CAMBIA LAVORO, CAMBIA VITA!
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CAMBIA LAVORO, CAMBIA VITA!
CAMBIA LAVORO, CAMBIA VITA! Da segretaria frustrata a imprenditrice felice MARY TOMASSO Copyright © 2015 Mary Tomasso Tutti i diritti riservati. ISBN-13: 978-1522855453 ISBN-10: 1522855459 A mia nonna Titì, che poco prima di morire mi disse che se volevo fare qualcosa, dovevo farlo! A mia madre, che mi ha sempre appoggiata anche in scelte controverse: non riesco neanche a immaginare tutto l’amore che ci vuole per accettare che una figlia desideri volare lontano. Grazie per il tuo sostegno e il tuo amore. A mio marito Mario che mi ama per come sono e mi stimola ad essere sempre la migliore versione di me stessa. INDICE Introduzione 1 Come gestire il cambiamento e configurare una nuova vita. 5 Verba volant, scripta manent 30 Assistente Virtuale: una professione per lavorare da ovunque 36 L’Assistente Virtuale 38 I servizi che può offrire un’Assistente Virtuale 47 Servizi di segreteria e assistenza 48 Gestione siti e blog 50 Servizi di Internet Marketing 52 Servizi di Social Media Marketing 60 Assistenza in Eventi Online 65 Lancio Prodotti 66 La mia giornata tipo 71 Diventare Assistente Virtuale: i primi passi 76 La Triade Vincente: Tu, il Mercato, Il Cliente 80 Inizia a costruire il tuo impero 86 Crea il tuo sito 93 Crea la lista dei tuoi futuri clienti 95 Socializza 98 Espandi i tuoi confini 106 Come trovare clienti: Il cliente ideale 108 Chi ha bisogno di un Assistente Virtuale? 116 Da Assistente Virtuale a imprenditrice 122 Delegare 126 Creare sistemi 134 Strumenti di lavoro 139 Le basi per la gestione di un ufficio virtuale 140 Storie vere di altre assistenti virtuali 151 Conclusione 177 Appendice 179 Sull’autrice 180 RINGRAZIAMENTI Oltre alle persone a cui è dedicato questo libro a cui va il mio eterno ringraziamento per il loro Amore, ringrazio con tutto il cuore Maria Tolmo, Coach spagnola e autrice di “Una Princesa en el Espejo”, per avermi accompagnata nel viaggio alla scoperta di me stessa, con le sessioni private e con i suoi corsi ai quali è stato per me un onore poter accedere. Ringrazio Lucia Giovannini per i suoi libri che mi hanno aiutata a comprendere e realizzare a livelli profondi tante cose, e per la dolcezza e l’estrema coerenza che la contraddistinguono e che sono per me una grande fonte di ispirazione. Grazie anche per aver pazientemente riletto il mio libro e per l’inestimabile feedback. Ringrazio Alberto Mattei di Nomadi Digitali per il supporto al corso per assistenti virtuali, per avermi aiutata a diffondere il mio messaggio e per essere una delle persone più corrette che conosca. Grazie anche per aver riletto il libro e per i preziosi suggerimenti. Ringrazio gli alunni del corso per assistenti virtuali per la fiducia accordatami e per avermi aiutata a creare una bella community in cui ci si supporta a vicenda. A tutti la mia massima stima per i risultati che hanno ottenuto. Ringrazio te che stai per leggere questo libro e mi auguro che possa esserti utile a realizzare il cambiamento che stai cercando, mi renderebbe profondamente felice. Ringrazio Dio per il miracolo della vita e per essere chi sono. INTRODUZIONE “Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neanche un giorno nella tua vita” Confucio La ricerca della felicità è il viaggio che accomuna tutti gli esseri umani. Qualcuno la trova, qualcuno la cerca al di fuori, qualcuno la cerca all’interno, qualcuno non la trova mai. Questo libro non è una guida alla felicità, sarebbe oltremodo presuntuoso da parte mia affermare che ho la formula magica per la felicità di tutti gli esseri umani. Ognuno trova la felicità seguendo il suo cammino personale, ma c’è una cosa di cui sono sicura: non si può essere felici facendo qualcosa che non si ama. La frase di Confucio mi ha sempre fatto un effetto molto speciale, come una nota che fa risuonare le corde di un violino. Probabilmente una parte molto profonda di me sapeva che un giorno 1 avrei potuto vivere una vita in cui il lavoro non è un peso, ma diventa un’attività da realizzare con amore perché in essa posso esprimere i miei talenti. Non è stato facile, i cambiamenti non lo sono mai, ma se non cambiamo restiamo fermi, e se restiamo fermi sappiamo cosa ci aspetta, conosciamo le circostanze alle quali ci abituiamo ed è solo facendo un primo passo che possiamo col tempo cambiare le circostanze. “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova”. E’ curioso, ho sempre sentito questa frase detta come un monito a non cambiare, perché è un rischio, perché non sai quello che trovi. E come fai a sapere che quello che trovi non è meglio di quello che lasci? Non lo sai, nessuno lo sa, allora tanto vale correrlo il rischio e quanto meno cambiare, se non andrà bene sarà comunque un’esperienza, e come ogni esperienza ti aiuterà a crescere. Ma sai che ti dico? Andrà bene! No, non ho la sfera di cristallo, ma penso che se attualmente sei insoddisfatto, frustrato, odi il tuo lavoro oppure non hai un lavoro, il cambiamento può solo essere positivo. Nel 2009 lasciai un posto fisso in un’azienda italiana a Buenos Aires, quando mio marito aveva da poco aperto un negozio, per diventare assistente virtuale. Paura? No, non proprio, non ne avevo perché non pensavo che sarebbe andata male, pensavo che sarebbe andata bene e così fu. 2 In questo libro racconto come ho fatto, cosa ho imparato in questi anni passando da impiegata frustrata ad imprenditrice soddisfatta e condivido esperienze e conoscenze che ti aiuteranno a crearti una nuova professione completamente online. Parlo di assistenza virtuale, ma se non è tua intenzione diventare assistente virtuale, troverai comunque tanti spunti su come avviare la tua attività online, qualunque essa sia. L’assistenza virtuale è una professione poco conosciuta