CAMBIA LAVORO, CAMBIA VITA!

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CAMBIA LAVORO, CAMBIA VITA!
CAMBIA LAVORO,
CAMBIA VITA!
Da segretaria frustrata a imprenditrice felice
MARY TOMASSO
Copyright © 2015 Mary Tomasso
Tutti i diritti riservati.
ISBN-13: 978-1522855453
ISBN-10: 1522855459
A mia nonna Titì, che poco prima di morire mi
disse che se volevo fare qualcosa, dovevo farlo!
A mia madre, che mi ha sempre appoggiata anche
in scelte controverse: non riesco neanche a
immaginare tutto l’amore che ci vuole per accettare che
una figlia desideri volare lontano. Grazie per il tuo
sostegno e il tuo amore.
A mio marito Mario che mi ama per come sono e
mi stimola ad essere sempre la migliore versione di me
stessa.
INDICE
Introduzione
1
Come gestire il cambiamento e configurare
una nuova vita.
5
Verba volant, scripta manent
30
Assistente Virtuale: una professione per
lavorare da ovunque
36
L’Assistente Virtuale
38
I servizi che può offrire un’Assistente Virtuale
47
Servizi di segreteria e assistenza
48
Gestione siti e blog
50
Servizi di Internet Marketing
52
Servizi di Social Media Marketing
60
Assistenza in Eventi Online
65
Lancio Prodotti
66
La mia giornata tipo
71
Diventare Assistente Virtuale: i primi passi
76
La Triade Vincente: Tu, il Mercato, Il Cliente
80
Inizia a costruire il tuo impero
86
Crea il tuo sito
93
Crea la lista dei tuoi futuri clienti
95
Socializza
98
Espandi i tuoi confini
106
Come trovare clienti: Il cliente ideale
108
Chi ha bisogno di un Assistente Virtuale?
116
Da Assistente Virtuale a imprenditrice
122
Delegare
126
Creare sistemi
134
Strumenti di lavoro
139
Le basi per la gestione di un ufficio virtuale
140
Storie vere di altre assistenti virtuali
151
Conclusione
177
Appendice
179
Sull’autrice
180
RINGRAZIAMENTI
Oltre alle persone a cui è dedicato questo libro
a cui va il mio eterno ringraziamento per il loro
Amore, ringrazio con tutto il cuore Maria Tolmo,
Coach spagnola e autrice di “Una Princesa en el
Espejo”, per avermi accompagnata nel viaggio alla
scoperta di me stessa, con le sessioni private e con i
suoi corsi ai quali è stato per me un onore poter
accedere.
Ringrazio Lucia Giovannini per i suoi libri che
mi hanno aiutata a comprendere e realizzare a livelli
profondi tante cose, e per la dolcezza e l’estrema
coerenza che la contraddistinguono e che sono per
me una grande fonte di ispirazione. Grazie anche
per aver pazientemente riletto il mio libro e per
l’inestimabile feedback.
Ringrazio Alberto Mattei di Nomadi Digitali per il
supporto al corso per assistenti virtuali, per avermi
aiutata a diffondere il mio messaggio e per essere
una delle persone più corrette che conosca. Grazie
anche per aver riletto il libro e per i preziosi
suggerimenti.
Ringrazio gli alunni del corso per assistenti
virtuali per la fiducia accordatami e per avermi
aiutata a creare una bella community in cui ci si
supporta a vicenda. A tutti la mia massima stima per
i risultati che hanno ottenuto.
Ringrazio te che stai per leggere questo libro e
mi auguro che possa esserti utile a realizzare il
cambiamento che stai cercando, mi renderebbe
profondamente felice.
Ringrazio Dio per il miracolo della vita e per
essere chi sono.
INTRODUZIONE
“Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare
neanche un giorno nella tua vita”
Confucio
La ricerca della felicità è il viaggio che
accomuna tutti gli esseri umani. Qualcuno la trova,
qualcuno la cerca al di fuori, qualcuno la cerca
all’interno, qualcuno non la trova mai.
Questo libro non è una guida alla felicità,
sarebbe oltremodo presuntuoso da parte mia
affermare che ho la formula magica per la felicità di
tutti gli esseri umani. Ognuno trova la felicità
seguendo il suo cammino personale, ma c’è una
cosa di cui sono sicura: non si può essere felici
facendo qualcosa che non si ama.
La frase di Confucio mi ha sempre fatto un
effetto molto speciale, come una nota che fa
risuonare le corde di un violino. Probabilmente una
parte molto profonda di me sapeva che un giorno
1
avrei potuto vivere una vita in cui il lavoro non è un
peso, ma diventa un’attività da realizzare con amore
perché in essa posso esprimere i miei talenti.
Non è stato facile, i cambiamenti non lo sono
mai, ma se non cambiamo restiamo fermi, e se
restiamo fermi sappiamo cosa ci aspetta,
conosciamo le circostanze alle quali ci abituiamo ed
è solo facendo un primo passo che possiamo col
tempo cambiare le circostanze.
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa
quello che lascia ma non sa quello che trova”. E’
curioso, ho sempre sentito questa frase detta come
un monito a non cambiare, perché è un rischio,
perché non sai quello che trovi. E come fai a sapere
che quello che trovi non è meglio di quello che lasci?
Non lo sai, nessuno lo sa, allora tanto vale correrlo il
rischio e quanto meno cambiare, se non andrà bene
sarà comunque un’esperienza, e come ogni
esperienza ti aiuterà a crescere.
Ma sai che ti dico? Andrà bene! No, non ho la
sfera di cristallo, ma penso che se attualmente sei
insoddisfatto, frustrato, odi il tuo lavoro oppure non
hai un lavoro, il cambiamento può solo essere
positivo.
Nel 2009 lasciai un posto fisso in un’azienda
italiana a Buenos Aires, quando mio marito aveva da
poco aperto un negozio, per diventare assistente
virtuale. Paura? No, non proprio, non ne avevo
perché non pensavo che sarebbe andata male,
pensavo che sarebbe andata bene e così fu.
2
In questo libro racconto come ho fatto, cosa ho
imparato in questi anni passando da impiegata
frustrata ad imprenditrice soddisfatta e condivido
esperienze e conoscenze che ti aiuteranno a crearti
una nuova professione completamente online.
