Un bene prezioso
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Un bene prezioso
EATBPE NR CAD RC GU NE AG CI AG CI SL NE PO IT OP GY VE CI SW AOER DE TRPRE ZIOSO UNGM AG AG ZN GF SL AO YF UOTC FR A C O Q KSJQ LP FCABWI BA VICLWBE HU PE OI PR TW P TE R A XS VI CL XPEC TB P SX VT AE RDXMFMCDABWI VA VICL ISMP BU MZ NF NV AHBG BE NE TE RDCQ R EAVANF VI MD VANF I FC ABWI ABWI XM MD UN BENE PREZIOSO Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Partendo dall’incipit di Salvadore Aquilino e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: I.C. “G. Verga” di Comiso (RG) - classi I/II/IIIB - I/II/IIIC - I/II/IIIE - I/IIG I.C. “Forno Canavese” di Forno Canavese (TO) - classe IIC I.C. “Luigi Guercio” di Santa Maria di Castellabate (SA) - classi I/IIB Scuola Sec. di Primo Grado “Vittoria Colonna” di Vittoria (RG) – classi IIA/IIIE/F Scuola Sec. di Primo Grado “Alberto Pirro“ di Salerno - classi IIIE/H I.C. “Padre Pio Da Pietrelcina” di Ispica (RG) – classe IIA I.C. “S. Domenico Savio” di Sicignano degli Alburni (SA) – classe IIIC Scuola Sec. di Primo Grado “Bonito - Cosenza” di Castellamare di Stabia (NA) - classi IA/B/C/E/I IIC/D/E/F/I/L/M Istituzione Scolastica “Abbe' J.M. Treves” di Saint Vincent (AO) – classi IIA/B I.C. "E. Stanislao Verlus” di Oleggio (NO) - classi I/IIB Editing a cura di: Arianna Botta Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali Ente Formatore per docenti accreditato MIUR Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani Staffetta Bimed/Exposcuola 2013 La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti “La Scrittura Strumento indispensabile di evoluzione e civiltà” II livello. Il Percorso di Formazione è promosso dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il Personale Scolastico Ufficio VI e si organizza in interazione con l’Istituto Comprensivo “A. De Caro” di Lancusi/Fisciano (SA) Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Monitoraggio dell’azione e delle attività formative collegate Maurizio Ugo Parascandolo Responsabili di Area per le comunicazioni, il coordinamento didattico, l’organizzazione degli Stages, le procedure e l’interazione con le scuole, le istituzioni e i fruitori del Percorso di Formazione collegato alla Staffetta 2013 Linda Garofano Marisa Coraggio Andrea Iovino Area Nord Area Centro Area Sud Segreteria di Redazione e Responsabile delle procedure Giovanna Tufano Staff di Direzione e gestione delle procedure Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di copertina: Valentina Caffaro Rore, Elisa Costanza Giuseppina Camurati, Iulia Dimboiu, Giulia Maschio, Giulio Mosca, Raffaella Petrucci, Dajana Stano, Angelica Vanni - Studenti del Corso di Grafica dell’Istituto Europeo di Design di Torino, Docente Sandra Raffini Impaginazione Bimed Edizioni Relazioni Istituzionali Nicoletta Antoniello Piattaforma BIMEDESCRIBA Gennaro Coppola Amministrazione Rosanna Crupi Responsabile per l’impianto editoriale Arianna Botta I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2013 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dai Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2013 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Cetara, Pinerolo, Moncalieri, Susa, SaintVincent, Castellamonte, Torre Pellice, Castelletto Monferrato, Forno Canavese, Rivara, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese. Si ringrazia, inoltre, il Consorzio di Solidarierà Sociale “Oscar Romero” di Reggio Emilia, Casa Angelo Custode di Alessandria, Società Istituto Valdisavoia s.r.l. di Catania, Associazione Culturale “Il Contastorie” di Alessandria, Fondazione Banca del Monte di Rovigo. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2013 dai Comuni di Bellosguardo, Moncalieri, Ivrea, Salerno, Pinerolo, Saint Vincent, Procida e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2013 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2013 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo Prot. SCA/GN/0776-8 del 24/09/2012. Partner Tecnico Staffetta 2013 Si ringraziano per l’impagabile apporto fornito alla Staffetta 2013: i Partner tecnici UNISA – Salerno, Dip. di Informatica; Istituto Europeo di Design - Torino; Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly Company; ADD e EDT Edizioni - Torino; il partner Must Certipass, Ente Internazionale Erogatore delle Certificazioni Informatiche EIPASS By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2013 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2012/2013 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. PRESENTAZIONE dedicato alle maestre e ai maestri … ai professori e alle professoresse, insomma, a quell’esercito di oltre mille uomini e donne che anno dopo anno ci affiancano in questo esercizio straordinario che è la Staffetta, per il sottoscritto, un miracolo che annualmente si ripete. In un tempo in cui non si ha la consapevolezza necessaria a comprendere che dietro un qualunque prodotto vi è il fare dell’essere che è, poi, connotativo della qualità di un’esistenza, la Staffetta è una esemplarità su cui riflettere. Forse, la linea di demarcazione che divide i nativi digitali dalle generazioni precedenti non è nel fatto che da una parte vi sono quelli capaci di sentire la rete come un’opportunità e dall’altra quelli che no. Forse, la differenza è nel fatto che il contesto digitale che sempre di più attraversa i nostri giovani porta gli individui, tutti, a ottenere delle risposte senza la necessità di porsi delle domande. Così, però, è tutto scontato, basta uno schermo a risolvere i nostri bisogni… Nel contempo, riflettere sul senso della nostra esistenza è sempre meno un bisogno e il soddisfacimento dei bisogni ci appare come il senso. Non è così, per l’uomo, l’essere, non può essere così. Ritengo l’innovazione una delle più rilevanti chiavi per il futuro e, ovviamente, non sono contrario alle LIM, a internet e ai contesti digitali in generale, sono per me un motore straordinario e funzionale anche per la relazione tra conoscenza e nuove generazioni, ma la conoscenza è altro, non è mai e in nessun caso l’arrivo, l’appagamento del bisogno… La conoscenza è nella capacità di guardare l’orizzonte con la curiosità, il piacere e la voglia di conquistarlo, questo è! Con la staffetta il corpo docente di questo Paese prova a rideterminare una relazione con l’orizzonte, con quel divenire che accomuna e unisce gli uomini e le donne in un afflato di cui è parte integrante il compagno di banco ma, pure, il coetaneo che a mille chilometri di distanza accoglie la tua storia, la fa sua e continua il racconto della vita insieme a te… In una visione di globalizzazione positiva. Tutto questo ci emoziona anche perché è in questo modo che al bisogno proprio (l’egoismo patologico del nostro tempo), si sostituisce il sogno di una comunità che attraverso la scrittura, insieme, evolve, cresce, si migliora. E se è vero come è vero che appartiene alla nostra natura l’essere parte di una comunità, la grande scommessa su cui ci stiamo impegnando è proprio nel rideterminare con la Staffetta una proficua interazione formativa tra l’innovazione e la cultura tipica dei tanti che nell’insegnare hanno trovato… il senso. Dedico questo breve scritto ai docenti ma vorrei che fossero i genitori e gli studenti, gli amministratori e le imprese, la comunità e l’attorno, a prendere consapevolezza del fatto che è proprio ri/partendo dalla Scuola che potremo determinare l’evoluzione e la qualificazione del nostro tempo e dello spazio in cui viviamo. Diamoci una mano, entriamo nello spirito della Staffetta, non dividiamo più i primi dagli ultimi, i sud dai nord, i potenti dai non abbienti… La Staffetta è, si, un esercizio di scrittura che attraversando l’intero impianto curriculare qualifica il contesto formativo interno alla Scuola e, pure, l’insieme che dall’esterno ha relazione organica e continuativa con il fare Scuola, ma la Staffetta è, innanzitutto, un nuovo modo di esprimersi che enuclea nella possibilità di rendere protagonisti quanti sono in grado di esaltare il proprio se nel confronto, nel rispetto e nella comunanza con l’altro. Andrea Iovino L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana. Quando Bimed ci ha proposto di operare in partnership in questa importante avventura non ho potuto far a meno di pensare a quale straordinaria opportunità avessimo per sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti ancora sconosciuto, tema di “innovazione e cultura digitale”. Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia, di Rete e di 2.0, ma cosa sono in realtà e quali sono le opportunità, i vantaggi e anche i pericoli che dal loro utilizzo possono derivare? La Società sta cambiando e la Scuola non può restare ferma di fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie ha portato anche nella didattica: cambia il metodo di apprendimento e quello di insegnamento non è che una conseguenza naturale e necessaria per preparare gli “adulti di domani”. Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo svi- luppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che viviamo quotidianamente. L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo. Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la re- lazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality, Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society II- Springer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione… I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica, i giovani a inventarsi un pezzo di una storia che poi vivono e condividono grazie al web con tanti altri studenti che altrimenti, molto probabilmente, non avrebbero mai incontrato e, dulcis in fundo, le pubblicazioni… Il libro che avrete tra le mani quando leggerete questo scritto è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT SALVADORE AQUILINO Cleanwater Nell’anno 2049, nell’Italia impoverita dalla crisi economica persistente e squassata dai disastri naturali, non era inconsueto scorgere piccoli vagabondi aggirarsi nei dintorni dei ristoranti e delle mense pubbliche, alla costante ricerca di cibo. In quell’estate torrida, Cate, Matt e BigTonio si erano allontanati a precipizio dal centro abitato dopo essere stati sorpresi a rubare alcuni frutti. Cate e Matt erano amici tredicenni di vecchia data. Lei aveva i capelli chiari, quasi bianchi, a caschetto, e gli occhi azzurri; lui capelli neri lunghi sulle spalle e occhi verdi; entrambi estroversi, magri e atletici, capaci di cavarsela in ogni situazione. BigTonio aveva dieci anni, ma era più alto e più grosso di loro. Sei mesi prima si era messo a seguirli ostinato e sordo a ogni minaccia. Alla fine si erano arresi e l’avevano “adottato”. Era sempre affamato, forte come un toro ma lento a capire. Corsero a perdifiato per i campi e si fermarono solo quando raggiunsero un boschetto di betulle. Non volevano finire negli istituti di rieducazione, dove rinchiudevano i ladruncoli catturati. BigTonio ansimava da fare pietà. 