Un bene prezioso

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Un bene prezioso
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UN BENE PREZIOSO
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Partendo dall’incipit di Salvadore Aquilino e con il coordinamento
dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole
e delle classi appresso indicate:
I.C. “G. Verga” di Comiso (RG) - classi I/II/IIIB - I/II/IIIC - I/II/IIIE - I/IIG
I.C. “Forno Canavese” di Forno Canavese (TO) - classe IIC
I.C. “Luigi Guercio” di Santa Maria di Castellabate (SA) - classi I/IIB
Scuola Sec. di Primo Grado “Vittoria Colonna” di Vittoria (RG) – classi
IIA/IIIE/F
Scuola Sec. di Primo Grado “Alberto Pirro“ di Salerno - classi IIIE/H
I.C. “Padre Pio Da Pietrelcina” di Ispica (RG) – classe IIA
I.C. “S. Domenico Savio” di Sicignano degli Alburni (SA) – classe IIIC
Scuola Sec. di Primo Grado “Bonito - Cosenza” di Castellamare di Stabia
(NA) - classi IA/B/C/E/I IIC/D/E/F/I/L/M
Istituzione Scolastica “Abbe' J.M. Treves” di Saint Vincent (AO) – classi IIA/B
I.C. "E. Stanislao Verlus” di Oleggio (NO) - classi I/IIB
Editing a cura di: Arianna Botta
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali
Ente Formatore per docenti accreditato MIUR
Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani
Staffetta Bimed/Exposcuola 2013
La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti “La Scrittura
Strumento indispensabile di evoluzione e civiltà” II livello. Il Percorso di Formazione è promosso
dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il Personale Scolastico Ufficio
VI e si organizza in interazione con l’Istituto Comprensivo “A. De Caro” di Lancusi/Fisciano (SA)
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Monitoraggio dell’azione
e delle attività formative collegate
Maurizio Ugo Parascandolo
Responsabili di Area per le comunicazioni,
il coordinamento didattico, l’organizzazione
degli Stages, le procedure e l’interazione
con le scuole, le istituzioni e i fruitori del Percorso di Formazione collegato alla Staffetta
2013
Linda Garofano
Marisa Coraggio
Andrea Iovino
Area Nord
Area Centro
Area Sud
Segreteria di Redazione
e Responsabile delle procedure
Giovanna Tufano
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Grafica di copertina:
Valentina Caffaro Rore, Elisa Costanza
Giuseppina Camurati, Iulia Dimboiu, Giulia
Maschio, Giulio Mosca, Raffaella Petrucci,
Dajana Stano, Angelica Vanni - Studenti
del Corso di Grafica dell’Istituto Europeo
di Design di Torino, Docente Sandra Raffini
Impaginazione
Bimed Edizioni
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Amministrazione
Rosanna Crupi
Responsabile per l’impianto editoriale
Arianna Botta
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola
2013 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dai
Comuni che la finanziano perché ritenuta
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2013 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta,
Cetara, Pinerolo, Moncalieri, Susa, SaintVincent, Castellamonte, Torre Pellice, Castelletto Monferrato, Forno Canavese,
Rivara, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese. Si
ringrazia, inoltre, il Consorzio di Solidarierà Sociale “Oscar Romero” di Reggio
Emilia, Casa Angelo Custode di Alessandria, Società Istituto Valdisavoia s.r.l. di
Catania, Associazione Culturale “Il Contastorie” di Alessandria, Fondazione
Banca del Monte di Rovigo.
La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione
degli Eventi di presentazione dei Racconti 2013 dai Comuni di Bellosguardo,
Moncalieri, Ivrea, Salerno, Pinerolo, Saint
Vincent, Procida e dal Parco Nazionale
del Gargano/Riserva Naturale Marina
Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato
per il buon esito della Staffetta 2013 e
che nella Scuola, nelle istituzioni e nel
mondo delle associazioni promuovono
l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle
nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche
e agli Uffici Scolastici Provinciali che si
sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S.
E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2013 con uno dei premi
più ambiti per le istituzioni che operano
in ambito alla cultura e al fare cultura, la
Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo Prot.
SCA/GN/0776-8 del 24/09/2012.
Partner Tecnico Staffetta 2013
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2013:
i Partner tecnici
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
ADD e EDT Edizioni - Torino;
il partner Must
Certipass, Ente Internazionale Erogatore
delle Certificazioni Informatiche EIPASS
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2013 viene stampata in parte su
carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il
rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi
intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono
risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2012/2013
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo)
senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati
unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura
Bimed/ExpoScuola.
PRESENTAZIONE
dedicato alle maestre e ai maestri
… ai professori e alle professoresse,
insomma, a quell’esercito di oltre mille
uomini e donne che anno dopo anno
ci affiancano in questo esercizio straordinario che è la Staffetta, per il sottoscritto, un miracolo che annualmente
si ripete. In un tempo in cui non si ha la
consapevolezza necessaria a comprendere che dietro un qualunque prodotto vi è il fare dell’essere che è, poi,
connotativo della qualità di un’esistenza, la Staffetta è una esemplarità su
cui riflettere. Forse, la linea di demarcazione che divide i nativi digitali dalle
generazioni precedenti non è nel fatto
che da una parte vi sono quelli capaci
di sentire la rete come un’opportunità
e dall’altra quelli che no. Forse, la differenza è nel fatto che il contesto digitale che sempre di più attraversa i nostri
giovani porta gli individui, tutti, a ottenere delle risposte senza la necessità
di porsi delle domande. Così, però, è
tutto scontato, basta uno schermo a risolvere i nostri bisogni… Nel contempo,
riflettere sul senso della nostra esistenza
è sempre meno un bisogno e il soddisfacimento dei bisogni ci appare come
il senso. Non è così, per l’uomo, l’essere,
non può essere così.
Ritengo l’innovazione una delle più rilevanti chiavi per il futuro e, ovviamente, non sono contrario alle LIM, a
internet e ai contesti digitali in generale, sono per me un motore straordinario e funzionale anche per la relazione
tra conoscenza e nuove generazioni,
ma la conoscenza è altro, non è mai e
in nessun caso l’arrivo, l’appagamento
del bisogno… La conoscenza è nella
capacità di guardare l’orizzonte con la
curiosità, il piacere e la voglia di conquistarlo, questo è! Con la staffetta il
corpo docente di questo Paese prova
a rideterminare una relazione con l’orizzonte, con quel divenire che accomuna
e unisce gli uomini e le donne in un afflato di cui è parte integrante il compagno di banco ma, pure, il coetaneo che
a mille chilometri di distanza accoglie la
tua storia, la fa sua e continua il racconto della vita insieme a te… In una
visione di globalizzazione positiva.
Tutto questo ci emoziona anche perché è in questo modo che al bisogno
proprio (l’egoismo patologico del nostro tempo), si sostituisce il sogno di
una comunità che attraverso la scrittura, insieme, evolve, cresce, si migliora. E se è vero come è vero che
appartiene alla nostra natura l’essere
parte di una comunità, la grande
scommessa su cui ci stiamo impegnando è proprio nel rideterminare
con la Staffetta una proficua interazione formativa tra l’innovazione e la
cultura tipica dei tanti che nell’insegnare hanno trovato… il senso.
Dedico questo breve scritto ai docenti ma vorrei che fossero i genitori e
gli studenti, gli amministratori e le imprese, la comunità e l’attorno, a prendere consapevolezza del fatto che è
proprio ri/partendo dalla Scuola che
potremo determinare l’evoluzione e la
qualificazione del nostro tempo e
dello spazio in cui viviamo. Diamoci
una mano, entriamo nello spirito della
Staffetta, non dividiamo più i primi
dagli ultimi, i sud dai nord, i potenti
dai non abbienti…
La Staffetta è, si, un esercizio di scrittura che attraversando l’intero impianto curriculare qualifica il contesto
formativo interno alla Scuola e, pure,
l’insieme che dall’esterno ha relazione
organica e continuativa con il fare
Scuola, ma la Staffetta è, innanzitutto,
un nuovo modo di esprimersi che enuclea nella possibilità di rendere protagonisti quanti sono in grado di
esaltare il proprio se nel confronto,
nel rispetto e nella comunanza con
l’altro.
Andrea Iovino
L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola
italiana.
Quando Bimed ci ha proposto di
operare in partnership in questa importante avventura non ho potuto far a
meno di pensare a quale straordinaria
opportunità avessimo per sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti
ancora sconosciuto, tema di “innovazione e cultura digitale”.
Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia, di Rete e di 2.0,
ma cosa sono in realtà e quali sono le
opportunità, i vantaggi e anche i pericoli che dal loro utilizzo possono derivare?
La Società sta cambiando e la
Scuola non può restare ferma di
fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie ha
portato anche nella didattica: cambia il metodo di apprendimento e
quello di insegnamento non è che una
conseguenza naturale e necessaria
per preparare gli “adulti di domani”.
Con il concetto di “diffusione della
cultura digitale” intendiamo lo svi-
luppo del pensiero critico e delle
competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i nostri ragazzi
a districarsi nella giungla tecnologica
che viviamo quotidianamente.
L’informatica entra a Scuola in modo
interdisciplinare e trasversale: entra
perché i ragazzi di oggi sono i “nativi
digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e
che porta inevitabilmente la Scuola a
ridisegnare il proprio ruolo nel nostro
tempo.
Certipass promuove la diffusione della
cultura digitale e opera in linea con le
Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e
nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del
contesto sociale contemporaneo.
Poter anche soltanto raccontare a
una comunità così vasta com’è quella
di Bimed delle grandi opportunità che
derivano dalla cultura digitale e dalla
capacità di gestire in sicurezza la re-
lazione con i contesti informatici, è di
per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di
organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e
considerato anche che è acclarato il
dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di
alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano,
Research, Quality, Competitiveness.
European Union Technology Policy for
Information Society II- Springer 2012)
non soltanto di carattere digitale, ci è
apparso doveroso partecipare con
slancio a questo format che opera
proprio verso la finalità di determinare
una cultura in grado di collegare la
creatività e i saperi tradizionali alle
moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro,
partecipazione e condivisione… I
docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica, i giovani a inventarsi un pezzo di una storia che poi
vivono e condividono grazie al web
con tanti altri studenti che altrimenti,
molto probabilmente, non avrebbero
mai incontrato e, dulcis in fundo, le
pubblicazioni…
Il libro che avrete tra le mani quando
leggerete questo scritto è la prova
tangibile di un lavoro unico nel suo
genere, dai tantissimi valori aggiunti
che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia,
le nostre tradizioni e la nostra civiltà
all’innovazione tecnologica e alla
cultura digitale. Certipass è ben lieta
di essere parte integrante di questo
percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
SALVADORE AQUILINO
Cleanwater
Nell’anno 2049, nell’Italia impoverita dalla crisi economica persistente e squassata dai disastri naturali, non era inconsueto scorgere piccoli vagabondi aggirarsi nei dintorni dei ristoranti e delle
mense pubbliche, alla costante ricerca di cibo. In quell’estate torrida, Cate, Matt e BigTonio si erano allontanati a precipizio dal
centro abitato dopo essere stati sorpresi a rubare alcuni frutti. Cate
e Matt erano amici tredicenni di vecchia data. Lei aveva i capelli
chiari, quasi bianchi, a caschetto, e gli occhi azzurri; lui capelli neri
lunghi sulle spalle e occhi verdi; entrambi estroversi, magri e atletici,
capaci di cavarsela in ogni situazione.