Parlo di assistenza virtuale, ma se non è tua
intenzione diventare assistente virtuale, troverai
comunque tanti spunti su come avviare la tua attività
online, qualunque essa sia.
L’assistenza virtuale è una professione poco
conosciuta in Italia e sento di doverle rendere onore
e merito per avermi aiutato a cambiare vita. Da anni
sono impegnata nella sua diffusione, attraverso il
mio blog, video e altre risorse gratuite, perché credo
che sia un’eccellente opportunità per tante persone
di poter mettere a frutto le loro competenze e poter
lavorare da casa o da ovunque nel mondo.
Penso che questo apra nuove prospettive a chi
vorrebbe una professione che gli consenta di
viaggiare, oppure a tante mamme che vorrebbero
stare a casa con i loro figli, o a chiunque desideri
semplicemente lavorare online ed essere libero del
proprio tempo e quindi della propria vita, perché il
tempo non è denaro, il tempo è vita!1
Scoprirai che l’assistente virtuale non è una
segretaria che lavora da casa, ma un(a)
professionista che può lavorare con Social Media,
blogging, grafica, copywriting e forse scoprirai che
1
Ann Voskamp - One Thousand Gifts: A Dare to Live Fully Right Where You Are
3
anche tu puoi diventarlo e cambiare radicalmente la
tua vita.
E’ una professione estremamente flessibile, e
contrariamente a quanto si possa pensare dalla
definizione “assistente”, è una figura molto più vicina
a quella di una Manager, con caratteristiche
imprenditoriali, che a quella di una segretaria.
Col tempo molte assistenti virtuali sono
diventate Coach e Mentor di Business Online, e si
occupano di aiutare altre persone, partendo dalla
loro esperienza e le vaste conoscenze acquisite
nell’esercizio della professione, a creare un’attività
online redditizia.
Io ho iniziato come freelancer e adesso ho
un’impresa completamente online, e uno dei miei
obiettivi è aiutare altre persone a realizzare lo
stesso.
Sei pronta/o a intraprendere questo viaggio?
Destinazione finale: cambio di vita!
Allora sali a bordo! Prima tappa: come gestire il
cambiamento.
4
COME GESTIRE IL CAMBIAMENTO E
CONFIGURARE UNA NUOVA VITA
“La vita comincia al di là della tua zona di
confort”
Neale Donald Walsch
Molte persone pensano che non sia possibile
fare un lavoro che si ami, che il lavoro per
definizione deve essere sofferenza e che solo pochi
eletti possono permettersi di dedicarsi a qualcosa
che amano.
Non credo nel concetto di “eletto”, penso che
ognuno di noi abbia un dono e che qualcuno si
avventura oltre i confini della propria zona di confort,
decide di fare del suo dono una professione e con
molto impegno e perseveranza ci riesce.
Qualcuno continuerà a pensare che una
persona così è un’eletta o che è fortunata. Non
credo neanche nella fortuna, credo nell’impegno, la
5
costanza e la perseveranza e il dedicarsi anima e
corpo a qualcosa che si ama.
Il modo migliore per sentirsi realizzati è quello
di fare qualcosa che si ama, e poiché nell’attuale
sistema di vita il lavoro occupa la maggior parte del
nostro tempo, allora sarà fondamentale scegliere un
lavoro che amiamo, e se non possiamo sceglierlo,
dobbiamo crearcelo!
Questo credo sia il più importante cambio di
paradigma da affrontare. Siamo cresciuti pensando
di dover studiare per poter trovare un buon lavoro,
magari un posto fisso nel quale arrivare alla
pensione, e abbiamo creduto che questa è una
meta, che la vita è semplicemente questa. Ma poi
cosa succede? Chi raggiunge questa meta è
insoddisfatto, perché fondamentalmente la sua vita è
fatta di un lavoro che magari detesta, con pochi
sprazzi di libertà nei weekend e le tanto ambite ferie.
Chi non raggiunge questa meta è insoddisfatto
perché pensa di essere un fallito perché nonostante
la laurea, i master, i corsi di aggiornamento, non
riesce a trovare un lavoro o un buon lavoro.
Lavoriamo per pagarci le ferie, per acquistare
l’abbigliamento “giusto” per il lavoro che facciamo e
oggetti di cui molto spesso non abbiamo bisogno. E
tutti prima o poi, siamo insoddisfatti. Qualcuno pensa
di essere sbagliato, o di avere qualcosa di sbagliato,
per cui si rivolge a uno psicologo perché gli risolva il
problema. Ma il problema è semplicemente che ha
perso la connessione con la sua essenza, perché è
6
entrato a far parte di un sistema nel quale le cose
sono schematizzate e decise da qualcun altro.
Per qualcuno può anche funzionare, non siamo
tutti uguali, per molti questo tipo di vita è
soddisfacente perché magari amano il proprio lavoro
o semplicemente non se ne preoccupano più di
tanto, perché esso è un mezzo per poter comprare
cose, andare a cena fuori tutti i sabato, andare in
vacanza in posti esotici.
Nessuno è meglio o peggio, ho imparato da
tempo a stare lontana dai giudizi e per quanto a volte
sia difficile, semplicemente apprezzare e amare la
diversità che costituisce la nostra umanità. Ma
poiché siamo tutti diversi, per qualcuno questo stile
di vita è insostenibile, e non mi sorprende constatare
che il numero di persone per le quali questo stile di
vita è insostenibile sia in forte crescita.
A mio parere infatti è contro natura, perché
ognuno di noi è su questa terra con un dono e
questo dono va condiviso. Non tutti abbiamo lo
stesso dono, non nascerà un’altra Madre Teresa di
Calcutta, né un altro Leonardo Da Vinci o un altro
Dalì, ma tu, che stai leggendo queste righe, sei
altrettanto unico, e anche se il tuo dono non
cambierà la storia dell’umanità, puoi cambiare la vita
di qualcuno, e questo farà la differenza nella tua vita.
Per cambiare la nostra vita dobbiamo cambiare
dentro, il che non vuol dire diventare una persona
diversa, ma essere la migliore versione di noi stessi.
E se non possiamo cambiare le cose, almeno
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possiamo cambiare il nostro modo di vedere le cose,
e così piano piano intervenire sulla nostra realtà.
Possiamo smettere di lamentarci che le cose non
cambieranno mai, che non possiamo fare qualcosa
perché non abbiamo le risorse o per qualunque altra
scusa.
