Pasqua,festa della speranza - Settimanale della diocesi di Vittorio

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Pasqua,festa della speranza - Settimanale della diocesi di Vittorio
CMYN
2
e
L’AZiON
Domenica 11 aprile 2004
C
arissimi fedeli,
consacrati,
presbiteri della Chiesa che è in Vittorio Veneto!
È la mia prima Pasqua
che trascorro, anzi celebro e vivo, con voi. Che
cosa dice a me, pastore
di questa Chiesa? È il dono della vita del Pastore
per il suo gregge, perché
abbia vita in abbondanza.
Di conseguenza, per me
vescovo, pastore nel Pastore, è appello, stimolo
e grazia per far dono della mia vita per il gregge
che Lui si è acquistato a
prezzo del suo sangue e
che, per mezzo della
Chiesa, ha affidato a me
perché lo ami con il suo
amore e lo aiuti a lasciarsi raggiungere dal flusso
di grazie che sgorga dal
suo cuore di Crocifisso
Risorto, in definitiva, dal
flusso del suo Spirito.
Se una grazia chiedo
per tutti i fedeli, i consacrati e i presbiteri della
mia diocesi e, ovviamente, prima di tutto per me,
è che nessuna goccia del
suo sangue venga sprecata, o rimanga infruttuosa e frustrata. Che
Cristo non sia morto invano! La tragedia allora
avrebbe raggiunto il suo
epilogo. La tragedia infatti non sta nella morte,
ma nel morire invano.
Noi tutti ci siamo predisposti alla celebrazione
della Pasqua con un adeguato itinerario quaresimale. Vorrei dire che siamo ormai pronti a celebrarne la Liturgia, che non
solo ci fa contemplare il
volto del Crocifisso Risorto, ma ce ne comunica l’intero mistero. Sicché, grazie alla celebrazione della Liturgia tutto il contenuto salvifico della
Pasqua di Cristo viene messo a nostra disposizione. Con particolare effluvio nella celebrazione
della Veglia pasquale. È di
lì che scaturisce la novità
assoluta; che irrompe nella storia dell’uomo la vita
da risorti. Nei limiti del
possibile, vorremmo esserci tutti. Per cogliere le
primizie del dono pasquale, proprio nell’atto del loro sgorgare dalla scaturigine. Amo pensare che le
nostre chiese, a cominciare dalla Cattedrale, siano
gremite ancor più della
notte del Natale. Il Natale,
infatti, ha senso unicamente nella Pasqua di
morte e risurrezione.
Nella celebrazione della Pasqua rinascerà in noi
o, almeno, si rinverdirà, come la natura a primavera
dopo le piogge salutari, la
speranza cristiana. La speranza cristiana! È il vero
motore che consente di at-
“Alla Veglia
di Pasqua
tutti
presenti per
raccogliere
le primizie”
traversare, sostenuti dalla fede e alimentati dall’amore, il percorso della
vita terrena da vincitori,
pur sperimentandone il
complesso travaglio. La
Pasqua di Cristo ne è la
ragione fondante. Per cui
il cristiano può essere
ben definito “l’uomo
della speranza”. Il
volto più solare e luminoso, meno cupo e tirato, ne diventa il segno.
Non ci passerà allora
dalla mente che la Pasqua è “l’uovo di cioccolato”, con le sue efflorescenze. Nessuno di noi è
alla ricerca di surrogati anestetizzanti, ma di ragioni di vivere. La Pasqua
di Risurrezione è la prima e più radicale. Per tutti. Credenti o dubbiosi e
scettici, nel cui animo, in
profondità, vi è forse un
anelito a incontrarsi con
il Senso del vivere.
Auguro buona Pasqua
a tutti, dai più giovani ai
più anziani, da chi gode
salute a chi ne è carente,
da chi è animato dalla
speranza a chi si sente demotivato; alle autorità civili e militari; ai medici e
al personale ospedaliero;
agli ospiti delle case di riposo con i dirigenti e personale; ai dirigenti scolastici e ai docenti; agli alunni e alle loro famiglie;
al volontariato nelle sue
molteplici espressioni; al
Seminario e ai consacrati; agli autoctoni e agli
stranieri. A tutti, indistintamente. Con affetto.
+ Giuseppe Zenti
ESPERIENZE PASTORALI
Com’è sentita la Veglia
a Campolongo!
È
il cuore della liturgia pasquale ma
nella considerazione popolare la Veglia della notte del
Sabato santo è un’appendice, una celebrazione che
sarà anche ricca di significati ma è tanto tanto lunga,
quasi riservata ai più assidui frequentatori della
chiesa... E così, ogni anno,
parroci, consiglieri pastorali, animatori liturgici di
tutta la diocesi si interrogano sul come accrescere
la comprensione (e la partecipazione...) alla Veglia.
«Non penso esistano
formule magiche ma un
paziente lavoro pastorale –
spiega don Carlo Salvador,
parroco di Campolongo
dove da anni la Veglia è non
solo curata ma anche partecipata –. Per noi è il momento culminante di tutto
il cammino di catechesi sia
dei ragazzi che degli adulti. Tutta l’attività pastorale
ruota intorno alla Pasqua;
anche i sacramenti vengono celebrati nel tempo pasquale».
Dicevamo della cura dei
segni. La Veglia inizia alle
21.30 all’esterno della chiesa, nel campo sportivo.
Viene acceso e benedetto
un piccolo falò. «Abbiamo
voluto dare rilievo a questo primo segno e per questo abbiamo scelto di accendere un fuoco vero e
proprio» spiega don Carlo.
Poi viene acceso il cero e
segue la processione alla
chiesa. Il momento successivo è la proclamazione
dell’annuncio pasquale con
il canto dell’Exultet, cui presta la voce un corista. La liturgia della Parola, che ri-
propone la storia della salvezza, viene eseguita in forma “integrale”: sette letture intervallate da altrettanti salmi tutti rigorosamente cantati dal coro. «Ogni
lettura viene introdotta da
una presentazione curata
da un gruppo di laici. Sono
loro a preparare il libretto
della Veglia e a curare la
preparazione della liturgia.
Anche il coro ormai è in
grado di scegliere i canti
più appropriati sempre tenendo conto della necessità di “dialogo” con l’assemblea». Dopo il Gloria
vengono celebrati i batte-
Pasqua 2004
Domenica 11 aprile 2004
FELICI COME UNA PASQUA!
Il messaggio del vescovo Giuseppe Zenti
Pasqua, festa
della speranza
e
L’AZiON
simi che quest’anno sono
solo tre: «Ormai è una tradizione consolidata. Un anno abbiamo celebrato l’iniziazione cristiana di un
ghanese e un’altra volta il
battesimo di una bambina
di terza elementare. Queste sono occasioni particolari per sottolineare il rilievo del Sacramento che ci
rende figli di Dio». Al battesimo segue la liturgia eucaristica che conclude la
Veglia. Dopo due ore e
mezza in cui la comunità
ha celebrato, dopo i giorni
del dolore e della morte, il
volto di Cristo risorto. (FC)
F
elice come una
pasqua, si dice,
quando uno è
proprio felice, pieno fino
all’orlo di felicità. Ma esiste qualcuno che sia così pienamente felice? Abbiamo tentato di sondare
il grado di felicità di alcune persone proprio in
questo tempo di Pasqua
che è sempre abbinato alla gioia.
Tutti puntiamo alla felicità. Ma c’è chi dispera
di trovarla e prova un gusto maligno nello smontare i momenti in cui
qualcuno
dice di essere felice. Avete presente Leopardi? Lui era
uno di questi. Ricordate la poesia
“Il sabato
del villaggio”? Che
bello la sera
del sabato
quando tutti ritornano
dal lavoro,
felici perché il giorno dopo è festa. Ma è una felicità senza consistenza:
“diman tristezza e noia \
recheran l’ore”, perché si
pensa che il giorno dopo
incomincerà un’altra settimana di lavoro. Allora
addio anche felicità del
sabato. Oppure ricordate
“La quiete dopo la tempesta”? Tutto sembra
sprizzare felicità dopo l’uragano, ma è una felicità
fasulla, solamente uno
scampato pericolo: “Piacer figlio d’af fanno; \
gioia vana, che è frutto \
del passato timore”. Non
è felicità questa. Sono solamente giochini che facciamo per illuderci di essere felici. In realtà la vita è solo pena, fatica e dolore, si è felici solo perché
cessa un dolore più grande.
Dice la persona di
buon senso: insomma, bisogna anche accontentarsi. Chi si accontenta
gode. Questo Leopardi,
tutto intento a distruggere i nostri pupazzi di felicità, butta via quelle pagliuzze d’oro che pur ci sono nella vita e che messe
tutte insieme fanno un bel
gruzzolo di felicità che
non è niente male.
Ma il buon senso ci salva fino ad un certo punto. Forse ha ragione proprio il triste Leopardi: come si fa ad accontentarsi
di queste piccolezze quando si sente un immenso
bisogno di felicità? Perché se guardiamo in fondo al desiderio, è questo
che troviamo: un abisso
senza fondo. Allora anche
i piccoli appigli, cui ci aggrappiamo e che ci danno una certa sicurezza,
franano e piombiamo nel
baratro dell’infelicità. C’è
qualcosa o qualcuno che
ci può salvare da questa deriva
verso l’infelicità? Bisognerebbe
trovare chi
ci assicuri
che le piccole gioie della vita sono
segnali che
ci avviano
verso
la
grande felicità
alla
quale aspiriamo. Allora si potrebbero gustare, come sorsi
d’acqua fresca che ci sostengono nel cammino.
Felici come una pasqua, dice il proverbio. Lo
si può interpretare alla
Leopardi: si è felici a Pasqua semplicemente perché è finito il rigore della
Quaresima (quando questa era una cosa seria).
Ma si può anche interpretare e vivere secondo
la fede: uno squarcio che
ti fa intravedere quel mare infinito di felicità che
la risurrezione di Gesù ci
ha aperto.
Mi hanno colpito le parole che il vescovo di Belluno, Vincenzo Savio, ha
scritto quando la sua vita era ormai segnata inesorabilmente
dalla
mor te: «Ad ogni buon
conto la cosa più importante è dire a tutti che io
sono senza misura contento di Dio. Una meraviglia. Una sorpresa continua, tale da poter dire
a me, con convinzione,
che in ogni istante la sua
misura era piena e pigiata». Questo sì è essere
felici come una pasqua.
Qualcuno riesce ad esserlo. Anche se immerso
nella sofferenza. (GpM)
La Pasqua,
“quel mare
infinito di
felicità che la
risurrezione
di Gesù ci ha
aperto”
Elio Poloni, “Resurrezione”, 1981,
per il Santuario
della Madonna
di Ramoncello,
a Santa Lucia
di Piave
LA PICCOLA VITTIMA DI
LA GIOIA DI UN PARROCO
UNABOMBER
“Dopo le croci della missione
prevalgono fiducia e speranza” La gioia di Francesca
È
in Burundi che
don Giuseppe Nadal, oggi arciprete di Pieve di Soligo, ha imparato a
pensare positivo. E a guardare alle vicende della vita con serenità. «Quell’esperienza mi ha segnato
profondamente – racconta don Giuseppe –. Ho visto susseguirsi un eccidio
dopo l’altro. E ho visto, dopo ogni eccidio, i sopravvissuti rimettersi in cammino con forza e coraggio.
Da quando sono rientrato
in Italia, confrontandomi
con le nostre fatiche quotidiane, mi viene da dire:
ma cosa sono le nostre
croci di fronte a quelle che
devono portare le genti
Mons. Giuseppe Nadal, arciprete di Pieve
di Soligo
dell’Africa? Per questo in
me prevale sempre la fiducia e la speranza, per
quanto sia apparentemente buia la situazione in cui
mi trovo a vivere ed eser-
ALLA VIGILIA DEL BATTESIMO
“Sabato il mio primo
incontro con Dio”
F
arebbe certamente
bene a tanti credenti da lunga data incontrare
qualcuno dei catecumeni
che sabato sera durante la
Veglia pasquale in cattedrale riceveranno il battesimo. Sentir raccontare la
loro gioia di abbracciare la
fede cristiana, infatti, potrebbe essere una benefica “scossa” per il modo magari un po’ abitudinario e
tiepido di essere cristiani
che in tanti abbiamo.
Una dei 17 battezzandi
di sabato è Miriam, una
mamma che era musulmana e sarà cristiana.
A spingerla alla fede nel
Cristo Risorto, racconta
Miriam, ci sono anche due
sogni. Il primo: «Ho sognato padre Pio che mi diceva “Avanti, figlia mia!”.
Solo queste parole, nient’altro». Però importanti, perché da lì è iniziato il suo
personale, impegnativo
cammino di ricerca, lungo
il quale ci sono la presenza
preziosa di una suora, la richiesta a un sacerdote, infine l’incontro – da lei fortissimamente voluto – con
l’allora vescovo di Vittorio
Veneto Alfredo Magarotto,
durante una visita pastorale: «Mi ascoltò con attenzione. E nel suo ascolto, anche nel suo silenzio ho avvertito l’incoraggiamento a
continuare per questa strada. Così ho fatto la domanda di ammissione al catecumenato».
Nel secondo sogno a
Miriam è apparso «un vangelo aperto, con un’àncora
blu e, scritta in italiano, la
preghiera del “Padre nostro”, che io ancora non conoscevo». Di qui la scelta
decisiva alla conversione.
«Ora – racconta commossa – aspetto con ansia
la celebrazione di sabato.
Sto provando una gioia così grande che non si può
descrivere. È una sensazione talmente grande per
me, perché questo avvenimento sta dando una svolta totale alla mia vita. Pen-
citare il mio ministero».
La speranza, una virtù
di cui paiono essersi dissecate le sorgenti in questi tempi dove sembrano
prevalere i figli del crepuscolo e della paura sui profeti dell’avvento. «Stiamo
coltivando poco la speranza – sottolinea don Giuseppe –. Insistiamo molto
sulle altre due virtù teologali – fede e carità – ma
della speranza si parla poco. Il tempo pasquale, con
l’annuncio sconvolgente
della Risurrezione, dovrebbe invece aprirci alla
speranza, quasi dovremmo lasciarci allagare da una marea di speranza».
(FC)
si che io ho fatto pace con
tutte le persone, anche
quelle che mi hanno fatto
del male. Gesù è stato messo in croce per i nostri peccati: anche noi dobbiamo
fare la nostra parte, che è
sempre poca cosa rispetto
a quello che ha fatto Lui».
Per arrivare al battesimo, Miriam ha compiuto
un cammino di preparazione di due anni e mezzo
durante i quali ha pregato,
ha studiato, ha voluto capire «per arrivare ad essere veramente “in Cristo”».
«Per me e per gli altri catecumeni – conclude Miriam – sabato sarà l’incontro con Dio. Ed entrare a
far parte dei seguaci di Dio
è la cosa più bella che possa accadere». A Pasqua
2004, Miriam felice come
una pasqua!
Franco Pozzebon
U
na Pasqua felice anche per Francesca,
la bambina di Fratta di Oderzo, ancora per fortuna
l’ultima vittima dello sconosciuto Unabomber, che però
la scorsa settimana a Portogruaro ha dimostrato di non
averne ancora abbastanza,
questa volta però facendo cilecca.
Certo, Francesca sarebbe molto più felice se in quel
maledetto giorno di San Marco del 2003 a Fagarè non fosse successo nulla. Ma può
comunque ritenersi fortunata per la straordinaria reazione che ha avuto. A distanza di un anno può ritenersi psicologicamente recuperata. Lo ha affermato
“La vita è sempre
un dono prezioso”
D
amiano Lorenzi di
Barbisano, 42 anni,
impiegato part-time in una
ditta di Conegliano, volontario a La Nostra Famiglia, collaboratore del parroco nella
stesura del “Seme” e del
“Germoglio”, i fogli con gli
impegni settimanali della parrocchia di Barbisano e Collalto. Segni particolari? Una
sedia a rotelle.
Ti ritieni una persona
felice?
«Direi di sì. Sono riuscito
ad arrivare dove non avrei
mai immaginato. Lavorare in
una ditta, assunto regolar-
“È in arrivo... Casa
Maria Adelaide”
er Udino Buso, di Vidor, la Pasqua 2004
sarà più felice di altre. A pochi giorni dall’appuntamento con il Cristo risorto,
quando lo raggiungiamo,
ha appena ricevuto l’ultima
“tranche” del contributo finanziario della Regione Veneto. Con questi soldi lui e
numerosi altri genitori potranno completare la realizzazione di Casa Maria Adelaide, la struttura che accoglierà due comunità-alloggio per portatori di handicap.
Dopo anni di corse, ora
proprio intravede il traguardo dell’apertura: «Inaugurazione e apertura saranno possibili a settembre,
ottobre... Sicuramente entro il 2004!».
È per lui la realizzazione
di un sogno sbocciato nell’ormai lontano 1998: dare
speranza di un “dopo di noi”
sereno a tante famiglie coinvolte in piccole-grandi “viecrucis” vissute con coraggio e dignità, ma anche con
fatiche e sofferenze.
Buso è felice anche perché in questi anni il progetto Casa Maria Adelaide Da
Francesca poi ha ricevuto un
grosso pacco regalo pieno di
materiale scolastico da Silver, il famoso disegnatore di
Lupo Alberto, il quale non ha
minimamente cercato di reclamizzare il fatto. Un regalo semplice e discreto ma
che è bastato a regalare un altro scampolo di gioia alla
bambina.
Un ulteriore passo verso
la normalità Francesca lo ha
fatto proprio a Monza nei
giorni scorsi, dove ha potuto vedere mani in lattice su
misura per lei, preparate in
collaborazione con una industria di San Marino: delle
vere opere d’arte e di ingegno che gli permetteranno
di riacquistare una certa funzionalità della mano, ma soprattutto di poter rapportarsi con gli altri senza essere
subito riconosciuta. Una felicità contagiosa. Anche Lanzetta e, ovviamente, i genitori sono veramente contenti
per come stanno andando le
cose e, d’accordo con la stessa Francesca, hanno deciso
di accantonare per il momento l’intervento chirurgico di ricostruzione dell’arto.
La piccola, interiore resurrezione di Francesca, dopo quel terribile giorno è già
avvenuta. (AP)
LA FELICITÀ DI DAMIANO
UN VOLONTARIO FELICE
P
due settimane fa a Monza
l’insigne microchirurgo Marco Lanzetta, celebre per essere stato il primo in Italia ad
effettuare un trapianto di mano sei anni fa. A dirlo, anche
i suoi compagni di classe di
quarta elementare a Oderzo.
In questo anno la bambina ha dimostrato una volontà
e un carattere davvero non
comuni, non solo per la sua
età, superando brillantemente viaggi estenuanti, visite, interventi chirurgici, riabilitazioni, senza contare appunto il suo impressionante
recupero psicologico che ora gli permette di relazionarsi con i compagni quasi
come se nulla fosse successo. In questo ultimo periodo
3
Udino Buso, di Vidor
Sacco è stato l’occasione
per tante e tante manifestazioni di solidarietà, da parte di associazioni, amministrazioni pubbliche e privati.
E Udino non è per niente pentito dell’enorme, rischioso impegno sostenuto: «Certo è stato faticoso; e
le cose non vanno sempre
per il verso giusto». E se tornasse indietro? «Cambierei
mente è un traguardo davvero importante».
A cosa devi la tua felicità?
«Alla mia famiglia e agli amici che mi hanno sempre
sostenuto. Penso alla compagnia di Barbisano con cui
ho condiviso momenti indimenticabili: campeggi, ferie e
perfino arrampicate in montagna! E poi al mio carattere
forte e determinato. Sono riuscito ad accettare i miei limiti e a non sentirli troppo vincolanti. Io credo che l’accettazione di sé sia la carta vincente per chiunque, il punto
qualcosa, ma rifarei tutto».
Udino Buso, allora, felice
come una pasqua! E, chissà,
lo sarà ancora di più in quella del 2005, quando casa
Maria Adelaide sarà in attività, dando una “famiglia oltre la propria famiglia” ad
un bel gruppo di ragazzi,
che altrimenti rischiano il ricovero in strutture mastodontiche quanto inadatte.
«Certo – spiega l’instancabile Udino Buso – non è
finita. Adesso siamo alle finiture. Ma stiamo lavorando come Fondazione “Il Nostro Domani” per individuare la formula migliore
per la gestione della casa. E
soprattutto c’è da pagare il
mutuo che abbiamo dovuto
contrarre: 700 mila euro,
che significano ancora un
lungo cammino… Ma il più
è fatto!». (FP)
Damiano Lorenzi, di Barbisano
di partenza per potersi realizzare in modo pieno».
C’è una cosa che ti ha
cambiato la vita?
«Sì, il computer. Ho trovato in questo strumento un
compagno di lavoro e di svago. Passo molte ore a scrivere e a ricercare».
Hai qualche rammarico, qualcosa che non
mandi giù?
«Beh... sì, come tutti penso. Mi capita di prendermela soprattutto con me stesso!
Mi dà fastidio l’imbarazzo
che provo quando mi sento
tagliato fuori dalle conversazioni, quando avverto una
certa difficoltà a capire e a
gestire le situazioni. Mi piacerebbe avere una base di
studi più solida, questo sì».
E cominciare a studiare adesso?
«No, è troppo tardi. Sono
felice così, anche se mia
mamma ha sempre insistito
perché leggessi qualche libro, ma non fa per me, non
mi piace. Preferisco prendere la sedia a rotelle e uscire
a fare un giro all’aria aperta».
Che messaggio vogliamo dare a conclusione
di questa nostra chiacchierata?
«Semplicemente questo:
che la vita è sempre e comunque un dono prezioso e
vale la pena di viverla fino in
fondo!». (EP)
4
e
L’AZiON
Pasqua 2004
Domenica 11 aprile 2004
FELICI COME UNA PASQUA!
IL “SEGRETO” DELLA
FELICITÀ FAMILIARE
La ricchezza della
vita semplice
Q
ual è il segreto
della felicità familiare? A vedere Roberto e Stefania,
giovane coppia di Ceggia
con due figli, si direbbe
che la “formula” è racchiusa nelle cose quotidiane, nei piccoli riti con
cui si rinnova ogni giorno
l’unità, certo non nelle fantasie.
Davide e Giovanni, di 3
anni e 11 mesi, rotolano
nel divano tra mamma e
papà reclamando continuamente attenzione, soprattutto quando avvertono che lo sguardo dei genitori si allontana da loro,
anche solo per un momento. Ed è con pazienza,
ma soprattutto con infinito
amore che Roberto e Stefania si rendono presenti
e rispondono al loro biso-
gno di incontro affettuoso.
Li osservo e non c’è bisogno di molte parole per
capire che nell’intimità della loro casa stanno davvero bene. Insieme hanno
realizzato la missione della loro vita, diventare una
famiglia, e questo li rende
felici.
«L’arrivo dei figli – spiega Roberto – ha aumentato il bisogno di trascorrere il tempo tra di noi. Questo non significa che dopo
la loro nascita non usciamo più, ma che cerchiamo
di sfruttare ogni momento
per stare con loro, facendo
anche delle scelte “scomode” e anticonformiste
sul lavoro e sul tempo libero». Rinunciare ad
un’occupazione che tiene
troppe ore al giorno lontano da casa, tagliare qual-
che impegno con associazioni e gruppi (anche parrocchiali) che portano a
trascorrere fuori la sera,
preferire il proprio giardino alla vacanza al mare a
tutti i costi: non è da tutti
affrontare con serenità
certe decisioni.
Eppure Stefania e Roberto non si sentono privati di nulla, anzi, la loro è
la testimonianza di una
coppia che trova ricchezza nella vita semplice, nella sveglia mattutina tutti insieme, nel rito del dolce
preparato con Davide ogni
fine settimana, nella messa della domenica.
Quale messaggio lasciare allora ai giovani che
temono il matrimonio? Stefania non ha dubbi: «La vita con marito e figli comporta grandi sacrifici, ma
la gioia che ti dà la famiglia è così grande che, col
senno di poi e avendo potuto, mi sarei sposata prima. Per questo dico alle
coppie di fidanzati che conosco di “buttarsi” in questa avventura con consapevolezza, ma a braccia aperte».
Beatrice Doretto
LA SIGNORA BELLIN,
MINISTRO DELL’EUCARISTIA
La gioia di portare
il Signore ai malati
A
lessandra Bellin di
Oderzo, insegnante di lettere in pensione, vive una grande felicità da
trent’anni. Da quando,
cioè, monsignor Paride Artico le chiese di divenire
ministro straordinario dell’eucaristia. «Ricordo bene,
ci misi dei mesi per dargli
conferma, ma alla fine ruppi ogni indugio. Valeva la
pena vivere quella straordinaria opportunità».
Da allora la signora Bellin non è mai venuta meno
a quell’impegno. Che per
lei fu motivo di crescita
personale e, come dicevamo, di gioia intima e autentica. «È la gioia di portare il Signore agli ammalati nelle loro abitazioni, è
la gioia di poterli incontrare, di riannodare, volta dopo volta, rapporti di stima
e di amicizia. È la gioia della preghiera al Signore che
porto con me e che sento
così “mio”. Ma questo sentimento cresce ancor più
nel momento in cui percepisco la serenità, la gioia
altrui che nasce dal ricevere l’eucaristia».
Ma essere uno dei diciassette ministri straordinari dell’eucaristia di Oderzo vuol dire, anche, conoscere la felicità che dona il poter distribuire la comunione in chiesa. «La
gioia più grande, infatti,
l’ho vissuta due anni fa, il
Giovedì santo, quando ho
potuto cominciare a dare
l’eucaristia durante la messa. E credo di poter tranquillamente parlare anche
per le altre persone che
con me condividono questo nostro essere “ministri
LA PASQUA SECONDO L’ABBÉ PIERRE
CHI È L’ABBÉ PIERRE
“L’occasione per divulgare
il mistero della gioia”
enri Groués nasce 92 anni fa in una famiglia ricca e cristiana,
quinto di otto figli. A 16 anni incontra l’esperienza di san Francesco durante una visita all’Eremo delle carceri ad Assisi. Per sette
anni vive da religioso tra i Cappuccini di Lione, che deve però lasciare per motivi di salute. Divenuto prete, partecipa alla Resistenza portando in salvo in Svizzera ebrei, polacchi e altri ricercati; a
sua volta deve fuggire in Algeria nascosto in un sacco postale per
evitare l’arresto.
Dopo la guerra viene eletto all’assemblea nazionale per tre legislature e con la sua indennità parlamentare affitta una vecchia casa
alla periferia di Parigi, dove nel 1949, dopo aver conosciuto Georges, un ex galeotto senza dimora, fonda il Movimento dei compagni stracciaioli di Emmaus, oggi diffuso a livello mondiale.
L’
abbé Pierre, sacerdote
francese di 92 anni, con un
passato da partigiano e da parlamentare, coraggioso difensore dei
senzatetto e degli esclusi, è una delle inconfondibili icone del nostro
tempo. Parla una lingua universale
che unisce, oltre ogni frontiera, e
che si esprime con l’esercizio della
carità. L’abbé Pierre vive, al momento, a Neully-Plaisance, sede della prima comunità Emmaus da lui
fondata nel 1949. È molto stanco,
dicono le persone che vivono intorno a lui, ma parla volentieri con i
giornalisti. Ha la voce sottile, resa
ancora più flebile dall’età; quando
alza il tono, è per sottolineare l’importanza delle cose
che racconta. L’incontro con l’abbé
Pierre parte dall’attualità, in particolare dalla sua riflessione sugli attentati
terroristici che stanno sconvolgendo il
mondo: «Tutte le
guerre, anche quelle a difesa della causa più nobile, non
possono essere che
una porcheria per
l’umanità. La terra è di tutti. La solidarietà è il valore essenziale della
società, è la sua ragione di vita, affinché essa non ritorni ad essere un
mero assembramento di individui
opposti da conflitti di interessi. È
dovere di ciascuno
stato farsi carico di
una nuova forma di
solidarietà nazionale come espressione della lotta alla povertà e alla precarietà. Dovere degli
stati è inoltre favorire, attraverso la
solidarietà nazionale, quella internazionale a difesa degli interessi superiori dell’umanità tutta». E continua: «Come possiamo far finta di
nulla continuando a vivere nella convinzione che la crescita e il benessere possano aumentare all’infinito;
continuando a voler
vivere sprecando
tempo, risorse, energie, intelligenze
per produrre e consumare beni che
non sono essenziali.
Vivendo così, non
solo questa crisi
continuerà, ma si estenderà, coinvolgendo anche noi, oltre alla moltitudine
di fratelli che nel
mondo soffrono a
causa del nostro egoismo, dell’economia selvaggia che abbiamo instaurato, dello sperpero di risorse,
dello scempio che abbiamo fatto della terra».
Abbé Pierre, esiste un rime-
“La medicina
è una sola:
l’amore.
Occorre
trovare tempo
per l’altro”
H
dio per questi
mali?
«La medicina è
una sola: l’amore.
Occorre trovare il
tempo per l’altro.
Occorre sentire su di sé la ferita della sofferenza dell’altro. Ogni giorno abbiamo occasione di incontrare persone che chiedono aiuto, che
tendono una mano. Dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che non
abbiamo tempo da condividere con
loro. Perché la condivisione sia più
vera, occorre iniziare dal più piccolo, dagli ultimi. Essere caritatevole
non significa solo dare: significa essere ferito della ferita dell’altro, significa soffrire della sofferenza dell’altro, significa unire le nostre forze, le nostre capacità alle sue, per
guarire insieme del suo male, che
è diventato il nostro».
E la politica? Se non include
il concetto di carità, resta indifferente rispetto ai bisogni
delle persone.
«Se la politica non include la carità, la politica resta malata, zoppa,
inefficace. E quel parlamento che
trascura gli ultimi, i più poveri, si
rende responsabile, colpevole di aprire la strada alla dittatura. Perché
la condivisione sia più vera, occorre iniziare dal più piccolo, dagli ultimi. Se riusciremo, nella ripartizione degli utili, a salire verso l’alto, sono sicuro che ce ne sarà sempre per tutti. Non vorrei essere
frainteso. Non credo nell’egalitarismo: non ci credo, perché non esiste. Anche tra i poveri, non esiste l’egalitarismo. Tutto è ineguale, ma
queste diseguaglianze fanno parte
della scuola della vita, sono altrettante occasioni che ci vengono date per imparare ad amare. La mia
certezza è che occorre mettere un
po’ più di umanità ovunque. La vita
è imparare ad amare».
Come vivere allora la Pasqua?
«Come l’occasione per penetrare, sciogliere, divulgare il mistero
della gioia. L’uomo, con la Pasqua,
si fa nuovo, attraverso la rivelazione e l’accettazione della sua condizione di creatura libera per il bene
e per il male. Dio, creando l’uomo
libero, non poteva poi non rispettare questa sua libertà. Guardando il
Cristo in croce, si vede l’umanità
sofferente; nelle sue mani trafitte si
vede l’onnipotente, volontariamente prigioniero per amore della libertà che, per altrettanto per amore, ci ha donato. Ora, alla chiamata
straordinari”».
Nel corso di questi
trent’anni – prosegue la signora Bellin – «abbiamo
potuto veramente constatare come muta ed evolve
la pratica religiosa. C’è un
certo ritorno alla pratica
dell’eucaristia, anche da
parte dei giovani, e ciò indubbiamente dà gioia, è
motivo di speranza. Attorno al banchetto eucaristico c’è inoltre il ricomporsi
della famiglia, e il crescere della comunità».
Un pensiero particolare
agli anziani, agli infermi.
Momento di felicità, di
gioia profonda è anche suscitare in loro la ricerca
della fede. «Per questo, dico sempre che ricevere il
Signore in casa per le mani di noi ministri straordinari dell’eucaristia è cosa
ben diversa dall’assistere
alla messa in tivù. Il contatto umano, ispirato a gentilezza e delicatezza, credo
possa fare molto, anche rimuovere certe ritrosie,
certe forme di “rispetto umano” talvolta legate al ricevere la comunione in casa. Anche questo dona felicità». (VC)
di un Dio che, per umiltà, non si impone mai, siamo liberi di rispondere oppure no. La gioia quindi è il
frutto della consacrazione all’apprendimento della capacità di amare. La gioia dell’amore, nonostante
tutte le prove che comporta, ci insegna che la vita non è un sentiero
a fondo cieco: la salvezza è la mèta
di questo cammino, l’incontro con
l’essenziale. Ecco il mistero della
Pasqua: l’abbandono alla vera gioia
di donare. Il giorno di Pasqua è il
momento più importante della storia dell’umanità, il momento in cui
la morte, che sembra imporsi quotidianamente, in modo irresistibile,
è sconfitta. Il verbo di Dio si dona
all’umanità per riscattarla, liberandola dalla servitù nella quale l’umanità si è relegata nel momento
in cui ha voluto far da padrona a se
stessa. La resurrezione sfugge all’immaginazione, ma dopo la Pasqua è diventata certezza, perché si
è manifestata ai testimoni in maniera eclatante, generando una fede
che, malgrado le debolezze umane,
attraversa i secoli. La resurrezione
è la speranza che trabocca lungo il
tempo attraverso la disperazione. Uno dei segni di speranza del nostro
tempo è certamente veder perseguire una risalita verso il ricongiungimento dell’unità degli uomini attraverso delle manifestazioni
democratiche: là è la speranza. Lo
si è notato durante gli avvenimenti
di Madrid, dove il terrorismo cieco
si è visto contrastare dalla lunga
marcia di un popolo ferito e sconvolto davanti a tanta assurdità. La
vita è servire in primo luogo i più deboli, allora c’è la speranza, malgrado ogni imperfezione degli uomini.
Bisogna che i genitori insegnino ogni giorno ai propri bambini a svegliarsi con questo pensiero».
Alessandra Canella
e
L’AZiON
Pasqua 2004
MISSIONI / ANTONIA SIMIONATO DAL CONGO
Una “Chiesa fraternità” per un
Paese di fraternità e giustizia
M
onsignor Philippe Nkiere Kena,
vescovo di Bondo, in Congo-ex Zaire ha scritto una letterà pastorale intitolata “Una Chiesa fraternità per
un Paese di fraternità e giustizia”, che comincia così:
«Pace, gioia e speranza a
voi tutti in nome di Gesù Cristo, Fratello e Signore nostro!
Fratelli carissimi, l’opzione che
prendemmo nel 1993 ci ha aiutato molto a crescere nella consapevolezza che in Cristo siamo
tutti fratelli. In questi undici
anni abbiamo imparato a pensare, lavorare, mangiare, soffrire, sperare insieme, ad andare incontro agli altri, ad essere Chiesa che cerca di servire tutti nella dimensione della
diaconia.
Oggi siamo chiamati ad andare avanti nel nostro essere
Chiesa. Siamo chiamati a vivere la Chiesa fraternità non
per una questione di prestigio,
ma perché la giustizia e la fraternità, cioè il Regno di Dio
cresca nel nostro Paese…
Non ci hanno uccisi, la nostra terra è ancora fertile e la
pioggia cade regolarmente, i
nostri figli nascono e crescono.
Ma ora a guerra finita, in questo periodo di transizione, dobbiamo tenere d’occhio coloro
che stanno conducendo il nostro Paese, affinché non facciano come in passato, fino a
privare le persone della loro dignità. Se pur lavorando giorno
e notte non riusciamo a far crescere i nostri figli dignitosamente, dobbiamo porci delle domande, riflettere sul nostro modo di vivere, fare attenzione a
L
giustizia. In tutto
ciò che facciamo
non dimentichiamo gli ultimi.
Se lasciamo in
parte i piccoli, coloro che non contano, non stiamo
seguendo la strada di Gesù….
Che la giustizia e la fraternità
Il vescovo di Bondo, Philippe Nkiere Kena, tra la sua gente vengano!»
non privare gli altri della loro
dignità, specie gli ammalati, le
donne, gli anziani. Per costruire una terra nuova dobbiamo entrare nella lotta che fu
di Gesù…
Come si deve fare? Il Signore Dio, nella sua sapienza
e misericordia, ci ha riuniti
nelle comunità di base. È là che
dobbiamo portare la lotta che
fu di Gesù…
Nella comunità, quando
siamo riuniti, il Signore risorto verrà a consumare le nostre
paure, la mancanza di speranza, il dubbio. Ci riempirà
della sua forza per inviarci a
costruire questo nostro Paese.
Nella comunità cerchiamo di
comprendere ciò che impedisce
di vivere in pienezza la propria
dignità: il problema della casa,
del cibo, dell’acqua, delle cure
mediche, delle scuole. Scegliamo ciò che possiamo fare adesso. Ciò che può sembrare impossibile a una persona, nella
comunità può trovare la soluzione…
Cerchiamo il modo di denunciare ciò che è male, affinché i suoi fautori escano alla luce e siano costretti ad agire con
a Quaresima è un tempo in cui siamo invitati a fare un decisivo passo
in avanti nel nostro cammino di crescita,
tanto personale quanto comunitaria, per
sigillare con la Pasqua delle scelte che ci
confermino nella vita nuova del Cristo risorto. In Brasile il tempo quaresimale è
caratterizzato, da 40 anni a questa parte,
dalla “Campanha da fraternidade” che sviluppa la dimensione comunitaria del cammino di conversione. L’obiettivo è rispondere all’appello del Dio “Abbà-papà” che
vuole una società e un mondo dove gli uomini e le donne possano sentirsi fratelli e
sorelle.
Il tema scelto per quest’anno è “Acqua
fonte di vita”. La Chiesa in Brasile vuole
che si prenda coscienza che l’acqua sta diventando un bene sempre più ambito da
chi detiene il potere. Se nel secolo passato il bene più ambito per far soldi era il petrolio, in quello che abbiamo appena iniziato sarà l’acqua ad avere la stessa funzione, con la differenza che senza petrolio
si può vivere, senza acqua è impossibile.
La conseguenza sarà un mondo dove i poveri cresceranno con un ritmo più accelerato: basta solo un dato, segnalato all’inizio del documento con cui i vescovi spiegano la situazione, per illustrare il tutto:
secondo un calcolo dell’Onu, nel 2025 il 40
per cento circa della popolazione mondiale soffrirà mancanza di acqua potabile. U-
Il Congo sta vivendo un
tempo di transizione dopo una lunga guerra preceduta da
trent’anni di dittatura. La situazione di miseria è indescrivibile; lo confermo direttamente vivendoci dentro da
tanti anni. Ogni giorno mi domando per quale miracolo la
gente sia ancora in vita.
Le colpe internazionali e le
diverse cupidigie hanno un
grande peso, ma non sono l’unica causa della situazione fratricida.
Si ha, a volte, la sensazione
che il gelo della morte paralizzi l’Africa. Il gelo della miseria che ben oltre la povertà
si infiltra come un tumore in
tutte le forze vitali, impedendo lo sguardo verso il futuro.
Anche la Chiesa nazionale
attraversa una crisi, soprattutto da parte di molti del clero che attendono da questa appartenenza una emancipazione quasi magica dalla miseria.