14 Tuttavia, non aveva mai smesso di divorare le prugne che gli riempivano le tasche del giubbotto mimetico che non si toglieva mai. «C’è mancato poco» mormorò Cate sedendosi sull’erba rinsecchita, la schiena appoggiata a un tronco. «A noi nessuno ci prende» disse Matt con un sorriso di sfida. Se ne rimasero lì in silenzio, a smaltire l’adrenalina. Si sentirono solo i rumori animaleschi della masticazione di BigTonio. Poi… Il primo ad allertarsi fu Matt. Anche Cate balzò in piedi, in allarme. BigTonio emise un sospiro rauco: non ce la faceva a correre ancora! Matt fece segno di seguirlo in silenzio. Guardinghi, raggiunsero la riva del fiume che scorreva ad appena trenta passi, del quale non si erano nemmeno accorti. Ciò che videro li impressionò a tal punto che temettero di non riuscire più a muoversi, impietriti. C’era una… ragazza (ma era umana?). Con la pelle blu. Indossava una tunica corta traslucida, tessuta con ali di libellula. Tentava di sfuggire a tre bestioni che somigliavano ad armadi con soprabiti di pelle arricchiti da borchie e inserti metallici. Anche i volti erano celati da maschere di pelle e metallo che li faceva somigliare a rospi o a piragna. «Aiuto…» fece in tempo a gemere lei, prima che uno dei mostri la sollevasse alta e la scaraventasse poi a terra, dove rimase immobile. Riavutosi dalla sorpresa, Matt armò la fionda e tirò 15 uno dei bulloni che teneva in tasca. Subito dopo, Cate lo imitò. BigTonio ruggì e partì all’attacco a testa bassa, colpendo uno dei tre armadi e sbattendolo a terra. L’attacco imprevisto e violento disorientò i nemici. Arretrarono per portarsi fuori tiro dalle micidiali fionde che non mancavano mai il bersaglio. Cate ne approfittò per soccorrere la sconosciuta. BigTonio si mise a lanciare sassi grossi come peperoni e sotto la gragnola di colpi i tre aggressori si ritirarono, scomparendo lontano. «Chi sei?» domandò Cate alla ragazza blu che riaprì gli occhi, bianchi come la schiuma del mare. «Ondina» rispose lei con un filo di voce. «E i tre rospacci?» domandò Matt. «Arsenico, Piombo e Mercurio. Vogliono fermarmi. Le acque avvelenate sono impazzite. Siccità e diluvi, maremoti e inondazioni, grandinate e nevicate interminabili… «Voi umani rischiate di scomparire». «Perché vogliono fermarti?» «L’unico che può salvare il mondo è il saggio Cleanwater. Io voglio trovarlo». BigTonio sputò l’ultimo nocciolo dell’ultima prugna. «Magari ci offre la cena» disse con un sorriso speranzoso. 16 CAPITOLO PRIMO Verso il nord Cate borbottando rispose: «Sei sempre il solito ingordo! Piuttosto, andiamo a cercare un riparo, sembra che stia per piovere!» Fecero appena in tempo ad accamparsi sotto un albero di mele prima che scoppiasse, un potente temporale. Ovviamente non era un normale temporale, erano piogge acide. I ragazzi terrorizzati guardavano le gocce che, come lance, ferivano il terreno. «Non può piovere per sempre!» li rassicurò Ondina e creò una barriera per proteggerli. Sembrava una bolla di sapone, dall’interno della quale i ragazzi esterrefatti si accorsero che persino gli alberi più possenti erano colpiti da quella pioggia distruttiva. Le ombre dei loro lunghi fusti, illuminati dai fulmini, sembravano sbarre di una gabbia. Intorno, mucchi di strani rifiuti, sparsi lungo le rive del fiume che portava in città, erano lambiti e inglobati dallo scorrere delle acque. All’interno di quella strana bolla, tirato un sospiro di sollievo, la dolce Cate si avvicinò a Ondina per cercare di conoscerla meglio: «Da dove vieni? Non sei di queste parti, vero? Raccontaci un po’ di te!» 18 Verso il nord Ondina, rassicurata dalla presenza amichevole dei tre ragazzi, rispose: «Io vengo dall’Antartide, dove vi è un regno sommerso da acque glaciali pure. Lì enormi magazzini custodiscono lastroni di ghiaccio come fossero lingotti d’oro il cui valore è inestimabile. La nostra preoccupazione è che il surriscaldamento globale e l’inquinamento possano contaminare il nostro grande tesoro. Mio padre era il re di quel mondo e negli ultimi tempi della sua esistenza aveva intuito che qualcosa nelle acque stava cambiando, temeva addirittura che il pericolo potesse compromettere la vita dell’intero pianeta. Per questo motivo mi affidò un’importante missione: cercare Cleanwater e chiedergli aiuto. Non so molto di lui ma so come trovarlo». Dicendo queste parole il viso di Ondina acquistò sicurezza e determinazione. «Ora capisco perché hai tanto bisogno di lui!» riprese Cate. «Non sentite anche voi un certo languorino?» chiese innocentemente BigTonio. Raccolse una mela e, da vero cavaliere, affascinato da quell’incantevole creatura, gliela offrì. «Grazie, ma non posso accettarla. Noi mangiamo solo alghe e molluschi. Appartengo a una rara specie di pesci, infatti, posso vivere sia in acqua sia in terra; posso parlare, piangere e fare tante altre cose che Capitolo primo 19 fanno gli umani e che qualsiasi altro pesce non ha la possibilità di fare. L’unica condizione per la mia sopravvivenza è di entrare a contatto con l’acqua almeno una volta al giorno» rispose Ondina. BigTonio nel frattempo aveva già divorato quella mela. Gli altri, seguendo il suo esempio, ne raccolsero qualcun’altra e, dopo quella magra cena, si addormentarono sfiniti. Nel bel mezzo della notte Cate, in seguito a un incubo terribile, si svegliò. Aveva rivissuto i terribili momenti che avevano stravolto la vita di tutti loro. L’Italia era stata messa in ginocchio per un mese da “STOP ITALY”, cioè il blocco di ogni attività elettrica. Allo scoccare della mezzanotte tutti i sistemi di allarme erano impazziti. Il rumore era assordante e le persone correvano a destra e a sinistra cercando di capire cosa stesse succedendo. Erano completamente al buio. Non restavano che la PAURA e le domande senza risposta. Cate, ancora in preda all’ansia, si rese conto che non era un incubo, ma la realtà e si chiese cos’altro li attendesse là fuori. La mattina seguente si svegliarono per il gran freddo notando però con piacere che la barriera era ancora intatta e che finalmente il temporale era finito. Allora Matt, ripensando a quanto era accaduto il giorno prima, chiese a Ondina: «Perché ieri hai detto 20 Verso il nord che noi umani rischiamo di scomparire? Vuol dire che i tuoi nemici sono anche i nostri?» «Si! E tra i nostri nemici ci sono anche i tre rospacci, signori delle acque avvelenate, che vogliono condurmi dal loro capo, Eclantewar, il gemello malvagio di Cleanwater». «Oooh» esclamarono increduli. Cate, rivolta a Ondina: «Dicci dove trovarlo! Sarà la salvezza nostra e di tutto il pianeta!» Ondina rispose: «Dobbiamo seguire il nord, là dove iniziano le terre fredde». «Le terre fredde?» chiesero in coro. «Si tratta di una distesa luminosa ed incontaminata, abitata da creature felici che non conoscono miseria né inquinamento. Lì vive Cleanwater!» «Allora ci serve subito una bussola!» esclamò Matt. «Come faremo a procurarcela?» aggiunse Cate preoccupata. Matt subito la rassicurò: «Non preoccuparti, mio nonno mi ha insegnato a costruirla con tre semplici oggetti. Mi serve del sughero, un ago e un magnete». Cate offrì subito la sua spilla: «Ecco, possiamo ricavarne un ago!» «Ottima idea!» aggiunse Matt mentre scuciva dal suo zaino un bottoncino magnetico. Poi indicando un albero esclamò: «Dal tronco Capitolo primo 21 di quell’ albero possiamo ricavare del sughero! BigTonio, staccane un pezzo!» I ragazzi e Ondina si misero all’opera, sfregarono la calamita con la spilla e la infilzarono nel sughero dopodiché la adagiarono in una pozza d’acqua piovana; la direzione che avrebbe indicato sarebbe stata il Nord. A quel punto la prima cosa da fare era allontanarsi da quel posto per evitare nuovamente di essere sorpresi da un attacco nemico. Non fecero neanche in tempo a mettere lo zaino sulle spalle che già si ritrovarono l’acqua fin sopra le ginocchia, il fiume stava straripando… Matt, senza neanche consultarsi con i suoi amici, afferrò un tronco cavo e gridò: «Presto! Salite su questo tronco! È la nostra unica salvezza!» Senza indugio gli amici obbedirono. Spinsero il tronco nel fiume e si lasciarono portare dalla corrente, le cui acque inizialmente sembravano innocue. Dopo poche decine di metri, si accorsero che stavano dirigendosi verso un pericolosissimo dirupo. Allora Cate suggerì: «Aggrappiamoci in fretta a quel vecchio albero! Lui non ci tradirà; le sue radici sono così profonde che la corrente non potrà trascinarlo!» Rapidamente i ragazzi e Ondina si aggrapparono a un grosso ramo e quella fu la loro salvezza. 