Retro PDF - Il Resto del Cremlino
Transcript
Retro PDF - Il Resto del Cremlino
La storia del comunismo a dispense si aprì e Vassjlj Limortenko si fece largo tra gli invitati in gran fretta, coperto di neve fin sulla cima degli alamari. Aveva viaggiato tutta la notte su un baio pur di essere lui il primo a comunicare la Dispensa numero uno notizia ferale al suo grande amico Dimitri Sarkjaposki, camerata di mille Olga Sagrestanova non era una bella fucilazioni, cresciuto con lui nella fede donna. Neppure molto intelligente, anzi in dio e nella grande patria. Non stava un po’ stronza, come ebbe a dire lo più nella pelle. stesso Dimitri Sarkjaposki ad una cena «Vassilj, Vassilj mio amico fraterno, di gala in presenza di alti dignitari di camerata di mille fucilazioni, devo darti corte. Era successo un anno prima, e una grande notizia». ora, bardato come un ussaro, nella sua Dimitri Sarkjaposki non era molto alta uniforme di gala, si aggirava col presente a se stesso e agli altri, ma si « CARPI DALLA PRIMA mento sbrodolato di vodka e caviale, avvicinò incuriosito. Soddisfatti definitivamente tali bisogni calando imponenti manate sulle spalle di «Limortenko, fratello mio di tante con l’avvento del potere sovietico, il chiunque incontrasse. battaglie, sterminatore dei più imbevibili Commissario della Guerra Lev Trockij «Viva lo Zar», e forzava al brindisi ora liquori di questo mondo, camerata di in persona giunse qui a inaugurare il una trepida dama, la cui candida mille fucilazioni, qual buon vento ti primo e unico monumento mai dedicato carnagione rispecchiava le limpide vesti porta alla mia festa di matrimonio?», a Giuda Iscariota. Immagino la scena: immacolate, ora un villoso reduce esclamò, mentre cercava ansiosamente un piccolo meeting appollaiato sulle ottomano con la faccia tostata dal sole con lo sguardo tra la folla il servo in rovine della chiesa appena fatta saltare, dei dolci pendii macedoni, saggiati più livrea per farsi un’altra vodka. un palco di legno col furbo e aquilino con la schiena che con lo stivale. Commissario della Guerra che arringa Caracollava da una stanza all’altra, onde, capre e uomini, la statua di mentre tutti ridevano complici al suo bronzo a grandezza naturale di un passaggio. Oltre alla sua immagine uomo nerboruto e dalle ebraicissime ributtante, gli specchi riflettevano la luce fattezze che rovescia al suolo una dei mille candelabri, e l’oro dei finimenti croce… In seguito, la ridente località la faceva rimbalzare per ogni dove. venne riconvertita in scalo per lo Dimitri Sarkjaposki si faceva largo tra gli smistamento dei reclusi verso i vari invitati con passo incerto e poco campi di lavoro correzionale. Negli anni rettilineo. L’orchestra aveva attaccato a Cinquanta, con la costruzione della diga suonare una serie di scapestrate danze e il divorzio del promontorio dalla moldave. terraferma, nell’ex monastero ci misero «Godiamo i frutti sanguigni della vita un manicomio: diventata un’isola, audace, e morte ai bolscevichi.». Svijazhsk non valeva più molto come Non infrequentemente alcune dame scalo, ma per isolare dal mondo un impomatate, insieme ai loro confessori, migliaio di poveri dementi era l’ideale. più impomatati di quelle, azzardavano I miei amici di Kazan’ ancora ricordano un leggero battimani e un sorriso gli ultimi, anni fa, non ancora evacuati, malizioso. mezzo morti di denutrizione, coperti di «Viva la grande madre Russia, viva stracci e con gli occhi lacrimanti per lo l’amore». Giù un’altra gozzata di vodka. «Sarkjaposki, fratello mio in cristo e scorbuto. Ora, rade e sbilenche casupole Olga Sagrestanova non era bella né nella grande madre Russia, sei stato annerite si affacciano timidamente sul intelligente, e pure un poco stronza, ma nominato capo delle guardie del Palazzo promontorio, quasi vergognose di sé di era pur sempre la nipote del capo delle d’Inverno. Non è fantastico, mio grande fronte all’infinita maestà del fiume. guardie zariste, e sposarla era tutt’altro amico? Ho cavalcato tutta la notte nella Vecchie grinzose e coriacee zappano le che un cattivo affare, pensava Dimitri neve su un cavallo baio percorrendo la patate in orticelli a picco sulle onde. Sarkjaposki, meno sciocco di quanto il steppa ghiacciata per essere io a portarti Due strade, appena tracciate fra gli suo aspetto esteriore potesse far questa grande notizia.» sterpi, tagliano