Ma potrà esserci emancipazione che non sia insieme al
popolo? In questo momento
non è più sufficiente predicare, indicare, è giunto il tempo
di situarsi concretamente,
prendere parte alla vita di chi,
finora, ha solo sopportato privazioni, umiliazioni, morte. In
questo momento non è più
sufficiente predicare, indicare, è giunto il tempo di situarsi concretamente, prendere
parte alla vita di chi, finora, ha
solo sopportato privazioni, umiliazioni, morte. In questa
lotta per la sopravvivenza le
diversità ancestrali, culturali
ed etniche fanno sentire il loro peso.
Anche nella Chiesa di Bondo esse provocano distruzione e morte. È tempo di uscire da quella parte di tradizione che impedisce la vita. Per
noi che ci professiamo credenti nel Cristo risorto, vivo
oggi in mezzo a noi, la sfida di
trovare nella fede la forza di
spezzare tutte queste schiavitù interne, vincere l’ipocrisia e l’attendismo, in altre parole, metterci al lavoro per ricostruire il Paese, costruire il
Regno.
È questo il messaggio della lettera pastorale del nostro
Vescovo che vede nella Chiesa fraternità un passo ulteriore della Chiesa famiglia, il superamento dei legami di sangue del clan.
Chiesa fraternità vissuta
nella comunità di base, con la
Parola a darci luce e forza.
Realtà che acquista un’altra
dimensione se vissuta a partire da coloro che non contano.
La lettera indica il percorso di una Chiesa attraverso la
dittatura, la guerra e la paziente pedagogia di un Pastore che conduce il suo popolo
disperso all’acqua e alla forza
della Parola.
Di questo percorso sono testimone, per questo scrivo alla nostra Chiesa che sta in Vittorio Veneto: essere missionaria oggi significa essere
pronta, relazione intercontinentale, perché la vita abbia il
sopravvento sulla cultura di
morte.
Questa è la Pasqua!
Antonia Simionato
Bondo, Congo
MISSIONI / DA GUANAMBÌ, BRASILE
Campagna di fraternità
sull’acqua, fonte di vita
na delle regioni che più risentirà del problema sarà il “Sertão”, dove si trova anche
la diocesi di Caetité, caratterizzata da un
basso indice di piovosità.
Chiaro che l’acqua non è evaporata: da
500 milioni di anni l’acqua è sempre la stessa facendo il suo ciclo naturale di evaporazione, pioggia, infiltrazione nel sottosuolo e formazione di sorgenti, fiumi, laghi e “lençoes” (=lenzuola) sotterranei.
Ma, nel secolo appena concluso, l’acqua
cominciò a perdere la sua purezza, a causa dell’inquinamento in generale e del modo sregolato con cui l’uomo la usa. Distruzione delle sorgenti, distruzione delle
foreste, inquinamento con sostanze chimiche, scarichi industriali, scarichi urbani, aumento dell’uso nell’agricoltura e nell’industria, sono le forme principali dell’agire umano che provoca la riduzione della quantità d’acqua potabile. Ciò costituisce
una grave minaccia per l’umanità, segnata sempre più dal domino di pochi alle spe-
se di tanti, dall’arroganza di qui si sente superiore solo perché ha la sua sicurezza nel
“dio” che distrugge le relazioni.
La Chiesa brasiliana vuole far riflettere
su questa situazione di ingiustizia, generata dall’egoismo e dal peccato umano, richiamando tutta la società a ricuperare il
valore originario dell’acqua e il valore originario del nostro essere
persone. L’acqua è una creatura di Dio, è uscita dalle sue
mani, e come tale è un bene
di tutti e non esclusiva di pochi: san Francesco, nel suo
stupendo “cantico delle
creature” la chiamò “sorella”, comprendendone appieno il significato. Il nostro
essere persone si caratterizza per il fatto di essere fratelli e sorelle, modellati dalle mani del Dio-Abbà, secondo il cuore di Gesù. Il
Domenica 11 aprile 2004
5
MISSIONI / AFRICA
“Harambee”
per l’Angola
S
ul servizio missionario in Angola, il
dottor Rinaldo Bonadio, di Conegliano, ha fatto pervenire al Centro missionario diocesano un resoconto dell’impegno
portato avanti da “Africa Chiama” e Cuamm
nel Paese africano, tra l’altro funestato di recente dalla morte in un incidente stradale
dell’infermiera volontaria Marisa Ferrari.
Tra le iniziative di solidarietà citate c’è il
progetto di Cooperazione decentrata nel
quale tutti i Comuni e le Ulss della Provincia di Treviso si sono impegnati a versare
un quota triennale pari a 0,19 euro per abitante, per sostenere il programma della tubercolosi; inoltre c’è il progetto nell’ambito
della “Quaresima di fraternità”, l’appuntamento quaresimale “La giornata del riso”,
che ha visto il coinvolgimento di numerose
parrocchie della nostra diocesi, con un ricavato complessivo di 21 mila euro.
Ma, scrive Rinaldo Bonadio: «Dobbiamo
ammettere che i bisogni sono immensi. Di
fronte a tale scenario sorge spontaneo chiedersi: siamo all’altezza di questa sfida che
si fa ogni giorno più difficile? Ce la sentiamo di accettare un impegno sempre più gravoso e di proporlo anche a quelli che avviciniamo? E per quanto ci riguarda più da vicino: possiamo e dobbiamo parlare ancora
di missionarietà, di testimonianza evangelica, di valori morali, di gratuità, e in che
senso? Abbiamo paura di scelte forti?
Il campo che abbiamo davanti è talmente ampio che ognuno può gettare il suo seme e offrire il suo dono, piccolo o grande
che sia, per far cultura, per promuovere il
diritto alla salute, per affermare i valori in
cui crediamo, della cooperazione internazionale e della solidarietà, della giustizia e
della pace, per difendere la causa dei poveri e migliorare le condizioni di vita dei Paesi africani, che vogliamo servire.
Essere fedeli alle scelte e agli impegni è
un processo e uno sforzo continuo che coinvolge tutti: sia coloro che operano sul campo, in Africa, come noi che ci sentiamo impegnati qui, in Italia.
Loro e noi, insieme, facendo Harambee
(ciascuno la propria parte), vogliamo ribadire la missione, la volontà di esserci e la
consapevolezza che “l’aiutarsi l’un l’altro” è
possibile».
peccato ci pone in condizione di dimenticare queste verità fondamentali della nostra fede e della vita in generale e perciò
ci troviamo nella condizione di non riconoscere più neanche il valore della semplicissima acqua.
La via di uscita è quella di sempre: “Morire al peccato per risorgere con Cristo”.
Tutti noi dobbiamo riconoscere il peccato
nel quale la società si è strutturata, peccato che acceca le nostre coscienze, e risorgere con Cristo per aprire gli occhi e riconoscere il Bene che la Pasqua ci ha consegnato: lo Spirito Santo attraverso il quale noi, come veri fratelli e sorelle, possiamo gridare al mondo intero il Dio vivo e
vero, chiamandolo “Abbà-papà”.
Don Massimo Bazzichetto
e
L’AZiON
Pasqua 2004
RIGHEA, ESCURSIONI, FESTE, MERCATINI...
Dieci idee
per Pasquetta
S
e non avete già deciso dove e
come trascorrere il giorno di
Pasquetta, questa pagina può
esservi di aiuto. Abbiamo raccolto dieci proposte di varia natura: righea, gite, escursioni, picnic, concorsi di pittura, mostre di antiquariato. Alcune rispettano rigorosamente la tradizione,
altre innestano qualche innovazione.
Le buone idee ci sono, e sono tante. La voglia di trascorrere qualche ora serena immersi in una natura che
sta rinascendo pure. Non ci resta che
sperare che anche il tempo si metta
al bello e ci regali una giornata di caldo e sole.
CAMMINATE: Marcia della
colomba a Sant’Andrea
FOLLINA: Benedizione delle
auto a S. Clemente
prile 1972: Toni Canal e sua moglie a Sant’Andrea,
nord di Vittorio, fecero nascere la prima edizione
della Marcia della colomba. A Pasquetta 2004 saranno
ancora lì, come organizzatori della trentaduesima edizione della irrinunciabile marcia. Si parte alle 9 da
Sant’Andrea: percorso non competitivo ma molto attraente: Madonna della Salute, grotte del Calieron, Piadera, borgo Vinera, Sant’Augusta. Sono 12 km, 6 per il
percorso baby. L’anno scorso erano più di mille i partecipanti. Informazioni allo 0438-57615.
A
U
n tempo la parrocchia di San Pietro di
Feletto organizzava, per Pasquetta, un’uscita per famiglie sui prati di Refrontolo.
Poi la tradizione, anche per
motivi organizzativi, è andata scomparendo ma la voglia di fare qualcosa per le
famiglie del paese è rimasta. E così da quest’anno
la neo-costituita
associazione degli Amici della
pieve di San Pietro di Feletto, sorta nell’ambito della parrocchia, ha
A
Follina il giorno di Pasquetta vengono benedette le autovetture.
Succede dopo la messa delle 11 celebrata nella chiesetta di San Clemente (vi si
arriva prendendo la prima strada a sinistra – in direzione Follina-Miane – dopo
la scuola media). Al termine della celebrazione la Pro loco di Follina propone
un piccolo rinfresco: uova pasquali, focacce, vino e bibite.
S. PIETRO
Festa
al parco
con churrasco
e ludoroulotte
CAMMINATA PER FAMIGLIE
DA SAVASSA A S.AUGUSTA
P
er chi ama scarpinare senza troppo impegno, segnaliamo l’escursione organizzata dal Gruppo
Natura Prealpi
sulle colline di
Vittorio Veneto.
Partenza da Savassa in direzione del santuario
di Santa Augusta. Lungo il tragitto il gruppone di escursionisti troverà
alcuni casali abbandonati,
altri ristrutturati, con pochi
residenti che hanno rinunciato alle comodità dei nostri tempi per continuare a
dare vita a questi luoghi a-
meni. Dopo la sosta al santuario, il gruppone riprenderà il cammino con direzione borgo Maren, discesa a
San Floriano e,
costeggiando i
laghetti, ritornerà al punto di
partenza.
La partenza è
prevista alle 8.30
da piazza Vittorio Emanuele II
a Pieve di Soligo. La gita è
raccomandata alle famiglie.
Il dislivello è di 200 metri.
Per informazioni rivolgersi a Domenico Ronchi
(347-8123789) o Piero Marchesin (0438-82505).
deciso di promuovere – per
il Lunedì dell’Angelo – la
prima “Festa di primavera
al parco”. Il parco è quello
recentemente realizzato a
lato della pieve: si tratta di
un ampio spazio verde attrezzato con panchine, tavolini e giochi per bambini.
La festa di primavera inizia alle
11 dopo la messa,
segue il pranzo con
churrasco e nel pomeriggio arrivano
gli animatori dello
Spazio VerdeBlu
con le loro Ludoroulotte.
Escursione con il
gruppo
Nino Lot
N
on si fermano
neppure il giorno di Pasquetta gli amici della montagna del
gruppo “Nino Lot” di
Cordignano. Per il Lunedì dell’Angelo hanno
organizzato un’escursione a Casere Collon, Forcella Zoppei, Monte Cor
e Pian dei Grassi. Dislivello: 750 metri. L’accesso è previsto da Fais.
Partenza alle 8.30 dalla
sede dell’associazione
(presso l’asilo). Guide:
Lino Della Libera e Carlo Favero. Per ulteriori
informazioni telefonare
allo 0438-999111.
Domenica 11 aprile 2004
VITTORIO: PASQUETA
L’È PI BEA CO’A RIGHEA
P
asqueta l’è pi bea
co’a righea, dice lo
slogan. L’anno scorso ci
hanno creduto almeno in
cinquemila: tra anziani
che riscoprono il gioco tradizionale, bambini che lo
scoprono, adulti che li accompagnano, curiosi che
gironzolano, turisti che si
appassionano alla nostra
localissima tradizione.
E ora ci risiamo: alacri
volontari mentre voi leggete stanno dando gli ultimi ritocchi ai quindici
campi sparsi per il Vitto-
riese. Vai e giochi, oppure
vai e guardi: non si paga,
puoi stare quanto vuoi, ti
porti le tue uova o le prendi in loco.
Già il giorno di Pasqua
si comincerà a giocare
(non è mica peccato!): al
patronato La Tenda della
parrocchia di Santi Pietro
e Paolo, ad esempio, l’appuntamento è dalle 16. Altra novità 2004 delle righee è quella di Costa, al
campo sportivo: grazie all’Up Costa la righea sarà una delle protagoniste di
UNA GITA FUORI PORTA
FINO A SAN LORENZO
U
n dejeuner sur l’herbe di sapore ottocentesco è la proposta per
Pasquetta della Pro Vittorio: tutto nel segno della
tradizione della gita fuori
porta. E allora si parte alle
14 in piazza della Cattedrale, e per San Fris e via dei
S
pazio all’associazionismo al “Saluto alla
primavera” che la Pro loco
di Soligo organizza per il
Lunedì dell’Angelo sul colle di San Gallo. Per la prima
volta, infatti, la festa sarà anche occasione di presentazione delle associazioni di
volontariato operanti in
paese (Avis, San Vincenzo,
Viezzer e Zikomo). Il resto
del programma segue l’impostazione tradizionale:
messa alle 11 nella chiesetta, pranzo alle 12.30; nel
pomeriggio concorso di pit-
Posocon si arriva a borgo
Castagnè, nella parte più alta di San Lorenzo. Lì si può
giocare alla righea, e fare
un pasqualissimo picnic
con uova sode e focaccia,
affettati e vino, allietato da
canti e fisarmonica. E al calar del sole, spaghettata per
un’intera “Giornata dello
sport” a Pasquetta, con
giochi paesani e grigliata
collettiva. I pulmini gratuiti faranno la spola dalle
14 di lunedì per le righee.
Entrambi partiranno da
piazza della Cattedrale, seguendo i percorsi indicati
nella tabella qui sotto. Escluse dai pulmini restano
borgo Castagnè a San Lorenzo (dove andrà in gita
la comitiva della Pro Vittorio, vedi sotto) e il Col
di Stella, tra le Perdonanze e Tarzo.
Beh, ci sarebbe un’altra righea che nemmeno
la miglior organizzazione
di Insieme per Ceneda riesce a raggiungere. Si trova a nel museo del bambino di Hull, Quebec, Canada. I laboratori che il
museo organizza per Pasqua comprendono anche
il gioco definito vagamente “tipico del Nord Italia”.
Per informazioni sulla righea alla canadese:
www.civilization.ca/mce_ccm/evente.asp.
tutti sul piazzale della chiesa di San Lorenzo: si può
prenotare anche il giorno
stesso di Pasquetta. L’iniziativa è in collaborazione
con il comitato festeggiamenti di San Lorenzo e con
Insieme per Ceneda. È possibile partecipare anche
raggiungendo San Lorenzo in auto. Informazioni:
Pro Vittorio, 0438-556097,
[email protected]
SOLIGO
A San Gallo
disegni
rodolet
e associazioni
tura per i ragazzi di elementari e medie, esposizione dei lavori realizzati dai
bambini della scuola materna, rodolet, freccette, lancio dei palloncini con i messaggi scritti dai più piccoli.
Conclusione intorno alle 18.
MORIAGO: Lungo
il Piave con gli Alpini
L
7
e rive sassose del fiume sacro
alla Patria sono una mèta classica del Lunedì di Pasqua, specie se
il sole regala qualche ora di caldo. E
allora gli Alpini di Moriago hanno pensato bene di organizzare un ritrovo alla Casermetta dell’Isola dei Morti con
pranzo e lotteria con ricchi premi. Seguirà un torneo di bocce. Prenotazioni al capogruppo Michelangelo
Ferracin (telefono 0438-892246). In
caso di cattivo tempo pranzo e lotteria si faranno nella sede degli Alpini.
COLLALTO: Antiquariato,
prodotti tipici, visite alla rocca
C
resce l’offerta del Mercatino dell’antiquariato di Collalto che apre i battenti il Lunedì di Pasqua. Quest’anno, l’organizzazione del locale Gruppo festeggiamenti – che fa forza soprattutto sul lavoro di
Sergio Soldan, Dario Daltin e Giorgio Zambon – arrischia un’edizione in più e introduce qualche significativa novità. Innanzitutto il mercatino si ripeterà ogni seconda domenica del mese, agosto escluso, fino al mese di ottobre. Ci saranno degli artigiani all’opera e continuerà l’offerta dei prodotti tipici e dell’editoria legata alla storia medievale del borgo.
Sulla scorta del successo ottenuto lo scorso anno ci saranno anche nel 2004 le visite
guidate alla rocca e alla chiesa di San Giorgio. Le visite sono state programmate alle 10
del mattino, alle 14.30, alle 16 e alle 17.30 del
pomeriggio per saperne di più dell’antico castello di Collalto e del nobile casato che l’ha
fondato quasi mille anni fa.
8
Domenica 11 aprile 2004
Votata al Senato la riforma dello Stato
Una nuova
Repubblica?
C
on 156 sì, 110 voti contrari e un astenuto, giovedì
25 marzo, il Senato ha approvato in prima lettura la
riforma dell’ordinamento
della Repubblica. L’iter accelerato del progetto è
sembrato procedere soprattutto sulla spinta delle
esigenze elettorali della Lega Nord, in ordine alla cosiddetta “devolution”. I fuochi del progetto sono almeno due: oltre alla riforma della forma di Stato,
che con il federalismo pone nuovamente la questione dell’unità nazionale, c’è
una rilevante riforma della
forma di governo, che passerebbe dal sistema parlamentare a un regime di primo ministro dai contorni
assai poco definiti.
L’attuale governo – che
sta per superare tutti i record di durata nella storia
della Repubblica – si propone di introdurre in Costituzione una serie di meccanismi che garantiscano
prima di tutto il primo ministro rispetto alla sua stessa maggioranza, in forme
talmente rigide, che non
hanno corrispettivo nelle
democrazie avanzate. Pare
che il testo sarà emendato,
per iniziativa della stessa
maggioranza di governo,
nel passaggio alla Camera.
Il provvedimento, che
riscrive il larga misura la
parte seconda della Costituzione, approvato dal Senato passa ora all’esame di
Montecitorio, ma saranno
necessari altri due passaggi parlamentari prima della sua approvazione definitiva, proprio perché si tratta di una riforma costituzionale.
Cosa ne pensano i parlamentari diocesani? Abbiamo intervistato l’onorevole Guido Dussin (Lega
Nord) e l’onorevole Gianclaudio Breda (Margherita).
LUIGI D’AGRÒ (UDC)
ri del premier. Cosa risponde?
«Le garanzie del Presidente della Repubblica ci sono. Il parlamentarismo non
viene inficiato. Guardiamo
a quanto sta succedendo a livello comunale: il sindaco
può revocare gli assessori
eppure non è considerato
un podestà».
Però molti criticano i
troppi poteri dei sindaci...
«È vero. Allora diamo più
poteri al consiglio comunale.
La stessa cosa
vale per il Parlamento: va aumentato il suo
potere di controllo e di interdizione sull’Esecutivo».
Però il Premier potrà
sciogliere il Parlamento...
«Su questo c’è da ragionarci perché, a mio parere
e del mio gruppo, lo scioglimento dovrà essere legato a un voto di sfiducia e non
ad una decisione autonoma
del premier. Non bisogna
svuotare di poteri il Parlamento. D’altro canto ritengo necessario armonizzare
le norme sul governo dello
Stato con quelle che regolano i rapporti tra gli organi
comunali e regionali».
Quante sono le probabilità che la riforma
venga approvata prima
della fine della legislatura?
«Direi cinquanta e cinquanta. Riformare la Costituzione richiede concertazione non solo tra opposizione e maggioranza ma anche con i corpi intermedi
dello Stato».
Federico Citron
Bene il premierato
dubbi sulla devolution
L
uigi D’Agrò, bassanese, è stato eletto
deputato alle ultime elezioni politiche nel collegio di
Vittorio Veneto. È iscritto al
gruppo parlamentare dell’Udc che sostiene il Governo Berlusconi. È componente della X Commissione
-Attività produttive, commercio e turismo -.
Onorevole
D’Agrò,
quali i motivi di questa
riforma costituzionale?
«Perché il sistema-Paese
deve cambiare se vuol essere più competitivo. Per 50
anni ha funzionato il principio del “piccolo è bello”. Oggi il mondo è cambiato e qui
rischiamo di competere tra
di noi piuttosto che con gli
altri: quindi c’è la necessità
di cambiare l’architrave dello Stato. Questo è un Paese
di tanti doppioni, di tanti poteri che governano lo stesso territorio, con possibilità
anche di interdizione vicendevole, sicché la decisione
arriva sempre quando il problema è superato. Collocare alcune decisioni il più vicino possibile alla gente significa dare responsabilità
a chi, qualche volta, ha solo
l’urlo dell’indignazione».
A suo avviso quali sono i punti più rilevanti della riforma?
«La dimuzione di fatto
dei parlamentari: dopo la nascita delle Regioni e l’istituzione del Parlamento europeo è una cosa sacrosanta;
la modifica del bicameralismo perfetto: con la riforma
il Senato federale diventa
l’“orecchio” delle istituzioni
locali e consente la nascita
di un rapporto organico tra
legislazione nazionale e regionale che oggi sono spesso in conflitto
(basti pensare
alle tante controversie che
la Corte Costituzionale si
trova oggi a dirimere); il conferimento di
più poteri al
premier: questa è una riforma che risponde alla logica
del “premierato alla tedesca”, con uno spostamento
di potere dal Presidente della Repubblica al Governo».
Poi c’è la cosiddetta
“devolution”. Cosa ne
pensa?
«Sul trasferimento totale
di competenze, in capo alle
Regioni, di sicurezza, sanità
e polizia locale si dovrà ancora ragionare. Vorrei capire che cosa si intenda per
polizia locale? Se è la polizia
di Stato, l’idea non mi trova
d’accordo. Nell’ambito della
pubblica istruzione va mantenuto un senso unificante
di fondo dei programmi. La
sanità la vedo già regionalizzata; ora va trasferita per
intero alle Regioni anche la
responsabilità finanziaria».
L’opposizione, ma anche studiosi come il
prof. Giovanni Sartori,
sostengono l’assenza
di contrappesi ai pote-
e
L’AZiON
Attualità
LE NOVITÀ: Devolution, premierato
forte, Senato delle Regioni
E
cco in sintesi le novità più significative del testo sul federalismo approvato dal Senato.
DEVOLUTION - Le Regioni si vedono riconosciute dalla Costituzione, in via esclusiva, le competenze relative all’assistenza e
all’organizzazione sanitaria, all’organizzazione scolastica, alla gestione degli istituti
scolastici e di formazione, ai programmi
scolastici di interesse regionale, alla polizia locale.
PREMIERATO FORTE - La figura del primo ministro sostituisce il presidente del
Consiglio. Il primo ministro dirige la politica del governo e nomina e revoca direttamente i ministri. La candidatura a premier
avviene con collegamento alle candidature
per la Camera. Quando la Camera non approva una richiesta di fiducia del primo ministro, si deve dimettere e può chiedere al
Quirinale lo scioglimento della Camera.
LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI - I
deputati alla Camera sono ridotti da 630 a
400. I senatori elettivi scendono da 315 a
200.
IL SENATO FEDERALE - Viene eletto su base regionale a
suffragio universale. La sua elezione è contestuale a quella
dei consigli regionali e dura
in carica cinque anni. In caso
di scioglimento anticipato dei
consigli regionali, i nuovi avranno una durata tale da far
coincidere le nuove elezioni
del Senato con il rinnovo
dei consigli. Sono eleggibili a senatori coloro che
ricoprono o hanno ricoperto cariche elettive regionali o sono stati eletti parlamentari
in quella Regione.
FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO Camera e Senato avranno funzioni distinte.
La Camera dei deputati si occuperà delle
materie riservate allo Stato
Il Senato si occuperà delle cosiddette materie concorrenti, cioè riservate sia allo Stato che alle Regioni. Ma se il Governo pone
la fiducia alla Camer, il Senato perde l’ultima parola.
Il Senato avrà competenza anche su leggi di bilancio e sulla Finanziaria, sui rapporti con le Regioni.
NORMA ANTIRIBALTONE - La Camera
può evitare il suo scioglimento anticipato
chiesto dal premier al capo dello stato approvando, con i voti della stessa maggioranza a cui è legato il premier uscente, una
mozione di fiducia che indichi il nome di
un nuovo primo ministro della stessa maggioranza che si impegni a portare a compimento il programma illustrato a inizio legislatura.
Il testo approvato dal Senato tocca anche vari altri aspetti: composizione e nomina della Corte Costituzionale; composizione e nomina del Consiglio Superiore della
Magistratura; Roma capitale; referendum
costituzionali; potere di grazia al Capo dello Stato; leggi regionali e interesse nazionale; Statuto dell’opposizione alla Camera
dei deputati.
BRESSA (MARGHERITA)
“Un vestito
di Arlecchino”
G
ianclaudio Bressa
(Margherita), bellunese di Mel, nella precedente legislatura è stato sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio e anche membro della Commissione Bicamerale.
Onorevole
Bressa,
quale giudizio dà della
riforma approvata dal
Senato?
«È un giudizio fortissimamente negativo perché
non siamo di fronte a una
riforma della Costituzione,
ma a uno strumento di mediazione dei partiti della
maggioranza. Qui non c’è la
volontà di definire un complesso di valori, ma solo un
baratto di interessi».
Questo è il Bressa politico. E il Bressa “tecnico”, che cosa ne dice?
«Ripeto ciò che ho detto.
In questi cinquant’anni la
Costituzione italiana ha registrato due grosse novità:
l’introduzione del sistema
maggioritario e la riforma
del Titolo quinto approvata
nella scorsa legislatura. Si
sarebbe dovuto lavorare su
queste due innovazioni per
dare senso compiuto al percorso iniziato. Qui, invece,
nessuno dei due problemi è
stato affrontato per quello
che è. Si sono seguiti soltanto istinti politici primordiali».
È vero che i più grossi problemi della riforma stanno nel nuovo
Senato?
«No, i veri grossi problemi sono dappertutto. Le costituzioni hanno un loro senso complessivo, non sono un
vestito di arlecchino in cui
se cambi il blu e ci metti il
rosso va bene comunque.
Bisogna vedere se il rosso
sta bene con i colori che ci
sono attorno. Per esempio,
sul piano delle garanzie il disegno di riforma è carente,
non c’è niente. C’è solo che
la maggioranza assoluta fa
quello che vuole e ciò, in un
sistema maggioritario che
premia il vincitore delle elezioni, è pericoloso. Il “premierato forte” rafforza il premier, non il governo, e l’elezione diretta del presidente
del Consiglio non ha tutti gli
elementi di bilanciamento
che sono presenti nel sistema americano, per fare un
esempio. Negli Usa il presidente non può mica sciogliere il parlamento. Il “Senato federale”, poi, è il guazzabuglio più grosso. Con la
coincidenza delle elezioni
regionali finisce per “nazionalizzare” le competizioni
regionali, perché è impossibile che la corsa Berlusco-
ni-Prodi, per esempio, non
abbia un riflesso sulle contemporanee elezioni regionali. Siamo lontani dal modello del Bundesrat tedesco
ed è un pasticcio solenne
perché i poteri regionali non
saranno rappresentati in Senato. E poi c’è la questione
dell’interesse nazionale: che
cos’è? C’è il rischio che interpretazioni soggettive del
Senato blocchino iniziative
di legge regionali sulla base
di questo indefinito “interesse nazionale”, così il Senato diventa una specie di
comitato di controllo delle
leggi regionali».
L’opposizione si lamenta di non essere
stata coinvolta, ma è
pur vero che la modifica del Titolo quinto,
nella precedente legislatura, è stata approvata dal Centrosinistra
“a colpi di maggioranza”.
«Questa è una colossale
stupidaggine. Il testo da noi
approvato era al 95% quello
uscito dalla Bicamerale e poi
approvato dalla Camera a
stragrande maggioranza,
con il solo voto contrario della Lega. Poi Berlusconi ha
cambiato strategia e ha fatto saltare tutto. Dirò di più:
su quel testo c’era il consenso delle Regioni, che invece oggi criticano duramente il disegno approvato
dal Senato, con la sola eccezione di Giancarlo Galan».
La riforma varata dal
Centrosinistra, però, aveva oggettivamente lasciato delle pagine da
scrivere.
«Certo, la parte fatta da
noi avrebbe dovuto essere
rivista e completata, il problema è proprio qui: occorre completare il cammino
già iniziato».
e
L’AZiON
Attualità
Due dibattiti sui danni dell’attività estrattiva
Paesaggi feriti
dalle troppe cave
C
ave ancora in primo piano. Se ne
è parlato in un
incontro a livello internazionale – “Che fare dei paesaggi feriti? Una ricerca approfondita e possibili vie di
soluzione” – a palazzo
Bomben sede della fondazione Benetton a Treviso,
e in un altro, a respiro territoriale meno ampio ma altrettanto importante per il
futuro profilo ambientale
della nostra provincia e della regione, vista l’imminente presentazione delle
osservazioni al Prac. A promuoverlo il Comitato Colonna, a Santa Lucia di Piave.
Il problema cave è stato
il fil rouge tra i due momenti. Si è avvertito un sentimento diffuso di insofferenza per l’eccessivo prezzo pagato dall’ambiente ad
uno sviluppo economico febbricitante e non calibrato, ma miope
e appiattito su una logica di profitto. La cultura
dell’ambiente
sempre più si afferma, politica e
istituzioni non
possono più non
tenerne conto, e
altrettanto forte è la pressione di un’élite culturale
che si interroga sul come
ricucire gli strappi ai paesaggi martoriati. Mercoledì 31 marzo alla tavola rotonda condotta dall’architetto Domenico Luciani,
l’ex magistrato Gianfranco
Candiani è intervenuto in
I
l conflitto in Irak si sta
aggravando. La svolta
dell’ultima settimana è particolarmente preoccupante.
Contro le forze della coalizione che occupano militarmente l’Irak si sono infatti scatenati attacchi non
solo da parte dei gruppi terroristici che fanno capo ad
al Qaeda, non solo da parte
dei gruppi – per lo più sunniti – legati al vecchio regime, ma anche da parte di
milizie organizzate sciite.
La situazione sembra essere sfuggita di mano agli americani e ai loro alleati. Naturalmente l’auspicio è che,
magari anche grazie ai militari della coalizione, l’ordine possa essere riportato a
Najaf, a Falluja, a Baghadad, a Nassiryia, a Bas-
E il Piano
regionale cave
del Veneto ha
un vizio di
fondo: manca
una legge che
lo sostenga
modo radicale: «Non è possibile tentare di sanare un
malato se si continua ad inoculargli germi mortali».
Ed è lo stesso concetto più
volte ripetuto il 2 aprile a
Santa Lucia: «Non vogliamo più cave». Sul piano
giuridico l’avvocato Michele Steccanella ha dimostrato come il Prac abbia
un vizio di fondo: «Una procedura inaudita: il piano estrattivo dovrebbe essere
in attuazione di una legge
che a tutt’oggi è ancora solamente disegno di legge».
Una situazione talmente assurda da rendere estremamente difficile la stessa lettura del Prac ai fini di una
sora e nelle altre città del
Paese. Non è questo il momento di riprendere le polemiche sulla legalità o meno
della guerra e della successiva occupazione militare.
Tutti ora riconoscono, più o
meno apertamente, che la
guerra in Irak è stata un errore, se non altro per come
è stato gestito il dopoguerra.
Un errore difficile da scusare, perché commesso in violazione del diritto, oltre che
della saggezza politica. Ma i
problemi di oggi sono altri.
Siamo di fronte infatti a
tre possibili scenari, due disastrosi, il terzo più ottimistico. Un primo esito è rappresentato dalla saldatura tra
le varie e diversificate forze sunnite,
sciite, islamiste, in funzione
antiamericana.
corretta formulazione delle osservazioni.
Anche le organizzazioni
di categoria sono intervenute, con GianPaolo Casarin, direttore dell’Unione
provinciale agricoltori:
«L’insieme estrattivo IE2 si
colloca in una zona di alto
valore produttivo, basti
pensare ai vigneti Doc, alla presenza di insediamenti produttivi come cantine,
stalle, agriturismo… Non
possiamo permettere che
tutto questo venga messo
a rischio dalle cave». Carlo
Manfrenuzzi, responsabile
provinciale di An, ha auspicato un cambiamento
del Prac, e invitato a trovare altre soluzioni. Moltissimi gli interventi di comitati nati sull’onda della protesta e sempre più determinati a proteggere i loro
territori. A singolare conferma di quanto
affermato dall’architetto Luciani
mercoledì a Treviso: «La Convezione europea del
paesaggio recita
nel primo articolo: la comunità insediata in uno
spazio fisico è la
sua responsabile».
Due momenti di pubblico dibattito, dunque, al quale ha fatto eco una ineludibile presa di coscienza che
parte dal basso, instaura un
processo politico e si consolida sempre più in un’ampia, condivisa esigenza di
rispetto dell’ambiente.
Loretta Bellussi
9
CON LA RIFORMA MORATTI
intellettiva, «per non alterare i dati richiesti».
«Le intese fra Miur e
Regioni – scrive il presidente della Fish alla Moratti – mostrano palesemente come il Ministero
da lei retto, dopo un’apparente mantenimento
della precedente normativa sull’integrazione scolastica, abbia ormai posto
in essere le condizioni
perché tali alunni vengano definitivamente e formalmente cancellati dal
novero dei coetanei, con
buona pace del principio
di “pari opportunità e non
discriminazione”, sancito
dalla Carta costituzionale e dalle Direttive dell’Unione europea».
«Ciò – aggiunge Barbieri – rende ancora più attendibili le preoccupazioni sollevate da più parti (e da noi sino ad oggi
non pienamente condivise) circa i danni
che dalla sua riforma, basata sull’aziendalizzazione e la selezione, deriveranno al
pluridecennale processo di qualità dell’integrazione scolastica… Dobbiamo
constatare che per gli alunni con disabilità è miseramente finita l’era dei diritti di
inclusione scolastica che hanno fatto sì
che il nostro Paese fosse al primo posto
nel mondo».
La lettera della Fish non è, però, di rottura definitiva col Ministro. Lascia aperto uno spiraglio al dialogo, purché il Ministro voglia aprire un momento di confronto nella sede propria dell’Osservatorio permanente sull’integrazione, istituito dal ministero, che però non viene convocato da quasi un anno.
I disabili a scuola:
diventati invisibili?
A
lunni disabili? Invisibili! Una dura
presa di posizione contro
la Riforma Moratti è venuta nei giorni scorsi dalla Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap.
Già dall’“oggetto” la
lettera del presidente della Fish Pietro Vittorio
Barbieri al ministro Moratti è eloquente: “Invisibilità degli alunni con disabilità nei provvedimenti applicativi della riforma della scuola approvata con legge 53/03”.
Sino ad oggi dalla Fish erano venute
prese di posizione su aspetti specifici di
una non sempre corretta integrazione
scolastica; ma non si era mai pronunciata in modo fortemente critico sul complesso della riforma della scuola.
Due sono le contestazioni della Fish.
Una riguarda l’impossibilità di adempiere all’obbligo di formazione professionale per gli alunni che non sono in possesso di diploma di licenza media, a causa di intese firmate dal Ministero e dalle
Regioni.
L’altra riguarda la sperimentazione della valutazione degli apprendimenti, rilevata tramite la somministrazione di questionari a tutti gli alunni, nella quale però
si prevede che vengano scartate le risposte degli alunni con disabilità, specie
CONDONO EDILIZIO: Poche
domande, proroga al 31 luglio
S
littano i termini per il condono edilizio. Venerdì scorso, 30 marzo,
è stato deciso che non sarebbe stato più
il 31 marzo, bensì il 31 luglio il termine
ultimo per la presentazione della domanda con l’attestazione del pagamento dell’oblazione e dell’anticipazione degli oneri accessori.
A stabilirlo è stato il Consiglio dei Ministri, che ha approvato un apposito decreto-legge, a seguito della limitatezza
delle adesioni. Rispetto ai 3-7 miliardi di
euro previsti dal ministro dell’Economia,
SITUAZIONE AGGRAVATA
Tre possibili scenari
per il “caldo” Irak
Ne scaturirebbe un’estesa rivolta contro la coalizione internazionale e contro gli irakeni “collaborazionisti”. Si
tratta di una prospettiva terribile, simile a quello che è
stato il Vietnam negli anni
Sessanta-Settanta per gli americani o l’Afghanistan, negli anni Ottanta, per i sovietici. E l’Italia vi sarebbe coinvolta in pieno.
Un secondo scenario è
quello di una guerra civile
tra le varie fazioni irakene,
incapaci però di coalizzarsi
Domenica 11 aprile 2004
contro gli stranieri. In questo caso potrebbe essere praticabile un discreto, graduale disimpegno americano
dall’Irak. Gli irakeni sarebbero lasciati soli a fronteggiare la guerra intestina, e
non è detto che se la cavino
peggio di quanto non stiano
facendo oggi con gli americani in casa. Potrebbe, però,
andare come in Somalia, “liberata” dagli eserciti stranieri, ma tutt’oggi in preda
al caos.
Il terzo scenario vede la
finora nelle casse dello Stato sarebbero entrati appena 400 milioni, circa il 10%.
E c’è uno stato di incertezza normativa e amministrativa causato dai ricorsi di otto Regioni (Campania, Toscana,
Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Lazio)
alla Corte Costituzionale. Si è verificato
così che gran parte dei cittadini interessati al condono non hanno presentato domanda in attesa della pronuncia della Consulta, prevista per l’11 maggio.
Alla proroga del termine è abbinato
anche il differimento dei termini per alcuni pagamenti previsti.
conferma di una forte presenza militare internazionale, ma non più rappresentata dagli Usa e dai loro
alleati, bensì da forze militari di altri Paesi, preferibilmente musulmani (ma potrebbe esserci anche il coinvolgimento di componenti
occidentali, come è per la
missione Onu-Nato in Afghanistan), chiaramente
collocate sotto la responsabilità politica del Consiglio
di sicurezza dell’Onu. Il
mandato potrà prevedere
un uso “robusto” della forza,
ma deve essere spezzata l’identificazione della presenza militare internazionale
con quella di una potenza
occupante. Questa diversa
qualificazione militare e politica potrebbe dare maggiori chances ai contingenti
internazionali di realizzare
quello che le forze occupanti non sono a quanto pa-
re riuscite a fare, pur essendo loro preciso dovere:
riportare e difendere la sicurezza e la legalità nel Paese. Anche questa terza prospettiva è tutt’altro che allegra e non è affatto detto che
funzioni.
Ma la comunità internazionale – e soprattutto i Paesi arabi e islamici “moderati” – ha il dovere di percorrerla. Certo, gli americani
non potranno lasciare da un
giorno all’altro il Paese, anche per ragioni strettamente tecnico-militari; ma è indispensabile ridimensionare il loro ruolo. Per noi italiani, protagonisti disgraziati di una guerra e di un’occupazione iniziata tra le fanfare ma finita tra i fischi, sarebbe consigliabile una rapida uscita di scena. Senza
tante fisime sull’“onore” della nazione.