BigTonio aveva dieci anni, ma era più alto e più grosso di loro. Sei
mesi prima si era messo a seguirli ostinato e sordo a ogni minaccia.
Alla fine si erano arresi e l’avevano “adottato”. Era sempre affamato, forte come un toro ma lento a capire. Corsero a perdifiato
per i campi e si fermarono solo quando raggiunsero un boschetto
di betulle. Non volevano finire negli istituti di rieducazione, dove rinchiudevano i ladruncoli catturati. BigTonio ansimava da fare pietà.
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Tuttavia, non aveva mai smesso di divorare le prugne che gli riempivano le tasche del giubbotto mimetico che non si toglieva mai.
«C’è mancato poco» mormorò Cate sedendosi sull’erba rinsecchita,
la schiena appoggiata a un tronco. «A noi nessuno ci prende»
disse Matt con un sorriso di sfida. Se ne rimasero lì in silenzio, a smaltire l’adrenalina. Si sentirono solo i rumori animaleschi della masticazione di BigTonio. Poi… Il primo ad allertarsi fu Matt. Anche Cate
balzò in piedi, in allarme.
BigTonio emise un sospiro rauco: non ce la faceva a correre ancora! Matt fece segno di seguirlo in silenzio. Guardinghi, raggiunsero la riva del fiume che scorreva ad appena trenta passi, del
quale non si erano nemmeno accorti. Ciò che videro li impressionò
a tal punto che temettero di non riuscire più a muoversi, impietriti.
C’era una… ragazza (ma era umana?). Con la pelle blu. Indossava
una tunica corta traslucida, tessuta con ali di libellula. Tentava di
sfuggire a tre bestioni che somigliavano ad armadi con soprabiti di
pelle arricchiti da borchie e inserti metallici. Anche i volti erano celati da maschere di pelle e metallo che li faceva somigliare a rospi
o a piragna. «Aiuto…» fece in tempo a gemere lei, prima che uno
dei mostri la sollevasse alta e la scaraventasse poi a terra, dove
rimase immobile. Riavutosi dalla sorpresa, Matt armò la fionda e tirò
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uno dei bulloni che teneva in tasca. Subito dopo, Cate lo imitò.
BigTonio ruggì e partì all’attacco a testa bassa, colpendo uno dei
tre armadi e sbattendolo a terra. L’attacco imprevisto e violento
disorientò i nemici. Arretrarono per portarsi fuori tiro dalle micidiali
fionde che non mancavano mai il bersaglio. Cate ne approfittò per
soccorrere la sconosciuta. BigTonio si mise a lanciare sassi grossi
come peperoni e sotto la gragnola di colpi i tre aggressori si ritirarono, scomparendo lontano.
«Chi sei?» domandò Cate alla ragazza blu che riaprì gli occhi,
bianchi come la schiuma del mare. «Ondina» rispose lei con un filo
di voce.
«E i tre rospacci?» domandò Matt.
«Arsenico, Piombo e Mercurio. Vogliono fermarmi. Le acque avvelenate sono impazzite. Siccità e diluvi, maremoti e inondazioni,
grandinate e nevicate interminabili…
«Voi umani rischiate di scomparire».
«Perché vogliono fermarti?»
«L’unico che può salvare il mondo è il saggio Cleanwater. Io voglio
trovarlo».
BigTonio sputò l’ultimo nocciolo dell’ultima prugna. «Magari ci offre
la cena» disse con un sorriso speranzoso.
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CAPITOLO PRIMO
Verso il nord
Cate borbottando rispose: «Sei sempre il solito ingordo! Piuttosto,
andiamo a cercare un riparo, sembra che stia per piovere!»
Fecero appena in tempo ad accamparsi sotto un albero di mele
prima che scoppiasse, un potente temporale. Ovviamente non era
un normale temporale, erano piogge acide. I ragazzi terrorizzati
guardavano le gocce che, come lance, ferivano il terreno. «Non
può piovere per sempre!» li rassicurò Ondina e creò una barriera
per proteggerli. Sembrava una bolla di sapone, dall’interno della
quale i ragazzi esterrefatti si accorsero che persino gli alberi più
possenti erano colpiti da quella pioggia distruttiva. Le ombre dei
loro lunghi fusti, illuminati dai fulmini, sembravano sbarre di una
gabbia. Intorno, mucchi di strani rifiuti, sparsi lungo le rive del fiume
che portava in città, erano lambiti e inglobati dallo scorrere delle
acque. All’interno di quella strana bolla, tirato un sospiro di sollievo, la dolce Cate si avvicinò a Ondina per cercare di conoscerla meglio:
«Da dove vieni? Non sei di queste parti, vero? Raccontaci un po’
di te!»
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Verso il nord
Ondina, rassicurata dalla presenza amichevole dei tre ragazzi, rispose: «Io vengo dall’Antartide, dove vi è un regno sommerso da
acque glaciali pure. Lì enormi magazzini custodiscono lastroni di
ghiaccio come fossero lingotti d’oro il cui valore è inestimabile. La
nostra preoccupazione è che il surriscaldamento globale e l’inquinamento possano contaminare il nostro grande tesoro. Mio
padre era il re di quel mondo e negli ultimi tempi della sua esistenza aveva intuito che qualcosa nelle acque stava cambiando,
temeva addirittura che il pericolo potesse compromettere la vita
dell’intero pianeta. Per questo motivo mi affidò un’importante missione: cercare Cleanwater e chiedergli aiuto. Non so molto di lui
ma so come trovarlo».
Dicendo queste parole il viso di Ondina acquistò sicurezza e determinazione.
«Ora capisco perché hai tanto bisogno di lui!» riprese Cate.
«Non sentite anche voi un certo languorino?» chiese innocentemente BigTonio. Raccolse una mela e, da vero cavaliere, affascinato da quell’incantevole creatura, gliela offrì. «Grazie, ma non
posso accettarla. Noi mangiamo solo alghe e molluschi. Appartengo a una rara specie di pesci, infatti, posso vivere sia in acqua
sia in terra; posso parlare, piangere e fare tante altre cose che
Capitolo primo
19
fanno gli umani e che qualsiasi altro pesce non ha la possibilità di
fare. L’unica condizione per la mia sopravvivenza è di entrare a
contatto con l’acqua almeno una volta al giorno» rispose Ondina.
BigTonio nel frattempo aveva già divorato quella mela. Gli altri, seguendo il suo esempio, ne raccolsero qualcun’altra e, dopo quella
magra cena, si addormentarono sfiniti.
Nel bel mezzo della notte Cate, in seguito a un incubo terribile, si
svegliò. Aveva rivissuto i terribili momenti che avevano stravolto la
vita di tutti loro. L’Italia era stata messa in ginocchio per un mese
da “STOP ITALY”, cioè il blocco di ogni attività elettrica. Allo scoccare della mezzanotte tutti i sistemi di allarme erano impazziti. Il rumore era assordante e le persone correvano a destra e a sinistra
cercando di capire cosa stesse succedendo. Erano completamente al buio. Non restavano che la PAURA e le domande senza
risposta. Cate, ancora in preda all’ansia, si rese conto che non
era un incubo, ma la realtà e si chiese cos’altro li attendesse là
fuori.
La mattina seguente si svegliarono per il gran freddo notando
però con piacere che la barriera era ancora intatta e che finalmente il temporale era finito. Allora Matt, ripensando a quanto era
accaduto il giorno prima, chiese a Ondina: «Perché ieri hai detto
20
Verso il nord
che noi umani rischiamo di scomparire? Vuol dire che i tuoi nemici
sono anche i nostri?»
«Si! E tra i nostri nemici ci sono anche i tre rospacci, signori delle
acque avvelenate, che vogliono condurmi dal loro capo, Eclantewar, il gemello malvagio di Cleanwater».
«Oooh» esclamarono increduli.
Cate, rivolta a Ondina: «Dicci dove trovarlo! Sarà la salvezza nostra e di tutto il pianeta!»
Ondina rispose: «Dobbiamo seguire il nord, là dove iniziano le
terre fredde».
«Le terre fredde?» chiesero in coro.
«Si tratta di una distesa luminosa ed incontaminata, abitata da
creature felici che non conoscono miseria né inquinamento. Lì vive
Cleanwater!»
«Allora ci serve subito una bussola!» esclamò Matt. «Come faremo a
procurarcela?» aggiunse Cate preoccupata. Matt subito la rassicurò:
«Non preoccuparti, mio nonno mi ha insegnato a costruirla con tre
semplici oggetti. Mi serve del sughero, un ago e un magnete». Cate
offrì subito la sua spilla: «Ecco, possiamo ricavarne un ago!»
«Ottima idea!» aggiunse Matt mentre scuciva dal suo zaino un bottoncino magnetico. Poi indicando un albero esclamò: «Dal tronco
Capitolo primo
21
di quell’ albero possiamo ricavare del sughero! BigTonio, staccane
un pezzo!»
I ragazzi e Ondina si misero all’opera, sfregarono la calamita con
la spilla e la infilzarono nel sughero dopodiché la adagiarono in
una pozza d’acqua piovana; la direzione che avrebbe indicato
sarebbe stata il Nord.
A quel punto la prima cosa da fare era allontanarsi da quel posto
per evitare nuovamente di essere sorpresi da un attacco nemico.
Non fecero neanche in tempo a mettere lo zaino sulle spalle che
già si ritrovarono l’acqua fin sopra le ginocchia, il fiume stava straripando…
Matt, senza neanche consultarsi con i suoi amici, afferrò un tronco
cavo e gridò: «Presto! Salite su questo tronco! È la nostra unica salvezza!» Senza indugio gli amici obbedirono. Spinsero il tronco nel
fiume e si lasciarono portare dalla corrente, le cui acque inizialmente sembravano innocue. Dopo poche decine di metri, si accorsero che stavano dirigendosi verso un pericolosissimo dirupo.
Allora Cate suggerì: «Aggrappiamoci in fretta a quel vecchio albero! Lui non ci tradirà; le sue radici sono così profonde che la
corrente non potrà trascinarlo!» Rapidamente i ragazzi e Ondina
si aggrapparono a un grosso ramo e quella fu la loro salvezza.
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Verso il nord
BigTonio, bianco come il latte, per la prima volta, capì la gravità
della situazione e disse: «Non riusciremo a scamparla per sempre!
Dobbiamo trovare al più presto Cleanwater».
Capitolo primo
23
CAPITOLO SECONDO
Come può uno scoglio
arginare il mare?
Una volta attaccatisi al ramo, pensavano di averla scampata
quando, a un certo punto, sentirono un crack e, subito dopo, uno
splash. Fu così che si trovarono in groppa al ramo che si era appena rotto e li trascinava in balia delle cascate. Appena in tempo,
Ondina riuscì a creare una bolla che li facesse volare a qualche
metro dal suolo. Spingendosi in salvo dallo strapiombo delle rapide, i quattro planarono dolcemente fino in pianura, dove videro
rovine di città disabitate.