Se ti sembra roba da New Age, ecco una
citazione di Einstein che sicuramente meglio di me
può spiegare a cosa mi riferisco:
“Non possiamo pretendere che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le
persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno
nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge
l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi
supera la crisi supera sé stesso senza essere
'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e
difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più
valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è
la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente
delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare
soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono
sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta
agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che
emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i
venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa
incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il
8
conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una
volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la
tragedia di non voler lottare per superarla.”
Vista così la crisi non è poi questo mostro
orribile, vero? Ecco a cosa mi riferisco quando parlo
di vedere le cose in maniera diversa, e c’è sempre
un modo diverso di vedere le cose. Se il tuo lavoro è
orribile, se il tuo capo è un bastardo, se i tuoi colleghi
sono ipocriti e invidiosi, è probabile che tu stia
vedendo solo questo aspetto della realtà,
concentrandoti sulla percezione di aspetti negativi e
ignorando gli aspetti positivi, che ci sono sempre!
Puoi cambiare la tua percezione delle cose e trovare
quello o quegli aspetti postivi, e se proprio non li
riesci a vedere, o gli aspetti negativi sono di gran
lunga maggiori, se hai la possibilità, cambia il tuo
lavoro, se non ce l’hai, cambia il tuo atteggiamento,
non lasciare che qualcosa che proviene dall’esterno
cambi il tuo stato d’animo: tu hai potere assoluto sul
tuo stato d’animo. 2
Diceva Maya Angelou: “Se qualcosa non ti
piace, cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il
tuo atteggiamento. Non lamentarti.”
E di lamentele io ero diventata un’esperta…
Non c’era giorno che non tornassi a casa sbuffando
e lamentandomi della monotonia del lavoro, del caos
della città, dello sfinimento del viaggio nei mezzi
2
Lucia Giovannini nel suo best-seller Tutta un’altra vita la definisce la Zona di
Potere.
9
pubblici…
Anzi, ti dirò di più: non era solo la sera che mi
lamentavo, iniziavo già al mattino appena sveglia
perché detestavo dover andare a lavoro. Con un
atteggiamento così, onestamente, come possiamo
vedere le opportunità anche se ce le servissero su
un vassoio d’argento? La vita diventa un peso
insostenibile e ci allontaniamo sempre di più dai
nostri sogni.
Io mi raccontavo che la mia vita andava bene,
che ero felice, tranne per la vita professionale. Eh sì,
come se si potesse scomporre la vita in tante parti...
Quante volte tendiamo a separare la nostra vita
personale dalla vita professionale, ma la vita è una!
Non possiamo dedicare la maggior parte del nostro
tempo ad un’attività che detestiamo, che non ci
permette di esprimerci, e pensare di poter essere
felici! Vuoi essere felice part-time o vuoi essere felice
tutti i giorni?
Molte persone vivono in una sorta di torpore,
immerse in una routine dalla quale pensano di non
poter uscire. Pensano che saranno felici quando
cambieranno lavoro, quando andranno in vacanza,
quando si sposeranno, quando andranno in
pensione. E così perdono la maggior parte della loro
vita proiettando la felicità al di fuori di sé o in un
tempo diverso dal presente.
Ho vissuto così per molto tempo, sentendomi
insoddisfatta e lamentandomi, come se la soluzione
fosse al di fuori di me o al di là delle mie possibilità.
10
Poi ho imparato grazie a letture, corsi, introspezione
e tanto lavoro su me stessa, insomma quello che si
definisce un percorso di crescita personale, che la
felicità dipende da me, perché in realtà è uno stato
d’animo, e come tale non può dipendere da fattori
esterni, ma è una decisione che possiamo prendere
ogni giorno. E così ho deciso di riprendermi la mia
vita, creandomi il mio lavoro, un lavoro che mi
appassiona e con il quale posso esprimere i miei
talenti.
Nel mio percorso di crescita personale ho fatto
tanti corsi e letto tanti libri, e ringrazio per aver
incontrato sul mio cammino clienti Coach, alcuni dei
quali sono stati e sono una grande ispirazione e mi
hanno accompagnato nel mio cammino di crescita.
In particolare, le sessioni di Psych-K fatte con
Maria Tolmo, coach spagnola, scrittrice e mia cliente,
sono state fondamentali per aiutarmi a conoscermi
meglio, riconnettermi con i miei sogni e la mia
essenza e diventare la persona che sono oggi.
Decisamente ti suggerisco, se sei deciso a cambiare
la tua vita, di considerare l’aiuto di un professionista,
perché anche se il cammino lo dovrai fare tu, ti sarà
utilissimo avere qualcuno che ti possa guidare nei
primi passi.
Il primo passo è sicuramente riconoscere di
essere nella zona di confort, perché è solo
uscendone che potrai creare una nuova vita.
La zona di confort non è altro che la routine, la
vita che viviamo perché non abbiamo il coraggio di
11
osare, le scelte che ripetiamo quotidianamente,
come automi, pensando che questa sia l’unica
strada possibile, l’unica vita possibile.
Così ci hanno educati, le nostre famiglie, la
società: “studia, così troverai un buon lavoro, poi ti
sposi e metti su una famiglia.” Pensiamo che è così
che debba andare la vita, ma se non fosse così? O
se non fosse così per tutti?
Sicuramente non è così per tutti, perché
fondamentalmente non siamo tutti uguali, e quindi
qualcuno sarà perfettamente soddisfatto e forse
anche felice di questo tipo di vita e qualcun altro sarà
estremamente insoddisfatto e infelice.
Alcune persone sono completamente a loro
agio nella zona di confort, non hanno particolari
interessi di conoscere il mondo, interagire con altre
culture, o realizzare qualcosa di unico. E va bene
così: nessuno dovrebbe costringere una persona
così a fare il giro del mondo in 80 giorni!
Ma allo stesso modo, ci sono tantissime
persone che desiderano viaggiare, interagire con
altre culture, accumulare esperienze, che sentono di
avere un talento da voler esprimere e nessuno
dovrebbe costringere una persona così a fare
l’impiegato in banca o la centralinista.
Non ci hanno educati o formati ad esprimere i
nostri talenti, anzi al contrario, il sistema scolastico
tende a soffocare i talenti nel tentativo di uniformare
le menti, perché è più facile creare sistemi educativi
che vadano bene per le masse, piuttosto che
12
adattare il sistema educativo all’individuo. E’ così che
perdiamo i nostri talenti, i nostri doni.