Paolo De Stefani
e
L’AZiON
Veneto Sociale
NUOVO SERVIZIO DELL’ISAVICO
Uno psicologo come a i u t o
alla dura vita da s t o m i z z a t o
L’
Isavico, associazione incontinenti
e stomizzati Vittorio Veneto e Conegliano è un istituto composto da stomizzati, incontinenti e loro familiari volto ad attività di
sensibilizzazione, informazione e supporto.
Essere stomizzati significa essere incontinenti 24
ore su 24 e vivere con apposite sacche adesive per
la raccolta di feci e urine.
Dopo l’intervento chirurgico effettuato per rimuovere un tumore o per fermare malattie infiammatorie che hanno colpito la zona vescicale o intestinale,
al rientro a casa, convivere con una stomia (urostomia, se riguarda la vescica, e colostomia, se concerne l’intestino) non è
semplice.
«Si verifica uno sconvolgimento dello schema
corporeo che si ripercuote
nella mente, arrivando a indurre una regressione psicologica con conseguenti
insicurezza, perdita di autostima e di autonomia, difficoltà nelle relazioni interpersonali, stato ansiosodepressivo» spiega Giancarlo Cancian, presidente
dell’associazione,
che
informa anche che «nei 28
comuni dell’Ulss 7 si sono
registrati 402 stomizzati, la
cui età media è sui 60 an-
ni».
Incontriamo Nausicaa
Busiol, psicologa del reparto di oncologia di Vittorio coinvolta nell’associazione.
Quali iniziative organizzate?
«Da riunioni tra stomizzati e famigliari a gite volte all’inserimento sociale
di queste persone che dopo l’intervento tendono all’isolamento. Inoltre i pazienti possono incontrare
in ambulatorio una volta alla settimana un chirurgo e
un enterostomista per le visite mediche e il cambio
della sacca. Abbiamo istituito anche un punto di ascolto psicologico per sostenere gli stomizzati e aiutarli a riacquisire autonomia».
Di quale supporto
psicologico abbisognano gli stomizzati?
«Sicuramente di essere
rassicurati sul cambio della loro vita e sul fatto che
non sono diversi come persone. I gruppi degli stomizzati più efficaci sono
quelli nei quali è stata riscontrata una maggiore solidarietà tra i componenti,
soprattutto se c’è qualcuno che ha già accettato la
propria condizione e funge da modello per gli altri».
Informazioni - Il punto
di ascolto psicologico per
i portatori di stomia è frutto di un progetto di Isavico in collaborazione con altre associazioni di stomizzati ed è finanziato dal Centro di servizi al volontariato di Treviso.
È stato illustrato nel corso di un convegno cui hanno preso parte Natalino
Bedin e Giuseppe Trentin,
primario e medico del re-
parto di chirurgia a Vittorio, e l’enterostomista Silvano Padovan, oltre a Busiol.
Il punto di ascolto sarà
attivo nella sede dell’Isavico all’interno dell’ospedale
di Vittorio ogni 15 giorni il
martedì dalle 14.30 alle
17.30. Per saperne di più
chiamare lo 0438-665439.
Angela Deganis
Domenica 11 aprile 2004
11
CONEGLIANO- MOSTRA
CONTRO LE DIPENDENZE
L’arte di non farsi
S
abato 17 aprile, alle 17 all’auditorium Dina Orsi di Parè si
inaugura la mostra “Un
minuto da re. La dipendenza” organizzata da Amico Do (Amici Mansuè
insieme contro la droga),
Cic e Auser Sinistra Piave. I diciotto artisti che
partecipano propongono
attraverso le loro pitture
e sculture un percorso di
riflessione e formazione
sulla droga e le altre dipendenze. Per i ragazzi
di terza media è stato
pensato uno specifico iti-
nerario di visita e di interazione con la mostra,
assieme a un questionario di indagine sulle loro
conoscenze in materia.
Nei mesi scorsi l’iniziativa si è svolta a Oderzo,
con oltre 700 visitatori.
La mostra rimarrà aperta dal 19 aprile al 2
maggio, i giorni feriali e
sabato dalle 16 alle 19,
domenica e festivi dalle
10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Per gruppi e scolaresche è possibile prenotare:
333-6933383,
0422-741607.
SERVIZI SOCIALI: CEGGIA SI LAMENTA, MEL È CONTENTA
L’
immagine, nitida,
è quella di una Regione spaccata in due. E la
nostra diocesi comprende
entrambi gli estremi.
Questo emerge dall’analisi presentata a Padova
sulla percezione dei servizi sociali da parte dei cittadini veneti,
realizzata dal
dipartimento di
Sociologia dell’Università di
Padova.
Nella parte
orientale e sud
orientale del Veneto i cittadini
hanno un’immagine piuttosto mediocre
della qualità dei servizi sociali. Il Veneto occidentale e nord occidentale è caratterizzato invece da cittadini tutto sommato soddisfatti: sia in merito agli aspetti strutturali (“trovo
quello che mi serve?”) sia
a quelli relazionali ed eti-
ci (“le persone sono disponibili? sono preparate?”).
In particolare, in base
alla media dei voti degli inter vistati, l’Ulss di San
Donà, che comprende anche Torre di Mosto e Ceggia, è al terzultimo posto
in Veneto per il
giudizio dato dei
propri servizi sociali. In parte ciò
è riferibile alla
qualità dei servizi
(carenze strutturali o funzionali
dell’offerta), ma
in parte l’insoddisfazione dipende
da quello che il cittadino di una zona
si aspetta dai ser vizi sociali. Le tre Ulss del Veneziano (Mirano, San
Donà e Venezia), che evidenziano i più bassi livelli
di qualità percepita, sono
le uniche che manifestano
una propensione all’affermazione del principio di
sussidiarietà.
Al contrario, le Ulss dove i cittadini manifestano
un buon gradimento per
la qualità dei ser vizi sociali, come quella di Feltre che comprende anche
Lentiai, Mel e Trichiana,
sono quelle in cui prevale
l’opinione liberista, per cui
l’individuo è responsabile
del proprio benessere.
Daniele Duso
e
L’AZiON
Q
uesta 38ª edizione resterà nella
storia del Vinitaly come quella che ha visto consumarsi la “battaglia
dei prezzi del vino”. A dispetto di un’esplosione di
positività – come ha rilevato Paolo Massobrio, giornalista di punta del settore
– l’accento è caduto, pesante come una clava, sul
ventilato “declino” del vino
d’Italia di fronte alle bordate offensive dei viticoltori
del resto del mondo. Conclusioni che corrispondono
al vero o non piuttosto affrettate esagerazioni solo
perché le aziende di casa
hanno perso quote di mercato, per i prezzi più alti?
È nettamente di questa
seconda opinione Valerio
Cescon, presidente del
Consorzio cantine “La Marca” di Oderzo (che s’è portato a casa, tra l’altro, una
Gran Medaglia d’Oro col
suo Rosso San Nicola 1997,
sbaragliando avversari blasonatissimi). «D’accordo, il
problema esiste, ed è indubbio che qualche riflessione la meriti. Ma nulla di
più: la viticoltura italiana ha
risorse, tipicità, professionalità da vendere. I medesimi elementi che possono
apparire come lacci e lacciuoli sul mercato sono anche potenti elementi a garanzia dell’assoluta superiorità dei nostri vini, quindi, in definitiva, a garanzia
degli intenditori di tutto il
mondo».
Ma come stanno le cose? «Finita la rendita di posizione di Francia e Italia –
spiega Cescon – sul mercato vitivinicolo si sono affacciati altri soggetti, molto
Economia
Una testimonianza a margine del 38º Vinitaly
Il “caro prezzi”
dei nostri vini
agguerriti: dalla Spagna, al
Sud America (Argentina,
Cile), all’Australia, alla Nuova Zelanda... Certamente
influisce sulla contrazione
delle vendite di vino anche
la non favorevole congiuntura economica (e il vino
non è bene di primaria necessità). Nel 2003 c’è stata
una forte contrazione dell’export verso il centro Europa soprattutto dei vini con
un prezzo unitario più alto
(in primis il Prosecco). Sull’altro piatto della bilancia –
poiché non possiamo né vogliamo ammainare la bandiera – pesano molto qualità e prestigio dei nostri
prodotti nel mondo, una
lunga tradizione enologica,
una capacità di penetrazione commerciale ottima, e una legislazione che se per
un verso è pesante da ge-
QUANTO AL PROSECCO...
E
parliamo di Prosecco,
vino allegro giovane,
beverino dalle bollicine più
trendy del momento. Al Vinitaly questo nostro conterraneo
ambasciatore di colline, dolci
declivi vitati, ha resistito all’onda d’urto di allarme per
prezzi eccessivamente considerevoli?
Lo chiediamo all’enologo
Bernardo Piazza. «Dobbiamo
puntualizzare che l’appuntamento di Verona arriva a distanza di poco più di un mese
dalla fiera di Dusseldorf, dove
già si avvertono i mutamenti
del mercato. Il Prosecco si vendeva solo a prezzi bassi». La
Germania è un ottimo bacino
di clienti, si attesta sui 40 mi-
lioni di bottiglie all’anno. Piazza continua: «Non dobbiamo
però farci sfiorare dal pessimismo, il Prosecco è sempre
una punta di diamante, è sempre sulla cresta dell’onda e nel
nazionale di fronte agli altri
spumanti sta ancora crescendo». Conclude invitando a una riflessione: «La carta vincente per il prosecco rimane il
suo territorio al quale deve
sempre rimanere legato, se
non strettamente al Trevigiano, alla regione Veneto, altrimenti “spalmato” in modo eccessivo rischia di naufragare,
di svilirsi e non essere più quel
prodotto che anche commercialmente ogni azienda vuole
avere in catalogo». (LoBe)
Sportello
del
CITTADINO
A cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI
SI LITIGA SULL’INDICAZIONE
D’ORIGINE DEI PRODOTTI...
M
ade in Ue o made in Italy? Si
apre la diatriba tra Comunità
europea e Governo italiano dopo la diffusione del documento di lavoro preparato dalla Direzione generale del
commercio facente capo al commissario europeo Pascal Lamy sulla creazione di un marchio di origine dei prodotti Ue. Lo scopo del marchio, secondo l’idea del Commissario, è quello di tutelare qualità, valore aggiunto ed
immagine dei prodotti dei Paesi europei rafforzando la competitività dei prodotti comunitari. Il Governo italiano,
sottolinea l’Unione nazionale consumatori, preoccupato per una ricaduta
negativa sulle esportazioni a seguito
dell’oscuramento del marchio nazionale, prende le sue contromisure annunciando la nascita ufficiale del marchio made in Italy. Nella legge finanziaria 2004 sono state, infatti, previste
misure per tutelare e promuovere il
made in Italy con interventi legislativi
e risorse da destinare al sistema produttivo. Dovrebbero vedere la luce, a
breve, il “Fondo per la promozione
straordinaria del made in Italy”, “l’Esposizione permanente del
design italiano e del
made in Italy” e il Comitato nazionale
anticontraffazione. Mette tutti d’accordo, almeno a parole, invece, la necessità di tutelare il consumatore e le
imprese da importazioni di prodotti
contraffatti o provenienti da Paesi che
non rispettano le regole del mercato,
introducendo l’obbligo di un marchio
d’origine così come avviene negli Stati Uniti e in Giappone. La legislazione
italiana e comunitaria non prevedono
al momento disposizioni specifiche
circa l’indicazione di provenienza geografica delle merci immesse sul mercato. Esistono invece sia norme italiane sia norme internazionali che vietano l’apposizione sui prodotti di indicazioni d’origine non veritiere. Sembrano comunque tutti concordi, per
non fare torto a nessuno, nel ritenere
una buona soluzione quella di apporre sulle merci il marchio di provenienza Ue accanto a quello della nazione produttrice: made in Ue-Italy.
Avv. Nicola Todeschini
Studio Legale
www.Consumerlaw.it
stire, dall’altro è una garanzia di qualità, di genuinità che lega i nostri prodotti al nostro territorio».
Cescon fa una considerazione provocatoria: «Il fatto che i vini tradizionalmente più conosciuti e apprezzati della nostra zona
abbiano avuto un aumento,
anche eccessivo se si vuole, delle quotazioni, da sé è
una dimostrazione che que-
Domenica 11 aprile 2004
sti prodotti hanno un grande futuro. Dovremo certo
darci da fare, lavorare sulle
economie di scala, sulla
riorganizzazione della filiera, si dovrà cercare un migliore equilibrio, tuttavia esistono i presupposti – direi, anzi, la certezza – che il
futuro non ci riserverà momenti bui e difficili ma prospettive di tutto rispetto».
Conclude Cescon: le
punte di diamante della viticoltura trevigiana (il Prosecco, il Pinot Grigio, il Raboso) non hanno perciò
nulla da temere. Qualità e
produzioni di nicchia sono,
insomma, i veri assi nella
manica. Ai quali abbinare,
comunque, anche la capacità di produrre bene e in
termini di competitività gli
altri vini, di più diffuso consumo. Un doppio binario, in
un’unica strategia.
Valerio Cupidi
GRANDI VINI D’ISRAELE
A
l 38º Vinitaly di Verona, belli e soprattutto inaspettati i vini della
terra di Gesù.
Dall’antica, biblica Palestina, da Israele, dove le viti sono qui da millenni e
millenni, la sorpresa per il
naso e il palato è stata davvero grande. Quasi da non
crederci.
Straordinari i vini di Galilea, Giudea e inimmaginabili quelli dal deserto del Negev! Insomma un
trionfo di Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc,
new Moscato, Merlot, Syrah & Chardonnay. Uno
su tutti, per profumi nobilissimi, persistenti, inequivocabili, l’“Emerald Riesling-Chenin Blanc” della “Carmel Winery” (che attualmente esporta in
40 paesi del mondo). (MS)
Vinitaly ’04: Gran Menzione
al Raboso di Cecchetto
P
rosecco ancora uber alles. Anche al 38º Vinitaly di Verona, la rassegna del meglio del meglio dell’enologia mondiale, che ha calato
il sipario lo scorso 5 aprile. Del Prosecco su L’Azione ne parliamo
da almeno 20 anni. Ed è tuttavia, indomabile, ancora sulla breccia,
alla ribalta, nel mondo, alla faccia di sinistre profezie che lo davano e lo danno spacciato ad ogni vendemmia.
Dunque sempre Prosecco, senza dubbio “vino-miracolo”, ma per scienza&sapienza dei viticultori, in primis quelli della Doc Conegliano&Valdobbiadene.
Ma la “trevigianità enoica” è stata parimenti alta anche in virtù
del sempre più sorprendente Raboso Piave. Qui, il re incontrastato
resta e rimane la famiglia Cecchetto di Tezze. A cominciare da papà,
nonno, Sante per continuare col figlio Giorgio e la nuora Cristina
(nella foto: la premizione).
A Verona, in questi ultimi anni di Vinitaly, i Cecchetto si sono portati a casa, ed è record davvero!, 7 “Gran Menzioni” su 7 loro “rabosi” in concorso, di cui 2 quest’anno col Piave Doc Raboso “Gelsaia” 2000 e Piave Doc
Raboso 2000.
Bravi dunque i Cecchetto, ma bravi pure i
Peruzzetto di “Casa Roma” di San Polo, che
hanno sbancato, sempre
a quest’ultimo Vinitaly,
con la stupefacente novità del “Callarghe Raboso Passito Igt” dal colore rosso rubino intenso e di sapore ampio, potente, con ricordo di frutta e gradevolmente tannico. (MS)
13
PREZZI
Cereali (alla tonnellata + Iva)
Frumento tenero nazionale
Fino da 187,00 a 190,00
Buono mercantile da 185,00 a 187,00
Granoturco in granella nazionale (umidità 14%)
Ibrido giallo Veneto da 182,00 a 184,00
Ibrido giallo Friuli da 179,00 a 180,00
Estero giallo tenero
Orzo nazionale (p.s. 60/62 - 14% um.)
da 163,00 a 165,00
Semi oleosi
Seme di soia nazionale (um. 14% - imp.
2%) da 325,00 a 330,00
Prodotti della macinazione
Prodotti del grano tenero
a) farine con caratteristiche di legge:
tipo 00 (ceneri 0,50 - glut. 7) da 315,00
a 320,00
tipo 0 (ceneri 0,60 - glut. 9) da 310,00
a 315,00
b) farine da pasticceria da 474,00 a
484,00
Prodotti del granoturco (franco partenza - imballato)
farina bianca granita da 390,00 a 395,00
farina gialla nostrana (nazionale) da
303,00 a 308,00
spezzato di granoturco degerminato tenero da 245,00 a 250,00
Vini (alla produzione, lire
per ettogrado)
Merlot del Veneto gr. 10-12 da 4,00 a
5,50
Merlot colli trevigiani gr. 10,5/12,5 da
5,20 a 6,20
Cabernet del Veneto gr. 11-13 da 4,50
a 7,50
Raboso rosso del Veneto gr. 9-11 da 4,80
a 5,50
Verduzzo del Veneto gr. 10/12 da 5,00
a 5,50
Pinot bianco del Veneto gr. 9,5-12,5 da
6,20 a 7,20
Pinot grigio del Veneto gr. 9,5/12,5 da
13,80 a 15,00
Chardonnay del Veneto gr. 9,5/10,5 da
6,20 a 7,20
Prosecco colli trevigiani gr. 9,5-10,5 da
11,50 a 12,50
Prodotti avicoli - conigli pollame
Uova fresche di gallina (100 pezzi)
cat. L grammi 63/73 a 8,40
cat. M grammi 53/63 a 8,00
Pulcini da carne misti (cadauno) da 0,30
a 0,32
Pulcini femmine per uova (cadauno) da
0,60 a 0,64
(prezzi al chilogrammo)
Polli allevamento intensivo a terra a pigmentazione gialla
- leggeri da 0,90 a 0,92
- pesanti da 0,92 a 0,94
Galline allevamento intensivo a terra
- medie da 0,14 a 0,16
- pesanti da 0,28 a 0,33
Galline allevamento intensivo in batteria
- medie da 0,10 a 0,12
Anatre mute femmine da 1,76 a 1,80
Faraone all. tradizionale “di voliera” da
2,15 a 2,19
Tacchini pesanti
- femmine da 0,76 a 0,78
- maschi da 0,86 a 0,88
Galletti
- polli a collo nudo da 1,40 a 1,45
- galletti livornesi da 1,94 a 1,98
Conigli
- oltre kg. 2,5 da 1,72 a 1,78
Bestiame suino (prezzi al chilogrammo)
Grassi da kg. 90-115 fino a 1,10
Grassi da kg. 145-160 fino a 1,09
Oltre 180 kg. fino a 0,97
Magroni da kg. 40 fino a 1,95
Magroni da kg. 50 fino a 1,70
Magroni da kg. 65 fino a 1,51
Lattonzoli da kg. 25 fino a 2,57
Lattonzoli da kg. 30 fino a 2,26
Prezzi aggiornati a martedì
6 aprile 2004
e
L’AZiON
e
L’AZiON
Chiesa
Cinquanta diocesani a Livramento, in Brasile
Bucciol vescovo
nel “sertao”
A Motta 800 giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù
Giovani non destinati
al naufragio...
S
tupenda quella
celebrazione della 19a Giornata
Mondiale della Gioventù,
a Motta di Livenza, la sera di sabato 4 aprile! Anche il tempo, da anni poco sereno o piovoso, si è
mantenuto bello, primaverile, quasi a celebrare
anch’esso il primo incontro del Vescovo Zenti con
i giovani di tutta la diocesi. Si respirava la stessa aria dei grandi incontri con
il Papa. Il Vescovo stesso
in Duomo ha detto pressappoco: adesso capisco
perché il Papa è tanto contento quando incontra i
giovani! Ed è stata subito
comunicazione forte, empatica. Lo hanno sottolineato certi applausi lunghi, calorosi, fatti col cuore prima che con le mani.
Parole, quelle del Vescovo, che scendono be-
L’Azione a
dare debito
risalto a
questo avvenimento
(...). Perché questi
sono avvenimenti
che
non
vanno perduti, fanno
parte della
storia
(...)».
Il Vescovo ha proseguito
sottolineando che incontri come
questo offrono davvero la
possibilità di contemplare il volto del Cristo risorto. “Vogliamo vedere
Gesù” era il tema della
giornata. Ma cosa vuol dire vedere? «È un’assimilazione il vedere!», come
quella della mamma o della persona innamorata,
che, contemplando il volto del suo
amore, si vorrebbe fondere con lui.
Quei greci del
Vangelo avevano
intuito che Gesù
era la vera risposta ai grandi interrogativi della vita.
«Io ho 57 anni
e più lo considero,
più lo guardo e più
lo ammiro, più me
ne sento conquistato. Ed è giusto
che abbiamo il coraggio di
dirlo. (...) Oggi di tutto si
può parlare, anche delle
più brutte porcherie, ma
non si deve parlare di Gesù! Come se la persona di
Cristo desse fastidio a qualcuno. Certo che dà fastidio!... Al mondo del male!
Ed è quel
mondo che
sta rovinando le
nuove generazioni
(...)».
E così il
Vescovo
ha messo
in guardia
i giovani
da certo
laicismo
presuntuoso e ridut-
Zenti:“Un miracolo
è il fatto che oggi si
radunino insieme
tanti giovani per
testimoniare a tutti
l’alba di una umanità
rinnovata, nuova,
carica di valori”
nefiche nelle profondità
dell’animo: «Momento di
grande valore quello di
questa sera: una schiera di
giovani che hanno il coraggio di partire dalle loro abitazioni (...) Un miracolo è il fatto che oggi si
radunino insieme tanti
giovani, non certo per
compiere atti vandalici,
ma per testimoniare a tutti l’alba di una umanità
rinnovata, nuova, carica
di valori. Noi vorremmo
che anche chi ha la possibilità di dare risonanza a
questi avvenimenti (...) li
divulgasse come buona notizia, come segnale che la
Pasqua del Signore sta operando attraverso quella
gioventù sulla quale spesso si è molto critici (...). Io
invito il nostro giornale
tivo, per cui la stessa Pasqua tutto diventa, meno
quello che è: la risurrezione del Cristo. Ma questo vale anche per il Natale e la Domenica, non
più “giorno del Signore”,
ma solo “week-end”.
«So la vostra sete di ve-
rità. (...). La laicità prima di tutto è rispetto della verità delle cose. Se il
Natale è la nascita di Cristo, a scuola, scuola laica,
si deve dire che il Natale è
legato alla nascita di Gesù Cristo. Questo è rispetto della verità. Il resto è
contraf fazione... La Pasqua è nata con la morte
in croce della persona più
innocente. E con la sua risurrezione».
Il Vescovo ha poi invitato ad un risveglio da
quella apatia per la quale
di Gesù Cristo più non si
parla. «Ma di Gesù Cristo
ha bisogno l’uomo! Ed è
l’unico che dà gioia... È lui
che ti dà il motivo del tuo
esistere».
E ha detto la sua gioia
di incontrare i giovani nelle loro comunità parrocchiali: «Quando vengo e vi
incontro mi si apre il cuore. E dico allora: Non è vero che tutti i giovani sono
già rovinati, già travolti
dal vizio. No. Si va avanti. C’è una parte, e forse
anche cospicua, di giovani
che hanno retta intenzione. Su di voi la Chiesa deve investire, la società deve investire, la scuola deve investire; la famiglia deve investire su di voi. Perché voi siete il domani della società. Voi oggi siete il
tessuto sano della società
del domani». (...)
«Io, come vostro vescovo vi sono vicino. E con-
Ottocento giovani attratti
dal volto di Gesù
A
nche quest’anno, come ormai di consuetudine, l’appuntamento diocesano della Giornata Mondiale della Gioventù è stato a Motta di Livenza, dove circa
800 giovani, quasi senza accorgersene, sono stati in preghiera per
quasi tre ore, tra Duomo e Basilica, dalle 19 fino alle 22.
La serata si è svolta in quattro
tempi diversi: il primo in Duomo,
dove è stato declamato il Vangelo
della Giornata Mondiale della Gioventù, quello del “Vogliamo vedere il volto di Gesù”, il motto di questa diciannovesima edizione. Ad accompagnare i giovani in Duomo e
durante la seconda parte della serata è stato il coro dei giovani di
Motta, che poi in Basilica ha pas-
sato il testimone all’ormai mitico
coro giovani di Cavalier e Fossalta.
La seconda parte della serata ha
simboleggiato il cammino quaresimale, ed è concisa con il trasferimento a piedi dal Duomo alla Basilica. In questo momento è stato
letto il messaggio scritto da Giovanni Paolo II per l’occasione, nel
quale ancora una volta é esternata
la grande fiducia che il Papa ripone nella gioventù. Nel messaggio i
giovani sono invitati al silenzio e a
seguire la croce, chiamandoli all’Eucaristia, concepita come “scuola di libertà e verità”, e ad “essere
missionari” nella vita di ogni giorno tra i propri coetanei. Sia all’uscita dal Duomo che all’entrata in
Basilica un festosissimo scampanio ha accompagnato il
corteo.
È stato all’inizio del
terzo momento, la celebrazione penitenziale
che il vescovo monsignor Zenti, al suo primo
incontro ufficiale con la
gioventù diocesana, ha
invitato i giovani a «distribuirsi in gruppetti» e
«uscire a spaccare le veAlcuni momenti dell’appuntamento
diocesano della Giornata Mondiale della
Gioventù, sabato scorso a Motta di Livenza
tate su di me, sempre. Stiamo insieme, sulla stessa
barca. L’attraversata è ancora dif ficile..., ma non
siamo destinati al naufragio. Tutt’altro! Con noi c’è
il Signore, Gesù, che vogliamo sempre più conoscere».
Il Vescovo ha concluso
invitando i giovani a fare
nella vita quello che ha visto all’uscita del Duomo,
quando loro si accendevano il flambeau l’un l’altro. Così, se la candela
della fede si spegne, hai
sempre accanto qualcuno
che te la riaccende. Insieme! Perché da soli è molto difficile. Ha invitato a
guardare al futuro con più
speranza, perché la Pasqua del Signore già sta
attuando i suoi migliori
frutti.
Anche se è difficile raccontare le emozioni che
si vivono “in situazione”
(resta sempre importante “esserci”...) penso che
tutti siano tornati a casa
con il cuore colmo della
speranza che viene dal Risorto.
don Pierino Bortolini
Pastorale Giovanile
trate». In questo modo il giorno dopo sarebbero tutti finiti sul giornale perché, ha continuato, «I giovani compaiono nei mass-media solo
per fatti violenti di cronaca, e mai
perché partecipano ad un incontro
di preghiera». Una provocazione
che certamente ha lasciato il segno, ed anche, purtroppo, una sacrosanta verità, visto che ad eccezione di questa pagina nessuna testata ha parlato dell’evento.
Grande è stato l’afflusso dei giovani ai confessionali, e notevole è
stato l’aiuto a questa causa dei frati francescani e dei sacerdoti presenti, in tutto una trentina.
Al termine della celebrazione è
stato consegnato a tutti i partecipanti un piccolo ricordo che consisteva in una collana con una medaglia in vetro-cristallo recante il
motto della serata, tutte fatte a mano, di colori differenti e quindi diverse tra di loro. Una scelta non casuale, perché rappresentano l’unicità e l’originalità del giovane.
La serata è terminata nel piazzale della Basilica con il concerto
dei “Mama Mettimi Giù”, che ha
interpretato una serie di famosi brani scritti tra gli anni Sessanta e gli
anni Novanta. Anche questo ultimo
momento ha avuto un significato
simbolico: la parabola del Padre misericordioso infatti si conclude con
la festa per il “figlio ritrovato”, e
quindi anche questa celebrazione
doveva terminare con un momento di gioia, che quest’anno a differenza degli anni scorsi è stato anche favorito dal bel tempo.
Andrea Pizzinat
S
aranno oltre cinquanta i diocesani che faranno da
corona alla consacrazione
episcopale del neo vescovo Armando Bucciol. Tra
questi una decina di sacerdoti e tre vescovi:
mons. Giuseppe Zenti,
mons. Alfredo Magarotto
e mons. Ovidio Poletto.
Quello sperduto angolo
della terra non ha mai visto tanti italiani in una sola volta. La diocesi di Caetité, dove don Armando
sta lavorando da tredici ani e la nuova diocesi dove
eserciterà il suo ministero pastorale, Livramento,
confinante con Caetité, si
trovano proprio in un luogo sperduto. Da Salvador,
dove arriva il volo dal-
molta fatica e
dà quasi niente:
una delle zone
più povere del
Brasile. Dove si
riesce a far arrivare l’acqua si
possono ottenere buoni frutti, ma è scarsissima perché
piove solamente un mese l’anno.
Non sarà un
viaggio turistico, perché, al di
fuori di Salvador, c’è ben po“Dom” Armando Bucciol, da domenica prossima vescovo di
co da vedere,
Livramento de Nossa Senhora, in Brasile
ma sarà certamente un’esperienza straordinaria per i della diocesi, dove lavorapartecipanti in quanto po- no i nostri preti, mentre la
tranno vivere a celebrazione dell’ingresso
diretto contatto nella nuova diocesi si svolcon la gente del gerà nella piazza della Catposto e condivi- tedrale di Livramento.
Insieme a questi avvedere con loro la
festa per il nuo- nimenti i brasiliani non
vo vescovo. Così mancheranno di offrire ai
potranno speri- loro ospiti qualche altro
mentare anche momento di festa e di aquel modo tutto micizia. Il soggiorno dei
proprio di vivere partecipanti sarà breve,
la fede, fatto di solamente una settimana,
molto calore, di un piccolo gruppo rimarrà
molta allegria e con par- per quindici giorni. Tutto
tecipazione totale di ani- questo servirà a stringere
legami più stretti con la
ma e corpo.
La consacrazione sarà diocesi di Caetité alla quafatta sul sagrato della chie- le si aggiungerà ora natusa parrocchiale di Gua- ralmente anche quella di
nambì, la città più abitata Livramento.
Sabato 17 aprile la
consacrazione
episcopale, domenica
18 l’ingresso a nella
nuova diocesi
l’Europa, bisogna percorrere oltre 800 chilometri
di pullman per arrivarci,
con strade spesso difficili.
Questa terra è chiamata il
sertao: terra arida, quasi
deserto, che domanda
A Ponte di Priula l’incontro interdiocesano dei sacristi
V
enerdì 23 aprile l’Unione diocesana sacristi di Vittorio Veneto
accoglierà ai colleghi delle diocesi di Belluno, Pordenone, Treviso, in occasione
della Giornata di ritiro in programma
a Ponte della Priula, Tempio votivo.
Il programma: alle 9 arrivi e accoglienza; alle 9.30 inizio del ritiro guidato
da don Adriano Dall’Asta, teologo liturgista; alle 11.15 preparazione della santa
messa; alle 11.30 celebrazione della santa messa presieduta dal nostro Vescovo.
Alle 13 pranzo comunitario in un’antica
trattoria a Tezze.
Le adesioni si ricevono ai seguenti indirizzi:
Signor Dassie Antonio,
tel. 0438.758515 (ore pasti).
Signor Maset Antonio,
tel. 0438.73566 (ore pasti).
IN BREVE
AD AMMAN, IN GIORDANIA IL
NUOVO CENTRO NOSTRA SIGNORA DELLA PACE
Ad Amman, in Giordania, una nuova
struttura per l’accoglienza di persone
in difficoltà. È il Centro Nostra Signora della Pace, della cui inaugurazione giunge notizia a Vittorio Veneto tramite il vescovo di Nazareth monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, dopo che a suo tempo anche la diocesi
e il nostro giornale avevano portato il
loro contributo.
La cerimonia inaugurale avverrà giovedì 15 aprile, mentre il giorno dopo,
venerdì 16, si sarà la solenne benedi-
zione presieduta dal Patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah.
CELLEGHIN, PRESIDENTE
DELL’MCL PROVINCIALE
Carlo Celleghin è il nuovo presidente
provinciale del Movimento Cristiano
Lavoratori. Nei giorni scorsi si è riunito il nuovo consiglio provinciale dell’Mcl per l’elezione del nuovo Comitato esecutivo provinciale, che ora è
così composto: presidente Carlo Celleghin, vicepresidente Gardenal Girolamo, componenti: Giampaolo Castellan, Renato Mattiuzzo, Maria Vittoria Bolis Nervo, Giuseppe Bisetto.
Domenica 11 aprile 2004
MORTO ALL’ETÀ DI 90 ANNI
Don Alfonso Donadel,
prete “tuttofare”
I
più anziani lo ricordano ancora bene a
Stabie, uno sperduto borgo
di case tra le montagne, in
quella parte della nostra
diocesi che si incunea in
quella di Belluno. Don
Alfonso Donadel era stato
mandato lassù a 36 anni, era nato a Soligo nel 1914 come parroco dopo la inevitabile gavetta di cappellano. Era diventato un prete
tuttofare. Prima prete, s’intende, ma poi, siccome la
guida pastorale delle 300 anime gli lasciava tempo libero, si offriva per qualsiasi necessità della gente:
vecchi soli per i quali provvedere, malati da accompagnare dal medico, ragazzi da seguire nel doposcuola. Ma si impegnava
anche in lavori materiali. Si
era specializzato come stagnino: pentole, secchie, caldaie per il formaggio, ovunque c’erano buchi nel
metallo don Alfonso riparava con abilità. Proprio per
questa sua passione egli rivendicava il titolo di “prete
operaio”.
Poi il trasferimento: dai
monti alla campagna di Arzeri. Non è stato un gran
progresso nella carriera ecclesiastica, perché questa
parrocchia non era molto
«Q
Don Alfonso Donadel, deceduto martedì,
era stato parroco a Stabie ed Arzeri
più grande di quella che aveva lasciato. Ma lui vi si
buttò con altrettanto zelo e
disponibilità, e senza lamentarsi. Non faceva gran
colpo a prima vista con il
modo piuttosto trasandato
di vestire, la parola impacciata, ma sotto questa scorza ruvida c’era una persona
amabile, simpatica, e intelligente anche. Nelle riunioni dei preti era sempre
il primo a porre domande
per niente ingenue, mentre
con le sue arguzie rendeva
allegro l’ambiente. «Era un
uomo trasparente, - dice
don Alfonso Antoniazzi,
suo compaesano - senza
malizia, distaccato dalle cose, senza ambizioni personali e tutto dedito agli altri,
con una bella vita spirituale, tanto che diversi preti lo
avevano scelto come confessore».
Anche ad Arzeri continuò con il suo stile e la gente incominciò subito a volergli bene. Era molto attento ai problemi sociali, soprattutto nei primi anni
quando lo sviluppo non era
ancora arrivato e le condizioni di lavoro nelle campagne, possedute da pochi,
era penoso. Negli ultimi anni, invece, il benessere aveva provocato la fuga dai
campi e la denatalità e allora don Alfonso mise in piedi una specie di fondazione
che assegnava un milione
ad ogni nuova nascita, anticipando così soluzioni di
cui soltanto in questi tempi
si sta parlando. E non trascurò il lavoro materiale, ad
Arzeri gli era offerta una
nuova possibilità: la cantina ed egli, memore della
tradizione del suo paese nativo, diventò un produttore
di vino (e di grappa) di tutto rispetto. Non c’era incontro o riunione, per quanto spirituale, che lui, al momento opportuno, non tirasse fuori le sue specialità.
Da Arzeri non è stato più
cambiato. Vi rimase 42 anni e quando l’età e gli acciacchi lo costrinsero a ritirarsi, soffrì moltissimo e
con lui la sua gente. Fu accolto nella casa di riposo di
Santa Lucia e lì si è spento,
martedì 6 aprile. I funerali
sono stati celebrati Venerdì
Santo nella chiesa parrocchiale di Arzeri ed è stato
sepolto a Campodipietra.
(GpM)
TESTIMONIANZA
uanto a
me io sono già versato in libagione ed è giunto il
momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho mantenuto la fede. Per il resto, è già in serbo per me
la corona della giustizia, che mi consegnerà
in quel giorno il Signore» (2 Tim 4).
Questa l’epigrafe davvero realistica per
don Alfonso Donadel una vita per il Signore, donata (come recita il cognome) al servizio dei fratelli. E proprio così egli leggeva se stesso: nato la Domenica delle Palme
del 1914, miracolosamente salvato durante la prima guerra mondiale, sacerdote per
64 anni, totalmente consacrato per il Ministero.
“Nella bassa” – prima come cappellano
a Campo di Pietra e poi come parroco ad
Arzeri per oltre 40 anni – era
il confessore e il direttore spirituale di tutti, ricercato soprattutto come uomo di Dio,
testimone dell’invisibile, ministro del perdono e della consolazione: «Mi chiamano quello delle benedizioni» ripeteva,
«e io ne approfitto per aiutare
le persone a crescere nella fede e ad incontrare il Signore».
E il suo ministero era reso credibile da una sorta di radicalità
evangelica portata davvero al
limite: in una povertà gioiosa ed esemplare, in una fedeltà incrollabile, in quel “farsi tutto a tutti” che lo vedeva profondamente
incarnato e coinvolto nella vita concreta
della sua gente, fin nelle cose più quotidiane, ordinarie, quasi banali.
Ti rendeva Dio “Uno di casa”, incarnando gioiosamente il Vangelo, senza peraltro concedere sconti di alcun genere, né
15
a se stesso, né agli altri. E le molte battute, con le quali argutamente riassumeva
la sapienza umana e
la fede cristiana, erano sempre profondamente efficaci e incisive.
Ma non si può comprendere don Alfonso, se non si conoscono le lunghe ore di preghiera al mattino presto e la sera, prima
della Messa, trascorse in chiesa, accanto all’
Eucaristia in quell’angolino vicino all’altare del Santissimo: l’“Ufficio divino” era la
priorità assoluta! E quel libro “Dio è amore” – la cui copertina aveva cambiato colore – sul quale costruiva la meditazione quotidiana per dieci anni! E quel modo di celebrare la Messa (dispiaciuto con se stesso per quella pronuncia delle parole che gli
sembrava così inadeguata).
E la sua più grande cattedra era l’umiltà:
“Dio ha scelto ciò che nel
mondo è debole per confondere i torti. Dio ha scelto ciò
che nel mondo è disprezzato
e ciò che è nulla, per ridurre a
nulla le cose che sono, perché
nessun uomo possa gloriarsi
davanti a Dio” (1 Cor 1, 27ss);
questo era il suo biglietto da visita. «Non capisco perché vengano da me, che non so né parlar né taser» mi diceva spesso.
E si commoveva per ogni più
piccola attenzione nei suoi
confronti, ritenendosene indegno.
Un prete d’antico stampo... ma che mostrava il vangelo nella sua vita, e insieme trasmetteva la gioia della fede e il gusto della
fedeltà! E la nostra Chiesa, insieme ai moltissimi che egli ha confermato nella fede
con la parola e l’esempio, ne custodiscano
la memoria in benedizione!