La speculazione edilizia aveva portato gli imprenditori a costruire
palazzi ovunque. Non importava se si dovevano deviare fiumi, bucare montagne e togliere spazio al verde. L’unica cosa importante
era costruire più case possibili. L’acqua, poi, era sormontata da
sacchetti di spazzatura, perché la crisi economica aveva tolto i
fondi per la raccolta differenziata dei rifiuti e, vista la puzza che arrivava dagli inceneritori e le malattie che provocavano, le persone
più ricche erano fuggite verso l’unico posto non ancora rovinato
dall’uomo: lo spazio. La maggioranza, che non poteva permettersi
un volo in navicella, era rimasta lì e viveva nella povertà più asso-
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Come può uno scoglio arginare il mare?
luta, circondata dai suoi stessi rifiuti. Dopo un bivio segnato da
puzze indescrivibili, i nostri eroi intravidero un’enorme distesa nera
che si apriva davanti ai loro occhi: sembrava che un calamaio gigante si fosse rovesciato. BigTonio, Matt e Cate non capirono subito cosa si trovassero davanti e, per questo, chiesero a Ondina:
«Cos’è questo enorme immondezzaio?»
Ondina rispose loro: «È il mare. Anzi, era il mare».
«Come mai il mare è in questo stato?» chiesero sconvolti gli altri tre.
Ondina rispose tristemente: «L’uomo è il colpevole. Le industrie
hanno scaricato per anni nel mare sostanze dannose, come petrolio o piombo. Gli agricoltori, poi, ci hanno buttato dentro fertilizzanti
e pesticidi. Così sono cresciute numerose alghe che non hanno
fatto passare la luce e hanno reso impossibile la vita marina».
«Guardate laggiù» disse incredula Cate.
Lungo la spiaggia c’era un gabbiano tutto ricoperto di petrolio
che si muoveva a malapena. A quel punto, il mare cominciò improvvisamente a emettere un suono. Sembrava parlasse. Ondina, che
era l’unica a capire la sua lingua, traduceva per tutti: «Aiutatemi.
L’inquinamento mi sta uccidendo! Gli animali e le piante che ospito
rimangono invischiati nelle masse oleose che gli uomini mi hanno
scaraventato addosso».
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Capitolo secondo
«Proprio come nel Golfo del Messico!» disse Matt.
«Cosa?» chiese BigTonio con la bocca piena di prugne. «Come
non lo sai? Mio nonno ci ha raccontato che nel lontano 2010 una
petroliera si riversò nel mare. Fu una catastrofe!».
Il mare, allora, continuò il suo discorso: «Parlate con i vostri simili,
convinceteli che la Terra è la loro casa e non merita ospiti maleducati. Tutto può finire, ma si può anche ricominciare. Voi siete la speranza». Furono le ultime parole che Ondina riuscì a cogliere.
Cate, allora, strinse i pugni e ammise: «Dipende tutto da noi. Dobbiamo cambiare le cose. Dobbiamo salvare il mare!»
Improvvisamente, però, il cielo si oscurò e i quattro amici sentirono
dei misteriosi rumori alle loro spalle. Matt, Cate, BigTonio e Ondina,
si voltarono e videro uscire dal mare dei terribili mostri. Si trattava,
come spiegò Ondina, dei due gemelli Azoto che, con l’ormai corrotto Ossigeno, toglievano il respiro. Arrivarono poi Ammoniaca e
Zolfo per soffocare con il loro soffio tossico i quattro amici. Cate,
BigTonio e Matt si misero al riparo dietro un bidone e chiesero aiuto
a Ondina che, dopo aver immerso le mani nel liquame, assorbì il
petrolio e scatenò un’onda che travolse i nemici.
Subito dopo, svenne per lo sforzo e fu soccorsa dai suoi amici che
la portarono sulla spiaggia.
26
Come può uno scoglio arginare il mare?
Dopo averla rianimata, poiché iniziava a calare la notte, i quattro
amici trovarono un riparo sulla spiaggia e si addormentarono, sognando un mare azzurro in cui far affondare le proprie paure.
Una volta svegli, scorsero il tetto di una palafitta in mezzo al mare.
Presero una barca abbandonata a riva da chissà chi e, dopo aver
remato per un po’, giunsero a quello che sembrava un deposito.
Improvvisamente, videro un alto ammasso di ferraglia luccicante
che veniva loro incontro. Inizialmente, i ragazzi provarono timore e
diffidenza ma, poi, Matt provò a rompere il ghiaccio: «Salve, io
sono Matt e questi sono i miei tre amici Cate, BigTonio e Ondina».
«Per quale motivo siete venuti qua?» chiese il robot con voce
metallica.
«Eravamo in cammino e, a un tratto, abbiamo visto il tetto di questa
casa. Tu chi sei?»
«Mi chiamo Depurator, abito nelle profondità marine, dove mi
hanno mandato per ripulire il mare» si presentò il robot. «E, allora,
come mai qui è tutto sporco?» chiese BigTonio. Depurator gli rispose: «Gli uomini mi hanno abbandonato e non funziono più. Se almeno potessi rivedere Cleanwater…»
«Conosci Cleanwater?» chiese Ondina.
27
Capitolo secondo
«È un amico di vecchia data, vi ci potrei condurre, ma non intendo
lasciare il mare in questo stato pietoso».
«Io so come aggiustarti», disse Ondina e, dopo aver smontato il
robot in mille parti, ripulì i filtri uno a uno, tolse tutto lo sporco all’interno rimontò i pezzi e riavviò il sistema.
«Grazie, adesso mi sento meglio» disse trionfante il robot che, dopo
aver ripulito l’acqua, riportò i ragazzi sulla spiaggia.
A quel punto, Mat chiese a Depurator: «Come possiamo arrivare
da Cleanwater?»
«Sarà un viaggio lungo e molto faticoso, dovremo affrontare gravi
rischi» rispose il robot.
«Non ce la faremo mai, non abbiamo abbastanza cibo!» esclamò
BigTonio. Ci fu un attimo di silenzio, caratterizzato da tristezza e
malinconia, in cui tutti pensarono alla disastrosa situazione. A un
tratto, nel vedere il mare intorno che si ribellava al marciume, Ondina rassicurò tutti: «State tranquilli, come può uno scoglio arginare
il mare?» Rinfrancati dalle sue parole, i nostri eroi ritrovarono la speranza. Ondina, allora, guidò il gruppo verso nuovi orizzonti.
«Finalmente all’aria aperta!» esclamò il robot, mentre si sistemava il
vestito col cacciavite.
«A me, questo Depurator sembra uno svitato!» sussurrò BigTonio.
28
Come può uno scoglio arginare il mare?
CAPITOLO TERZO
Eppure il vento soffia ancora
I cinque amici ripresero il cammino rincuorati dalle parole di Ondina
e con la consapevolezza che molti sarebbero stati i pericoli da superare prima di arrivare da Cleanwater.
Fiduciosi nella conclusione positiva della loro impresa promisero che
ognuno avrebbe aiutato l’altro e che niente e nessuno li avrebbe
divisi fino al compimento della missione.
Cate tese la mano e Matt, BigTonio, Ondina e Depurator non esitarono ad appoggiare le loro su quella.
A quel punto si levò nell’aria un grido: «Uno per tutti, tutti per uno.
«Se Cleanwater vuoi trovare le prove devi affrontare, chi ha coraggio ha vantaggio!»
Intanto stava per calare la sera e lo spettacolo del sole che tramontava sull’orizzonte, lasciò tutti senza parole, tranne BigTonio che continuava a lamentarsi per la gran fame.
La luce del crepuscolo e il cielo pieno di stelle spinsero Cate a riflettere.
Rivolgendosi a Matt disse: «Pensa alla Terra nel tempo in cui era tutto
uno splendore. La gente viveva in armonia con l’acqua, lì sviluppava
30
Eppure il vento soffia ancora
la sua vita, la sua storia. Oggi intere generazioni vivono assetate e
invocano l’acqua. La vita dell’uomo è in pericolo, è a rischio».
Matt ribatté: «L‘uomo non si preoccupa di tutto questo, distratto da
tanti problemi politici, economici; è immerso nel mondo dei bottoni,
degli investimenti, della fretta e non si accorge che perde di vista se
stesso, il suo futuro». Ondina, che in silenzio aveva ascoltato il dialogo, aggiunse: «È necessario trovare con urgenza Cleanwater per
combattere insieme i suoi nemici e difenderlo. “Il vento soffia ancora”
come ha detto un mio lontano parente. Questo elemento naturale
riaccende la speranza».
Dopo aver camminato un po’, gli amici decisero di fermarsi in un posto
tranquillo, dove trascorrere la notte.
BigTonio non riuscì ad addormentarsi per la fame e chiese a tutti qualcosa da mangiare. Matt lo rimproverò gridando: «È possibile che tu
pensi solo a mangiare? Non ti si chiude lo stomaco nel vedere il triste
spettacolo che minaccia la natura?»
«No!» ribatté BigTonio, «Il cibo mi rende quasi invulnerabile».
«Stai zitto e riposati» continuò Matt «domani ci aspetta una lunga
giornata».
Messo a tacere BigTonio la notte trascorse tranquilla.
All’alba ristorati dal riposo, gli amici ripresero il cammino e s’inoltra-
31
Capitolo terzo
rono in una foresta ripariale che sorgeva sulle rive del fiume Sele.
Dopo aver percorso poche centinaia di metri, la scena che si presentò ai loro occhi fu davvero raccapricciante:
una montagna di rifiuti impediva ai viaggiatori di continuare il cammino.
La speranza e il coraggio che fino a quel momento li avevano
spinti a proseguire sembrava stessero per cedere il posto allo scoraggiamento e alla tristezza.
Ai colori luminosi della sera precedente si sostituì il grigio di un’atmosfera desolante: il sole era pallido come un malato terminale, la
natura circostante, che manifestava ovunque degrado, sembrava
invocare aiuto.
All’improvviso un mostro viscoso, simile a una piovra, che emanava
un odore di acqua stagnante, si levò dal cumulo dei rifiuti e li circondò.
Cate, spaventata, chiese a Depurator: «Chi è questo essere terrificante?»
«È Percolat!» rispose Depurator. «Minaccia, con i suoi organi, Sele e
i suoi vicini. Pur essendo vecchio e malaticcio vive qui da tanti anni
perché ben accudito da sua madre Pioggia, sua sorella Temperatura
e suo fratello Vento.
32
Eppure il vento soffia ancora
Il suo migliore amico, che spesso gli viene a fare visita, è Ecomaf. Lo
aiuta a vivere indisturbato tenendo lontano i nemici: RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE E RIVALORIZZARE».
Intanto quella puzza si faceva insopportabile e l’aria diventava irrespirabile. Percolat si avvicinava sempre più minaccioso. Come
stretti in una morsa Cate, Matt e BigTonio persero i sensi.
Ondina, che aveva bisogno di bagnarsi, si tuffò nel fiume Sele per riprendere le energie e contrastare il mostro.
Percolat, però, la raggiunse e la ostacolò per cui Ondina, trovandosi
in grande difficoltà, chiese aiuto a Depurator che, sistemate le sue attrezzature, con una gigante pompa idrovora deviò il corso del fiume
allontanando e isolando quella sgradevole presenza.
Le famiglie RACCOGLI e DIFFERENZIA, amici di vecchia data di Ondina e Cleanwater insieme ai volontari del paese VUVUEFF, situato
poco distante, accorsero in loro aiuto, avendo udito le grida disperate di Ondina. Trasformarono il cumulo di rifiuti in piante e tubi che
intrappolarono Percolat in un’enorme buca.
Ondina, ancora una volta, rassicurò i suoi amici con parole incoraggianti: «Cari compagni come il mare inonda ed oltrepassa lo scoglio,
quando si agita, così noi dobbiamo oltrepassare e inondare qualunque ostacolo».