in Italia e sento di doverle rendere onore e merito per avermi aiutato a cambiare vita. Da anni sono impegnata nella sua diffusione, attraverso il mio blog, video e altre risorse gratuite, perché credo che sia un’eccellente opportunità per tante persone di poter mettere a frutto le loro competenze e poter lavorare da casa o da ovunque nel mondo. Penso che questo apra nuove prospettive a chi vorrebbe una professione che gli consenta di viaggiare, oppure a tante mamme che vorrebbero stare a casa con i loro figli, o a chiunque desideri semplicemente lavorare online ed essere libero del proprio tempo e quindi della propria vita, perché il tempo non è denaro, il tempo è vita!1 Scoprirai che l’assistente virtuale non è una segretaria che lavora da casa, ma un(a) professionista che può lavorare con Social Media, blogging, grafica, copywriting e forse scoprirai che 1 Ann Voskamp - One Thousand Gifts: A Dare to Live Fully Right Where You Are 3 anche tu puoi diventarlo e cambiare radicalmente la tua vita. E’ una professione estremamente flessibile, e contrariamente a quanto si possa pensare dalla definizione “assistente”, è una figura molto più vicina a quella di una Manager, con caratteristiche imprenditoriali, che a quella di una segretaria. Col tempo molte assistenti virtuali sono diventate Coach e Mentor di Business Online, e si occupano di aiutare altre persone, partendo dalla loro esperienza e le vaste conoscenze acquisite nell’esercizio della professione, a creare un’attività online redditizia. Io ho iniziato come freelancer e adesso ho un’impresa completamente online, e uno dei miei obiettivi è aiutare altre persone a realizzare lo stesso. Sei pronta/o a intraprendere questo viaggio? Destinazione finale: cambio di vita! Allora sali a bordo! Prima tappa: come gestire il cambiamento. 4 COME GESTIRE IL CAMBIAMENTO E CONFIGURARE UNA NUOVA VITA “La vita comincia al di là della tua zona di confort” Neale Donald Walsch Molte persone pensano che non sia possibile fare un lavoro che si ami, che il lavoro per definizione deve essere sofferenza e che solo pochi eletti possono permettersi di dedicarsi a qualcosa che amano. Non credo nel concetto di “eletto”, penso che ognuno di noi abbia un dono e che qualcuno si avventura oltre i confini della propria zona di confort, decide di fare del suo dono una professione e con molto impegno e perseveranza ci riesce. Qualcuno continuerà a pensare che una persona così è un’eletta o che è fortunata. Non credo neanche nella fortuna, credo nell’impegno, la 5 costanza e la perseveranza e il dedicarsi anima e corpo a qualcosa che si ama. Il modo migliore per sentirsi realizzati è quello di fare qualcosa che si ama, e poiché nell’attuale sistema di vita il lavoro occupa la maggior parte del nostro tempo, allora sarà fondamentale scegliere un lavoro che amiamo, e se non possiamo sceglierlo, dobbiamo crearcelo! Questo credo sia il più importante cambio di paradigma da affrontare. Siamo cresciuti pensando di dover studiare per poter trovare un buon lavoro, magari un posto fisso nel quale arrivare alla pensione, e abbiamo creduto che questa è una meta, che la vita è semplicemente questa. Ma poi cosa succede? Chi raggiunge questa meta è insoddisfatto, perché fondamentalmente la sua vita è fatta di un lavoro che magari detesta, con pochi sprazzi di libertà nei weekend e le tanto ambite ferie. Chi non raggiunge questa meta è insoddisfatto perché pensa di essere un fallito perché nonostante la laurea, i master, i corsi di aggiornamento, non riesce a trovare un lavoro o un buon lavoro. Lavoriamo per pagarci le ferie, per acquistare l’abbigliamento “giusto” per il lavoro che facciamo e oggetti di cui molto spesso non abbiamo bisogno. E tutti prima o poi, siamo insoddisfatti. Qualcuno pensa di essere sbagliato, o di avere qualcosa di sbagliato, per cui si rivolge a uno psicologo perché gli risolva il problema. Ma il problema è semplicemente che ha perso la connessione con la sua essenza, perché è 6 entrato a far parte di un sistema nel quale le cose sono schematizzate e decise da qualcun altro. Per qualcuno può anche funzionare, non siamo tutti uguali, per molti questo tipo di vita è soddisfacente perché magari amano il proprio lavoro o semplicemente non se ne preoccupano più di tanto, perché esso è un mezzo per poter comprare cose, andare a cena fuori tutti i sabato, andare in vacanza in posti esotici. Nessuno è meglio o peggio, ho imparato da tempo a stare lontana dai giudizi e per quanto a volte sia difficile, semplicemente apprezzare e amare la diversità che costituisce la nostra umanità. Ma poiché siamo tutti diversi, per qualcuno questo stile di vita è insostenibile, e non mi sorprende constatare che il numero di persone per le quali questo stile di vita è insostenibile sia in forte crescita. A mio parere infatti è contro natura, perché ognuno di noi è su questa terra con un dono e questo dono va condiviso. Non tutti abbiamo lo stesso dono, non nascerà un’altra Madre Teresa di Calcutta, né un altro Leonardo Da Vinci o un altro Dalì, ma tu, che stai leggendo queste righe, sei altrettanto unico, e anche se il tuo dono non cambierà la storia dell’umanità, puoi cambiare la vita di qualcuno, e questo farà la differenza nella tua vita. Per cambiare la nostra vita dobbiamo cambiare dentro, il che non vuol dire diventare una persona diversa, ma essere la migliore versione di noi stessi. E se non possiamo cambiare le cose, almeno 7 possiamo cambiare il nostro modo di vedere le cose, e così piano piano intervenire sulla nostra realtà. Possiamo smettere di lamentarci che le cose non cambieranno mai, che non possiamo fare qualcosa perché non abbiamo le risorse o per qualunque altra scusa. Se ti sembra roba da New Age, ecco una citazione di Einstein che sicuramente meglio di me può spiegare a cosa mi