Capolinea Prima fermata: Roberto apre la portina a due donne

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Capolinea Prima fermata: Roberto apre la portina a due donne
Autore: Andrea Peters
Titolo: Capolinea
Prima fermata: Roberto apre la portina a due donne: «C’è
posto solo per una di voi». Le due si guardarono un po’
perplesse. «Prendo te» prosegue indicando la ragazza alla
sua destra, «perché hai l’ombrello e c’è aria di pioggia».
Le due capiscono che l’autista sta scherzando e salgono.
«Prossima fermata, mercato civico!» urla Roberto così che
la sua voce arrivi nitida fino alla coda del bus.
Seconda fermata: «Dove dovete andare, ragazzi?» chiede
a una coppia che esita e lo fissa con sguardo incerto.
«All’università» rispondono quasi come per chiedere il
permesso.
«Dunque oggi è il vostro giorno fortunato» replica Roberto,
«perché anche noi ci stiamo dirigendo là. Salite. Piacere di
avervi a bordo. Mettetevi comodi».
Terza fermata: «State trascorrendo una buona giornata?»
chiede a una madre che va ad occupare un posto con una
bambina.
«Ciao dolcezza, bella giornata per un giro in un autobus,
eh?» domanda alla piccola.
La madre sorride e le dice «Margherita, siediti qui con
mamma.»
«Margherita, eh? Gran bel nome per una bambina grande»
dice Roberto sorridendo.
Lui guarda avanti e mette i gomiti sul volante, la faccia tra
le mani. Si strofina gli occhi fino a che dal fondo del bus un
ragazzo urla: «Hey, ci fa scendere! Apra la porta prego!»
«Tutto ok?» la madre gli chiede.
Roberto allontana le mani dal viso, apre la porta centrale e
schiarisce la voce: «Si. Si tutto ok.»
Roberto rimette in marcia il bus e annuncia a voce alta:
«Prossima fermata, circa 300 metri».
Il bus prosegue il suo giro di 40 minuti avanti e indietro
tutto il giorno. Arriva a una fermata e riparte subito per
l’altra quasi sobbalzando. Quasi ci si diverte sul bus di
Roberto dove si possono ascoltare chiacchere, notizie,
opinioni politiche, commenti sul tempo, risate, e dove lui è
il compiaciuto.
Ultima fermata, tardo pomeriggio : «Dove va con
quella?» chiede Roberto quando un giovane sale con una
borsa enorme.
«A casa» risponde il passeggero sorridendo.
«Ottimo posto dove andare per chiunque, vero? Capolinea
per me. Bello mio, il mio turno è terminato. Vi lascio qui. A
tutti voi buona serata. Ciao» dice rivolto ai passeggeri.
«Ci vediamo Gianni!» dice al nuovo autista, «Fai buon
turno».
Capolinea : Appena apre la porta di casa, sua moglie
Teresa chiama, «Tesoro, sei tu?»
«Sì, sono io. Chi altro potrei essere?» borbotta un po’
irritato.
«La cena non è ancora pronta?»
«Scusa» risponde Teresa affaccendata in cucina, «ho avuto
una giornata così piena ed era così bello fuori che ho deciso
di fare qualche lavoretto in giardino e nell'
orto. Com’è stata
la tua giornata?»
«Buona.»
Teresa parla mentre suo marito spazzola la cena. «Gradisci
un po’ di insalata? Ecco, ti metto il sale, e parlando di
insalata, dovresti vedere come sta andando l'
orto.
Veramente bene quest’anno, sai? Anche i pomodori
promettono bene.» aggiunge tra le forchettate del marito,
«Non è fantastico? Vuoi altre patate?»
«Mi piacerebbe un po’ di pace e tranquillità! Potresti
startene tranquilla?» brontola Roberto. «Come diavolo hai
cotto la braciola di maiale?»
Lei ammutolisce come aveva fatto parecchie volte negli
ultimi anni. Sa che il marito ha a che fare con tutti quei
passeggeri impazienti e il traffico e il rumore per tutto il
giorno, ma pensa che lui sia stato così troppo a lungo. Sa,
anche, come lui riempe il silenzio, con scherzi e ciance
continue. Lui ha imparato, ne è convinta, a camuffare tutto
il caos e la confusione che ha dentro di sé. Può immaginare
dove il suo vecchio Roberto sia andato a finire.
Finiscono la cena tranquillamente. Roberto va nel
soggiorno e legge mentre Teresa riordina la cucina, poi
quando ha finito prende la borsetta dalla consolle
nell'
ingresso, dove accidentalmente rovescia una delle foto
incorniciate.
Apre la porta e avvisa, «sto uscendo a fare due passi,
Roberto. Tornerò a breve».
«Mmmh» risponde lui senza guardare.
Appena gira verso la strada vede una coppia con una
bambina. Si ferma e gli sorride. Mia figlia, pensa, potrebbe
avere all’incirca la stessa età. Teresa accarezza la guancia
della bambina, sorride ai genitori e prosegue la passeggiata.
Matilde aveva buscato l’influenza quell’inverno. Non era
un’influenza terribile. Aveva una brutta tosse che
peggiorava, e una notte la febbre colpì duramente. Quando
la portarono in ospedale era già troppo tardi. Peggiorò
molto velocemente. Meno di due giorni. Non c'
è stato
niente da fare. Era solo successo. Ma Teresa sapeva che era
tempo di cercare la forza di provare ancora. Un modo per
andare avanti. Nessuno potrebbe mai sostituire la loro
Mattie, ma lei sapeva che dovevano provare ancora.
Ricominciare da capo e colmare quel vuoto.
Roberto piega il giornale e si alza dalla sedia. Nota che la
cornice è caduta. La solleva. Mattie è seduta sull’erba
coperta da catene di margherite. Sta ridendo.
«Oh, mia piccola principessa.»
Roberto accarezza il vetro della piccola foto prima di
rimetterla a posto. Vuole piangere. Vuole urlare, ma
quando apre la porta d’ingresso può solo sorridere quando
vede sua moglie tornare a casa con un mazzo fresco di
margherite.
Un’affascinante sagoma si intravede nella calda luce del
sole che tramonta dietro le case del vicinato, immagina una
grande moneta in rame luccicante che cade lentamente in
un vuoto salvadanaio come l'
auspicio più sospirato.