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Capitolo terzo
CAPITOLO QUARTO
Incontri e sorprese…
Cate, Matt e BigTonio, incoraggiati ancora una volta da Ondina,
si rimisero in viaggio in direzione del mare. Arrivati vicino a uno scoglio, Ondina e i suoi amici cercarono di superarlo ma lo sforzo fu
inutile e dopo svariati tentativi, tutti caddero a terra sfiniti. Ondina
e Depurator, continuavano invano a superarlo, quando dal mare
si alzò un’ombra grande, grossa e muscolosa. Cate Matt e Big Tonio
impauriti si nascosero sotto lo scoglio, invece Ondina e Depurator
la fissarono negli occhi e dopo averla osservata attentamente, capirono che si trattava di Maremotos, il re delle acque. Ondina fece
salti di gioia. Maremotos iniziò a osservarla e, dopo un attento
esame capì che si trattava di Ondina. Quest’ultima s’inchinò al cospetto di sua maestà e iniziò a pregarlo. Dopo aver pregato, Maremotos le chiese di rialzarsi e le disse: «Ondina tu sei la nostra
unica speranza, trova Cleanwater e salvaci». Ondina chiese a Maremotos qual fosse la strada più veloce per superare il mare. Maremotos alzò le braccia al cielo e separò con un colpo le acque.
In questo modo Ondina e i suoi amici ebbero la strada spianata e
dopo una lunga corsa riuscirono ad attraversare il mare.
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Incontri e sorprese…
Si ritrovarono davanti ad una foresta rigogliosa e piena di alberi.
Ondina e Depurator erano felicissimi e curiosi di sapere cosa si trovasse là dentro e s’inoltrarono all’interno della foresta, dove restarono stupiti ed esterrefatti. La foresta era piena di rifiuti e vicino
alla valle c’era un fiume oramai prosciugato. Ondina era triste anzi,
molto triste e, per consolarsi se ne andò da sola vicina a quel fiume
e disse:
“Acqua fredda e pura
quando ti tocco mi sento sicura.
Acqua che sei importante
tu che scendi dalle montagne
sei la nostra sorella più umile e sincera.
L’unica a essere vera.
Ecco sospira l’acqua, si alza il vento
sul fiume è apparso un bel ponte d’argento
ma l’inquinamento ti sta rovinando
perché nessuno ti sta pensando”.
A queste parole Ondina versò lacrime che cominciarono a scorrere
abbondanti come cascate, e grazie alle sue lacrime, il fiume cominciò a riempirsi di acqua limpida.
Ondina e suoi amici gioirono e per festeggiare fecero tutti un
bagno nel fiume.
Capitolo quarto
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Arrivata la sera i cinque amici si fermarono per riposarsi e si raccontarono delle storie.
Ondina raccontò del suo passato, quando l’inquinamento era arrivato nelle sue acque: «Molto tempo fa, il mio villaggio era uno
dei più tranquilli dell’Antartide. Un giorno gli scagnozzi di Eclantewar ci attaccarono e lentamente ci distrussero. Io, mio padre e alcune persone fortunatamente riuscimmo a salvarci. Io diventai la
regina dell’Antartide e ora mi trovo qui perché ho deciso di salvare
il mondo e il mio villaggio. Da qui è nato il mio nome che mi è stato
dato dal popolo del villaggio:
O= organizzazione
N= naturale
D= dell’antiI = inquinamento
N= nell’
A= acqua».
Cate Matt e BigTonio rimasero commossi da questa storia.
Dopo un po’ se ne andarono a dormire.
Durante la notte Ondina si svegliò dopo aver avuto un incubo terribile, aveva sognato che Eclantewar la spiava e seguiva tutti i
suoi movimenti... Ma era davvero solo un sogno?
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Incontri e sorprese…
CAPITOLO QUINTO
Sogno o realtà?
Dopo la notte insonne e tormentata dal terribile incubo Ondina,
temendo che il suo sogno divenisse realtà, insieme ai suoi amici
decise di allontanarsi addentrandosi nella foresta. Questa era
sporca, inquinata, buia e tenebrosa. Le radici degli alberi si contorcevano ostacolando il passaggio e le foglie sembravano ricoperte da un velo scuro; una melma vischiosa fece scivolare Ondina
su un mucchio di rifiuti. Nel tentativo di rialzarsi, vide davanti a sé
un ragazzo dagli occhi cerulei e dai modi gentili che l’ aiutò a rimettersi in piedi. Il ragazzo le fece un bel sorriso che la indusse a
fidarsi di lui e si presentò dicendo:
«Salve! Sono Marek».
«Ciao, io sono Ondina».
Tra i due ci fu un’immediata intesa ma Ondina ignorava le sue intenzioni…
Marek le spiegò che si era perso nel bosco così Ondina, accecata dal suo fascino, lo invitò a proseguire con loro, nonostante
gli altri fossero dubbiosi. Dopo aver raccontato la sua storia,
Marek incitò Ondina a parlare di sé e delle sue intenzioni. Cammi-
38
Sogno o realtà?
nando si fece notte fonda e gli amici si fermarono per riposarsi un
po’. Assicuratosi che tutti stessero dormendo, Marek silenziosamente si allontanò. All’alba BigTonio, sentendo un certo languorino, si svegliò e fece una terribile scoperta: Marek era scomparso.
In preda all’agitazione chiamò tutti gli altri e comunicò loro l’accaduto, così iniziarono a formulare delle ipotesi su ciò che era
successo…
Dopo circa un’ora Marek ritornò dai suoi amici con dei succulenti
panini in un cesto. Matt, Cate e Depurator continuarono ad avere
dei dubbi su di lui mentre Big Tonio, conquistato dagli appetitosi
panini, prese le sue difese insieme ad Ondina, ormai invaghita di
lui.
I ragazzi si divisero e iniziarono a litigare:
«Ondina, ma come facciamo a fidarci di un ragazzo che conosciamo appena?» le sussurrò Cate all’orecchio ma Ondina, contrariata dai dubbi dell’amica ribatté dicendo: «Io mi fido di lui e
dovreste farlo anche voi! Basta, non voglio più tornare sull’argomento». Detto questo i ragazzi mangiarono tutti insieme, ma tra
loro si avvertivano forti tensioni. Dopo la colazione decisero che
era arrivato il momento di proseguire il loro viaggio, avvicinandosi,
però, sempre più al rifugio di Eclantewar…
Capitolo quinto
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Arrivò la sera e sfiniti si addormentarono sotto un albero. Durante
la notte furono disturbati da inquietanti e spaventosi rumori; Big
Tonio, udendo un urlo femminile si svegliò ma credendo che fosse
un sogno, si girò e si riaddormentò.
Anche per Ondina non fu una notte tranquilla: infatti, poco prima
che BigTonio si svegliasse, fu brutalmente rapita da Eclantewar
con l’aiuto di Marek, la sua fedele spia. Ondina, sconfortata per
il tradimento e afflitta dalla solitudine, cadde in un sonno profondo
sperando che tutto ciò che stava accadendo non fosse realtà.
La mattina seguente non sapeva dove si trovasse. Evidentemente
durante la notte avevano viaggiato, probabilmente erano arrivati
in alta montagna: si avvertiva dal freddo che gelava le ossa e
dalle mura innevate dei ruderi del vecchio castello in cui era rinchiusa. Questo era immenso, in parte distrutto, spettrale, con lunghi
corridoi e altissime torri.
Nel frattempo Eclantewar, intento a bere un bicchiere di ottimo
vino, stava escogitando un metodo per estorcerle tutte le informazioni utili per il suo crudele piano. Non ebbe però il tempo di riflettere poiché uno dei suoi seguaci, un topo mutante e dal cattivo
odore, lo informò dell’evasione di Ondina, rinvigorita dalla neve
che la circondava. Il malefico essere, anch’esso mutato in topo
40
Sogno o realtà?
dalla spazzatura radioattiva, rimase attonito per la notizia e in
preda ad un impeto di rabbia emise un urlo furioso e decise immediatamente di sguinzagliare il suo esercito per ritrovarla.
Alle prime luci dell’alba i ragazzi, uno dopo l’altro, iniziarono a
svegliarsi e immediatamente si accorsero dell’assenza di Ondina
e di Marek e nella loro mente s’insinuò un brutto presentimento. In
preda al panico cominciarono a cercarli per tutto il bosco chiamandoli a squarciagola, senza ricevere alcuna risposta.
Cercando per ore Ondina e Marek nel bosco, decisero all’unisono
di lasciarlo e incamminarsi verso nord, nella speranza di ritrovare
la loro amica che, probabilmente, era stata rapita da Eclantewar
con l’aiuto di Marek.
Durante il difficile cammino con il cibo che scarseggiava e le condizioni climatiche per niente favorevoli, ormai stremati, riuscirono a
trovare una soluzione. Depurator, essendo stato progettato anche
per il trasporto di rifiuti, fu attivato da Cate e si trasformò in un
mezzo volante che offrì agli amici umani un viaggio abbastanza
confortevole finché, come tutte le macchine, Depurator ebbe bisogno di carburante e si ritrasformò in un normale robot. Grazie al
suo aiuto erano riusciti ad arrivare nei dintorni di Torino. Per rifornirsi
Depurator aveva bisogno di eliminare delle scorie che potevano
Capitolo quinto
41
trovarsi nell’acqua o nei rifiuti, così cominciarono a rovistare nelle
strade buie della città e nei bidoni pubblici. Completato il rifornimento, i ragazzi si incamminarono per cercare l’amica nella
enorme città. Nello stesso momento, Ondina continuava a vagare per i monti innevati pensando a tutto quello che era successo: il rapimento e l’orrendo piano che aveva udito attraverso
le mura del castello; adesso tutto sembrava così lontano per lei
che cercava di dimenticare e guardare oltre. Quella mattina, infatti, prima di riuscire a trovare il passaggio sotterraneo per evadere dal castello, aveva udito il suo rapitore, Eclantewar, dire
alla sua spia che aveva intenzione di impadronirsi del mondo
sfruttando i poteri di Ondina e Cleanwater.
Intanto i ragazzi, continuarono a camminare, fino a girare tutta
la città e ripresero il volo su Depurator che li condusse fino ai
piedi delle Alpi. Il morale era a pezzi, i ragazzi avevano perso
le speranze di ritrovare Ondina, quando sprofondarono in un
tunnel nascosto dalla neve.
Lo percorsero per circa un’ora, quando videro una forte luce
provenire dal fondo della galleria. BigTonio iniziò a correre e finalmente trovò l’uscita. Quando gli amici lo raggiunsero, notarono un grosso masso bianco posto su un fianco della galleria.
42
Sogno o realtà?
Cate e Matt, incuriositi, si avvicinarono e notando una scritta
iniziarono a leggere:
“Attenti avanzerete,
aguzzi apici avvisterete,
attenti avanzerete,
altrimenti all’aldilà andrete...”
Capitolo quinto
43
CAPITOLO SESTO
Un viaggio faticoso
Si fece sera, i ragazzi leggevano e rileggevano la scritta… cercavano di interpretarla. Chissà a cosa si riferiva la rima trovata
vicino al masso bianco! Si guardarono negli occhi e valutarono se
la decisione di partire alla ricerca di Ondina fosse stata ben ponderata. Chissà dove si trovava quel piccolo essere… se aveva
paura, se qualcuno, forse Eclantewar la teneva prigioniera. Erano
tanti i se e i ma… alla fine i ragazzi decisero di partire. BigTonio
aveva fame, chiedeva ai suoi amici di fare un salto in qualche distributore automatico di cibo, tanto in voga in quel periodo. Dopo
una breve dormita sui sedili di Depurator, i ragazzi si svegliarono
di primo mattino e decisero di ripartire, ma il motore non si avviava.
