Terremoto, spunta la tassa sui ricchi
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Terremoto, spunta la tassa sui ricchi
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Franceschini: basta passerelle di FULVIO SCAGLIONE B arack Obama ha messo la prima firma presidenziale in calce a un’autorizzazione a «sparare per uccidere» proprio nel caso dei pirati somali (l’operazione per liberare il capitano Richard Phillips), e questo basta a confermare il livello di gravità raggiunto dal problema. Rende anche più evidente, però, uno dei paradossi dell’era contemporanea. Siamo tutti e sempre online, interconnessi, raggiunti e raggiungibili. Una qualunque barca a vela da diporto è dotata di attrezzature elettroniche che trasmettono al timone una massa di informazioni fino a qualche anno fa inimmaginabile. Per la sorveglianza dei mari si impiegano satelliti, rilevatori e ora anche aerei senza pilota. Ma bastano poche decine di predoni senza scrupoli, armati di un motoscafo e di un kalashnikov, per far prendere la più drastica delle decisioni alla più grande delle potenze. Per braccare i pirati che agitano le acque del Corno d’Africa, e che ancora hanno tra le mani 260 ostaggi, incrociano a tutt’oggi 25 navi da guerra, tra cui una danese, una canadese e una turca (inserite nella missione Task Force 151 a comando Usa), una russa, una iraniana, due cinesi, una indiana e una italiana, la fregata «Maestrale». Come in tanti altri casi, dalla Serbia all’Afghanistan, non è la potenza di fuoco che ci manca per reprimere, semmai il coraggio politico e l’accortezza per prevenire. I pirati dei quali ora tanto si parla sono figli della Somalia che dalla fine nel 1991 del regime di Siad Barre (dispotico, ma quanto comodo...) è diventata un unico crogiuolo di violenza, disperazione e anarchia. Ma non della Somalia delle Corti islamiche, stanziate nel centro del Paese e così temute nel loro radicalismo islamico da provocare ancora nel 2006 un intervento armato Usa a sostegno dell’invasione etiope, bensì della Somalia del Nord, ch’era data per relativamente pacificata. Q uesti predoni sono a loro volta cugini di quegli altri bucanieri che per anni hanno sparso il panico nei mari dell’Asia, in particolare nello Stretto di Malacca, dove passano le enormi e lentissime navi-serbatoio che portano il petrolio del Golfo Persico verso Cina e Giappone. Non ha molto senso chiedersi se i banditi somali o quelli asiatici abbiano motivazioni politiche, religiose, etniche o sociali, se siano cioè dei fanatici dell’islam o degli affamati senza speranza. L’uno e l’altro, probabilmente. Insieme con il fiuto e l’astuzia di qualcuno capace di orientare e organizzare in senso criminale sia il fanatismo, sia la disperazione. Il fatto certo è che la pirateria è lo scarico dei buchi neri della globalizzazione, il prodotto di regioni lasciate indietro dal tumultuoso e disuguale sviluppo di commercio e finanza planetaria. Questo va detto non per lanciarci in uno dei soliti, stucchevoli atti d’accusa all’Occidente e alle sue dinamiche economiche, ma soprattutto per non confondere il sintomo con il male. Se gli Usa scendono in campo con i loro mezzi, i pirati somali saranno presto sconfitti e ricacciati a riva. Solo in attesa, però, di diventare protagonisti di una nuova crisi, che potrà essere militare, religiosa, alimentare, non ha importanza. In altre parole, non basterà affondare le navi della nuova Tortuga per riconsegnare al mondo una Somalia finalmente civile, capace di nutrire la propria gente o di praticare senza crudeltà questa o quella religione. Ed è questo l’obiettivo cui dobbiamo mirare. Il resto sono solo palliativi, buoni tutt’al più per soddisfare brevemente un’opinione pubblica che, di vittoria annunciata in vittoria risicata, ha perso per strada buona parte della sicurezza. All’Aquila riaprono scuole e negozi. Reportage dalle tendopoli: la voglia di ricominciare SOT TOSCRIZIONE L’ECO -CARITAS La solidarietà di Bergamo «adotta» Paganica ■ Un prelievo extra sui redditi degli italiani oltre i 130-140 mila euro. La «tassa sui ricchi» è stata accreditata ieri tra le ipotesi al vaglio del governo per reperire i fondi necessari per la ricostruzione. In serata, tuttavia, un comunicato di Palazzo Chigi ha smentito che si fosse presa alcuna decisione in tal senso. Intanto dal Pd piovono critiche sull’esecutivo, accusato di cercare visibilità con «passerelle» nei