, o da remoto
0,02 ppm
± 1,0 % F.S.
± 1,0 % F.S.
< LDL per 24 ore o 0,2 ppm per settimana
< LDL per 24 ore o 1% FS per settimana
1,5 litri al minuto
60 secondi
Display LCD del tipo tattile per impostazioni di lavoro con valore misurato espresso
in ppm (ppb) oppure in mg (µ)/m3
Pressione e temperatura
4-50°C
430 x221 x550 mm
Mediante il calendario interno è possibile pianificare i cicli di autocalibrazione sia di
zero che di span. Al fine di rendere più facili le procedure di taratura è pure
possibile iniziare un ciclo di calibrazione mediante comando via RS-232
Il microprocessore interno gestisce autonomamente il cambio di gamma durante il
normale funzionamento
Mediante semplici comandi è possibile scegliere tra 4 differenti modi di visualizzare
il dato misurato: Valore istantaneo, Valore con media mobile, Valore integrato,
Valore con semplice media
I valori di concentrazione acquisiti possono essere memorizzati in 4 differenti
formati su base temporale, da un minimo di 3 minuti fino al massimo di 3 ore.
Esempio:
ƒ
Valore medio ogni 3 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 30 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 3 ore (100 dati)
ƒ
Valore medio ogni ora (1.000dati)
Basso flusso campione
Mancanza tensione alimentazione
Pressione di ingresso campione
Bassa temperatura catalizzatore
Batteria interna scarica
Errata calibrazione
4-20 mA, 0-1 V, 0-10 V
Interfaccia seriale RS-232C Gesytec/Horiba
230 V 50 Hz, 150 VA
16 Kg circa
Analizzatore di SO2: HORIBA APSA-370
L’analizzatore di Anidride Solforosa (SO2) in dotazione funziona con sensore a Fluorescenza UV (Figura 16).
Il metodo a fluorescenza UV si basa sul principio che quando alcune molecole di SO2 contenute nel campione
vengono eccitate da radiazioni ultraviolette emettono una caratteristica fluorescenza alla lunghezza d’onda
pari a 220-240 nm. La misurazione di tale fluorescenza è direttamente proporzionale alla concentrazione di
SO2 presente nel campione. L’analizzatore APSA-370 utilizza una lampada UV allo xeno e la camera di
reazione è progettata per ridurre al minimo l’influenza della luce riflessa.
Figura 16 – Schema di funzionamento del sensore a Fluorescenza UV.
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Caratteristiche tecniche
Principio di misura
Gamme di misura
Cambio di gamma
Minimo valore misurabile LDL
Ripetibilità
Linearità
Deriva di Zero
Deriva di span
Flusso di gas
Tempo di risposta (T90)
Visualizzazione
Compensazione
Temperatura di funzionamento
Dimensioni
Calibrazione automatica
Funzione di autorange
Programmazione valori
Funzione data logger
Allarmi
Uscite
Alimentazione
Peso
8.1.3
Fluorescenza UV
0-0.05/0.1/0.2/0.5 ppm
Manuale, automatico, o da remoto
0,5 ppb
± 1,0 % F.S.
± 1,0 % F.S.
< LDL per settimana o per 24 ore
< LDL per settimana o per 24 ore
0,7 litri al minuto
180 secondi
Display LCD del tipo tattile per impostazioni di lavoro con valore misurato espresso
in ppm (ppb) oppure in mg (µ)/m3
Pressione e temperatura
0-40°C
19” (430 x221 x550 mm)
Mediante il calendario interno è possibile pianificare i cicli di autocalibrazione sia di
zero che di span. Al fine di rendere più facili le procedure di taratura è pure
possibile iniziare un ciclo di calibrazione mediante comando via RS-232
Il microprocessore interno gestisce autonomamente il cambio di gamma durante il
normale funzionamento
Mediante semplici comandi è possibile scegliere tra 4 differenti modi di visualizzare
il dato misurato: Valore istantaneo, Valore con media mobile, Valore integrato,
Valore con semplice media
I valori di concentrazione acquisiti possono essere memorizzati in 4 differenti
formati su base temporale, da un minimo di 3 minuti fino al massimo di 3 ore.