«Dai Depurator ce la puoi fare!» gridarono all’unisono i ragazzi.
«Forza!» Depurator intimidito e spaventato dal fatto che non si ricordava come far ripartire i suoi motori cominciò a sudare
freddo…. Toooommm Toooooommm bruuummm…bruuummmm finalmente Depurator mise in moto tutti i motori e i ragazzi esultarono di
gioia.
«Che bello! Finalmente si parte!» gridò Cate.
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Un viaggio faticoso
I ragazzi salirono a bordo e Depurator decollò. Erano tutti felici
perché non vedevano l’ora di ritrovare Ondina, soprattutto Matt.
Con i visi appoggiati ai finestrini, vedevano scorrere sotto i loro
occhi il panorama. Tutto a un tratto un’enorme macchia scura attirò
l’attenzione del gruppo. Davanti al loro sguardo si presentò uno
spettacolo che sicuramente non avrebbero mai dimenticato: accanto a una spoglia isola vi era un enorme rudere metallico. Era
la Costa Concordia, ormai ridotta a una carcassa di color bronzo
che luccicava sotto il sole come un trofeo in mezzo al mare, testimone di una grave tragedia che nel lontanissimo anno 2012
aveva colpito la popolazione italiana e che aveva scosso le coscienze del mondo, avendo causato un gravissimo inquinamento
marino che aveva determinato la scomparsa di tutti gli abitanti
dell’ isola del Giglio.
«Che tristezza!» disse Cate a BigTonio. «L’uomo non ha capito che
deve rispettare e prendersi cura del suo ambiente, deve curare la
qualità dell’aria, rispettare il mare e i suoi abitanti!»
Volarono ancora per un’ora e mezzo e dall’alto videro “a muntagna”, come viene chiamata da ogni siciliano che si rispetti, il bello
e imponente Etna col suo cratere centrale fumante. Poco dopo
avvistarono Ondina rincorsa da Eclantewar e dal suo seguace.
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Capitolo sesto
«Ecco Ondina!» gridò Matt «Atterriamo subito, atterriamo la dobbiamo salvare!»
Ondina correva su una spiaggia deserta e rocciosa, il mare era
nero con lunghe sfumature verdi: erano lunghissimi filamenti di
alghe. Sul mare nero galleggiavano numerosi pesci morti.
Atterrarono su una piccola spiaggia: erano arrivati sull’isola di Panarea, un tempo isola lussureggiante e meravigliosa, meta turistica
ambita da tutti gli abitanti del mondo. Le acque del suo mare
erano cristalline, attraverso le quali si potevano ammirare i fondali
e i meravigliosi pesci colorati che nuotavano felici. La sera gli abitanti dell’isola erano coccolati dal suono melodioso del martin pescatore, ospite per tanto tempo sui rami degli alberi a strapiombo
sul mare… e ora… non si udiva un uccello cantare, il mare era
nero e pieno di alghe, i pesci galleggiavano morti per il troppo inquinamento delle acque, al posto degli alberi c’era solo una discarica abusiva. Che orrore…
«Ondina» chiamò Matt a voce alta tanto da risuonare in mezzo a
quei rifiuti… «Ondinaaaaaaa» continuò a chiamare Matt e con un
dito indicava in fondo alla spiaggia. I ragazzi si voltarono nella direzione indicata da Matt e videro Ondina che scappava. Iniziarono a inseguirla. La rincorsero un bel po’, ma invano. Alla fine gli
46
Un viaggio faticoso
amici stremati si fermarono accanto a quella che una volta doveva essere una delle piazze più belle del mondo e si guardarono
nei volti stanchi e tristi… di Ondina non c’era neanche l’ombra…
BigTonio, intanto, aveva ricominciato ad accusare i morsi della
fame.
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Capitolo sesto
CAPITOLO SETTIMO
Un’avventura tra monti e mari...
Gli amici attraversarono lo Stretto di Messina e, continuando a
camminare in cerca di cibo, si persero tra le montagne, arrivando
in un posto chiamato “A’ Funtana Vecchia” e, dirigendosi verso
questa fontana, incontrarono H2O un’amica di Ondina alla quale
spiegarono la sua storia e quel che le era successo. H2O decise
di portarli alla ricerca di altri posti inquinati per migliorare le condizioni ambientali. Poiché stava calando la notte H2O decise di
farli fermare in questo paesino di nome Petina, in provincia di Salerno. Arrivarono nel bel mezzo della Sagra delle Fragoline di
Bosco e, mentre i petinesi portavano un’enorme crostata di fragole, BigTonio attratto dall’odore, si precipitò a mangiarla e,
dopo una bella scorpacciata, andarono tutti a dormire in una
casa abbandonata. Il giorno dopo s’incamminarono verso Napoli
e, grazie ad H2O, che si trasformò in un elicottero, arrivarono nella
splendida città. Camminando per Napoli giunsero in un quartiere,
dove trovarono rifiuti sparsi ovunque. Durante il cammino arrivarono sul lungomare e videro che era tutto inquinato a causa delle
petroliere che rilasciavano il petrolio nelle acque, modificando
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Un’avventura tra monti e mari...
l’ecosistema. H2O, vedendo il mare inquinato, disse ai suoi amici:
«L’inquinamento dell’acqua è ogni cambiamento chimico, fisico o
biologico nella qualità dell’acqua che ha un effetto nocivo su
chiunque la beve o la usa o vive in essa. Quando gli esseri umani
bevono acqua inquinata, ciò ha spesso effetti seri sulla loro salute.
L’inquinamento dell’acqua può anche renderla inadatta per l’uso
voluto». Matt rispose: «Ma oltre che dall’uomo l’acqua è inquinata
anche da batteri, virus, protozoi e vermi parassitici che vivono
nelle fognature e nell’acqua stagnante e che arrivano direttamente nel mare, inquinandolo». E Depurator aggiunse: «L’inquinamento dell’acqua è causato solitamente da attività umane: diverse
sorgenti artificiali contribuiscono all’inquinamento dell’acqua. Ci
sono due tipi di sorgenti, puntuali e non puntuali. Le prime scaricano le sostanze inquinanti in punti specifici all’interno di condutture o fognature nell’acqua di superficie. Le sorgenti non puntuali,
invece, non hanno un singolo luogo di scarico».
A un certo punto i ragazzi videro in lontananza un robot che cercava di rimuovere i rifiuti dall’acqua. I ragazzi, incuriositi, gli andarono incontro e Cate gli chiese: «Chi sei? Cosa stai facendo? Stai
cercando di ripulire l’ acqua da questo orrore che ha causato
l’uomo?». E il robot rispose: «Mi chia-mo Sul-Fur e sto ri-pu-len-do
49
Capitolo settimo
il ma-re! An-che vo-i sie-te qui per que-sto?» Matt rispose: «Sì,
siamo qui per salvare l’ambiente e stiamo anche cercando la nostra amica Ondina, una ragazza dalla pelle blu, per caso l’hai
vista?»
Sulfur, temendo che i ragazzi potessero sospettare di lui disse: «Sì,
pri-ma po-te-te a-iu-tar-mi a ri-pu-li-re il ma-re?» I ragazzi iniziarono
ad aiutare il robot ma un tornado li colse di sorpresa trasportandoli in America allontanandoli dall’Africa dove Eclantewar teneva
prigioniera Ondina…
50
Un’avventura tra monti e mari...
CAPITOLO OTTAVO
Seguendo una nuova speranza
I ragazzi rimasero a lungo svenuti dopo il rocambolesco atterraggio nella Foresta Amazzonica che, da polmone verde della Terra,
ormai si andava riducendo, assediata da desolazione e sporcizia.
Si ripresero a fatica, ma la visione di quel posto ancora incontaminato e di quella pioggia calda di sole, diede loro la forza di
rialzarsi. Trovarono dei frutti che mangiarono di gusto, assaporando delizie che ormai non ricordavano più.
Tirarono fuori dai loro zaini le borracce per fare provvista d’acqua
da una sorgente che sgorgava lì vicino.
Era acqua trasparente, pura e cristallina. I ragazzi la bevvero
avidi, ne avevano dimenticato il vero sapore. Intorno tutto era
così bello, così verde da non riuscire a crederci, sentivano rinascere in loro la speranza e il coraggio ormai persi.
«L’acqua è buona, importante e indispensabile, non dobbiamo
scoraggiarci, dobbiamo continuare a cercare Cleanwater» disse
Cate.
«Sapete che vi dico. Cate ha ragione, del resto il mondo siamo
noi! Ed io voglio fare di tutto affinché ritorni a essere un luogo stu-
52
Seguendo una nuova speranza
pendo, vivibile, pieno di pace e di armonia» aggiunse Matt. Poi
continuò: «Ehi Cate, lo so che sei preoccupata per Ondina, ma
pensa se lei adesso ti vedesse! Ti direbbe di non stare giù e di custodire la nuova speranza che è in noi».
Cate guardò felice i suoi amici: «Grazie, Matt. Hai ragione. Facciamo scorta d’acqua e partiamo alla ricerca di Ondina».
La ragazza si perse nei suoi pensieri: “Acqua, Ondina; fanciulla,
cristallina“.
“Ti troverò, amica mia!” giurò a se stessa.
Trepidanti si prepararono a partire, l’unico a lamentarsi era BigTonio che aveva lo stomaco vuoto e voleva cercare ancora qualcosa da mangiare. Gli altri premevano per partire al più presto,
quando all’improvviso videro una luce che si avvicinava e in essa
uno strano omino, con una barbetta bianca. Indossava una tunica
di un azzurro sbiadito e reggeva tutto il suo peso su un rozzo bastone.
«Chi sei? Sta lontano da noi!» sbottò BigTonio.
«Non preoccupatevi, sono vostro amico! Sono rimasto prigioniero
in questa foresta, ultima fonte di vita del pianeta, e sono disperato
al pensiero che nessuno faccia più nulla per salvare il mondo. Il coraggio e la speranza che ho sentito rinascere in voi mi hanno re-
53
Capitolo ottavo
stituito forza ed energia» pronunciò con enfasi queste parole e
poi chiese: «Avete mai incontrato una leggiadra ragazza dalla
pelle blu?»
«Se l’abbiamo incontrata? È una nostra cara amica, ma non sappiamo più dove sia e siamo qui per cercarla».
«Allora andiamo! Insieme la ritroveremo».
Queste furono le sue ultime parole, poi quello stranissimo e arzillo
vecchietto iniziò a correre tanto velocemente che i ragazzi non
riuscivano a stargli dietro.
Arrivarono poco dopo in una piccola radura verde e alberata
che emanava odori inebrianti. BigTonio chiese: «Dove siamo?»
«In un posto dove il sole arriva allegro a colpire la Terra con i suoi
raggi, dove l’acqua sgorga pura e gli alberi generano fiori profumati e frutti gustosi» spiegò il vecchio.
In quel paradiso Cate pianse, pensando che Ondina sarebbe
stata felicissima di essere lì con loro, in quella Natura incontaminata che non conosceva inquinamento.
Il vecchio la rincuorò, promettendole che tutto sarebbe finito
bene.
«Ora dobbiamo fermarci, mangeremo qualcosa. Sei d’accordo
BigTonio?» propose il vecchio.
54
Seguendo una nuova speranza
Scosse un grande albero dal quale caddero frutti di un vivacissimo
rosso rubino.
«Mangiate, stanotte ci fermeremo qui».