22 Verso il nord BigTonio, bianco come il latte, per la prima volta, capì la gravità della situazione e disse: «Non riusciremo a scamparla per sempre! Dobbiamo trovare al più presto Cleanwater». Capitolo primo 23 CAPITOLO SECONDO Come può uno scoglio arginare il mare? Una volta attaccatisi al ramo, pensavano di averla scampata quando, a un certo punto, sentirono un crack e, subito dopo, uno splash. Fu così che si trovarono in groppa al ramo che si era appena rotto e li trascinava in balia delle cascate. Appena in tempo, Ondina riuscì a creare una bolla che li facesse volare a qualche metro dal suolo. Spingendosi in salvo dallo strapiombo delle rapide, i quattro planarono dolcemente fino in pianura, dove videro rovine di città disabitate. La speculazione edilizia aveva portato gli imprenditori a costruire palazzi ovunque. Non importava se si dovevano deviare fiumi, bucare montagne e togliere spazio al verde. L’unica cosa importante era costruire più case possibili. L’acqua, poi, era sormontata da sacchetti di spazzatura, perché la crisi economica aveva tolto i fondi per la raccolta differenziata dei rifiuti e, vista la puzza che arrivava dagli inceneritori e le malattie che provocavano, le persone più ricche erano fuggite verso l’unico posto non ancora rovinato dall’uomo: lo spazio. La maggioranza, che non poteva permettersi un volo in navicella, era rimasta lì e viveva nella povertà più asso- 24 Come può uno scoglio arginare il mare? luta, circondata dai suoi stessi rifiuti. Dopo un bivio segnato da puzze indescrivibili, i nostri eroi intravidero un’enorme distesa nera che si apriva davanti ai loro occhi: sembrava che un calamaio gigante si fosse rovesciato. BigTonio, Matt e Cate non capirono subito cosa si trovassero davanti e, per questo, chiesero a Ondina: «Cos’è questo enorme immondezzaio?» Ondina rispose loro: «È il mare. Anzi, era il mare». «Come mai il mare è in questo stato?» chiesero sconvolti gli altri tre. Ondina rispose tristemente: «L’uomo è il colpevole. Le industrie hanno scaricato per anni nel mare sostanze dannose, come petrolio o piombo. Gli agricoltori, poi, ci hanno buttato dentro fertilizzanti e pesticidi. Così sono cresciute numerose alghe che non hanno fatto passare la luce e hanno reso impossibile la vita marina». «Guardate laggiù» disse incredula Cate. Lungo la spiaggia c’era un gabbiano tutto ricoperto di petrolio che si muoveva a malapena. A quel punto, il mare cominciò improvvisamente a emettere un suono. Sembrava parlasse. Ondina, che era l’unica a capire la sua lingua, traduceva per tutti: «Aiutatemi. L’inquinamento mi sta uccidendo! Gli animali e le piante che ospito rimangono invischiati nelle masse oleose che gli uomini mi hanno scaraventato addosso». 25 Capitolo secondo «Proprio come nel Golfo del Messico!» disse Matt. «Cosa?» chiese BigTonio con la bocca piena di prugne. «Come non lo sai? Mio nonno ci ha raccontato che nel lontano 2010 una petroliera si riversò nel mare. Fu una catastrofe!». Il mare, allora, continuò il suo discorso: «Parlate con i vostri simili, convinceteli che la Terra è la loro casa e non merita ospiti maleducati. Tutto può finire, ma si può anche ricominciare. Voi siete la speranza». Furono le ultime parole che Ondina riuscì a cogliere. Cate, allora, strinse i pugni e ammise: «Dipende tutto da noi. Dobbiamo cambiare le cose. Dobbiamo salvare il mare!» Improvvisamente, però, il cielo si oscurò e i quattro amici sentirono dei misteriosi rumori alle loro spalle. Matt, Cate, BigTonio e Ondina, si voltarono e videro uscire dal mare dei terribili mostri. Si trattava, come spiegò Ondina, dei due gemelli Azoto che, con l’ormai corrotto Ossigeno, toglievano il respiro. Arrivarono poi Ammoniaca e Zolfo per soffocare con il loro soffio tossico i quattro amici. Cate, BigTonio e Matt si misero al riparo dietro un bidone e chiesero aiuto a Ondina che, dopo aver immerso le mani nel liquame, assorbì il petrolio e scatenò un’onda che travolse i nemici. Subito dopo, svenne per lo sforzo e fu soccorsa dai suoi amici che la portarono sulla spiaggia. 26 Come può uno scoglio arginare il mare? Dopo averla rianimata, poiché iniziava a calare la notte, i quattro amici trovarono un riparo sulla spiaggia e si addormentarono, sognando un mare azzurro in cui far affondare le proprie paure. Una volta svegli, scorsero il tetto di una palafitta in mezzo al mare. Presero una barca abbandonata a riva da chissà chi e, dopo aver remato per un po’, giunsero a quello che sembrava un deposito. Improvvisamente, videro un alto ammasso di ferraglia luccicante che veniva loro incontro. Inizialmente, i ragazzi provarono timore e diffidenza ma, poi, Matt provò a rompere il ghiaccio: «Salve, io sono Matt e questi sono i miei tre amici Cate, BigTonio e Ondina». «Per quale motivo siete venuti qua?» chiese il robot con voce metallica. «Eravamo in cammino e, a un tratto, abbiamo visto il tetto di questa casa. Tu chi sei?» «Mi chiamo Depurator, abito nelle profondità marine, dove mi hanno mandato per ripulire il mare» si presentò il robot. «E, allora, come mai qui è tutto sporco?» chiese BigTonio. Depurator gli rispose: «Gli uomini mi hanno abbandonato e non funziono più. Se almeno potessi rivedere Cleanwater…» «Conosci Cleanwater?» chiese Ondina. 27 Capitolo secondo «È un amico di vecchia data, vi ci potrei condurre, ma non intendo lasciare il mare in questo stato pietoso». «Io so come aggiustarti», disse Ondina e, dopo aver smontato il robot in mille parti, ripulì i filtri uno a uno, tolse tutto lo sporco all’interno rimontò i pezzi e riavviò il sistema. «Grazie, adesso mi sento meglio» disse trionfante il robot che, dopo aver ripulito l’acqua, riportò i ragazzi sulla spiaggia. A quel punto, Mat chiese a Depurator: «Come possiamo arrivare da Cleanwater?» «Sarà un viaggio lungo e molto faticoso, dovremo affrontare gravi rischi» rispose il robot. «Non ce la faremo mai, non abbiamo abbastanza cibo!» esclamò BigTonio. Ci fu un attimo di silenzio, caratterizzato da tristezza e malinconia, in cui tutti pensarono alla disastrosa situazione. A un tratto, nel vedere il mare intorno che si ribellava al marciume, Ondina rassicurò tutti: «State tranquilli, come può uno scoglio arginare il mare?» Rinfrancati dalle sue parole, i nostri eroi ritrovarono la speranza. Ondina, allora, guidò il gruppo verso nuovi orizzonti. «Finalmente all’aria aperta!» esclamò il robot, mentre si sistemava il vestito col cacciavite. «A me, questo Depurator sembra uno svitato!» sussurrò BigTonio. 28 Come può uno scoglio arginare il mare? CAPITOLO TERZO Eppure il vento soffia ancora I cinque amici ripresero il cammino rincuorati dalle parole di Ondina e con la consapevolezza che molti sarebbero stati i pericoli da superare prima di arrivare da Cleanwater. Fiduciosi nella conclusione positiva della loro impresa promisero che ognuno avrebbe aiutato l’altro e che niente e nessuno li avrebbe divisi fino al compimento della missione. Cate tese la mano e Matt, BigTonio, Ondina e Depurator non esitarono ad appoggiare le loro su quella. A quel punto si levò nell’aria un grido: «Uno per tutti, tutti per uno. «Se Cleanwater vuoi trovare le prove devi affrontare, chi ha coraggio ha vantaggio!» Intanto stava per calare la sera e lo spettacolo del sole che tramontava sull’orizzonte, lasciò tutti senza parole, tranne BigTonio che continuava a lamentarsi per la gran fame. La luce del crepuscolo e il cielo pieno di stelle spinsero Cate a riflettere. Rivolgendosi a Matt disse: «Pensa alla Terra nel tempo in cui era tutto uno splendore. La gente viveva in armonia con l’acqua, lì sviluppava 30 Eppure il vento soffia ancora la sua vita, la sua storia. Oggi intere generazioni vivono assetate e invocano l’acqua. La vita dell’uomo è in pericolo, è a rischio». Matt ribatté: «L‘uomo non si preoccupa di tutto questo, distratto da tanti problemi politici, economici; è immerso nel mondo dei bottoni, degli investimenti, della fretta e non si accorge che perde di vista se stesso, il suo futuro». Ondina, che in silenzio aveva ascoltato il dialogo, aggiunse: «È necessario trovare con urgenza Cleanwater per combattere insieme i suoi nemici e difenderlo. “Il vento soffia ancora” come ha detto un mio lontano parente. Questo elemento naturale riaccende la speranza». Dopo aver camminato un po’, gli amici decisero di fermarsi in un posto tranquillo, dove trascorrere la notte. BigTonio non riuscì ad addormentarsi per la fame e chiese a tutti qualcosa da mangiare. Matt lo rimproverò gridando: «È possibile che tu pensi solo a mangiare? Non ti si chiude lo stomaco nel vedere il triste spettacolo che minaccia la natura?» «No!» ribatté BigTonio, «Il cibo mi rende quasi invulnerabile». «Stai zitto e riposati» continuò Matt «domani ci aspetta una lunga giornata». Messo a tacere BigTonio la notte trascorse tranquilla. All’alba ristorati dal riposo, gli amici ripresero il cammino e s’inoltra- 31 Capitolo terzo rono in una foresta ripariale che sorgeva sulle rive del fiume Sele. Dopo aver percorso poche centinaia di metri, la scena che si presentò ai loro occhi fu davvero raccapricciante: una montagna di rifiuti impediva ai viaggiatori di continuare il cammino. La speranza e il coraggio che fino a quel momento li avevano spinti a proseguire sembrava stessero per cedere il posto allo scoraggiamento e alla tristezza. Ai colori luminosi della sera precedente si sostituì il grigio di un’atmosfera desolante: il sole era pallido come un malato terminale, la natura circostante, che manifestava ovunque degrado, sembrava invocare aiuto. All’improvviso un mostro viscoso, simile a una piovra, che emanava un odore di acqua stagnante, si levò dal cumulo dei rifiuti e li circondò. Cate, spaventata, chiese a Depurator: «Chi è questo essere terrificante?» «È Percolat!» rispose Depurator. «Minaccia, con i suoi organi, Sele e i suoi vicini. Pur essendo vecchio e malaticcio vive qui da tanti anni perché ben accudito da sua madre Pioggia, sua sorella Temperatura e suo fratello Vento. 32 Eppure il vento soffia ancora Il suo migliore amico, che spesso gli viene a fare visita, è Ecomaf. Lo aiuta a vivere indisturbato tenendo lontano i nemici: RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE E RIVALORIZZARE». Intanto quella puzza si faceva insopportabile e l’aria diventava irrespirabile. Percolat si avvicinava sempre più minaccioso. Come stretti in una morsa Cate, Matt e BigTonio persero i sensi. Ondina, che aveva bisogno di bagnarsi, si tuffò nel fiume Sele per riprendere le energie e contrastare il mostro. Percolat, però, la raggiunse e la ostacolò per cui Ondina, trovandosi in grande difficoltà, chiese aiuto a Depurator che, sistemate le sue attrezzature, con una gigante pompa idrovora deviò il corso del fiume allontanando e isolando quella sgradevole presenza. Le famiglie RACCOGLI e DIFFERENZIA, amici di vecchia data di Ondina e Cleanwater insieme ai volontari del paese VUVUEFF, situato poco distante, accorsero in loro aiuto, avendo udito le grida disperate di Ondina. Trasformarono il cumulo di rifiuti in piante e tubi che intrappolarono Percolat in un’enorme buca. Ondina, ancora una volta, rassicurò i suoi amici con parole incoraggianti: «Cari compagni come il mare inonda ed oltrepassa lo scoglio, quando si agita, così noi dobbiamo oltrepassare e inondare qualunque ostacolo». 