Fab Lab - Cliclavoro
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Fab Lab - Cliclavoro
Materiali didattici «Eco-innovazioni» L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI GREEN JOBS – Formazione e Orientamento L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI Quante volte leggendo un testo di storia sul rinascimento o visitando un famoso museo in qualche palazzo antico abbiamo immaginato di tornare indietro nel tempo abbastanza da riuscire a passeggiare in una città rinascimentale, e riuscire ad entrare nella bottega di qualche maestro d’arte. Fossimo vissuti davvero in quel periodo avremmo probabilmente intuito che i mastri di bottega non erano in fondo altro che piccoli artigiani, come ne esistono molti oggi in tanti settori industriali italiani, che lottavano tra loro per ottenere le migliori commesse dei grandi signori dell’epoca e, proprio come oggi, si facevano la guerra a vicenda per “rubare” i migliori talenti sul mercato, cioè i giovani scultori e pittori che erano pronti a trasferirsi da un ducato ad un’altro per migliorare la loro condizione economica e crescere professionalmente. Tutto è cambiato, nulla è cambiato. Molte dinamiche sociali sono le stesse, se non fosse che le rivoluzioni industriali degli ultimi due secoli hanno profondamente cambiato il modo di fare impresa, le dimensioni e i rapporti di forza tra i soggetti coinvolti nella creazione di valore. Grandi industrie multinazionali perdono i confini fisici e si vanno a posizionare in nessun luogo e in tutti i luoghi contemporaneamente, abbandonando di fatto le origini e le tracce della propria provenienza geografica; la possibilità di comunicare in molti modi pressoché in ogni luogo del mondo “connesso” rende quasi trascurabile la necessità di avere un posto fisso e fisico dove lavorare. Eppure, l’immagine delle botteghe di pittura e di scultura nate nel cuore delle città del quattrocento hanno ancora un fascino ineguagliabile. Ma allora, è possibile “ritornare indietro nel tempo”, riscoprire un modo di lavorare creativo, originale e artigianale, recuperare quei luoghi così unici come i centri storici delle città italiane, produrre non solo per consumare, ma anche per far sì che il prodotto in sé e il processo di produzione siano parte fondamentale della realizzazione artigianale? La risposta potrebbe trovarsi nel recente sviluppo delle tecnologie 2 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI informatiche e digitali, nella quasi onnipresenza di internet, nella necessità di ridurre gli impatti ambientali e i costi di produzione, divenuti molto importanti per il rincaro del prezzo dell’energia e delle materie prime. Ma cosa c’entra tutto questo con le botteghe artigiane dei centri storici? Quello che possiamo definire approccio (o filosofia) social – sia riferito al web sia alle nuove modalità di condivisione dei saperi – sta modificando profondamente il lavoro, la produzione di beni e servizi e la comunicazione. Un nuovo mondo fatto di comunità su internet, sperimentazione e nuove tecnologie sta cambiando il modo attraverso il quale ci relazioniamo negli affari ma anche nella vita privata; come utenti, clienti o cittadini. Nuove parole e concetti sono ormai realtà quotidiane nei settori produttivi e della comunicazione: Fablab, Digital fabrication, terza rivoluzione industriale, internet delle cose, open hardware, open software, mass customization, Social analytics. La possibilità di essere connessi e comunicare con il mondo in tempo reale e di accedere ad una mole infinita di dati ed informazioni, crea la possibilità di lavorare ovunque, in qualsiasi momento, anche in una piccola bottega in una piazza storica, assieme ad altri “artigiani”, che non per forza realizzano gli stessi prodotti, ma semplicemente utilizzano gli stessi strumenti del mestiere. Questi strumenti non sono più i pennelli, i barattoli di olio e gli scalpelli del rinascimento, ma macchinari per la fabbricazione digitale, che sono in grado di tagliare, incidere e stampare oggetti progettati e creati direttamente dagli artigiani con gli strumenti della programmazione informatica. Molti esperti a livello mondiale sostengono che la fabbricazione digitale rappresenta l’epicentro della nuova rivoluzione industriale che segna il passaggio dalla produzione di massa ad una realizzazione artigianale personalizzata e ambientalmente più sostenibile perchè molto spesso eco-innovativa. 