Don Roberto Battistin
La povertà gioiosa ed
esemplare di don Alfonso
Un prete
d’antico
stampo... che
mostrava il
vangelo nella
sua vita
16
IL COMMOSSO SALUTO DEI BELLUNESI
AL LORO VESCOVO VINCENZO SAVIO
“Un’esistenza riuscita”
«E
ra un amico
di cui condividevo tutto,
in particolare l’entusiasmo
per i giovani, la sua serenità.
Il suo esempio è stato davvero singolare perché ha accettato che la sua vita fosse
un lento prepararsi alla vita
vera». Così mons. Eugenio
Ravignani, vescovo di Trieste. E mons. Ovidio Poletto,
vescovo di Concordia-Pordenone: «È stata la figura ideale del vescovo dei giovani. Era pieno di una capacità di rapporto umano e di
calore che non poteva non
contagiare. Questa morte
resta un mistero, solo dentro i disegni di Dio può trovare una spiegazione, sono
convinto
che lascia
un segno
di speranza e di ottimismo. I
giovani
che l’hanno conosciuto non
possono
non consentire che la chiesa è giovane».«Con mons.
Savio – testimonia il nostro
vescovo, mons. Giuseppe
Zenti - - ci eravamo telefonati 10 giorni fa, successivamente avevo desiderato
incontrarlo ma non era più
possibile». «La cosa più bella è che sia stato un testimone della risurrezione
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 11 aprile 2004
passando per il travaglio del
calvario».
Ravignani, Poletto, Zenti
sono soltanto tre dei 30 vescovi che hanno partecipato, con il cardinale Angelo
Scola, patriarca di Venezia,
al funerale di mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, morto di tumore dopo 17 mesi di malattia.
Un trapasso che ha commosso molti, come testimoniavano la cattedrale e la
piazza antistante stracolme
di gente per rendere l’ultimo omaggio a “don Vincenzo”, come il vescovo si
faceva chiamare. “Un’esistenza riuscita”: così l’ha definita, in modo significativo,
il patriarca Scola, richia-
Dal suo testamento:“La
cosa più importante è dire
a tutti che io sono senza
misura contento di Dio”
mandosi anche al testamento spirituale di Savio letto a conclusione del rito funebre. «Una caparra della
certa speranza della sua resurrezione e della nostra ce
l’ha donata, ancora una volta, l’amato Vincenzo, con la
splendida affermazione del
suo testamento spirituale:
“Ad ogni buon conto, la co-
sa più importante è dire a
tutti che io sono senza misura contento di Dio. Una
meraviglia! Una sorpresa
continua…”. Come non intravedere in queste parole
– ha proposto Scola - che la
sua morte altro non è se non
la manifestazione di un’esistenza riuscita ed ora consegnata al Padre?».
Una vita esemplare, quella di Savio, come appunto è
stata la sua malattia e la sua
morte. Una malattia segnata da un’angoscia. Per il Sinodo il vescovo aveva voluto un’indagine socio-religiosa. L’ha condotta l’Università Cattolica di Milano.
Di un risultato non si capacitava Savio. L’ha testimoniato lo stesso patriarca:
«Non era forse la nostra tiepidezza nell’annunciare il Risorto che tanto tormentava
il nostro amato Vincenzo?
Mi scriveva il 24 di febbraio
2004 invitandomi per una
meditazione sullo stupefacente “Volto di Cristo” del
Beato Angelico, col quale si
è voluto in santa solitudine
immedesimare poche ore
prima della sua morte: «Il
nostro mondo, quello che
abbiamo chiamato “la città”,
come può essere raggiunto
e quasi colpito dall’annuncio di Gesù che l’inchiesta
socio-religiosa ha documentato così dolorosamente lontano? C’è un sentiero
per entrare in questa “città”
con il nome di Gesù?».
La risposta l’ha anticipata lo stesso patriarca: «Carissimi, il nostro amato Vescovo ci ha indicato questo
sentiero lungo tutta la sua
vita. Fin da bimbo ha aderito alla chiamata del Signore,
nelle varie modalità e nelle
varie città con cui ha esplicato la sua missione di educatore, ma soprattutto nella
testimonianza che ci ha dato nel modo di portare la
malattia e di affrontare la
morte, ci ha indicato la via
dell’avventura cristiana.
Con una vita segnata certo,
come quella di ogni uomo,
da fragilità e da limiti, ma
ancor più attraversata dal
desiderio indomito di immedesimarsi alla croce e alla Resurrezione di Gesù».
Croce e risurrezione sintetizzati in quel volto di Cristo
del Beato Angelico che Savio ha voluto, prima di morire, portare in contemplazione a Belluno. Aveva previsto che lo guardassero in
tremila in tre giorni. Straordinaria, invece, la risposta.
Più di mille al giorno, tanto
che l’esposizione è stata prolungata. Mons. Savio riposa
nel cimitero di Osio Sotto, il
paese della provincia di Bergamo dov’era nato giusto 60
anni fa.
Francesco Dal Mas
SABATO 10 IN CATTEDRALE
Diciassette nuovi cristiani
della notte di Pasqua
D
iventare cristiani nella notte di Pasqua. È quel
che accadrà a 17 catecumeni sabato sera nella
cattedrale di Vittorio Veneto, nel corso della solenne Veglia pasquale presieduta dal vescovo Giuseppe Zenti, che
avrà inizio alle 22.
A ricevere il battesimo saranno stavolta tutti stranieri,
di età che vanno dagli 8 ai 40 anni. L’etnia più cospicua è
quella degli albanesi, in undici. E tra di essi c’è un’intera
famiglia – papà, mamma e tre figli – di Revine. Ci sono
poi due catecumeni del Burkina Faso, un rappresentante ciascuno di Algeria, Cuba, Moldavia, Santo Domingo.
G
SACILE
iovedì
1 aprile, su invito del
Centro Studi
Biblici, il professor Giorgio
Fossaluzza ha
tenuto a Sacile
una relazione
dal titolo: “Davanti all’immagine di Cristo
risorto: un percorso iconografico e stilistico su alcune
raffigurazioni della resurrezione, con qualche nota
sui fondamenti teologici”.
Noto docente di storia dell’arte all’università di Verona, il professore ha curato
il catalogo delle opere di Pino Casarini, in occasione
della mostra del 1992. Recentemente, su incarico
della Fondazione Cassamarca di Treviso, ha realizzato il corpus degli affreschi nelle chiese della Marca Trevigiana dal Duecento al Quattrocento. Il relatore ha sviluppato quindi la
delicata problematica dell’origine dell’immagine di
Gesù che si è affermata in
Occidente: un volto bello,
ovale, con la
barba, dai capelli lunghi e
divisi nel mezzo, con fattezze occidentali
e non ebraiche. A questo
punto, ha affrontato più direttamente il tema della
rappresentazione artistica
della resurrezione, che
compare relativamente tardi ed in relazione a cappelle funerarie o all’ascensione
di Gesù. Generalmente l’iconografia della resurrezione comprende la rappresentazione delle donne
al sepolcro e solo poco alla
volta al centro viene posto
il Cristo che risorge da morte. Fossaluzza ha dato infine un rapido sguardo al Cristo risorto e agli affreschi
dell’abside del Duomo di
Sacile, realizzati da Pino Casarini, ed ha concluso accennando al dibattito in corso tra autori di opere d’arte sacra su ispirazione artistica e canoni teologici.
Alessio Magoga
Il volto del
Risorto nell’arte
secondo
Fossaluzza
I sacerdoti aiutano tutti.
Aiuta tutti i sacerdoti.
Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza.
Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti.
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CHIESA CATTOLICA - CEI Conferenza Episcopale Italiana
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 11 aprile 2004
17
L’AGENDA
del Vescovo
G
iorno dopo giorno
la luce si fa più intensa e duratura.
I nuovi colori si saturano
piano piano e il ritorno dei
profumi allontana la sensazione del freddo. Il verde sempre più vigoroso
consegna al ricordo il pallore della neve e i toni più
vaghi del paesaggio invernale.
È straordinario osservare come la natura in questa stagione sia fortemente rappresentativa
della simbologia pasquale. La grande svolta primaverile, che allontana le
lunghe ombre dell’inverno, prepara e accompagna la piena rivelazione
del Signore che l’alba del
nuovo giorno contempla
risorto.
Il Signore dell’alba è il nome dato a Dio nella penultima, breve sura (o capitolo) del Corano, la 113,
che il dialogo fra le religioni monoteiste ha consegnato alla nostra meditazione. Nei tempi della
contrapposizione culturale, della violenza e del terrorismo diventa ancora
più doloroso scoprire
quanto numerose siano le
parole comuni usate dai
Domenica 11 aprile: Alle 11 in cattedrale celebra la
Messa solenne del giorno di Pasqua e impartisce la
benedizione apostolica.
Lunedì 12: Celebra Messa e cresime: alle 10.30 a Parè e
alle 17 a San Vincenzo di Oderzo. Alle 19 a Rustignè presenzia alla posa della prima pietra della canonica.
Martedì 13: Al mattino incontra i sacerdoti della forania
di Vittorio Veneto a Pralongo di Zoldo. Alle 20 a Sernaglia della Battaglia incontra i cresimandi con genitori, padrini e madrine.
Dal 14 al 21: È in Brasile per partecipare all’ordinazione
episcopale di monsignor Armando Bucciol e visitare i missionari della diocesi operanti in quei luoghi.
“Chiarità è carità”
credenti. Ed è proprio
nelle prime ore del mattino il momento in cui il Signore consegnerà alle
donne la propria verità
rendendole prime annunciatrici della Pasqua. È
toccato a loro aprire questa catena perché grande
era la loro povertà, ma ancor più grande era il loro
amore. È sorprendente ri-
scoprire ogni volta che
sono sempre gli ultimi
della terra a incontrare il
Signore per primi e ad amarlo più degli altri.
Il giardino fiorito, il cielo
terso delle costellazioni,
il librare leggero degli uccelli con i loro canti del
primo mattino, diventano
ormai la parabola della
speranza di Gesù risorto.
Come la primavera allontana il buio dell’inverno,
così la Risurrezione ora
rischiara tutto con la sua
nuova luce. Il biblista Luìs
Alonso Shökel era solito
dire che “chiarità è carità”
e così non possiamo scordare che il cristiano è un
uomo del futuro, di una
speranza proiettata in avanti ma sostenuta da una fede storica, incarnata, destinata a salvare il
tempo, a redimerlo e a farlo sbocciare nell’eterno.
È per questo che il cristiano non vive disprezzando il corpo, le cose, il
mondo, le gioie quotidia-
ne, il lavoro. Egli non decolla dall’orizzonte della
sua famiglia, della sua
città e del suo impegno
verso cieli inesistenti, verso illusioni, perché il Regno di Dio è seminato nella storia e vuole trasformare la storia in eternità.
È per questo che si proclama la fedeltà e l’amore
concreto nei confronti
della propria sposa o sposo, nei confronti dei poveri, nei confronti della
società. È per questo che
il sacramento del matrimonio santifica tutto l’essere dei coniugi, corpo e
spirito, e ha nell’abbraccio dell’uomo e della donna il suo sigillo. È per questo che noi non professiamo la nostra fede nell’immortalità dell’anima,
ma nella “risurrezione
della carne” e attendiamo
“nuovi cieli e nuova terra”.
Gian Antonio
e Daniela Dei Tos
l gruppo di preghiera Pa- PELLEGRINAGGIO: Da Sacile un sacerdote della parrocchia
dre Pio di Sacile organizza
del Duomo di Sacile. Per preai luoghi di padre Pio
un pellegrinaggio a San Gionotazioni e versamento della
vanni Rotondo e Pietrelcina (luo- Lanciano, nei giorni 28-29-30 apri- quota di partecipazione rivolgersi
ghi di padre Pio) con sosta a Lore- le e 1 maggio.
alle suore di Maria Bambina, piazto, Castelpetroso, Sant’Angelo e
Il gruppo sarà accompagnato da za Duomo, Sacile.
I
OGGI Domenica
Domenica 11 aprile – Pasqua
di Risurrezione
At 10, 34. 37-43; Col 3, 1-4;
Gv 20, 1-9
Prima Settimana del Salterio
I quadri pasquali che ci vengono
presentati dai vangeli esprimono il
cuore della fede dei discepoli: Dio ha
dato vita nuova a Gesù. La tomba sigillata non ha l’ultima parola perché
Dio interviene con la sua potenza e
rende vivo il profeta crocifisso e che
tutti pensavano sconfitto. Per questo
noi, sulla testimonianza delle Scritture e della Chiesa, proclamiamo con
gioia grande che Gesù è il Risorto, e
che il suo cammino e la sua opera
continuano nella storia.
Ma che cosa significa questo per
noi? Significa che, com’è avvenuto
per la persona di Gesù, Dio può far
rotolare via anche le pietre più pesanti, può rompere anche le catene
più potenti, può farci superare anche
le oppressioni più gravi. Dio può fare entrare la sua luce nel buio del nostro sepolcro.
Quante volte oggi siamo tentati di
rassegnarci a situazioni personali o
collettive che ci sembrano prive di
una via d’uscita! Pensiamo alla crisi
della famiglia, della fede, alle ingiustizie, alle nuove e antiche povertà,
alla mancanza di speranza nel futu-
ro, alle guerre grandi e piccole… Ma se ci soffermiamo un momento sulla
realtà della morte di Gesù,
ci accorgiamo che anche quella era
una situazione disperata, e tutto sembrava concludersi nel buio di quel
sepolcro. Lentamente e con fatica i
discepoli hanno però capito che il
Dio fedele, come non aveva abbandonato Gesù nella morte, così non avrebbe abbandonato nessuno dei
suoi figli.
In questa Pasqua 2004 vogliamo
pregare il Signore perché il nostro
cuore non ceda mai alla rassegnazione, all’accettazione passiva del male che tanto facilmente si può insinuare dentro di noi. Il Dio della Bibbia è da sempre colui che “fa uscire”
Israele dalla casa di schiavitù: “Aprirò
i vostri sepolcri e vi farò venire fuori dalle vostre tombe…” (Ez 37, 12).
Anche in questo nostro tempo
non manca la tracotanza e la prepotenza di chi ha raggiunto una forte
capacità di persuasione sui popoli:
come non rassegnarsi di fronte a
questa dolce e seducente riduzione
in schiavitù? Se non avessimo fiducia nel Dio che ha cambiato la morte in vita, potremmo archiviare la nostra speranza di cambiamento e liberazione. Probabilmente dovremmo assomigliare un po’ di più ai personaggi incontrati nel Vangelo e che
colpiscono per il loro comportamento: corrono tutti e tre, Maria, Pietro e l’altro discepolo. Corrono in
tempi diversi e in modi diversi, ma li
accomuna una grande passione. Ognuno di loro ha certamente avuto i
propri limiti, ma sono persone che
hanno buttato il loro cuore nella direzione dell’amore.
Le origini cristiane non sono popolate di eroi, ma sono ricche di donne e uomini appassionati. Attorno a
Gesù e alla sua forza liberatrice esiste tuttora molta indifferenza e molta ostilità, ma non manca, anche oggi, una grande quantità di persone
pronte a scommettere la vita per il
Vangelo e ad incarnarlo nella vita
quotidiana. E noi? E io? L’umanità,
questa umanità, si aspetta che noi
credenti nella vita senza fine ci facciamo collaboratori fiduciosi del Dio
che libera.
Il compito è immane e può spaventare. Anche la pietra del sepolcro
sembrava un ostacolo insormontabile.
Don Fabrizio Mariani
SACILE: Conferenza sull’Apocalisse
G
iovedì 15 aprile nel palazzo della biblioteca comunale “Romano Della Valentina”, alle 16.30, terzo appuntamento con “Imago Mundi - Viaggio attraverso i Grandi Libri: Apocalisse”. Renzo Mulato, filosofo, interviene su “Il pensiero apocalittico tra Umanesimo e
Modernità”. Il 22 aprile relatore sarà don Rinaldo Fabris,
teologo e biblista, sul tema “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questo libro (Apocalisse
1, 3)”.
I “maestri del lavoro”
dal vescovo Zenti
I
l 19 marzo, festa di san Giuseppe, un numeroso gruppo di
“Maestri del lavoro” della diocesi di Vittorio Veneto, accompagnati dal vice console provinciale Gino Toffoli e da Severino Marcuzzo, ha fatto visita al nuovo vescovo monsignor
Giuseppe Zenti, per dargli il benvenuto e porgergli auguri di
buon onomastico.
Dopo un breve saluto, Marcuzzo ha presentato il gruppo, illustrando la figura del “Maestro del lavoro”, per quello che
ha fatto nella sua lunga vita operativa e per quello che è
chiamato a collaborare, da pensionato, nel sociale.
Il Vescovo ha poi rivolto ai presenti un cordiale e significativo saluto di circostanza, analizzando le tematiche del lavoro, il valore della famiglia e augurandosi che le nuove generazioni sappiano fare tesoro dell’esperienza del gruppo.
È stato un simpatico incontro con il nuovo Pastore che si è
subito dimostrato non solo Padre, ma amico di tutti.
Ucid
Ferro, nuovo presidente nazionale
I
l padovano Angelo Ferro è il nuovo presidente
nazionale dell’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti, nata nel lontano 1947.
A designarlo, mercoledì scorso a Roma, è stato
il Consiglio direttivo nazionale dell’Ucid che ha rivolto un vivo ringraziamento al presidente uscente Francesco Merloni.
Angelo Ferro, sino ad ora presidente del gruppo interregionale Ucid Veneto Trentino, è presidente di Pavan Spa, una società leader a livello mondiale per la produzione di macchine e impianti per
paste alimentari e lavorazione di cereali. È anche
presidente dell’Opera Immacolata Concezione, società non profit che dà ospitalità e cura – a Padova
e in altri sette centri del Veneto – a circa mille persone non autosufficienti. Ferro è anche autore di
diverse pubblicazioni di carattere economico e insegna Politica economica internazionale alla facoltà
di Economia dell’Università di Verona.
Domenica 11 aprile 2004
IN OCCASIONE DI ANTENNACINEMA
DAL 16 A FOSSALTA MAGGIORE
Editoria di Marca,
casoni e pergamene
“E
ditoria di Marca”:
questa la prima edizione di un’iniziativa di
spessore, proposta per il mese di aprile, e organizzata
dalla Pro loco di Fossalta
Maggiore, patrocinata dal
Comune di Chiarano e dalla
provincia di Treviso. “Editoria di Marca” sarà un salone
dell’editoria veneta sulla storia, l’ambiente, le tradizioni,
la letteratura della Marca
trevigiana e del Veneto. All’iniziativa, che prende il via
venerdì 16 aprile alle 20 nella sala “Monsignor Costantino Stella” in piazza San
Marco a Fossalta (contestualmente all’inaugurazione della 33ª edizione della festa di San Marco), hanno già
dato la loro adesione le maggiori case editrici del Trevigiano, e oltre: ci saranno E-
dizioni Biblioteca
dell’Immagine,
Canova, Giacobino Editore, Kellermann Editore,
Biblos Edizioni,
Santi Quaranta,
Zanetti, Dario De
Bastiani, Libreria
dell’Immagine di
Bepi Barbarotto,
Editoria Universitaria Venezia, DiAdamoEditore, Edicicloeditore, Antilia, Piazza Editore, Vianello Libri, Marsilio Editori. «Hanno aderito
le maggiori case editrici del
Veneto – osserva con soddisfazione il segretario della
Pro loco Giannino Sandre –.
Oltre a quelle già citate si è
aggiunta anche la Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Una presenza notevole
per questa prima edizione;
si sentono gratificati gli organizzatori che stanno già allestendo una tensostruttura
che ospiterà più di duemila
titoli».
Nell’ambito della manifestazione sono previsti altri
momenti di spessore culturale, quali la mostra fotografica “I
casoni veneti”,
con materiale raccolto dal maestro
G. Girelli e altro
preparato dagli alunni delle scuole
di Chiarano. Ci
sarà l’esposizione
delle pergamene
antiche del “Da
Fossalta” nel Fondo Onigo
(1216-1383). Il 28 aprile ci
sarà l’incontro con l’autore
Mario Bernardi che parlerà
della cultura e della storia
del nostro comprensorio, e
presenterà il suo ultimo lavoro “Oderzo tra Ottocento
e Novecento”. Nei locali della Pro loco ci saranno, inoltre, esposizioni d’arte con
mostre personali e collettive di pittura.
Giuseppina Piovesana
“STELLA SPLENDENS”,QUARTO CD
DELLA CORALE S.SALVATORE
A
pplausi e consensi
per la Corale San Salvatore che dedica alla Madonna il suo quarto cd presentato domenica 4 aprile
nella parrocchiale di Susegana. Pubblico in piedi dopo l’esecuzione dell’ultimo
brano della raccolta mariana “Stella splendens” e per il
direttore Gianni Bortoli è
stata di certo anche una meritata vittoria personale.
Se il canto del XIV secolo “Cuncti Simus Concanentes” che chiude il cd, o “Stella splendens” che dà il titolo
al disco, si prestano al facile
recepimento e alla condivisione popolare anche per
l’accompagnamento di flauto e percussioni, non è così
per l’Ave Maria di Riccardo
Giavina, presente al concerto, un brano che, come numerosi altri, si presenta impegnativo per il pubblico, ma
soprattutto per i coristi.
Registrato nella chiesa di
San Martino di Colle Umberto, “Stella splendens”
raccoglie 16 canti dedicati o
ispirati alla Vergine e presenta anche un libretto con
un’introduzione esplicativa
per ogni brano e, quando ne-
“VOCI DA GALERA” RACCOLTE
DA CARLO MOLINARI
“V
oci da galera” è un titolo dal suono sinistro. Dalla galera, infatti,
sembra che possano venir fuori solo voci cattive. Invece questo libro raccoglie voci ricche di umanità. A volte di denuncia, di rabbia per le condizioni disumane, di proclamazione della propria innocenza, ma più
spesso di speranza, di voglia di vivere, di ricominciare daccapo. Storie dolorose di degradazione nel male, ma anche di volontà di
riscatto. Come sono potute finire in un libro
queste voci? È una bella storia che il curatore, Carlo Molinari di Conegliano, racconta
nell’introduzione. Aveva ascoltato a Radio
Maria la lettera di un carcerato che
chiedeva conforto e d’impulso gli
scrisse. L’effetto sul detenuto fu
straordinario. Da qui gli venne
l’idea di creare una rete di persone che mantengano un contatto epistole con qualche carcerato. La proposta ebbe subito un seguito e sfociò nell’associazione Amica (Amici dei
carcerati), che attualmente conta
cessario, testo originale e
traduzione a fronte.
Dopo una serie di esibizioni previste a breve in provincia di Treviso, la corale
suseganese sarà a Venezia il
18 aprile e dal 5 al 9 maggio
sarà impegnata in una
tournée in Ungheria, per ospitare poi, dal 2 al 6 luglio
il coro Gaudium Pratense di
Praga (Repubblica Ceca).
Antonio Menegon
Libri
circa 80 soci. Il primo aiuto che queste persone offrono a chi vive segregato in carcere è proprio il poter comunicare, perché molti di loro sono stati abbandonati da tutti e vivono nella totale solitudine e il poter parlare con qualcuno che cerca di capire, che non
giudica, ma ascolta con attenzione e partecipazione, è ciò di cui hanno innanzitutto bisogno. Scrivere poi è più che parlare: costringe a mettere ordine nei propri pensieri e a rivedere con calma la propria vita: ha
un effetto purificatorio. Era giusto che queste voci fiorite in un clima di amicizia non rimanessero solamente nell’ambito dell’associazione. È nato così questo libro dove Carlo Molinari ha raccolto non
solo alcune di queste lettere, ma
anche poesie, articoli e qualche
fatto di cronaca per far conoscere questa realtà che resta
pur sempre una parte della vita umana che ha bisogno di
solidarietà e di comprensione
superando il disprezzo che spesso pesa su di essa.
“Conegliano Tv”, nuova Lo Stabat Mater
di
Santin
e
Convito
rete televisiva sperimentale Q
Il film
di Mel Gibson
sulla Passione
ripropone
il tema
del rapporto
tra il Vangelo
e la sua
trasposizione
artistica
S
A
ll’indomani dell’uscita nelle sale cinematografiche
del film di Mel Gibson sulla Passione di Gesù uno
scrittore cattolico chiede,
provocatoriamente, il silenzio dell’arte su Cristo. Tacciano dunque i poeti e i narratori, si astengano i pittori
dal metter mano al colore,
gettino lo scalpello gli scultori, zittiscano i loro strumenti i musicisti, oscurino i
registi l’occhio della cinepresa. Non intromettiamoci nel Mistero che l’arte non
riuscirà comunque ad interpretare; non traduciamo
la memoria che ognuno di
noi ha per lettura e meditazione del Vangelo con altre
letture e meditazioni artistiche, per non incorrere
nel tradimento dei contenuti
originali; asteniamoci dal
produrre e dal fruire parafrasi sacre; atteniamoci alla
forma e alla sostanza dei riti liturgici.
Possibile? Direi di no. Il
ricordo è di per se stesso un
commento, la memoria è filtrata dalle emozioni, la meditazione è percorsa da ellissi e troncamenti. Qualsiasi operazione intellettuale è segnata e mediata dall’esperienza personale, il
gesto culturale avviene come frutto di un’identità, il
tentativo di rappresentazione contiene il dubbio; ma
non per questo questi debbono essere a priori considerati negativi. Allo stesso
modo chi guarda, ascolta e
legge l’arte sa di essere di
fronte ad un evento soggettivo, universalizzabile sì, ma
in qualche modo parziale,
comunque degno di interlocuzione.
Il principe Myskin, ne
“L’idiota di Dostoevskij”, davanti a un quadro della Deposizione, esclama: «Quel
quadro! Quel quadro a più
d’uno potrebbe far perdere
la fede». Certo, ma solo se
quella fede è dalla sua già
fragile e tremolante. Potrebbe ugualmente accadere nel sentire il rabbrividente “Confutatis” mozartiano, nel contemplare lo
struggente cadavere del
“Cristo morto” del Mantegna o la “Pietà Rondinini”,
APPREZZATA ESECUZIONE
Irresistibilmente
attratti da Gesù
potrebbe succedere davanti alle didascaliche formelle
che compongono la Via
Crucis nelle nostre chiese
o addirittura davanti a un
qualunque crocifisso. Non
sono il quadro,
il bozzetto, il
saggio o le note i protagonisti; siamo noi.
La Passione di Cristo
raccontata nei
Vangeli
si
chiude in poche righe: gli
elementi del
dolore sono
narrati in modo ermetico, le scene di sofferenza si aprono e si chiudono immediatamente, viene quasi lasciato alla natura
e alle cose esprimere la tragedia con il buio improvviso, le scosse della terra, le
rocce spezzate, lo squarcio
del velo del tempio. Il grido
finale sembra stemperarsi
nel cambiamento repentino
e opprimente dello scenario.
Del resto quello che conta è il dopo; la chiave di lettura è dentro il sepolcro
vuoto; questo è l’epilogo necessario, che ha però il proprio prologo altrettanto necessario nei giorni drammatici degli insulti e dello
scempio.
Ciò che accade prima è la
misura del dopo, la sua spiegazione. Lo strazio provato
nello stare accanto alla persona cara irreparabilmente
malata e agonizzante e il
rammento di questo ci dicono di quanto l’abbiamo amata; il legame con essa si
esprime nell’intensità con la
quale abbiamo accompagnato il suo patimento e ne ricordiamo la
reciproca afflizione.
Nella Passione di Cristo
c’è un di più: il
tormento fisico e la morte
sono voluti. La
consapevolezza e la volontarietà del dolore sono la dimostrazione di
un amore che viene prima
del nostro e che nel nostro
cerca un successivo possibile compendio, la sua realizzazione. Entrare in quel
dolore, capendolo, significa
anche cercare di conoscere
l’efferatezza e la violenza
che l’hanno provocato. In
questo senso vanno molte
opere filmiche dei percorsi
cinematografici composte
sulla storia di Gesù, storia
divina umanizzata perché
destinata a uomini che potrebbero così meglio intuirne la trama soprannaturale
lungo tutte le sequenze di
quella vita e di quella morte straordinarie (da “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini a “Jesus Christ Superstar” di Jewison a “Il Re
dei re” di Ray a “L’ultima
tentazione di Cristo” di
Scorsese… per finire all’ul-
Non possiamo
negare all’arte
di rappresentare
la vita,la morte
e la risurrezione
di Cristo
tima “The Passion of The
Christ” di Gibson). Tutte opere imperfette, quindi passibili di tentennamenti critici, ma importanti perché ci
inducono a ripensarci come
primi partecipanti di un lutto che prelude a una vita
nuova, totalmente inedita.
Chiedere il silenzio al regista sarebbe oltretutto perdere un’occasione di riflessione e di riflessione collettiva; chiederlo all’arte in generale sarebbe inoltre un
pericoloso attentato alla libertà di pensiero che impoverirebbe il dibattito e l’approfondimento personale.
La sceneggiatura, i contenuti, le modalità estetiche,
le scelte di regia, passibili di
obiezioni, risultano di per sé
accettabili quando si avverte in essi una tensione spirituale profonda e il bisogno
di ricercare l’essenza del fatto interpretato. Sappiamo
come gli effetti di un lavoro
artistico siano carichi di rischio e di difficoltà: possono essere superficiali, eccelsi o mediocri; abbiamo la
facoltà di valutare. Non possiamo però, a causa del rischio e della difficoltà connaturate alle elaborazioni artistiche, dire no all’arte che
si avventura nella trasposizione di fatti sublimi; le negheremmo il compito che
le è proprio di rappresentare tutto ciò che appartiene
agli uomini, comprese la vita, la morte e la risurrezione di Cristo.
Elvira Fantin
e n’è parlato per anni. Ma adesso il sogno è davvero pronto a decollare: la città del Cima
sarà la prima, nel Veneto Orientale, ad avere una televisione di città. Si tratta di
“Conegliano Tv”, nata da una partnership fra AntennaCinema Media 2004, Asco Tlc, i Comuni di Conegliano e Pordenone, il Progetto Giovani del Coneglianese e il Consorzio universitario di Udine e Pordenone. Le trasmissioni cominceranno lunedì 19 aprile, in concomitanza con
l’apertura della manifestazione coneglianese, che fino a domenica 25 aprile ospiterà decine di eventi dedicati alla riflessione, alle
sperimentazioni e allo spettacolo attorno alle nuove
forme di comunicazione.
La programmazione televisiva sarà sperimentata
per tutta quella settimana,
ma non è escluso che il canale possa diventare stabile.
Le redazione
Alla concretizzazione
del progetto lavorano, ormai da due settimane, una
quarantina di giovani di Co-
negliano e dell’hinterland. Si
tratta di allievi del corso di
laurea in sistemi multimediali di Pordenone, ma anche
di altri studenti,
appassionati di
editing, multimedia,
programmazione
informatica, teatro, scrittura
creativa. Ragazzi che in questi giorni, videocamera in
spalla, è già possibile vedere
in giro per la città.
I programmi
Il palinsesto sarà fortemente collegato alla realtà locale. In particolare sono previste circa 12 ore al giorno
di trasmissione, per metà autoprodotte dai giovani (in diretta e in differita) e per il resto provenienti da un archivio. All’interno del teatro Accademia sarà allestito un vero studio televisivo. Il set
sarà aperto anche al pubblico, che potrà andare davanti alle telecamere per parlare alla città e al comprensorio. Alcune fasce orarie saranno inoltre dedicate ai format ideati dai ragazzi della
redazione, in particolare fra
le 7.30 e le 9.30, le 14.30 e le
CONEGLIANO: Il 14 all’Accademia
la “Cenerentola” di Procofiev
I
n Russia è una delle
fiabe più amate e non
solo dai bambini. La storia
di Cenerentola, la povera
servetta “umiliata e offesa”
che diventa una principessa dopo aver trovato il suo
principe azzurro, fu interpretata nel 1945 dal musicista Sergiej Procofiev come la metafora delle sofferenze che il popolo sovietico aveva vissuto durante la
guerra e, nel contempo,
delle speranze seguite alla
MOSTRE
PIEVE DI SOLIGO È aperta fino al 12 aprile, all’hotel
Contà, la mostra di opere di Angelo Bressan “Paesaggio tra
realtà e visione”. Orari di apertura: da mercoledì a venerdì 1620; sabato e domenica 10-12 e
15-21.
PIAVON Sempre il 12 aprile
chiude a Cà Lozzio Incontri la
personale di Otello Mamprin. Orario: 10-12 e 15-24, chiuso lunedì e martedì.
TRICHIANA Fino al 13 aprile
personale del pittore Fiorenzo
Bonetta.
fine del terribile conflitto.
Così nacque uno dei più
famosi balletti della storia
della musica e del teatro. A
quasi sessant’anni dalla sua
prima rappresentazione (al
Bolshoy di Mosca), liberato col tempo da ogni sovrastruttura ideologica, oggi “Cenerentola” mantiene
intatto il fascino musicale e
coreografico delle sue origini. La compagnia del
“Teatro Accademico di Stato del Balletto Classico di
CONEGLIANO Mercoledì 14
è l’ultimo giorno per visitare, all’oratorio dell’Assunta, la mostra
di ceramica artistica contemporanea dal titolo:“Terra, acqua, aria, fuoco: evocazioni, la forma di
un’idea” proposta dalla cooperativa sociale Kalamita. Orari: feriali 16-19.30; venerdì e festivi
10-13 e 15-19.30.
VITTORIO VENETO Fino
al 18 aprile, a palazzo Piazzoni
Parravicini, è possibile ammirare la mostra fotografica “Il Vittoriese di Giulio Marino fotografo
(1860-1962)”. Apertura: ogni
giorno (escluso il lunedì) dalle
15 alle 19.
16.30 e dalle 20.30 in avanti. Eccone una carrellata: una sit-com giovanile; un
programma
dedicato alle
osterie della
città; una trasmissione comica, con gag
e candid camera; un programma che
dà voce agli immigrati, agli
anziani e ai portatori di handicap; un format dedicato
alla cucina, che vedrà delle
vere e proprie incursioni
nelle abitazioni delle casalinghe coneglianesi; una
trasmissione di informazione locale.
Le tecnologie
Le trasmissioni avverranno in due modalità. Innanzi tutto via etere, sfruttando un cono d’ombra, per
cui basterà sintonizzarsi sul
canale Uhf compreso tra 67
e 69; in questo caso la diffusione del segnale coprirà
un’area con un raggio di circa tre chilometri e mezzo.
Inoltre via cavo, grazie alla
collaborazione tecnologica
di Asco Tlc, attraverso un
mega-schermo che verrà
posizionato in centro città.
Mosca” proporrà la versione integrale di questo spettacolo mercoledì 14 aprile
al Teatro Accademia di Conegliano, con inizio alle ore 21. La serata è organizzata da Arteven e dall’ Associazione "Amici del
Burkina", in collaborazione con le amministrazioni
di Comune, Provincia e Regione.
Ingressi: posti numerati
euro 20 (primi posti), euro
16 (secondi posti). I biglietti potranno essere acquistati in prevendita presso la libreria Canova. (ATa)
uando la musica sacra d’ispirazione medievale si sposa con la poesia
e la prosa dei giorni nostri e
ne nasce una serata ricca di
suggestioni. L’occasione è
data dallo splendido concerto “Stabat Mater”, tenutosi
venerdì 2 aprile nel Tempio
votivo di Ponte della Priula.
Che ci ha regalato, fin
dalle prime battute, un
connubio perfetto e molto fluido, tra le esecuzioni in canto e in musica, affidate ai 9 componenti del “Convito musicale” e, gli intermezzi
recitati, per voce degli
attori Francesco Santin e
Mariateresa Dalla Vedova
del gruppo teatrale “Orazero”. Durante la serata scivola via, in un crescendo di sensazioni, quasi un’ora e mezza di melodie espressive e
raffinate. Canti liturgici dal
forte carattere lirico; “laudi”
antiche intrise di devozione
popolare; brani solo strumentali che evocano atmosfere dal sapore “trobadorico” (è un trionfo di flauti, ghironde, vielle, salterii, virginali, liuti…). Tutto costruito
su un repertorio accurato, in
grado di conferire alla tematica della Passione una solennità dallo spiccato impatto emotivo. Emozioni che
scandire l’alto senso del sacrificio di Cristo anche i versi di padre David Maria Turoldo e l’impeto narrativo de
“La Passione III” di Pier Paolo Pasolini. Un’iniziativa,
quella del concerto Stabat
Mater, pregevole e ben riuscita, che ha suscitato apprezzamento nella comunità
pontepriulese. Tant’è che al
termine Andrea, un ragazzo
venticinquenne, mi confessa
con entusiasmo: «Per me è
stata un’esperienza profonda e bellissima, davvero non
credevo che la musica sacra
potesse coinvolgermi così
tanto».
Elena Pilato
CONEGLIANO: Giovedì 15
serata con Beppe Braida
G
iovedì 15 aprile torna la rassegna “Conegliano sotto
le stelle del cabaret”. Ospite della serata Beppe Braida. Alle 18 è alla libreria Quartiere Latino per presentare il
suo ultimo libro (ingresso libero). Alle 21, invece, è al
teatro Accademia con
“Informashow”, uno spettacolo dedicato al mondo dei
mass media. Ingresso a pagamento.
Informazioni
www.cavalieridelletere.it.
Organizzano Radio Club Cavalieri dell’Etere e Amministrazione comunale.
CONEGLIANO Fino al 2 maggio alla Scuola di enologia di Conegliano (edificio liberty),“La forza della materia e l’eleganza della forma”, mostra antologica di opere scultoree in legno e bronzo,
ceramiche e disegni preparatori di
Augusto Murer, uno dei grandi del
Novecento italiano. Apertura: tutti i giorni (15.30-19.30 feriali,
10-12 e 15.30-19.30 festivi).
partenenti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, realizzate tra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta. Opere di
Balla, De Pisis, De Chirico, Manzù.
Orari: da martedì a venerdì 9.3013 e 15-19, sabato e domenica
10-19, lunedì chiuso. Ingresso: intero 5 euro, ridotto 3, studenti 1.
Per informazioni e prenotazioni:
0438-423317.
REFRONTOLO E fino al 16
maggio al Molinetto della Croda
è aperta la personale di Elio Poloni “Le mie stagioni”. Orari di apertura: sabato e prefestivo 14.3018.30; festivo 10-12 e 14.3018.30.
MONTEBELLUNA Fino al 31
maggio è aperta la mostra “Abracadabra, magie della natura”
allestita al Museo di storia naturale e archeologia di via Piave 15.
CONEGLIANO Chiude il 18
maggio a palazzo Sarcinelli la mostra “Italia Quotidiana” che propone 45 dipinti e 20 sculture ap-
raggiungono i momenti più
palpitanti, senza dubbio, nelle esibizioni della soprano
Lucia Valentini (basti citare
i canti “Perspice Cristicola”,
“Conductus” per la domenica delle Palme, “Voi ch’amate”), capace di commuovere
per la limpidezza e il timbro
intenso della sua voce. A
CONEGLIANO Chiude il 2
giugno la seconda edizione della
mostra “Strumenti musicali antichi” promossa dalla Fondazione
Cima con il patrocinio del Comune di Conegliano. Allestita sempre
alla Casa del Cima, quest’anno è
dedicata agli strumenti ad arco.