Tutti obbedirono, ingoiando quanti più frutti riuscivano; finché,
spossati dalla fatica del viaggio, si assopirono.
Matt e Cate, invece, faticarono ad addormentarsi, perché pensavano alla loro amica scomparsa.
Il giorno seguente il gruppo si svegliò di buon’ora e, dopo una frugale colazione, chiesero al vecchio di cominciare la ricerca di
Ondina.
«Seguitemi!» fu l’unica risposta.
L’omino ricominciò a correre. Dopo una grande spianata coperta
da erba tenera, giunsero a una sorgente limpida.
«Eccola!» disse il vecchio indicando un laghetto ai suoi piedi.
«Stai scherzando!» esclamò Matt, alquanto confuso.
«Sei matto! Ci hai fatto perdere tempo! Andiamo ragazzi!» concluse BigTonio.
Stavano per andarsene, quando... «Amici, aspettate».
Tutti si voltarono chiedendosi chi fosse stato a parlare. «Sono io,
Ondina».
«Ondina!?» fece Cate, commossa.
55
Capitolo ottavo
Più volte la ragazza cercò di riabbracciare l’amica ritrovata, ma
invano: solo l’acqua incrociò le sue mani e bagnò le sue braccia.
La sua amica ora era lì, tanto vicina, ma tanto irraggiungibile.
«Amici, vi ringrazio per tutto l’impegno che avete profuso per sostenere la mia causa. Io ero acqua ed acqua sono ritornata, ora
sono felice! Gli orrori di cui siete stati testimoni vi hanno reso consapevoli che non si può più aspettare. Bisogna agire. Cercate
Cleanwater, lui è l’unica possibilità di salvezza. E tu, Cate, non
stare in pena per me, ti prometto che io sarò sempre con voi».
«Anche noi lo promettiamo! Tu sarai sempre nei nostri cuori, sarai
la nostra ragione di vita!» risposero in coro.
«Un’ultima cosa!» aggiunse Ondina «Ricordate che nella vita c’è
sempre una speranza, anche quando sembra che non ci sia più
via di scampo. Ora addio, ricordatevi sempre di me!»
«Addio... » fece in tempo a sussurrare Matt. Poi il profilo bluastro di
Ondina scomparve.
Gli amici non riuscivano a guardarsi. Rimasero a occhi bassi, tristi
e silenziosi.
Il vecchio ruppe quel silenzio commosso: «Ora siete pronti! Gli orribili luoghi che avete percorso prima di arrivare qua vi hanno insegnato che si deve andare avanti. Non tutto è perduto ed
56
Seguendo una nuova speranza
insieme riusciremo a salvare il mondo. È giunto il momento di svelarvi la mia vera identità».
Il vecchio si librò in volo, lieve come una libellula, si spogliò della
sua tunica e rivelò la sua vera forma: un uomo ancora giovane e
vigoroso che emanava una luce azzurrina.
«Cleanwater!» urlò Cate.
Rimasero tutti senza parole, ma Cleanwater esortò: «Andiamo! La
nostra missione ci aspetta, insieme sconfiggeremo l’inquinamento e
salveremo la Terra! Ricordate le parole di Ondina “Nella vita c’è
sempre una speranza” ».
57
Capitolo ottavo
CAPITOLO NONO
Il galateo dell’acqua pulita
Mentre i ragazzi riflettevano sulle parole di Ondina, Cleanwater
disse: «Non perdiamo tempo, abbiamo ancora una missione da
portare a termine». E creò una bolla d’acqua gigante che, trasportata dal vento, accompagnò i nostri amici in Antartide, la terra
del padre di Ondina.
Lungo il viaggio, però, uno scagnozzo di Eclantewar, malvagio
come il suo padrone, bucò la bolla e i ragazzi caddero in acqua
non molto lontano dalla costa, che raggiunsero a nuoto spinti da
Ondina, che non li aveva mai persi di vista.
Appena approdati, videro proprio in quel punto i resti di uno strano
tempio. Cleanwater esclamò: «Questo posto non mi è nuovo! È ciò
che rimane del sacro tempio costruito dagli antenati di Ondina e,
se la memoria non mi inganna, ne conosco i passaggi segreti».
Affidandosi al loro saggio amico, i ragazzi raggiunsero una botola,
dalla quale proveniva una luce soffusa: entrarono cautamente in
una grande stanza e al centro videro una vecchia e polverosa
scatola luminosa. Cleanwater si fece avanti e la aprì; sussultò per
la sorpresa ed esclamò: «Qui ci sono i segreti e le armi per scon-
58
Il galateo dell’acqua pulita
figgere Eclantewar: finalmente li abbiamo trovati!» Presi dalla curiosità, tutti esaminarono il contenuto della scatola e vi trovarono:
uno spazzolone, una pistola d’acqua pura e un manoscritto in cui
era rivelato il segreto per sconfiggere Eclantewar “Se la Terra volete salvare, Eclantewar dovete lavare”.
BigTonio, allora, esclamò: «Quindi per sconfiggerlo dobbiamo pulirlo!»
Cate aggiunse: «Ma perché non ci abbiamo pensato prima!»
I ragazzi uscirono dal tempio e ritornarono in acqua per proseguire
il loro viaggio. Depurator, galleggiando sulle onde, li trasportò
sopra di sé.
Passò un lungo tempo, durante il quale i sei amici si prepararono
per la battaglia. La temperatura diventava sempre più fredda e,
all’improvviso, comparve un’enorme nuvola, nera come la pece,
che li circondò.
Cate urlò: «Che cos’è?»
Cleanwater rispose: «Quella nuvola trasporta gli scagnozzi di Eclantewar da tutte le parti del mondo! Siamo arrivati in Antartide!»
I ragazzi si fecero coraggio e andarono all’attacco, ma poi si fermarono impauriti per il numero di nemici che stavano lentamente
avanzando verso di loro. Cleanwater, allora, invocò l’aiuto di OnCapitolo nono
59
dina: l’Acqua creò di nuovo una bolla gigante, che intrappolò e
ripulì alcuni nemici. Altri malvagi tornarono all’attacco, mentre Cleanwater ed Eclantewar si cercavano per sfidarsi.
«Non mi sconfiggerete, amici della natura!», disse Eclantewar
Cleanwater rispose: «Vediamo se resisti a questo!»
A quel punto prese lo spazzolone e la pistola trovati nella scatola
e li utilizzò contro Eclantewar che, completamente ripulito, perse il
suo potere malvagio. Dopo di lui si arresero anche i suoi scagnozzi.
Inaspettatamente l’ex nemico disse: «Grazie per avermi liberato
dalla sporcizia che mi aveva fatto diventare cattivo. Ora sono
buono e tutti insieme, se volete, potremo ripulire il mondo grazie al
“Galateo dell’acqua pulita”, che tenevo nascosto. Seguitemi, ve
lo mostrerò».
I ragazzi, diffidenti ma incuriositi, lo seguirono fino a quando videro
di fronte a loro un grande libro, che si trovava su un leggio di puro
cristallo. Solo a quel punto si resero conto di trovarsi in un’ampia
sala con il soffitto di acqua limpida e lucente. Sulla copertina si
leggeva: “L’acqua: passato, presente e futuro”.
Cate esclamò: «Di questo libro me ne parlava sempre la mia
mamma, è il “Galateo dell’acqua”, in cui sono nascoste le regole
per tenerla pulita”».
60
Il galateo dell’acqua pulita
A queste parole il libro iniziò a recitare:
“Mi avete inquinata,
e così facendo anche sprecata!
Non mi sono divertita
a non essere pulita.
Gli uomini stanno per morire,
perché di me non si possono servire.
Tanto non me ne importa più niente
solo delle industrie si è preoccupata la gente!”
Big Tonio disse: «Bella scoperta! Lo sappiamo già! Siamo qui per
scoprire le norme che ci aiuteranno a farti tornare pura».
Il libro si aprì per rivelare loro i segreti dell’acqua e Cleanwater iniziò a leggere: «Le regole principali sono quelle delle tre ESSE: non
Sprecarmi, non Sporcarmi, non Sottovalutarmi. Poche e semplici regole che, se rispettate, rendono il mondo migliore»
«Mancano delle regole importanti!» esclamò BigTonio.
«Ah, sì? Quali?» chiese perplesso Matt.
«Non c’è scritto come usare l’acqua in casa! E questo è importantissimo».
Quando il grosso ragazzo finì di parlare, una penna azzurrina uscì
dal libro, pronta a scrivere quello che i ragazzi avrebbero detto.
Capitolo nono
61
“Riutilizzare l’acqua della pasta per lavare i piatti!”
“Innaffiare le piante con acqua non potabile!”
“Non scaricare rifiuti tossici nel mare”.
“Non stare troppo sotto la doccia”.
“Usare l’acqua potabile solo per bere”.
A quel punto il libro si chiuse e i ragazzi decisero di farne milioni
di copie da spedire per il mondo, così che l’acqua, la Terra e la
vita potessero essere salvate.
Bip, bip, bip.
«Ma cosa stai facendo Depurator?» disse BigTonio «Stai forse preparando un panino con prosciutto e formaggio?»
«No, sto chiamando i miei parenti per aiutarci a pulire la Terra» rispose Depurator.
«Buona idea!» esclamarono gli altri in coro.
I ragazzi decisero, allora, di attendere gli aiuti, riposandosi un
poco su un lastrone di ghiaccio ai lati della grande sala dal soffitto d’acqua limpida.
Non passò molto tempo che arrivarono ventiquattro robot: vecchi,
giovani, maschi e femmine. Matt raccontò loro tutto ciò che era
successo e aggiunse: «Cari amici, venite con noi: dobbiamo stabilire un piano per ripulire e salvare la Terra».
62
Il galateo dell’acqua pulita
Incominciarono a confrontarsi sui problemi riguardanti l’inquinamento e decisero di dividersi in gruppi, uno per ogni continente,
per far conoscere a tutti le regole del “Galateo dell’acqua pulita”.
L’indomani i gruppi partirono, utilizzando i robot come mezzo di
trasporto, e tutti si presero l’impegno di trovare un modo per diffondere il “Galateo dell’acqua pulita”, affinché fosse condiviso
da tutti i popoli della Terra.
Capitolo nono
63
CAPITOLO DECIMO
L’acqua è vita
che scorre tra le dita
Mentre sorvolavano le acque dell’ Antartide a bordo di Idrantilus,
il nonno di Depurator, BigTonio, Matt e Cate pensarono che fosse
giunto il momento di responsabilizzare i grandi della Terra affinché
si adoperassero a risolvere i gravi problemi che affliggevano il pianeta.
Era necessario andare sulla Luna e persuaderli a tornare su quello
che, un tempo, veniva chiamato il pianeta azzurro.