33 Capitolo terzo CAPITOLO QUARTO Incontri e sorprese… Cate, Matt e BigTonio, incoraggiati ancora una volta da Ondina, si rimisero in viaggio in direzione del mare. Arrivati vicino a uno scoglio, Ondina e i suoi amici cercarono di superarlo ma lo sforzo fu inutile e dopo svariati tentativi, tutti caddero a terra sfiniti. Ondina e Depurator, continuavano invano a superarlo, quando dal mare si alzò un’ombra grande, grossa e muscolosa. Cate Matt e Big Tonio impauriti si nascosero sotto lo scoglio, invece Ondina e Depurator la fissarono negli occhi e dopo averla osservata attentamente, capirono che si trattava di Maremotos, il re delle acque. Ondina fece salti di gioia. Maremotos iniziò a osservarla e, dopo un attento esame capì che si trattava di Ondina. Quest’ultima s’inchinò al cospetto di sua maestà e iniziò a pregarlo. Dopo aver pregato, Maremotos le chiese di rialzarsi e le disse: «Ondina tu sei la nostra unica speranza, trova Cleanwater e salvaci». Ondina chiese a Maremotos qual fosse la strada più veloce per superare il mare. Maremotos alzò le braccia al cielo e separò con un colpo le acque. In questo modo Ondina e i suoi amici ebbero la strada spianata e dopo una lunga corsa riuscirono ad attraversare il mare. 34 Incontri e sorprese… Si ritrovarono davanti ad una foresta rigogliosa e piena di alberi. Ondina e Depurator erano felicissimi e curiosi di sapere cosa si trovasse là dentro e s’inoltrarono all’interno della foresta, dove restarono stupiti ed esterrefatti. La foresta era piena di rifiuti e vicino alla valle c’era un fiume oramai prosciugato. Ondina era triste anzi, molto triste e, per consolarsi se ne andò da sola vicina a quel fiume e disse: “Acqua fredda e pura quando ti tocco mi sento sicura. Acqua che sei importante tu che scendi dalle montagne sei la nostra sorella più umile e sincera. L’unica a essere vera. Ecco sospira l’acqua, si alza il vento sul fiume è apparso un bel ponte d’argento ma l’inquinamento ti sta rovinando perché nessuno ti sta pensando”. A queste parole Ondina versò lacrime che cominciarono a scorrere abbondanti come cascate, e grazie alle sue lacrime, il fiume cominciò a riempirsi di acqua limpida. Ondina e suoi amici gioirono e per festeggiare fecero tutti un bagno nel fiume. Capitolo quarto 35 Arrivata la sera i cinque amici si fermarono per riposarsi e si raccontarono delle storie. Ondina raccontò del suo passato, quando l’inquinamento era arrivato nelle sue acque: «Molto tempo fa, il mio villaggio era uno dei più tranquilli dell’Antartide. Un giorno gli scagnozzi di Eclantewar ci attaccarono e lentamente ci distrussero. Io, mio padre e alcune persone fortunatamente riuscimmo a salvarci. Io diventai la regina dell’Antartide e ora mi trovo qui perché ho deciso di salvare il mondo e il mio villaggio. Da qui è nato il mio nome che mi è stato dato dal popolo del villaggio: O= organizzazione N= naturale D= dell’antiI = inquinamento N= nell’ A= acqua». Cate Matt e BigTonio rimasero commossi da questa storia. Dopo un po’ se ne andarono a dormire. Durante la notte Ondina si svegliò dopo aver avuto un incubo terribile, aveva sognato che Eclantewar la spiava e seguiva tutti i suoi movimenti... Ma era davvero solo un sogno? 36 Incontri e sorprese… CAPITOLO QUINTO Sogno o realtà? Dopo la notte insonne e tormentata dal terribile incubo Ondina, temendo che il suo sogno divenisse realtà, insieme ai suoi amici decise di allontanarsi addentrandosi nella foresta. Questa era sporca, inquinata, buia e tenebrosa. Le radici degli alberi si contorcevano ostacolando il passaggio e le foglie sembravano ricoperte da un velo scuro; una melma vischiosa fece scivolare Ondina su un mucchio di rifiuti. Nel tentativo di rialzarsi, vide davanti a sé un ragazzo dagli occhi cerulei e dai modi gentili che l’ aiutò a rimettersi in piedi. Il ragazzo le fece un bel sorriso che la indusse a fidarsi di lui e si presentò dicendo: «Salve! Sono Marek». «Ciao, io sono Ondina». Tra i due ci fu un’immediata intesa ma Ondina ignorava le sue intenzioni… Marek le spiegò che si era perso nel bosco così Ondina, accecata dal suo fascino, lo invitò a proseguire con loro, nonostante gli altri fossero dubbiosi. Dopo aver raccontato la sua storia, Marek incitò Ondina a parlare di sé e delle sue intenzioni. Cammi- 38 Sogno o realtà? nando si fece notte fonda e gli amici si fermarono per riposarsi un po’. Assicuratosi che tutti stessero dormendo, Marek silenziosamente si allontanò. All’alba BigTonio, sentendo un certo languorino, si svegliò e fece una terribile scoperta: Marek era scomparso. In preda all’agitazione chiamò tutti gli altri e comunicò loro l’accaduto, così iniziarono a formulare delle ipotesi su ciò che era successo… Dopo circa un’ora Marek ritornò dai suoi amici con dei succulenti panini in un cesto. Matt, Cate e Depurator continuarono ad avere dei dubbi su di lui mentre Big Tonio, conquistato dagli appetitosi panini, prese le sue difese insieme ad Ondina, ormai invaghita di lui. I ragazzi si divisero e iniziarono a litigare: «Ondina, ma come facciamo a fidarci di un ragazzo che conosciamo appena?» le sussurrò Cate all’orecchio ma Ondina, contrariata dai dubbi dell’amica ribatté dicendo: «Io mi fido di lui e dovreste farlo anche voi! Basta, non voglio più tornare sull’argomento». Detto questo i ragazzi mangiarono tutti insieme, ma tra loro si avvertivano forti tensioni. Dopo la colazione decisero che era arrivato il momento di proseguire il loro viaggio, avvicinandosi, però, sempre più al rifugio di Eclantewar… Capitolo quinto 39 Arrivò la sera e sfiniti si addormentarono sotto un albero. Durante la notte furono disturbati da inquietanti e spaventosi rumori; Big Tonio, udendo un urlo femminile si svegliò ma credendo che fosse un sogno, si girò e si riaddormentò. Anche per Ondina non fu una notte tranquilla: infatti, poco prima che BigTonio si svegliasse, fu brutalmente rapita da Eclantewar con l’aiuto di Marek, la sua fedele spia. Ondina, sconfortata per il tradimento e afflitta dalla solitudine, cadde in un sonno profondo sperando che tutto ciò che stava accadendo non fosse realtà. La mattina seguente non sapeva dove si trovasse. Evidentemente durante la notte avevano viaggiato, probabilmente erano arrivati in alta montagna: si avvertiva dal freddo che gelava le ossa e dalle mura innevate dei ruderi del vecchio castello in cui era rinchiusa. Questo era immenso, in parte distrutto, spettrale, con lunghi corridoi e altissime torri. Nel frattempo Eclantewar, intento a bere un bicchiere di ottimo vino, stava escogitando un metodo per estorcerle tutte le informazioni utili per il suo crudele piano. Non ebbe però il tempo di riflettere poiché uno dei suoi seguaci, un topo mutante e dal cattivo odore, lo informò dell’evasione di Ondina, rinvigorita dalla neve che la circondava. Il malefico essere, anch’esso mutato in topo 40 Sogno o realtà? dalla spazzatura radioattiva, rimase attonito per la notizia e in preda ad un impeto di rabbia emise un urlo furioso e decise immediatamente di sguinzagliare il suo esercito per ritrovarla. Alle prime luci dell’alba i ragazzi, uno dopo l’altro, iniziarono a svegliarsi e immediatamente si accorsero dell’assenza di Ondina e di Marek e nella loro mente s’insinuò un brutto presentimento. In preda al panico cominciarono a cercarli per tutto il bosco chiamandoli a squarciagola, senza ricevere alcuna risposta. Cercando per ore Ondina e Marek nel bosco, decisero all’unisono di lasciarlo e incamminarsi verso nord, nella speranza di ritrovare la loro amica che, probabilmente, era stata rapita da Eclantewar con l’aiuto di Marek. Durante il difficile cammino con il cibo che scarseggiava e le condizioni climatiche per niente favorevoli, ormai stremati, riuscirono a trovare una soluzione. Depurator, essendo stato progettato anche per il trasporto di rifiuti, fu attivato da Cate e si trasformò in un mezzo volante che offrì agli amici umani un viaggio abbastanza confortevole finché, come tutte le macchine, Depurator ebbe bisogno di carburante e si ritrasformò in un normale robot. Grazie al suo aiuto erano riusciti ad arrivare nei dintorni di Torino. Per rifornirsi Depurator aveva bisogno di eliminare delle scorie che potevano Capitolo quinto 41 trovarsi nell’acqua o nei rifiuti, così cominciarono a rovistare nelle strade buie della città e nei bidoni pubblici. Completato il rifornimento, i ragazzi si incamminarono per cercare l’amica nella enorme città. Nello stesso momento, Ondina continuava a vagare per i monti innevati pensando a tutto quello che era successo: il rapimento e l’orrendo piano che aveva udito attraverso le mura del castello; adesso tutto sembrava così lontano per lei che cercava di dimenticare e guardare oltre. Quella mattina, infatti, prima di riuscire a trovare il passaggio sotterraneo per evadere dal castello, aveva udito il suo rapitore, Eclantewar, dire alla sua spia che aveva intenzione di impadronirsi del mondo sfruttando i poteri di Ondina e Cleanwater. Intanto i ragazzi, continuarono a camminare, fino a girare tutta la città e ripresero il volo su Depurator che li condusse fino ai piedi delle Alpi. Il morale era a pezzi, i ragazzi avevano perso le speranze di ritrovare Ondina, quando sprofondarono in un tunnel nascosto dalla neve. Lo percorsero per circa un’ora, quando videro una forte luce provenire dal fondo della galleria. BigTonio iniziò a correre e finalmente trovò l’uscita. Quando gli amici lo raggiunsero, notarono un grosso masso bianco posto su un fianco della galleria. 