consiglio nazionale geometri - COLLEGIO GEOMETRI E GEOMETRI
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Cartostampa Chiandetti srl - Via Vittorio Veneto - 33010 Reana del Rojale/UD - Reg. Tribunale di Udine - n. 19/2000 del 19 luglio 2000 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB UDINE - Anno dodicesimo - Periodicità mensile - € 7,00 - Direttore responsabile Luigi Chiandetti Contiene I.P. Informazioni Tecniche M E N S I L E D I I N F O R M A Z I O N E CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI 3 11 12 13 17 18 19 27 29 CASSA ITALIANA GEOMETRI 31 Privacy: gli studi giocano d’anticipo contro le sanzioni Metodi di stima semplificata del potere fonoisolante di pareti in laterizio Energia dal tetto in laterizio: i sistemi solari in copertura Certificazione energetica, campagna di Sacert contro le offerte low cost APPALTI Obbligatorietà della seduta pubblica per l’apertura dei plichi contenenti le offerte tecniche alle imprese SICUREZZA CANTIERE 33 La classificazione delle coperture BARRIERE ARCHITETTONICHE 36 EDILIZIA TECNICA 25 T E C N I C A CERTIFICAZIONE ENERGETICA PRIVACY 20 Per gli immobili vincolati stop ai lavori motivato ESTIMO 39 Addio al valore agricolo medio Organo ufficiale Collegi Geometri Organo ufficiale deidei Collegi deidei Geometri di:di: Rovigo, Sassari, Treviso, Verbano-Cusio Ossola Ossola Belluno, Biella,Belluno, Cremona, Lucera, Rovigo, Sassari, Treviso, Verbano-Cusio GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 GENNAIO 2012 RISPARMIO ENERGETICO Savoldi: pronti alla svolta tra liberalizzazioni e nuovo regolamento professionale I geometri alla sfida della mediazione Bollino blu per le prestazioni Lo standard di qualità per la redazione di un tipo di frazionamento Per le Casse professionali condizioni “capestro” Confprofessioni: fretta ingiustificata sulle Casse Cassa: attenzione ai giovani, snellimento delle procedure, taglio alle indennità di carica N. 1 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI Il Geometra Bresciano - 2011/6 Pronti alla svolta tra liberalizzazioni e nuovo regolamento professionale Savoldi: Epocale è un termine abusato, ma forse mai come stavolta definisce quanto nessun’altro i mutamenti nella professione del geometra che, in parte avviati dalle ultime manovre del Governo Berlusconi e dalle misure annunciate dal premier Mario Monti, andranno a regime dal 2012. La liberalizzazione delle professioni ed ancor di più il nuovo regolamento professionale (l’attuale, come ognuno sa, è del 1929!) sono infatti cambiamenti tanto radicali da modificare il volto alla professione che abbiamo svolto finora ed adeguarla alle mutate esigenze del mercato e della società nel suo complesso. Inoltre, sempre nel 2012, in maggio, si tiene a Roma il congresso mondiale dei geometri, un appuntamento che non si teneva nel nostro Paese da trent’anni e che porrà i geometri italiani al centro della scena nazionale e internazionale. Alla vigilia d’un anno che s’annuncia straordinariamente intenso, ricco di novità e insieme ancora nel segno generale della crisi economica e della rarefazione del lavoro, abbiamo incontrato Fausto Savoldi, il nostro presidente del Consiglio Nazionale, per ascoltare direttamente dalla sua voce il senso e la portata dei cambiamenti tanto pervasivi che ci apprestiamo a vivere. L’incontro è avvenuto pochi giorni prima del varo della manovra di dicembre dell’appena insediato governo Monti (e per questo non ne contiene i particolari e l’illustrazione) e l’abbiamo tradotto nell’intervista che segue. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 n Presidente, comincerei dalle cosiddette liberalizzazioni, perché sono l’argomento del giorno e tengono banco sui quotidiani, in particolare su quelli economici. Tre manovre alle spalle, un’altra annunciata tra pochi giorni ed in tutte, appunto, il continuo rincorrersi del termine liberalizzazioni: a che punto siamo? «La mia impressione è che siamo a metà del guado, ma pure che l’approdo è già delineato ed i tempi appaiono, tutto sommato, molto stretti. Non è poco visto che si tratta d’argomenti che in un modo o in un altro sono all’ordine del giorno da decenni. Le tre manovre che abbiamo alle spalle, quella di luglio, quella di agosto e soprattutto quella del 13 novembre, nonché le misure che con ogni probabilità il governo Monti prenderà nelle prossime settimane, hanno dato una forte accelerazione e una rapida possibilità di concreta attuazione ad un disegno che era da tempo incagliato nelle commissioni parlamentari. Le spinte dell’Europa hanno in sostanza fatto sì che in pochi mesi la proposta di legge ferma da tempo nella Commissione giustizia del Parlamento venisse spacchettata in tre provvedimenti di iniziativa governativa che troveranno presto attuazione». 3 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI n Poiché col termine liberalizzazione si intendono decine di processi diversi e spesso contraddittori tra di loro, perché non provi a darcene una illustrazione pur, inevitabilmente, succinta? «Mancano ancora molti elementi che potrebbero cambiare e non poco l’impatto dei provvedimenti sulle categorie, ma noi del Consiglio nazionale abbiamo inteso tutte le norme presto operative sulla liberalizzazione delle professioni sostanzialmente con una prima grande novità: la possibilità di accesso all’albo di tutti quelli che hanno l’abilitazione». n Concretamente cosa significa? «Significa che, secondo quanto stabilito dall’art. 33 della Costituzione si iscrivono all’Albo senza ulteriori procedure i professionisti che hanno superato l’esame di stato al termine dei due anni di praticantato o con laurea breve. Ci sono poi questioni più specifiche che riguardano ad esempio i diplomati prima del 1980 e i nuovi diplomati della scuola superiore che dovranno proseguire il loro iter formativo per almeno un paio d’anni dopo il diploma, e questi corsi potranno spesso valere come praticantato, ma queste sono appunto questioni specifiche che non cambiano l’assunto: la ratio della norma in buona sostanza mira a togliere tutti i “privilegi” di chi è iscritto a un Albo, che tra pochi mesi sarà aperto a tutti coloro che hanno superato l’esame di Stato, sia che svolgano la libera professione sia che siano dipendenti nel settore pubblico o in quello privato. Non ci sarà infatti più il famoso articolo 7 della professione e per essere liberi professionisti basterà l’iscrizione all’albo e una partita Iva». n E la tenuta dell’Albo, in questa nuova organizzazione sarà sempre affidata ai Collegi? «L’Albo potrebbe essere regionale con una struttura burocratica ridotta all’osso e procedure di iscrizione, in gran parte in autocertificazione, da assolvere preferibilmente per via informatica ed automatica. Ovviamente il dato provinciale non andrà perduto, nel senso che ogni professionista avrà il suo numero di iscrizione con l’aggiunta della ‘targa’ della provincia di provenienza; diversamente si rischierebbero confusioni tra l’iscritto ad esempio numero 1277 di Brescia e l’iscritto 1277 delle altre province. Ma