A un tratto i ragazzi scorsero un iceberg, che andava alla deriva
e si stava sciogliendo, a causa dell’effetto serra. Sul ghiaccio si
scorgeva una figura umana, vestita di rosso, che, agitando le braccia, chiedeva insistentemente aiuto. Incitato dai ragazzi, Idrantilus
fece uno spettacolare atterraggio sul ghiaccio e tutti si meravigliarono quando si resero conto che lo strano personaggio dalla
barba e dai capelli bianchi era Babbo Natale. Disperato egli
chiese aiuto a Cate, Matt e BigTonio per riparare la sua slitta, che
era andata in frantumi durante una tempesta di piogge acide. BigTonio offrì una mela gustosa a Babbo Natale, per consolarlo di ciò
che gli era accaduto, Cate, presa la valigetta del Pronto Soc-
64
L’acqua è vita che scorre tra le dita
corso, cominciò a medicare le renne ferite e Matt, in poco tempo,
riparò, con la supercolla, che aveva trovato nel tempio in Antartide, la slitta, che si rivelò il mezzo più veloce e più comodo per
proseguire il viaggio verso la Luna. Babbo Natale, riacquistato il
suo proverbiale buon umore, si mise alla guida e, spronate le renne,
s’inoltrò nello spazio. La slitta incontrò, durante il tragitto, qualche
turbolenza, ma, anche grazie alla stazza di BigTonio, questa mantenne stabilità e approdò sulla Luna. I grandi della Terra risiedevano in un albergo a otto stelle, posto in una grande conca, in cui
fluiva acqua cristallina e dove potevano avere ogni comfort, lontani da ansie, problemi e preoccupazioni relative all’inquinamento
e al degrado terrestre. Al vedere questo, i ragazzi si indignarono
e attirarono l’attenzione dei presenti amplificando la loro voce,
grazie a un potentissimo impianto, che era nella hall, presero la parola: «La Terra è un immondezzaio: ci sono rifiuti ovunque!» esordì
Cate.
«Le acque dei mari e quelle dei fiumi sono inquinate: sono scomparsi i pesci, le piante muoiono, i fiori non sbocciano più…» continuò Matt.
«L’aria è diventata irrespirabile a causa dei gas tossici che si mischiano al tanfo emanato dai rifiuti!» concluse Big Tonio.
Capitolo decimo
65
66
«Uomini potenti, basta nascondervi, avete una responsabilità: aiutateci a salvare la Terra!» gridarono in coro i ragazzi. A un tratto,
come se si fossero svegliati da un lungo sonno, alcuni tra i presenti
si sentirono spinti a seguire l’esortazione dei tre. Barak One, uomo
politico di fama internazionale, si disse deciso a tornare sulla Terra
e a impegnarsi per salvarla. Insieme a lui si dichiararono pronti a tornare a casa il finanziere Paperonius, il papa Francesco X e il più
grande scienziato di tutti i tempi, il mitico Mario Bros.
«Un momento!» disse BigTonio «Non ci stiamo tutti sulla slitta…» .
«Non preoccuparti», rispose Barak. «Viaggeremo in comode bolle
lanciate direttamente in orbita dalla base spaziale di cui è dotato
l’albergo: leggere, veloci, trasparenti ci permetteranno anche di
controllare dall’alto la situazione della Terra per rilevarne le zone
critiche al fine di poter intervenire efficacemente per risanarle». Le
bolle spaziali partirono rapidamente, una dopo l’altra, e, nel corso
del viaggio verso New York, la città dove si era deciso di organizzare il meeting, durante il quale si sarebbero trovate soluzioni concrete per riportare il pianeta alla sua originaria bellezza,
Paperonius, Francesco, Barak e Mario volarono sopra l’Africa, dove
il deserto avanzava inesorabilmente. Da lì si spostarono in Russia,
la cui la capitale, Mosca, non lo era più solo di nome, ma anche
L’acqua è vita che scorre tra le dita
di fatto, perché gli antipatici insetti che così si chiamano, si erano
costruiti degli alberghi tra le montagne di rifiuti. Negli Stati Uniti, le
Torri Gemelle erano state ricostruite… in plastica! Amareggiati e
delusi di loro stessi, per aver trascurato una situazione così grave
e non aver agito prima, i grandi della Terra manifestarono la comune volontà di operare per il bene del pianeta e dei suoi abitanti,
andando oltre ogni interesse di carattere personale. Incontratisi
con Cate, Matt e BigTonio decisero sorprendentemente di lasciare
a loro ogni decisione: i giovani sarebbero stati, in questo caso, la
mente, i più anziani il braccio, fornendo risorse ed esperienza.
«Avete entusiasmo, forza e tanti ideali. Ci avete scossi dal nostro
torpore: è giusto che concludiate voi questa missione. Noi faremo
ciò che ritenete sia opportuno» disse loro Francesco X.
Investiti di questa nuova ed entusiasmate responsabilità, Matt,
Cate e BigTonio si misero al lavoro per progettare un piano che
potesse sensibilizzare tutti gli abitanti del pianeta al rispetto dell’ambiente e di coloro che lo popolano. I ragazzi diedero compiti
ben precisi a tutti. Barak one fu invitato a parlare a reti unificate e
il suo messaggio ambientalista fu trasmesso su tutte le reti televisive.
Papa Francesco X scrisse un’ Enciclica sulla bellezza e sulla sacralità del creato, riprendendo le immagini e i concetti di un Cantico
Capitolo decimo
67
68
che, tanti secoli prima, aveva composto un Santo suo omonimo.
Paperonius finanziò la spedizione capillare del “Galateo dell’Acqua Pulita” a tutte le famiglie, le scuole, le biblioteche del mondo.
Mario Bros progettò nuovi impianti di depurazione per le acque e
inceneritori ecologici per i rifiuti che, in maniera inaspettata, cominciarono a produrre energia pulita. Nel giro di poco tempo, il
pianeta parve rinascere: il sole splendeva, gli alberi fiorivano, l’acqua scorreva pura e limpida, pareva cantasse e con lei tutti gli
abitanti della Terra:
“L’acqua è la mano aperta
che scorre tra le dita
il tuo gesto un’offerta
che richiama la vita.
Unisci mano a mano
per tracciare un ruscello
l’acqua porta lontano
io mi chiamo fratello.
Siamo tutti fratelli
questo ai grandi diciamo
siamo tutti ruscelli
ci prendiamo per mano”.
L’acqua è vita che scorre tra le dita
APPENDICE
1.Verso il nord
Istituto Comprensivo “G.Verga” di Comiso (RG) – classi I/II/IIIB – I/II/IIIC – I/II/IIIE – I/IIG
Dirigente Scolastico
Caterina Giudice
Docente referente della Staffetta
Elena D’Amato
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Adriano Alicata, Elsa Barone, Elena D’Amato, Mirella Dipietro, Stella Meli
Gli studenti/scrittori delle classi
IB Lucrezia Alfo
IIB Martina Assenza, Antonio Cassibba, Marco Cacciaguerra, Biagio Guastella
IIIB Rachele Cassibba, Gemma Milano, Agnese Modica, Sara Pace
IC Maria Biscotto
IIC Biagio Dierna, Noemi Digiacomo, Chiara Incremona, Federica Lauretta
IIIC Viviana Firrincieli, Beatrice La Terra, Floriana Spiguzza, Doriana Vitale
IE Valeria Dicara
IIE Lucia Barbagallo, Alessia Mezzasalma, Agnese Polizzotti, Giulia Rosella
IIIE Mario Citera, Sofia Meli, Giovanni Potenza
IG Martina Barone
IIG Michele Barone, Elena Meli, Nicoletta Sciortino
Il disegno è di Floriana Spiguzza
Hanno scritto dell’esperienza:
“…L’esperienza di quest’anno è stata più interessante perché scrivere l’inizio di
una storia nuova apre la strada a tante idee però nello stesso tempo è complicato perché uno rischia di immaginarsi anche la fine della storia.
La novità delle regole ci è piaciuta. Siamo stati più veloci a scrivere il capitolo
rispetto all’anno scorso perché sapevamo cosa dovevamo fare...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
2. Come può uno scoglio arginare il mare?
Istituto Comprensivo “Forno Canavese” di Forno Canavese (TO) – classe IIC
Dirigente Scolastico
Daniele Vallino
Docente referente della Staffetta
Paola Cavoretto
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Ugo la Bella
Gli studenti/scrittori della classe IIC
Samuel Bosco, Giulia Braida, Sara Caponegro, Niccolò Careddu’, Edoardo Fassio, Federico Battista Ferrando, Monica Fornetti, Veronica Fortugno, Marco Gagliardo, Daniel Gambalunga, Matteo Gulino, Melissa Kaciu, Gianmaria Filippo
Pergolari, Matteo Reteuna, Ginevra Ronchietto, Amine Sadraoui, Cedric Jean
Sougnini, Jessica Xhafa
Il disegno è di Niccolò Careddu, Sara Caponegro, Filippo Pergolari, Melissa
Kociu
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Abbiamo trovato l’esperienza molto bella, perché ci ha permesso di scrivere
tutti insieme un pezzo di storia. Ognuno ha messo qualcosa di suo, così il libro parlerà anche di noi. Noi che l’abbiamo scritto. Noi che continueremo a leggerlo”.
APPENDICE
3. Eppure il vento soffia ancora
Istituto Comprensivo “Luigi Guercio” di Santa Maria di Castellabate (SA) – classi I/IIB
Dirigente Scolastico
Mario Meloni
Docente referente della Staffetta
Amalia Persico
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Clelia Trione, Vincenza Marotta, Ena Piccirillo
Gli studenti scrittori delle classi
IB - Luigi Amato, Luna Corrado, Alessandra Di Luccia, Luigi Di Sessa, Antonia Giannella, Livio Guariglia, Chiara Izzo, Giuseppe Manente, Andrea Cristina Mantaluta,
Annalisa Marino, Gennaro Mondelli, Mario Nicoletti, Alessandro Paciello, Antonio
Paolillo, Carolina Pascale, Alfredo Pecora, Natale Squillaro
IIB - Miriam Amendola, Sabrina Famà, Mariandrea Fergola, Luigi Grandino, Maria
Grazia La Trecchia, Onorina La Trecchia, Daniela Margiotta, Chiara Russo, Antonio
Sessa, Chiara Tarani
Il disegno è di Maria Andrea Fergola
Hanno scritto dell’esperienza:
“…È stata un’esperienza molto interessante e soprattutto stimolante. Ogni alunno
ha portato la sua idea, il suo contributo per la stesura del capitolo. Si è fatto ricorso
a tutte le conoscenze in loro possesso e acquisite attraverso letture e approfondimenti su testi vari, relativi alle problematiche ambientali del proprio territorio. Esse
sono state rielaborate con il linguaggio dell’immaginario. Ogni alunno ha espresso
la propria fantasia e creatività seguendo le indicazioni dei docenti e i suggerimenti
dell’autore. Inizialmente si è evidenziata una certa timidezza, superata, successivamente, da una graduale motivazione determinata dall’entusiasmo e dalla gratificazione della pubblicazione del proprio lavoro...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
4. Incontri e sorprese…
Scuola Secondaria di Primo Grado “Vittoria Colonna” di Vittoria (RG) – classi IIA –
IIIE/F
Dirigente Scolastico
Emma Barrera
Docente referente della Staffetta
Melania Stracquadaino
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Melania Stracquadaino
Gli studenti/scrittori delle classi
IIA - Giorgia Incatasciato, Jennifer Macca, Carola Statelli, Rosario Bellorofonte,
Chiara Campoforte, Federica Rioni, Salvatore Campo, Giuseppe Barone, Emanuele
Barone, Vincenzo Iapichino, Alex Ruta, Angelo Famà, Samuele Filoramo, Simone Floridia, Emanuele Cilindrello, Cristhian Corbascio, Sharon Sallemi
IIIE - Antonella Biundo, Gabriele Arena, Giovanni Barresi, Elena Alessandrello
IIIF - Emilia Amoroso, Laura Cosentino, Francesco Messineo, Vincenzo Tutino, Giovanni Soave, Salvatore Moscato, Daniele Schilirò
Il disegno è di Alessio Puccio, Matteo Latino
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Con i compagni della nostra classe insieme ad altre classi abbiamo vissuto questa bella esperienza. Il tema del rispetto ambientale è stato interessante e i ha permesso anche di aprire dibattiti in classe molto formativi. Seguendo le indicazioni
dell’autore ci siamo riallacciati ai capitoli precedenti, affascinati dalla storia di Ondina e dei suoi amici. Una stupenda esperienza di scrittura creativa assolutamente
da ripetere!!!”.