42 Sogno o realtà? Cate e Matt, incuriositi, si avvicinarono e notando una scritta iniziarono a leggere: “Attenti avanzerete, aguzzi apici avvisterete, attenti avanzerete, altrimenti all’aldilà andrete...” Capitolo quinto 43 CAPITOLO SESTO Un viaggio faticoso Si fece sera, i ragazzi leggevano e rileggevano la scritta… cercavano di interpretarla. Chissà a cosa si riferiva la rima trovata vicino al masso bianco! Si guardarono negli occhi e valutarono se la decisione di partire alla ricerca di Ondina fosse stata ben ponderata. Chissà dove si trovava quel piccolo essere… se aveva paura, se qualcuno, forse Eclantewar la teneva prigioniera. Erano tanti i se e i ma… alla fine i ragazzi decisero di partire. BigTonio aveva fame, chiedeva ai suoi amici di fare un salto in qualche distributore automatico di cibo, tanto in voga in quel periodo. Dopo una breve dormita sui sedili di Depurator, i ragazzi si svegliarono di primo mattino e decisero di ripartire, ma il motore non si avviava. «Dai Depurator ce la puoi fare!» gridarono all’unisono i ragazzi. «Forza!» Depurator intimidito e spaventato dal fatto che non si ricordava come far ripartire i suoi motori cominciò a sudare freddo…. Toooommm Toooooommm bruuummm…bruuummmm finalmente Depurator mise in moto tutti i motori e i ragazzi esultarono di gioia. «Che bello! Finalmente si parte!» gridò Cate. 44 Un viaggio faticoso I ragazzi salirono a bordo e Depurator decollò. Erano tutti felici perché non vedevano l’ora di ritrovare Ondina, soprattutto Matt. Con i visi appoggiati ai finestrini, vedevano scorrere sotto i loro occhi il panorama. Tutto a un tratto un’enorme macchia scura attirò l’attenzione del gruppo. Davanti al loro sguardo si presentò uno spettacolo che sicuramente non avrebbero mai dimenticato: accanto a una spoglia isola vi era un enorme rudere metallico. Era la Costa Concordia, ormai ridotta a una carcassa di color bronzo che luccicava sotto il sole come un trofeo in mezzo al mare, testimone di una grave tragedia che nel lontanissimo anno 2012 aveva colpito la popolazione italiana e che aveva scosso le coscienze del mondo, avendo causato un gravissimo inquinamento marino che aveva determinato la scomparsa di tutti gli abitanti dell’ isola del Giglio. «Che tristezza!» disse Cate a BigTonio. «L’uomo non ha capito che deve rispettare e prendersi cura del suo ambiente, deve curare la qualità dell’aria, rispettare il mare e i suoi abitanti!» Volarono ancora per un’ora e mezzo e dall’alto videro “a muntagna”, come viene chiamata da ogni siciliano che si rispetti, il bello e imponente Etna col suo cratere centrale fumante. Poco dopo avvistarono Ondina rincorsa da Eclantewar e dal suo seguace. 45 Capitolo sesto «Ecco Ondina!» gridò Matt «Atterriamo subito, atterriamo la dobbiamo salvare!» Ondina correva su una spiaggia deserta e rocciosa, il mare era nero con lunghe sfumature verdi: erano lunghissimi filamenti di alghe. Sul mare nero galleggiavano numerosi pesci morti. Atterrarono su una piccola spiaggia: erano arrivati sull’isola di Panarea, un tempo isola lussureggiante e meravigliosa, meta turistica ambita da tutti gli abitanti del mondo. Le acque del suo mare erano cristalline, attraverso le quali si potevano ammirare i fondali e i meravigliosi pesci colorati che nuotavano felici. La sera gli abitanti dell’isola erano coccolati dal suono melodioso del martin pescatore, ospite per tanto tempo sui rami degli alberi a strapiombo sul mare… e ora… non si udiva un uccello cantare, il mare era nero e pieno di alghe, i pesci galleggiavano morti per il troppo inquinamento delle acque, al posto degli alberi c’era solo una discarica abusiva. Che orrore… «Ondina» chiamò Matt a voce alta tanto da risuonare in mezzo a quei rifiuti… «Ondinaaaaaaa» continuò a chiamare Matt e con un dito indicava in fondo alla spiaggia. I ragazzi si voltarono nella direzione indicata da Matt e videro Ondina che scappava. Iniziarono a inseguirla. La rincorsero un bel po’, ma invano. Alla fine gli 46 Un viaggio faticoso amici stremati si fermarono accanto a quella che una volta doveva essere una delle piazze più belle del mondo e si guardarono nei volti stanchi e tristi… di Ondina non c’era neanche l’ombra… BigTonio, intanto, aveva ricominciato ad accusare i morsi della fame. 47 Capitolo sesto CAPITOLO SETTIMO Un’avventura tra monti e mari... Gli amici attraversarono lo Stretto di Messina e, continuando a camminare in cerca di cibo, si persero tra le montagne, arrivando in un posto chiamato “A’ Funtana Vecchia” e, dirigendosi verso questa fontana, incontrarono H2O un’amica di Ondina alla quale spiegarono la sua storia e quel che le era successo. H2O decise di portarli alla ricerca di altri posti inquinati per migliorare le condizioni ambientali. Poiché stava calando la notte H2O decise di farli fermare in questo paesino di nome Petina, in provincia di Salerno. Arrivarono nel bel mezzo della Sagra delle Fragoline di Bosco e, mentre i petinesi portavano un’enorme crostata di fragole, BigTonio attratto dall’odore, si precipitò a mangiarla e, dopo una bella scorpacciata, andarono tutti a dormire in una casa abbandonata. Il giorno dopo s’incamminarono verso Napoli e, grazie ad H2O, che si trasformò in un elicottero, arrivarono nella splendida città. Camminando per Napoli giunsero in un quartiere, dove trovarono rifiuti sparsi ovunque. Durante il cammino arrivarono sul lungomare e videro che era tutto inquinato a causa delle petroliere che rilasciavano il petrolio nelle acque, modificando 48 Un’avventura tra monti e mari... l’ecosistema. H2O, vedendo il mare inquinato, disse ai suoi amici: «L’inquinamento dell’acqua è ogni cambiamento chimico, fisico o biologico nella qualità dell’acqua che ha un effetto nocivo su chiunque la beve o la usa o vive in essa. Quando gli esseri umani bevono acqua inquinata, ciò ha spesso effetti seri sulla loro salute. L’inquinamento dell’acqua può anche renderla inadatta per l’uso voluto». Matt rispose: «Ma oltre che dall’uomo l’acqua è inquinata anche da batteri, virus, protozoi e vermi parassitici che vivono nelle fognature e nell’acqua stagnante e che arrivano direttamente nel mare, inquinandolo». E Depurator aggiunse: «L’inquinamento dell’acqua è causato solitamente da attività umane: diverse sorgenti artificiali contribuiscono all’inquinamento dell’acqua. Ci sono due tipi di sorgenti, puntuali e non puntuali. Le prime scaricano le sostanze inquinanti in punti specifici all’interno di condutture o fognature nell’acqua di superficie. Le sorgenti non puntuali, invece, non hanno un singolo luogo di scarico». A un certo punto i ragazzi videro in lontananza un robot che cercava di rimuovere i rifiuti dall’acqua. I ragazzi, incuriositi, gli andarono incontro e Cate gli chiese: «Chi sei? Cosa stai facendo? Stai cercando di ripulire l’ acqua da questo orrore che ha causato l’uomo?». E il robot rispose: «Mi chia-mo Sul-Fur e sto ri-pu-len-do 49 Capitolo settimo il ma-re! An-che vo-i sie-te qui per que-sto?» Matt rispose: «Sì, siamo qui per salvare l’ambiente e stiamo anche cercando la nostra amica Ondina, una ragazza dalla pelle blu, per caso l’hai vista?» Sulfur, temendo che i ragazzi potessero sospettare di lui disse: «Sì, pri-ma po-te-te a-iu-tar-mi a ri-pu-li-re il ma-re?» I ragazzi iniziarono ad aiutare il robot ma un tornado li colse di sorpresa trasportandoli in America allontanandoli dall’Africa dove Eclantewar teneva prigioniera Ondina… 50 Un’avventura tra monti e mari... CAPITOLO OTTAVO Seguendo una nuova speranza I ragazzi rimasero a lungo svenuti dopo il rocambolesco atterraggio nella Foresta Amazzonica che, da polmone verde della Terra, ormai si andava riducendo, assediata da desolazione e sporcizia. Si ripresero a fatica, ma la visione di quel posto ancora incontaminato e di quella pioggia calda di sole, diede loro la forza di rialzarsi. Trovarono dei frutti che mangiarono di gusto, assaporando delizie che ormai non ricordavano più. Tirarono fuori dai loro zaini le borracce per fare provvista d’acqua da una sorgente che sgorgava lì vicino. Era acqua trasparente, pura e cristallina. I ragazzi la bevvero avidi, ne avevano dimenticato il vero sapore. Intorno tutto era così bello, così verde da non riuscire a crederci, sentivano rinascere in loro la speranza e il coraggio ormai persi. «L’acqua è buona, importante e indispensabile, non dobbiamo scoraggiarci, dobbiamo continuare a cercare Cleanwater» disse Cate. «Sapete che vi dico. Cate ha ragione, del resto il mondo siamo noi! Ed io voglio fare di tutto affinché ritorni a essere un luogo stu- 52 Seguendo una nuova speranza pendo, vivibile, pieno di pace e di armonia» aggiunse Matt. Poi continuò: «Ehi Cate, lo so che sei preoccupata per Ondina, ma pensa se lei adesso ti vedesse! Ti direbbe di non stare giù e di custodire la nuova speranza che è in noi». Cate guardò felice i suoi amici: «Grazie, Matt. Hai ragione. Facciamo scorta d’acqua e partiamo alla ricerca di Ondina». La ragazza si perse nei suoi pensieri: “Acqua, Ondina; fanciulla, cristallina“. “Ti troverò, amica mia!” giurò a se stessa. Trepidanti si prepararono a partire, l’unico a lamentarsi era BigTonio che aveva lo stomaco vuoto e voleva cercare ancora qualcosa da mangiare. Gli altri premevano per partire al più presto, quando all’improvviso videro una luce che si avvicinava e in essa uno strano omino, con una barbetta bianca. Indossava una tunica di un azzurro sbiadito e reggeva tutto il suo peso su un rozzo bastone. «Chi sei? Sta lontano da noi!» sbottò BigTonio. «Non preoccupatevi, sono vostro amico! Sono rimasto prigioniero in questa foresta, ultima fonte di vita del pianeta, e sono disperato al pensiero che nessuno faccia più nulla per salvare il mondo. Il coraggio e la speranza che ho sentito rinascere in voi mi hanno re- 53 Capitolo ottavo stituito forza ed energia» pronunciò con enfasi queste parole e poi chiese: «Avete mai incontrato una leggiadra ragazza dalla pelle blu?» «Se l’abbiamo incontrata? È una nostra cara amica, ma non sappiamo più dove sia e siamo qui per cercarla». «Allora andiamo! Insieme la ritroveremo». Queste furono le sue ultime parole, poi quello stranissimo e arzillo vecchietto iniziò a correre tanto velocemente che i ragazzi non riuscivano a stargli dietro. Arrivarono poco dopo in una piccola radura verde e alberata che emanava odori inebrianti. BigTonio chiese: «Dove siamo?» «In un posto dove il sole arriva allegro a colpire la Terra con i suoi raggi, dove l’acqua sgorga pura e gli alberi generano fiori profumati e frutti gustosi» spiegò il vecchio. In quel paradiso Cate pianse, pensando che Ondina sarebbe stata felicissima di essere lì con loro, in quella Natura incontaminata che non conosceva inquinamento. Il vecchio la rincuorò, promettendole che tutto sarebbe finito bene. «Ora dobbiamo fermarci, mangeremo qualcosa. Sei d’accordo BigTonio?» propose il vecchio. 