questi sono dettagli senza importanza... Il tema forte, se vogliamo, lo spirito più autentico della legge, è quello di trasformare l’Albo da uno strumento corporativo a uso dei professionisti in un organismo che pensa innanzitutto ai cittadini, ai servizi e alle garanzie che un cittadino ha il diritto di avere quando chiede la prestazione d’un professionista. In questa nuova logica sarà invece il Collegio ad avere una più spiccata vocazione alla tutela dei professionisti, alla loro qualificazione, alla loro promozione nel lavoro e sul territorio. Anche questo, in ultima analisi, ancora a beneficio del cittadino che potrà rivolgersi con serenità a professionisti più preparati, più legati alla realtà locale, meglio inseriti in una rete di specializzazioni così da fornire un servizio migliore». n Giusto. Tornando però a tenuta dell’Albo, non c’è forse il rischio di creare una nuova sovrastruttura, costi maggiori, un inutile carrozzone ad un livello, il regionale, che nel mondo dei geometri in verità non ha mai funzionato granché? «No, sono convinto del contrario, che anzi questa è l’occasione per dare al livello regionale un contenuto esclusivo. Quanto alla creazione d’un carrozzone voglio essere esplicito: non sarà così. Stiamo lavorando per una mini struttura agile, informatizzata, il più possibile dotata di automatismi; paradossalmente per l’Albo potrebbe quasi bastare un sito con una minima manutenzione e una gestione totalmente on line. Inoltre al livello regionale sarà anche demandata la funzione disciplinare della categoria, quella che in verità i Collegi, salvo rare eccezioni, non hanno mai realmente esercitato. Nel nuovo sistema invece ci saranno geometri con esplicita incompatibilità con altri incarichi nei rispettivi Collegi provinciali che saranno incaricati a livello regionale di seguire le procedure disciplinari». n Il Collegio di Brescia, qui c’è il presidente Platto che può confermarlo, ha fatto notare che forse non sarebbe inutile una prima scrematura dei procedimenti disciplinari a livello provinciale. Per esperienza spesso 4 GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI capita che, ad esempio, le sospensioni legate al mancato pagamento della quota spesso non vengono comminate perché basta una telefonata al collega per invitarlo ad ovviare ad una dimenticanza. E visto che molte nuove sanzioni potrebbero ad esempio riguardare il mancato assolvimento della formazione permanente, il livello provinciale potrebbe suggerire al collega per tempo un corso o un’opportunità per evitare il procedimento prima che se ne occupi il regionale... «Conosco la posizione dell’amico Platto e sono convinto che la nuova organizzazione terrà certamente conto anche dei suggerimenti di Brescia. Pur se occorre dire che l’efficienza di Brescia su tutte queste partite non ha tanti eguali nel resto d’Italia e una norma che riguarda l’intero Stivale deve poter essere applicata senza lungaggini e inefficienze dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Una possibile soluzione potrebbe essere la presenza nella Commissione di disciplina regionale dotata di esplicita “terzietà” – e nella quale ad esempio vedo necessario l’ingresso di un magistrato e d’un rappresentante della committenza – di un rappresentante del Collegio provinciale di provenienza del collega investito dal processo disciplinare. Potrebbe essere davvero una indicazione importante». n Sono tutte novità non da poco, anche se sui giornali ciò che sembra far maggiormente discutere in tema di liberalizzazione non sono l’iscrizione all’Albo o le procedure disciplinari, bensì l’abolizione delle tariffe professionali... «Per la verità già Bersani era intervenuto su questo tema abolendo i minimi tariffari che, comunque, erano rimasti come un preciso riferimento in caso di contenzioso tra il professionista e il committente, soprattutto in presenza di prestazioni standard. La Legge di stabilità approvata a novembre invece cancella completamente la tariffa professionale, che non sarà più neppure un riferimento utile in caso di contenzioso. Potrà probabilmente costituire riferimento per il giudice». n In pratica per il geometra cosa cambia? «Il geometra d’ora in avanti dovrà avere sempre un contratto scritto (ma dal Consiglio nazionale e dal Collegio di Brescia questa pratica è in verità suggerita da anni), il più possibile preciso nella definizione delle prestazioni e nel rimando puntuale agli standard di qualità della categoria per quella stessa prestazione. Per questo il Consiglio nazionale ha già stabilito e pubblicato tutti gli standard grazie ad un lavoro certosino, fondato scientificamente, ineccepibile su ogni piano e, dunque, utile tanto nella costruzione del contratto, nella motivazione del compenso e nella predisposizione d’una fattura inattaccabile». n Anche il contenzioso pertanto cambierà, non ci sarà più una commissione parcelle provinciale incaricata di dire la sua nel contenzioso tra profes- GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 sionista e committente, ma la questione si deciderà guardando allo specifico del contratto e alla prestazione standard? «Esattamente. Peraltro – e qui il presidente Platto potrà confermarmi con la sua lunghissima esperienza di Commissione parcelle – già oggi il contenzioso sulle parcelle rimanda spesso a una tariffa legata a doppio filo alla struttura dello studio, ovvero alla dotazione di macchinari dello studio stesso e al tempo impiegato nella prestazione standard. Fare un rilievo con la bindella o con uno strumento topografico satellitare non è la stessa cosa, così come cambiano tempi di lavoro e necessariamente tariffe se un progetto deve essere aggiornato con alcune modifiche intervenendo al tecnigrafo o usando autocad. Ma mi pare che su questi temi a Brescia, grazie al Collegio e all’attenzione della categoria nel suo insieme, siamo già molto avanti e il cambio non sarà così radicalmente innovativo o traumatico». n Sempre in tema di liberalizzazioni c’è anche la questione dell’apertura alle società di capitali, una proposta che, in verità, non convince molte altre professioni decise a difendere il cosiddetto lavoro intellettuale. «Non è questa la mia opinione. Se guardiamo bene al nostro lavoro di tutti i giorni vediamo che c’è indubbiamente una parte intellettuale, forse la più nobile e in qualche caso la preminente, ma non riusciremmo a offrire la nostra prestazione se non fossimo un po’ anche imprenditori, organizzatori di altre professionalità e competenze, facilitatori di incontri e di intese a ogni livello del processo tecnico e produttivo. L’apertura allo studio associato che sostituisce lo studio del singolo professionista così com’era nell’800, mi pare già nelle cose. L’avere un socio di capitale, ovviamente con tutti i limiti che la legge non mancherà di precisare – proprio per garantire il tipo specifico di società che si intende creare, ovvero un’impresa che ha i professionisti al suo centro – non mi pare presenti rischi di sorta. Tanto più che questa società con un fornitore di capitale