1. La Creazione dell`uomo e della donna Genesi 1, 26 – 2, 25 (passim)

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1. La Creazione dell`uomo e della donna Genesi 1, 26 – 2, 25 (passim)
La Bibbia non è “un libro”, ma “i libri”: questo significa infatti il suo nome i
lingua greca…libri composti in varie epoche, a volte molto distanti tra loro,
libri che vanno sempre interpretati nella consapevolezza che ogni traduzione
è sempre un tradimento….ogni tanto è quindi necessario ricorrere al testo
originale, per appianare qualche questione, per comprendere meglio la
portata di testi che non hanno perso nulla della loro carica evocativa.
Leggeremo vari brani della Bibbia: alcuni noti, altri meno. Alcuni
apparentemente semplici, ma che riservano sorprese molto interessanti…Per
capire la Bibbia, diceva il Cardinale Vanhoye, grande biblista francese,
servono due cose: la Bibbia e cul de fer. Con calma, cerchiamo di vedere
qualche testo, sperando di rendere sempre giustizia al testo biblico.
1. La Creazione dell’uomo e della donna
Genesi 1, 26 – 2, 25 (passim)
I - Nella Bibbia troviamo due, non uno ma due differenti racconti della
creazione dell’uomo e della donna. Due racconti molto diversi tra loro,
composti in epoche molto differenti, e che dicono cose molto simili ma non
identiche. Il primo testo che troviamo nella Genesi è il secondo in ordine
cronologico, risale grosso modo al 500 a. C., cinquecento anni dopo la stesura
del testo più antico che nelle nostre Bibbie troviamo riportato subito dopo.
Il Primo testo viene chiamato “elohista” perché Dio viene chiamato “Elohim”,
cioè “gli altissimi” (nel senso “Dio è il più alto tra tutti gli altri). Il Secondo,
più antico, viene chiamato “yahvista” perché Dio viene chiamato “Yahvèh”,
“Colui che c’è”.
Il testo racconta in modo molto asciutto la Creazione: non si perde in
particolari perché da qualche secolo si leggeva e si commentava e si pregava
sul testo più antico….così in questo testo si cerca una sintesi teologica, una
sintesi che per essere compresa va un po’ smontata, guardata con attenzione e
cura perché riserva qualche sorpresa al lettore attento ed avvertito.
Nel corso della narrazione della creazione del mondo in sei giorni, al sesto
giorno, Dio decide di creare un essere umano che sia a sua immagine, perché
a sua somiglianza.
Nella traduzione quel perché è andato smarrito…ma va mantenuto in una
lettura attenta. Immagine è statica, mentre somiglianza è dinamica – si
assomiglia non solo per i tratti somatici ma anche e soprattutto per il modo di
fare e di parlare e di vivere…come dire, l’uomo è nel volto, nei lineamenti, nei
tratti somatici uguale a Dio, ma anche sta diventando sempre più simile a Dio
anche nel modo di essere.
In noi, in ognuno di noi c’è l’impronta di Dio Creatore, che si manifesta
quando l’essere umano decide di vivere secondo la sua natura profonda – e
allora le sue azioni ricordano quelle di Dio.
E poi: Dio crea l’uomo (in italiano manca un termine asessuato, sono uomini
anche le donne) – ma lo crea in due versioni, una maschile ed una femminile
– notare il cambiamento nei termini : lo creò / li creò.
L’essere umano è, secondo la Bibbia, multiplo, composito, costituito da due
identità distinte che solo assieme creano l’essere compiuto.
Per essere un testo di 2500 anni fa non c’è male…
Compito dell’essere umano è essere immagine vivente del Dio Creatore, cioè è
chiamato ad essere fecondo, cioè a fare lo stesso lavoro di Dio.
[26] E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, (perché) a nostra
somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame,
su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
[27] Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio (-le) e femmina (-ile) li creò.
[28] Dio li benedisse e disse loro:
"Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui
pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla
terra".
…….
[31] Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
………
[4a]Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
II - Il testo elohista è una sintesi, molto veloce ma molto densa, perché un
racconto c’era già.