54 Seguendo una nuova speranza Scosse un grande albero dal quale caddero frutti di un vivacissimo rosso rubino. «Mangiate, stanotte ci fermeremo qui». Tutti obbedirono, ingoiando quanti più frutti riuscivano; finché, spossati dalla fatica del viaggio, si assopirono. Matt e Cate, invece, faticarono ad addormentarsi, perché pensavano alla loro amica scomparsa. Il giorno seguente il gruppo si svegliò di buon’ora e, dopo una frugale colazione, chiesero al vecchio di cominciare la ricerca di Ondina. «Seguitemi!» fu l’unica risposta. L’omino ricominciò a correre. Dopo una grande spianata coperta da erba tenera, giunsero a una sorgente limpida. «Eccola!» disse il vecchio indicando un laghetto ai suoi piedi. «Stai scherzando!» esclamò Matt, alquanto confuso. «Sei matto! Ci hai fatto perdere tempo! Andiamo ragazzi!» concluse BigTonio. Stavano per andarsene, quando... «Amici, aspettate». Tutti si voltarono chiedendosi chi fosse stato a parlare. «Sono io, Ondina». «Ondina!?» fece Cate, commossa. 55 Capitolo ottavo Più volte la ragazza cercò di riabbracciare l’amica ritrovata, ma invano: solo l’acqua incrociò le sue mani e bagnò le sue braccia. La sua amica ora era lì, tanto vicina, ma tanto irraggiungibile. «Amici, vi ringrazio per tutto l’impegno che avete profuso per sostenere la mia causa. Io ero acqua ed acqua sono ritornata, ora sono felice! Gli orrori di cui siete stati testimoni vi hanno reso consapevoli che non si può più aspettare. Bisogna agire. Cercate Cleanwater, lui è l’unica possibilità di salvezza. E tu, Cate, non stare in pena per me, ti prometto che io sarò sempre con voi». «Anche noi lo promettiamo! Tu sarai sempre nei nostri cuori, sarai la nostra ragione di vita!» risposero in coro. «Un’ultima cosa!» aggiunse Ondina «Ricordate che nella vita c’è sempre una speranza, anche quando sembra che non ci sia più via di scampo. Ora addio, ricordatevi sempre di me!» «Addio... » fece in tempo a sussurrare Matt. Poi il profilo bluastro di Ondina scomparve. Gli amici non riuscivano a guardarsi. Rimasero a occhi bassi, tristi e silenziosi. Il vecchio ruppe quel silenzio commosso: «Ora siete pronti! Gli orribili luoghi che avete percorso prima di arrivare qua vi hanno insegnato che si deve andare avanti. Non tutto è perduto ed 56 Seguendo una nuova speranza insieme riusciremo a salvare il mondo. È giunto il momento di svelarvi la mia vera identità». Il vecchio si librò in volo, lieve come una libellula, si spogliò della sua tunica e rivelò la sua vera forma: un uomo ancora giovane e vigoroso che emanava una luce azzurrina. «Cleanwater!» urlò Cate. Rimasero tutti senza parole, ma Cleanwater esortò: «Andiamo! La nostra missione ci aspetta, insieme sconfiggeremo l’inquinamento e salveremo la Terra! Ricordate le parole di Ondina “Nella vita c’è sempre una speranza” ». 57 Capitolo ottavo CAPITOLO NONO Il galateo dell’acqua pulita Mentre i ragazzi riflettevano sulle parole di Ondina, Cleanwater disse: «Non perdiamo tempo, abbiamo ancora una missione da portare a termine». E creò una bolla d’acqua gigante che, trasportata dal vento, accompagnò i nostri amici in Antartide, la terra del padre di Ondina. Lungo il viaggio, però, uno scagnozzo di Eclantewar, malvagio come il suo padrone, bucò la bolla e i ragazzi caddero in acqua non molto lontano dalla costa, che raggiunsero a nuoto spinti da Ondina, che non li aveva mai persi di vista. Appena approdati, videro proprio in quel punto i resti di uno strano tempio. Cleanwater esclamò: «Questo posto non mi è nuovo! È ciò che rimane del sacro tempio costruito dagli antenati di Ondina e, se la memoria non mi inganna, ne conosco i passaggi segreti». Affidandosi al loro saggio amico, i ragazzi raggiunsero una botola, dalla quale proveniva una luce soffusa: entrarono cautamente in una grande stanza e al centro videro una vecchia e polverosa scatola luminosa. Cleanwater si fece avanti e la aprì; sussultò per la sorpresa ed esclamò: «Qui ci sono i segreti e le armi per scon- 58 Il galateo dell’acqua pulita figgere Eclantewar: finalmente li abbiamo trovati!» Presi dalla curiosità, tutti esaminarono il contenuto della scatola e vi trovarono: uno spazzolone, una pistola d’acqua pura e un manoscritto in cui era rivelato il segreto per sconfiggere Eclantewar “Se la Terra volete salvare, Eclantewar dovete lavare”. BigTonio, allora, esclamò: «Quindi per sconfiggerlo dobbiamo pulirlo!» Cate aggiunse: «Ma perché non ci abbiamo pensato prima!» I ragazzi uscirono dal tempio e ritornarono in acqua per proseguire il loro viaggio. Depurator, galleggiando sulle onde, li trasportò sopra di sé. Passò un lungo tempo, durante il quale i sei amici si prepararono per la battaglia. La temperatura diventava sempre più fredda e, all’improvviso, comparve un’enorme nuvola, nera come la pece, che li circondò. Cate urlò: «Che cos’è?» Cleanwater rispose: «Quella nuvola trasporta gli scagnozzi di Eclantewar da tutte le parti del mondo! Siamo arrivati in Antartide!» I ragazzi si fecero coraggio e andarono all’attacco, ma poi si fermarono impauriti per il numero di nemici che stavano lentamente avanzando verso di loro. Cleanwater, allora, invocò l’aiuto di OnCapitolo nono 59 dina: l’Acqua creò di nuovo una bolla gigante, che intrappolò e ripulì alcuni nemici. Altri malvagi tornarono all’attacco, mentre Cleanwater ed Eclantewar si cercavano per sfidarsi. «Non mi sconfiggerete, amici della natura!», disse Eclantewar Cleanwater rispose: «Vediamo se resisti a questo!» A quel punto prese lo spazzolone e la pistola trovati nella scatola e li utilizzò contro Eclantewar che, completamente ripulito, perse il suo potere malvagio. Dopo di lui si arresero anche i suoi scagnozzi. Inaspettatamente l’ex nemico disse: «Grazie per avermi liberato dalla sporcizia che mi aveva fatto diventare cattivo. Ora sono buono e tutti insieme, se volete, potremo ripulire il mondo grazie al “Galateo dell’acqua pulita”, che tenevo nascosto. Seguitemi, ve lo mostrerò». I ragazzi, diffidenti ma incuriositi, lo seguirono fino a quando videro di fronte a loro un grande libro, che si trovava su un leggio di puro cristallo. Solo a quel punto si resero conto di trovarsi in un’ampia sala con il soffitto di acqua limpida e lucente. Sulla copertina si leggeva: “L’acqua: passato, presente e futuro”. Cate esclamò: «Di questo libro me ne parlava sempre la mia mamma, è il “Galateo dell’acqua”, in cui sono nascoste le regole per tenerla pulita”». 60 Il galateo dell’acqua pulita A queste parole il libro iniziò a recitare: “Mi avete inquinata, e così facendo anche sprecata! Non mi sono divertita a non essere pulita. Gli uomini stanno per morire, perché di me non si possono servire. Tanto non me ne importa più niente solo delle industrie si è preoccupata la gente!” Big Tonio disse: «Bella scoperta! Lo sappiamo già! Siamo qui per scoprire le norme che ci aiuteranno a farti tornare pura». Il libro si aprì per rivelare loro i segreti dell’acqua e Cleanwater iniziò a leggere: «Le regole principali sono quelle delle tre ESSE: non Sprecarmi, non Sporcarmi, non Sottovalutarmi. Poche e semplici regole che, se rispettate, rendono il mondo migliore» «Mancano delle regole importanti!» esclamò BigTonio. «Ah, sì? Quali?» chiese perplesso Matt. «Non c’è scritto come usare l’acqua in casa! E questo è importantissimo». Quando il grosso ragazzo finì di parlare, una penna azzurrina uscì dal libro, pronta a scrivere quello che i ragazzi avrebbero detto. Capitolo nono 61 “Riutilizzare l’acqua della pasta per lavare i piatti!” “Innaffiare le piante con acqua non potabile!” “Non scaricare rifiuti tossici nel mare”. “Non stare troppo sotto la doccia”. “Usare l’acqua potabile solo per bere”. A quel punto il libro si chiuse e i ragazzi decisero di farne milioni di copie da spedire per il mondo, così che l’acqua, la Terra e la vita potessero essere salvate. Bip, bip, bip. «Ma cosa stai facendo Depurator?» disse BigTonio «Stai forse preparando un panino con prosciutto e formaggio?» «No, sto chiamando i miei parenti per aiutarci a pulire la Terra» rispose Depurator. «Buona idea!» esclamarono gli altri in coro. I ragazzi decisero, allora, di attendere gli aiuti, riposandosi un poco su un lastrone di ghiaccio ai lati della grande sala dal soffitto d’acqua limpida. Non passò molto tempo che arrivarono ventiquattro robot: vecchi, giovani, maschi e femmine. Matt raccontò loro tutto ciò che era successo e aggiunse: «Cari amici, venite con noi: dobbiamo stabilire un piano per ripulire e salvare la Terra». 62 Il galateo dell’acqua pulita Incominciarono a confrontarsi sui problemi riguardanti l’inquinamento e decisero di dividersi in gruppi, uno per ogni continente, per far conoscere a tutti le regole del “Galateo dell’acqua pulita”. L’indomani i gruppi partirono, utilizzando i robot come mezzo di trasporto, e tutti si presero l’impegno di trovare un modo per diffondere il “Galateo dell’acqua pulita”, affinché fosse condiviso da tutti i popoli della Terra. Capitolo nono 63 CAPITOLO DECIMO L’acqua è vita che scorre tra le dita Mentre sorvolavano le acque dell’ Antartide a bordo di Idrantilus, il nonno di Depurator, BigTonio, Matt e Cate pensarono che fosse giunto il momento di responsabilizzare i grandi della Terra affinché si adoperassero a risolvere i gravi problemi che affliggevano il pianeta. Era necessario andare sulla Luna e persuaderli a tornare su quello che, un tempo, veniva chiamato il pianeta azzurro. A un tratto i ragazzi scorsero un iceberg, che andava alla deriva e si stava sciogliendo, a causa dell’effetto serra. Sul ghiaccio si scorgeva una figura umana, vestita di rosso, che, agitando le braccia, chiedeva insistentemente aiuto. Incitato dai ragazzi, Idrantilus fece uno spettacolare atterraggio sul ghiaccio e tutti si meravigliarono quando si resero conto che lo strano personaggio dalla barba e dai capelli bianchi era Babbo Natale. Disperato egli chiese aiuto a Cate, Matt e BigTonio per riparare la sua slitta, che era andata in frantumi durante una tempesta di piogge acide. BigTonio offrì una mela gustosa a Babbo Natale, per consolarlo di ciò che gli era accaduto, Cate, presa la valigetta del Pronto Soc- 64 L’acqua è vita che scorre tra le dita