Esempio:
ƒ
Valore medio ogni 3 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 30 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 3 ore (100 dati)
ƒ
Valore medio ogni ora (1.000dati)
Basso flusso campione
Mancanza tensione alimentazione
Intensità lampada UV
Bassa temperatura catalizzatore HC
Batteria interna scarica
Errata calibrazione
0-1 V, 0-10 V, 4-20 mA,
Interfaccia seriale RS-232C Gesytec/Horiba
230 V 50 Hz, 150 VA
19 Kg circa
Analizzatore di NOX: HORIBA APNA-370
L’analizzatore Horiba APNA-370 utilizza una combinazione di due principi di misura: il “cross flow
modulation” a chemiluminescenza e il calcolo della concentrazione con standard di riferimento (Figura 17).
Questi due principi di misura impiegati simultaneamente rendono possibile l’analisi in continuo di NO, NO2,
NOX sfruttando tutti i vantaggi dell’utilizzo di un solo detector. Questo conferisce una elevata stabilità nella
misura anche a valori notevolmente bassi (F.S. 0,1 ppm). Il detector impiegato è del tipo a semiconduttore.
Tutti i componenti necessari all’analisi sono racchiusi all’interno del rack 19” 5U e precisamente: generatore
di gas di riferimento, generatore di ozono, unità di deumidificazione, decompositore di ozono e pompa di
prelievo.
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Figura 17 – Schema di funzionamento del detector dell’analizzatore di NOX.
Caratteristiche tecniche
Principio di misura
Gamme di misura
Cambio di gamma
Minimo valore misurabile LDL
Ripetibilità
Linearità
Deriva di Zero
Deriva di span
Flusso di gas
Tempo di risposta (T90)
Visualizzazione
Compensazione
Temperatura di funzionamento
Dimensioni
Calibrazione automatica
Funzione di autorange
Programmazione valori
Funzione data logger
Allarmi
Uscite
Alimentazione
Peso
Cross flow modulation e chemiluminescenza CLD
0-0,1/0,2/0,5/1,0 ppm
Manuale, automatico, o da remoto
0,5 ppb
± 1,0 % F.S.
± 1,0 % F.S.
< LDL per settimana o per 24 ore
< LDL per settimana o per 24 ore
0,8 litri al minuto
90 secondi
Display LCD del tipo tattile per impostazioni di lavoro con valore misurato
espresso in ppm (ppb) oppure in mg (µ)/m3
Pressione a temperatura
5-40°C
430 x221 x550 mm
Mediante il calendario interno è possibile pianificare i cicli di autocalibrazione sia
di zero che di span. Al fine di rendere più facili le procedure di taratura è pure
possibile iniziare un ciclo di calibrazione mediante comando via RS-232
Il microprocessore interno gestisce autonomamente il cambio di gamma durante
il normale funzionamento
Mediante semplici comandi è possibile scegliere tra 4 differenti modi di
visualizzare il dato misurato: Valore istantaneo, Valore con media mobile, Valore
integrato, Valore con semplice media
I valori di concentrazione acquisiti possono essere memorizzati in 4 differenti
formati su base temporale, da un minimo di 3 minuti fino al massimo di 3 ore.
Esempio:
ƒ
Valore medio ogni 3 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 30 minuti (1.000 dati)
ƒ
Valore medio ogni 3 ore (100 dati)
ƒ
Valore medio ogni ora (1.000dati)
Basso flusso campione
Mancanza tensione alimentazione
Bassa temperatura convertitore NOX
Batteria interna scarica
Errata calibrazione
0-1 V, 0-10 V, 4-20 mA
Interfaccia seriale RS-232C Gesytec/Horiba
230 V 50 Hz, 150 VA
21 Kg circa
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8.1.4
Misure di PM10: Skypost PM HV
Per il monitoraggio continuo del particolato
atmosferico viene utilizzata la stazione
sequenziale Skypost PM HV (Figura 18), che
utilizza il metodo di campionamento su
membrana filtrante (diametro 47 mm). Il
sistema di sostituzione sequenziale della
membrana filtrante con autonomia di 16 filtri,
unitamente al controllo elettronico del flusso,
consentono il monitoraggio continuo senza
presidio dell’operatore, nonché di sostituire i
filtri
esposti
senza
interrompere
il
campionamento in corso e quindi senza
l'obbligo di eseguire l'intervento in tempi
predeterminati. La stazione di campionamento Figura 18 – Stazione di campionamento Skypost PM HV
Skypost PM HV ha una portata d'esercizio fino a
50 l/min ed è particolarmente adatta per il campionamento delle polveri PM10 secondo la norma EN 12341.