non è obbligatoria e ogni professionista la varerà almeno con l’intento, se non proprio con la certezza di avere più lavoro, non certo d’andare a star peggio. Se il socio di capitale ha, per esempio, sue attività è ovvio che ricorrerà al professionista che ha in società per risolvere le necessità delle sue aziende. Per non dire della possibilità che questo socio di capitale possa essere, ad esempio per favorire qualche giovane, lo stesso Collegio provinciale, magari attraverso una Fondazione che ha pure interessi in campo formativo. In definitiva mi sembra che l’apertura alle società di capitale presenti più opportunità che rischi». n Vorrei tornare per un momento alla riforma che mi sembra più innovativa, ovvero alle nuove modalità di iscrizione all’albo e la sua gestione. Infatti, senza il compito istituzionale della tenuta dell’albo, 5 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI senza lo svolgimento di procedure disciplinari, senza il contenzioso sulle parcelle val la pena di capire cosa resta in capo ai Collegi. «Resta tantissimo e soprattutto c’è tantissimo altro da fare; per dirla con uno slogan il Collegio non lascia, raddoppia. Proprio il Collegio infatti, sgravato di tanti gravosi quanto poco gratificanti compiti burocratici, potrà interamente dedicarsi alla piena promozione della categoria. E lo dovrà fare lungo tre precise direttrici: innanzitutto la formazione, quella di alta professionalità e quella permanente; quindi i rapporti con il territorio così da mantenere quel collegamento vitale tra professione ed esigenze specifiche locali (dice bene il presidente Platto quando parla di un Collegio che ha sempre il polso della categoria e ne vive tutte le problematiche); infine la previdenza, con tutto quel lavoro di insostituibile supporto tanto all’iscritto quanto alla Cassa nazionale in tema di posizioni, contributi e pensioni». n Ecco, cominciamo dalla formazione: è vero che ci sono novità anche su questo versante nelle ultime manovre? «Sì, la novità maggiore è che l’obbligo della formazione permanente del professionista è esteso a tutti, anche a chi ha 60 anni o a chi ne ha 35 di professione. In buona sostanza, a tutela del cittadino/committente, lo Stato impegna il professionista a mantenere alta la sua qualificazione, a dimostrare, con i lavori eseguiti o con i corsi regolarmente seguiti, che ha tutte le carte in regola per operare. Nelle prossime settimane vedremo cosa ciò significherà per i geometri, ma, anche conoscendo le opinioni di qualcuno dei nuovi ministri, l’impressione è che fin dalla formazione di base si tornerà a puntare molto sugli Its post diploma, ovvero su un percorso formativo che in un triennio dopo il diploma consenta ai ragazzi di acquisire quelle professionalità che la semplice scuola superiore non può più dare. E proprio l’orientamento più favorevole agli Its e meno alle lauree brevi sembra aver risvegliato l’interesse delle Università per una partita, quella degli Its appunto, che pareva doversi giocare tutta in un ambito vicino solo alla scuola superiore ed alle professioni». n Legato strettamente alle questioni della formazione post diploma c’è sicuramente il tema del praticantato, che, converrà dirlo ancora una volta, ormai non funziona più. Gli studi faticano a fare formazione, i ragazzi finiscono spesso per passare mesi senza costrutto alcuno, i Collegi non possono fare miracoli nelle poche settimane dei corsi di CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI preparazione all’esame ed il risultato è che troppi candidati debbono rifare l’esame 2/3 volte ed anche superato l’esame non si possono certo dire pronti alla professione. Si riuscirà a riformare anche il praticantato? «La vostra analisi è chiarissima e la condivido pienamente, così come sono grato al presidente Platto che proprio stamattina mi ha consegnato il contributo di idee del Collegio di Brescia alla riforma (è riassunto in un articolo ad hoc ndr). Proprio con Platto e con tanti colleghi, ma pure con l’ex preside del Tartaglia prof. Negri e con altri docenti sensibili alla formazione dei geometri di oggi e di domani, come il prof. Cominelli, abbiamo condiviso molte idee ed un processo di fondo». n In sostanza come sarà il nuovo praticantato? «Una soluzione già codificata non c’è, ma su alcune ipotesi si sta trovando il necessario consenso. Ampiamente condivisa è ad esempio l’idea degli Its in sostituzione del praticantato, oppure la nascita di scuole di alta specializzazione professionale post diploma, possibili a patto che nascano senza oneri aggiuntivi per lo Stato, la cui frequenza varrebbe quanto il praticantato. Il Consiglio nazionale pensa ad esempio a tre di queste scuole in Italia, una al Nord, una al Centro ed una al Sud, triennali sostenute da fondi in massima parte privati, in particolare delle associazioni di categoria che potrebbero trovare conveniente formare delle figure professionali adatte al rapido inserimento nel mondo del lavoro senza che le aziende debbano caricarsi a loro volta dei costi d’un lungo periodo di formazione per i neo assunti. Comunque in termini generali, e seguendo la vostra proposta, mi pare si possa già dire che, se, com’è ormai chiaro, lo studio professionale da solo non può più assolvere il compito formativo che si è sempre assegnato al praticantato, è allora proprio questo il momento di affiancare alla frequentazione dello studio professionale un percorso contestuale di lezioni e di incontri al Collegio o nelle aziende proprio con l’intento di promuovere una formazione completa del giovane diplomato, la conquista di quella competenza che gli consentirà di entrare nel mondo del lavoro subito dopo l’esame di stato e l’iscrizione all’albo». n Insomma c’è l’esigenza, c’è l’obiettivo, ci sono gli strumenti, ma una decisione operativa non c’è ancora? «No, ma non potrà tardare; e in questa fase sono importanti tutti i contributi, a cominciare dal vostro. Mi convince ad esempio la vostra idea di moduli formativi inseriti nei due anni di praticantato, con tanto di verifica della presenza e finale, che consentano al giovane geometra di accumulare crediti che gli diano diritto, insieme al la- GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 voro nello studio, a sostenere l’esame di Stato. Di più: che l’esame di Stato tenga conto delle tesine e dei crediti già accumulati dal ragazzo negli anni precedenti. Può apparire come una rivoluzione, ma in verità, ad esempio per la maturità superiore e per la laurea si usa un sistema analogo. Per non dire di come alla formazione e al praticantato possano contribuire anche Its e università, facendo valere questi corsi come mesi di tirocinio». n Forse non è una rivoluzione ma poco ci manca. «Non lo so e la discussione non mi appassiona. Mi pare ad esempio maggiore l’impatto innovativo e più critica la situazione creata dalle norme approvate ad agosto che hanno stabilito l’obbligatorietà del “giusto indennizzo” per il praticante. La legge infatti dice che quest’ultimo va pagato con una somma che non sia simbolica, ma