corso, cominciò a medicare le renne ferite e Matt, in poco tempo, riparò, con la supercolla, che aveva trovato nel tempio in Antartide, la slitta, che si rivelò il mezzo più veloce e più comodo per proseguire il viaggio verso la Luna. Babbo Natale, riacquistato il suo proverbiale buon umore, si mise alla guida e, spronate le renne, s’inoltrò nello spazio. La slitta incontrò, durante il tragitto, qualche turbolenza, ma, anche grazie alla stazza di BigTonio, questa mantenne stabilità e approdò sulla Luna. I grandi della Terra risiedevano in un albergo a otto stelle, posto in una grande conca, in cui fluiva acqua cristallina e dove potevano avere ogni comfort, lontani da ansie, problemi e preoccupazioni relative all’inquinamento e al degrado terrestre. Al vedere questo, i ragazzi si indignarono e attirarono l’attenzione dei presenti amplificando la loro voce, grazie a un potentissimo impianto, che era nella hall, presero la parola: «La Terra è un immondezzaio: ci sono rifiuti ovunque!» esordì Cate. «Le acque dei mari e quelle dei fiumi sono inquinate: sono scomparsi i pesci, le piante muoiono, i fiori non sbocciano più…» continuò Matt. «L’aria è diventata irrespirabile a causa dei gas tossici che si mischiano al tanfo emanato dai rifiuti!» concluse Big Tonio. Capitolo decimo 65 66 «Uomini potenti, basta nascondervi, avete una responsabilità: aiutateci a salvare la Terra!» gridarono in coro i ragazzi. A un tratto, come se si fossero svegliati da un lungo sonno, alcuni tra i presenti si sentirono spinti a seguire l’esortazione dei tre. Barak One, uomo politico di fama internazionale, si disse deciso a tornare sulla Terra e a impegnarsi per salvarla. Insieme a lui si dichiararono pronti a tornare a casa il finanziere Paperonius, il papa Francesco X e il più grande scienziato di tutti i tempi, il mitico Mario Bros. «Un momento!» disse BigTonio «Non ci stiamo tutti sulla slitta…» . «Non preoccuparti», rispose Barak. «Viaggeremo in comode bolle lanciate direttamente in orbita dalla base spaziale di cui è dotato l’albergo: leggere, veloci, trasparenti ci permetteranno anche di controllare dall’alto la situazione della Terra per rilevarne le zone critiche al fine di poter intervenire efficacemente per risanarle». Le bolle spaziali partirono rapidamente, una dopo l’altra, e, nel corso del viaggio verso New York, la città dove si era deciso di organizzare il meeting, durante il quale si sarebbero trovate soluzioni concrete per riportare il pianeta alla sua originaria bellezza, Paperonius, Francesco, Barak e Mario volarono sopra l’Africa, dove il deserto avanzava inesorabilmente. Da lì si spostarono in Russia, la cui la capitale, Mosca, non lo era più solo di nome, ma anche L’acqua è vita che scorre tra le dita di fatto, perché gli antipatici insetti che così si chiamano, si erano costruiti degli alberghi tra le montagne di rifiuti. Negli Stati Uniti, le Torri Gemelle erano state ricostruite… in plastica! Amareggiati e delusi di loro stessi, per aver trascurato una situazione così grave e non aver agito prima, i grandi della Terra manifestarono la comune volontà di operare per il bene del pianeta e dei suoi abitanti, andando oltre ogni interesse di carattere personale. Incontratisi con Cate, Matt e BigTonio decisero sorprendentemente di lasciare a loro ogni decisione: i giovani sarebbero stati, in questo caso, la mente, i più anziani il braccio, fornendo risorse ed esperienza. «Avete entusiasmo, forza e tanti ideali. Ci avete scossi dal nostro torpore: è giusto che concludiate voi questa missione. Noi faremo ciò che ritenete sia opportuno» disse loro Francesco X. Investiti di questa nuova ed entusiasmate responsabilità, Matt, Cate e BigTonio si misero al lavoro per progettare un piano che potesse sensibilizzare tutti gli abitanti del pianeta al rispetto dell’ambiente e di coloro che lo popolano. I ragazzi diedero compiti ben precisi a tutti. Barak one fu invitato a parlare a reti unificate e il suo messaggio ambientalista fu trasmesso su tutte le reti televisive. Papa Francesco X scrisse un’ Enciclica sulla bellezza e sulla sacralità del creato, riprendendo le immagini e i concetti di un Cantico Capitolo decimo 67 68 che, tanti secoli prima, aveva composto un Santo suo omonimo. Paperonius finanziò la spedizione capillare del “Galateo dell’Acqua Pulita” a tutte le famiglie, le scuole, le biblioteche del mondo. Mario Bros progettò nuovi impianti di depurazione per le acque e inceneritori ecologici per i rifiuti che, in maniera inaspettata, cominciarono a produrre energia pulita. Nel giro di poco tempo, il pianeta parve rinascere: il sole splendeva, gli alberi fiorivano, l’acqua scorreva pura e limpida, pareva cantasse e con lei tutti gli abitanti della Terra: “L’acqua è la mano aperta che scorre tra le dita il tuo gesto un’offerta che richiama la vita. Unisci mano a mano per tracciare un ruscello l’acqua porta lontano io mi chiamo fratello. Siamo tutti fratelli questo ai grandi diciamo siamo tutti ruscelli ci prendiamo per mano”. L’acqua è vita che scorre tra le dita APPENDICE 1.Verso il nord Istituto Comprensivo “G.Verga” di Comiso (RG) – classi I/II/IIIB – I/II/IIIC – I/II/IIIE – I/IIG Dirigente Scolastico Caterina Giudice Docente referente della Staffetta Elena D’Amato Docenti responsabili dell’Azione Formativa Adriano Alicata, Elsa Barone, Elena D’Amato, Mirella Dipietro, Stella Meli Gli studenti/scrittori delle classi IB Lucrezia Alfo IIB Martina Assenza, Antonio Cassibba, Marco Cacciaguerra, Biagio Guastella IIIB Rachele Cassibba, Gemma Milano, Agnese Modica, Sara Pace IC Maria Biscotto IIC Biagio Dierna, Noemi Digiacomo, Chiara Incremona, Federica Lauretta IIIC Viviana Firrincieli, Beatrice La Terra, Floriana Spiguzza, Doriana Vitale IE Valeria Dicara IIE Lucia Barbagallo, Alessia Mezzasalma, Agnese Polizzotti, Giulia Rosella IIIE Mario Citera, Sofia Meli, Giovanni Potenza IG Martina Barone IIG Michele Barone, Elena Meli, Nicoletta Sciortino Il disegno è di Floriana Spiguzza Hanno scritto dell’esperienza: “…L’esperienza di quest’anno è stata più interessante perché scrivere l’inizio di una storia nuova apre la strada a tante idee però nello stesso tempo è complicato perché uno rischia di immaginarsi anche la fine della storia. La novità delle regole ci è piaciuta. Siamo stati più veloci a scrivere il capitolo rispetto all’anno scorso perché sapevamo cosa dovevamo fare...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 2. Come può uno scoglio arginare il mare? Istituto Comprensivo “Forno Canavese” di Forno Canavese (TO) – classe IIC Dirigente Scolastico Daniele Vallino Docente referente della Staffetta Paola Cavoretto Docente responsabile dell’Azione Formativa Ugo la Bella Gli studenti/scrittori della classe IIC Samuel Bosco, Giulia Braida, Sara Caponegro, Niccolò Careddu’, Edoardo Fassio, Federico Battista Ferrando, Monica Fornetti, Veronica Fortugno, Marco Gagliardo, Daniel Gambalunga, Matteo Gulino, Melissa Kaciu, Gianmaria Filippo Pergolari, Matteo Reteuna, Ginevra Ronchietto, Amine Sadraoui, Cedric Jean Sougnini, Jessica Xhafa Il disegno è di Niccolò Careddu, Sara Caponegro, Filippo Pergolari, Melissa Kociu Hanno scritto dell’esperienza: “…Abbiamo trovato l’esperienza molto bella, perché ci ha permesso di scrivere tutti insieme un pezzo di storia. Ognuno ha messo qualcosa di suo, così il libro parlerà anche di noi. Noi che l’abbiamo scritto. Noi che continueremo a leggerlo”. APPENDICE 3. Eppure il vento soffia ancora Istituto Comprensivo “Luigi Guercio” di Santa Maria di Castellabate (SA) – classi I/IIB Dirigente Scolastico Mario Meloni Docente referente della Staffetta Amalia Persico Docenti responsabili dell’Azione Formativa Clelia Trione, Vincenza Marotta, Ena Piccirillo Gli studenti scrittori delle classi IB - Luigi Amato, Luna Corrado, Alessandra Di Luccia, Luigi Di Sessa, Antonia Giannella, Livio Guariglia, Chiara Izzo, Giuseppe Manente, Andrea Cristina Mantaluta, Annalisa Marino, Gennaro Mondelli, Mario Nicoletti, Alessandro Paciello, Antonio Paolillo, Carolina Pascale, Alfredo Pecora, Natale Squillaro IIB - Miriam Amendola, Sabrina Famà, Mariandrea Fergola, Luigi Grandino, Maria Grazia La Trecchia, Onorina La Trecchia, Daniela Margiotta, Chiara Russo, Antonio Sessa, Chiara Tarani Il disegno è di Maria Andrea Fergola Hanno scritto dell’esperienza: “…È stata un’esperienza molto interessante e soprattutto stimolante. Ogni alunno ha portato la sua idea, il suo contributo per la stesura del capitolo. Si è fatto ricorso a tutte le conoscenze in loro possesso e acquisite attraverso letture e approfondimenti su testi vari, relativi alle problematiche ambientali del proprio territorio. Esse sono state rielaborate con il linguaggio dell’immaginario. Ogni alunno ha espresso la propria fantasia e creatività seguendo le indicazioni dei docenti e i suggerimenti dell’autore. Inizialmente si è evidenziata una certa timidezza, superata, successivamente, da una graduale motivazione determinata dall’entusiasmo e dalla gratificazione della pubblicazione del proprio lavoro...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 4. Incontri e sorprese… Scuola Secondaria di Primo Grado “Vittoria Colonna” di Vittoria (RG) – classi IIA – IIIE/F Dirigente Scolastico Emma Barrera Docente referente della Staffetta Melania Stracquadaino Docente responsabile dell’Azione Formativa Melania Stracquadaino Gli studenti/scrittori delle classi IIA - Giorgia Incatasciato, Jennifer Macca, Carola Statelli, Rosario Bellorofonte, Chiara Campoforte, Federica Rioni, Salvatore Campo, Giuseppe Barone, Emanuele Barone, Vincenzo Iapichino, Alex Ruta, Angelo Famà, Samuele Filoramo, Simone Floridia, Emanuele Cilindrello, Cristhian Corbascio, Sharon Sallemi IIIE - Antonella Biundo, Gabriele Arena, Giovanni Barresi, Elena Alessandrello IIIF - Emilia Amoroso, Laura Cosentino, Francesco Messineo, Vincenzo Tutino, Giovanni Soave, Salvatore Moscato, Daniele Schilirò Il disegno è di Alessio Puccio, Matteo Latino Hanno scritto dell’esperienza: “…Con i compagni della nostra classe insieme ad altre classi abbiamo vissuto questa bella esperienza. Il tema del rispetto ambientale è stato interessante e i ha permesso anche di aprire dibattiti in classe molto formativi. Seguendo le indicazioni dell’autore ci siamo riallacciati ai capitoli precedenti, affascinati dalla storia di Ondina e dei suoi amici. Una stupenda esperienza di scrittura creativa assolutamente da ripetere!!!”