Corsi Sub Tecnici - IDRA Diving Club

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Corsi Sub Tecnici - IDRA Diving Club
PERCHE’ UN CORSO TECNICO
Agli inizi esistevano solo i “subacquei” e… basta, uomini rana provenienti
dall’addestramento militare o appassionati di pesca. Il mondo dei praticanti si è
poi allargato, parallelamente alla diffusione delle conoscenze ed alla maggiore
affidabilità delle attrezzature. Si calcola che attualmente vi siano, solo in Italia,
oltre un milione e mezzo di brevettati.
Da un ambiente ristretto e privo di regole, nel tempo, in particolare con l’arrivo
delle standardizzazioni americane, si è passati a definire delle regole ed a
dividere i subacquei in “ricreativi” (solo immersioni in curva fino ad un
massimo di 40 metri di profondità) e “tecnici”.
Ma un subacqueo “ricreativo” che scelga una miscela Nitrox adatta ad una
certa profondità, oppure che pianifichi una immersione profonda e programma
l’entità della riserva di aria necessaria o appronta una certa ridondanza delle
proprie attrezzature … non compie già dei gesti “tecnici”? Su tutte le riviste di
settore si parla ormai diffusamente di tecnica e si stanno diffondendo sempre
più i relativi corsi: tecnici, tek-rec, ricreativo tecnici ecc.. con buona pace dei
“fenomeni” e “celoduristi” della prima ora.
La subacquea si evolve e il subacqueo ne segue naturalmente l’evoluzione.
Torniamo dunque a parlare di “subacquei” e basta, sono solo le “immersioni”
che vengono svolte che possono essere ricreative e tecniche. La scelta di
praticare uno o l’altro tipo appartiene ad un momento di crescita di ciascun
subacqueo. “Diving Evolution” è uno dei motti della PSS, l’agenzia didattica che
certifica i corsi della nostra scuola sub. A differenza di altre didattiche la PSS
non “spinge” i propri istruttori ed allievi a seguire le mode del momento e noi
ne sposiamo la filosofia.
Per tale motivo prima di presentare le caratteristiche dei corsi previsti dal
Technical Training PSS, allo scopo di aiutare nella scelta di evolvere verso il
maggiore impegno che essi richiedono, riportiamo due utili articoli.
SUBAQUEA TECNICA O SUBACQUEA RICREATIVA?
Articolo di Stefano Ruia – direttore didattico del PSS Technical Training.
Certamente il limite più importante di un’immersione ricreativa (ma anche
quello, purtroppo, più facilmente superato) è la curva di sicurezza. Alla base
delle tecniche di emergenza insegnate nei corsi di primo livello vi è l’ipotesi che
il subacqueo possa risalire in ogni istante direttamente in superficie. Certo
l’insegnamento della risalita d’emergenza controllata nuotando perde il valore
se il subacqueo deve ancora effettuare venti minuti di decompressione! Quindi
se s’intende superare anche di un solo minuto la curva di sicurezza, si ricade
nell’immersione tecnica, che obbliga a pianificare il profilo della stessa, il
programma di decompressione (con gli eventuali programmi d’emergenza), e
persino la configurazione di attrezzature necessaria per risolvere eventuali
problemi. Immaginate un esaurimento d’aria od un’improvvisa interruzione
della sua erogazione a causa, per esempio, dell’ostruzione del tubo di
pescaggio? Nessuna configurazione tradizionale adottata dai subacquei
permette individualmente di risolvere questo problema, se non affidandosi
completamente al compagno. E cosa si può fare se è necessario effettuare la
decompressione, c’è corrente non si trova la cima di risalita? Dovrete disporre
di mulinello e pallone. Ecco quindi che superare il limite della curva di sicurezza
impone di avere a disposizione riserve di gas, attrezzature speciali e di
pianificare accuratamente il consumo.
Un corollario alle immersioni in curva di sicurezza è quello dell’accesso
diretto alla superficie. Lo scopo di rimanere nei limiti di sicurezza è quello di
garantire un’immediata risalita diretta alla superficie. Ovvio quindi che se
siamo penetrati nei meandri di un relitto o di una grotta e non vediamo
l’uscita, non siamo in grado di raggiungere la superficie direttamente, anche se
la profondità alla quale ci troviamo è di pochi metri! Per questo la PSS
distingue fra le immersioni in grotta (”cavern diving”), cioè negli antri illuminati
dalla luce solare, ed immersioni speleosub (”cave diving”), cioè in anfratti od in
zone buie. Oltre all’ampiezza dei passaggi, l’elemento chiave è che il
subacqueo in difficoltà possa raggiungere la superficie seguendo solo la
direzione della luce.
Un altro fondamento delle tecniche didattiche di tutti i corsi iniziali è l’utilizzo
del sistema di coppia. In genere durante i corsi è data malta enfasi
all’attuazione di questo sistema durante la vestizione od il controllo delle
attrezzature. E’ altrettanto importante dare enfasi all’applicazione delle regole
del sistema di coppia in acqua! Quante volte si vedono due compagni
d’immersione nuotare a discreta distanza fra loro? E pensare che bisognerebbe
sempre restare a portata di braccio! L’immersione solitaria (”solo diving”) è
un’attività non molto più rischiosa di quella di coppia, se non praticata con le
dovute tecniche. Si tratta tuttavia di tecniche non insegnate nei corsi
tradizionali, quale l’uso della maschera granfacciale per evitare di annegare in
caso di crisi iperossica.