"I bambini sono tutti artisti. Il problema
è come rimanere artisti quando si cresce”.
Pablo Picasso.
E non solo, ci insegnano che alcune persone
hanno talento e altre no, perché ci fanno credere che
il talento è saper cantare, ballare, recitare, giocare a
calcio, suonare uno strumento. Quindi se non sei
Madonna o Robert De Niro, rassegnati!
Invece il talento è semplicemente il nostro
dono, quello che possiamo apportare al mondo, e se
sei una brava segretaria che lavora con passione e
diligenza, questo è il tuo talento. Ma se fai la
segretaria e vorresti fare la ballerina e in qualche
modo hanno soffocato il tuo talento, è il momento di
riconnetterti con il tuo dono e iniziare a vivere la tua
vita!
Quando siamo immersi nella zona di confort,
normalmente non ce ne accorgiamo, forse
avvertiamo un certo disagio a causa
dell’insoddisfazione, ma allo stesso tempo sentiamo
di aver bisogno delle presunte sicurezze come un
posto fisso, la stessa città, le stesse abitudini, la
stessa routine…
Ed è così che si inizia a vivere con
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rassegnazione, e poi magari ci si chiede perché tutte
le domeniche sera appare la febbre o un qualche
altro sintomo fisico. A me succedeva, fisso, puntuale:
ogni domenica sera un qualche sintomo fisico che
doveva essere un messaggio della profonda
insoddisfazione che vivevo per dovermi recare sul
posto di lavoro il lunedì, un lavoro che non mi
piaceva e che mi teneva lontana da casa dalle 7 del
mattino alle 9 di sera.
Alcune persone, forse più estroverse, non si
tengono dentro l’insoddisfazione, ma la esternano
condividendola con gli altri, magari alla ricerca di
supporto, solidarietà, e così diventano dei “lamentosi
cronici”, come dico io. E questo non fa bene né a
loro né agli altri, né alle relazioni con gli altri: chi
vuole stare con una persona che non fa altro che
lamentarsi?
Una delle cose più importanti che ho imparato
nel mio percorso personale è che la nostra realtà è il
riflesso di quello che pensiamo e sentiamo, quindi se
continuiamo a lamentarci, vivremo nella lamentela e
l’insoddisfazione. Non possiamo cambiare la realtà
esterna (secondo la fisica quantistica non esiste una
realtà esterna)3 se non cambiamo il nostro modo di
pensare.
3
“A livello quantistico, la realtà non esiste se non la osservi”. Professor
Andrew Truscott della Australian National University
14
“Se cambi il modo di guardare le
cose, le cose che guardi cambiano.”
Wayne W. Dyer
Detto in un altro modo: se vogliamo cambiare la
realtà esterna, dobbiamo cambiare i nostri pensieri.
Sembra facile a dirsi, vero? E che ci vuole? Beh,
sarò del tutto onesta: non è facile, ma è del tutto
possibile: se ce l’ho fatta io, e come me milioni di
persone nel mondo, puoi farcela anche tu.
Una cosa molto importante per uscire dalla
zona di confort è che bisogna essere disposti ad
affrontare in una prima fase un momento di
scomodità, transitare per una zona di non-confort.
Al di là della zona di confort esiste una zona di
infinite possibilità, alle quali non potremo mai
accedere se rimaniamo fermi nelle nostre comodità,
la nostra routine e apparente sicurezza. Ma non si
può fare un salto diretto dalla zona di confort alla
zona di infinite possibilità: bisogna prima passare per
una scomodità fisiologica, naturale, perché si stanno
abbandonando presunte certezze per affacciarsi in
una zona di ignoto, dove tutto è possibile.
In questa fase, la nostra mente, che è
estremamente abitudinaria, continuerà a boicottarci
con frasi del tipo “Ma chi te lo fa fare?” “Ma tutto
sommato sto bene così” ed emergeranno mille dubbi
15
e paure, e soprattutto cercherai giustificazioni per
non agire.
E’ assolutamente normale: la mente razionale
funziona e può funzionare solo così, perché è così
che apprende, con la ripetizione. Ricordi quando hai
imparato a scrivere? Probabilmente no, perché ora è
una cosa che fai in automatico, ma quando eri
piccolo piccolo, anche apprendere 21 lettere era
tutta un’impresa. Hai potuto farlo perché la tua
mente, con la ripetizione, ha immagazzinato questi
dati, proprio come un computer.
Se per anni ti sei convinto di dover trovare un
posto fisso e arrivare alla pensione, la tua mente ha
assunto questa idea come realtà assoluta, come
l’unica realtà possibile. Ecco perché è così difficile
cambiare! Allora per farlo, occorre avere pazienza, e
fare un passo alla volta, introducendo nuove
abitudini che modifichino le attuali abitudini
disfunzionali.
Secondo diversi studi, occorrono 21 giorni per
cambiare un’abitudine o introdurne una nuova4,
quindi l’importante è iniziare, un passo alla volta, in
modo da poter “ingannare” la mente.
Piano piano ti accorgerai che stai uscendo
dalla zona di confort, che le paure sono scomparse e
hanno lasciato il posto a nuove certezze.
4
Lucia Giovannini “Tutta un’Altra Vita”
16
“Devi trovare quel luogo dentro di te dove
niente è impossibile.” Deepak Chopra
Per molti anni ho perseguito il lavoro ideale:
inizialmente era l’interprete di conferenza, attività per
la quale ho studiato presso la Scuola per Interpreti e
Traduttori. Mi affascinava l’atmosfera che si crea in
questi eventi: conferenze, convegni, summit, etc.
Ben presto compresi che non era il lavoro adatto a
me: non ero disposta ad affrontare tanto stress come
quello a cui deve sottostare un bravo interprete di
conferenza.
Mi orientai al settore alberghiero, diventando
Guest Relations Manager, perché mi piaceva il
contatto col pubblico e l’atmosfera che si respira
negli hotel 5 stelle. Quando però il lavoro non era più
interessante come agli inizi, quando la routine iniziò
a soffocarmi e recarmi al posto di lavoro era ormai
un peso, cambiai lavoro e l’unica cosa che trovai fu
Segretaria di Presidenza presso un ente pubblico, in
Italia.