luoghi del sisma. Intanto all’Aquila riaprono scuole, uffici e negozi. E anche all’interno delle tendopoli è palpabile la voglia della città di ricominciare a vivere. Dignola e Bobbio alle pagine 2, 3 e 4 POLEMICHE IL LAICISMO RISCOPRE L’OTTO PER MILLE di FRANCESCO ANFOSSI Ha un bel dire il ministro Tremonti che l’idea di devolvere il cinque per mille anche a favore dei terremotati non danneggia il volontariato, perché si tratta «di una causale in più e soldi in più per il terremoto». Perché, anche se si dovesse alzare il tetto delle donazioni al terzo settore (380 milioni in base alla Finanziaria 2008) per non sottrarre risorse alle onlus, è evidente che l’emotività provocata da quella tragedia Silini a pagina 5 (nell’immagine Ansa, soccorsi a Paganica) Continua a pagina 2 Per l’artigiano di Castione non sarebbe stato pagato alcun riscatto. La telefonata alla madre: presto a casa Nigeria, libero l’ostaggio bergamasco: «Sto bene» IIIII CANDIDATO A PAL AFRIZZONI Beppe Savoldi torna in campo Con la Lega ■ Beppe Savoldi, il «Beppe gol» degli anni ’60 e ’70, scende in politica ed entra in squadra per il Consiglio comunale da indipendente, con la Lega. Classe 1947, Savoldi abita a Ponteranica e in città è proprietario di un negozio di ottica. In politica ci provò già alle comunali del ’99 con Forza Italia, ma andò male. Ma «Beppe gol» non è tipo da tirarsi indietro: «Mi hanno proposto questa sfida, ho deciso di accettare». ■ Ha avuto un lieto fine dopo nove giorni di silenzio la vicenda di Giuseppe Canova, rapito lo scorso 6 aprile in Nigeria. Da ieri è libero e sta bene. L’artigiano di Castione della Presolana era stato rapito da un commando di banditi armati che poi avevano chiesto un riscatto di un milione di dollari. Canova, 44 anni, che lavora in Africa dallo scorso gennaio, è stato liberato verso le cinque di ieri e ora è ospite dei suoi datori di lavoro in attesa di poter riabbracciare i familiari in Italia: dovrebbe arrivare in Val Seriana forse già domani o sabato. Nel frattempo ieri mattina ha telefonato ai familiari: alla madre Teresa Tomasoni ha detto che sta bene e che non ha subito violenze dai suoi sequestratori. Non si sa ancora molto sulle modalità della sua liberazione: la Farnesina mantiene il riserbo, ma secondo Mirko Tremaglia, che ha contattato l’ambasciata italiana ad Abuja, «nessun riscatto sarebbe stato pagato». IIII L A CRISI Lavoro dipendente Cisl: in Lombardia è allarme salari Petteni (Cisl): «Agire su contratti e fisco per evitare che i salari crollino». Di 21.700 euro il reddito 2008 degli operai lombardi Gandolfi a pagina 14 Biava e Invernici a pagina 17 Saurgnani a pagina 37 Porta ferito a sirene spiegate La Provincia investe 1,8 milioni per interventi in sei Comuni Ambulanza si scontra con jeep Aeroporto, lotta contro il rumore ■ Un operaio romeno cade da un tetto a Calusco. Poco dopo l’ambulanza che lo sta portando al Policlinico San Pietro a sirene spiegate è coinvolta a Bonate Sopra in uno scontro con una jeep. Il bilancio è di tre feriti, fortunatamente non gravi: un volontario della Cri, T. B., con 35 giorni di prognosi; l’autista dell’ambulanza, ricoverato in osservazione, e una donna che viaggiava sulla jeep a fianco del guidatore, rimasto illeso. L’operaio ha riportato un politrauma guaribile in 15 giorni. Traina a pagina 19 Per usare una frase del presidente Valerio Bettoni, a Bergamo il turismo non è all’anno zero. Vero, ma più in là dell’anno uno non sembra essere ancora andato. Il bilancio del forum di Bossico di primo acchito appare ■ La Provincia sta per indire un bando da 1,8 milioni di euro per interventi di insonorizzazione nelle zone residenziali interessate dall’attività dell’aeroporto di Orio al Serio. Si tratta della città e di cinque paesi: Bagnatica, Brusaporto, Grassobbio, Orio al Serio e Seriate. Potranno presentare domanda i proprietari di abitazioni nelle zone critiche. Una commissione tecnica valuterà le richieste sul fronte dell’inquinamento acustico e per l’installazione di impianti di aria condizionata. Continua a pagina 10 F. Belotti a pagina 22 SCENARI LA SFIDA DEL TURISMO di DINO NIKPALJ IIII LE INTERVISTE Nadal e Federer Gli amici rivali I due migliori tennisti al mondo intervistati a Montecarlo, dove stanno giocando il torneo Masters del Principato. Nadal: «Roger e io siamo amici». Federer: «Rafa non è il mio incubo» Sonzogni a pagina 53 INCOTEX ZANONE