. APPENDICE 5. Sogno o realtà? Scuola Secondaria di Primo Grado “Alberto Pirro“ di Salerno - classi IIIE/H Dirigente Scolastico Anna Maria Paolino Docente referente della Staffetta Antonia Guarino Docenti responsabili dell’Azione Formativa Maria Carmela De Caro, Letizia Telesca Gli studenti/scrittori delle classi IIIE/H IIIE - Vincenzo Albanese, Jole Barbarini, Claudia Basile, Claudia Chianese, Andrea D’Amico, Mariasole Evangelista, Federica Ferreri, Chiara Gallo, Ludovico Grieco, Massimo Ernesto Gugliucci, Vincenzo Incutti, Emanuel Adrian Lupu, Caren Mangino, Simona Manzo, Mattia Orza, Maria Picerno, Chiara Ravallese, Elena Sabini, Fulvia Santoro, Giovanni Siniscalchi, Niccolò Strelladi, Chiara Tenuta IIIH - Antonia Alfinito, Leonardo Barroso, Francesco Colangelo, Andrea Colucci, Antonio Conte, Simone Di Blasi, Renato Giblas, Angelo Mutarelli, Felice Napolitano, Giuseppe Pecoraro Scanio, Eleonora Visone Il disegno è di Federica Ferreri Hanno scritto dell’esperienza: “… Il laboratorio di Scrittura Creativa propostaci quest’anno è stata una occasione per potersi cimentare in qualcosa a noi sconosciuto, ma che ci ha permesso di dare sfogo alla nostra fantasia facendoci sentire parte di una realtà nuova e accattivante. Possiamo dire che siamo contenti del risultato ottenuto, grazie alla collaborazione delle due classi”. APPENDICE 6. Un viaggio faticoso Istituto Comprensivo “Padre Pio Da Pietrelcina” di Ispica (RG) – classe IIA Dirigente Scolastico Maurizio Franzò Docente referente della Staffetta Antonella Giannone Docente responsabile dell’Azione Formativa Antonella Giannone Gli studenti/scrittori della classe IIA Emanuela Adamo, Martina Alecci, Francesco Aprile, Marco Aprile, Martina Calvo, Alessia Carpanzano, Aurora Cocuzza, Angelo Fede, Fabiola Fidelio, Rosalba Fratantonio, Giuseppe Giunta, Oriana Lo Iacono, Patrick Mavilla, Sveva Palazzolo, Chiara Puglisi, Giuseppe Ricca, Oussama Souguir, Paola Valerini, Mattia Zocco Hanno scritto dell’esperienza: “…La partecipazione al secondo anno di staffetta è stata una bella emozione. Poter proiettarsi nel futuro, facendo un quadro negativo di quello che sarà il mondo se non ne avremo cura, è stato sicuramente una forte esperienza. Abbiamo voluto parlare, nel nostro capitolo, della Costa Concordia perché è stato un evento che ci ha toccati molto e saperla ancora laddove ora si trova è stato per noi voler lanciare un grido di aiuto a tutti… abbiamo voluto dire che tutti dobbiamo rispettare l’ambiente in cui viviamo: da noi adolescenti ai nostri nonni e alla nostra classe dirigente! Abbiamo scelto di ambientare il nostro capitolo in Sicilia, la nostra terra che noi amiamo molto e che vogliamo rimanga un’isola bellissima in cui il popolo è legato alle sue tradizioni e ai suoi luoghi come l’Etna, per noi a Muntagna per antonomasia!!! Abbiamo lavorato tutti insieme coordinando le idee che fuoriuscivano come fiumi di parole per poi essere raccolte dalla nostra professoressa...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 7. Un' avventura tra monti e mari... Istituto Comprensivo “S. Domenico Savio” di Sicignano degli Alburni (SA) – classe IIIC Dirigente Scolastico Felice Monaco Docente referente della Staffetta Antonietta Casciano Docenti responsabili dell’Azione Formativa Antonietta Casciano, Milena Brancaccio Gli studenti/scrittori della classe IIIC Emma D’Amato, Maria D’Amato, Giovanni Di Benedetto, Giuseppe Galeri, Antonio La Regina, Chiara Mansi, Francesco Melchionda, Mario Nigro, Donato Rufrano, Mimma Rufrano, Roberto Rufrano, Sara Soldovieri, Anna Vignuolo, Luigi Vitale, Federica Zito, Luigi Zito Il disegno è di Donato Rufrano, Luigi Vitale, Chiara Mansi, Federica Zito, Mimma Rufrano, Sara Soldovieri, Emma D’Amato, Anna Vignuolo Hanno scritto dell’esperienza: “...Ciao siamo i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Sicignano sede distaccata di Petina. Anche quest’anno abbiamo partecipato alla Staffetta di Scrittura Creativa spinti dalle nostre insegnanti… è stata un’esperienza straordinaria che ci ha permesso di scrivere un racconto a più mani. È stato molto bello e divertente conoscere ragazzi nostri coetanei attraverso la scrittura. Questo continuo passaggio da Nord a Sud sicuramente ci ha arricchito culturalmente e ci ha fatto conoscere un’Italia varia e diversificata ma proprio per questo ancora più affascinante”. APPENDICE 8. Seguendo una nuova speranza Scuola Secondaria di Primo Grado “Bonito - Cosenza” di Castellamare di Stabia (NA) - classi IA/B/C/E/I IIC/D/E/F/I/L/M Dirigente Scolastico Maria Giugliano Docente referente della Staffetta Marta Murante Docente responsabile dell’Azione Formativa Marta Murante Gli studenti/scrittori delle classi IA - C. Farricelli, N. Ferraiuolo, A. Narciso IB - M. Cascone, R. Di Capua, S.P. Salvato. IC - F. Di Somma, E. Iaccarino IE - C. Abbagnale, A. Bruno, B. De Angelis, G. Senigalliesi, C. Zarrella I I - L. Chirico IIC - R. Castellano, Cerasuolo, C. Galasso, Porzio, Volpes IID - S. Cioffi, U. Cuomo, G. Gargiulo, R. Tecola IIE - L. Ilardi, M. F. Ruscitto, S. Verdoliva IIF - A. Coppola, G. Di Nocera II I - L. Longobardi IIL - G. Betunio, M. Palomba, G. Savarese IIM - M. Milano Il disegno è di Alessandra Bruno, Gaia Senigalliesi, Giovanni Di Nocera Hanno scritto dell’esperienza: “…Dopo dieci anni, scrivere per la Staffetta è ancora un momento atteso ed importante per la nostra scuola e per i nostri studenti/scrittori che, pur diversi nel tempo, sembrano essere sempre gli stessi per l’entusiasmo manifestato ed il desiderio di esprimere idee, emozioni, sentimenti...” per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa APPENDICE 9. Il galateo dell’acqua pulita Istituzione Scolastica “Abbé J.M. Trevès” di Saint Vincent (AO) – classi IIA/B Dirigente Scolastico Paola Cortese Docenti responsabili dell’Azione Formativa Elisabetta Ciocca, Giorgio Gay Gli studenti/scrittori delle classi IIA – Luca Arieta, Federico Bianchi, Guglielmo Bic, Sylvie Brizzi, Gerard Carlon, Alessandro Castellini, Ilaria Casula, Soukhaina Chentoufi, Alessia Dellea, Katia Duroux, Alberto Farina, Roberta Fedele, Matilde Ferrucci, Marco Fontananova, Nicholas Libralato, Stefania Mazzitelli, Bianca Mereuta, Alessandro Rolando, Elisa Roncali, Simone Sartore, Guglielmo Triglia, Stèphanie Vitale IIB - Greta Avati, Marco Campini, Giulio Carmassi, Christopher Dalbon, Gabriel Ferreira De Farias, Rebecca Flore, Karen Fosson, Anna Gaudio, Andrea Gosetti, Sarah Herin, Julien Joyeusaz, Kevin Kamberi, Nancy Manno, Davide Mantelli, Federica Mazzone, Marta Miraglia, Simone Neyvoz, Jasmine Petacchi, Nicolò Éignataro, Gilles Roux, Fabio Signorino, Francesca Tornatore, Honorine Zanata Hanno scritto dell’esperienza: “…L’attività è stata coinvolgente perchè ha permesso agli alunni di due classi diverse di lavorare insieme, di discutere e di condividere le proprie idee per la stesura del testo. Inoltre, affinché tutti fossero partecipi, il lavoro è stato suddiviso in gruppi anche molto piccoli ed ognuno ha potuto così portare il proprio contributo. Dovendo scrivere il nono capitolo, i ragazzi hanno dovuto incominciare a riflettere anche su come pensavano di concludere la storia e su come il problema dell’inquinamento debba essere affrontato nella nostra realtà quotidiana. Scrivere a più mani non è stata un’impresa facile e ha comportato un grande impegno, ma nello stesso tempo è stato un esercizio gratificante e utile anche per lo sviluppo di competenze relazionali ed umane. L’esperienza è stata sicuramente positiva e proficua sia per i ragazzi sia per i docenti“. APPENDICE 10. L’acqua è vita che scorre tra le dita” Istituto Comprensivo “E. S. Verjus” - Scuola Secondaria di Primo Grado di Oleggio (NO) – classi IB/IIB Dirigente Scolastico Daniela Rossi Docente referente della Staffetta Elisa Oberti Docente responsabile dell’Azione Formativa Francesca Ferrazza Gli studenti/scrittori delle classi IB – Federico Armellin, Marco Barcarolo, Alessandro Barone, Sofia Bizzo, Alberto Bosina, Marc Bronzini, Daniele Comi, Giada Crenon, Andrea Croci, Andrea Melone, Corrado Parisi, Desilda Ribaj, Yuri Salvato IIB – Federico Barcarolo, Alessia Castini, Mattia Comazzi, Eleonora Cortese, Marco Farris, Erika Fera, Giulia Mantovan, Andrea Alessandra Massara, Domenico Orlando, Carlotta Rondonotti, Jasmine Singh, Edoardo Vanoli, Elisa Zenone NOTE NOTE NOTE NOTE NOTE NOTE INDICE Incipit di SALVADORE AQUILINO ..................................................................pag 14 Cap. 1 Verso il nord ................................................................................................» 18 Cap. 2 Come può uno scoglio arginare il mare? ........................................» 24 Cap. 3 Eppure il vento soffia ancora ..............................................................» 30 Cap. 4 Incontri e sorprese… ..............................................................................» 34 Cap. 5 Sogno o realtà? ........................................................................................» 38 Cap. 6 Un viaggio faticoso ................................................................................» 44 Cap. 7 Un’avventura tra monti e mari...............................................................» 48 Cap. 8 Seguendo una nuova speranza ........................................................» 52 Cap. 9Il galateo dell’acqua pulita ..................................................................» 58 Cap. 10 L’acqua è vita che scorre tra le dita..............................................» 64 Appendici ..................................................................................................................» 70 Finito di stampare nel mese di aprile 2013 da Industria Grafica Campana Srl di Agropoli (SA) Italy ISBN 978-8897890-60-7 Verso il nord Come può uno scoglio arginare il mare? Eppure il vento soffia ancora Sogno o realtà? Un viaggio faticoso Un’avventura tra monti e mari. Seguendo una nuova speranza Il galateo dell’acqua pulita L’acqua è vita che scorre tra le dita