riferisco: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il 8 conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.” Vista così la crisi non è poi questo mostro orribile, vero? Ecco a cosa mi riferisco quando parlo di vedere le cose in maniera diversa, e c’è sempre un modo diverso di vedere le cose. Se il tuo lavoro è orribile, se il tuo capo è un bastardo, se i tuoi colleghi sono ipocriti e invidiosi, è probabile che tu stia vedendo solo questo aspetto della realtà, concentrandoti sulla percezione di aspetti negativi e ignorando gli aspetti positivi, che ci sono sempre! Puoi cambiare la tua percezione delle cose e trovare quello o quegli aspetti postivi, e se proprio non li riesci a vedere, o gli aspetti negativi sono di gran lunga maggiori, se hai la possibilità, cambia il tuo lavoro, se non ce l’hai, cambia il tuo atteggiamento, non lasciare che qualcosa che proviene dall’esterno cambi il tuo stato d’animo: tu hai potere assoluto sul tuo stato d’animo. 2 Diceva Maya Angelou: “Se qualcosa non ti piace, cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il tuo atteggiamento. Non lamentarti.” E di lamentele io ero diventata un’esperta… Non c’era giorno che non tornassi a casa sbuffando e lamentandomi della monotonia del lavoro, del caos della città, dello sfinimento del viaggio nei mezzi 2 Lucia Giovannini nel suo best-seller Tutta un’altra vita la definisce la Zona di Potere. 9 pubblici… Anzi, ti dirò di più: non era solo la sera che mi lamentavo, iniziavo già al mattino appena sveglia perché detestavo dover andare a lavoro. Con un atteggiamento così, onestamente, come possiamo vedere le opportunità anche se ce le servissero su un vassoio d’argento? La vita diventa un peso insostenibile e ci allontaniamo sempre di più dai nostri sogni. Io mi raccontavo che la mia vita andava bene, che ero felice, tranne per la vita professionale. Eh sì, come se si potesse scomporre la vita in tante parti... Quante volte tendiamo a separare la nostra vita personale dalla vita professionale, ma la vita è una! Non possiamo dedicare la maggior parte del nostro tempo ad un’attività che detestiamo, che non ci permette di esprimerci, e pensare di poter essere felici! Vuoi essere felice part-time o vuoi essere felice tutti i giorni? Molte persone vivono in una sorta di torpore, immerse in una routine dalla quale pensano di non poter uscire. Pensano che saranno felici quando cambieranno lavoro, quando andranno in vacanza, quando si sposeranno, quando andranno in pensione. E così perdono la maggior parte della loro vita proiettando la felicità al di fuori di sé o in un tempo diverso dal presente. Ho vissuto così per molto tempo, sentendomi insoddisfatta e lamentandomi, come se la soluzione fosse al di fuori di me o al di là delle mie possibilità. 10 Poi ho imparato grazie a letture, corsi, introspezione e tanto lavoro su me stessa, insomma quello che si definisce un percorso di crescita personale, che la felicità dipende da me, perché in realtà è uno stato d’animo, e come tale non può dipendere da fattori esterni, ma è una decisione che possiamo prendere ogni giorno. E così ho deciso di riprendermi la mia vita, creandomi il mio lavoro, un lavoro che mi appassiona e con il quale posso esprimere i miei talenti. Nel mio percorso di crescita personale ho fatto tanti corsi e letto tanti libri, e ringrazio per aver incontrato sul mio cammino clienti Coach, alcuni dei quali sono stati e sono una grande ispirazione e mi hanno accompagnato nel mio cammino di crescita. In particolare, le sessioni di Psych-K fatte con Maria Tolmo, coach spagnola, scrittrice e mia cliente, sono state fondamentali per aiutarmi a conoscermi meglio, riconnettermi con i miei sogni e la mia essenza e diventare la persona che sono oggi. Decisamente ti suggerisco, se sei deciso a cambiare la tua vita, di considerare l’aiuto di un professionista, perché anche se il cammino lo dovrai fare tu, ti sarà utilissimo avere qualcuno che ti possa guidare nei primi passi. Il primo passo è sicuramente riconoscere di essere nella zona di confort, perché è solo uscendone che potrai creare una nuova vita. La zona di confort non è altro che la routine, la vita che viviamo perché non abbiamo il coraggio di 11 osare, le scelte che ripetiamo quotidianamente, come automi, pensando che questa sia l’unica strada possibile, l’unica vita possibile. Così ci hanno educati, le nostre famiglie, la società: “studia, così troverai un buon lavoro, poi ti sposi e metti su una famiglia.” Pensiamo che è così che debba andare la vita, ma se non fosse così? O se non fosse così per tutti? Sicuramente non è così per tutti, perché fondamentalmente non siamo tutti uguali, e quindi qualcuno sarà perfettamente soddisfatto e forse anche felice di questo tipo di vita e qualcun altro sarà estremamente insoddisfatto e infelice. Alcune persone sono completamente a loro agio nella zona di confort, non hanno particolari interessi di conoscere il mondo, interagire con altre culture, o realizzare qualcosa di unico. E va bene così: nessuno dovrebbe costringere una persona così a fare il giro del mondo in 80 giorni! Ma allo stesso modo, ci sono tantissime persone che desiderano viaggiare, interagire con altre culture, accumulare esperienze, che sentono di avere un talento da voler esprimere e nessuno dovrebbe costringere una persona così a fare l’impiegato in banca o la centralinista. Non ci hanno educati o formati ad esprimere i nostri talenti, anzi al contrario, il sistema scolastico tende a soffocare i talenti nel tentativo di uniformare le menti, perché è più facile creare sistemi educativi che vadano bene per le masse, piuttosto che 12 adattare il sistema educativo all’individuo. E’ così che perdiamo i nostri talenti, i nostri doni. "I bambini sono tutti artisti. Il problema è come rimanere artisti quando si cresce”. Pablo Picasso. E