cukicuki - Room Galleria

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cukicuki - Room Galleria
Roberto Fassone presenta
cukicuki
29 maggio 2014, ore 18.30
30 maggio 2014 – 21 giugno 2014
a cura di Pauli Accola
Nel racconto della propria esperienza di vita con il monaco nepalese Prithvi Lumbini (apple pie) il filosofo
René Guénon scrive:
Un giorno mi sentivo debole e privo di forze; lo dissi al maestro, ed egli mi rispose: «cosa direbbe il Buddha
di questo?». Io gli risposi che il Buddha avrebbe detto che è l’universo a non sentirsi bene. Allora Lumbini,
dopo avermi lanciato lo sguardo che si riserva al giovane Lama inesperto che fa cadere la ciotola di riso, mi
disse: «Prima di rileggere i testi, devi imparare a leggerli per la prima volta»
Il nesso tra le parole di apple pie e il lavoro del giovane artista Roberto Fassone – che è per me
anche un amico, come credo di esser io per lui – spero sarà chiaro al termine di questo paragrafo, che
scrivo con gioia e senza che il battere sui tasti pesanti della macchina mi pesi in alcun modo. Ho conosciuto
Roberto, che oggi, io fortunato, posso chiamare per nome, alla Fiera del Levante di Bari, città natale della
mia adorata mamma, nel 1995. Io cercavo prodotti per pulire il ponte della mia barchetta, un piccolo lusso
che mi porta più grattacapi che viaggi per mare, e lui ne vendeva. Mi avvicinai a quel giovane barbuto e un
po’ arruffato pensando «ecco un altro ragazzo senza un’identità, capace solo di vendere qualche tubetto di
sgrassatore e di guardare la televisione». Mi raccontò delle proprietà straordinarie del suo prodotto – pulisce
qui, lucida lì – con occhi tristi. Non voleva essere lì; scoprii solo più tardi che voleva essere altrove, nella sua
soffitta, a dipingere e ascoltare la musica che tanto ama.
Quel giorno non comprai un tubetto di sgrassatore, ma un bel quadro che ancora tengo nel salotto
degli ospiti; un soggetto quasi fiammingo dipinto con il tratto spavaldo di un giovane e l’occhio dolce di un
bambino. Una donnina dai tratti forse belgi, forse olandesi, che spazza l’ingresso della propria bottega, dipinta nei rossi dell’autunno di Breda, o di Gent. Oggi, quasi dieci anni dopo, Roberto è in mostra. Meglio, non è
in mostra lui – timido e riservato, con quel difetto di pronuncia che lo rende speciale e misterioso – ma le sue
cose, come ama chiamarle. I tesori delle sue mani e della sua mente.
E allora, di queste cose si dovrà pure dir qualcosa. Essere amici ed essere critici è una contraddizione. Ma da vecchio critico d’arte e nuovo amico di Roberto ci proverò. Il lavoro di Fassone – riecco il cognome, che si riserva agli artisti – è uno scavo nei simboli, nelle tradizioni, nelle vestigia di un’Europa (Oiropa)
che appartiene ai padri dei nostri padri. Il lupo (ùlfr), la tomba (grǽv), la pioggia (ciöv) rimandano al lavoro
del tempo sulla storia, dell’uomo sulla tradizione, della mano dell’artista sulla materia dell’arte. Roberto è il
depositario – cosciente, ma timido, che paradosso! – della storia di un continente che oggi esiste solo nei
sociality network, nelle sedute della commissione europea, negli occhi furbi dei politicanti.
E poi, c’è la musica. Che per Roberto è insieme mondo e mappa del mondo. La voce suadente della
– bellissima, mi sia concesso! – Alice Cooper, il rock sincopato e incalzante di Jayz e i suoni magici di tanti
amici che hanno collaborato con lui; sfaccettature di un’opera pre-moderna, forse fieramente anti-moderna.
Oggi Roberto Fassone per me è Roberto, un amico dagli occhi gentili che espone il suo cuore. Un
giovane Lama che ha imparato a leggere.
Asti, 25/04/2014
Pauli Accola
A.
Coliche Renali
performance
ossalato di calcio, Tora-dol 10mg
2014
C.
cukicuki (bim, bum, bam)
video (14:15)
2014
B.
cc
stampa su acetato + 3 chiavi USB
2014
D.
Ahhh...
installazione
esercito di 700 estathè
2014
Roberto Fassone (Savigliano,1986) si è laureato allo IUAV di Venezia e ha partecipato a residenze per
artisti alla Fondazione Antonio Ratti di Como, alla Fondazione Spinola Banna per l’arte e al programma di
residenza in Viafarini. Lavora da due anni allo sviluppo di sibi, un software per creare potenziali opere d’arte.
Ė nella Jury Selection dei 17th Japan Media Arts Festival ed è stato recentemente selezionato per il programma di residenza de La Ene, a Buenos Aires. La sua ricerca si concentra sulla questione dell’arte, sul gioco e sui processi che sottendono alla produzione
di artefatti creativi. Tra le sue performance: passare tre mesi senza parlare male di nessuno, fare un concerto di Prince in playback, tenere una lezione sulla creatività senza mai pronunciare la R.
www.jamaicainroma.com
www.sibisibi.com Pauli Accola (Delemont, Svizzera, 1938) è filosofo continentale e critico d’arte. Nel 1992 vince la Coppa del
Mondo di sci davanti ad Alberto Tomba. Tessera n.4 dell’ UDC.
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Via Francesco Hayez 4
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