3 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI Centro di questa spinta innovativa e in continua diffusione sui territori sono i Fablab, abbreviazione di Fabrication Laboratories, spazi organizzati dove poter sperimentare le potenzialità delle nuove tecnologie di fabbricazione digitale come le stampanti 3D, macchine CNC, laser cutter, ecc. Questi spazi non sono dedicati all’elite scientifica, ed è qui la dimensione innovativa del progetto, ma sono aperti a chiunque voglia approfondire il concetto della produzione digitale e voglia realizzare progetti innovativi. Nell’idea di Gernshefeld, l’inventore di questo modello socio-imprenditoriale, i Fablab sono l’equivalente odierno delle botteghe rinascimentali, dove formazione e innovazione sono indistinguibili: si produce per imparare, si impara per produrre. Con in più tre elementi importanti: l’uso delle tecnologie digitali, le caratteristiche eco-innovative e l ’ approccio Open source basato sulla condivisione delle informazione e sulla rinuncia alla proprietà intellettuale. Esempi interessanti stanno nascendo un po’ ovunque e anche in Italia: la rete dei Fablab, presente a Torino, Reggio Emilia, Milano, Napoli, e in molti altre città, che mette a disposizione stampanti 3D e apparecchiature digitali per sostenere i makers locali; Proviamo a fare alcuni esempi che possono riassumere quelle che sono alcune potenzialità della fabbricazione digitale dal punto di vista dell’eco-innovazione, tenendo conto che si tratta di tecnologie agli albori, quindi con potenzialità ancora da esprimere completamente. 1. WASP - il sogno di stampare case in argilla - Un team di giovani studenti dell’ISIA capeggiati da Massimo Moretti, artigiano e da qualche anno entrato a far parte della community dei nuovi makers. WASP è un progetto sostenibile che si autofinanzia attraverso lo sviluppo e la vendita di stampanti 3D, capaci anche di fresare e che funzionano come vere e proprie "personal fab", fabbriche personali. È osservando la natura, in particolare il comportamento dell’ape 4 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI vasaia che costruisce il suo nido depositando piccole porzioni di terra bagnata le une sulle altre e compattandole con le mandibole e le zampe, che Massimo ha trovato la sua idea. Perché non prendere spunto dalla natura per costruire una casa (il proprio nido) con una stampante 3D? Le competenze maturate dal team nella bioedilizia e la consapevolezza delle condizioni abitative nel Sud del mondo generano un’altra domanda: perché non costruire case in argilla perfettamente eco-sostenibili, producibili a basso prezzo, riciclabili e, perché no, belle e integrate con il territorio? Wasp e la ricerca nel campo della stampa 3D potrebbe rendere questo sogno una realtà. 2. Reefs - la stampa 3D di fondali marini - Enrico Dini è un ingegnere toscano, Presidente di D-Shape, che alla Maker Faire, uno dei principali eventi dedicati al mondo della digital fabrication, ha presentato il progetto italiano Reefs, la stampa in tecnologia tridimensionale di barriere rocciose da impiantare nei fondali marini per favorire l’insediamento di pesci e coralli e ricostituire ecosistemi distrutti. Reefs è solo una delle applicazioni possibili di D-Shape: la tecnologia sviluppata da Dini partecipa infatti a un ’ iniziativa congiunta dell’Agenzia spaziale (Esa) e della Scuola Superiore Sant ’ Anna di Pisa per stampare moduli abitativi (cioè case) direttamente sulla Luna. 3. Oggetti su misura in bio-plastica per persone affette da malattie croniche - Dietro