non solo, ci insegnano che alcune persone hanno talento e altre no, perché ci fanno credere che il talento è saper cantare, ballare, recitare, giocare a calcio, suonare uno strumento. Quindi se non sei Madonna o Robert De Niro, rassegnati! Invece il talento è semplicemente il nostro dono, quello che possiamo apportare al mondo, e se sei una brava segretaria che lavora con passione e diligenza, questo è il tuo talento. Ma se fai la segretaria e vorresti fare la ballerina e in qualche modo hanno soffocato il tuo talento, è il momento di riconnetterti con il tuo dono e iniziare a vivere la tua vita! Quando siamo immersi nella zona di confort, normalmente non ce ne accorgiamo, forse avvertiamo un certo disagio a causa dell’insoddisfazione, ma allo stesso tempo sentiamo di aver bisogno delle presunte sicurezze come un posto fisso, la stessa città, le stesse abitudini, la stessa routine… Ed è così che si inizia a vivere con 13 rassegnazione, e poi magari ci si chiede perché tutte le domeniche sera appare la febbre o un qualche altro sintomo fisico. A me succedeva, fisso, puntuale: ogni domenica sera un qualche sintomo fisico che doveva essere un messaggio della profonda insoddisfazione che vivevo per dovermi recare sul posto di lavoro il lunedì, un lavoro che non mi piaceva e che mi teneva lontana da casa dalle 7 del mattino alle 9 di sera. Alcune persone, forse più estroverse, non si tengono dentro l’insoddisfazione, ma la esternano condividendola con gli altri, magari alla ricerca di supporto, solidarietà, e così diventano dei “lamentosi cronici”, come dico io. E questo non fa bene né a loro né agli altri, né alle relazioni con gli altri: chi vuole stare con una persona che non fa altro che lamentarsi? Una delle cose più importanti che ho imparato nel mio percorso personale è che la nostra realtà è il riflesso di quello che pensiamo e sentiamo, quindi se continuiamo a lamentarci, vivremo nella lamentela e l’insoddisfazione. Non possiamo cambiare la realtà esterna (secondo la fisica quantistica non esiste una realtà esterna)3 se non cambiamo il nostro modo di pensare. 3 “A livello quantistico, la realtà non esiste se non la osservi”. Professor Andrew Truscott della Australian National University 14 “Se cambi il modo di guardare le cose, le cose che guardi cambiano.” Wayne W. Dyer Detto in un altro modo: se vogliamo cambiare la realtà esterna, dobbiamo cambiare i nostri pensieri. Sembra facile a dirsi, vero? E che ci vuole? Beh, sarò del tutto onesta: non è facile, ma è del tutto possibile: se ce l’ho fatta io, e come me milioni di persone nel mondo, puoi farcela anche tu. Una cosa molto importante per uscire dalla zona di confort è che bisogna essere disposti ad affrontare in una prima fase un momento di scomodità, transitare per una zona di non-confort. Al di là della zona di confort esiste una zona di infinite possibilità, alle quali non potremo mai accedere se rimaniamo fermi nelle nostre comodità, la nostra routine e apparente sicurezza. Ma non si può fare un salto diretto dalla zona di confort alla zona di infinite possibilità: bisogna prima passare per una scomodità fisiologica, naturale, perché si stanno abbandonando presunte certezze per affacciarsi in una zona di ignoto, dove tutto è possibile. In questa fase, la nostra mente, che è estremamente abitudinaria, continuerà a boicottarci con frasi del tipo “Ma chi te lo fa fare?” “Ma tutto sommato sto bene così” ed emergeranno mille dubbi 15 e paure, e soprattutto cercherai giustificazioni per non agire. E’ assolutamente normale: la mente razionale funziona e può funzionare solo così, perché è così che apprende, con la ripetizione. Ricordi quando hai imparato a scrivere? Probabilmente no, perché ora è una cosa che fai in automatico, ma quando eri piccolo piccolo, anche apprendere 21 lettere era tutta un’impresa. Hai potuto farlo perché la tua mente, con la ripetizione, ha immagazzinato questi dati, proprio come un computer. Se per anni ti sei convinto di dover trovare un posto fisso e arrivare alla pensione, la tua mente ha assunto questa idea come realtà assoluta, come l’unica realtà possibile. Ecco perché è così difficile cambiare! Allora per farlo, occorre avere pazienza, e fare un passo alla volta, introducendo nuove abitudini che modifichino le attuali abitudini disfunzionali. Secondo diversi studi, occorrono 21 giorni per cambiare un’abitudine o introdurne una nuova4, quindi l’importante è iniziare, un passo alla volta, in modo da poter “ingannare” la mente. Piano piano ti accorgerai che stai uscendo dalla zona di confort, che le paure sono scomparse e hanno lasciato il posto a nuove certezze. 4 Lucia Giovannini “Tutta un’Altra Vita” 16 “Devi trovare quel luogo dentro di te dove niente è impossibile.” Deepak Chopra Per molti anni ho perseguito il lavoro ideale: inizialmente era l’interprete di conferenza, attività per la quale ho studiato presso la Scuola per Interpreti e Traduttori. Mi affascinava l’atmosfera che si crea in questi eventi: conferenze, convegni, summit, etc. Ben presto compresi che non era il lavoro adatto a me: non ero disposta ad affrontare tanto stress come quello a cui deve sottostare un bravo interprete di conferenza. Mi orientai al settore alberghiero, diventando Guest Relations Manager, perché mi piaceva il contatto col pubblico e l’atmosfera che si respira negli hotel 5 stelle. Quando però il lavoro non era più interessante come agli inizi, quando la routine iniziò a soffocarmi e recarmi al posto di lavoro era ormai un peso, cambiai lavoro e l’unica cosa che trovai fu Segretaria di Presidenza presso un ente pubblico, in Italia. Lì rimasi incastrata per circa 3 anni, perché già si prospettava il fantasma della crisi, non era più tanto facile cambiare lavoro, tutto sommato ero ben retribuita e il lavoro, sebbene lo considerassi orribile, non