Sant`Agostino, il canto e la musica

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Sant`Agostino, il canto e la musica
newsletter mensile
6 settembre 2009
Sant’Agostino, il canto e la musica
Proponiamo alla vostra lettura
due passi dal Commento ai salmi di Sant’Agostino.
‘Esultate, o giusti nel Signore
(…) Ai retti conviene il lodarlo.
Celebrate il signore con la cetra.
Sul salterio a dieci corde inneggiate a lui. Cantate a lui un cantico nuovo.’ Spogliatevi di quanto
è in voi di vecchio: avete conosciuto il cantico nuovo. Nuovo
uomo, Nuovo Testamento, nuovo cantico. Il cantico nuovo non
compete agli uomini vecchi: lo
apprendono solo gli uomini nuovi, rinnovati dalla vecchiaia per
mezzo della grazia, che già appartengono al Nuovo Testamento, che è il Regno dei cieli. Ad
esso sospira tutto il nostro amore, e canta il nuovo cantico. Lo
canti però non con le labbra, ma
con la vita. Cantategli un cantico
nuovo: bene cantate a lui.
Ognuno chiede in qual modo
cantare a Dio. Canta a Lui, ma
canta bene. Egli non vuole che
le sue orecchie siano offese.
(…) Canta nel giubilo. Che significa giubilare? Intendere senza
poter spiegare a parole ciò che
con il cuore si canta… E a chi
conviene questo giubilo se non
al Dio ineffabile? Ineffabile è
infatti ciò che non può essere
detto: e se non puoi dirlo, ma
neppure puoi tacerlo, che ti resta
se non giubilare, in modo che il
cuore si apra a una gioia senza
parole, e la gioia si dilati immensamente ben al di là dei limiti
delle sillabe? Bene cantate a lui
nel giubilo.
(dal commento al salmo 32)
Pronto è il mio cuore, o Dio,
pronto è il mio cuore: canterò e
inneggerò. Sorgi, o mia gloria. Si
riferisce a colui che era fuggito
dinanzi a Saul nella grotta. Dice:
sorgi, mia gloria, e significa: Sia
glorificato Gesù dopo la passione. Sorgi, salterio e cetra. Che
cosa invita a sorgere? A quel
che sento, due strumenti musicali; mentre so che uno solo è il
corpo di Cristo. Sì, una sola carne risorse da morte, eppure è
detto bene che risorsero due
strumenti: poiché uno strumento
è il salterio, un altro la cetra.
Questi due strumenti, come del
resto tutti gli strumenti musicali,
vengono chiamati organi. Per
organo infatti, non si intende
solo quello strumento grande
che si gonfia con i mantici; ma
ogni altro strumento che serve
ad accompagnare il canto ed è
di natura corporea. (…) Il salterio è uno strumento che il suonatore porta in mano e che ha le
corde tese; questo salterio però,
ha nella parte superiore la sua
cassa di risonanza, cioè quel
legno concavo che, essendo
sospeso, risuona al tatto, perché
è pieno d’aria. La cetra invece,
ha nella parte inferiore quello
stesso legno concavo e risonante. Perciò nel salterio le corde
ricevono il suono dall’alto; nella
cetra invece lo ricevono dal basso. Questa è la differenza tra il
salterio e la cetra. (…) Ma che
significa il salterio? Che significa
la cetra? Per mezzo della sua
carne il Signore compì due sorte
di azioni: i miracoli e la passione. I miracoli furono operati da
ciò che era sopra, la passione fu
compiuta attraverso l’elemento
inferiore. I miracoli erano opere
divine, ma Cristo li fece per
mezzo del corpo, per mezzo
della carne. Ebbene la carne, in
quanto compiva opere divine, è
il salterio; la stessa carne, in
quanto sopportava le miserie
umane, è la cetra. Suoni il salterio: siano illuminati i ciechi, odano i sordi, riprendano forza i paralitici, camminino gli zoppi, si
levino gli ammalati, risorgano i
morti. Ecco il suono del salterio.
Suoni anche la cetra; egli ha
fame, ha sete, dorme, è catturato, flagellato, deriso, crocifisso,
sepolto. Quando dunque tu vedi
in quella carne qualcosa suonare dall’alto e qualcosa dal basso,
mentre una sola è la carne che
risorge, allora noi riconosciamo
nell’unica e identica carne il salterio e la cetra. Sono queste due
specie di azioni che hanno riempito il Vangelo, e ciò si annunzia
alle genti: infatti, sono annunziati
sia i miracoli che la passione del
Signore.
(dal commento al salmo 56)
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newsletter mensile
6 settembre 2009
sabato 12 settembre alle ore 18
VESPRO d’ORGANO
Margherita Gianola
organ"ta titolare de#a B$ilica dei Frari
La Scuola veneziana del Cinquecento
Andrea Gabrieli, Canzon Ariosa (Venezia, 1532/’33 – ivi, 1585)
Giuseppe Guami, Canzon La Lucchesina a 8 (Venezia, 1601)
Giovanni Gabrieli, Canzon La Spiritata (Venezia, 1554/ ’57 ca – ivi, 1612)
La Scuola romana del Seicento
Girolamo Frescobaldi, Aria con variazioni detta “La Frescobalda” (Ferrara, 1583 – Roma, 1643)
Bernardo Pasquini (Pistoia, 1637 – Roma, 1710), Scherzo del cucco
durante la messa delle 18.30
Giovanni Gabrieli, Fantasia VI tono
Girolamo Frescobaldi, Canzon dopo l’Epistola dai Fiori musicali (Venezia, 1635)
Girolamo Frescobaldi, Toccata per l’Elevazione dai Fiori musicali (Venezia, 1635)
Bernardo Pasquini, Toccata II tono
•
Fotoricordo
Marzo 2009:
Hendrik
Ahrendt
al lavoro
durante
l’installazione
del nuovo
organo
in chiesa di
San Salvador
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