Lì rimasi incastrata per circa 3 anni, perché già
si prospettava il fantasma della crisi, non era più
tanto facile cambiare lavoro, tutto sommato ero ben
retribuita e il lavoro, sebbene lo considerassi orribile,
non era pesante perché non avevo grosse
17
responsabilità come quando ero a capo del settore di
Guest Relations: ero una mera esecutrice, una
segretaria di quelle a cui si dice “Non è pagata per
pensare, solo per eseguire gli ordini”. In quel
momento mi andava bene, non volevo stressarmi e
mi stava bene che mi dicessero che cosa fare,
quando e come. Tuttavia il lavoro era tedioso, per 3
anni ogni giorno andare a lavorare era un peso
sovrumano, la domenica puntualmente avevo la
febbre o qualche altro sintomo fisico, quando non
un’angoscia tremenda. Aspettavo il fine settimana
come chi si ritrova nel deserto alla ricerca di un’oasi,
di un sorso d’acqua.
Questo periodo di lavoro svolto come un
automa fece emergere in me il desiderio di crescere,
di imparare qualcosa di nuovo. Sentivo che se non
avessi fatto qualcosa mi sarei inaridita, proprio come
una pianta senz’acqua.
Il mio nutrimento fu un corso di Naturopatia
presso una nota scuola di Milano e oltre ai due
weekend fissi al mese, passavo la maggior parte del
tempo a dedicarmi allo studio delle terapie naturali,
in particolare l’aromaterapia e tutto ciò che ruota
intorno al mondo delle sostanze aromatiche:
distillazione di oli essenziali, profumeria naturale,
profumoterapia.
Condivido questa passione con mio marito e
insieme, dopo aver frequentato un corso di
distillazione di oli essenziali, comprammo un
distillatore da 50 litri e cominciammo a distillare in
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casa.
Questi erano i miei momenti di vita, il resto, il
lavoro, era un incubo e non ero io ad andare tutti i
giorni al lavoro per 8 ore, era un mio clone che non
pensava, non sentiva, non viveva.
Il sogno di creare qualcosa di mio era sempre
presente, ma era quasi latente, pensavo che alcuni
sogni restano tali e possono servire come fuga dalla
realtà, quindi non lo vedevo come una meta
raggiungibile.
Pensavo che sarebbe stato bello non avere
capi, che sarebbe stato bello poter lavorare in
proprio, decidere i miei orari, sentirmi libera, poter
fare qualcosa che mi piacesse e che fosse utile alle
persone. Però non avevo il coraggio di lasciare il
lavoro con così tante spese fisse, senza avere un
progetto alternativo chiaro, ma soprattutto pensavo
di non potercela fare, vedevo limiti invece di
potenzialità.
Mi sarebbe piaciuto dedicarmi alle terapie
alternative, ma non la vedevo una fonte di reddito
sicura e stabile, e non perché penso che non lo
possa essere, ma semplicemente ancora non ero
matura per prendere una decisione di questo tipo,
non avevo la più pallida idea di come avviare
un’attività in proprio. Inoltre, sebbene mi
appassionassero le terapie naturali per la mia
crescita personale, non mi vedevo ad aiutare gli altri
in questo modo.
La verità è che non ero ancora pronta a
19
mettermi in gioco, a cambiare la mia vita, non avevo
sentito ancora quel click…
Un click lo sentii la prima volta che andai in
Argentina, mi innamorai di questo paese e pensai
insieme a mio marito che grazie alla situazione
cambiaria favorevole (poche migliaia di euro
avevano un grosso valore al cambio), potevamo
avviare un progetto che avesse a che fare con le
piante aromatiche e l’aromaterapia.
La nostra idea era quella di produrre oli
essenziali in Argentina ed esportarli in Italia e il resto
d’Europa. Non sapevamo nulla di import-export,
quindi decisi di frequentare un corso. Sia io sia mio
marito siamo stati sempre grandi “ricercatori online”,
quindi trovammo un corso organizzato proprio da
una società argentina, che naturalmente era online!
Fu la prima volta che intravidi il potenziale di
Internet. Vivendo ancora in Italia e viaggiando quasi
4 ore andata e ritorno per andare al lavoro, mi misi a
studiare import-export sulla piattaforma online della
società argentina, facendo i salti mortali per
organizzare una volta a settimana una riunione via
skype con il mio tutor, con una connessione di quelle
primitive con un modem che emetteva suoni striduli
per collegarsi.
A due anni dal primo viaggio in Argentina
mollammo tutto, e insieme al nostro fedele Cid (un
bellissimo labrador bianco) ci trasferimmo in
Argentina, con tanti sogni e il progetto di una nuova
vita.
20
Accantonammo quasi subito il nostro progetto
imprenditoriale, a dire il vero era un bel sogno ma
non avevamo grandi conoscenze su come creare un
business, dovevamo ancora imparare tanto, per cui
era difficile plasmarlo in un vero e proprio progetto.
Semplicemente non eravamo ancora pronti.
La zona di confort non ti molla se cambi paese!
In un certo senso può essere più semplice iniziare
una nuova vita e avviare una nuova attività
professionale quando ci si trasferisce in un altro
posto e si inizia tutto daccapo. Ma se non si
abbandonano le paure, quel bisogno di finte certezze
(non esistono certezze nella vita!), inevitabilmente si
ricomincia a vivere la stessa vita che si è
abbandonata a 11 mila km di distanza, con tante
speranze e illusioni.
Così che rieccomi, nuovamente incastrata in un
lavoro da dipendente: prima come Guest Relations
Manager in un hotel 5 stelle, e poi come Assistente
dell’Area Manager in un’azienda italiana.
Sono trascorsi ormai quasi 15 anni dal mio
primo lavoro, e qualche indizio sul fatto che non sia
colpa del lavoro, ma che si tratta invece di qualcosa
di più profondo, di intrinseco, inizia a paventarsi.
Ecco che scatta una molla: basta! Basta
sveglia quando ancora non è uscito il sole, per
viaggiare due ore al giorno schiacciata in mezzi
pubblici appestanti, basta recitare un ruolo di automa
svolgendo attività delle quali non te ne frega niente,
basta sprecare il talento innato a vantaggio di un
21
datore di lavoro che se ne frega di te. Basta!