l’isola in quattro fette. pensare. Oltretutto si era stufato di Dimitri Sarkjaposki abbracciò l’amico e Alcuni edifici giacciono accasciati, andar per campi a fucilare contadini. cominciò a piangere dalla contentezza. povere pietre battute dal vento, altri Non c’era gusto. Mancava quel sano Anche Vassjlj Limortenko scoppiò in un resistono anneriti e screpolati. Bambini spirito agonistico che da qualche tempo pianto liberatore, cui fece seguito attoniti vagano nel nulla che ondeggia a questa parte gli faceva rimpiangere l’intonazione di alti canti della tradizione fra una casupola e l’altra, i capelli biondi persino il tiro al piccione. Prese un altro cosacca. Tutti guardavano commossi i e sporchi battuti dal vento che sa di bicchiere dal vassoio argentato che il due grandi amici, camerati di mille capra. servo in livrea gli porgeva. Magari un fucilazioni. [Guido Carpi] avanzamento di carriera lo avrebbe «Grazie, grazie fratello mio. Grazie. Lo Attenzione! Il consiglio del circolo A.R.C.I. portato a far parte della guardia sapevo che questa estate mi avrebbe “Corrado Pannocchia” ricorda che è iniziata imperiale, o addirittura dello Zar in portato una grande fortuna. Questa la campagna tesseramento per l’anno 2007 persona. Chissà. Intravedeva il destino tiepida estate del diciassette.» ed esorta tutti i soci e coloro i quali volessero roseo e paffuto in fondo al sentiero. [Kamadoska] diventarlo ad aderirvi il prima possibile. Improvvisamente un mormorio. La folla Presempio Lì per lì c’ero rimasto proprio male. A scuola la maestra aveva proposto a tutti i bimbi di scegliere un personaggio del presepio e di costruirlo a casa. In pongo, das o panno lenci. Bartolini Monitor, il figlio di mia cugina, subito era scattato in piedi e si era offerto per fare il bambinello. Che dispiacere. Già mi sentivo male a pensarlo collaborazionista, ma almeno che avesse scelto un altro personaggio. Che so, l’innocuo cammello, o il fabbro, che tutto sommato è un compagno lavoratore. Invece, proprio il bambinello... Ero caduto in forte depressione, cercavo di capire dove avevo sbagliato. Perché era chiaro che avevo sbagliato molto. La vigilia di natale, accompagnati dai genitori, tutti i bambini dovevano portare i loro lavoretti, piazzandoli nel grande atrio della scuola dove era stato già preparato lo scenario e la capannuccia. Fiumi di borraccina, paperette, stelle comete. Mentre i bimbi, smistati dalla bidella, si succedevano ad uno ad uno, collocando la loro statuina, la maestra al microfono squadernava una litania sulla bontà divina e la santità del natale. Il presepio si popolava sempre più. Alla fine anche il piccolo Monitor è sfilato a testa alta con aria eccessivamente solenne e ha deposto il suo lavoro. La maestra stava invitando tutti a cantare tu scendi dalle stelle al freddo al gelo quando la bidella ha lanciato un urlo agghiacciante ed è svenuta. Hanno portato i sali. Quando si è ripresa ha farfugliato qualcosa ed è mancata di nuovo, forse per sempre. Solo allora ci si è resi conto con orrore che nella mangiatoia al posto del canonico bambinello ignudo c’era una scimmia pelosa! Nera, appiccicosa e puzzolente. Omaggio di Bartolini Monitor. Una scimmia al posto di Gesù! È stato il panico, un fuggi fuggi generale. Alla fine il piccolo Monitor è stato sospeso per una settimana. Me lo sono portato a casa mia, e ci siamo visti tutti i film di Ejzenštejn in videocassetta. Belli al caldo e con un bicchierozzo di vino in mano. Mai così ampiamente meritato. Dopotutto il ragazzo non ha fatto altro che ribadire quella che ad oggi è l’unica verità, scientifica e darwiniana. Magari lo facessero più spesso anche i nostri politici. [Mar. Ca.] IL RESTO DEL CREMLINO #09 periodico comunista della zona del cuoio via della Gioventù, 3 :: Ponte a Egola (PI) tel. 0571 498939 :: [email protected] http://www.ilrestodelcremlino.it In redazione: Daniele Caneschi, Pilade Cantini, Luca Magozzi, Francesco Sale, Elena Ulivieri Hanno collaborato: Guido Carpi, Fioriurlanti, Kamadoska, Giusy Larocca, Mar. Ca., Dante Pianilic, Pier Luigi Tonelli Chiuso in redazione il 13 gennaio 2007 Supplemento al numero 5-6/2006 de L’AURORA rivista toscana di orientamento comunista http://xoomer.alice.it/rivistaaurora/.htm Registrazione al Tribunale di Firenze n. 5441 del 2 settembre 2005 Direttore Responsabile: Riccardo Cardellicchio