riconosca il suo contributo dato allo studio. Ebbene io penso che con questo obbligo molti studi ritireranno la loro disponibilità ad accogliere praticanti, oppure si limiteranno a pagarli riducendo al massimo i loro obblighi formativi. Senza contare che per i praticanti nel caso in cui venissero obbligatoriamente iscritti alla Cassa questo “indennizzo” diventerebbe un reddito da denunciare e sul quale pagare il relativo contributo previdenziale...». n Non c’è dubbio che si aprono in questo modo scenari inediti tutti da valutare. Ma torniamo per un momento alla formazione permanente dei geometri che già hanno un loro studio: quali novità? «Lo schema non cambia granché, anzi è proprio il medesimo: la nuova disponibilità dell’Università dovrebbe consentirci di rimettere insieme le energie dei Collegi, degli istituti superiori, degli atenei e delle organizzazioni imprenditoriali, per far nascere non solo l’Its con corsi biennali o triennali legatissimi anche alle esigenze di nuovi professionisti del territorio, ma pure di promuovere corsi, seminari, momenti di approfondimento e formazione aperti ai geometri già pienamente inseriti nel mondo del lavoro per far acquisire loro specializzazioni nuove o semplicemente per aggiornare il loro patrimonio di conoscenze e di professionalità». n Ma presidente, perdona la domanda diretta e un po’ provocatoria: saremo in grado in tutt’Italia di far lavorare in questo modo tutti i Collegi? Abbiamo le energie, abbiamo le volontà “politiche” anche in periferia? «Io credo proprio di sì, ma soprattutto le ultime norme ci dicono che non c’è reale alternativa. Voglio ripeterlo: la formazione permanente dei geometri e degli altri professionisti è obbligatoria per legge, se uno non la fa, non raccoglie i crediti necessari non può lavorare. E se è vero 7 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI che non tutti i Collegi hanno la stessa capacità, esperienza e persino disponibilità economica per organizzare tutti i corsi necessari, va detto che il Consiglio nazionale ha già predisposto un catalogo di corsi e-learning, valutandone il peso in crediti, e diffondendo l’elenco a tutti i Collegi. Sarà a quel punto più facile per il singolo geometra cercarsi il corso più vicino a casa, anche se non organizzato dal suo Collegio, oppure per due o tre Collegi piccoli e vicini mettersi insieme per replicare un modulo già collaudato da altri, con i docenti che altri hanno già apprezzato, persino con testi già disponibili perché realizzati da altri Collegi. Anche qui insomma deve funzionare una solidarietà operativa che consenta la diffusione capillare delle occasioni formative, senza gelosie od orgoglio di esclusiva primogenitura, ma per il bene dell’intera categoria». n Per la verità, non mancano neppure le opportunità di formazione delle strutture private e molti Collegi ne approfittano semplicemente per non caricarsi di organizzazioni in prima persona, si limitano a segnalare il tal corso, il tal seminario... «Non ho nulla contro l’iniziativa privata in questo campo ed anzi ho esperienza diretta di operatori privati di qualità, ma non voglio nascondere ai colleghi una realtà pur- EDITORE - Cartostampa Chiandettisrl - Tipografia - Litografia - Editrice Via Vittorio Veneto - 33010 Reana del Rojale/ Udine/ Friuli Venezia Giulia E-mail: [email protected] • DIRETTORE RESPONSABILE - Luigi Chiandetti • COMITATO DI REDAZIONE - Mario Bonomo - Belluno / Marco Pellizzari - Belluno / Guido Turchetti - Rovigo / Ermanno Fellet - Treviso / Antonio Carradore - Vicenza / Alessia Zaupa - Vicenza• ABBONAMENTO€35,00 da versare sul c/c postalen. 86220258 - intestato alla Cartostampa Chiandetti - 33010 Reana del Rojale/Udine Mensile un fasc. € 7,00 (arretrati € 14,00) • STAMPA - Cartostampa Chiandetti srl - Tipografia - Litografia - Editrice - Reana del Rojale/Udine Per la pubblicità: Cartostampa Chiandetti srl - Tipografia Litografia Editrice - 33010 Reana del Rojale (UD) - Tel. 0432 857054 - Fax 0432 857712 - E-mail: [email protected] • Ferruccio Calvi - Cell. 339 7279371 - E-mail: [email protected] Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana La pubblicazione del materiale pervenuto è subordinata al giudizio della redazione. 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Ebbene, il Consiglio nazionale e io personalmente vogliamo fare piazza pulita di proposte border line, di iniziative al limite della truffa, rilanciando appunto la proposta istituzionale, quella dei Collegi in rete e magari organizzati in Fondazione per mettere a frutto al meglio le professionalità dei colleghi e quelle della scuola superiore e dell’Università, l’appoggio delle categorie imprenditoriali e degli enti locali. Iniziative certamente aperte anche ai privati specializzati in taluni settori, ma sempre sotto il cappello organizzativo e la responsabilità di organismi a vocazione pubblica. Anche perché la formazione entrerà pienamente nel nuovo regolamento professionale». n Ed eccoci a un altro argomento annoso: quello del regolamento professionale, che vuol dire anche regolamento delle competenze. Con architetti e ingegneri negli ultimi mesi non sono mancati gli scontri e da anni inutilmente si tenta di regolare un campo dominato da interessi contrapposti: sei davvero convinto che questa sarà la volta buona? E, soprattutto, non è che il nuovo regolamento sarà semplicemente penalizzante per i geometri? «A questo proposito sono ottimista e lo sono sia sui tempi sia sui contenuti, anche se non mancheranno gli inciampi e pure gli strumenti che sono stati ideati per la riforma si prestano forse a più d’una critica. Ma andiamo con ordine. La legge ci dà esattamente 12 mesi per approvare il nuovo Regolamento professionale (e lo ricordo ai pochi che se lo sono dimenticato, il nostro è fermo alla stesura del 1929) che abrogherà tutte le normative precedenti. Ci stiamo ovviamente già lavorando e sono convinto che tra marzo e aprile dovremmo essere in grado di portarlo all’approvazione del Consiglio nazionale per poi eventualmente sistemarlo nel confronto con le altre professioni che si occupano dei medesimi argomenti e infine consegnarlo al Governo per il varo del Dpr». n Tempi stretti, ma le professioni affini alle nostre cosa dicono? Fuor di metafora come la mettiamo con ingegneri ed architetti in tema di competenze? «Qualche punto di intesa c’è già, come ad esempio il fatto che si va sempre di più verso professionisti che nell’ambito di una generale polivalenza vantano poi una serie ben definita di specializzazioni; inoltre siamo d’accordo sul fatto che la specializzazione d’un professionista deve essere certificata da un organismo terzo (università o scuola di formazione superiore che sia). Per capirci, neppure gli ingegneri o gli architetti sono una GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI struttura monolitica, anche loro dibattono quanto un ingegnere delle costruzioni abbia competenza sul versante urbanistico, quanto quello energetico possa dire la sua sulla logistica, ancora se l’ingegnere nucleare si possa