Orari di apertura: da martedì a
venerdì 16-19.30, sabato e festivi 10.30-12.30 e 16-19.30.
MUSICA
E DANZA
PREGANZIOL Una primavera
a ritmo di jazz e blues e accompagnata dal suono del sax e dalle più famose colonne sonore cinematografiche, con un’incursione
nel mondo degli Indiani d’America: è questa l’originale proposta
di “Preganziol suona: soul, blues,
classico, jazz, etnico”. Si comincia
venerdì 16 aprile con Vincent W.
Williams and Organ Beat, Soul
Blues Project. La manifestazione
prosegue fino al 4 maggio. Tutti
gli appuntamenti si tengono nella sala consiliare con inizio alle
21.
e
L’AZiON
Spettacoli
CISON Mercoledì 14, alle
20.15, al teatro La Loggia proiezione del film “Il pianista”. Penultimo appuntamento con la
rassegna “Cinema... ricerca il tuo
spazio” a cura del Gruppo Giovani e del Comune di Cison.
12 aprile
TEATRO
PER BAMBINI
CONEGLIANO Mercoledì 14
e lunedì 19 aprile, alle 14, all’auditorium Dina Orsi la compagnia “I costretti” e le Direzioni
didattiche di Conegliano propongono lo spettacolo teatrale
“Tra il dire e... il fare... l’acqua
non buttare”. Regia di Antonella
Caniato.
CINEFORUM
VITTORIO VENETO
Venerdì 9 al patronato Co-
“Il pianista”, mercoledì 14 a Cison
sabato
10 aprile
stantini-Fiorentini di Ceneda, alle 20.45, proiezione del film
“Malli - La terrorista” di Santosh Sivan (India). Nell’ambito della rassegna “Altri popoli, altre
culture, altri film” organizzata
dall’associazione “Senza frontiere”. Ingresso libero.
mercoledì
giovedì
venerdì
15 aprile
T
16 aprile
elechiara segue i riti del Triduo pasquale: sabato 10 alle 19
trasmette la Veglia pasquale, e domenica alle 10.30 la Messa del Papa da San Pietro.
Domenica pomeriggio musicale, con il “Concerto pasquale” in
due parti, dalle 15 e poi all’insegna del buonumore: alle 18
“Il paradiso può attendere”, alle 20 “Una sera all’opera” con
i fratelli Marx e alle 22.15 “Arsenico e vecchi merletti” di Frank
Capra con Cary Grant.
Lunedì 12, alle 21, “Gollum” concede i bis delle discussioni più
accese e significative. Mentre venerdì alle 21, i giovani, con un
teologo, uno storico del cinema, e un sociologo, discuteranno
del controverso “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, che rievoca in modo molto crudo e violento, le ultime dodici ore di
vita di Gesù.
14 aprile
TELECHIARA
21
La tivù e la testa
... nel pallone
ti se le squadre
che un po’ di udi
devono manteda parte
Gianfranco Da Re miltà
nere circa 30
dei calciatori.
giocatori da “prima squadra”, Non vogliamo più sentir dire
e se i guadagni hanno rag- che i paragoni con gli operai e
giunto cifre astronomiche, non i loro stipendi (di una vita) non
sarebbe giusto che fossero so- reggono perché gli operai non
lo le più deboli a pagare con il attirano le sponsorizzazioni cofallimento (come è già acca- me i calciatori. L’affermazione
duto alla Fiorentina). E allora si commenta da sé. Voglio sosi trovi pure un meccanismo lo ricordare, rimanendo su un
che consenta di rateizzare i de- piano utilitaristico, che dei probiti anche con il fisco, ma non dotti dell’industria non poscon un condono che prenda in siamo fare a meno, del calcio
giro chi paga le tasse fino al- sì.
l’ultimo centesimo: sì agli inInfine troppo calcio in teleteressi sulle rate, e sì anche al- visione fa male ai telespettatole pene di legge per chi non ha ri, soprattutto ai giovani. Il serversato l’Irpef, come era suo vizio pubblico credo che dodovere. E non ci sta male an- vrebbe rendere più popolari
anche gli sport meno spettacolari, in particolare quelli in
cui la tifoseria non coincide
con il fanatismo, e in cui gli atleti sanno gareggiare lealmente, riconoscendo i meriti a
chi li ha. Non so quanti ragazzi (e genitori) si chiedono
quante sono le probabilità di
diventare un grande campione, e se vale la pena di sacrificare tutto a questa eventualità.
Se le reti nazionali trasmettono solo sport spettacolo però
è difficile convincere i giovani
che iniziano una disciplina
sportiva che l’importante è
partecipare, non vincere a tutti i costi davanti alle telecamere.
PROGRAMMI SCELTI PER VOI da GdR
11 aprile
TEATRO
CONEGLIANO Mercoledì 14,
alle 21, al teatro Accademia “Cenerentola”, spettacolo di danza
con il Balletto Classico del Teatro Accademico di Stato di Mosca.
Musica di S. Prokofiev, coreografie di N. Kasatkina e V. Vasiliov. Ingressi: posti numerati 20
euro (I posti), 16 euro (II posti). Organizzano: Provincia di
Treviso, Amministrazione comunale, Arteven - Circuito Teatrale
Regionale, associazione “Amici del
Burkina” con il patrocinio della
Regione Veneto.
T eatro
13 aprile
C
inema &
domenica
In questa Pasqua color cremisi, i fiumi di sangue non sono esclusivo appannaggio della Passione di Mel Gibson: anche il film di Olivier Dahan versa un bel po’ di emoglobina, però il suo fine è totalmente diverso visto
che è necessaria per dare un po’ di colore al ritorno sulle scene dell’ispettore Niémans (Jean Reno) e delle sue indagini mistico-poliziesche. Il nostro eroe, coadiuvato da un giovane collega esperto in arti marziali, deve
confrontarsi con una setta che vuole dominare il mondo e che per farlo
ha bisogno di un libro scritto dallo stesso Gesù, che secondo alcune scritture rappresenterebbe il settimo sigillo, rotto il quale non ci sarebbe più
nessuna speranza di fermare il tanto strombazzato avvento dell’apocalisse.
Come nel precedente episodio i fiumi scorrono piacevolmente nel primo
tratto per poi trovare inaspettati ostacoli, rappresentati da una faciloneria
troppo accentuata nella non risoluzione finale, che li fanno deviare verso
un giudizio piuttosto critico. La regia è sincopata nel modo giusto e talvolta è così frenetica da trascinare lo spettatore nel suo vortice anche grazie ad un uso mai banale della macchina da presa. Gli scricchiolii maggiori si avvertono nell’intelaiatura di Luc Besson (produttore e sceneggiatore) che ha il difetto di non trovare il bandolo della matassa e il pregio
di alcune trovate divertenti, come il gruppo di persone che si credono i
dodici apostoli con tanto di esaltato che si spaccia per il redentore e finisce in ospedale, pagando così la sua blasfema interpretazione. (IDL)
lunedì
Regia: Olivier Dahan
Cast: Jean Renò, Benoît Magimel
martedì
I FIUMI DI PORPORA 2
Q
uello che sta avvenendo nel mondo del calcio credo che dovrebbe farci riflettere. Con i canali satellitari a pagamento e le partite trasmesse dalle reti generaliste, il calcio è sempre più un fenomeno
televisivo: ogni settimana ci sono circa sei partite oltre a quelle di campionato e agli impegni
delle nazionali. Ricordate il pupazzo simbolo del campionato
Italia ’90? Era un omino con la
testa a forma di pallone. Qualcuno disse già allora che non
era una buona immagine da
dare al mondo: oggi, se consideriamo gli ascolti delle partite, potrebbe rappresentare il
telespettatore tipo.
Le squadre accettano questa situazione da overdose nella speranza di ammortizzare
gli astronomici ingaggi dei calciatori con i diritti di trasmissione. E dato che è colpa di tut-
Domenica 11 aprile 2004
TV
P
revoli su Raitre alle 17.35.
io... Revolution. Su Italia
Su Raitre alle 20.50, Al1 c’è il film d’animazione
berto Angela presenta ULa grande storia di Dalisse: il piacere della
vide e Golia. Su Retescoperta, “San Pietro: i sequattro alle 23.25 va in ongreti della basilica”.
da La stanza di Marvin
Su Raiuno, alle 21 torna
di Jerry Zacks con Meryl
Fiorello con il varietà Stasera pago Streep e Diane Keaton (foto).
L
ce Kasdan su Retequattro alle 14;
il thriller classico La donna che
visse due volte di Alfred Hitchcock su La 7 alle 16.20.
Alle 15.30, su Raitre c’è una
nuova tappa della Coppa del
mondo di ciclismo, la ParigiRoubaix.
In serata, alle 20.30 su Italia 1
la commedia Rat Race con
Rowan Atkinson e John Cleese; il
western Il cavaliere della valle
solitaria di George Stevens su La
7 alle 20.45; la prima parte di Ben
Hur di William Wyler con Charlton Heston alle 21 su Retequattro.
I
Alle 14 La 7 presenta il classico
Luci della ribalta di Charlie Chaplin, in cui compare anche Buster
Keaton.
In serata, alle 21, Raiuno presenta la commedia La carica dei
102 con Glenn Close e Gérard Depardieu; su Canale 5 c’è invece il
drammatico Un sogno per domani di Mimi Leder con Kevin Spacey e Ratequattro trasmette la seconda parte di Ben Hur. Più tardi,
alle 23.15, per Appuntamento con
la storia, Alessandro Cecchi Paone presenta “La fine dei Romanov”
e “La caduta del muro di Berlino”.
A
alle 15.50 Federico Taddia presenta i video girati dagli
studenti in Screen Saver,
alle 16.10 è la volta delle
Storie del Fantabosco
e alle 16.30 c’è La melevisione.
In serata, alle 21, Rai-
due trasmette il film d’azione per
adulti Il quarto angelo di John
Irvin con Jeremy Irons; mentre
su Retequattro Sylvester Stallone è Rambo nel dramma di Ted
Kotcheff, e su Raitre Giovanni
Floris guida il dibattito di Ballarò.
L
Telefilm anche su Retequattro alle
21, “Un delitto inutile” e “Un cadavere sconosciuto” della serie Siska.
Su Raiuno Pippo Baudo presenta il
Premio David di Donatello, l’equivalente italiano degli Oscar. Mentre
Raidue presenta il film fantastico Al
di là dei sogni con Robin Williams.
Alle 21.30 su La 7 Valerio Massimo
Manfredi si occupa della storia di “Enigma”, la macchina usata dai tedeschi per criptare i messaggi segreti in
Stargate.
Nella notte, all’1.45, Retequattro
presenta l’opera prima di George Lucas, L’uomo che fuggì dal futuro.
U
Avventura classica anche nel film
del pomeriggio, alle 16.20, su Retequattro, Scaramouche di George Sidney con Steward Granger.
In serata, alle 21, su Raiuno Terence Hill, Nino Frassica e Flavio Insinna
indagano in “Merce preziosa” e “Il dono” in Don Matteo 4. Carlo Lucarel-
li si occupa del “Mostro di Firenze” in
Blu notte su Raitre; Liam Neeson e
Ewan McGregor sono cavalieri Jedi in
Star Wars - La minaccia fantasma
di George Lucas su Raidue; e Fernandel e Gino Cervi si fronteggiano
per l’ultima volta in Il compagno Don
Camillo di Luigi Comencini del 1965.
G
Passaparola alle 18.20 su Cana- die Murphy, mentre su Italia 1 gli
le 5. In prima serata, sulinvestigatori di C.S.I. la stessa rete va in onda
Scena del crimine indail varietà Zelig Circus
gano su “È un omicidio?”
alle 21. Alla stessa ora su
e “Assassini per caso”.
Raitre si può vedere il
Alle 23.40 su Raitre, la
film poliziesco Uno
rubrica Sfide racconta
sbirro tuttofare con Edle storie dello sport.
er i mattinieri Rai Educational offre il film “Bellissima” di Luchino Visconti.
Susan Sarandon e Wynona Ryder sono fra le protagoniste di Piccole donne di Gillian Armstrong su
Canale 5 alle 16.05. Mentre Totò e
Franca Valeri interpretano Gli onoa Messa dalla basilica di
San Pietro con il messaggio pasquale del Papa e la benedizione “urbi et orbi” va in onda su
Raiuno alle 10.20.
In caso di pioggia, Pasqua ha
buone offerte cinematografiche: il
western Wyatt Earp di Lawrenn mattinata Raitre presenta
due film per tutta la famiglia,
Totò cerca casa di Steno e Mario
Monicelli alle 9.15 e il fantascientifico Navigator di Randal Kleiser alle 10.35. Alle 10.30 su Italia 1 c’è Elijah Wood (Frodo) in Genitori cercasi di Rob Reiner.
lessandro Di Pietro (foto) si occupa dell’andamento dei
prezzi del mercato in Occhio alla spesa su Raiuno alle 13.
Il pomeriggio di Raitre
è dedicato ai più piccoli:
a carriera di un sindaco di New
York degli anni Venti è ricostruita in Giacomo il bello di Melville
Stevenson, con Bob Hope e Vera Miles, su La 7 alle 14.
Nel pomeriggio di Raitre ci sono i
documentari di Geo & Geo, dalle 17,
presentati da Sveva Sagramola.
n’indagine di Sherlock Holmes, chiamato dalla famiglia
reale, in Senza indizio di Thom Eberhardt, con Micheal Caine, su La 7
alle 14.
Alla stessa ora su Italia 1 c’è il cartone “La corona di Gengis Khan” per
le avventure di Lupin III.
rergory Peck è un pilota
inglese nel film di guerra
Pianura rossa di Robert Parrish del 1954, su La 7 alle 14.
Alle 16 su Retequattro, Frank
Sinatra è Il colonnello Von
Ryan, diretto da Mark Robson.
Gerry Scotti (foto) presenta
Schegge di Storia
Curiosando
I consigli del medico
a cura della dottoressa Caterina Bisol
Le uova, una valida fonte nutrizionale
L
a tradizione vuole che nel periodo
pasquale non manchino le uova sopra le nostre tavole, uova di cioccolato dalla carta variopinta e dalle misteriose sorprese. Ma io preferisco quelle sode che
da bambina dipingevo con gli acquerelli o che la mamma colorava cuocendole con la parte esterna delle cipolle rosse.
La consuetudine di mangiarne o di offrirne come augurio risale ad antichi riti pagani propiziatori che consideravano l’uovo
simbolo di fertilità e di risveglio
della natura.
L’uovo come alimento rappresenta una valida fonte nutrizionale essendo ricco di molti principi ben bilanciati tra di loro. Ci sono lipidi, proteine, vitamine e sali minerali mentre mancano del
tutto i carboidrati.
Le uova sode rispetto alla frittata sono
più digeribili, meno caloriche e conservano meglio le proprietà degli elementi utili come le vitamine che vengono denaturati in misura minore. Per il ricco apporto
di aminoacidi sono consigliate agli sportivi, ai bambini ed agli anziani. Le
uova sono indicate inoltre per chi
soffre di piaghe o ulcere perché
favoriscono la riparazione dei tessuti. Fanno bene al fegato e stimolano la contrazione della cistifellea che libera la bile utile alla
digestione con l’avvertenza, per
chi soffre di calcoli biliari, che tale contrazione potrebbe scatenare una dolorosa colica.
Merita segnalare, infine, come anche i
soggetti con elevati valori di colesterolo
possano consumare uova, naturalmente
con moderazione e alternandone l’uso con
altri alimenti contenenti grassi animali come i formaggi o la carne.
C. S. Martino: 1971
l’incendio della chiesa
L
a chiesa di Col San
Martino sta festeggiando in questi giorni il
centenario della sua esistenza. La sua storia però
non è stata affatto tranquilla: dopo le vicissitudini delle due guerre, infatti, l’edificio fu vittima di un incendio che lo distrusse quasi
per intero.
La notte del 19 novembre 1971, in tarda serata, era scoppiato un violento
temporale accompagnato
dal suo tradizionale corollario di raffiche impetuose,
tuoni e fulmini. Pochi minuti
prima di mezzanotte un fulmine si abbatté sul tetto della chiesa, colpendo la cresta
del tetto proprio sopra l’abside: si scatenò l’inferno. Il
tetto, coevo alla chiesa stessa, che era stata costruita
nel 1904, era costituito da
travature, cornicioni, impalcature e coperture rea-
lizzate interamente in legno
impregnato, rese ancora più infiammabili da un lungo periodo
di siccità. Il fuoco si propagò
con una rapidità impressionante: in breve l’intera copertura della chiesa era in fiamme.
In uno dei muri perimetrali era
inoltre infissa una coppia di granate risalenti alla prima guerra
mondiale, che aveva colpito la
chiesa senza però scoppiare;
chiaramente le fiamme dell’incendio ne provocarono il brillamento, che venne così ad incrementare l’entità già grave
dei danni. Non appena i residenti si accorsero dell’incendio
venne fatta suonare la campana come segnale di allarme e
vennero allertati i Vigili del fuoco, che inviarono a Col San
Martino le unità di Montebelluna, Conegliano e Treviso. Poco dopo l’arrivo dei pompieri la
porzione di tetto che sovrasta-
va il coro, già danneggiata
dal fulmine, rovinò all’interno della chiesa in una nuvola ardente, cosa che complicò ulteriormente le operazioni di spegnimento; finalmente in tarda mattinata del
giorno seguente le fiamme
vennero domate, senza danni per gli edifici circostanti.
L’immediata stima dei
danni parlava di 100 milioni
di lire di allora, somma che
presto venne aggiornata considerando il valore della decorazione, degli arredi e dell’organo della chiesa, che erano stati distrutti al momento del crollo del coro.
Tuttavia, grazie a quanto raccolto negli anni successivi, i
danni vennero riparati e ora
la chiesa si presenta nuovamente in tutto il suo splendore.
Andrea Santorio
L’atlante dei sapori
Il capretto di Piol
«P
otevano essere le sette di sera quando fu di ritorno a Refrontolo. Attigua
all’Ortskommando era l’osteria che portava il nome di “Antica Trattoria Piol” e sulla porta dell’osteria poi, era stata attaccata
una tabella di cartone coll’iscrizione ungherese: “Orszoba” (Corpo
di guardia). L’umore gaio,
ridente e rumoroso del piccolo villaggio italiano s’era
fatto rigido, ostile, per le innumerevoli iscrizioni militari in lingua straniera, per
le armi immagazzinate nei
locali del corpo di guardia.
Era il 10 giugno del 1918».
Così Lajos Zilahy ne “Il disertore”, il più celebre romanzo ungherese sulla
Grande Guerra. Si sussurra che proprio in virtù di
questo libro sia giunto dai
Piol addirittura Ernest Hemingway. La presenza, qui a Refrontolo, del grande americano sarebbe documentata da una rara fotografia che ora si va cercando in polverosi bauli abbandonati sulla soffitta del vecchio locale, oggi “Antica Osteria al Forno”.
Trattoria, oggi come ieri, ancora dei Piol,
nella fattispecie di Mario, che consapevole d’essere su ed entro un luogo della sto-
ria, mantiene salda anche la tradizione in
cucina, tanto da seguire, come gli avi, rigorosamente i ritmi delle stagioni. Onde
per cui a Pasqua, ieri come oggi, fa e ripropone, fra il diverso altro, il “capretto al
tarassaco” con carni del luogo e l’erbaggio
(“radicèe”) dei vicini colli.
Un bel piatto, ma che in quegli ormai lontani giorni di
guerra, se c’era, si serviva
sicuramente solo e soltanto
all’alto comando! Ecco ricetta e segreti. Si cominci
col fare a pezzi un capretto
già pulito, marinando poi la
carne per una notte intera
in vino bianco e secco, con
spicchi d’aglio, alloro, rosmarino e qualche chiodo di
garofano. «Una volta sgocciolati e conditi con olio d’oliva, burro e gli aromi della
marinatura, i pezzi di capretto vanno infornati per un paio d’ore a 180°, e a cottura quasi completa – commenta Mario – metterci
sopra il tarassaco, già lessato e saltato in padella con burro e cipolla».
Il piatto va servito con polenta gialla, ben
calda, anzi fumante, ma morbida, meglio se
di Marano Vicentino, e ancor meglio se macinato grosso. (MS)
CENEDA: Carmelo Dalla Torre
da 35 anni portinaio del Seminario
È
in Seminario, a Ceneda, da ben 35 anni. Non ha però ancora messo veste, eppure è amato, conosciuto, stimato. A lui si
confida più che volentieri anche qualche
intimo segreto, qualche speranza. Ma non
è confessore, è semplicemente l’ormai mitico Carmelo, portinaio storico, ma anche
custode, e all’occorrenza factotum. Carmelo nasce il 19 luglio del 1928 a Fontanelle in casa Dalla Torre, famiglia di semplice, ma robusta fede, che ha dato a Dio e
alla Chiesa due figlie (sorelle gemelle del
nostro caro Carmelo), oggi all’Istituto del
Santo Volto di San Fior, rispettivamente
suor Celinia, che è pure superiora, e suor
Placidia.
Con Carmelo ancor piccolo, la famiglia si
trasferisce a Tempio di Ormelle, e qui il nostro resta per 40 anni, imparando il mestiere di agricoltore e mettendo su famiglia
con Luigia Gardenal, che gli
ha dato quattro figli (Domitilla, Luciana, Angelo e Giovanni), oggi tutti sposati, onde per cui è nonno felice di
ben 7 nipoti.
Carmelo Dalla Torre approda in Seminario per assistere nella malattia il vescovo
Fortunato Zoppas di Scomigo, e alla morte del presule,
VITTORIO VENETO / SAN MAMANTE
Vittorio: la chiesetta di San Mamante
I
n località Piadera sulla collina sovrastante l’antica pieve di Sant’Andrea svetta la piccola chiesa dedicata a
San Mamante. Le sue origini affondano
in tempi lontanissimi, così come la devozione locale che risale ai tempi del
Medioevo. Per molti secoli
il santuario fu l’unico della
diocesi e per questo mèta
di numerosi pellegrini. Al
Santo ricorrevano genitori
per chiedere la protezione
dei loro bambini e la difesa
dai rettili velenosi. Ancor
oggi, molte sono le gestanti e le nutrici che salgono
sul colle per chiedere la grazia di una maternità sicura
e serena. San Mama (questo è il suo nome originale)
è tra i santi più popolari dell’Oriente Bizantino che morì decapitato nel 275 sotto l’imperatore Aureliano, per essere
stato uno strenuo difensore della fede
cristiana. Se in Oriente è soprattutto invocato come protettore del bestiame, in
occidente è stato eletto patrono delle gestanti e delle
nutrici (la tradizione vuole che sia stato
allattato da bestie feroci che, ammansite, sostavano all’ingresso della sua grotta).
San Mamante, mèta del turismo devozionale popolare, è invocato dal 1975
anche come patrono dell’ecologia. Un
tempo veniva festeggiato il 1º settembre, poi nell’ottava di Pasqua, negli ultimi tempi la sua festa è stata spostata
la prima domenica di maggio quando
nella parrocchia di Sant’Andrea viene
celebrata la festa della famiglia. In questa occasione, salgono su uno dei più
bei colli della città moltissime famiglie
per pregare insieme e rimanere in contemplazione della natura.
La chiesetta seicentesca, visibile da
tutta la città (anche se una fitta vegetazione la nasconde parzialmente allo
resasi vacante la portineria, ne assume l’incarico, che tuttora mantiene e che oggi
condivide col figlio Giovanni, giacché si va
continuativamente dalle 7.30 alle 20.
In tutti questi tanti anni, Carmelo ha visto
crescere oltre 200 preti novelli, e ha conosciuto ben 5 vescovi: dall’indimenticato
e indimenticabile Albino Luciani (poi papa) ad Antonio Cunial, Eugenio Ravignani, Alfredo Magarotto fino all’attuale Giuseppe Zenti.
Carmelo di ricordi ne ha tanti, anzi tantissimi, ma ama ritornare su un episodio vissuto in vescovado, quando c’era Luciani in
partenza come patriarca di Venezia, e a cui
aveva predetto fra il serio e il faceto che avrebbe messo pure la veste bianca di Pontefice. Luciani, altrettanto faceto, annuì sorridendo, precisando che dovendo recarsi
di lì a breve in Africa si sarebbe senz’altro
vestito di bianco! Le cose
poi andarono come ben sappiamo, e Carmelo proprio
non scorda, non dimentica!
La storia potrebbe chiudersi qui, ma Carmelo vuole salutare con affetto dalle colonne de L’Azione l’altra sua
grande famiglia ovvero il Seminario.
Mario Sanson
sguardo), si presenta ancora in buono
stato. La sua ubicazione tuttavia non è
quella originale. Alcune fonti storiche
la indicavano a qualche centinaio di metri più a nord. Monsignor Augusto Campo Dell’Orto nel libro: “La chiesa di San
Mamante” scrive che “andata in rovina,
fu ricostruita e probabilmente ampliata
sul posto attuale nel 1673 dal nobile abbate Rocco Laurenti, arciprete della prima e principal pieve di Sant’Andrea”.
L’interno, sobrio, si presenta decorato
da numerosi dipinti. Sulla parete di fondo “l’albero della Croce” con il volto di
Cristo è opera di monsignor Campo Dell’Orto parroco per trentasei anni della
pieve. Nelle pareti laterali invece alcune rappresentazioni bibliche e grafie sulla flora e sulla fauna locali completano
il ciclo di dipinti dell’autore vittoriese
Luigi Cillo.
Francesca Gallo
CMYN
CMYN
24
e
IN CHIESA
NELLA VEGLIA PASQUALE
V
iene acceso in un
braciere fuori dalla
chiesa all’inizio della Veglia
pasquale, la “madre di tutte le veglie”, nella quale si
celebra la Risurrezione di
Gesù. Nella preghiera di
benedizione viene detto
“fuoco nuovo”. Sarebbe da
accendere con la pietra focaia. Fuoco è segno di calore e di vita: la vita nuova
di Gesù risorto che sconfigge il freddo della morte.
“Sono venuto a portare il
fuoco sulla terra e vorrei
che si accendesse”, ha detto Gesù.
Il fuoco
L’alfa
e l’omega
S
ul cero pasquale
vengono incise le
due lettere greche alfa
e omega, la prima e l’ultima di quell’alfabeto,
poste sopra e sotto l’incisione della croce e il
numero dell’anno in
corso. Questo vuole significare che Cristo è il
principio e il compimento della storia umana: “A lui appartengono il tempo e i secoli”, dice il celebrante
mentre traccia le due
lettere.
Il colore
bianco
È
il colore tipico
della Pasqua ed
esprime gioia e luce.
Bianchi sono i paramenti del tempo pasquale e bianche le vesti dei battezzati, segno della vita nuova e
santa di cui sono rivestiti. La seconda domenica di Pasqua, cioè
la prima dopo la festività, è detta “in albis
(depositis)”, ossia nelle (vesti) bianche deposte, perché quel
giorno i neo battezzati deponevano la veste battesimale
che avevano ricevuto durante il battesimo nella notte di
Pasqua e che da allora tenevano indosso.
e
L’AZiON
Domenica 11 aprile 2004
La
processione
dei fedeli
con i ceri
I
l cero pasquale è
portato dal celebrante in chiesa cantando “Cristo, luce del mondo” e dietro ad esso si raccolgono i fedeli che a mano a mano che il cero avanza accendono da esso
i loro ceri. Cristo risorto,
luce del mondo chiama
tutti alla sua sequela perché solo con lui è possibile affrontare le tenebre
del mondo.
L’AZiON
Domenica 11 aprile 2004
I simboli della nostra Pasqua
tra fede e tradizione
A Pasqua la liturgia è assai
ricca di simboli.
Li vediamo sempre.
Ma qual è il loro significato?
Perché a Pasqua colomba e
uovo dominano sulle tavole
e nelle decorazioni?
Guida alle nostre tradizioni
Il cero
pasquale
La colomba
di pace
PASQUA
NELLE CASE E NELL’ARTE
È
il simbolo per eccellenza
della Pasqua. Viene acceso dal fuoco nuovo. È portato all’interno della chiesa mentre tutte le luci sono spente. Ci riporta
a Gesù, che è la luce del mondo
e “splende nelle tenebre, ma le
tenebre non l’hanno accolta”,
come dice Giovanni nel prologo
del suo Vangelo. Gesù stesso si
definisce luce del mondo.
Il cero verrà tenuto acceso in
tutte le celebrazioni dei 50 giorni della Pasqua. Si accende anche durante le celebrazioni di
battesimi e funerali nell’intero arco dell’anno.
L’acqua
La bandiera
bianca e rossa
D
urante la Veglia è benedetta l’acqua del fonte battesimale (oppure di un recipiente posto nel presbiterio) con la quale viene celebrato il sacramento del
battesimo. Ci dovrebbero essere, infatti, sempre dei battezzandi in questa celebrazione pasquale. L’immersione
nell’acqua indica la partecipazione alla morte e alla risurrezione di
Gesù attraverso
la quale anche il
credente rinasce
a vita nuova.
Con quest’acqua sono aspersi
anche i partecipanti alla celebrazione i quali
sono invitati poi
a portarne nelle
proprie case.
F
u una colomba a
uscire dall’arca di
Noè al termine del diluvio
universale e a farvi ritorno,
incolume, perché il diluvio era
finito e tornava la pace tra Dio e
gli uomini. Da allora la colomba, insieme all’ulivo, è simbolo di pace.
Ma la colomba è anche immagine dello Spirito Santo
che Gesù Risorto dona ai suoi apostoli la sera di Pasqua.
L’unico
momento
in cui
le campane
tacciono...
al “gloria” della messa
“cena del Signore” del
Giovedì santo fino al “gloria”
della Veglia pasquale le campane delle chiese tacciono, in segno di lutto e di dolore.
In Russia il giorno di Pasqua
le torri campanarie sono aperte
e tutti possono entrare e suonare le campane.
L’agnello
Particolare dalla “Risurrezione” di Piero
Della Francesca
L’
L
a bandiera bianca o
argento con una croce rossa sopra si trova talvolta nelle immagini della risurrezione, portata dall’Agnello o da Gesù che esce
dal sepolcro. Questa bandiera rappresenta la crocifissione di Cristo (la croce,
e il rosso che riporta al sangue), ma anche la sua risurrezione con la vittoria sulla morte (il bianco dello sfondo, colore della Pasqua).
L’ulivo
D
Particolare dalla “Madonna con l’Agnello” di Raffaello
agnello è il grande segno pasquale degli ebrei legato alla notte dell’esodo. In quella notte ogni famiglia sgozzò un agnello, con
il suo sangue segnò la porta, in modo che l’angelo sterminatore non
entrasse, e lo mangiò prima di partire.
Per i cristiani quell’agnello è la
prefigurazione di Gesù. Così lo
chiamò Giovanni Battista quando lo
vide la prima volta e così continuiamo a chiamarlo noi.
L’agnello arrosto è il piatto tipico
della Pasqua anche per i cristiani.
Perché il Lunedì dell’Angelo
si chiama così?
L
unedì dell’Angelo: si chiama così il lunedì
successivo alla Pasqua, per ricordare l’incontro dell’angelo con le donne accorse al sepolcro di Gesù, quando disse loro: “Non abbiate
paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non
è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28, 5-6).
L’
ulivo è legato alla celebrazione della domenica “delle
palme”, ma il suo significato va oltre
quella circostanza ed è simbolo di pace e quindi simbolo pasquale.
Una leggenda narra che
sulla tomba di Adamo sia
nato un ulivo dal quale la
colomba, uscita dall’arca di
Noè dopo il diluvio, aveva
staccato un ramo per indicare la fine del castigo divino.
Inoltre si tramanda anche che la croce di Gesù
fosse fatta di ulivo.
L’uovo
L’
uovo è simbolo di
nascita, vita e fecondità e in questo senso
è entrato nella tradizione
della Pasqua cristiana. Ma
è anteriore ad essa: veniva,
infatti, usato nelle celebrazioni della primavera,
rinascita della natura, già
nell’antico Egitto.
In Europa orientale, come da noi in passato, le uova vengono benedette in
chiesa.
In passato le uova erano
assai frequenti sulle tavole a Pasqua anche perché
durante la Quaresima la
Chiesa ne vietava il consumo, al pari della carne.
Si ravvisa nell’uovo l’origine, ma forse anche l’unione dei quattro elementi fondamentali della natura: il guscio per la terra; la
membrana per l’aria; l’albume per l’acqua; il tuorlo
per il fuoco.
La colomba
...dolce
S
i racconta che il primo a preparare un pane
dolce a forma di colomba sarebbe stato un
pasticciere di Pavia, nel giorno di Pasqua del 750
d.C. Voleva donarlo, in segno di pace, al re longobardo Alboino, che si stava accanendo sulla
città. L’animo del re longobardo sarebbe stato
commosso a tal punto dall’umile gesto da desistere dai propri bellicosi propositi.
Il coniglietto
P
erché il coniglietto compare in tante
decorazioni pasquali?
In realtà dovrebbe
essere una lepre, che
già dai primi tempi del
cristianesimo era simbolo
di Cristo. Egli, infatti,
di sé aveva detto “le
volpi hanno una tana
e gli uccelli un nido,
ma il Figlio dell’uomo
non ha un posto dove
poter riposare” (Lc 9,
58); allo stesso modo,
anche la lepre non ha una tana né una casa.
Inoltre la lepre cambia il colore del suo
manto con la bella stagione: questa immagine fu indicata
da sant’Ambrogio come simbolo della risurrezione.
Ma il coniglio è associato alla rinascita della natura e
alla primavera anche al di fuori della cultura cristiana.
dai
Nostri Paesi
Vittorio V. ANCHE IL COMUNE SI CANDIDA AD ACQUISTARE
OPERATORI & FORANIA
Carmelitani: trattative per cedere a Prepariamo i corsi
una realtà cattolica attiva nel sociale per animatori Grest
L
C
hi abiterà l’ex
convento dei
Carmelitani?
Già da mesi, infatti, è
stato deciso dai frati, ormai in numero assai ridotto, di lasciare Vittorio,
abbandonando quindi sia
la chiesa di San Giovanni
Battista che l’attiguo grande stabile del convento.
Che fine faranno?
tuto alberghiero occuperà
con le sue classi una porzione del complesso almeno fino al giugno 2005.
Una realtà del mondo
della chiesa e del sociale - I Carmelitani hanno
La chiesa di San Giovanni - La chiesa sarà curata dalle parrocchie vittoriesi. La Curia avrebbe
anche diritto di prelazione
sull’acquisto dello stabile,
ma ha già dichiarato di
non essere interessata, anche per l’entità notevole
della spesa da sostenere.
Il Comune - Il sindaco
Scottà aveva inizialmente
detto che il Comune era
interessato all’acquisto del
convento per realizzarci le
nuove scuole elementari e
materne di cui il quartiere
avrebbe bisogno. Ma successivamente ha cambiato orientamento: ora pare
che la nuova scuola sorgerebbe a Forcal, su un
terreno da acquistare da
privati.
E il convento? «Potremmo destinarlo a sede
LITURGIE
La Via Crucis
storica
e la Via Crucis
giovane
L
a tradizione e la novità. Spiccano questi due estremi nel programma di celebrazioni
del triduo pasquale che
tutte le parrocchie vittoriesi celebreranno.
La tradizione è la Via
Crucis che salirà a San
Paolo, ripercorrendo nella preghiera delle quattordici stazioni i quattordici capitelli che dai Pala-
VENERDÌ 9 APRILE
In tutte le parrocchie celebrazioni
della Passione del Signore e della
Via Crucis. In particolare:
- alle 20.30 Via Crucis a San Paolo della parrocchia della Cattedrale, e nella chiesa di Meschio “Immagini della Passione di Gesù
2004”, Via Crucis a cura dei giovani di Carpesica (Vedi articolo sopra).
- alle 20.30 a Santi Pietro e Paolo Via Crucis dei testimoni, con l’animazione dei giovani.
si salgono alla chiesa in cima al colle (nella foto sotto).
La Via Crucis sarà presieduta per la prima volta dal
vescovo Giuseppe; presteranno come sempre servizio gli Alpini vittoriesi.
Tradizione è anche la
Veglia pasquale in cattedrale, guidata dal Vescovo
e con la celebrazione del
In patronato della Cattedrale, alle
20.45, “Malli - La terrorista” film
indiano per il ciclo “Altri popoli, altre culture, altri film”. Ingresso gratuito.
SABATO 10
Veglie di Pasqua in tutte le parrocchie.
Alle 22 il Vescovo presiede in cattedrale la Veglia pasquale con il
conferimento del sacramento del
battesimo a 17 adulti.
delle associazioni o del
quartiere» ha azzardato
Scottà al Gazzettino. I destinatari certamente apprezzerebbero. Inevitabile però un certo scetticismo sulla fattibilità dell’operazione, sintetizzabile
in: il Comune ha la disponibilità economica necessaria? In ogni caso, stando
agli accordi vigenti l’isti-
battesimo di sette adulti.
Si inizia alle 22 di sabato.
Novità è invece la Via
Crucis che si svolgerà il
Venerdì santo alle 20.30 a
Meschio. Si tratta della
rappresentazione curata
dai giovani di Carpesica di
cui abbiamo parlato nello
scorso numero: una Via
Crucis in cui alle sofferenze di Gesù si alternano
le immagini a raffica delle
sofferenze di oggi, e scritte e musica che ci immergono nella riflessione. Nella foto a sinistra, il disegno
di Claudia Scottà che fa da
logo a questa originale Via
Crucis.
DOMENICA 11
È Pasqua.
Alle 11 in cattedrale messa solenne.
Nel pomeriggio, gioco della righea
nei campi a Vittorio e dintorni. Gioco e ristoro al patronato la Tenda
della parrocchia di Santi Pietro e
Paolo. (Vedi articolo a pag. 7)
LUNEDÌ 12
Pasquetta. Per tutte le iniziative a Vittorio e dintorni, vedi lo
speciale a pag. 7.
Partenza alle 14 per la passeggiata di Pasquetta a San Lorenzo in
borgo Castagnè organizzata dalla
Pro Vittorio. “Andar per borghi a
visitar righee”: due pulmini parto-
già fatto capire che vorrebbero che il loro convento rimanesse di proprietà e di impiego ecclesiale-pastorale.
Quale
realtà legata alla Chiesa o
comunque di ispirazione
cattolica, anche attiva nel
sociale, potrebbe esservi
interessata? Sono stati
contattati diversi potenziali acquirenti, non solo
nelle immediate vicinanze
di Vittorio, con cui sono in
corso trattative riservatissime, il cui sbocco potrebbe però non essere
lontanissimo.
Tommaso Bisagno
105 ANNI:
complimenti,
zia Catina!