questo progetto c’è una squadra di ricercatori (+ LAB) del Politecnico di Milano che ha sviluppato un sistema di stampa in 3D per la realizzazione di oggetti di uso quotidiano su misura per persone affette da patologie degenerative. Gli oggetti sono realizzati in plastica biodegradabile derivata da fonti rinnovabili e sono pensati per incontrare i bisogni speciali di persone affette da malattie degenerative che comportano, ad esempio, una perdita di motilità delle mani. Queste esperienze, pur nella loro diversità, sono accomunate da tre elementi principali. Il primo di natura biografica: i fondatori e gli 5 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI attivatori di queste esperienze sono tutti giovani laureati (architettura, ingegneria, grafica, design, ecc.) che in teoria avrebbero dovuto avviare la loro carriera nel terziario avanzato e che oggi guardano con crescente interesse al mondo della produzione. Il secondo riguarda la scelta di utilizzare le potenzialità delle tecnologie di produzione digitale per valorizzare il saper fare diffuso nel territorio. Più che farsi sedurre dal presunto carattere rivoluzionario della stampa 3D, i Fablab italiani stanno cercato di capirne l’innovazione che il loro uso può portare alla manifattura Made in Italy. Il terzo elemento, forse il più importante, è quello dell’ecoinnovazione: prodotti e tecnologie Green per rispondere efficacemente a problematiche ambientali, efficienza, minimizzazione degli scarti produttivi, risparmio e recupero di materiali, ottimizzazione o eliminazione di trasferimenti logistici di materiali e merci, comunicazione on-line, sono comuni denominatori sottintesi e mai abbastanza valorizzati in quella che è la nuova fabbricazione digitale. L’eco-innovazione è insita nel dna di questi nuovi processi, quasi come effetto collaterale: non poteva essere altrimenti. Oggi innovazione, sostenibilità e successo imprenditoriale sono qualità che necessariamente si integrano tra loro in una prospettiva temporale sempre più di breve termine e urgente. La tecnologia di stampa 3D, ad esempio, permetterà di abbattere i costi di produzione spostando il valore nell’ideazione e nel design del prodotto, con effetti non trascurabili sull’economia e la politica globale come la riduzione del divario fra la produzione in Occidente e quella in Oriente, dei costi economici e ambientali di trasporto, dell’invenduto, dell’assemblaggio. 6 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI Sintesi • • • 7 Molti esperti a livello mondiale sostengono che la fabbricazione digitale rappresenta l’epicentro della nuova rivoluzione industriale che segna il passaggio dalla produzione di massa ad una realizzazione artigianale personalizzata e ambientalmente più sostenibile perchè molto spesso eco-innovativa. Centro di questa spinta innovativa e in continua diffusione sui territori sono i Fablab, abbreviazione di Fabrication Laboratories, spazi organizzati dove poter sperimentare le potenzialità delle nuove tecnologie di fabbricazione digitale come le stampanti 3D, macchine CNC, laser cutter, ecc. I Fablab sono basati su tre elementi importanti: l’uso delle tecnologie digitali, le caratteristiche eco-innovative dei processi e dei prodotti utilizzati e realizzati, e l’approccio Open source basato sulla condivisione delle informazione e sulla rinuncia alla proprietà intellettuale. NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI Per saperne di più Fab Lab Italia - www.fablabitalia.it Wired.it - http://goo.gl/Uyv15V 8 NUOVI ARTIGIANI DELL’ECO-INNOVAZIONE NELLE CITTA’ ITALIANE. L’ESPERIENZA DEI MAKERS DIGITALI Crediti • Materiale a cura del progetto La.Fem.Me – Lavoro Femminile Mezzogiorno – Italia Lavoro S.p.A. • Rielaborazione in collaborazione con il progetto Increase • Fonti: - Focus Lab (www.focus-lab.it) • Immagini: - Foto copertina: 1. James Monkeyyatlarge; 2. Fil.al; 3. Simada 2009 • Aggiornamento Ottobre 2014 • Per informazioni – [email protected] [email protected]