APPENDICE
5. Sogno o realtà?
Scuola Secondaria di Primo Grado “Alberto Pirro“ di Salerno - classi IIIE/H
Dirigente Scolastico
Anna Maria Paolino
Docente referente della Staffetta
Antonia Guarino
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Maria Carmela De Caro, Letizia Telesca
Gli studenti/scrittori delle classi IIIE/H
IIIE - Vincenzo Albanese, Jole Barbarini, Claudia Basile, Claudia Chianese, Andrea D’Amico, Mariasole Evangelista, Federica Ferreri, Chiara Gallo, Ludovico
Grieco, Massimo Ernesto Gugliucci, Vincenzo Incutti, Emanuel Adrian Lupu, Caren
Mangino, Simona Manzo, Mattia Orza, Maria Picerno, Chiara Ravallese, Elena
Sabini, Fulvia Santoro, Giovanni Siniscalchi, Niccolò Strelladi, Chiara Tenuta
IIIH - Antonia Alfinito, Leonardo Barroso, Francesco Colangelo, Andrea Colucci,
Antonio Conte, Simone Di Blasi, Renato Giblas, Angelo Mutarelli, Felice Napolitano, Giuseppe Pecoraro Scanio, Eleonora Visone
Il disegno è di Federica Ferreri
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Il laboratorio di Scrittura Creativa propostaci quest’anno è stata una occasione per potersi cimentare in qualcosa a noi sconosciuto, ma che ci ha permesso
di dare sfogo alla nostra fantasia facendoci sentire parte di una realtà nuova e
accattivante. Possiamo dire che siamo contenti del risultato ottenuto, grazie alla
collaborazione delle due classi”.
APPENDICE
6. Un viaggio faticoso
Istituto Comprensivo “Padre Pio Da Pietrelcina” di Ispica (RG) – classe IIA
Dirigente Scolastico
Maurizio Franzò
Docente referente della Staffetta
Antonella Giannone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Antonella Giannone
Gli studenti/scrittori della classe IIA
Emanuela Adamo, Martina Alecci, Francesco Aprile, Marco Aprile, Martina
Calvo, Alessia Carpanzano, Aurora Cocuzza, Angelo Fede, Fabiola Fidelio, Rosalba Fratantonio, Giuseppe Giunta, Oriana Lo Iacono, Patrick Mavilla, Sveva
Palazzolo, Chiara Puglisi, Giuseppe Ricca, Oussama Souguir, Paola Valerini, Mattia Zocco
Hanno scritto dell’esperienza:
“…La partecipazione al secondo anno di staffetta è stata una bella emozione.
Poter proiettarsi nel futuro, facendo un quadro negativo di quello che sarà il
mondo se non ne avremo cura, è stato sicuramente una forte esperienza. Abbiamo voluto parlare, nel nostro capitolo, della Costa Concordia perché è
stato un evento che ci ha toccati molto e saperla ancora laddove ora si trova
è stato per noi voler lanciare un grido di aiuto a tutti… abbiamo voluto dire
che tutti dobbiamo rispettare l’ambiente in cui viviamo: da noi adolescenti ai
nostri nonni e alla nostra classe dirigente! Abbiamo scelto di ambientare il nostro capitolo in Sicilia, la nostra terra che noi amiamo molto e che vogliamo rimanga un’isola bellissima in cui il popolo è legato alle sue tradizioni e ai suoi
luoghi come l’Etna, per noi a Muntagna per antonomasia!!! Abbiamo lavorato
tutti insieme coordinando le idee che fuoriuscivano come fiumi di parole per poi
essere raccolte dalla nostra professoressa...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
7. Un' avventura tra monti e mari...
Istituto Comprensivo “S. Domenico Savio” di Sicignano degli Alburni (SA) – classe IIIC
Dirigente Scolastico
Felice Monaco
Docente referente della Staffetta
Antonietta Casciano
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Antonietta Casciano, Milena Brancaccio
Gli studenti/scrittori della classe IIIC
Emma D’Amato, Maria D’Amato, Giovanni Di Benedetto, Giuseppe Galeri, Antonio
La Regina, Chiara Mansi, Francesco Melchionda, Mario Nigro, Donato Rufrano,
Mimma Rufrano, Roberto Rufrano, Sara Soldovieri, Anna Vignuolo, Luigi Vitale,
Federica Zito, Luigi Zito
Il disegno è di Donato Rufrano, Luigi Vitale, Chiara Mansi, Federica Zito, Mimma
Rufrano, Sara Soldovieri, Emma D’Amato, Anna Vignuolo
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Ciao siamo i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Sicignano sede distaccata di
Petina.
Anche quest’anno abbiamo partecipato alla Staffetta di Scrittura Creativa spinti
dalle nostre insegnanti… è stata un’esperienza straordinaria che ci ha permesso
di scrivere un racconto a più mani.
È stato molto bello e divertente conoscere ragazzi nostri coetanei attraverso la
scrittura.
Questo continuo passaggio da Nord a Sud sicuramente ci ha arricchito culturalmente e ci ha fatto conoscere un’Italia varia e diversificata ma proprio per questo
ancora più affascinante”.
APPENDICE
8. Seguendo una nuova speranza
Scuola Secondaria di Primo Grado “Bonito - Cosenza” di Castellamare di Stabia
(NA) - classi IA/B/C/E/I IIC/D/E/F/I/L/M
Dirigente Scolastico
Maria Giugliano
Docente referente della Staffetta
Marta Murante
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Marta Murante
Gli studenti/scrittori delle classi
IA - C. Farricelli, N. Ferraiuolo, A. Narciso
IB - M. Cascone, R. Di Capua, S.P. Salvato.
IC - F. Di Somma, E. Iaccarino
IE - C. Abbagnale, A. Bruno, B. De Angelis, G. Senigalliesi, C. Zarrella
I I - L. Chirico
IIC - R. Castellano, Cerasuolo, C. Galasso, Porzio, Volpes
IID - S. Cioffi, U. Cuomo, G. Gargiulo, R. Tecola
IIE - L. Ilardi, M. F. Ruscitto, S. Verdoliva
IIF - A. Coppola, G. Di Nocera
II I - L. Longobardi
IIL - G. Betunio, M. Palomba, G. Savarese
IIM - M. Milano
Il disegno è di Alessandra Bruno, Gaia Senigalliesi, Giovanni Di Nocera
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Dopo dieci anni, scrivere per la Staffetta è ancora un momento atteso ed importante per la nostra scuola e per i nostri studenti/scrittori che, pur diversi nel
tempo, sembrano essere sempre gli stessi per l’entusiasmo manifestato ed il desiderio di esprimere idee, emozioni, sentimenti...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
9. Il galateo dell’acqua pulita
Istituzione Scolastica “Abbé J.M. Trevès” di Saint Vincent (AO) – classi IIA/B
Dirigente Scolastico
Paola Cortese
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Elisabetta Ciocca, Giorgio Gay
Gli studenti/scrittori delle classi
IIA – Luca Arieta, Federico Bianchi, Guglielmo Bic, Sylvie Brizzi, Gerard Carlon,
Alessandro Castellini, Ilaria Casula, Soukhaina Chentoufi, Alessia Dellea, Katia
Duroux, Alberto Farina, Roberta Fedele, Matilde Ferrucci, Marco Fontananova,
Nicholas Libralato, Stefania Mazzitelli, Bianca Mereuta, Alessandro Rolando,
Elisa Roncali, Simone Sartore, Guglielmo Triglia, Stèphanie Vitale
IIB - Greta Avati, Marco Campini, Giulio Carmassi, Christopher Dalbon, Gabriel
Ferreira De Farias, Rebecca Flore, Karen Fosson, Anna Gaudio, Andrea Gosetti,
Sarah Herin, Julien Joyeusaz, Kevin Kamberi, Nancy Manno, Davide Mantelli, Federica Mazzone, Marta Miraglia, Simone Neyvoz, Jasmine Petacchi, Nicolò Éignataro, Gilles Roux, Fabio Signorino, Francesca Tornatore, Honorine Zanata
Hanno scritto dell’esperienza:
“…L’attività è stata coinvolgente perchè ha permesso agli alunni di due classi diverse di lavorare insieme, di discutere e di condividere le proprie idee per la
stesura del testo. Inoltre, affinché tutti fossero partecipi, il lavoro è stato suddiviso
in gruppi anche molto piccoli ed ognuno ha potuto così portare il proprio contributo.
Dovendo scrivere il nono capitolo, i ragazzi hanno dovuto incominciare a riflettere anche su come pensavano di concludere la storia e su come il problema
dell’inquinamento debba essere affrontato nella nostra realtà quotidiana.
Scrivere a più mani non è stata un’impresa facile e ha comportato un grande impegno, ma nello stesso tempo è stato un esercizio gratificante e utile anche per
lo sviluppo di competenze relazionali ed umane.
L’esperienza è stata sicuramente positiva e proficua sia per i ragazzi sia per i docenti“.
APPENDICE
10. L’acqua è vita che scorre tra le dita”
Istituto Comprensivo “E. S. Verjus” - Scuola Secondaria di Primo Grado di Oleggio
(NO) – classi IB/IIB
Dirigente Scolastico
Daniela Rossi
Docente referente della Staffetta
Elisa Oberti
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Francesca Ferrazza
Gli studenti/scrittori delle classi
IB – Federico Armellin, Marco Barcarolo, Alessandro Barone, Sofia Bizzo, Alberto
Bosina, Marc Bronzini, Daniele Comi, Giada Crenon, Andrea Croci, Andrea Melone, Corrado Parisi, Desilda Ribaj, Yuri Salvato
IIB – Federico Barcarolo, Alessia Castini, Mattia Comazzi, Eleonora Cortese,
Marco Farris, Erika Fera, Giulia Mantovan, Andrea Alessandra Massara, Domenico
Orlando, Carlotta Rondonotti, Jasmine Singh, Edoardo Vanoli, Elisa Zenone
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INDICE
Incipit di SALVADORE AQUILINO ..................................................................pag
14
Cap. 1 Verso il nord ................................................................................................»
18
Cap. 2 Come può uno scoglio arginare il mare? ........................................»
24
Cap. 3 Eppure il vento soffia ancora ..............................................................»
30
Cap. 4 Incontri e sorprese… ..............................................................................»
34
Cap. 5 Sogno o realtà? ........................................................................................»
38
Cap. 6 Un viaggio faticoso ................................................................................»
44
Cap. 7 Un’avventura tra monti e mari...............................................................»
48
Cap. 8 Seguendo una nuova speranza ........................................................»
52
Cap. 9Il galateo dell’acqua pulita ..................................................................»
58
Cap. 10 L’acqua è vita che scorre tra le dita..............................................»
64
Appendici ..................................................................................................................»
70
Finito di stampare nel mese di aprile 2013
da Industria Grafica Campana Srl di Agropoli (SA) Italy
ISBN 978-8897890-60-7
Verso il nord
Come può uno scoglio arginare il mare?
Eppure il vento soffia ancora
Sogno o realtà?
Un viaggio faticoso
Un’avventura tra monti e mari.
Seguendo una nuova speranza
Il galateo dell’acqua pulita
L’acqua è vita che scorre tra le dita