V
ittorio ha avuto per
un giorno il sindaco più vecchio d’Italia. È
accaduto domenica 4
quando sullo scranno del
municipio si è seduta Caterina Nadai, per tutti zia
Catina. Questo è stato il regalo di Vittorio alla sua cittadina più anziana: domenica 4 la Catina di via Sabotino a San Giacomo ha
compiuto 105 anni. Nel pomeriggio ha ricevuto anche la visita del suo parroco, don Gabriele e del vescovo Giuseppe. Per otto
anni Catina ha lavorato come custode alla Casa Esercizi del Castello, avendo quindi la possibilità di
conoscere da vicino due illustri predecessori di Zenti: Giuseppe Zaffonato e il
futuro papa Albino Luciani.
no alle 14 da piazza Giovanni Paolo I ed effettuano il giro gratuito
di tutte le righee.
Alle 8.30 parte da piazza Pieve di
Bigonzo la “Marcia della colomba”.
MARTEDÌ 13
Alle 20.30 nella sede del Coordinamento delle associazioni di volontariato di via Carducci inizia l’itinerario formativo sulla comunicazione & il volontariato. Tema della
serata:“Una straordinaria voglia di
comunicare. Le basi della comunicazione interpersonale”.
MERCOLEDÌ 14
A palazzo Piazzoni è possibile visitare la mostra fotografica “Il Vitto-
e parrocchie della
città hanno deciso
di rinnovare il rapporto
con gli operatori: ovvero
Mirco Zambon, Benedetta
Talon e Serena Gheller,
che coordinano il progetto “Giovani nella comunità”.
È però calato il monte ore impegnato dagli operatori, mentre la parrocchia
di Costa ha deciso di ritirarsi dal progetto, anche
se comunque le iniziative
in programma si rivolgeranno a tutta Vittorio.
È in particolare sui giovani che cercherà di focalizzarsi in questa seconda
fase il progetto.
Anche per questo il terzetto di operatori sta incontrando tutti i gruppi
giovani per raccogliere le
loro indicazioni (il Progetto non è mai “calato
dall’alto!”) e per dir loro di
chiedere aiuto. Gli operatori cioè sono a disposizione dei giovani per aiutarli a organizzare e pensare iniziative: dal progetto artistico del “Limite” di
Carpesica, alla festa “Notte in Tenda” di Santi Pietro e Paolo, al week-end
assieme dei giovani di Costa e San Giacomo… fino
Mirco Zambon, uno degli operatori
alle esperienze estive da
programmare, come gli amatissimi “campeggi”.
Ma anche, naturalmente, i Grest!
A questo scopo, venerdì 16 alle 20.30 al patronato della Cattedrale gli
operatori vogliono incontrare tutti i responsabili e
gli animatori dei Grest parrocchiali, oltre ai referenti per il progetto di ogni
parrocchia.
L’obiettivo è quello di
replicare i corsi per animatori svolti l’anno scorso con grande successo di
partecipanti, in particolare
il corso per i più giovani,
fino ai 18 anni.
Per informazioni mandate un e-mail a [email protected] o a
[email protected].
(TB)
SUORE FIGLIE DI SAN GIUSEPPE:
festa per il Caburlotto a Venezia
D
omenica 18 le suore “Figlie di San Giuseppe”, fra cui
quelle che a Vittorio gestiscono il collegio San Giuseppe-scuola Santa Giovanna d’Arco, sono in festa. Celebrano, infatti, il decennale del riconoscimento di papa Giovanni Paolo II: nel 1984 affermò solennemente che don Luigi Caburlotto, fondatore delle “Figlie di San Giuseppe” aveva
“vissuto in modo eroico tutte le virtù cristiane”.Tutte le suore del Caburlotto e amici, collaboratori, ex alunni e alunni
d’oggi s’incontreranno a Venezia nella basilica di San Marco.
Lì alle 15 verrà ricordata la figura del venerabile Luigi Caburlotto con proiezioni, spettacoli e il concerto, tra gli altri,
della scuola di musica del collegio vittoriese; alle 16 la messa guidata dal cardinale Scola; poi il momento di festa in piazza San Marco. (TB)
riese di Giulio Marino”. Fino al 18
aprile, ogni giorno escluso il lunedì
dalle 15 alle 19.
Alle 21, nella sede del Cai a San
Giacomo, presentazione della gita
alla “Risina di Coltura” di domenica 18.
GIOVEDÌ 15
Alle 20.30, in biblioteca, conferenza dal tema: “La sicurezza dell’acqua dell’acquedotto comunale e la
buona prassi della razionalizzazione dei consumi” nell’ambito della
campagna “La vita è un… bidone” organizzata dal Comune.
VENERDÌ 16
Alle 20.45, al patronato di Ceneda
per la rassegna “Altri popoli, altre
culture, altri film”, proiezione di
“Kikujiro Nonatsu - L’estate di
Kikujiro” (Giappone). L’ingresso è libero. Organizza l’associazione Senza frontiere.
SABATO 17
Per le passeggiate di “Anziani al
passo con i tempi”, è prevista un’uscita con partenza alle 14.30 da
piazza Giovanni Paolo I con percorso alle Perdonanze, Col dea Stea,
San Lorenzo, Posocon. Accompagnatore il professor Guido Tonon.
Farmacia di turno: Costa, via Forlanini, telefono 0438-556628.
e
L’AZiON
Vittorio Veneto
Via Saccardo, Ceneda: un affresco va in degrado
Un capitello
da salvare
I
l cancello in legno
sbiadito, consumato, quasi rosicchiato in qualche punto fa intuire la presenza di uno
spazio all’interno, che farebbe pensare a tutt’altro
che a un piccolo luogo sacro. Un malconcio deposito attrezzi?
Tuttavia aprendo quel
malmesso cancello ci si ritrova ad osser vare una
struttura che può essere
considerata un sacello data la presenza di una parte che fuoriesce dalla muratura e che doveva essere un altare. A terra un acciottolato ancora originario, anch’esso dissestato.
Osser vando le pareti
ciò che subito colpisce è
la mano di un devoto o
buontempone: ha rifatto
alcune parti di decorazione, nonché il trucco o ha
modificato la capigliatura
alle immagini sacre con
moderni colori a cera.
L’affresco in estinzione - Dell’affresco quanto
rimane?
Sulle pareti laterali ben
poco. A sinistra solamente una parte della fascia
color rosso vinaccia che
incornicia la parte alta della parete, mentre si nota il
volto di una Madonna incorniciato da un resto di
velo bianco grigiastro. Al
di sopra la stessa fascia color vinaccia. Nella parte
centrale tre immagini sacre incorniciate in un lu-
IL FILOSOFO VITTORIESE: QUI LA POLITICA NON
HA IL CORAGGIO DI AFFRONTARE I PROBLEMI
Perissinotto ci striglia
I
ncontriamo Luigi Perissinotto, docente
di filosofia del linguaggio
all’Università Ca’ Foscari
di Venezia. Il professore
abita a Vittorio dall’84, ha
cominciato a frequentarla dal ’73 e si sente vittoriese a tutti gli effetti.
Da lui un’istantanea...
filosofica di Vittorio Veneto.
Vittorio
Veneto,
mentalità chiusa?
«Luogo comune. Non
certo peculiarità vittoriese. Vittorio rispecchia
piuttosto la mentalità del
nord».
Per i ser vizi Vittorio
è un po’ la bella addormentata?
«I trasporti! Ad esempio, la metropolitana di
superficie è una scelta regionale, al di là di Vittorio, ma le amministrazioni cittadine hanno spinto
poco. Un limite delle gestioni locali è che si è più
preoccupati del consenso
centrato sulla città che di
vedere la città inserita in
un contesto più alto. Ci si
preoccupa di più della
stradina asfaltata che del
ser vizio ferroviario funzionante».
Ha percepito un
cambiamento della
gente e dei costumi?
«Ho vissuto con sofferenza il passaggio dalle rivendicazioni di potenzialità locali, culturali ed economiche alla trasformazione di tutto questo
in elementi di rifiuto e di
chiusura. Di fronte a un
problema, per esempio
quello degli immigrati,
non si fa politica positiva,
non si affronta la questione. Si fa rimozione».
Allude al caso del
gruppo islamico a
San Giacomo?
«Sì! L’Amministrazione avrebbe dovuto attivarsi per trovare una soluzione alternativa e individuare uno spazio per i
musulmani di San Giacomo, non rimuoverli e basta. A Vittorio qualsiasi
questione diventa un problema di sicurezza, di polizia, di più controlli. Non
nego questi aspetti, ma
vanno accompagnati da azioni preventive. Altrimenti sono fallimentari e
miopi».
E la politica di questi anni?
«Manca la politica intesa come tentativo di risolvere i problemi».
Quale futuro per Vittorio?
«Vittorio ha molte potenzialità. A livello culturale il problema non è far
venire a Vittorio grandi
personaggi. Ci sono vittoriesi con competenze e
conoscenze. Bisognerebbe puntare su queste persone e su quello che possono dare alla città.
Scommettere, rischiare!
Smettiamola di amministrare avendo in vista solo il consenso degli amministrati, di farci condizionare dal breve termine, di percepire le critiche immediatamente come attacco politico».
Di che cosa ha bisogno Vittorio?
«Di politica nel senso
forte della parola, come
capacità di progettare un
modo di convivenza, di rischiare su questo e di vedere nei problemi una sfida e non semplicemente
una minaccia».
Angela Deganis
Domenica 11 aprile 2004
tronco a cui era legato il martire.
L’altare sottostante presenta solo nella
parte finale, a ridosso
quasi del pavimento,
alcuni resti di decorazione, essendosi
scrostato tutto il resto. Al di sotto di queste pitture parietali si
Il degradato capitello di via Saccardo. vede ben evidente la
Sotto, particolare dell’affresco nell’interno. muratura, in sassi cementati.
Il tetto (fortunatanotto circondato da una fa- mente) è stato rifatto in escia color giallo ocra con poca recente in agglomeuna decorazione orna- rato di cemento e ghiaino,
mentale.
e andrebbe realmente riAl centro la Madonna, fatto per rientrare nella tidalle forme rotondeggian- pologia.
ti, vestita con un abito coCome tutto il resto, d’allor vinaccia e da un velo tro canto, prima che si perbianco (annerito) che da definitivamente.
scende ad incorniciare il
Eppure non è un temvolto. In braccio il bambi- pietto abbandonato in una
no Gesù che tiene nella landa desolata. È un capimano sinistra un fiore ros- tello in via Saccardo, traso, forse una rosa. A sini- versa della trafficatissima
stra un santo in tunica co- via del Lavoro-Nievo-Gralor giallo spento e mantel- zioli, a Ceneda. Un capilo bianco, che ha in mano tello a cui migliaia di vitun bastone.
toriesi sono passati daA destra un robusto san vanti nel tempo... assiSebastiano trafitto dalle stendo impassibili al suo
frecce, ben visibili, e nel degrado. La stessa sorte
punto in cui sono confic- capitata (e da noi segnalacate scende un piccolo ri- ta) anche al capitello di via
volo di sangue. Dietro a San Fris.
san Sebastiano alcune foInter veniamo o attenglie verdi e una parte co- diamo che si sbriciolino?
lor marrone che in origine È solo questione di tempo.
potrebbe essere stato il
Isabella Mariotto
29
SERRAVALLE
I giovani
s’inventano la
“Colombola”
A
tutto gas!
Proseguono di
slancio le attività del
Gruppo animatori Serravalle. Anche a Pasqua, come a Natale, scelgono di
dedicarsi agli anziani. E se
c’era stata la “Panettombola”, ora – domenica 18
– tocca alla “Colombola”.
L’idea è sempre la stessa: tutti invitati in patronato per un pomeriggio di
festa. I giovani del Gas estraggono i numeri della
tombola: dagli ambi ai
tombolini, i premi sono opere realizzate dalle mani
(e dalle capacità artistiche) degli stessi animatori. E di contorno, il dolce
di stagione (panettone o
colomba), i goti de vin, e
ancor di più i canti e la
compagnia.
E i fondi per organizzare la Colombola? Anch’essi frutto delle mani
del Gas: li hanno raccolti
vendendo fuori dalla chiesa, domenica 22 febbraio,
le torte da loro confezionate.
Tommaso Bisagno
30
LA RICHIESTA IN UN DOCUMENTO UNITARIO
La Comunità Montana
vuole maggiori poteri
D
ate più competenze alle Comunità Montane! La richiesta, sottoscritta da tutti i consiglieri della
Comunità Montana delle
Prealpi Trevigiane e dai sindaci, verrà spedita nei prossimi giorni a Venezia e a Roma. A sollecitare questa presa di posizione il capogruppo di opposizione Luigi Meneghin subito sostenuto dai
colleghi di maggioranza.
«Nel consiglio della Comunità siedono 49 consiglieri in rappresentanza di
16 Comuni: nessuno meglio
di questa assise può conoscere il territorio. Partendo
da questa considerazione
abbiamo deciso di muoverci per chiedere agli enti sovraordinati maggiori poteri
– spiega il presidente dell’ente Giampiero Possamai
–. Penso, in particolare, ad
alcuni settori in cui già siamo molto attivi: gli interventi oggi delegati ai servizi forestali, le attività tipiche
di nicchia, il turismo».
«La Comunità Montana
con le attuali risorse a di-
S
ono giunte a quota
undici le edizioni del
torneo benefico di Pasqua
che dal 7 al 10 aprile si gioca nella palestra della scuola media di Cordignano. Protagonista sarà il calcetto a
cinque e le squadre della categoria esordienti dai 10 ai
12 anni. Le formazioni che
si sfideranno in campo saranno il Cordignano, San Michele Salsa, Costa, Cappella
Maggiore, San Fior, Cavolano, Liventina, San MartinoC.
Le otto squadre giocheranno in due gironi. A curare la
regia sarà l’assessorato alla
sport in collaborazione con
l’associazione Calcio Cordignano e l’associazione “Amici di Roncada”. Quest’ul-
sposizione
non ha senso
di esistere –
sostiene Meneghin –: il
suo bilancio
si aggira sui
4 miliardi di
vecchie lire,
vale a dire
meno del più
piccolo Comune rientrante nel territorio della Comunità stessa.
E buona parte dei soldi se
ne vanno per far funzionare
la struttura! Oltre alle deleghe qui servono soldi. Dobbiamo chiederli allo Stato,
cco gli ultimi provvedimenti approvati dalla Giunta della Comunità
Montana delle Prealpi: approvazione del progetto Agri on Tour
2004 predisposto dalla Comunità Montana delle Prealpi e dalla Comunità Montana del Grappa per una spesa complessiva di 162 mila 293
euro ammissibile a finanziamento nella misura massima dell’80%; finanziamento, in concorso con la Provincia, dell’intervento di miglioramento
boschivo dell’area in località Case Todesco in Comune di Tarzo (importo complessivo: 21 mila 167 euro); pubblicazione del diario del
soldato austriaco Hans Oberhuer curato da Paolo Martorel, presidente della Commissione cultura della Comunità Montana, e Tatiana Santin (spesa complessiva 3 mila 825 euro): stanziamento di 5 mila euro
per i lavori di sistemazione della strada silvo-pastorale Drio Corghe
(spesa complessiva 13 mila 885 euro) a Fregona.
E
CALCETTO
Otto squadre
partecipano
al torneo
di Pasqua
ELETTRODOTTO E ANTENNE,
I RISCHI PER LA SALUTE
I
l rischio di trovarsi
con un potente elettrodotto a un passo da casa e la proliferazione di
antenne per telefonini
hanno creato
non poco allarme tra la gente
di Cordignano.
Ecco allora il
motivo della
serata per saperne di più su
elettrodotto e
antenne per telefonini promossa dall’assessorato all’Ambiente e dalla Biblioteca di Cordignano. Dei
possibili effetti dei campi
elettromagnetici sulla sa-
alla Regione e
alla Provincia».
Meneghin se la
prende con gli
assessori regionale e provinciale al Turismo: «Floriano
Prà dirotta gran
parte dei soldi
Luigi Meneghin della Regione
sulla “sua” Belluno mentre Marzio Favaro ha annunciato di avere 5
miliardi di vecchie lire a disposizione per iniziative turistiche: perché non ne dà
una parte alla Comunità
Montana?». (FC)
Le ultime decisioni della Giunta
tima devolverà parte dei proventi del torneo all’Associazione italiana leucemie (Ail)
e a Cordignano sarà presente proprio la responsabile provinciale Teresa Pelos.
Sabato 10 aprile, durante
la cerimonia di premiazione
che avrà luogo alle 17, l’Amministrazione comunale di
Cordignano premierà chi
pratica lo sport con impe-
lute e sull’ambiente parleranno, giovedì 15 aprile
alle 20.30 al teatro comunale di Cordignano, Livio
Giuliani, direttore Ispel
Veneto, Gennaro Digiovannantonio, medico responsabile Conacem,
e Michele Boato, direttore
dell’Ecoistituto Veneto. L’iniziativa è legata all’istituzione del Distretto per
l’eccellenza ambientale
(Dea) promosso dai Comuni di Cordignano, Orsago e Godega.
Dibattito a
Cordignano
giovedì
15 aprile
e
L’AZiON
Vittoriese
Domenica 11 aprile 2004
gno, con senso agonistico ottenendo risultati non solo a
livello giovanile, ma anche
amatoriale, nel rispetto delle regole sportive. Verrà inoltre premiato il volontariato e in particolar modo
quelle persone che operano
nell’ambito sociale mettendo a disposizione il loro tempo libero.
CORDIGNANO:
Due serate
sul Petrarca
P
er “Incontri di letteratura 2004”, assessorato alla Cultura e
Biblioteca civica di Cordignano
presentano
“Francesco Petrarca nel
VII centenario della nascita”. Due gli incontri
nella sala teatrale E. Francesconi, alle 20.30: venerdì 16 aprile “Petrarca
e la pace”, relatrice Daniela Goldin della facoltà
di Lettere e Filosofia di
Padova; venerdì 23 aprile “Immagini della natura in Petrarca”, relatore
Adriano Calzavara del liceo scientifico “G. Berto”
di Mogliano. Ingresso libero.
CAPPELLA: SEI INCONTRI
SU SICUREZZA E SALUTE
CAPPELLA
Giovane
padre
muore
a 46 anni
A
ncora una volta un
male incurabile ha
spezzato una giovane vita:
quella di Valerio Casagrande di 46 anni di Cappella
Maggiore, scomparso sabato 3 aprile. Originario della frazione di Anzano, Valerio Casagrande era giunto a
Cappella Maggiore negli
anni Ottanta, allorché aveva fatto edificare la residenza di famiglia in via Crispi, frutto di tanti anni di lavoro all’estero come gelatiere, professione che aveva
intrapreso sin da giovane e
che ha continuato a condurre finché non è stato travolto da una patologia molto rara. Valerio Casagrande
lascia la moglie Giuseppina
e la figlia Silvia. (RP)
L’
assessorato alla Cultura e la Biblioteca civica di Cappella Maggiore organizza una serie di incontri sul
tema “Sicurezza e salute”. Il primo appuntamento è per giovedì 15 aprile con l’intervento di professor Pierluigi Piai su
“La sicurezza in casa”; saranno analizzati gli eventi calamitosi che si possono verificare entro le mura di casa e verranno dati degli utili suggerimenti per gestire le emergenze in ambito familiare. Giovedì 22 aprile Nello Bacchin si soffermerà su “Il buon dormire alimenta una buona salute”. Giovedì 29 aprile, 6 e 13 maggio corso di pronto soccorso con
Luciano Bortolamiol (età minima per
la partecipazione 16 anni). Giovedì
20 maggio Luigi Lucchese, responsabile della Polizia municipale di
Cappella, espone le nuove norme
del Codice della strada.
Gli incontri si terranno al centro
sociale di Anzano alle 20.45 con ingresso libero.
SARMEDE: Novità per la raccolta rifiuti
e problemi alla Fondazione Zavrel
S
i è svolto lunedì scorso, 5 aprile, il consiglio comunale di Sarmede.
Di rilievo l’annuncio del sindaco Pierina Dal Cin di ricorrere a nuove metodologie nell’ambito della raccolta dei rifiuti: «Rispetto al
passato occorre effettuare
delle scelte nuove alla luce
anche del fatto che il sistema proposto dal Cit risulta
per i cittadini troppo oneroso. Ecco perché insieme
ai Comuni contermini, che
ancora non sono passati al
porta a porta, formuleremo
un nuovo capitolato con gara di appalto ad evidenza
pubblica».
Altro argomento all’ordine la situazione della Fondazione Zavrel. Illustrando
il programma della prossima edizione della Mostra di
illustrazione per l’infanzia, il
presidente della Fondazione Zavrel, Leo Pizzol, ha
sottolineato che nonostante il numero crescente di visitatori, nel 2003 sono stati
registrati minori introiti.
e
L’AZiON
Vallata / Bellunese
Domenica 11 aprile 2004
SUL LAVORO QUALCHE VOCE CRITICA
ZUMELLESE
Inaugurato il recupero
dell’antico lavatoio di Rolle
Premi alla
carriera per
Bepi Zanfron e
Tina Merlin
D
a
domenica
scorsa c’è un
motivo in più
per fare un giro a Rolle. È
stato, infatti, inaugurato il
recupero dell’antico abbeveratoio e lavatoio, in pietrame e pietra rossa, posto
a poche centinaia di metri
dalla chiesa parrocchiale,
lungo la provinciale che
porta ad Arfanta. Il sito è
noto come la “Rosada” e
prende il nome dall’omoni-
mo torrente che qui forma
una piccola cascata. È l’acqua del torrente, che nasce
in Val de Mole per poi dirigersi verso il Molinetto della Croda, ad alimentare le
fontane del lavatoio.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte i rappresentanti degli enti che hanno contribuito al
restauro del manufatto: Comune di Cison di Valmarino, Fondazione Cassamar-
ca, Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e Gal
3. Anche il vicepresidente
della Regione, Fabio Gava,
ha voluto prendere parte al
taglio del nastro.
Complessivamente i lavori sono costati 125 mila
euro e si sono protratti dal
2002 al 2004.
Ricordiamo che a monte della cascatella c’è una
piccola fornace da calce,
ancor oggi discretamente
conservata e visibile, fatta
costruire dai Brandolini
per la produzione della calce necessaria ai loro numerosi fabbricati rurali e agli edifici che possedevano
in Valle (come ricordato
nel volume “Rolle” di Danilo Gasparini e Gianpier
Nicoletti).
La gente di Rolle ha salutato con favore il restauro della Rosada pur sollevando osservazioni sul carattere “non” conservativo
dell’intervento. Insomma:
un bel lavoro ma l’“originale” era un po’ differente.
(FP)
MIANE:IL SERVIZIO FORESTALE
SISTEMA IL SENTIERO DEL LANDREL
L’
arrivo sempre più
numeroso di pellegrini, sia dalla diocesi
che da fuori diocesi, ha indotto la parrocchia di Miane ad attivarsi per migliorare ulteriormente l’accoglienza al santuario del
Carmine. E così, grazie alla collaborazione dei Servizi forestali regionali
verrà sistemato il sentiero di 7 chilometri che dal
santuario porta alla grotta Landrel (cioè piccolo
antro). Qui, secondo la tradizione, venne inizialmente conservato il simulacro
in legno della Madonna
del Monte Carmelo che
un vecchio viandante, pellegrino della Terra Santa,
donò ad alcuni pastori.
L’intervento di miglioria, finalizzato anche a rendere più agevoli gli interventi della Protezione civile in caso di incendi, avrà
un costo di 10 mila euro. I
Servizi forestali copriranno la spesa relativa alla
manodopera mentre la
parrocchia conta sull’aiuto della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e del Comune di Miane per coprire la restante
spesa di 2 mila euro rela-
tiva ai materiali. Dal canto
suo la parrocchia finanzierà anche quest’anno la
promozione del santuario
con una campagna su diversi settimanali diocesani del Veneto e provvederà
ad incrementare la segnaletica.
SUL PRADERADEGO CON IL CARRO ROMANO
T
re intrepidi sono partiti il 3 aprile, per
un viaggio d’altri tempi, su un carro
trainato da cavalli, ricostruzione di una carruba dormitoria romana (ma con ruote di
gomma anziché di legno). In 36 giorni risaliranno l’intera Via Claudia, da Altino al Danubio. Un evento sorretto dalla Società archeologica Claudia Augusta di Cesiomaggiore, vissuto da Francesco Zuccarello, 25
anni, di Biancade, Eros Pertosa, 34 anni, di
Casale sul Sile, Guillaume Blanchard, 22 anni, francese. E due cavalli: Spartacus e Burcius. Martedì 6 la grande salita: da Valmareno a Praderadego. I cavalli protestano. Gli
intrepidi faticano. La neve è ancora al bordo
della strada. Dopo quattro ore, esausti, giungono a Praderadego: accolti all’osteria di Giovanni Pellizzari. E per una notte dormono
nell’odoroso fienile. Mercoledì il riposo; giovedì la discesa nel Bellunese passando verso il Castello di Zumelle. E all’orizzonte la
nuova dura salita del passo Croce d’Aune.
S
ono andati a Bepi
Zanfron e alla memoria di Tina Merlin i “Premi alla carriera 2004” conferiti dall’Ordine dei giornalisti del Veneto. Zanfron
è nato a Villa di Villa (Mel)
nel 1932 e dal 1961 è fotoreporter, lavorando dapprima per il Corriere della Sera e per il Gazzettino, poi è
stato corrispondente per il
Nord Italia della Associated
Press. Ha documento con i
suoi servizi fotografici gli avvenimenti più rilevanti della provincia di Belluno. Tra
questi la tragedia del Vajont.
L’Ordine ha voluto ricordare anche la collega Tina
Merlin. Nata a Trichiana nel
1926, fu staffetta partigiana
e scrittrice. Come corrispondente de L’Unità ha
TARZO: ROBERTA TOMASI
È RIENTRATA DA BAGDAD
D
opo 50 giorni di servizio nel
reparto dell’ospedale di Bagdad (Iraq) gestito dalla Croce rossa italiana, Roberta Tomasi è rientrata a
Nogarolo di Tarzo. Roberta – 32 anni,
dal 1992 in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Conegliano come
infermiera professionale – era partita
alla volta di Bagdad lo scorso 10 febbraio insieme a una quarantina di operatori della Croce rossa (tra questi
il medico coneglianese Giorgio Mazzarolo). La giovane volontaria tarzese
aveva già prestato servizio in altre situazioni di emergenza quali il terremoto in Umbria e la guerra in Kossovo.
31
raccontato quanto stava avvenendo sulla diga del
Vajont prima e dopo la catastrofe. Nel 1970 si trasferì
alla redazione dell’Unità a
Milano e nel 1975 a Venezia
iniziò a dirigere le pagine regionali del quotidiano. È
scomparsa il 22 dicembre
1991. Il premio alla sua memoria è stato consegnato al
figlio Toni Sirena anch’egli
giornalista.
MEL:
Incontri sui
prodotti tipici
L’
associazione
“Mele a Mel” e
il Comune di Mel organizzano due serate dedicate a prodotti tipici della Val Belluna. Martedì
13 Daniela Gazzi e Stefano Sanson illustrano le
caratteristiche del granoturco da polenta, mentre martedì 20 Gianpaolo Sommaria terrà un incontro sul fagiolo di Lamon. Sede dell’iniziativa:
palazzo delle Contesse
di Mel. Inizio alle 20.30.
34
e
L’AZiON
Quartier del Piave
Domenica 11 aprile 2004
SI VIAGGIA VERSO LE 60 MILA PRESENZE
C.S. MARTINO
VERRÀ POSTO UN VINCOLO
La Mostra di Col S. Martino
resta la numero uno!
Raccolta di firme
di “Cittadini per il QdP”
contro l’ampliamento
del Pip
Vigneti nei Palù,
denuncia di Breda
D
ifficile l’imitazione. Quarantotto
anni pesano, ma
valgono. Alla Mostra del vino di Col San Martino capita pure che si facciano i
turni per un calice! Anche
in questa primavera si sta
ripetendo il “rito” che vede
flotte di visitatori affluire
presso la casa colonica Paccanoni che da 35 anni ospita la più importante e frequentata delle sedici esposizioni che compongono la
“Primavera del Prosecco”
della Marca. Lo dicono i numeri: l’anno scorso circa 60
mila persone hanno varcato il portone dell’esposizione, portandosi a casa la bellezza di 22 mila bottiglie dei
150 espositori presenti.
Quest’anno il trend della
mostra, aperta dal 27 marzo al 18 aprile, sembra ripetersi, come spiega Alberto Follador, neo-presidente
della Pro loco del paese,
che praticamente da sempre organizza l’evento. «Il
successo della nostra mostra ha diversi segreti –
Alberto Follador
spiega Follador –: è la più
vecchia e importante di
quelle organizzate in zona,
gode certamente della serietà del lavoro fatto negli
anni precedenti, della qualità degli espositori, della
cordialità e dell’accoglienza del personale, dell’offerta di piatti tipici e soprattut-
E il 12 camminata su per le rive
l giorno di Pasquetta, lunedì 12 aprile, la Pro loco di Col San Martino porta gli appassionati di natura “su per le rive” alla scoperta
dei processi e delle difficoltà che si nascondono dietro la produzione
del Prosecco. Si parte da piazza Rovere alle 9 e si scarpina, in tutta
tranquillità, per tre ore sotto la guida di Galileo Zamai. A metà percorso è previsto uno spuntino. Il percorso è facile, adatto alle famiglie.
I
CONSORZIO PRO LOCO QDP:
In un bel libretto le proposte 2004
Q
uesta volta il Consorzio Pro loco del
Quartier del Piave ha fatto
le cose davvero in grande.
Ci riferiamo al libretto in
formato tascabile che raccoglie le attività e le
proposte annuali promosse dalle
18 Pro loco
che aderiscono al Consorzio. Il libretto
è ricco di informazioni ed estremamente
curato nella
grafica. «Questo strumento –
spiega il presidente del
Consorzio Roberto Franceschet – ha tre obiettivi:
fare una doverosa pubblicità alle attività delle Pro
to dell’ambiente in cui è inserita, in questa bella casa
ai piedi delle colline. Dietro
a questa esposizione c’è un
grande lavoro, tutto volontario».
Tutto bene dunque, ma
non ci saranno troppe mostre del vino? «Non direi –
osserva Follador –, tutti gli
eventi, collegati alla Primavera del Prosecco, da marzo a maggio hanno il comune intento di far conoscere questo prodotto e il
territorio che lo produce».
Sembrano riuscirci: se
non ci credete provate a parcheggiare o entrare alla mostra senza fare code nelle
serate del fine settimana...
Andrea Zampieri
loco; dare informazioni utili sulla struttura del Consorzio e delle Pro loco; dimostrare qual è il vero ruolo di queste associazioni».
Nella parte centrale vi è
un pieghevole
che fornisce indirizzi di ristoranti,
trattorie, agriturismo e bed and
breakfast nonché 36 itinerari
nel Quartier del
Piave e Vallata
proposti
da
Gianni Marciano.
Il libretto è
stato stampato in 10 mila copie, sarà
presente in tutte le manifestazioni delle Pro loco e
verrà distribuito anche dagli uffici turistici della Provincia.
N
o, no e ancora no!
L’associazione “Cittadini per il Quartier del Piave - Territorio, salute, cultura” prende posizione contro
l’ampliamento della zona industriale “Pip” di Col San
Martino. E avvia una raccolta di firme in calce a una
petizione contro la decisione
assunta dalla giunta Arman.
Secondo l’associazione, oggi come oggi non “c’è bisogno di altri capannoni nel
Quartier del Piave, l’area individuata (a ridosso dei
Palù) non è idonea perché il
terreno è di natura argillosa
(con conseguenti problemi
di deflusso delle acque in caso di impermeabilizzazione)
ed è priva di una viabilità adeguata. Con la petizione
viene chiesto all’amministrazione di Farra di Soligo
di verificare il corretto e
completo utilizzo delle aree
industriali già esistenti nel
Quartier del Piave per indirizzare eventualmente le ditte richiedenti verso i lotti ancora non utilizzati o verso i
capannoni sfitti.
a terza edizione del concorso canoro
per bambini “Città di Pieve di Soligo”
si avvia alla sua fase conclusiva. La finalissima
è in programma il prossimo 27 maggio, dopo
le selezioni dei cinquanta partecipanti iscritti
alla manifestazione, per la prima volta non solo residenti a Pieve ma provenienti anche dalle scuole elementari di Istituti comprensivi del
Quartier del Piave e della Vallata.
Questi i “magnifici 15” selezionati dalla giuria, presieduta da Silvia Da Ros: Anna Gabrel
(Miane), Francesca Costella (Pieve), Nicol
Soldan (Miane), Jessica Campodall’Orto (Pieve), Stefania Chiappinotto (Pieve), Martina
Collodo (Farra), Jessica Buso (Miane), Serena De Osti (Pieve), Sara De Nardo (Pieve), Valentina Bottega (Pieve), Simone Bortolin (Farra), Nicola Bigolin (Farra), Valentina Parisi
(Moriago), Miriam Giacomin (Pieve), Federica Balliana (Sernaglia). Il concorso è organizzato dalla Pro loco di Pieve di Soligo, in collaborazione con il gruppo Flic Floc e con il patrocinio del Comune di Pieve e della Provincia di Treviso.
ergentino Breda pensava di averle viste
tutte nella sua vita. E invece
la nequizia dell’animo umana è riuscita a combinarne
una di nuova: l’impianto di
vigneti nei Palù. Quando è
venuto a conoscenza del fatto, Breda ha preso carta e
penna, e ha denunciato a chi
di dovere l’ennesima devastazione del delicato ecosistema dei Palù, causata da
“continui tagli di piante autoctone in forza, rimozioni
di filari di alberi e di secolari siepi, sistemazioni agrarie
tese al successivo impianto
di vigneti”. La denuncia non
è caduta, come spesso accade nel nostro Paese, nel
vuoto. Mercoledì 7 aprile i
rappresentanti di Servizio
forestale, Corpo forestale e
Regione Veneto hanno in-
contrato Pergentino Breda
nel municipio di Moriago.
Insieme hanno convenuto una misura d’urgenza per
porre un freno allo scempio:
l’apposizione, con procedura sollecita, di un “vincolo
ambientale” sul territorio
dei Palù ricadente nel territorio di Moriago. «Purtroppo il Piano ambientale approvato nel 2001 dalla Regione si sta rivelando non idoneo a tutelare i Palù –
spiega Breda –. Per questo
ho deciso di correre ai ripari con l’apposizione del vincolo. Naturalmente mi adopererò, con i Comuni di Sernaglia e Vidor, anche per una revisione del Piano ambientale al fine di salvaguardare tutto l’ambito dei
Palù: ma per questo i tempi
sono lunghi». (FC)
MORIAGO: Tagli non autorizzati di piante autoctone nell’ambito dei Palù
SOLIGO: LA PRO LOCO
RACCOGLIE FOTO D’EPOCA
I selezionati del concorso
“Città di Pieve di Soligo”
L
P
C
om’erano Soligo e i solighesi
tra fine Ottocento e la seconda guerra mondiale? Alla domanda
vuole rispondere la Pro loco, che ha
inviato a tutti i residenti una lettera
in cui si annuncia la raccolta, ai fini
della pubblicazione, di foto antecedenti gli anni Quaranta. «Cerchiamo
foto di persone singole (bambini, militari, sposi, artigiani, contadini al lavoro...), gruppi, manifestazioni civili
e religiose – spiega Ornella De Conto che è tra i curatori dell’iniziativa –.
Una volta ricevuta la segnalazione –
e alcune già iniziano
ad arrivare – alcuni
incaricati passano a
raccogliere e catalogare il materiale gentilmente concesso».
L’obiettivo è quello di realizzare un libro che tramandi alle future generazioni
(e faccia conoscere
alle attuali...) come si viveva un tempo a Soligo. «Con il ricavato della
vendita di questo libro si intende
contribuire alle migliorie che verranno effettuate alla struttura della
Pro loco» spiega ancora De Conto.
Visto l’impegno richiesto, i tempi che la Pro loco si è data, per arrivare a imbastire il libro, sono medio-lunghi (almeno un anno). Nella
pubblicazione dovrebbe finire un estratto della tesi di laurea sul dialetto solighese che una ragazza del
paese sta completando.
SOLIGO: L’incrocio della Madonnetta a inizio secolo
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e
L’AZiON
Conegliano
ULSS 7 / POTENZIATO IL SERVIZIO DOMICILIARE
Alzheimer, cura
in casa e ospedale
N
on è certo una
novità: la nostra
popolazione invecchia, e assieme alla saggezza che accompagna questa fase della vita, arrivano
anche diversi problemi legati
all’età. Uno di questi è la demenza senile, che molte volte assume la difficile forma
del morbo di Alzheimer.
Proprio di questa malattia e della sua capillare diffusione si è parlato lo scorso
31 marzo presso la sede dell’Ulss 7 a Pieve di Soligo. Il
dottor Sergio Peruzza, primario del reparto di Geriatria dell’ospedale di Conegliano, e il dottor Andrea
Portello, direttore del Distretto socio-sanitario Sud,
hanno fatto un dettagliato
punto della situazione, illustrando le iniziative che
l’Ulss 7 sta prendendo per
contrastare il fenomeno.
Per chiarire le dimensioni del problema, è bene ricordare come quasi il 20 %
(40 mila persone) della popolazione dell’Ulss 7 supera
i 65 anni d’età:
statisticamente
si stima che l’1
% della popolazione sopra i 60
anni e il 3 % di
quella sopra gli
80 anni sia affetto dal morbo
di Alzheimer. Sono cifre considerevoli, che meritano una
risposta quanto mai forte da
parte dell’Ulss. «Dal punto
di vista terapeutico ancora
non esiste una soluzione definitiva al problema - spiega
il dottor Peruzza -: i farmaci
utilizzati possono certo rallentare la malattia ma non
riescono a fermarla».
Dal 1999 presso il reparto di geriatria a Conegliano
opera il “Centro di approfondimento diagnostico
per le demenze” (Coadd),
che collabora con l’Ambulatorio specialistico distrettua-
DINA ORSI
SANITÀ
“Un minuto
da re”
mostra sulle
dipendenze
abato 17 aprile, alle 17, all’auditorium “Dina Orsi” si inaugura la mostra: “Un minuto
da re. La dipendenza” organizzata da A.m.i.c.o. “Do” (Amici
Mansuè Insieme Contro la Droga), C.i.c. e Auser Sinistra Piave.
L’iniziativa propone un percorso formativo sulle problematiche legate alle dipendenze attraverso il linguaggio alternativo della pittura e della scultura. Espongono gli artisti: Enzo
Barbon, Franco Batacchi, Maria
Nives Cais, Fernanda Cardè,
Giorgio Celiberti, Sergio Collutti, Luciano De Nicolo, Paolo Delponte, Guido Fantuz, Paola Gamba, Giorgio Igne, Luigina Mazzocca, Sergio Perini, Domenico
Peruzzi, Loris Reschiotto, Maria
Pia Stiz, Dante Turchetto, Pio
Vittorio Vidotto.