Il percorso rettilineo del tubo di aspirazione e la separazione della zona di permanenza dei filtri da fonti di
calore interne o radianti consentono di raccogliere e mantenere l'integrità dei campioni. Un sistema di
ventilazione e riscaldamento termostatato e differenziato consente di utilizzare lo strumento in condizioni
ambientali estreme, senza comprometterne le componenti elettroniche.
Caratteristiche tecniche
Principali applicazioni
Portata di campionamento
Pompa utilizzata
Alimentazione
Dimensioni
Peso
8.1.5
Particolato totale
PM10, PM2,5, PM1
Metalli pesanti
10 - 50 l/min
Rotativa a palette 6m3/h
220 V 50 Hz
450 x 510 x 610 mm
42 Kg
Analizzatore BTEX: TCR TECORA – Bravo Plus
Il monitoraggio di benzene, toluene, etilbenzene e xileni viene
realizzato mediante strumentazione automatica, l’analizzatore
BTEX Bravo Plus (Figura 19) che effettua il campionamento
dell’aria con frequenza oraria e successiva analisi
gascromatografica. La misura del volume e della temperatura
al contatore durante il campionamento avvengono
elettronicamente. Al termine del prelievo lo strumento effettua
la normalizzazione dei volumi e fornisce un report dettagliato
della misura.
Attraverso un display a matrice è possibile visualizzare tutti i
riepiloghi delle misure effettuate in un qualsiasi momento.
Attraverso un'interfaccia RS232 è possibile scaricare su PC
l'intero contenuto della memoria (oltre 60 campionamenti).
Figura 19 – Analizzatore BTEX Bravo Plus
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COMUNE DI MOLFETTA
Piano Regolatore Portuale e nuovo porto commerciale di Molfetta
Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
Installando l'interfaccia sequenziale è possibile pilotare le rampe Tecora ad elettrovalvole per il prelievo di
polveri e gas fino a 24 campioni.
Caratteristiche tecniche
Campo di impiego
Portata a bocca libera
Pompa utilizzata
Contatore volumetrico
Alimentazione
Dimensioni
Peso
8.1.6
Bravo Plus M
0.15 - 35 l/min
40 l/min
A membrana
3 m3/h
220 V 50 Hz
280 x 320 x 305 mm
11 Kg
Bravo Plus H
1 - 60 l/min
100 l/min
Rotativa a palette
6 m3/h
14 Kg
Analizzatore di O3: HORIBA APOA-370
L’analizzatore di ozono sfrutta l’assorbimento di questo gas nell’ultravioletto a 254 nm e ne calcola la
concentrazione mediante la legge di Lambert-Beer.
La misura è ottenuta tramite continue ed alternate iniezioni di gas di riferimento e di gas da analizzare nella
cella di analisi mediante una valvola a solenoide di lunga durata. Tale metodo viene chiamato “cross flow
modulation”. Il sistema di purificazione dell’aria di riferimento è immune alle interferenze dell’umidità.
Figura 20 - Schema di funzionamento dell’analizzatore di ozono
Caratteristiche tecniche
Principio di misura
Gamme di misura
Cambio di gamma
Minimo valore misurabile LDL
Ripetibilità
Linearità
Deriva di Zero
Deriva di span
Flusso di gas
Tempo di risposta (T90)
Visualizzazione
Compensazione
Temperatura di funzionamento
Dimensioni
Calibrazione automatica
Funzione di autorange
Programmazione valori
Assorbimento ultravioletto NDUV
0-0,1/0,2/0,5/1,0 ppm
Manuale, automatico, o da remoto
0,5 ppb
± 1,0 % F.S.