Se il primo testo che abbiamo visto è una sintesi teologica, il secondo testo
(più antico, risale pressapoco all’anno 1000 a. C.) è proprio un racconto,
abbastanza ingenuo se vogliamo, ma che racconta il motivo della creazione
dell’uomo – fare il fattore di Dio nella Creazione, badare ai campi ed
all’irrigazione – e anche dice alcune cose interessanti sull’identità dell’uomo.
Dio prende della polvere del suolo, vi plasma il primo uomo e vi soffia dentro
il suo alito di vita.
Come dire, ognuno di noi è l’unione di due elementi, il respiro stesso di Dio e
la polvere del suolo – non il fango ma la polvere: cioè quella che si deposita
sulle scarpe e va spazzata via.
Come dire, ognuno di noi è l’unione indissolubile di cose miserande, come
può essere solo la polvere della strada, legate indissolubilmente con ciò che
esce dalla gola, dai polmoni, dal cuore stesso di Dio.
Se quindi l’uomo si comporta bene vuol dire che prevale il suo spirito che esce
direttamente dal fiato di Dio, se invece l’uomo fa cose turpi è perché prevale la
sua componente misera, cioè la polvere del suolo.
Dio crea l’uomo con materiali di scarto resi nobili dal suo stesso fiato…un
concetto che ha già tremila anni ma che pare scritto oggi, contemplando certi
panorami che ci vengono proposti dalla televisione, dai giornali….
Questo primo essere umano (chiamato Adamo, da Adamàh, terra) però è
solo…gli serve un aiuto che gli stia di fronte, che cioè lo guardi negli occhi.
Non un animale domestico, ma qualcuno che gli stia di fronte, che cioè lo
completi – le nostre mani sono speculari, e allo stesso modo in questo testo
viene descritta la creazione della prima donna.
Vista l’impossibilità di trovare negli animali il corrispettivo del primo Uomo,
Dio addormenta Adamo e gli preleva “una costola”.
Il termine ebraico può anche essere tradotto con “spicchio”, cioè qualcosa che
arriva al cuore stesso di Adamo.
Il quale Adamo si trova di fronte ciò che insieme gli appartiene (una sua
costola) ma che allo stesso tempo non è più suo: di conseguenza, Adamo se
vuole ricomporre la sua unità andata smembrata deve cercare di trovare un
accordo con la sua parte non più sua… l’antico problema della relazione
Uomo/Donna presentato in un testo di 3000 anni fa.
[4b] Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, [5] nessun cespuglio
campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il
Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo
[6] e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -;
[7] allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue
narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
[8] Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo
che aveva plasmato.
……..
[18] Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare
un aiuto che gli sia simile". (lett.: di fronte a lui)
[19] Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti
gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati:
in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello
doveva essere il suo nome.
[20] Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a
tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.
[21] Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si
addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.
[22] Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e
la condusse all'uomo.
[23] Allora l'uomo disse:
"Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
perché dall'uomo è stata tolta".
[24] Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie e i due saranno una sola carne.
[25] Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano
vergogna.
La prima donna – che sarà in seguito chiamata Eva, cioè “la vivente”, è uscita
da Adamo ma ora non può più rientrare in Adamo…è tratta dall’uomo ma non
è più disponibile all’uomo, non gli appartiene più.
In latino, il termine per indicare la donna (“mulier”), in italiano è diventato
“moglie”, come dire, una donna ha identità solo se e quando si sposa… fino a
pochi anni fa la donna la moglie prendeva legalmente il cognome del Marito;
solo da qualche anno viene considerata pari all’uomo nel diritto di famiglia. E
il. Testo che abbiamo letto risale a tremila anni fa.
Se la gente leggesse di più la Bibbia, quanti guai si sarebbero evitati…
Dio dice poi anche alcune cose che all’epoca – ma anche nella nostra cultura
contadina – non avvenivano: la donna entrava nella famiglia del marito,
l’uomo non abbandonava proprio nessuno.
Inoltre: i due sono esattamente uguali, non c’è inferiorità o superiorità tra
maschi e femmine secondo Dio, tutt’altro.
I due sono uguali, chiamati a svolgere un lavoro in nome e per conto di Dio,
destinati ad essere la presenza di Dio nella Storia.
Questo siamo chiamati a fare tutti noi.