Ma l’iniziativa non si limita alla mostra. Vengono anche portati avanti un percorso dedicato agli studenti di terza media
e un’indagine statistica sulle conoscenze dei ragazzi.
La mostra rimarrà aperta dal
19 aprile al 2 maggio, i giorni feriali e sabato dalle 16 alle 19, domenica e festivi dalle
10 alle 12.30 e dalle 16 alle
19. Per i gruppi e le scolaresche è possibile prenotare telefonando ai numeri 333.
6933383 oppure allo 0422.
741607.
Un premio di Rotary,
De Gironcoli e
Comune a ricordo
di Giancarlo Donati
S
I
l Rotary Club di Conegliano, l’Ospedale De
Gironcoli e il Comune di Conegliano bandiscono un concorso, intitolato alla memoria di Giancarlo Donati, per
l’assegnazione di due premi
ad altrettanti progetti che abbiano contribuito in modo significativo allo sviluppo della cultura sanitaria.
Le segnalazioni devono
essere effettuate da terze persone entro venerdì 28 maggio via posta o internet (sito
www.premiodonati.com).
Come premio sono previsti
due assegni da 3 mila 500 euro ciascuno.
Giancarlo Donati (nella foto), scomparso nel 2001, è
stato primario medico dell’Ospedale De Gironcoli di
Conegliano dal 1978. Persona stimata per gli elevati valori morali, per l’umanità e la
dedizione professionale, ha
dato notevole impulso con le
sue idee innovative allo sviluppo e all’umanizzazione
della cultura sanitaria.
le del Distretto
Sud e con il
Nucleo Alzheimer della casa
di riposo Padre
Pio di Tarzo.
Presso il reparto di geriatria,
dal 1999, sono
stati seguiti
mille 250 soggetti tra i 49 ed i 95 anni, il
73 % di sesso femminile e il
27 % di sesso maschile. Le visite eseguite sono circa 800
l’anno. Molto lavoro anche
per l’Ambulatorio distrettuale, che finora ha prodotto
oltre 600 valutazioni, la metà
delle quali eseguite a domicilio. Proprio queste valutazioni hanno permesso, nel
2002 e nel 2003, di concedere a più di 50 famiglie un contributo economico di 513 euro mensili, che nel 2004 dovrebbero estendersi a circa
80 famiglie.
Ma accanto ai soldi, le famiglie necessitano di aiuti
psicologici: «Il supporto psicologico alle famiglie è molto importante» ha precisato
il dottor Peruzza spiegando
come sia auspicabile l’estensione alle visite domiciliari
del supporto psicologico ora
svolto presso il laboratorio
ospedaliero. Infatti, come
spiega Mauro Mantovani,
presidente dell’Associazione
familiari malati di Alzheimer,
«l’assistenza domiciliare ha
un rapporto stretto con la
famiglia del malato, che ha
sempre bisogno di sostegno,
tanto che diventa difficile trovare una famiglia senza che
non ricorra a una badante».
Da qui la decisione dell’Ulss 7 di avviare un progetto sperimentale di supporto psicologico domiciliare. In programma ci sono anche dei corsi di formazione
organizzati per chi deve assistere i malati, volti a creare la figura del caregiver, colui che cura e accudisce, e
ad accrescere le capacità assistenziali della famiglia, in
linea con le direttive regionali che incoraggiano il mantenimento delle persone malate nel proprio ambiente familiare debitamente supportato. Prova di questo fatto è
l’assottigliamento della lista
d’attesa delle case di riposo,
che oggi conta solamente 50
nomi rispetto ai 200 di due
anni fa.
Andrea Zampieri
COROCASTEL: ZENO SECH
NUOVO PRESIDENTE
S
abato 27 marzo l’as- al 2006.
sociazione CorocaZeno Sech è stato, per
stel, che da anni si esibi- diversi anni, presidente
sce in concerti con la fi- della sezione del Cai di
nalità di tramanPieve di Soligo.
dare la tradizioAssieme al prene coral popolasidente sono
re delle nostre
state rinnovate
terre, ha rinnoanche le altre
vato i suoi verticariche: consici. Zeno Sech, reglieri: Andrea
sidente a BarbiLiessi, Andrea
Zeno Sech
sano, dopo una
Possamai, Gianmilitanza più che
ni Mulotto, Reventennale nelle file del- nato Fighera. Probiviri:
la compagine coneglia- Aurelio Mosele, Lauro
nese, è stato eletto suo Piaia, Arcangelo Dorigo.
presidente, subentrando Commissione artistica:
ad Alberto Gava. Resterà Sirio Zanoni, Renzo Dain carica per tre anni, fino rio, Tiziano Sech.
Domenica 11 aprile 2004
INIZIATIVA DEL LIONS
Raddoppia la mensa
dei Cappuccini
I
l 4 maggio, il Lions di
Conegliano, presieduto da Pierluigi Sossai, donerà ai frati cappuccini un
contributo per la costruzione della nuova mensa. Insieme a Pierluigi Sossai saranno presenti alla consegna del regalo i soci e gli altri membri del direttivo
Lions: Giuseppe Losego, past president, Pietro Scudeller, Paolo Gava, Luca Aggio,
Luigi Colombo, Attilio Fumo, Sergio Grillo, Roberto
Marin, Salvatore Minardo,
Franco Pilli, Giorgio Serena, Aldo Vitello.
L’iniziativa completa il
primo semestre di attività
dell’associazione, contraddistinto dagli incontri con il
naturalista Michele Zanetti
e il dottor Roberto Mazzer,
il premio cultura a Giuseppe Palugan, medico e
straordinario conoscitore
della storia coneglianese, e
il convegno su “Biotecnologie e Ogm” del 27 aprile.
Con il sostegno del Lions
i frati cappuccini potranno
raddoppiare la mensa dei
poveri. «È un segno dei
SABATO 10
Con partenza alle 14 davanti al Bar
Time di Parè, il Conegliano Bike
Team propone un’uscita breve in
Mountain Bike di circa un’ora e
mezza. Si richiedono casco, occhiali e bici in buone condizioni. È prevista una quota di partecipazione.
Prosegue fino a domenica 2 maggio, nei locali liberty dell’Enoteca
permanente della Scuola Enologica, la mostra “La forza della materia e l’eleganza della forma”, opere scultoree in legno e bronzo
di Augusto Murer. Orari: tutti i giorni 15.30-19.30, festivi anche 1012. Ingresso libero.
DOMENICA 11
Pasqua di Risurrezione. Oggi e domani, in orario diurno, si potrà
giocare alla tradizionale “Righèa”
pasquale negli spazi dell’area ricreativa di Scomigo.
LUNEDÌ 12
Con partenza dalla parrocchia dei
SS. Martino e Rosa (per orari e altre informazioni tel. 0438.22145)
si svolge oggi la tradizionale escursione di Pasquetta in località
Framos di Villa di Villa. A cura di
Circolo Anspi “San Leonardo Mu-
tempi - commenta fra Giovanni -. Da venti persone al
giorno si è passati negli ultimi mesi a quaranta. Sono
sempre di più. Fino all’estate scorsa i nostri ospiti erano marocchini, ghanesi,
camerunensi, nigeriani, e
alcuni italiani. Ma negli ultimi mesi il gruppo si è modificato ed è cresciuto. Sono arrivati albanesi, moldavi, macedoni. Molte le donne dell’Est che cercano di
mantenere la loro famiglia
lavorando come badanti.
Ma c’è anche Maria che ha
27 anni, viene dalla Moldavia ed è un medico pediatra,
ma per ora il suo titolo non
è riconosciuto in Italia. Io
ho ottant’anni e provengo
da una generazione che non
era abituata alla convivenza
di tanti popoli. Durante il
pranzo gomito a gomito ci
sono otto etnie diverse e almeno tre confessioni religiose: cattolici, ortodossi e
mussulmani. In ogni persona c’è un dramma, e la fame
non è solo fame di pane, ma
soprattutto di amore e di
dialogo».
VENERDÌ SANTO:
Due “Via Crucis” in città
V
enerdì 9 aprile, alle 20.30,
due “Via Crucis” in città.
Dalla chiesa dei Santi Martino e Rosa parte la celebrazione cittadina
che si concluderà in Duomo. Da via
del Marsiglion, invece, parte la Via
Crucis della parrocchia di Parè che
arriverà nella chiesa di Collalbrigo.
rialdo” e Amici Sportivi di San Martino. La partecipazione è libera.
VENERDÌ 9
Da questa sera e per una settimana è di turno la farmacia del
Dr. Modenese, in viale Venezia 34/f.
35
MERCOLEDÌ 14
Oggi alle 14 e lunedì 19 aprile alla stessa ora, all’Auditorium Dina
Orsi, le direzioni didattiche di Conegliano, l’amministrazione comunale e la compagnia teatrale “I costretti” di Conegliano portano in
scena lo spettacolo “Tra il dire e…
il fare… l’acqua non buttare”,
per la regia di Antonella Caniato.
Informazioni al numero 348.
2663573.
Alle 21, al Teatro Accademia, va in
scena lo spettacolo di danza “Cenerentola”, su musiche di S. Prokofiev con il Balletto Classico di Mosca (Russia). A cura di Provincia di
Treviso, amministrazione comunale,
Arteven, Circuito teatrale regionale e associazione “Amici del Burkina Faso” e con il patrocinio della
Regione Veneto. Ingresso a pagamento.
Oggi è l’ultimo giorno utile per visitare, all’Oratorio dell’Assunta di
piazza Cima, la mostra di ceramiche “Terra, acqua, aria, fuoco. Emozioni, la forma di un’idea”, a cura di Terra Magnetica. Orari di apertura: giorni feriali 16-19.30, venerdì e festivi 10-13 e 15-19.30.
Ingresso libero.
GIOVEDÌ 15
Alle 18, alla libreria Quartiere Latino, per la rassegna “Conegliano
sotto le stelle del cabaret” il cabarettista Beppe Braida presenta il
suo ultimo libro (ingresso libero).
Alle 21, per la stessa manifestazione, l’artista porta sulla scena
del Teatro Accademia lo spettacolo “InformaShow” (ingresso a pagamento). Informazioni al sito
www.cavalieridelletere.it.
e
L’AZiON
Conegliano
Domenica 11 aprile 2004
Il 16 L’ASSEMBLEA. PIZZORNI LASCIA
E il Cai raggiunge
quota 1.511!
Tommaso Pizzorni
Q
uota 1.511. Parlando di montagna può sembrare poca cosa. Invece è
un ottimo risultato, poiché
è il numero dei soci del Cai
di Conegliano a fine 2003
(inclusi i 212 della sottosezione di San Polo di Piave), cioè il numero massimo di soci mai raggiunto
dalla sezione coneglianese
nei quasi 80 anni della sua
storia. Con un incremento
dell’1,5 per cento rispetto
al 2002, in positiva controtendenza, quindi, rispetto
al livello nazionale, dove le
adesioni al Cai sono in calo.
Con questo bel risultato
il Cai di Conegliano va all’assemblea annuale, in
programma venerdì prossimo 16 aprile nella sede
sociale di via Rossini. E
l’appuntamento assemblea
stavolta è più importante
poiché c’è la scadenza e-
lettiva per il rinnovo delle
varie cariche. Non si riproporrà – «per lasciar posto a qualcuno di più giovane» – Tommaso Pizzorni, dopo sette anni di presidenza in due riprese. Un
arco di tempo, quello della reggenza di Pizzorni, in
cui la vita del Cai ha subito un’evoluzione rilevante:
«In questi anni c’è stato uno spezzettamento, una
moltiplicazione delle attività. Mentre fino a un po’
di anni fa c’erano solo le escursioni, le gite sociali, ora l’offerta è molto variegata: il calendario delle escursioni invernali; l’alpinismo giovanile; lo sci-alpinismo con la scuola
“Messer”; l’alpinismo con
la scuola “Le Maisandre”;
lo sci-escursionismo con la
scuola “O. Rosolen”; le attività culturali in primavera e autunno; ora anche la
riproposizione della foto-
grafia, attraverso il concorso per adulti e quello
per ragazzi».
E il 2004 per il Cai di Conegliano è anno speciale
perché c’è il 75º anniversario della costruzione del
rifugio Vazzoler, nel Gruppo del Civetta. Un anniversario che verrà onorato con un ritrovo al rifugio
domenica 4 luglio, dove si
terrà un concerto del Corocastel. Ma il Vazzoler
sarà prima mèta anche di
un raduno intersezionale
dell’Alpinismo giovanile,
domenica 20 giugno.
Al riguardo, la presidenza-Pizzorni è stata caratterizzata da una grande
attenzione nei confronti
dei ragazzi in montagna. Il
Cai coneglianese propone
In sala Venturin due serate sulla
catena sudamericana delle Ande
ontagne nel mondo. Avventure in rilievo” è il titolo scelto per presentare due serate culturali proposte dal Cai
di Conegliano, entrambe dedicate alla catena sudamericana delle Ande. Venerdì 23 aprile il tema della proiezione sarà “Dalle Alpi alle Ande - Cerro Aconcagua” a cura di Germano Oliana, presidente dello Sci Cai Conegliano. Venerdì 30 aprile sarà
la volta di “Cordillera di Huayhuash” con l’intervento di Paolo Civera, che presenta immagini e un libro dedicati a un
trekking nella catena andina. Entrambe le serate si terranno
nella sala “Venturin” della parrocchia di Lourdes a Conegliano,
con inizio alle 21.
“M
ogni anno un calendario di
una decina di uscite dell’Alpinismo giovanile, mentre, in luglio, ci sono la settimana in montagna e il
trekking. Vanno aggiunte
le lezioni e le uscite che la
sezione cura nelle scuole
della zona, attività per la
quale è stata stipulata
un’apposita convenzione
con il Comune di Conegliano.
Ma come si caratterizza
l’approccio alla montagna
oggi? «Sempre tanta gente
va in montagna – spiega
Pizzorni – ma in modo più
individualistico. C’è meno
ricerca del gruppo numeroso. E va riconosciuto che
c’è più rispetto per l’ambiente montano, anche se
l’accesso oggi è più agevolato dalla sistemazione
di tante strade e dalla diffusione dei fuoristrada. Si
registra poi un incremento
delle uscite scialpinistiche
o con le “ciaspe”, mentre
c’è un calo dell’utilizzo dei
rifugi».
Tutti cambiamenti che
appariranno quasi stranezze agli occhi di tre soci storici che verranno festeggiati quest’anno: da 75 anni iscritti al Cai coneglianese sono il cavalier Antonio Carpenè e il professor
Benedetto De Bernard; da
71 Ettore Calissoni.
Franco Pozzebon
Speranza
g i o i e l l i
La leggenda
Speedmaster continua
via Lioni, 17 - Vittorio Veneto - tel. 0438/57250
37
TEATRO
Tra il dire...
e il fare...
l’acqua
non buttare
M
ercoledì 14 e lunedì 19 aprile all’auditorium Dina Orsi, alle
14, le Direzioni didattiche
del 1º, 2º e 3º Circolo, l’Amministrazione comunale e
la compagnia teatrale “I Costretti” di Conegliano propongono lo spettacolo teatrale “Tra il dire e... il fare...
l’acqua non buttare”.
Lo spettacolo si propone
di far riflettere sull’importanza dell’acqua come fonte di benessere e di vita per
l’uomo, gli animali e le piante della terra, affrontando
un tema che è stato inserito nella programmazione
didattica nelle scuole statali, materne ed elementari.
Per informazioni: telefono
348-2663573; sito web.tiscali.it/costretti.
38
AL VIA UNA MASSICCIA SERIE DI INTERVENTI
A Vazzola priorità alle strade:
l’obbiettivo è maggiore sicurezza
F
inalmente è stata aggiudicata la
gara d’appalto
per i lavori di allargamento del tratto da Tezze
a Vazzola della strada 44
“del Cer varo”. L’opera
comprende la messa in sicurezza della provinciale,
con un pista ciclopedonale protetta. Sarà ricalibrata e allargata questa
strada che in passato è
stata teatro di molti incidenti, anche mortali. Nel
piano triennale è stato
contemplato un finanziamento con fondi comunali di circa 180 mila euro, ma l’opera costerà circa 725 mila euro, comprensivi dei contributi
provinciali e regionali.
L’assessore ai lavori pubblici di Vazzola, Giuseppe
Freschi, sottolinea come
sia davvero una priorità
porre un freno al problema del traffico e mettere
in sicurezza le strade del
Comune.
Un altro cantiere sta
per essere avviato, nel
A
Godega di Sant’Urbano si stanno muovendo i primi passi in vista
della realizzazione di una
compagnia teatrale comunale. Per questo l’assessorato
alla Cultura in collaborazione
con la Biblioteca e la Pro loco, organizza un corso breve
di introduzione alla conoscenza della parola. L’iniziativa dal titolo “Pronuncia-lettura-comunicazione” si snoderà in sei lezioni settimanali di due ore che avranno luogo nei mesi di maggio e giugno. Il tutto in preparazione
al corso di recitazione previsto per settembre e finalizzato per l’appunto alla costituzione di una compagnia
teatrale. La presentazione del
corso avrà luogo lunedì 26 a-
VAZZOLA
Soggiorni estivi
per anziani
L’assessorato ai Servizi sociali di Vazzola organizza per l’anno 2004 i soggiorni estivi per anziani al mare e in
montagna. I soggiorni marini si svolgeranno a Jesolo Lido dal 29 maggio
al 19 giugno al costo di 735 euro a
persona e quelli montani a Laggio di
Cadore dal 3 al 23 luglio al costo di
680 euro a persona. Le iscrizioni sono
aperte fino al 10 aprile e le domande
devono essere presentate all’assistente
sociale o all’Ufficio anagrafe corredate
di certificato medico.
GAIARINE
Genieri e trasmettitori
I Genieri e trasmettitori della sezione
di Gaiarine, intitolata al geniere Rodolfo
Rosada, si sono riuniti in assemblea per
il rinnovo delle cariche sociali, riconfermando presidente il cavalier ufficia-
tratto tra Vazzola e Cimetta, lungo la stessa
strada provinciale. Saranno poi investiti circa
440 mila euro, finanziati
dai vari enti, per la realizzazione di una seconda
pista ciclabile, che attraverserà il fiume Monticano con una passerella. La
pista sarà realizzata con
le intersezioni di via Callonga e via Toniolo, per
un tratto di circa 800 metri e all’altezza di via Callonga sarà realizzata anche una rotatoria. Da via
Toniolo, i lottizzanti dell’area industriale “Vazzola est” saranno tenuti ad
eseguire un’altra pista ciclabile, che condurrà fino al confine di Codognè.
Infine, un’altra novità
di rilievo è senz’altro il
progetto esecutivo, in via
di approvazione da parte
della Provincia, per la realizzazione di una rotatoria al posto dell’attuale incrocio semaforico nei
pressi del cimitero di Tezze tra le provinciali 44, 34
e 92 a cui probabilmente
seguirà una rotatoria che
sorgerà a Borgo Malanotte sul bivio per Conegliano e la strada della
Colonna.
Alberta Bellussi
GODEGA
9.30 l’incontro con le guide e
l’inizio delle visite che riguarderanno la basilica di
Sant’Apollinare in Classe, il
Mausoleo di Teodorico (esterno), Battistero degli Ariani, la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il battistero
degli Ortodossi, il museo arcivescovile, la basilica di San
Vitale, il Mausoleo di Galla
Placidia e la Domus dei Tappeti di Pietra. È previsto tempo libero per il pranzo e al
termine delle visite. Alle 18
partenza da Ravenna e rientro a Godega alle 21. Quota
di partecipazione 26 euro. Le
prenotazioni si ricevono in biblioteca il lunedì, mercoledì
e venerdì dalle 15 alle 19 e il
martedì dalle 10 alle 12.
(GDN)
Con la Biblioteca
cultura a tutto campo:
compagnia teatrale
e visite guidate...
prile alle 20.30 alla biblioteca
comunale. Per adesioni e
informazioni rivolgersi in biblioteca (0438-430545) oppure alla Pro loco (0438430509). Il corso è gratuito.
La Biblioteca di Godega
di Sant’Urbano organizza poi
per domenica 6 giugno una
visita guidata a Ravenna. Il
programma prevede alle 6.30
la partenza in pullman dalla
sede della biblioteca. Alle
IN BREVE
le Cesare Busetto, il quale – dopo aver tenuto il discorso di circostanza –
ha consegnato degli attestati di benemerenza con medaglia di bronzo ai soci: Silvano Carli, Angelo Carnelos, Giorgio Fracassi, Bruno Rossetto, Pietro Rossetto,“per la fedeltà all’associazione con
oltre trent’anni di iscrizione”.
Tra i numerosi partecipanti si contavano i rappresentanti delle associazioni d’arma locali e dell’Avis.
ORSAGO
Tempo di primavera
E’ davvero “Tempo di Primavera” a Orsago dove le diverse associazioni si sono unite all’amministrazione comunale
e alla biblioteca per offrire alla cittadinanza momenti di festa e di aggregazione. Sabato 17 aprile prende così
il via la Bibliofesta. Alle 10.30 i bambini delle scuole elementari assisteran-
e
L’AZiON
Coneglianese
Domenica 11 aprile 2004
no allo spettacolo “Armadi e coccodrilli” liberamente ispirato da “Il Coccodrillo enorme” di Roald Dahal. Sul palco del teatro Cristallo ci sarà il Collettivo di Ricerca Teatrale di Vittorio Veneto. Dalle 15 alle 18 sarà possibile visitare la mostra mercato del libro e alle 20.45 prenderà il via la serata di
lettura animata della Morte di Ettore
(canto XXII dell’Illiade), proposta da
Scenari – Progetti per lo spettacolo di
Vittorio veneto con Livio Vianello e il
percussionista Riccardo Casagrande.L’appuntamento è presso la sala consigliare, l’ingresso è libero. Domenica 18, sabato 24 e domenica 25 aprile sempre
dalle 15 alle 18 rimarrà aperta la mostra mercato con la possibilità di acquistare libri con lo sconto del 15 per
cento sul prezzo di copertina. La fornitura viene fatta presso le librerie Il
Treno di Bogotà e Pove (Libreria del
Seminario) di Vittorio Veneto e il Centro Biblioteche di Villorba.
GAIARINE
A villa Altan
di Campomolino
saranno di scena
i fumetti di qualità
D
a venerdì 16 a domenica 18 aprile villa Altan di Campomolino ospita l’iniziativa “Fumetti a
Gaiarine”. La rassegna si apre venerdì alle 18 con l’inaugurazione della mostra “I
grandi del fumetto”. Ovvero
esposizione di tavole originali dei più grandi fumettisti
italiani di sempre. Sabato 17,
alle 16 inaugurazione della
mostra “Fumetto: cos’è, come si fa” a cura dell’associazione culturale FaMelComiczl. I visitatori potranno
scoprire, attraverso un apposito percorso, i vari passaggi
tecnici e creativi di come si
disegna una storia a fumetti.
Domenica 18 dalle 10 alle
19 “Prima mostra mercato
del fumetto” con bancarelle
dove trovare fumetti sia nuovi che usati, gadget, possibilità di scambi e tutto quanto
riguarda il fumetto. Interverranno inoltre gli autori di
FaMel e Auagnamagnagna e
il disegnatore Paolo Cossi,
che presenteranno le loro
produzioni e disegneranno
dal vivo. (GDN)
SE N’È PARLATO A GODEGA:
LA CARICA DEI CINGHIALI
S
ulla Pedemontana
trevigiana, in special
modo alle falde del Cansiglio c’è, sussiste il grave
“problema del cinghiale”.
Lo ha segnalato a Godega,
domenica scorsa, 4 aprile,
in un apposito convegno
nell’ambito della 26ª “Fiera
primaverile degli uccelli”, il
dottor Marco Golfetto della
CIA/Confederazione Italiana Agricoltori. Il
cinghiale, che è
bestia molto prolifica (ha, se non
controllato, un incremento annuo
dal 90 al 180 % ), è
specie onnivora,
spazzolando via
dal suolo anche
carogne, ma pure uova e nidiacei di selvaggina nobile
come i galliformi. Inoltre
per sua natura, grufola, scava, ara, innescando sui pendii erbosi più obliqui fenomeni erosivi( “rill-erosion”).
«Di notte, sui campi di
mais, a Sarmede , Cordignano , Fregona, e dintorni
- ha raccontato Golfetto sembravano una mietitrebbia». Da qui inoltre il problema del risarcimento del
danno, che ha tempi lunghi
e non è del tutto compensa-
to ( ad esempio da 100 mila
delle vecchie lire a 5 milioni viene liquidato il 55 %, e
poi a scendere ).
«I cinghiali costituiscono
poi anche un notevole rischio per la salute pubblica
- ha ribadito il dottor Renzo
De Battisti della Forestaleper possibili introduzioni di
tubercolosi, pseudorabbia e
peste suina».
Non resterebbe dunque
che armarci di doppietta, e
fare fuoco a volontà. Ma sarebbe errore grave, ha messo in guardia il veterinario e
faunista Mauro Ferri, perché il cinghiale è soprattutto animale notturno, poi
vive in comunità matriarcali, di cui non bisogna mai abbattere i più grossi , ma per
gran parte i piccoli, i sub adulti e le femmine gravide.
E questo in un contesto d’una gestione scientifica del
problema.(MS)
e
L’AZiON
A
l complesso storico di villa Varda,
il gioiello architettonico
e ambientale di Brugnera, si è aggiunta una nuova perla col restauro dell’ex cantina, che è stata
inaugurata sabato 3 aprile.
L’ex cantina fa parte
degli originari edifici settecenteschi, precedente
quindi all’inter vento dei
Morpurgo; in essa venivano conser vate le granaglie e le botti con il vino. Successivamente fu
rimaneggiata e ampliata,
venendo adibita a stalla.
Friuli
BRUGNERA
Villa Varda:
inaugurato anche
il restauro
della ex cantina
L’inter vento di restauro
l’ha riportata alle sue originali dimensioni, prevedendo anche il ripristino dell’annesso “giardino delle rose”, come
documentato in immagini fotografiche degli anni Trenta. Così restau-
rata diventerà un luogo ideale per esposizioni
temporanee, convegni,
mostre e concerti.
Il restauro si inserisce
in un più vasto progetto
di recupero di villa Varda che, sulla base dello
studio di fattibilità redatto dall’architetto Renzo Carniello e dall’ingegner Cesare Ruzzene vedrà recuperati tutti gli edifici.
La cerimonia di inaugurazionee, dopo i momenti ufficiali, ha visto
un concerto dell’Ensemble goriziano Polivox.
Domenica 11 aprile 2004
CROCE ROSSA: CORSO DI PRIMO SOCCORSO
“N
on importa quello che sai fare o quanto tempo hai a disposizione. Ci sono persone che hanno bisogno anche di quel poco che puoi dare”. Con
questo spirito il gruppo dei Volontari del soccorso della Croce rossa di Sacile organizza un corso di primo soccorso. L’obiettivo è far conoscere la Croce rossa e
trovare volontari, ma anche diffondere tra i cittadini le competenze sul primo soccorso, così da saper intervenire prontamente
evitando comportamenti errati: i primi minuti sono spesso decisivi. Il corso, tenuto da
medici e istruttori Cri, inizia giovedì 15 aprile
e termina il 3 giugno: ogni martedì e giovedì alle 21 all’ospedale di Sacile. Informazioni sul corso: 0434-71605 (lunedì 21-23,
martedì e giovedì 20-22), [email protected], www.crifvg.it.
Tommaso Bisagno
SACILE/IL BALLETTO DELLE CANDIDATURE
SAN GIOVANNI DEL TEMPIO
Tiraemolla a centrosinistra,
Lega da sola, e la Cdl poi...
R
L’esperienza forte
della “missione”
imane ingarbugliata la situazione
politica a Sacile. In
vista della prossima scadenza amministrativa del 12 e 13
giugno ribaltoni e controribaltoni nelle candidature e
nelle alleanze si ripetono a
cadenza quasi quotidiana. Evidentemente in riva al Livenza, dopo la lunga era Fasan, c’è fermento per la successione e ognuno, da posizioni proprie, sventola la bandiera del rinnovamento. A
centrosinistra si è assistito al
balletto inedito attorno al nome di Roberto Cappuzzo. Imprenditore quarantaduenne
molto noto nel mondo del volontariato locale per la sua
lunga militanza negli scout,
Cappuzzo a più riprese è stato indicato quale candidato
di Intesa democratica. Il cartello dei partiti di centrosinistra (Democratici di Sinistra,
Italia dei valori, Margherita,
Rifondazione comunista, Socialisti democratici italiani e
gli ultimi arrivati della lista
Cittadini per il presidente),
che intende ripetere nel Giar-
dino della Serenissima la positiva esperienza elettorale
che ha condotto Riccardo Illy alla presidenza della Regione, aveva indicato in Cappuzzo il suo candidato a sindaco. L’interessato, tuttavia,
aveva declinato una prima
volta l’invito, salvo poi accettare la candidatura. A quel
punto, quando finalmente Intesa
democratica sembrava pronta a lanciare il suo campione, la Margherita ha sollevato
delle riserve su
Cappuzzo a conferenza stampa di
presentazione già programmata. Da registrare che Intesa democratica ha incassato il sostegno del primario
Siro Carniello, responsabile
della struttura ospedaliera di
Sacile, ed è corteggiato da
Guido Galet, consigliere comunale degli Azzurri per Sacile, già rotto ad esperienze
politiche diverse.
Le cose non sembrano andare bene anche a centrode-
stra. Se l’obiettivo era quello
di candidare un nome unitario, sostenuto cioè dall’intero spettro delle forze che
compongono la Casa delle libertà, infatti, il progetto pare
tramontato definitivamente.
La Lega Nord, anche in seguito al congresso federale,
a Sacile ha scelto di correre
da sola, analogamente a quanto
intende fare negli
altri Comuni e in
Provincia. Piuttosto incerta è la situazione dell’Udc.
Mentre alla corsa
per le provinciali
il partito di Follini
si presenterà da solo in prima battuta, a Sacile la situazione è ancora fluida. Si va,
insomma, verso un candidato sostenuto da Forza Italia e
Alleanza Nazionale, con un
ultimo tentativo da farsi nei
prossimi giorni con l’Udc. Il
candidato a sindaco dovrebbe appartenere a Forza Italia.
In questo caso in pole position è l’ex assessore Roberto Ceraolo. (GB)
VOLONTARIATO A SACILE
no previste esercitazioni
di evacuazione, ricerche
di personale con unità cinofile, discese in cordata
da palazzi e ponti. Domenica, in mattinata, è prevista un’esercitazione con
un gruppo nautico di soccorso, unitamente a Sogit
e Croce rossa italiana. Si
svilupperà nella zona della Livenza a Ponte della
Vittoria, anche con recupero di persone in difficoltà o “annegate”. In totale saranno una ventina
le squadre che giungeranno dal Nord-Est e circa un centinaio i volontari».
Il presidente, infine, invita fin d’ora la popolazione a seguire le manifestazioni, in particolare il campo base al PalaMicheletto
e alla manifestazione di
chiusura, con sfilata in
piazza del Popolo, il pomeriggio di domenica 25
aprile.
Dalla “Sacellum”:
“fatevi avanti!”
P
rosegue intensa
l’attività della Sacellum Volontari di Sacile,
il cui comitato esecutivo
(provvisorio) sarà operativo fino a giugno, vale a
dire fino all’assemblea costituente. Da qui ad allora
il presidente Paolo De Vellis si augura di continuare
nell’opera di “reclutamento”, forte anche dei
consensi fino a oggi manifestatigli sia dalle istituzioni sia dalle associazioni che vi hanno aderito.
«L’entusiasmo con il
quale si è fino a oggi operato – ha commentato De
Vellis – ci induce a rivolgere l’invito a tutte le as-
sociazioni di volontariato
operanti in città a entrare
nell’organismo. In ogni
caso tutte le associazioni
saranno contattate. Nessuno avrà diritto di progenitura e tutti dovranno
sentirsi partecipi a un progetto di grande rilievo».
Frattanto continuano
ad arrivare le adesioni per
la due giorni di esercitazione e manifestazioni
pubbliche che la Sacellum
Volontari ha in programma il 24 e 25 aprile in città.
Saranno due i momenti
salienti. Ne parla dettagliatamente De Vellis.
«Nel pomeriggio di sabato – dice il presidente – so-
39
S
i è conclusa domenica 4 aprile la missione parrocchiale a San Giovanni del Tempio; lo scopo
di questa esperienza era anche quello di aiutare i fedeli a riscoprire rapporti interpersonali per ricostruire
una comunità cristiana; ora
la volontà è che si mantengano vivi questi rapporti affinché la missione porti i
suoi frutti. A conclusione
dell’esperienza, parliamo
della missione con Roberto
e Donatella dal Fabbro che
hanno accolto i missionari e
presso la cui casa si è organizzato un centro di ascolto.
Come avete accolto la
missione quando vi è
stata proposta?
Donatella: «Inizialmente
non avevamo capito bene di
cosa si trattasse; quando poi
ci è stata fatta la proposta di
accogliere un missionario e
ci hanno spiegato meglio in
cosa consisteva, abbiamo
capito e accettato. Sono convinta però che avrebbero aderito sicuramente più persone se avessero capito su-
bito in cosa consisteva veramente la missione».
Roberto: «Io la penso in
maniera un po’ diversa perché la gente che non ha capito è quella che non è venuta; all’inizio era una novità
poco chiara ma sarebbe bastato chiedere e informarsi
per capire di cosa si trattava. Questa esperienza alla fine ha rafforzato chi già c’era e frequentava la Chiesa».
Come è stata per voi
questa esperienza?
Roberto: «È stata molto
positiva, è servita a capire
che il modo in cui vengono
proposte le celebrazioni serve a coinvolgere profondamente la comunità. Ora,
però, senza i missionari che
facciano da trascinatori, sarà
difficile mantenere questo
entusiasmo, dovremmo
sentirci tutti impegnati».
Donatella: «Ci ha fatto
riflettere su problemi che
ci sono in tutte le famiglie, i rapporti con i figli
con il proprio marito e la
propria moglie e anche a
creare legami nuovi tra
di noi».
Quali sono i momenti
che vi hanno colpito
maggiormente della
missione?
Roberto: «Una delle
sere più forti è stata la Via
Crucis della domenica
della Famiglia; sembrava
di essere tornati indietro nel
tempo, a quel giorno in cui
Gesù è stato crocifisso».
Qual è l’insegnamento che vi portate più vivo dalla missione?
Donatella: «Io da questa
missione cercavo delle risposte a molte delle domande che certe disgrazie
avevano suscitato in me. È
stata importante per capire
come noi stessi, nella nostra
quotidianità e con il nostro
dolore, possiamo “fare missione” portando la nostra esperienza alla gente». (LM)
MARON
U
VENERDÌ 9 APRILE
Alle 20.30, in duomo a Sacile, solenne celebrazione della Passione
del Signore e processione.
Dalle 16 alle 19 nell’ex chiesa di
San Gregorio a Sacile è aperta la
mostra Parole e musica, dedicata
ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa.
ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa.
MERCOLEDÌ 14
Dalle 15.30 alle 18 in via Mazzini 22 a Sacile è aperto il Centro
di ascolto Caritas.
Dalle 17 alle 19 a palazzo Carli
di Sacile è aperto il Centro di consulenza familiare.
SABATO 10
Alle 21, in duomo a Sacile, Veglia
pasquale.
Dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle
19 nell’ex chiesa di San Gregorio
a Sacile è aperta la mostra Parole e musica, dedicata ai 20 anni di attività della compagnia teatrale L’iniziativa.
DOMENICA 11
Dalle 16 alle 19 all’ex chiesa di
San Gregorio a Sacile è aperta la
mostra Parole e musica, dedicata
GIOVEDÌ 15
Dalle 17, a palazzo Ovio Gobbi di
Sacile, si tengono i seminari di lingua ebraica a cura del professor
Marco Grusovin.
Dalle 16.30, alla biblioteca civica
in viale Trieste a Sacile, si tiene
il terzo seminario del ciclo di incontri dedicato all’Apocalisse. Tema del giorno “Il pensiero apocalittico tra Umanesimo e Modernità”, a cura del filosofo Renzo
Mulato.
n altro tassello si aggiunge alla riqualificazione del territorio di
Brugnera: la piazza di Maron. Un importante intervento di risistemazione e arredo ha dato un nuovo volto al centro della frazione.
L’operazione si è concentrata sullo spazio antistante
la chiesa parrocchiale e sulla via IV Novembre e fa parte di un più vasto progetto
che ha già visto la sistemazione dell’area adibita a
mercato settimanale. Con
questo ulteriore intervento
è stato risistemato il sagrato della chiesa, raccordandolo con lo spazio circostante, decorandolo con fioraie, fornendolo di panchine e provvedendo a un’adeguata illuminazione. La
sistemazione dello spazio
retrostante ha inoltre consentito di ricavare altro spazio da adibire a parcheggio.
e
L’AZiON
Opitergino
Domenica 11 aprile 2004
CAVALIER/INAUGURATO
L’ASILO“L’ISOLA DEL TESORO”
E
ra il sogno del sindaco uscente Giampaolo Vallardi: riuscire a trasformare in una struttura utile alla comunità le ex scuole elementari di Cavalier. Vi è riuscito, domenica scorsa è stato inaugurato “L’isola del tesoro”, l’asilo-nido pronto ad
ospitare bambini gorghensi,
di Chiarano, di Motta di Livenza. «Era anche questo uno dei motivi per i quali, di-
versi anni fa, mi ero candidato» ha ricordato Vallardi. La
struttura è molto semplice,
funzionale, così come deve
esserlo un servizio a misura
di bambino. In modo che la
pulizia possa essere la più frequente e la più rigorosa possibile, lasciando nel contempo ampio spazio al gioco e alla vita dei piccoli. L’isola del
tesoro è stato chiamato il
nuovo servizio, pensando a
UNABOMBER
G
Un momento dell’inaugurazione dell’asilo nido a Cavalier
quei “tesori” che sono i bambini per le famiglie e per la
comunità tutta. L’investimento è stato di quasi 300 mi-
la euro e la Regione Veneto
ha dato un suo contributo; la
gestione è stata affidata alla
cooperativa “Insieme si può”.
li inquirenti non sembrano più nutrire alcun dubbio: è stato il famigerato Unabomber, autore di dieci anni di attentati terroristici nel
Triveneto, a collocare un piccolo ma pericolosissimo ordigno sotto un inginocchiatoio della quattrocentesca chiesetta di sant’Agnese a Portogruaro. Lo dimostrerebbero le modalità dell’azione, la tecnica elaborativa della bomba, in una
parola la “firma” del misterioso personaggio. Per
puro caso si è evitata l’esplosione che - affermano
gli inquirenti - avrebbe sicuramente provocato
danni e ferite serie. L’ ordigno era caricato alla nitroglicerina. Un esplosivo instabile, e dalla grande forza detonante.