era pesante perché non avevo grosse 17 responsabilità come quando ero a capo del settore di Guest Relations: ero una mera esecutrice, una segretaria di quelle a cui si dice “Non è pagata per pensare, solo per eseguire gli ordini”. In quel momento mi andava bene, non volevo stressarmi e mi stava bene che mi dicessero che cosa fare, quando e come. Tuttavia il lavoro era tedioso, per 3 anni ogni giorno andare a lavorare era un peso sovrumano, la domenica puntualmente avevo la febbre o qualche altro sintomo fisico, quando non un’angoscia tremenda. Aspettavo il fine settimana come chi si ritrova nel deserto alla ricerca di un’oasi, di un sorso d’acqua. Questo periodo di lavoro svolto come un automa fece emergere in me il desiderio di crescere, di imparare qualcosa di nuovo. Sentivo che se non avessi fatto qualcosa mi sarei inaridita, proprio come una pianta senz’acqua. Il mio nutrimento fu un corso di Naturopatia presso una nota scuola di Milano e oltre ai due weekend fissi al mese, passavo la maggior parte del tempo a dedicarmi allo studio delle terapie naturali, in particolare l’aromaterapia e tutto ciò che ruota intorno al mondo delle sostanze aromatiche: distillazione di oli essenziali, profumeria naturale, profumoterapia. Condivido questa passione con mio marito e insieme, dopo aver frequentato un corso di distillazione di oli essenziali, comprammo un distillatore da 50 litri e cominciammo a distillare in 18 casa. Questi erano i miei momenti di vita, il resto, il lavoro, era un incubo e non ero io ad andare tutti i giorni al lavoro per 8 ore, era un mio clone che non pensava, non sentiva, non viveva. Il sogno di creare qualcosa di mio era sempre presente, ma era quasi latente, pensavo che alcuni sogni restano tali e possono servire come fuga dalla realtà, quindi non lo vedevo come una meta raggiungibile. Pensavo che sarebbe stato bello non avere capi, che sarebbe stato bello poter lavorare in proprio, decidere i miei orari, sentirmi libera, poter fare qualcosa che mi piacesse e che fosse utile alle persone. Però non avevo il coraggio di lasciare il lavoro con così tante spese fisse, senza avere un progetto alternativo chiaro, ma soprattutto pensavo di non potercela fare, vedevo limiti invece di potenzialità. Mi sarebbe piaciuto dedicarmi alle terapie alternative, ma non la vedevo una fonte di reddito sicura e stabile, e non perché penso che non lo possa essere, ma semplicemente ancora non ero matura per prendere una decisione di questo tipo, non avevo la più pallida idea di come avviare un’attività in proprio. Inoltre, sebbene mi appassionassero le terapie naturali per la mia crescita personale, non mi vedevo ad aiutare gli altri in questo modo. La verità è che non ero ancora pronta a 19 mettermi in gioco, a cambiare la mia vita, non avevo sentito ancora quel click… Un click lo sentii la prima volta che andai in Argentina, mi innamorai di questo paese e pensai insieme a mio marito che grazie alla situazione cambiaria favorevole (poche migliaia di euro avevano un grosso valore al cambio), potevamo avviare un progetto che avesse a che fare con le piante aromatiche e l’aromaterapia. La nostra idea era quella di produrre oli essenziali in Argentina ed esportarli in Italia e il resto d’Europa. Non sapevamo nulla di import-export, quindi decisi di frequentare un corso. Sia io sia mio marito siamo stati sempre grandi “ricercatori online”, quindi trovammo un corso organizzato proprio da una società argentina, che naturalmente era online! Fu la prima volta che intravidi il potenziale di Internet. Vivendo ancora in Italia e viaggiando quasi 4 ore andata e ritorno per andare al lavoro, mi misi a studiare import-export sulla piattaforma online della società argentina, facendo i salti mortali per organizzare una volta a settimana una riunione via skype con il mio tutor, con una connessione di quelle primitive con un modem che emetteva suoni striduli per collegarsi. A due anni dal primo viaggio in Argentina mollammo tutto, e insieme al nostro fedele Cid (un bellissimo labrador bianco) ci trasferimmo in Argentina, con tanti sogni e il progetto di una nuova vita. 20 Accantonammo quasi subito il nostro progetto imprenditoriale, a dire il vero era un bel sogno ma non avevamo grandi conoscenze su come creare un business, dovevamo ancora imparare tanto, per cui era difficile plasmarlo in un vero e proprio progetto. Semplicemente non eravamo ancora pronti. La zona di confort non ti molla se cambi paese! In un certo senso può essere più semplice iniziare una nuova vita e avviare una nuova attività professionale quando ci si trasferisce in un altro posto e si inizia tutto daccapo. Ma se non si abbandonano le paure, quel bisogno di finte certezze (non esistono certezze nella vita!), inevitabilmente si ricomincia a vivere la stessa vita che si è abbandonata a 11 mila km di distanza, con tante speranze e illusioni. Così che rieccomi, nuovamente incastrata in un lavoro da dipendente: prima come Guest Relations Manager in un hotel 5 stelle, e poi come Assistente dell’Area Manager in un’azienda italiana. Sono trascorsi ormai quasi 15 anni dal mio primo lavoro, e qualche indizio sul fatto che non sia colpa del lavoro, ma che si tratta invece di qualcosa di più profondo, di intrinseco, inizia a paventarsi. Ecco che scatta una molla: basta! Basta sveglia quando ancora non è uscito il sole, per viaggiare due ore al giorno schiacciata in mezzi pubblici appestanti, basta recitare un ruolo di automa svolgendo attività delle quali non te ne frega niente, basta sprecare il talento innato a vantaggio di un 21 datore di lavoro che se ne frega di te. Basta! “Costruisci i tuoi sogni altrimenti qualcun altro ti assumerà per costruire i suoi.” Farrah Gray Non siamo fatti per essere schiavi di un lavoro o di un sistema di vita per cui dobbiamo lavorare per pagare l’auto che ci porta al lavoro e perché la nostra vita si riduca ai fine settimana e le poche settimane di vacanze ogni anno… Siamo fatti per esprimere il nostro talento, per vivere seguendo la nostra passione, tutto il resto è secondario. E sai cos’è sorprendente? Che quando riusciamo a vivere seguendo la nostra passione, tutto il resto viene da sé. Prendi l’esempio di Steve Jobs, o Jeff Bezos5 e come loro tanti altri: la loro motivazione non era il denaro e hanno avuto il coraggio di seguire la loro passione, di inseguire un sogno e plasmarlo in una realtà in cui la ricompensa è la realizzazione del sogno, tutto il resto è un corollario. La maggior parte delle persone considerate di successo hanno diverse caratteristiche in comune, e una è che tutte hanno avuto un sogno, una visione, e 5 Jeff Bezos lasciò un posto fisso a Wall Street per fondare Amazon. 