considerare in grado di progettare una casa; per tutti insomma vale il tema della specializzazione che consente di far valere determinate competenze certificate. Inoltre ci sono una serie di ambiti nei quali le nostre competenze non sono neppure messe in discussione e, spesso, sono persino esclusive. Parlo della topografia e della cartografia per esempio, ma non sono davvero pochi i settori nei quali ai geometri è riconosciuta la professionalità e la competenza necessaria a svolgere un lavoro con tutti i crismi della prestazione di qualità. La discussione o, se preferite, la competizione in definitiva si riduce alla sola edilizia». n In verità, consentirai presidente, non è poco... «Certo, ma anche in questo campo qualche riferimento c’è già. Non è ad esempio pensabile una guerra di religione sul famosissimo principio della modesta costruzione, fonte di migliaia di lunghi e spesso inutili ricorsi alla magistratura, e non è pensabile semplicemente perché le Norme tecniche già approvate dal Parlamento parlano con chiarezza e linearità della “costruzione semplice”, un parametro nel quale potremmo facilmente ritrovarci come geometri. Senza la furbizia di voler far passare come “modesta costruzione” un condominio di cinque piani, ne vedersi cassata la progettazione d’una classica villetta solo perché in zona sismica o con le fondamenta in cemento armato». n Se, pur nelle difficoltà, mi pare di capire che intravedi una soluzione, quali sono invece le perplessità che restano? «Le mie maggiori perplessità riguardano lo strumento scelto dal Governo e dal Parlamento per rendere operative queste riforme. Le categorie presenteranno infatti i loro regolamenti prima dell’estate e il Governo è impegnato a tradurli in legge approvando un Dpr, uno strumento rapido ma che si presta all’impugnazione ad esempio davanti al Tar. Meglio sarebbe certamente un decreto legislativo che non è attaccabile da un ricorso al Tar, ma che necessita purtroppo dei tempi lunghi dell’approvazione dei due rami del Parlamento». n Rimanendo invece sul versante dei rapporti con le altre professioni, a che punto è l’unificazione dell’albo di geometri e periti? «Il progetto è pienamente in campo e non è certo stato buttato al vento il lavoro che con il precedente governo e i parlamentari delle commissioni interessate era stato fatto. L’idea di fondo di unire geometri, periti agrari e periti industriali, nonché – ed è questo uno degli aspetti nuovi ormai acquisiti – i professionisti con laurea di primo livello, triennale, ad esempio in ingegneria che per un certo periodo sono stati accolti nelle cosiddette “classi B” degli ordini dei laureati. Il nodo vero, ad esser sinceri, GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 resta quello previdenziale, ovvero su come armonizzare le Casse che hanno trattamenti in molti casi assai diversi per il fatto che in qualche caso sono preponderanti i giovani iscritti, mentre in altri è più alto il numero delle pensioni da erogare. Ma, a questo proposito, se gli interventi in materia di previdenza del Governo Monti, e in particolare del ministro del Welfare, Elsa Fornero, saranno quelli attesi e in parte già annunciati, il nodo sarà tagliato in un solo colpo: regole, contributi e trattamenti saranno uguali per tutti e pertanto non ci sarà più ragione di rimanere divisi». n Abbiamo parlato di radicali novità per la professione, per la formazione, per il praticantato, resta da dire delle ultime novità di casa nostra. Ad esempio della decisione dei vertici della categoria, in particolare del Consiglio nazionale, di ridursi del 25% le indennità (quelli della Cassa previdenziale invece hanno deliberato una riduzione del 15%). È indubbiamente un segnale forte in questo momento di diffusa crisi economica e di contestazione delle cosiddette caste, ma perché questa scelta? Ve l’ha imposta qualcuno, magari la Corte dei conti? «No, nessuna imposizione. Semplicemente, come già dicevi tu, in un periodo difficile per tutti e nel quale ai Collegi chiederemo comunque di darci di più, mi è parso doveroso che a dare l’esempio fossero i dirigenti. E c’era appunto bisogno d’un segnale forte di coerenza: per questo abbiamo deciso di tagliare le indennità del 25%. L’alternativa era ridurre i servizi o chiedere un aumento maggiore della quota che dai Collegi arriva a Roma e non era giusto né l’una né l’altra decisione. Sia chiaro: è un sacrificio non di poco conto, ma siamo contenti d’averlo fatto perché per effetto del taglio del 25% dei compensi, che vale circa 250 mila euro, non saremo costretti a ridurre alcun servizio alla categoria e, anzi, useremo i pochi euro in più che chiederemo ai Collegi per ogni iscritto, per finanziare un programma di lavoro ancor più ambizioso. Già nel 2012, ad esempio, ospiteremo il Congresso mondiale dei geometri». n Se ne parlava da un po’, ma evidentemente adesso è ufficiale: quando sarà? «L’incontro sarà all’inizio di maggio, più precisamente dal 6 al 12, all’Hilton di Monte Mario a Roma, significativamente a pochi metri dal punto geografico “00” d’Italia. Com’è nelle abitudini di ogni FIG Working Week anche in quest’edizione 2012 ci saranno sessioni plenarie per i 1000 delegati con relazioni specialistiche in ognuno dei campi di lavoro dei geometri, dieci commissioni di studio e molto altro ancora. Saranno presenti a Roma non meno di 90 diverse rappresentanze nazionali ed è per l’Italia un grande impegno e un grandissimo onore organizzarlo a quasi trent’anni di distanza dall’altro congresso mondiale tenutosi nel nostro Paese. Crediamo molto a quest’appuntamento non solo per mettere a punto le strategie planetarie della categoria e 9 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI scambiarci conoscenze ed esperienze, ma soprattutto quale momento di promozione dei geometri, in Italia e in Europa. Vogliamo mettere i geometri sotto i riflettori, fare sì che le nostre ragioni abbiano ascolto, salire sul palcoscenico per dire la nostra e farci conoscere non solo come singoli professionisti, già ampiamente apprezzati, ma come categoria. Per questo, oltre ai momenti interni del congresso, ci saranno occasioni pubbliche come l’incontro nel palazzo della Fao o il concerto al Parco della musica». n E i giovani avranno uno spazio? «I giovani saranno con noi durante il congresso, ma soprattutto avranno un loro incontro preliminare il 4 e 5 maggio, sempre a Roma, proprio per discutere i loro specifici problemi nelle varie parti del mondo. Voglio qui peraltro ricordare il nostro impegno non episodico e convinto “per” e “con” i giovani. L’estate scorsa ad esempio abbiamo organizzato proprio noi italiani in Grecia un corso internazionale di formazione su temi di topografia e cartografia, interessando 50 giovani di 22 nazioni diverse (6/7 erano italiani). Un’iniziativa che ci è costata 130 mila euro e che ai ragazzi è in pratica costata solo il viaggio, ma che ha avuto un grande riscontro. E noi vogliamo che sia un esempio per altre iniziative analoghe, finanziate stavolta un po’ da tutti i Paesi coinvolti. A noi insomma