± 1,0 % F.S.
< LDL per settimana o per 24 ore
< LDL per settimana o per 24 ore
0,7 litri al minuto
75 secondi
Display LCD del tipo tattile per impostazioni di lavoro con valore misurato
espresso in ppm (ppb) oppure in mg (µ)/m3
Pressione e temperatura
5-40°C
19” (430 x221 x550 mm)
Mediante il calendario interno è possibile pianificare i cicli di autocalibrazione sia
di zero che di span. Al fine di rendere più facili le procedure di taratura è pure
possibile iniziare un ciclo di calibrazione mediante comando via RS-232
Il microprocessore interno gestisce autonomamente il cambio di gamma durante
il normale funzionamento
Mediante semplici comandi è possibile scegliere tra 4 differenti modi di
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COMUNE DI MOLFETTA
Piano Regolatore Portuale e nuovo porto commerciale di Molfetta
Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
Funzione data logger
Allarmi
Uscite
Alimentazione
Peso
visualizzare il dato misurato: Valore istantaneo, Valore con media mobile, Valore
integrato, Valore con semplice media
I valori di concentrazione acquisiti possono essere memorizzati in 4 differenti
formati su base temporale, da un minimo di 3 minuti fino al massimo di 3 ore.
Esempio:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Valore
Valore
Valore
Valore
medio
medio
medio
medio
ogni
ogni
ogni
ogni
3 minuti (1.000 dati)
30 minuti (1.000 dati)
3 ore (100 dati)
ora (1.000dati)
Basso flusso campione
Mancanza tensione alimentazione
Pressione di ingresso campione
Intensità della lampada UV
Bassa temperatura de-ozonizzatore
Batteria interna scarica
Errata calibrazione
0-1 V, 0-10 V, 4-20 mA
Interfaccia seriale RS-232C Gesytec/Horiba
230 V 50 Hz, 150 VA
20 Kg circa
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Piano Regolatore Portuale e nuovo porto commerciale di Molfetta
Piano di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico
Bibliografia
Autoritratto ACI 2006 – Automobile Club d’Italia, 2006.
European Commission – 2002 - Quantification of emissions from ships associated with ship movements
between port in the European Community (ENV.C.1/ETU/2001/0090), Final Report, luglio 2002
EMEP/CORINAIR Emission Inventory Guidebook – 2007 - Technical report No 16/2007, European
Environmental Agency.
Cirillo M., Cagnetti P. – 1982 – DIMULA (modello Diffusione MULtisorgente Atomsferica): un codice
multisoregnte per il calcolo della concentrazione in aria, al livello del suolo, degli inquinanti atmosferici,
RTI/STUDI - VALSAMB, Vol. 8, pp. 1-31.
Lloyds Register Engineering Services – 1995 – Marine Exhaust Emissions Research Programme, Lloyds
Register Engineering Services, London UK.
Pasquill, F. – 1961 – The estimation of the dispersion of windborne material, The Meteorological Magazine,
Vol. 90, No. 1063, pp. 33-49.
Rosa M., Pistollato S., Zemello C. – 2007 – Le emissioni da attività portuale, realizzato a cura di A.R.P.A.V.
Tornese L., De Risi A., Laforgia D. – 2008 – Atlante eolico della Regione Puglia, CREA – Università del
Salento.
Trozzi C., Vaccaro R. – 1998 – TECHNE Report MEET RF98, Methodologies for Estimating air pollutant
emission from ships, Agosto 1998.
Fattori di emissione da mezzi off-road (AQMD – Air Quality Management District):
http://www.aqmd.gov/ceqa/handbook/offroad/offroad.html
Banca dati dei fattori di emissione medi per il parco circolante in Italia (SINA-net – Sistema Informativo
Nazionale Ambientale):
http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sinanet/fetransp
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