22 l’hanno trasformata nella loro occupazione principale. Forse non sarai il nuovo Steve Jobs o Jeff Bezos, e d’altronde perché dovresti esserlo? Tu sei tu e anche se non cambierai il modo in cui si ascolta la musica o si acquista online, anche tu puoi fare una differenza nel mondo. “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.” Mahatma Gandhi Ok, mi sono detta basta, ma…che fare adesso? La cosa bella del basta, di quella molla irrefrenabile che ti fa capire che devi dare una svolta alla tua vita, è che è un grande impulso, ma bisogna modularlo per evitare che il salto sia un salto nel vuoto o una caduta libera di testa! L’enorme slancio che ti viene dal comprendere che c’è qualcosa in più dentro di te, che puoi fare qualcosa di diverso da una vita tediosa, di routine, può essere pericoloso. Queste cosiddette “crisi esistenziali” possono farti pensare “Ok, basta, non faccio più la segretaria, diventerò cantante lirica”. Sì, potresti diventare cantante lirica, sempre che tu abbia il talento, la passione, la motivazione, e che lavori duro per farlo. Ma se la tua è solo una reazione eccessiva a una vita troppo monotona, attenzione! Occorre saper distinguere tra quella che potrebbe essere una follia 23 dettata dall’estrema insoddisfazione e quello che sembra essere un gesto impulsivo, ma è invece la voce della nostra anima che anela la liberazione. Forse ti sembra troppo romantico, idealista, lontano dalla realtà. Se sei una persona molto razionale penserai che è una delle solite frasi da New Age. Invece sono sicura che anche tu, estremamente razionale, almeno una volta nella vita hai sentito una certezza profonda relativa a una scelta, magari cambiare lavoro, o sposarti, o cambiare città. Forse ci hai ragionato su un bel po’ e quindi ti sembra che la decisione sia stata estremamente meditata e razionale, eppure non è così. Studi di neuroscienza dimostrano che oltre il 90% delle nostre decisioni vengono prese da quello che è definito il cervello emozionale e vengono comunicate al cervello razionale che poi ci costruisce tutta una serie di elucubrazioni e alla fine pensa di aver preso la decisione!6 Per troppi anni sono stata immersa nella zona di confort, per troppo tempo sono stata insoddisfatta e insopportabilmente lamentosa. Suppongo che nel mio caso fosse inevitabile l’esplosione, il BASTA!, una sorta di “toccare il fondo”, quel singolo momento 6 Nel 2008 è stato condotto un esperimento da un gruppo di scienziati diretti da John-Dylan Haynes del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia, Germania. Usando la scansione cerebrale, i ricercatori sono stati in grado di predire le decisioni dei partecipanti, circa 7 secondi prima che il soggetto avesse preso la decisione razionale. Secondo i ricercatori “Molti processi nel cervello accadono automaticamente senza alcun coinvolgimento della mente conscia.” 24 che aprirà la strada alla vera svolta nella vita. Ma non deve essere così per tutti, qualcuno è più intraprendente, più coraggioso, o perché no, più incosciente… A distanza di 7 anni dal mio cambio di vita, ho imparato tantissime cose, ho continuato con la crescita personale, che non è fatta solo di corsi e letture, è un viaggio all’interno di se stessi, è come una radio che per anni ha funzionato con un fruscio e finalmente si sintonizza sul canale giusto e produce una musica angelica. “Sembra sempre impossibile finché non viene realizzato” Nelson Mandela Se sei insoddisfatto della tua vita e stai cercando alternative, sei già a buon punto, hai già fatto il primo passo verso il cambiamento. Ora l’importante è non fermarti: fai qualsiasi cosa tu senta dentro di te che è indispensabile o importante per la tua crescita personale: ad esempio contratta un Coach, frequenta corsi di crescita personale, leggi libri sull’argomento. Non abbiamo tutte le risorse dentro di noi, ma possiamo impararle. Se non ce la facciamo da soli, allora è il caso di farci aiutare da qualcuno che ci è già passato o che ha acquisto le conoscenze e 25 l’esperienza sufficienti nel campo della crescita personale, per guidarti verso la tua evoluzione e il tuo cambiamento. Un professionista può guidarci, indicarci il cammino, aprirci gli occhi, ma noi dobbiamo fare il primo passo e tutto il percorso. Il salto fuori dalla zona di confort dobbiamo farlo noi! Se continuiamo a pensare alle spese fisse, alle bollette, al mutuo, non usciremo mai dalla zona di confort, resteremo intrappolati e non vedremo le opportunità intorno a noi, perché le opportunità ci sono, ma se siamo accecati dalla preoccupazione e la paura, non possiamo vederle. Quando io mi dissi Basta!, iniziai a cercare un’opportunità, e mio marito mi parlò dell’Assistenza Virtuale. Capii subito che era quello che faceva per me, perché il mio più forte desiderio era non avere capi, poter lavorare da casa e Internet mi appassionava tanto che quando tornavo a casa dal lavoro, la mia attività rilassante era stare in Internet. Questo è un segnale importante di qualcosa che ti appassiona, perché se dopo 10 ore fuori casa e 8 circa passate davanti a un computer hai ancora voglia di stare al computer, è perché ti appassiona! Ancora da impiegata, mi iscrissi al corso per Assistenti Virtuali, che frequentavo online alla sera tornata dal lavoro. La mia motivazione era fortissima: le paure erano sparite, non pensavo più agli ostacoli, ma solo alle opportunità, a quelle che vedevo e a come crearne altre. 