IN ZONA SI MOLTIPLICANO GLI EPISODI
Microcriminalità: ormai
è una vera emergenza
Un autentico successo il musical rappresentato a Fratta di Oderzo
S
tavolta è davvero
emergenza microcriminalità. Furti a
raffica si sono succeduti
nello spazio di due settimane nell’Opitergino. Agli
episodi che fanno notizia,
vanno aggiunti quelli che
non vengono neppure denunciati. Dapprima furti
nelle abitazioni a Camino,
quindi il negozio di abbigliamento intimo di Donatella Pedron in via Umberto I svaligiato di tutto. In
successione il furto al negozio “And” sempre in via
Umberto I, con il magazzino ripulito di tutte le nuove
collezioni di abbigliamento, la razzìa di profumi di
gran marca avvenuta al
“Tulipano” in via Verdi, i televisori a schermo piatto
sgraffignati al negozio di Irnerio Momesso a Faè, la
cassaforte fatta ruzzolare
dalle scale al mobilificio
Mab di Meduna di Livenza.
Cosa sta accadendo? La
gente è davvero preoccupata, le forze politiche invocano maggiori controlli
da parte delle forze dell’ordine. «Posso dire che nella
mia relazione di fine anno
l’avevo un po’ previsto –
commenta il sindaco Elio
Pujatti –. Vedo sempre più
gente in giro senza lavoro.
Per certuni,
piuttosto che
cercarsi un’altra occupazione è forse più
semplice delinquere». Lo
stesso primo
cittadino, tre
anni fa, si è ritrovato con i
ladri in casa. «Era notte, ho
sentito un rumore dalla mia
camera e sono sceso al
pianterreno. I malviventi avevano addirittura acceso
la luce, stavano frugando
nei cassetti. Quando mi
hanno sentito sono scappati. È un’esperienza che ti segna per sempre. Oggi, scatta sempre dentro di me un
allarme quando odo un rumore diverso in casa». Già,
la ma gente si chiede cosa
poter fare. «Adottare il più
possibile sistemi di difesa
passivi – consiglia Pujatti –.
Sprangare le porte dall’interno, bloccare
le serrande, installare se è
possibile un allarme. Sono sistemi che possono aiutare
molto». Non aprire mai a
sconosciuti,
aggiungiamo
noi, non lasciare in vista
gioielli e denaro contante.
Denunciare sempre i furti.
Purtroppo la delinquenza
spicciola sembra essere una piaga con la quale si è
destinati a convivere. (AF)
APERTURE DOMENICALI, CHE MALVEZZO!
A
perture domenicali
dei negozi: non era
mai accaduto, eppure nell’Opitergino domenica 28
marzo c’è stato chi ha pensato di andar contro le regole, tenendo aperto senza avere l’autorizzazione
del Comune. La ditta in
questione è la Smart, che
gestisce un grande magazzino di abbigliamento
in via Verdi, nella zona
commerciale. Pensare che
c’è pure un Comandamento, è il “ricordati di santificare le feste”, eppure c’è
chi oltre che delle regole
della società civile, non tiene in minimo conto neppure quelle cristiane. E dire che quella delle aperture domenicali è un malvezzo tutto italiano. Provate un po’ a girare in qualche paese europeo. A Norimberga (Germania), ad
esempio, i negozi addirittura anticipano la chiusura del sabato pomeriggio,
la gente lo sa e si organizza di conseguenza. Forse
che aprendo di domenica
si spera di vendere di più?
Il punto interrogativo è
d’obbligo, pensando agli
attuali tempi di caro-euro.
Se i soldi nel borsellino
scarseggiano, ebbene ciò
accade sia di lunedì che di
domenica. Per prassi commerciale, non è che le domeniche dedicate allo
shopping manchino durante l’anno nella città opitergina; ce ne sono all’incirca sei. È perciò allibito
Bruno Andreetta, il presidente dell’Ascom opitergino-mottense, di fronte al
comportamento
della
Smart spa. «Posso dire che
se le regole ci sono vanno
rispettate. Personalmente
41
sono contrario alle aperture domenicali» è il suo pensiero. Nel frattempo in municipio stanno esaminando
a fondo il caso. «Quest’apertura domenicale avvenuta senza autorizzazione –
taglia corto il
sindaco Elio
Pujatti – è un
malvezzo che
va stroncato
sul nascere.
Questa era la
prima volta per
cui abbiamo
deciso di non
andare oltre la
multa di mille
euro. Ma se
dovesse ripetersi non esiterò a chiedere la chiusura del punto vendita. Senza dubbio domenica hanno fatto una “furbata”, considerando che siamo sotto
UN SUCCESSO A FRATTA
Il duello in musical
tra Morte e Vita
P
ienone in chiesa domenica 4 aprile a Fratta di Oderzo per la rappresentazione di “Morte e vita a
duello”, dramma musicale
sulla passione di Gesù scritto da Giosy Cento.
Un musical particolare,
dove spicca la presenza della Morte, protagonista-antagonista quasi sempre presente con la sua tipica veste
tetra e la sua falce, nel ruolo
di “cattiva consigliera”, come
una specie di grillo parlante
al contrario, e che alla fine
viene inevitabilmente sconfitta da Gesù risorto, che rappresenta la vita. Un “duello”
Pasqua e che la gente poteva essere invogliata a fare qualche acquisto». Mai
come in questi tempi le società commerciali cercano
di invogliare il cliente all’acquisto. Proprio per questo motivo, consapevole di
questo potere, il consumatore dovrebbe essere ben attento e operare
delle scelte.
Il mercato è
vasto, la scelta ampissima. Perché
dunque non
incamminarsi verso un
consumo
consapevole, guardando a
chi rispetta le regole e lascia che la domenica sia
quel giorno dedicato al riposo e alla riflessione che
dovrebbe essere? (AF)
che prende ispirazione dalla
Sequentia dell’XI secolo.
Una rappresentazione
che ha richiesto mesi di preparazione e che ha coinvolto
una quarantina di persone tra
attori e comparse, un centinaio contando anche musicisti, costumiste, staff e tecnici di scena. Tanti giovani,
alcuni con i genitori, provenienti da Fratta ma anche da
alcuni paesi vicini. E non è esagerato affermare che in
particolare a Fratta si è mosso un paese: in tanti, anche
dietro le quinte, hanno lavorato preparando i costumi e
le attrezzature tecniche e
L
musicali, concedendo generosamente il proprio tempo e
i propri mezzi per tante sere
anche fino all’una di notte.
Chiesa piena già mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Tanta gente è rimasta
in piedi, ed anche fuori dell’edificio, tanto che è stato deciso di concedere il bis la sera successiva.
Al termine il pubblico ha
premiato gli attori con un’ovazione. «Questa sera abbiamo assistito ad un miracolo:
questi esistono ancora, anche se la televisione e la
stampa non ne parlano, mostrandoci solo morte, polemica, stupidità, frivolezza» ha
detto subito dopo un commosso don Piero Bortolini,
nel duplice ruolo di parroco
e responsabile diocesano per
la pastorale giovanile. «Non
è stato il parroco a dire a questi ragazzi “fate”: sono stati
loro a lanciare questa proposta, contagiando presto tanti
loro coetanei». Ha lodato la
costanza di tutte queste persone che per molte ore già
ancor prima di Natale si sono trovate a provare: «in
quelle sere davvero si respirava profumo di miracolo».
Non solo un musical, ma anche un «incontro di preghiera ad altissimo livello, che
aiuterà a vivere meglio la Settimana Santa», tenendo conto anche della sacralità del
luogo in cui si è svolta.(AP)
FOSSALTA
a sagra
di San
Marco a Fossalta Maggiore
anticipa. Il Lunedì di Pasqua
ci sarà il taglio
del nastro, con
l’inaugurazione dei nuovi
spogliatoi sportivi che andranno a completare il centro polivalente parrocchiale
fossaltino. È un appuntamento atteso da tutta la comunità per un’opera frutto
del volontariato dei tanti collaboratori della Pro loco, la
quale aggiunge un altro tassello alla sua storia iniziata
33 anni fa, con tante opere
realizzate, in ossequio allo
slogan “Non solo una festa
ma qualcosa che resta!”. La
Festa di San Marco aprirà
poi i battenti venerdì 16 alle
21. È rilevante la novità di
questo 2004, si tratta della
rassegna “Editoria di Mar-
ca”. È un salone dell’editoria
veneta sulla storia, l’ambiente,
le tradizioni, la
letteratura della Marca trevigiana e del Veneto, patrocinata dal Comune
e dalla Provincia di Treviso.
Hanno aderito le maggiori
case editrici, del Trevigiano
e non, con l’aggiunta della
Fondazione Benetton studi e
ricerche. La tenso struttura
che ospiterà la rassegna dà
spazio ad oltre 2000 opere.
Eppoi ci saranno la mostra
fotografica “I casoni veneti”,
la tradizionale “Arte in vetrina”, “Bicicultura” la pedalata organizzata per il 25 aprile. Insomma tante proposte ideate e realizzate da una Pro loco vulcanica ed efficiente, per uno svago sano
e sereno, da vivere con la
propria famiglia.
Anticipa di due
settimane la
tradizionalissima
sagra di S. Marco
e
L’AZiON
Mottense/Ve/Memorie
Domenica 11 aprile 2004
43
PREOCCUPAZIONE A CESSALTO E A CEGGIA
SCUOLA
OSPEDALE DI MOTTA
La Fillattice chiude a giugno,
e quei cento posti di lavoro?
L
“Lepido Rocco”:
Comuni e Provincia
diano una mano,
invita Panighel
Nominati due
nuovi primari
a Fillattice di Cessalto, azienda che
produce filati elasticizzati per l’abbigliamento sportivo, chiuderà a
giugno: cento lavoratori saranno licenziati. Questa è la
prima vistosa crepa, sul
fronte dell’occupazione,
che si apre nell’OpiterginoMottense. Quel che fino a
tre-quattro anni fa era considerato un bacino ad altissima produttività, sta mostrando falle pericolose. Anche perché già si parla di una situazione critica anche
per i dipendenti della De
Longhi di Gorgo. Tornando a Cessalto, cento lavoratori tutti italiani, quasi tutti capifamiglia di Cessalto,
Chiarano e Ceggia, la scorsa settimana hanno organizzato una manifestazione
di protesta davanti al municipio di Cessalto; attendevano con pazienza, mentre
il sindaco Giovanni Artico e
i dirigenti dell’azienda discutevano sulla sorte della
fabbrica e dei lavoratori. «Esprimo rammarico, perché
qui non si tratta di un piano
di ristrutturazione, ma di una chiusura dell’azienda –
ha detto il sindaco alla conclusione dell’incontro –. L’azienda afferma che da quattro anni chiude con i bilanci in rosso; ha già chiuso una fabbrica in Francia, ridimensionerà anche l’azienda madre di Capriate a Bergamo, perché deve rispettare accordi presi con le
banche. A Cessalto il 50 per
cento dei dipendenti sarà
licenziato a giugno – prosegue Artico –, il rimanente sarà oggetto di accordi
in base alla disponibilità; entro sette giorni sarà aperto
un tavolo di trattative, per
trovare un accordo per la
cassa integrazione. Chiederò aiuti in Provincia e in
Regione: la situazione –
conclude Artico – non dico
che è buia, ma grigia sì».
Rammarico anche da
parte del sindaco di Ceggia,
Rodolfo Viola, altro comune interessato ai licenziamenti: «Una decisione improvvisa e pericolosa – dice
Viola –: noi qualche anno fa
abbiamo affrontato la chiu-
A MOTTA LA NONA MOSTRA
“Un libro conquista
il mondo”...
“U
n libro conquista il mondo”: al via la IX edizione
della mostra del libro
per ragazzi e non. Dal
15 al 24 aprile, la mostra
si terrà in Loggia ed è
organizzata dall’assessorato alla Cultura di
Motta in collaborazione
con la Biblioteca civica.
Per l’occasione si terrà
ORARI
NECROLOGIE
un ciclo di incontri con
autori vari, dalla narratrice per ragazzi Paola Zannonner al poeta del bosco
Mauro Corona. Con loro
anche gli autori Tiziano
Brogliato, Carmen Menon e Guido Quarzo, oltre
alle esperte di letteratura
per bambini Fabiana Costa e Attilia Cauduro. Iniziativa di primo piano per-
sura dello zuccherificio, ma
allora le condizioni erano
diverse, i lavoratori avevano
possibilità di reinserimento immediato in altre aziende: ora la situazione è
cambiata, il clima non è
buono: sono preoccupato».
Le organizzazioni sindacali della Cisl e della Uil del
Veneto Orientale e di Treviso dicono: «Il sito produttivo di Cessalto è nato 30
anni fa e si è specializzato
nella produzione di filati elasticizzati, attualmente occupa un centinaio di persone. Da tre anni, con l’ingresso nel mercato del filo
elastico dei produttori coreani, i prezzi sono crollati
ed è cominciata la crisi. Improvvisamente il 31 marzo
l’azienda ha comunicato
che da venerdì 2 aprile avrebbe aperto la procedura
di mobilità: altro che concertazione! Noi crediamo
che attraverso una ristrutturazione, l’azienda di Cessalto possa essere mantenuta» afferma Vincenzo
Rosso della Uil.
Giuseppina Piovesana
ché oltre alla tradizionale mostra di libri è stato appositamente creato un ciclo di incontri
per invogliare alla lettura e per far comprendere ai più giovani che il libro non è oggetto astratto ma inserito in un
contesto preciso e spesso testimone prezioso
della vita di ciascuno.
Orario apertura mostra: giorni feriali 15.3018.30; sabato e festivi 912 e 15.30-18.30.
Per informazioni biblioteca civica, da lunedì a venerdì (14.4518.45), telefono 0422861013.
T
I
utti i comuni vicini
a Motta di Livenza e
la Provincia di Treviso devono contribuire a sostenere le attività del centro
professionale “Lepido Rocco”. Questo l’invito che il
sindaco mottense Graziano Panighel ha rivolto con
una lettera a 16 colleghi
della Sinistra Piave ma anche del Pordenonese e del
Veneziano. «Abbiamo avuto di recente un incontro in
cui i sindaci hanno sottolineato l’importanza che la
scuola “Lepido Rocco” ha
per il nostro territorio» ha
dichiarato Panighel. Nel
corso dell’incontro è stato
quindi stabilito di presentare alla Provincia una relazione sull’attività della
scuola nella quale viene
formulata la richiesta di sostegno; di mettere a carico
dei propri bilanci comunali una somma a favore del
centro professionale; di interessare alla questione le
associazioni di categoria e
gli operatori economici
presenti sul territorio.
l Consiglio di amministrazione dell’ospedale di Motta ha nominato i
nuovi primari dell’Unità operativa di cardiologia riabilitativa e preventiva e di
Medicina generale. Ciò si è
reso necessario in relazione
alla costituzione di una unità
autonoma di Cardiologia e
per sostituire il primario
Giovanni Castorina
in
quiescenza.
Giuseppe Favretto avrà la
responsabilità dell’area
cardiologicoriabilitativa e
Quirino Messina dirigerà
il reparto di Medicina generale. Lo stesso Consiglio
di amministrazione ha confermato nella carica di direttore sanitario Marco Cadamuro Morgante, dirigente di primo livello in servizio
alla Direzione sanitaria dell’ospedale di Treviso. Alberto Prandin, direttore dell’ospedale mottense: «Il dot-
MOTTA DI LIVENZA
La morte di Augusto
De Faveri
IN BREVE
Non si spegne in città il cordoglio
per Augusto De Faveri, il mottense di
56 anni morto a Luxor, in Egitto. L’uomo, infatti, è deceduto durante uno
dei suoi tanti viaggi di studio: Augusto De Faveri era “egittologo” molto
conosciuto a Motta per questa sua
grande passione ed è stato colpito
dal malore fatale durante un’escursione. De Faveri curiosamente è morto proprio nella terra che amava così tanto e alla quale ha dedicato una vita intera di studi. Era, infatti, uno studioso assai stimato per quanto riguarda l’Egittologia, di cui seguiva un corso di laurea. Mancavano
pochi esami e si sarebbe laureato in
Lettere e Religioni orientali a Bologna.
Laboratorio teatrale
Parte a maggio il laboratorio teatrale
per le classi 1ª A e 1ª B della scuola elementare Aleandro. Hanno collaborato: Banca S. Biagio, Piccola libreria
dietro l’angolo, Banca Treviso, Kumiai
Vaggi, Le meraviglie, Centro danza e
movimento, Bi-Look, Divino pane, F.lli Bianco, Sbp di Sandro Battistella e
C., Piva Calzature e Fioreria Sandy.
La 1ª A partecipa anche a un corso
di nuoto sponsorizzato da Thermoconfort.
tor Castorina su sollecitazione del dottor Claudio Dario, direttore generale dell’Ulss 9 Treviso e mia personale, ha aderito con entusiasmo alla collaborazione
con il dottor Favretto in qualità di consulente dell’attività di degenza del progetto
di Cardiologia riabilitativa e
preventiva».
Dal 1º gennaio scorso ha
preso avvio l’attività del nuovo
ospedale riabilitativo a livello
interregionale.
Secondo i piani
della dirigenza,
la struttura nell’arco di un
triennio di sperimentazione
dovrebbe essere in funzione
di un’area che oltrepassa i
confini regionali. Il presidente Domenico Stellini e il
direttore Alberto Prandin,
insieme al dirigente generale dell’Ulss 9, erano presenti qualche giorno fa a
Motta, per presentare il progetto alla cittadinanza. (GR)
CEGGIA
Margherita Hack a Ceggia
Sabato 17 aprile alle 17 in sala Toniolo, via Duca D’Aosta, l’astronoma
Margherita Hack presenta il suo ultimo libro “Vi racconto l’astronomia”,
introdotta dal professor Mariano Beltrame. L’incontro è promosso dall’associazione “Casa aperta” con il patrocinio del Comune.
A Padova con Casa Aperta
In duomo domenica 18 aprile alle 11
unzione degli infermi per ammalati e
anziani della parrocchia mottense, come segno di fede e di speranza.
Sono ancora aperte le iscrizioni per
partecipare alla visita a Cappella degli Scrovegni, museo degli Eremitani
e Orto botanico di Padova, il pomeriggio di sabato 8 maggio. Per informazioni: Associazione Casa Aperta, telefono 0421 329658.
Unzione degli infermi
SAN PIETRO DI FELETTO
VALLONTO
SAN VENDEMIANO
RUA DI FELETTO
ANZANO
PIETRO BATTISTON
(Bocci)
n. 26.6.1905 - m.15.4.1992
GIULIA FOLTRAN
n. 9.8.1905 - m. 18.5.1987
Caro papà, in occasione del
dodicesimo anniversario della
tua scomparsa vogliamo ricordarti insieme alla mamma
Giulia, sempre con immutato
affetto.
I vostri cari
GIOACCHINO ZANELLA
n. 27.3.1920 - m. 11.4.2002
Nel secondo anniversario della tua scomparsa viviamo nell’eredità dei tuoi insegnamenti e del tuo amore.
Con affetto e nostalgia, i tuoi
cari.
ANGELO DARIO
n. 11.7.1911 - m. 11.4.2003
Nel primo anniversario della
tua morte ti ricordano i tuoi
cari con una Messa in suffragio che sarà celebrata domenica 11 aprile alle 9 nella chiesa di San Vendemiano.
CECILIA POL
in VAZZOLA
n. 20.11.1919 - m. 11.4.2001
Nel terzo anniversario della tua
scomparsa ti ricordano con l’affetto di sempre il marito Luigi, le figlie, i generi, i nipoti e i tutti i tuoi
cari.
Una messa in suffragio sarà celebrata sabato 17 aprile alle 19 nella chiesa parrocchiale di Rua di Feletto.
CARLO DA RUOS
di anni 17
Nel quindicesimo anniversario
ti ricordano con immutato affetto genitori, fratello, nonni e
quanti ti hanno voluto bene.
Sarà celebrata una Messa nella chiesa di Anzano martedì 13
aprile alle 18.
da lunedì a venerdì
ore 8-12 e 14-18
I necrologi vanno consegnati
entro gli otto giorni prima
della loro pubblicazione.
L’Azione: tel. 0438 940249
fax 0438 555437
PREZZI:
Necrologi:
Normali €40
Fuori box €60
Anniversari:
compleanni
e matrimoni €60
ma comunque ce ne sono
ancora piloti di una “certa
età” come me, voglio dire,
trentenni…».
È stato scongiurato il
pericolo, per voi ultraventottenni, di trovarvi le porte della categoria chiuse per regolamento...
«Quest’anno non ci sono riusciti, ma dal prossimo sembra proprio che la
classe 125 sarà vietata ai piloti sopra i 28 anni».
Chi sono i favoriti per
quest’anno? Pensate
di riuscire a bissare il
secondo posto del vostro team (con De Angelis) dell’anno scorso?
«Favoriti ce ne sono tanti, per primi gli spagnoli
Barbera e Batista… Raggiungere di nuovo il secondo posto sarà sicuramente difficile, se non difficilissimo. Puntiamo a fare una bella stagione, comunque Mike Di Meglio,
il nostro pilota, è andato fortissimo nei primi test».
Parlaci un po’ di lui.
«Mike Di Meglio è un
francese, abita vicino a Lione e ha lontane origini italiane. Ha sostituito Gianlu-
Sarà manager e copilota del giovane Di Meglio
Gino Borsoi
la chioccia
I
l 18 aprile comincia la
stagione del motomondiale: per questo siamo tornati a trovare il pilota Gino Borsoi nel negozio
di suo padre a Camino.
Allora Gino, a novembre avevi detto che
nella nuova stagione
speravi di passare in
250 con una moto del
team di cui sei socio.
Ma le cose non sono
andate come speravi.
«Volevamo avere una
moto in classe 250, che avrei guidato io, e due in 125
guidate da due ragazzi giovani, un francese e uno spagnolo, ma poi abbiamo avuto dei problemi, non ci
hanno accettato l’iscrizione
dello spagnolo e ci avreb-
PULCINO E CHIOCCIA - Qui sopra Mike Di
Meglio; a destra Gino Borsoi, suo
manager, ma anche compagno di pista.
bero accettato solo una moto in 125 e una in 250. Per
questo ho preferito restare
in 125 per dare una mano
al francese. Avere la terza
moto resta obiettivo della
prossima stagione».
JUDO VITTORIO BICAMPIONE
Con il ritiro di Cecchinello ora tu sei uno dei “grandi vecchi”
della categoria…
«Effettivamente negli ultimi due anni sono entrati
tanti giovanissimi nella 125,
ca De Angelis che è passato di categoria. È nato nel
1988 e ha debuttato nel
mondiale già l’anno scorso,
ma ha passato una stagione molto travagliata, metà
con l’Aprilia e metà con
l’Honda: una grande confusione».
E così tu ti ritroverai
a fare da chioccia...
«Sì, l’intenzione è portare la mia esperienza per
dargli una mano, anche se
nei primi test ha già mostrato grandi potenzialità
anche senza i miei consigli».
Possiamo considerare il tuo come un team
“veneto”?
«In un certo senso sì,
perché l’altro socio è dalle
parti di Bassano, un ragazzo che lavora con noi è da
Padova, anche se l’altro socio è svizzero e anche la sede del team in realtà è in
Svizzera: diciamo che il
team è metà veneto e metà
svizzero».
Come vedi la situazione nelle altre due
categorie?
«La 250 sarà sicuramente migliore di quella dell’anno scorso, visto che il
suo livello era calato tan-
PATTINAGGIO, CHE SPETTACOLO: Skating Motta
campione d’Italia; ma ora dove si allenerà?
S
Vittoriesi trionfanti sul podio
A
Genova, nella finale nazionale del Campionato italiano juniores, il Judo Vittorio ha ottenuto un ennesimo successo: doppio, questa volta. I judoka vittoriesi hanno, infatti, vinto medaglia d’oro e quindi titolo italiano individuale con Marta Pinotti, mentre nella classifica finale per
società sono arrivati terzi. Con quest’ultimo sono già tre i titoli italiani conquistati dalla Pinotti: a Genova per trionfare
ha dovuto superare anche l’attuale campionessa europea.
Con la medaglia d’oro ha guadagnato anche il secondo dan
della cintura nera, e la terza convocazione in nazionale.Ugualmente bravi i rimanenti judoka della squadra vittoriese:
Maria Nicole Frare, Marisa Celletti, Andrea Posocco, Isabella De Stefani, Cinzia Valle; ovviamente soddisfatti il maestro Gianpietro Vascellari e l’istruttore Sergio Posocco. (GV)
kating club mottense ai vertici dei
Campionati italiani di pattinaggio spettacolo da poco conclusi a Bassano. La
squadra Italian Show, categoria Gruppi Cadetti,
coordinata da Martina Sottosanti, si è riconfermata
campione d’Italia. Il titolo
ottenuto è il lasciapassare
per i Campionati europei
che si svolgeranno dal 29 aprile al 1º maggio a Firenze. Nella categoria Grandi
Gruppi hanno vinto le trevigiane della Rollercircus,
ma l’Italian Show, diretto
dalla stessa Sottosanti con
la collaborazione tecnica di
Giuseppe Marchet e le coreografie di Andrea Cammoranesi, ha guadagnato
un prezioso argento che le
qualifica non solo agli Eu-
S P O R T
Le campionesse italiane cadetti dell’Italian Show: Margherita Battistella, Laura Biancotto,Anna
Bragato,Alessia Casonato, Marta e Irene d’Incau, Jasmine Furlanetto, Giulia e Mariana Moreira,
Sara Moretto, Diletta Pavan, Lucia Poli, Alessandra Pozza, Johara Zaccariotto, Chiara Zanutto.
ropei di Firenze ma altresì
ai Mondiali che si terranno
verso metà novembre a
Fresno in California. Il problema ora è contestuale al
capannone utilizzato in
precedenza per gli allena-
&
menti e ora non più disponibile: si sta cercando febbrilmente una nuova sede
per un’adeguata preparazione al sogno d’oltre oceano.
Norman Zoia
tissimo. Ma la categoria col
punto di domanda più grosso sarà la Gp1, perché bisognerà vedere cosa farà
Valentino Rossi con la Yamaha».
Riusciremo anche a
vederti vincere una
gara?
«Beh, io come ogni anno ci proverò. Lo spero tanto».
Andrea Pizzinat
RUGBY
Europei under 18
anche a Oderzo
e San Donà
O
ltre 700 giovani
rugbisti di 24 squadre nazionali provenienti
da tutta Europa suddivise
in 3 gironi da 8 si disputano, in Veneto e Friuli, il
Campionato europeo di
rugby under 18. Protagoniste le fortissime Francia
e Inghilterra, nazionali ancora poco conosciute come
Georgia, Moldavia, Israele
e Lettonia ma
anche una
nazionale
azzurra
di grandi
speranze.
In prima linea
la Marca trevigiana (23 società sportive, 2 mila 500
tesserati) non solo con propri atleti ma anche con
un’ingente macchina organizzativa che metterà a
punto la finalissima per il
titolo europeo assoluto sabato 10 aprile alle 17 a Monigo. Coinvolta anche la nostra diocesi: due semifinali di due dei gironi dell’Europeo si sono disputate a
Oderzo; in tutto 8 match a
San Donà, fra cui, il Venerdì santo, tutte le finali
dal primo all’ottavo posto
del girone di Bulgaria,
Croazia, Danimarca, Israele, Lettonia, Moldavia, Svizzera e Ungheria. Un lungo
pomeriggio di rugby, con
quattro partite di seguito
dalle 14 alle 18.30.
Paola Fantin
B A N C A
Castello Roganzuolo · Cimavilla · Conegliano · Cordignano · Crocetta del Montello · Falzé di Piave
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Janna
46
Domenica 11 aprile 2004
OFFERTA
LAVORO
Albergo di prima categoria a Jesolo cerca chef capopartita. Tel. 043828578 ore pasti.
Per informazioni sulle seguenti offerte di lavoro
rivolgersi all’Informagiovani di Vittorio Veneto, telefono 0438-940371.
Cooperativa Itaca cerca animatori per i punti verdi estivi 2004
in tutto il Friuli Venezia Giulia. Richiedesi: diploma quinquennale + esperienza nel settore, pat. B, auto propria. Offresi: contratto naz. coop. soc.
a tempo indeterminato (rif. 16567).
Cooperativa Itaca cerca per casa di riposo ad Aviano (PN): addetti all’assistenza con qualifica, patente B e auto propria. Offresi: contratto
naz. coop. soc. a tempo indeterminato, incentivi (rif. 16566).
Cooperativa cerca urgentemente
animatori e/o coordinatori per centri ricreativi estivi situati in Regione. Garantiamo e richiediamo massima serietà e professionalità. Requisiti: diploma o laurea. Per il ruolo di
coordinatore, esperienza documentata di 2 anni (rif. 16559).
Cooperativa sociale cerca animatori per centri estivi per minori
in zona Vittorio Veneto-Conegliano. Richiedesi età minima 22 anni, possesso di diploma di scuola media superiore o laurea, esperienza educativa ed animazione (rif. 16538).
Azienda veneta operante nel settore pubblicità cerca apprendista per
allestimento di impianti pubblicitari
massimo 23enne (rif. 16535).
Azienda veneta operante nel settore pubblicità cerca apprendista
stampatore digitale anche senza esperienza. Richiesta minima conoscenza programmi di Illustrator e
Photoshop. Massimo 23enne (rif.
16534).
Impresa di fondazioni speciali
cerca diplomato milite assolto/esente. Richiedesi: massimo 25 anni, diploma di ragioneria, utilizzo Pc (Windows, Word, Excel) (rif. 16533).
Cercasi urgentemente ragazza 1830 anni da impiegarsi come cameriera/banconiera in gelateria in Germania, zona Amburgo. Disponibilità
immediata (rif. 16532).
DOMANDA
LAVORO
Assistenze notturne ospedaliere
e/o domiciliari (esperienza professionale): contattare per fissare giorni e orari il 347-0465271 (massima
serietà).
Ragazza italiana di 18 anni cerca lavoro come baby-sitter, assistenza anziani o disabili in zona Cordignano e limitrofi durante i mesi di
luglio e agosto e si rende disponibile anche durante i pomeriggi infrasettimanali dei mesi prossimi. Possiedo qualifica di operatore dei servizi sociali, già con esperienza. Tel.
328-9422974.
Cerco lavoro come cameriera o operaia generica o apprendista commessa, zona Veneziano. Tel. 3490884541.
Ragazzo 24enne, in possesso di
pat. B, C, E, con esperienza come autista, carrellista, imbianchino, realizzazione bancali cerca lavoro anche
in altri settori. Zona: Conegliano, Pieve di Soligo, Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 340-1221328.
Ragazzo 26enne, con esperienza
nel settore legno e metalmeccanico,
cerca lavoro come operaio in qualsiasi settore. Zona: Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo e limitrofi. Tel. 340-1221328.
Signora con esperienza si rende
disponibile come baby-sitter in Vittorio Veneto. Disponibile in orario
diurno. Tel. 340-9662161.
Ragazzo 23enne con esperienza
nel settore agricoltura, vivaistico, vetro e come manovale cerca lavoro
in qualsiasi settore. Tel. 347-4955748.
Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici. Zona:Vittorio Veneto. Tel. 338-1024501.
Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, addetta alle pulizie, baby-sitter, stiro. Zona: Vittorio
Veneto e limitrofi. Tel. 347-5236497.
Ragazza 16enne cerca lavoro come addetta alle pulizie, collaboratrice domestica, lavapiatti, baby-sitter,
assistenza anziani. Zona: Vittorio Veneto. Tel. 338-1024501.
Signora italiana, seria, referenziata, con esperienza offresi come babysitter in Vittorio Veneto e dintorni.
Tel. 339-4318500, 0438-550143.
Signora con esperienza cerca lavoro come addetta alle pulizie o come collaboratrice domestica al mattino in Vittorio Veneto. Tel. 3281446635.
Ragazzo 16enne con esperienza
come meccanico d’auto, cerca lavoro come operaio apprendista in qualsiasi settore. Zona: Follina, Miane, Cison, Pieve di Soligo. Tel. 0438-971369.
Signora con pluriennale esperienza
come addetta alle pulizie, cerca lavoro. Disponibile anche per assistenza anziani/disabili o come collaboratrice domestica. Zona: Follina, Miane, Cison, Pieve di Soligo, Conegliano
e limitrofi. Tel. 338-9539575.
Signora volenterosa con esperienza come direttrice supermercato,
operaia settore maglieria, cameriera,
collaboratrice domestica, cerca lavoro anche in altri settori purché serio e a tempo pieno. Disponibile anche a lavoro a turni, anche notturni. Tel. 340-5619307.
Signora rumena in possesso di
pat. B, cerca lavoro come collaboratrice domestica, badante, baby-sitter,
addetta alle pulizie o altro. Zona: Follina e limitrofi. Tel. 340-5619307.
Signora con esperienza cerca lavoro come collaboratrice domestica
in Vittorio Veneto. Disponibile in orario pomeridiano. Tel. 0438-555701.
Signore con esperienza come imbianchino cerca lavoro part-time in
zona Cordignano-Sacile. Tel. 3473166988.
38enne con esperienza come operaio metalmeccanico e come magazziniere, con uso muletto, cerca lavoro anche in altri settori. Tel. 3495080966.
Signora automunita, con buona
conoscenza della lingua tedesca, con
esperienza come operaia metalmeccanica, cucitrice, addetta alle pulizie,
cerca lavoro. Disponibile anche per
lavoro in alberghi o altro. Zona: Vittorio Veneto, Cordignano e limitrofi.
Tel. 347-1297139.
Ragazza 28enne cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizia
uffici, baby-sitter. Disponibile al mattino (fino alle 14). Zona: Conegliano.
Tel. 349-2891905.
Signora 50enne con esperienza
cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici. Zona: Conegliano. Tel. 338-8177873.
Signore con esperienza come muratore, piastrellista e imbianchino,
cerca lavoro. Tel. 338-4856343.
Signora con esperienza cerca lavoro di pulizie uffici o collaboratrice domestica per tre volte a settimana in Vittorio Veneto e dintorni.
Tel. 338-1675425.
Ragazza 21enne diplomata istituto turistico e qualifica di operatore commerciale con l’estero, cerca lavoro come impiegata commerciale Italia o estero, segretaria o altro. Ottima conoscenza del Pc, delle lingue
spagnola, tedesca e inglese. Tel. 0438580533, 349-4006771.
Ragazza 21enne cerca lavoro come cameriera dal lunedì al venerdì.
Tel. 0438-580533, 349-4006771.
Signora cerca lavoro come collaboratrice domestica, pulizie uffici per
3-4 ore al giorno in Vittorio Veneto.
Tel. 347-7173124.
Studente universitario cerca lavoro serale. Esperienza discreta come cameriera e barista. Valuta inoltre offerte di lavoro part-time in
qualsiasi settore. Telefonare in orario serale al 349-6963788.
e
L’AZ iON
Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
(Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg.
Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr. ROC n. 1730)
Direttore responsabile
GIAMPIERO MORET
Redazione e amministrazione
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Via J. Stella, 8 - Fax 0438 555437
TIPSE - Tel. 0438 53638 - 31029 VITTORIO V.
Signora con esperienza come assistenza anziani, addetta alle pulizie,
collaboratrice domestica, cerca lavoro. Disponibile anche come operaia,
lavapiatti, commessa o altro. Zona:Vittorio Veneto, Cordignano, Conegliano
e limitrofi. Tel. 328-5411736.
Signore con esperienza cerca lavoro come muratore e/o maiolicaro.
Zona: Conegliano, Vittorio Veneto e
dintorni. Disponibile a trasferte in
Nord-centro Italia. Tel. 348-8929894.
Ragazza 30enne, con esperienza
nel settore, cerca lavoro come impiegata/segretaria in azienda seria e
professionale. Conoscenza Pc, prima
nota, bollettazione, fatturazione e predisposizione ai contatti. Tel. 3484937252.
Ragazza 30enne, con esperienza
nel settore, cerca lavoro come barista nel Vittoriese e dintorni. Bella
presenza, buona dialettica e predisposizione ai contatti umani. Tel. 3484937252.
Baby-sitter 30enne esperta e
referenziata offresi anche per piccolissimi, part-time o anche saltuariamente, in zona Vittorio Veneto. Telefonare orario ufficio al 3284762743 Cinzia.
25enne neolaureata in economia
aziendale, cerca lavoro nel settore
amministrativo e/o commerciale. Tel.
0438-552901, 347-8460303.
Signora 41enne, seria e responsabile, referenziata, da 3 anni in Italia, cerca lavoro come badante, assistenza anziani, collaboratrice domestica, baby-sitter. Tel. 328-1512853,
329-2020816.
Signora con esperienza cerca lavoro come baby-sitter, collaboratrice
domestica, pulizie, operaia comune o
assistenza anziani domiciliare od ospedaliera anche in orario notturno.
Zona Vittorio Veneto e dintorni. Tel.
329-4747448.
Ragazza russa cerca lavoro come
baby-sitter o assistenza malati disabili. Massima serietà. Stipendio da
concordare. Zona Vittorio Veneto e li-
ABBONAMENTI 2004:
Annuale (50 numeri) 40
Semestrale 22
Sostenitore 80
Per l’estero chiedere in amministrazione.
Conto corrente postale n. 130310
“I dati forniti dai sottoscrittori degli
abbonamenti vengono utilizzati
esclusivamente nell’ambito della
nostra attività e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.”
mitrofi. Tel. 348-2112742.
Ragazza 23enne con esperienza
cerca lavoro nel settore assicurativo
in zona Vittorio Veneto e limitrofi. Tel.
380-2928672.
Signora con esperienza come collaboratrice domestica cerca lavoro
per 2 mattine a settimana in centro Vittorio Veneto. Telefonare nelle ore pomeridiane al 389-8197558,
0422-554266.
Ragazza cerca lavoro come collaboratrice domestica, aiuto cuoca, lavapiatti, operaia comune, pulizia uffici, stiratura. Tel. 328-4738221.
Massaggiatrice professionale
shiatzu cerca lavoro stagionale con
vitto e alloggio in alberghi, hotel, centri benessere, fitness o centri termali. Tel. 333-4510524.
VENDESI
Vendo 20 quintali di fieno e 20
damigiane. Tel. 0438-501377 ore pasti.
Cedo a miglior offerente, scopo beneficenza, la mia favolosa enciclopedia in 12 volumi “Il Milione. Enciclopedia di tutti i paesi del mondo”,
dell’Istituto geografico De Agostini. Tel.
0438-28578 ore pasti.
Vendo Fiat Punto 55S, 3 porte,
del 1997, 65000 km, buona occasione. Tel. 0438-38491 ore pasti.
Vendo rete pieghevole con materassino per letto singolo, come nuovi, a 15 euro, e tappeto in lana per
studio 1,60x1,50 m a 20 euro. Tel.
0438-53251.
Vendo Stilo Jtd 1900 anno 2002,
km 35.000, come nuova, affare finanziamento possibile 13.000 euro
trattabili. Tel. 339-3740968.
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Regalo TV color 24 pollici e macchina per cucire Necchi. Tel. 0434624970.
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