Un altro limite tradizionale è quello dell’utilizzo di una sola miscela
respiratoria, con percentuale di ossigeno fra 21% ed il 40% e PO2
massima di 1,4 bar, per tutta l’immersione. Una sola miscela respiratoria
impedisce di commettere errori e quindi di trovarsi in situazioni pericolose, per
esempio respirare la miscela errata per la profondità alla quale ci si trova. La
percentuale d’ossigeno superiore al 21% garantisce contro la possibilità di
ipossia, una situazione pericolosissima per via della rapidità di azione. La
percentuale fino al 40% consente di non applicare particolari precauzioni nella
gestione dell’ossigeno e delle attrezzature. Inoltre, insieme al limite di 1,4 bar
per la PO2, ci permette di evitare approfondita calcoli di esposizione ai diversi
gas. Per considerare l’esposizione dei gas inerti si utilizzano, infatti, tabelle
precalcolate o computer d’immersione. Mantenendo l’ossigeno sotto il 40%
sono possibili tre immersioni di un’ora ogni giorno, quindi i calcoli
dell’esposizione a questo gas non sono più necessari. Nelle immersioni
tecniche, si utilizzano invece percentuali e pressioni parziali d’ossigeno
superiori, obbligando ad un dettaglio dell’esposizione a questo gas.
Un ulteriore limite tradizionale è la massima profondità di 39 metri. In
questo caso tuttavia la motivazione del limite non è ben definita. Se infatti si
considerano i 39 metri come distanza da percorrere per tornare in superficie,
sarebbe più raccomandabile un limite inferiore, intorno ai trenta metri. Se
invece si ritiene che il limite sia dovuto alla possibilità di un alto grado di
narcosi da gas inerte, sarebbe opportuno definirlo con la pressione parziale di
azoto o, meglio, con le pressione equivalente ad aria. infatti se usassimo una
miscela di ossigeno, azoto ed elio, potremmo tranquillamente svolgere
immersioni a 40-45 metri, con un grado di narcosi paragonabile a quello dei 30
metri ad aria, resta comunque una immersione difficile e ben oltre la portata
dei subacquei tradizionali! In questo caso tuttavia ci viene in aiuto il limite della
curva di sicurezza, che scatterebbe ben prima di aver raggiunto gli ottanta
metri.
Altro limite è quello posto dall’utilizzo di un sistema a circuito aperto.
Immergersi con un rebreather richiede un particolare addestramento, per via
dei potenziali alti rischi di ipossia (soprattutto) od iperossia. Ciò vale sia per i
fantastici apparecchi chiusi, sia per i meno vantaggiosi semi-chiusi che oggi si
stanno diffondendo.
L’ultimo limite è posto dalle condizioni ambientali. Immergendosi con una
fortissima corrente, in un fiume, con visibilità nulla, sotto i ghiacci, con forti
onde richiede tecniche specifiche, che non sono insegnate o sufficientemente
approfondite nei corsi tradizionali.
Beh! a questo punto a voi la scelta …….tecnico o ricreativo?….
I CORSI TECNICI PSS
Modificato da un articolo di Luca Sasdelli – Istruttore Tecnico PSS
La subacquea tecnica oggi giorno sta avendo un notevole
incremento, anche grazie alla smania economica di alcune
didattiche e istruttori, che pur di racimolare adepti e denari,
illudono il subacqueo ricreativo a credere che l’immersione
tecnica sia semplice e alla portata di tutti, mostrando manuali
colorati, ricchi di foto e scarsi di contenuti. Il peggio in alcuni casi
si trova nell’iter formativo-didattico con cui vengono abilitati i futuri insegnanti
di questa disciplina: recentemente è capitato di vedere persone che al termine
della frequenza di un corso tecnico in qualità di allievo, venivano anche abilitati
ad insegnare, senza aver maturato una adeguata esperienza e questo
naturalmente fa sorgere delle perplessità…
Sei un subacqueo che pratica immersioni ricreative affascinato dal mondo della
subacquea tecnica? Prima di impegnarti nella frequenza di un corso, prova a
chiederti: Ho l’esigenza di prendere un brevetto tecnico??
Sebbene la subacquea tecnica sembri il passo immediatamente successivo al
corso nitrox, è importante che tu rifletta a lungo sull’opportunità di seguire un
corso di questo tipo. La prima domanda che devi porti è perchè vuoi
oltrepassare i limiti. Devi dare una risposta precisa, non generale, e valida. (se
hai dei dubbi, prima di continuare rileggi l’articolo di Stefano Ruia, Direttore
Didattico responsabile del Technical Training PSS). Solo a questo punto puoi
rispondere alle domande che seguono.
