La teoria dell`involuzione: dal Grande Cervello al Grande Fratello

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La teoria dell`involuzione: dal Grande Cervello al Grande Fratello
La teoria dell'involuzione: dal Grande Cervello al Grande Fratello
Il pubblico ha un'insaziabile curiosità di conoscere ogni cosa,
tranne ciò che merita di essere conosciuto (Oscar Wilde)
"Chi incontrò Mosè sul monte Sinai?"... "Saronni...", pare abbia
risposto un concorrente ad un quiz, nel corso di una trasmissione
televisiva, confondendo, ahimè, Mosè con Moser e pensando ai
duelli del giro d'Italia tra il campione trentino e il suo eterno rivale
piemontese anziché alla consegna delle Tavole della Legge.
Non c'è da meravigliarsi: il livello di conoscenza della gente è
anche peggiore, e nessuno se ne preoccupa, anzi, sembra proprio
che la crescente ignoranza faccia comodo a molti; certamente ai
venditori di chincaglieria nei mercati dalla merce scadente a
prezzi pretensiosi. Chi "comprerebbe" mai un Grande Fratello, 1
premiato nel 2001 come programma culturale dell'anno? 2 Un
programma "illustre" che nella quarta edizione annoverò, ad
esempio, fra i cólti protagonisti, una pretendente che alla
domanda: "Quali sono i sette vizi capitali?" dottamente rispose
enumerandone sei: "Gola, olfatto, vista, udito, tatto e sesso"? 3
Chi mai lo comprerebbe se la gente si evolvesse?
Penso che se Darwin potesse resuscitare, invertirebbe il verso della sua teoria evoluzionistica ridisegnando,
almeno per l'uomo, le modalità di deriva genetica in funzione del prevalere degli alleli 4 peggiori a scapito dei
migliori, sicché sarebbe da rinominare involuzionismo la sua concezione! Organo penalizzato: il cervello umano,
somma espressione del miracolo naturale, che l'involuzione va irrimediabilmente compromettendo. Per i vari
stadi della regressione sembra proprio di attraversare l'era del "Piccolo Cervello".
I prodotti che la moltitudine consuma sono la prova inconfutabile della narcosi collettiva, del sonno
dell'intelligenza, del vuoto del sapere. Gregge di un pastore disamorato dei capi di bestiame e solo occupato a
sfruttarne la redditività, la pecoraggine umana bela la sua miserevole sorte, per di più con la presunzione di
possedere un cervello da uomo.
Non c'è ambito in cui l'ignoranza non si aggiri, tronfia del suo abito da festa, magari imbellettata di prosopopea,
esibendo profumi penetranti che vorrebbero coprire il puzzo del disordine. Allora senti perfino chiarissimi
cattedratici, pregiati "artisti", giornalisti rinomati, decantati scrittori, intrattenitori di rango, balbettare saperi
stereotipati o grossolane forme di asineria, al cospetto di una scolaresca perfettamente all'altezza, tanto che se i
ruoli dovessero invertirsi, nessuno si accorgerebbe dello scambio. Peculiarità del "regno" dell'ignoranza,
sopravvissuto al prevalere delle forme di potere democratico.
Perfino nel condizionare le tendenze politiche l'ignoranza spadroneggia, a scapito di una sana ideologia della
"statalità", attraverso una sorta di strategia che decreta il successo di movimenti demagogici che esaltano
illusoriamente le qualità e le capacità delle classi popolari, come sostiene il Professore di linguistica Robin Lakoff:
1
"Il titolo s'ispira all'opera di George Orwell, 1984. Il romanzo narra di un Grande Fratello, capo dello stato totalitario di
Oceania, che attraverso le telecamere sorveglia costantemente e reprime il libero arbitrio dei suoi cittadini. Lo slogan del libro
"Il Grande Fratello vi guarda" si attaglia al meccanismo del programma televisivo, nel quale gli autori della trasmissione
hanno il controllo della situazione nella Casa" (Wikipedia).
2
http://it.wikipedia.org/wiki/Telegatti_2001.
3
Per qualche lettore che non dovesse ricordare quanto appreso dalla catechesi, i sette vizi capitali sono: superbia, avarizia,
lussuria, ira, gola, invidia, accidia.
4
In biologia, una delle forme alternative che un gene può assumere nel medesimo sito (locus) cromosomico; spesso l’effetto
di uno dei due alleli (detto dominante) è prevalente ai fini dell’espressione del carattere, rispetto a quello dell’altro allele (detto
recessivo).
"L'attrattiva dei populisti scaturisce da un affastellarsi di ignoranze: ignoranza della Costituzione, ignoranza dei
benefici che nascono dall'unirsi in sindacato, ignoranza della scienza nel mondo moderno, ignoranza della
propria ignoranza" (Huffington Post, 30 marzo 2011) 5.
L'era dell'ignoranza è in fondo anche, o per presupposto, l'era dell'illusione. È l'abbaglio che induce i gusti, le
scelte, i comportamenti, le opinioni, attraverso la spettacolarizzazione dell'esistenza. La quale toglie l'assaporare,
il sentire, l'ascoltare, per la preminenza assoluta del vedere, il senso per eccellenza dell'apparire, dimensione in
cui langue il vero alimento dell'essere, che è la conoscenza. L'uomo è ridotto a spettatore passivo, a puro,
marginale assistente, eco-imitatore, moltiplicatore di tutto ciò che può "ammirare". Ricordo la spinta a ripetere
generata dalla malia dell'aver visto con partecipazione: non c'era volta che, avendo assistito a qualche
programma televisivo coinvolgente, io e mio fratello non fossimo poi indotti a riaccenderne i momenti salienti
attraverso il gioco, in atti quasi compulsivi che li mimavano o li parodiavano. Eppure non eravamo più bambini
fra il Sessanta e il Sessantatré, avendo io fra i quindici e i diciotto anni e mio fratello fra i tredici e i sedici.
Il fatto è che, in modo purtroppo inconsapevole, davanti allo spettacolo l'età è in subordine: entrano in gioco i
sedimenti nascosti, l'acqua della fascinazione scende a permeare gli spugnosi ricettacoli della mente, se ne
impadronisce, li gestisce, li orienta. Come riemergendo da una trance, quasi per suggestione post-ipnotica, i
comportamenti ricalcano l'esperienza allucinata.
Così, oggi, i più hanno idee che non sono idee, ascoltano musica che non è musica, leggono libri che non sono
libri, consumano articoli creati ad arte per la loro condizione di storditi. E vegetano, nella più "beata" ignoranza.
Amato Maria Bernabei
5
L'Huffington Post, o HuffPo, è un blog statunitense, aggregatore di notizie, fondato nel 2005 da Arianna Huffington e
divenuto in breve tempo uno dei più frequentati del mondo.