26 Durante il corso, quando lavoravo ancora come assistente dell’Area Manager in un’azienda italiana a Buenos Aires, avevo già le prime opportunità di lavoro nel campo dell’assistenza virtuale e della traduzione. Terminato il corso e abbandonato il posto fisso, iniziai subito a lavoricchiare, per così dire, ma non è stato tutto rose e fiori…Avevo superato il primo grande ostacolo, la paura, ma non era sufficiente. Quando si abbandona la zona di confort, c’è sempre il rischio di “ricadute”. Durante i primi mesi dall’avvio della mia attività di assistente virtuale, avevo trovato dei lavoretti, alcuni di traduzione e trascrizione, altri di assistenza virtuale che mi passarono colleghe senior. Tuttavia, dopo pochi mesi, la mia attività non era ancora arrivata ai livelli che io volevo: non volevo che altre persone mi passassero il lavoro, volevo posizionarmi nel mercato in maniera forte e avere clienti diretti, costruire un business solido e proficuo. Entrai in una fase di stallo, una sorta di crisi. Non mi dicevo chiaramente “Avrò fatto la scelta giusta?”, ma ero un po’ demotivata. Casualmente (non credo al caso), in quel periodo ero in contatto con un Coach spagnolo con il quale stavo valutando la possibilità di portare il suo corso in Argentina. Avevo quindi contattato un Coach e Trainer PNL argentino, tramite Facebook, per valutare la possibilità di una collaborazione. Il progetto con il Coach spagnolo non andò in 27 porto, però mio marito, ancora una volta, mi ispirò con un’idea molto interessante “Perché non fai delle sessioni di PNL?” E’ stata una svolta importante nella mia vita. Quando incontrai Santiago per la prima sessione, mi chiese qual era il problema, cosa volevo, dove volevo arrivare. Gli dissi che la mia attività di assistenza virtuale non stava decollando e allora mi chiese di mostrargli il mio sito e i siti delle assistenti virtuali più di successo. Quando gli mostrai il mio sito, un po’ naif e molto casereccio (lo avevo fatto io con FrontPage, che se ci penso adesso mi viene voglia di nascondermi) e i siti professionali delle due assistenti virtuali più importanti nel mondo ispanofono, fu chiaro anche a me che c’era qualcosa che non andava. Santiago mi mise davanti agli occhi la realtà: per la serie “Ma dove vuoi andare con questo sito?” Ok, non proprio così e non era neanche così terribile, ma era evidente che non era all’altezza di quello delle mie competitors. Il primo passo fu quindi quello di cambiare il sito e come è giusto che sia, delegarlo a un professionista. Non ha senso voler risparmiare quando si sta facendo un investimento, perché il sito, la vetrina per chiunque lavori online, deve essere impeccabile, professionale e non è una spesa ma un investimento. Il nuovo sito era bellissimo e molto professionale, mi dava certamente molta più 28 sicurezza propormi con un sito così. Ovviamente non fu tutto, fu solo il primo passo nel lavoro che feci con Santiago. Lavorammo con tecniche di PNL, ricordo un esercizio particolarmente gradevole: mettiti davanti a una parete e immagina che lì si stia proiettando la tua vita, quello che vuoi ottenere, la tua visione. Usare l’immaginazione in questo modo, come se stessimo proiettando un film, è molto utile, perché la nostra mente funziona per immagini, e non distingue tra un’immagine reale e una non reale.7 Ecco perché questo è un modo eccellente per co-creare la nostra realtà. Inoltre Santiago mi dette compiti a casa: scrivere la mia visione e poi tenere una sorta di diario. Il risultato delle 4 sessioni di PNL fu che aumentai la mia autostima, ebbi maggiore chiarezza sui miei obiettivi, imparai a focalizzarmi e a rimanerlo ed ebbi gli strumenti per passare all’azione. Una delle prime cose che feci fu quella di contattare potenziali clienti attraverso i Social Network. Avevo individuato un profilo di imprenditore che poteva aver bisogno di un’assistente virtuale e gli scrissi su Facebook proponendogli i miei servizi. 7 Psicologi dell'Università di Chicago hanno esaminato tre gruppi di giocatori di basket. Il primo gruppo ha praticato tiri liberi ogni giorno per trenta giorni. Il secondo gruppo doveva solo immaginare di lanciare tiri liberi ogni giorno per trenta giorni. Il terzo gruppo non doveva fare nulla. I risultati sono stati che il primo gruppo ha migliorato la performance del 24%, il terzo gruppo (che non doveva fare nulla) non ha avuto alcun miglioramento. Il secondo gruppo, che ha solo immaginato di effettuare i tiri liberi, ha migliorato la performance del 23%, senza toccare fisicamente un pallone da basket. 