Quale è la motivazione reale? Hai una ragione sincera e solida per seguire
questi corsi? Hai un interesse verso un particolare luogo di immersione od una
particolare sfida da raccogliere? se non sai rispondere subito a queste
domande non seguire un corso tecnico.
Non sto compiendo questo passo troppo presto? Un subacqueo deve
avere una grande esperienza e deve sentirsi completamente a suo agio
sott’acqua in tutte le situazioni, prima di affrontare un corso tecnico. Se in
qualche situazione (forte corrente, perdita della maschera ecc) non ti senti
tranquillo è troppo presto per diventare un subacqueo tecnico.
Sono atleticamente preparato? Le attività della subacquea tecnica
richiedono grandi sforzi fisici:trasportare equipaggiamenti pesanti, spesso in
luoghi impervi, nuotare con attrezzature ingombranti contro forti correnti, ecc.
ecc..
Sono abbastanza disciplinato? Poche attività, salvo l’aeronautica, si basano
sull’assoluto rispetto delle procedure, come avviene nella subacquea tecnica.
Devi essere attento, meticoloso e restare sempre aggiornato come conoscenze,
l’addestramento, procedure ed equipaggiamento. Un corso tecnico finisce,
l’addestramento relativo mai!
Sono consapevole dei miei limiti emotivi? Un subacqueo tecnico deve
svolgere molti compiti, contemporaneamente e sotto forte tensione emotiva.
Egli deve essere in grado di risolvere autonomamente qualunque problema,
mantenendo costantemente l’autocontrollo.
Queste sono alcune delle domande cui dovresti rispondere sinceramente prima
di decidere di frequentare un corso di subacquea tecnica. Non avere paura a
rispondere da solo, una buona capacità di autovalutazione è una qualità
sempre necessaria nella subacquea tecnica. Ricorda tuttavia che, sebbene i
subacquei tecnici abbiano riportato significativi successi nell’esplorazione
dell’ambiente sommerso in tutto il mondo, le attività restano comunque ad alto
rischio. La filosofia della nostra scuola e della nostra didattica ritiene che pochi
subacquei abbiano le caratteristiche per diventare subacquei tecnici e
pochissimi abbiano quelle di qualificarsi come istruttori tecnici.
Apprendere da queste persone significa minimizzare i rischi!!
CORSI TECNICI PSS
CORSO DECOMPRESSION
E’ un corso di addestramento continuo rivolto ai
subacquei esperti, brevettati Deep Diver (con almeno 50
immersioni registrate, di cui almeno 20 svolte tra i 30
ed i 40 metri), nel quale vengono insegnati gli elementi
fondamentali per svolgere in sicurezza immersioni ad
Aria/Nitrox che richiedono tappe di decompressione
pianificate (limite di profondità 45 metri).
Teoria (minimo 10 ore)
Acque delimitate (minimo 3 ore)
Acque libere (minimo 4 immersioni)
CORSO ACCELERATED DECOMPRESSION
E’ un corso di addestramento continuo rivolto ai
subacquei tecnici, brevettati Decompression Diver (con
almeno 75 immersioni registrate, di cui almeno 10
eseguite con tappe di decompressione pianificate), nel
quale vengono insegnati gli elementi fondamentali per
accelerare la decompressione grazie all’utilizzo di
miscele Nitrox od ossigeno puro (limite di profondità 50 metri).
Teoria (minimo 8 ore)
Acque delimitate (minimo 2 ore)
Acque libere (minimo 3 immersioni)
CORSO TRIMIX 60
E’ un corso di addestramento continuo rivolto ai
subacquei tecnici, brevettati Accelerated Decompression
Diver (con almeno 100 immersioni registrate, di cui
almeno 25 con tappe di decompressione pianificate), nel
quale vengono insegnati gli elementi fondamentali per
immergersi con miscele contenenti elio fino alla
profondità massima di 60 metri.
Teoria (minimo 12 ore)
Acque delimitate (minimo 4 ore)
Acque libere (minimo 4 immersioni)
CORSO TRIMIX 80
E’ un corso di addestramento continuo rivolto ai
subacquei tecnici, brevettati Trimix 60 (con almeno 120
immersioni registrate, di cui almeno 30 con tappe di
decompressione pianificate ed almeno 5 utilizzando una
miscela respiratoria trimix), nel quale vengono insegnati
gli elementi fondamentali per immergersi con miscele
contenenti elio fino alla profondità massima di 80 metri.
Teoria (minimo 3 ore)
Acque delimitate (minimo 2 ore)
Acque libere (minimo 3 immersioni)
CORSO TRIMIX 100
E’ un corso di addestramento continuo rivolto ai
subacquei tecnici, brevettati Trimix 80 (con almeno 140
immersioni registrate, di cui almeno 40 con tappe di
decompressione pianificate ed almeno 10 utilizzando
una miscela respiratoria trimix), nel quale vengono
insegnati gli elementi fondamentali per immergersi con
miscele contenenti elio fino alla profondità massima di 100 metri
Teoria (minimo 2 ore)
Acque delimitate (minimo 2 ore)
Acque libere (minimo 2 immersioni)