il compito di aprire nuove strade sulle quali siamo convinti anche altri Paesi presto ci seguiranno». n Parlando delle iniziative del Consiglio nazionale in questi ultimi anni spesso in redazione ci siamo interrogati sul ruolo delle Associazioni, sulla loro attività, sulla loro efficacia. Dal tuo privilegiato punto d’osservazione, cosa ne pensi? «Le Associazioni sono lo strumento operativo che il Consiglio nazionale ha individuato, promosso e sponsorizzato per l’intervento in specifiche materie. In ogni associazione c’è sempre un membro del Consiglio nazionale per garantire l’unitarietà dell’impostazione generale, ma ovviamente ognuna ha una propria ampia autonomia per lo studio degli argomenti specifici, l’elaborazione e gestione di iniziative proprie». n Ma non valeva la pena che il Consiglio le finanziasse? «In verità le abbiamo finanziate e le continuiamo a finanziare ogni giorno: per le associazioni abbiamo stanziato con la Cassa di Previdenza un milione e 500 mila euro nell’ultimo bilancio e finiscono nei nostri conti ogni anno anche costi di segreteria, personale, telefono per non meno di 750 mila euro. Per il resto mi sembra più corretto che, come abbiamo deciso, ogni Associazione si finanzi anche con l’adesione dei geometri interessati ad uno specifico argomento. E le adesioni saranno eviden- 10 temente proporzionali al livello di interesse, ai servizi, agli studi davvero importanti che ogni singola associazione riesce a fare. E, come in tutte le organizzazioni, anche qui ci sono associazioni che funzionano ed altre che funzionano meno, ma la formula non mi pare meriti ripensamenti». n Il nostro presidente Platto è convinto che i Collegi stessi dovrebbero aderire alle associazioni (non a caso il Collegio di Brescia è iscritto a tutte le associazioni), magari pagando una quota più alta dei singoli, ma garantendosi in questo modo, servizi e materiali da poi girare a tutti i geometri che ne fanno richiesta. è possibile? «Va detto che ogni Collegio ha la libertà di scegliere come comportarsi e il Consiglio nazionale non può certo imporre adesioni a chicchessia. Mi pare invece che la proposta di Platto vada sottoposta a ogni singola associazione verificandone la risposta. Certo si potrebbe garantire al Collegio che si iscrive pagando una quota maggiorata, la diffusione erga omnes di alcuni servizi, difficilmente di tutti i servizi. Ma, ripeto, ogni associazione è libera di organizzarsi come meglio crede». n Un’ultima domanda riguarda invece la cosiddetta mediazione giudiziaria, nella quale molti colleghi hanno forse erroneamente visto un piccolo eldorado verificando poi che i compensi, già bassi, decurtati di costi fissi e quote di pertinenza della camera di mediazione si riducono davvero a poca cosa. Resta comunque aperto il tema di una Camera regionale o nazionale, nonché delle proposte di altre professioni, avvocati e commercialisti in particolare, di costituire un’unica Camera bresciana. Qual è l’indirizzo nazionale? «A mio avviso non ci sono problemi particolari. Mi spiego. Il Consiglio nazionale ha istituito attraverso l’Associazione Geocam una Camera dei geometri proprio a livello nazionale alla quale ogni geometra può iscriversi, ma non vedo difficoltà particolari a confluire a livello locale anche in altre Camere, visto che non vi è vincolo di esclusiva alcuno». n Volevo chiudere questa intervista augurandoti buon Natale e buon anno, ma visto quello che hai detto penso che mi convenga augurarti più semplicemente buon lavoro. «Ringrazio perché ne ho davvero bisogno. I mesi che ci aspettano sono insieme impegnativi ed esaltanti: cambiare il regolamento professionale significa cambiare il volto della professione, unire gli albi di geometri e periti fa nascere una delle categorie più numerose e diffuse nel paese, con un peso politico assai maggiore della somma delle singole categorie. Sono sfide senza precedenti e che dovremo giocare nel 2012 al più tardi entro il 2013; e siamo determinati a vincerle». GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI I geometri alla sfida della mediazione PRIMO CONGRESSO NAZIONALE PER GEOCAM Si è svolto lo scorso 28 ottobre il primo congresso nazionale di GeoCam, l'associazione dei geometri mediatori. L'Associazione nazionale geometri consulenti tecnici arbitri e mediatori, costituita a gennaio del 2011, con lo scopo di sviluppare la cultura della mediazione e della conciliazione. Formata con il patrocinio della Fondazione geometri italiani, ha sede a Roma ma potrà rendersi più capillare sul territorio grazie all'istituzione di sedi territoriali in collegamento con i collegi dei geometri e geometri laureati. L'Associazione nasce accogliendo le istanze del dm 180, che sancisce che dal 20 marzo 2011 prima di arrivare in tribunale bisognerà necessariamente tentare una mediazione di tipo «obbligatorio» come condizione di procedibilità nel processo. Siamo di fronte a un importante strumento di risoluzione delle controversie: una terza persona imparziale, il mediatore, si trova ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di un contrasto, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa. I vantaggi della mediazione sono evidenti, si va infatti verso una semplificazione dell'amministrazione della giustizia in Italia, attualmente caratterizzata dai costi elevati e dalla durata indeterminata ed eccessiva. Il mediatore è dunque il professionista che possiede i requisiti di qualificazione professionale per potere esercitare la professione. Deve frequentare un corso di formazione, articolato in lezioni teoriche e pratiche, aver superato una prova finale e deve inoltre frequentare, almeno ogni due anni, un corso di aggiornamento GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 per potere mantenere i requisiti indispensabili all'esercizio della funzione di mediatore. La mediazione è resa obbligatoria nei casi di molteplici controversie, tra le quali spiccano alcune inerenti alle attività dei geometri: ovvero per tutti i contrasti nati in materia di condominio, sul diritto di proprietà in merito ai confini o nei rapporti tra impresa e committenza nella realizzazione di opere. E proprio per sensibilizzare i professionisti su questi temi e aiutarli nella formazione in questo campo, è nata Geo C.a.m.. L'Associazione infatti promuoverà lo studio, la ricerca, l'organizzazione e la divulgazione dei metodi per la risoluzione dei conflitti e delle controversie; aiuterà il professionista nell'aggiornamento e nell'approfondimento della cultura nelle procedure arbitrali e incoraggerà la formazione e l'aggiornamento in materia di conciliazione e di consulenza tecnica giudiziaria ed extragiudiziaria. Non solo. Infatti l'Associazione nazionale geometri consulenti tecnici arbitri e mediatori si propone di favorire la valorizzazione e la tutela della figura del conciliatore e del mediatore sociale e la promozione e assistenza per l'apertura di sportelli provinciali di conciliazione. Saranno organizzati convegni, dibattiti, iniziative culturali e pubblicazioni editoriali (rivista, atti di convegni, di seminari ecc.). È prevista l'istituzione di corsi di preparazione e la costituzione di comitati di studio e ricerca. Il presidente dell'Associazione, Filippo Vircillo, si dichiara soddisfatto e pronto «è una sfida nuova, non solo a livello personale, ma per tutta la categoria. Sono sicuro che questo settore aprirà nuovi e interessanti canali professionali». 