“Costruisci i tuoi sogni altrimenti
qualcun altro ti assumerà per costruire i
suoi.” Farrah Gray
Non siamo fatti per essere schiavi di un lavoro
o di un sistema di vita per cui dobbiamo lavorare per
pagare l’auto che ci porta al lavoro e perché la
nostra vita si riduca ai fine settimana e le poche
settimane di vacanze ogni anno… Siamo fatti per
esprimere il nostro talento, per vivere seguendo la
nostra passione, tutto il resto è secondario. E sai
cos’è sorprendente? Che quando riusciamo a vivere
seguendo la nostra passione, tutto il resto viene da
sé.
Prendi l’esempio di Steve Jobs, o Jeff Bezos5 e
come loro tanti altri: la loro motivazione non era il
denaro e hanno avuto il coraggio di seguire la loro
passione, di inseguire un sogno e plasmarlo in una
realtà in cui la ricompensa è la realizzazione del
sogno, tutto il resto è un corollario.
La maggior parte delle persone considerate di
successo hanno diverse caratteristiche in comune, e
una è che tutte hanno avuto un sogno, una visione, e
5
Jeff Bezos lasciò un posto fisso a Wall Street per fondare Amazon.
22
l’hanno trasformata nella loro occupazione
principale. Forse non sarai il nuovo Steve Jobs o Jeff
Bezos, e d’altronde perché dovresti esserlo? Tu sei
tu e anche se non cambierai il modo in cui si ascolta
la musica o si acquista online, anche tu puoi fare una
differenza nel mondo.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere
avvenire nel mondo.” Mahatma Gandhi
Ok, mi sono detta basta, ma…che fare
adesso?
La cosa bella del basta, di quella molla
irrefrenabile che ti fa capire che devi dare una svolta
alla tua vita, è che è un grande impulso, ma bisogna
modularlo per evitare che il salto sia un salto nel
vuoto o una caduta libera di testa! L’enorme slancio
che ti viene dal comprendere che c’è qualcosa in più
dentro di te, che puoi fare qualcosa di diverso da una
vita tediosa, di routine, può essere pericoloso.
Queste cosiddette “crisi esistenziali” possono
farti pensare “Ok, basta, non faccio più la segretaria,
diventerò cantante lirica”. Sì, potresti diventare
cantante lirica, sempre che tu abbia il talento, la
passione, la motivazione, e che lavori duro per farlo.
Ma se la tua è solo una reazione eccessiva a una
vita troppo monotona, attenzione! Occorre saper
distinguere tra quella che potrebbe essere una follia
23
dettata dall’estrema insoddisfazione e quello che
sembra essere un gesto impulsivo, ma è invece la
voce della nostra anima che anela la liberazione.
Forse ti sembra troppo romantico, idealista,
lontano dalla realtà. Se sei una persona molto
razionale penserai che è una delle solite frasi da
New Age. Invece sono sicura che anche tu,
estremamente razionale, almeno una volta nella vita
hai sentito una certezza profonda relativa a una
scelta, magari cambiare lavoro, o sposarti, o
cambiare città. Forse ci hai ragionato su un bel po’ e
quindi ti sembra che la decisione sia stata
estremamente meditata e razionale, eppure non è
così.
Studi di neuroscienza dimostrano che oltre il
90% delle nostre decisioni vengono prese da quello
che è definito il cervello emozionale e vengono
comunicate al cervello razionale che poi ci costruisce
tutta una serie di elucubrazioni e alla fine pensa di
aver preso la decisione!6
Per troppi anni sono stata immersa nella zona
di confort, per troppo tempo sono stata insoddisfatta
e insopportabilmente lamentosa. Suppongo che nel
mio caso fosse inevitabile l’esplosione, il BASTA!,
una sorta di “toccare il fondo”, quel singolo momento
6
Nel 2008 è stato condotto un esperimento da un gruppo di scienziati diretti
da John-Dylan Haynes del Max Planck Institute for Human Cognitive and
Brain Sciences di Lipsia, Germania. Usando la scansione cerebrale, i
ricercatori sono stati in grado di predire le decisioni dei partecipanti, circa 7
secondi prima che il soggetto avesse preso la decisione razionale. Secondo i
ricercatori “Molti processi nel cervello accadono automaticamente senza
alcun coinvolgimento della mente conscia.”
24
che aprirà la strada alla vera svolta nella vita. Ma
non deve essere così per tutti, qualcuno è più
intraprendente, più coraggioso, o perché no, più
incosciente…
A distanza di 7 anni dal mio cambio di vita, ho
imparato tantissime cose, ho continuato con la
crescita personale, che non è fatta solo di corsi e
letture, è un viaggio all’interno di se stessi, è come
una radio che per anni ha funzionato con un fruscio
e finalmente si sintonizza sul canale giusto e
produce una musica angelica.
“Sembra sempre impossibile finché
non viene realizzato” Nelson Mandela
Se sei insoddisfatto della tua vita e stai
cercando alternative, sei già a buon punto, hai già
fatto il primo passo verso il cambiamento. Ora
l’importante è non fermarti: fai qualsiasi cosa tu
senta dentro di te che è indispensabile o importante
per la tua crescita personale: ad esempio contratta
un Coach, frequenta corsi di crescita personale,
leggi libri sull’argomento.
Non abbiamo tutte le risorse dentro di noi, ma
possiamo impararle. Se non ce la facciamo da soli,
allora è il caso di farci aiutare da qualcuno che ci è
già passato o che ha acquisto le conoscenze e
25
l’esperienza sufficienti nel campo della crescita
personale, per guidarti verso la tua evoluzione e il
tuo cambiamento.
Un professionista può guidarci, indicarci il
cammino, aprirci gli occhi, ma noi dobbiamo fare il
primo passo e tutto il percorso. Il salto fuori dalla
zona di confort dobbiamo farlo noi! Se continuiamo a
pensare alle spese fisse, alle bollette, al mutuo, non
usciremo mai dalla zona di confort, resteremo
intrappolati e non vedremo le opportunità intorno a
noi, perché le opportunità ci sono, ma se siamo
accecati dalla preoccupazione e la paura, non
possiamo vederle.
Quando io mi dissi Basta!, iniziai a cercare
un’opportunità, e mio marito mi parlò dell’Assistenza
Virtuale. Capii subito che era quello che faceva per
me, perché il mio più forte desiderio era non avere
capi, poter lavorare da casa e Internet mi
appassionava tanto che quando tornavo a casa dal
lavoro, la mia attività rilassante era stare in Internet.
