dicono i critici di CIRINATE

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dicono i critici di CIRINATE
25 Novembre ore 21.00
presso il teatro di terra
CIRINATE
di e con Luca Di Giovanni
liberamente tratto da testi di Ascanio Celestini, Guillermo Arriaga,
John Fante, Claudio Bisio, Stefano Benni
...dice l'autore di CIRINATE:
- “Racconto di quella volta che sono morto...”
- “Io m'ammazzo.”
- “Cazzo...”
...dicono i critici di CIRINATE:
- “CIRINATE, una lenta e inesorabile dissoluzione. Una putrefazione in tempo diretto.”
- “La definitività del provvisorio. Lo spettacolo più inutile di tutti i tempi. Indispensabile.”
- “CIRINATE, una struggente ammissione d'impotenza di un albatro zoppo.”
- “CIRINATE, una fetida dichiarazione d'amore urlata da un ubriaco.”
- “Uno spettacolo che sarebbe piaciuto ad Alfred Jarry. Peccato che sia morto, da tempo.”
–
Cirino Ossino, ovvero la retorica martellante dell'esistenzialismo.
Cirino Ossino l'ospite sgradito, invadente, logorroico, inutilmente straripante.
Cirino Ossino l'alter-ego che non ti aspetti, il lato oscuro della luna, lo scheletro
nell'armadio.
Dopo esserne stato sopraffatto nei tre cortometraggi che lo vedono protagonista,
Luca Di Giovanni si vendica e porta in scena Cirino, e in scena si mette a nudo per
liberarsi di lui come ci si libera di un segreto mal custodito. Attraverso una Via Crucis
che ripercorre alcune tappe della crescita-regressione di Cirino (dall'infanzia infelice
all'oratorio alla inevitabile auto-distruzione catartica in età adulta), lo spettacolo ha
la pretesa di dire qualcosa di definitivo sull'impossibilità di amare che affligge il
Cirino contemporaneo.
Spaziando da Ascanio Celestini a John Fante, da Stefano Benni a Claudio Bisio a
Guillermo Arriaga, l'attore-autore Luca Di Giovanni racconta Cirino legando i
monologhi (che sono le CIRINATE del titolo) ai filmati videoproiettati, che
rappresentrano la vita (la morte?) interiore di Cirino. O di tutti i Cirini.