11 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI Bollino blu per le prestazioni VIA ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA SUGLI STANDARD DI QUALITÀ La qualità è online, spazio alle osservazioni fino a febbraio del prossimo anno. Gli standard di qualità già elaborati sono disponibili sul sito del Consiglio nazionale geometri e geometri laureati per la prima fase di pubblica consultazione. Tutti i professionisti possono apportare il loro contributo con commenti, suggerimenti, correzioni e riflessioni, per arrivare a una proposta di definizione della norma, condivisa da tutta la categoria. E non solo, ben accetta e auspicata la partecipazione anche dall'esterno, a iniziare proprio dagli esperti di settore, rappresentanti del mondo del lavoro sia pubblico che privato. La pubblica consultazione degli standard di qualità è senza dubbio un traguardo importante, che rappresentata la fase intermedia di un processo di definizione a cui la categoria tende da tempo. Infatti la volontà di regole chiare e trasparenti in merito alla prestazione professionale, ha traghettato la categoria verso un vero e proprio processo di disciplinamento interno, basato su due presupposti principali: la garanzia per la committenza e formazione continua del professionista. Infatti già nel 2005 a Palermo, in occasione del 43° Congresso nazionale di categoria, i partecipanti al congresso votarono ed approvarono la mozione per la predisposizione di uno standard di qualità delle attività professionali. La ricerca di un percorso normativo per la delineazione dei principi di qualità delle prestazioni professionali, ha trovato un riscontro con l'accordo del 2009, tra il Consiglio nazionale geometri e geometri laureati e Uni (Ente nazionale italiano di Unificazione) per la definizione del progetto «Standard di qualità ai fini della qualificazione professionale della categoria dei geometri». Un piano di lavoro strutturato, oggetto di puntuali verifiche, per la gestione dei processi di definizione delle specifiche tecniche per la qualificazione delle prestazioni professionali. 12 Un documento costituito da due parti: la prima di inquadramento generale e la seconda contenente le specifiche relative alle singole prestazioni professionali afferenti i tre grandi settori che definiscono le aree di competenza del professionista: edilizia, urbanistica e ambiente; estimo e attività peritale, e infine topografia cartografia e catasto. Le varie discipline, che mirano a raggiungere uno standard qualitativo per ogni prestazione, sono descritte nelle specifiche tecniche elaborate da un gruppo di esperti nominati dal CNGeGL. Si tratta di fatto di disciplinari interni, per i quali Uni ha fornito il supporto metodologico necessario in merito alla stesura dei contenuti, secondo le regole editoriali proprie delle norme tecniche. E le specifiche tecniche già elaborate, sono ora in fase di pubblica consultazione. Per esempio per quanto riguarda l'area «Estimo e attività peritale» sono pubblicati i documenti relativi alla valutazione immobiliare, alla consulenza tecnica giudiziale e stragiudiziale, alla redazione di una perizia contrattuale e alla redazione della dichiarazione di successione; per quanto riguarda invece l'area «Edilizia, urbanistica e ambiente» sono online i documenti sulla progettazione, direzione lavori, sulla contabilità e sul collaudo, sulla redazione dei piani di recupero, sulla certificazione energetica e su quella acustica. Infine, per quanto riguarda l'area «Topografia, cartografia e catasto» già pronti i documenti relativi alla redazione tipo mappale, particellare, alla denuncia al catasto fabbricati, e alla redazione della voltura catastale. È partita quindi la fase online della pubblica consultazione. Di volta in volta quindi, le singole specifiche tecniche elaborate, verranno pubblicate sul sito e per i successivi cinque mesi rispetto alla data di pubblicazione, tutti gli interessati, tecnici e non, potranno inviare telematicamente le osservazioni. Appuntamento dunque sul sito del Consiglio nazionale geometri e geometri laureati (www.cng.it), per una definizione degli standard di qualità che rende partecipi tutti. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI Il Geometra Bresciano - 2011/6 Lo standard di qualità per la redazione di un tipo di frazionamento Il tema dell’adozione di standard di qualità nelle attività professionali è di grande attualità soprattutto ora che ci stiamo avvicinando alla loro liberalizzazione, in quanto, come sappiamo, sono state abolite le tariffe minime professionali. Solo attraverso la precisazione negli incarichi di lavoro delle effettive fasi di lavoro (ossia gli standard) potranno essere definiti gli effettivi emolumenti. Cogliamo quindi l’occasione per dare un esempio di standard qualitativo relativo alla redazione di un tipo di frazionamento... Il presente documento è stato elaborato dal gruppo di lavoro “Standard di qualità ai fini della qualificazione professionale della categoria dei geometri” nell’ambito del contratto siglato tra UNI-CNG eGL inerente lo sviluppo e l’evoluzione dell’omologo progetto. Il presente documento si inserisce nel processo di qualificazione professionale della categoria dei geometri, attraverso la specificazione dei requisiti di conoscenza, competenza ed esperienza delle prestazioni afferenti la figura del geometra e la descrizione dei metodi di valutazione della conformità. Inoltre, questo documento si propone di individuare metodi e procedure per la redazione, la verifica, l’approvazione, l’accettazione e la gestione dei documenti relativi alla redazione del tipo o piano di frazionamento nei quali è richiesta un’elevata conoscenza delle normative catastali al riguardo. Il rilievo e la predisposizione degli elaborati grafici necessari possono essere eseguiti con metodologie e strumentazioni differenti a seconda dello scopo per il quale vengono effettuati e, in ogni caso, nel pieno rispetto di quanto prescritto da disposizioni legislative, normative, circolari e istruzioni relative all’argomento. La rispondenza ai requisiti di qualità GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 della prestazione – inerenti il processo, la competenza e i metodi di valutazione – descritti nel presente documento supporta il professionista nello svolgimento della prestazione professionale in modo da soddisfare le esigenze della committenza, considerando anche eventuali interessi di terzi. 