29 Fu interessato e diventò mio cliente! Ero molto entusiasta perché vedevo i frutti del mio impegno, la mia costanza e la mia determinazione e da allora è stato un cammino di continua evoluzione professionale e personale. Verba volant scripta manent Quanta saggezza in queste parole! Le ho sempre interpretate in un solo senso, cioè scrivere cose importanti per avere un prova documentata qualora fosse necessario, come per i contratti, i preventivi, etc. Ma cosa c’è di più importante di una visione che è nella nostra mente? E cosa succede se non la scriviamo e resta nella nostra mente? Molto probabilmente succede che resta come un sogno irrealizzabile, oppure che si accumula alla miriade di altri pensieri che abbiamo ogni giorno, magari viene dimenticata o sostituita da preoccupazioni, paure… Se invece la scriviamo, ecco che iniziamo a crearla: pensiero —> parola —> azione. Ecco perché quando ci ritroviamo improvvisamente impegnati in un nuovo processo creativo, abbiamo bisogno di mettere tutto nero su bianco. Questo ci aiuterà a restare focalizzati durante tutto il processo. Non importa come tu voglia 30 farlo, se nel modo tradizionale scrivendo su un diario, un quaderno, un’agenda, o magari se sei più tecnologico con una app, però l’importante è che ti crei una nuova routine, scrivendo la tua visione, cosa vuoi ottenere da qui a 3 mesi, 6 mesi, 1 anno, 3 anni. Io personalmente lo faccio per l’anno in corso, ma certamente è utile visualizzare la propria vita anche da qui a 3 anni o periodi più lunghi. Una volta che avrai individuato i tuoi obiettivi, divisi per aree come per esempio: salute e benessere, personale, lavoro, etc. potrai scrivere quali sono le azioni che compierai ogni giorno per realizzare i tuoi obiettivi. Per esempio, immagina di aver deciso di voler diventare assistente virtuale entro un anno, questo è il tuo obiettivo. Come fare per raggiungerlo? Cosa farai ogni giorno per raggiungere questo obiettivo? Quindi scrivi ogni giorno 5 azioni che porterai a termine. Per esempio: frequentare un corso per assistenti virtuali, leggere un articolo di un blog sull’assistenza virtuale, imparare uno strumento per lavorare online, etc. Alcune di queste azioni possono ripetersi, per esempio il corso o imparare uno strumento online non sono attività che si possono realizzare in una sola giornata, ma stabilisci quanto tempo ci metterai per finire il corso o imparare un nuovo strumento. L’importante è iniziare a instaurare una routine e avere gli strumenti che ti aiutino a monitorare l’andamento. Quindi tieni un diario, un’agenda, crea 31 un vision board - io ne uno ho appeso di fronte alla mia scrivania, è una lavagna di sughero con attaccate immagini di posti che voglio visitare e obiettivi che voglio raggiungere, e lo guardo molte volte al giorno! Il vision board ti aiuterà a immaginare la tua visione, ma il diario o l’agenda ti aiuteranno a monitorare i risultati, a rimanere focalizzato, sono una sorta di strumento di controllo: non puoi mentire davanti alla parola scritta! Fallo in maniera rilassata, non deve essere una fonte di stress, o non devi sentirti in colpa se un giorno non riesci a fare qualcosa. Però usalo come strumento di autoanalisi: perché oggi non sono riuscito a fare questa determinata cosa? Ho usato una scusa per auto-boicottarmi oppure effettivamente c’è stato un imprevisto che me lo ha impedito? Allora se oggi non ci sono riuscito, domani aggiungerò questa attività alle altre già previste. Quando frequentavo il corso e ancora lavoravo, ho usato questa tecnica per iniziare a creare la mia attività. Avevo chiaro cosa fare alla sera tornata dal lavoro: aggiungere contatti in Linkedin e Facebook, iniziare a creare il sito, studiare, etc. Il mio professore di Anatomia e Fisiologia al corso di medicina olistica una volta disse una cosa che non dimenticherò mai: “Il corpo umano è una macchina che funziona se funziona”. Cioè, se il nostro corpo è in movimento, in azione, funziona, perché sa come funzionare, non dobbiamo dire al 32 cuore di battere e ai polmoni di respirare. Quando iniziamo a “non farlo funzionare”, perché magari siamo sedentari, ci alimentiamo male, allora il corpo inizia a funzionare meno bene. Lo stesso vale ovviamente per la mente: se studiamo, impariamo cose nuove, abbiamo una routine di azioni da seguire, in poche parole se passiamo all’azione, la nostra mente si apre e così si aprono nuove possibilità nella nostra vita. “La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.” Albert Einstein Quando entrerai in contatto con la tua vera essenza, che non è una roba metafisica per cui bisogna raggiungere l’illuminazione del Buddha, ma è semplicemente, a mio avviso, una maggiore consapevolezza, il cammino verso il cambiamento diventerà più facile. Si tratta di seguire una passione, una missione, che ognuno di noi, in maniera unica è portato a realizzare nella propria vita, anziché vivere per vestire alla moda, comprare l’ultimo modello di iPhone o ostentare l’ultimo modello di auto sportiva. Non siamo tutti uguali e per alcune persone va benissimo, non è mia intenzione suggerire un unico o migliore modello di vita, però di una cosa sono fermamente convinta, ed è che, come diceva Gandhi “la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò 33 che fai sono in armonia”. E inversamente potremmo dire che l’infelicità è quando esiste incoerenza tra ciò che pensiamo (o sentiamo), ciò che diciamo, ciò che a volte raccontiamo anche a noi stessi, e ciò che facciamo. Se sei felice con la tua vita, comunque essa sia, sono felicissima per te, ma se ti senti insoddisfatto e non sai perché, sei all’inizio di un viaggio all’interno di te stesso che credo non avrà mai fine. Nel viaggio alla ricerca della felicità, forse scoprirai che la felicità non è una meta, non è la destinazione finale, ma è il viaggio stesso. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di imparare ad essere felici ora, non domani quando avremo raggiunto quella determinata cosa che tanto aneliamo, perché anche questo sarebbe un modo per cercare la felicità all’esterno, mentre può essere solo trovata all’interno. In altre parole… ”Se non sei felice con ciò che hai, non sarai felice neanche con ciò che non hai, una volta che l’avrai”. Alejandro Jodorowsky Non è facile, ma è possibile, e sono sicura che per tutti il cammino è diverso, ma tutti possiamo imparare, giorno dopo giorno, ad essere grati per ciò 34 che abbiamo, perché il sentimento stesso di gratitudine apre le porte della felicità. E ora andiamo alla scoperta della professione che ha cambiato la mia vita: l’Assistente Virtuale. 35