Questo è un segnale importante di qualcosa che ti
appassiona, perché se dopo 10 ore fuori casa e 8
circa passate davanti a un computer hai ancora
voglia di stare al computer, è perché ti appassiona!
Ancora da impiegata, mi iscrissi al corso per
Assistenti Virtuali, che frequentavo online alla sera
tornata dal lavoro. La mia motivazione era fortissima:
le paure erano sparite, non pensavo più agli ostacoli,
ma solo alle opportunità, a quelle che vedevo e a
come crearne altre.
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Durante il corso, quando lavoravo ancora come
assistente dell’Area Manager in un’azienda italiana a
Buenos Aires, avevo già le prime opportunità di
lavoro nel campo dell’assistenza virtuale e della
traduzione.
Terminato il corso e abbandonato il posto fisso,
iniziai subito a lavoricchiare, per così dire, ma non è
stato tutto rose e fiori…Avevo superato il primo
grande ostacolo, la paura, ma non era sufficiente.
Quando si abbandona la zona di confort, c’è sempre
il rischio di “ricadute”.
Durante i primi mesi dall’avvio della mia attività
di assistente virtuale, avevo trovato dei lavoretti,
alcuni di traduzione e trascrizione, altri di assistenza
virtuale che mi passarono colleghe senior. Tuttavia,
dopo pochi mesi, la mia attività non era ancora
arrivata ai livelli che io volevo: non volevo che altre
persone mi passassero il lavoro, volevo posizionarmi
nel mercato in maniera forte e avere clienti diretti,
costruire un business solido e proficuo.
Entrai in una fase di stallo, una sorta di crisi.
Non mi dicevo chiaramente “Avrò fatto la scelta
giusta?”, ma ero un po’ demotivata. Casualmente
(non credo al caso), in quel periodo ero in contatto
con un Coach spagnolo con il quale stavo valutando
la possibilità di portare il suo corso in Argentina.
Avevo quindi contattato un Coach e Trainer PNL
argentino, tramite Facebook, per valutare la
possibilità di una collaborazione.
Il progetto con il Coach spagnolo non andò in
27
porto, però mio marito, ancora una volta, mi ispirò
con un’idea molto interessante “Perché non fai delle
sessioni di PNL?”
E’ stata una svolta importante nella mia vita.
Quando incontrai Santiago per la prima sessione, mi
chiese qual era il problema, cosa volevo, dove
volevo arrivare. Gli dissi che la mia attività di
assistenza virtuale non stava decollando e allora mi
chiese di mostrargli il mio sito e i siti delle assistenti
virtuali più di successo.
Quando gli mostrai il mio sito, un po’ naif e
molto casereccio (lo avevo fatto io con FrontPage,
che se ci penso adesso mi viene voglia di
nascondermi) e i siti professionali delle due
assistenti virtuali più importanti nel mondo
ispanofono, fu chiaro anche a me che c’era qualcosa
che non andava.
Santiago mi mise davanti agli occhi la realtà:
per la serie “Ma dove vuoi andare con questo sito?”
Ok, non proprio così e non era neanche così
terribile, ma era evidente che non era all’altezza di
quello delle mie competitors. Il primo passo fu quindi
quello di cambiare il sito e come è giusto che sia,
delegarlo a un professionista. Non ha senso voler
risparmiare quando si sta facendo un investimento,
perché il sito, la vetrina per chiunque lavori online,
deve essere impeccabile, professionale e non è una
spesa ma un investimento.
Il nuovo sito era bellissimo e molto
professionale, mi dava certamente molta più
28
sicurezza propormi con un sito così. Ovviamente non
fu tutto, fu solo il primo passo nel lavoro che feci con
Santiago.
Lavorammo con tecniche di PNL, ricordo un
esercizio particolarmente gradevole: mettiti davanti a
una parete e immagina che lì si stia proiettando la
tua vita, quello che vuoi ottenere, la tua visione.
Usare l’immaginazione in questo modo, come se
stessimo proiettando un film, è molto utile, perché la
nostra mente funziona per immagini, e non distingue
tra un’immagine reale e una non reale.7
Ecco perché questo è un modo eccellente per
co-creare la nostra realtà. Inoltre Santiago mi dette
compiti a casa: scrivere la mia visione e poi tenere
una sorta di diario.
Il risultato delle 4 sessioni di PNL fu che
aumentai la mia autostima, ebbi maggiore chiarezza
sui miei obiettivi, imparai a focalizzarmi e a rimanerlo
ed ebbi gli strumenti per passare all’azione.
Una delle prime cose che feci fu quella di
contattare potenziali clienti attraverso i Social
Network. Avevo individuato un profilo di imprenditore
che poteva aver bisogno di un’assistente virtuale e
gli scrissi su Facebook proponendogli i miei servizi.
7
Psicologi dell'Università di Chicago hanno esaminato tre gruppi di giocatori
di basket. Il primo gruppo ha praticato tiri liberi ogni giorno per trenta giorni. Il
secondo gruppo doveva solo immaginare di lanciare tiri liberi ogni giorno per
trenta giorni. Il terzo gruppo non doveva fare nulla. I risultati sono stati che il
primo gruppo ha migliorato la performance del 24%, il terzo gruppo (che non
doveva fare nulla) non ha avuto alcun miglioramento. Il secondo gruppo, che
ha solo immaginato di effettuare i tiri liberi, ha migliorato la performance del
23%, senza toccare fisicamente un pallone da basket.
29
Fu interessato e diventò mio cliente! Ero molto
entusiasta perché vedevo i frutti del mio impegno, la
mia costanza e la mia determinazione e da allora è
stato un cammino di continua evoluzione
professionale e personale.
Verba volant scripta manent
Quanta saggezza in queste parole! Le ho
sempre interpretate in un solo senso, cioè scrivere
cose importanti per avere un prova documentata
qualora fosse necessario, come per i contratti, i
preventivi, etc. Ma cosa c’è di più importante di una
visione che è nella nostra mente? E cosa succede
se non la scriviamo e resta nella nostra mente?
Molto probabilmente succede che resta come un
sogno irrealizzabile, oppure che si accumula alla
miriade di altri pensieri che abbiamo ogni giorno,
magari viene dimenticata o sostituita da
preoccupazioni, paure…
Se invece la scriviamo, ecco che iniziamo a
crearla: pensiero —> parola —> azione.
Ecco perché quando ci ritroviamo
improvvisamente impegnati in un nuovo processo
creativo, abbiamo bisogno di mettere tutto nero su
bianco. Questo ci aiuterà a restare focalizzati
durante tutto il processo. Non importa come tu voglia
30
farlo, se nel modo tradizionale scrivendo su un
diario, un quaderno, un’agenda, o magari se sei più
tecnologico con una app, però l’importante è che ti
crei una nuova routine, scrivendo la tua visione, cosa
vuoi ottenere da qui a 3 mesi, 6 mesi, 1 anno, 3 anni.
Io personalmente lo faccio per l’anno in corso, ma
certamente è utile visualizzare la propria vita anche
da qui a 3 anni o periodi più lunghi.
Una volta che avrai individuato i tuoi obiettivi,
divisi per aree come per esempio: salute e
benessere, personale, lavoro, etc. potrai scrivere
quali sono le azioni che compierai ogni giorno per
realizzare i tuoi obiettivi.
Per esempio, immagina di aver deciso di voler
diventare assistente virtuale entro un anno, questo è
il tuo obiettivo. Come fare per raggiungerlo? Cosa
farai ogni giorno per raggiungere questo obiettivo?
Quindi scrivi ogni giorno 5 azioni che porterai a
termine. Per esempio: frequentare un corso per
assistenti virtuali, leggere un articolo di un blog
sull’assistenza virtuale, imparare uno strumento per
lavorare online, etc. Alcune di queste azioni possono
ripetersi, per esempio il corso o imparare uno
strumento online non sono attività che si possono
realizzare in una sola giornata, ma stabilisci quanto
tempo ci metterai per finire il corso o imparare un
nuovo strumento.
L’importante è iniziare a instaurare una routine
e avere gli strumenti che ti aiutino a monitorare
l’andamento. Quindi tieni un diario, un’agenda, crea
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un vision board - io ne uno ho appeso di fronte alla
mia scrivania, è una lavagna di sughero con
attaccate immagini di posti che voglio visitare e
obiettivi che voglio raggiungere, e lo guardo molte
volte al giorno!
Il vision board ti aiuterà a immaginare la tua
visione, ma il diario o l’agenda ti aiuteranno a
monitorare i risultati, a rimanere focalizzato, sono
una sorta di strumento di controllo: non puoi mentire
davanti alla parola scritta!
Fallo in maniera rilassata, non deve essere una
fonte di stress, o non devi sentirti in colpa se un
giorno non riesci a fare qualcosa. Però usalo come
strumento di autoanalisi: perché oggi non sono
riuscito a fare questa determinata cosa? Ho usato
una scusa per auto-boicottarmi oppure
effettivamente c’è stato un imprevisto che me lo ha
impedito? Allora se oggi non ci sono riuscito, domani
aggiungerò questa attività alle altre già previste.
Quando frequentavo il corso e ancora lavoravo,
ho usato questa tecnica per iniziare a creare la mia
attività. Avevo chiaro cosa fare alla sera tornata dal
lavoro: aggiungere contatti in Linkedin e Facebook,
iniziare a creare il sito, studiare, etc.
Il mio professore di Anatomia e Fisiologia al
corso di medicina olistica una volta disse una cosa
che non dimenticherò mai: “Il corpo umano è una
macchina che funziona se funziona”. Cioè, se il
nostro corpo è in movimento, in azione, funziona,
perché sa come funzionare, non dobbiamo dire al
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cuore di battere e ai polmoni di respirare. Quando
iniziamo a “non farlo funzionare”, perché magari
siamo sedentari, ci alimentiamo male, allora il corpo
inizia a funzionare meno bene.
Lo stesso vale ovviamente per la mente: se
studiamo, impariamo cose nuove, abbiamo una
routine di azioni da seguire, in poche parole se
passiamo all’azione, la nostra mente si apre e così si
aprono nuove possibilità nella nostra vita.
“La mente è come un paracadute.
Funziona solo se si apre.” Albert Einstein
Quando entrerai in contatto con la tua vera
essenza, che non è una roba metafisica per cui
bisogna raggiungere l’illuminazione del Buddha, ma
è semplicemente, a mio avviso, una maggiore
consapevolezza, il cammino verso il cambiamento
diventerà più facile. Si tratta di seguire una passione,
una missione, che ognuno di noi, in maniera unica è
portato a realizzare nella propria vita, anziché vivere
per vestire alla moda, comprare l’ultimo modello di
iPhone o ostentare l’ultimo modello di auto sportiva.
Non siamo tutti uguali e per alcune persone va
benissimo, non è mia intenzione suggerire un unico
o migliore modello di vita, però di una cosa sono
fermamente convinta, ed è che, come diceva Gandhi
“la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò
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che fai sono in armonia”. E inversamente potremmo
dire che l’infelicità è quando esiste incoerenza tra ciò
che pensiamo (o sentiamo), ciò che diciamo, ciò che
a volte raccontiamo anche a noi stessi, e ciò che
facciamo.
Se sei felice con la tua vita, comunque essa
sia, sono felicissima per te, ma se ti senti
insoddisfatto e non sai perché, sei all’inizio di un
viaggio all’interno di te stesso che credo non avrà
mai fine.
Nel viaggio alla ricerca della felicità, forse
scoprirai che la felicità non è una meta, non è la
destinazione finale, ma è il viaggio stesso.
Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di
imparare ad essere felici ora, non domani quando
avremo raggiunto quella determinata cosa che tanto
aneliamo, perché anche questo sarebbe un modo
per cercare la felicità all’esterno, mentre può essere
solo trovata all’interno.
In altre parole…
”Se non sei felice con ciò che hai, non
sarai felice neanche con ciò che non hai,
una volta che l’avrai”. Alejandro Jodorowsky
Non è facile, ma è possibile, e sono sicura che
per tutti il cammino è diverso, ma tutti possiamo
imparare, giorno dopo giorno, ad essere grati per ciò
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che abbiamo, perché il sentimento stesso di
gratitudine apre le porte della felicità.
E ora andiamo alla scoperta della professione
che ha cambiato la mia vita: l’Assistente Virtuale.
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