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Il presente documento specifica i requisiti di conoscenza, competenza ed esperienza del geometra, e ne descrive i metodi di valutazione della conformità, con specifico riferimento a definire la sequenza delle operazioni e i controlli da eseguire nelle attività di redazione di un tipo o piano di frazionamento finalizzati all’esecuzione e relativa approvazione da parte dell’Agenzia del Territorio di frazionamenti, fusioni e tipi particellari. Si applica al geometra iscritto all’albo, indipendentemente dalla natura dell’impiego. 13 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI 3. TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI E ABBREVIAZIONI 3.1 Termini e definizioni Ai fini del presente documento valgono i termini e le definizioni seguenti. 3.1.1 Caposaldo: punto materializzato e inamovibile di quota nota. 3.1.2 Eidotipo: schizzo fatto a mano in cui sono riportati tutti gli elementi del terreno che devono essere messi in evidenza ai fini del rilievo. 3.1.3 Estratto di mappa digitale: rilasciato dall’Agenzia del Territorio, è composto da uno stralcio del foglio e da un file ASCII con elementi geometrici e censuari delle particelle richieste. 3.1.4 Foglio o mappa catastale: rappresentazione cartografica catastale di una porzione limitata di territorio di un Comune. 3.1.5 Frazionamento: attività tecnica finalizzata a creare nuove particelle (frazionare) come porzione di altre già riportate in catasto, consistente nel rilievo, sia planimetrico che altimetrico, effettuato con strumentazione adeguata, con conseguente calcolo e restituzione degli elaborati tecnici e grafici previsti dalle normative catastali e finalizzati all’approvazione del tipo stesso presso l’Agenzia del Territorio competente per la zona. 3.1.6 Global Navigation Satellite Systems: strumento di misura che utilizza le costellazioni di satelliti per il posizionamento globale. 3.1.7 Libretto di campagna: supporto su cui sono riportati le misure effettuate nella fase di rilievo e gli eidotipi. 3.1.8 Libretto delle misure: elaborato su cui appuntare le misure effettuate nella fase di rilievo. 3.1.9 Livellazione tecnica: misurazione dei dislivelli con “livello” e stadia. 3.1.10 Monografia: scheda con fotografia di un PF riportante fotografie, schizzi, stralcio di mappa, misure, descrizioni, ecc. 3.1.11 Punto Ausiliario: punto di ausilio necessario quando non è possibile ricostruire sul posto un triangolo fiduciale. 3.1.12 Punto Fiduciale: punto materializzato e inamovibile che viene conservato in catasto con eventuale monografia e di cui si conoscono: coordinate, riferimento altimetrico, descrizione planimetrica e altimetrica del punto di riferimento, attendibilità planimetrica e altimetrica. 3.1.13 Punto Direzione: punto utile per l’inquadramento dell’oggetto del rilievo. 3.1.14 Punto Vertice: punto utile per l’inquadramento dell’oggetto del rilievo. 3.1.15 Visura catastale: documento rilasciato dal catasto contenente tutti i dati censuari relativi a una singola particella o a un’intera ditta. 14 3.2 Simboli e abbreviazioni Ai fini del presente documento valgono i simboli e le abbreviazioni seguenti. AdT Agenzia del Territorio EDM Estratto di mappa digitale GNSS Global Navigation Satellite Systems (Sistema satellitare globale di navigazione) PA Punto Ausiliario PD Punto Direzione PF Punto Fiduciale PV Punto Vertice TF Tipo di frazionamento 2. RIFERIMENTI NORMATIVI E LEGISLATIVI Il presente documento rimanda, mediante riferimenti e datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. I riferimenti normativi principali sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nel presente documento come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento. • Circolare 2/1988 “Nuove procedure per il trattamento automatizzato degli aggiornamenti cartografici”; • Dpr 380/2001 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”; • Comunicato “Approvazione del regolamento sulla formazione professionale continua dei geometri”; • Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 2010. 4. PRINCIPIO La prestazione “Redazione tipo o piano di frazionamento” richiede la compresenza del compito (cosa un geometra deve saper fare, quali attività e quali processi deve eseguire per essere considerato idoneo alla specifica prestazione), dei requisiti di competenza (cosa deve sapere, quali caratteristiche deve avere il geometra per essere idoneo alla specifica prestazione) e della valutazione (come un geometra è valutato per essere idoneo al compito), così come sviluppato nei punti 5, 6 e 7. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI 5. DESCRIZIONE DEL LAVORO, SERVIZIO O PROCESSO 5.1 Generalità Il processo di pianificazione e realizzazione di un tipo o piano di frazionamento prevede i compiti di seguito elencati: • acquisizione documentale preliminare; • acquisizione informazioni e raccolta documentale presso gli uffici pubblici; • ricognizione dei luoghi; • pianificazione e organizzazione del rilievo; • esecuzione del rilievo; • elaborazione dati e relative verifiche; • elaborazione procedura Pregeo; • deposito del tipo al Comune; • presentazione e ritiro tipo di frazionamento approvato da Agenzia del Territorio. Tali compiti sono stati elaborati e sviluppati nei punti 5.2 e 5.3 secondo le diverse fasi della presentazione al fine di agevolarne lo svolgimento pratico. 5.2 Processo 5.2.1 Generalità Il processo relativo alla presentazione di “Redazione tipo o Piano di frazionamento” è costituito da una sequenza di fasi, quali verifica, acquisizione documentale e ricognizione, rilievo e redazione elaborati. Ciascuna fase è autonoma ed è articolata in uno o più dei compiti elencati al punto 5.2.2 e sviluppati al punto 5.2.3. 5.2.2 Descrizione del flusso del processo I processi di gestione operativa devono essere adattati in relazione alle specifiche situazioni, elementi e riferimenti. In generale sono definibili tre fasi: • fase 1: verifiche preliminari; • fase 2: rilievo; • fase 3: redazione del T.F. 5.2.3. FASI DEL PROCESSO 5.2.3.1 Fase 1 - Verifiche preliminari Questa fase comprende i seguenti compiti: a) Acquisizione documentale preliminare In base alla programmazione dell’attività e alle richieste della committenza, il geometra acquisisce: • l’esatta descrizione di quanto il committente richiede per le finalità della prestazione professionale; • l’eventuale documento da cui scaturisce l’esigenza di procedere al frazionamento; • il mandato di incarico, conferito dai titolari di diritti che non sottoscrivono gli elaborati; • l’autorizzazione all’accesso ai luoghi di intervento. b) Acquisizione informazioni e raccolta documentale presso gli uffici pubblici L’acquisizione dei dati deve prevedere: GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI • gli eventuali aggiornamenti cartografici e titoli di proprietà; • i fogli di mappa e/o la cartografia eventualmente necessari per l’organizzazione del rilievo e per la ricerca dei P.F. necessari; • le visure catastali censuarie e cartografiche e la richiesta dell’EDM presso Agenzia del Territorio o con procedure telematiche; • la verifica della correttezza dell’EDM e dell’esatto allineamento delle banche dati. Nel caso in cui si riscontrassero disallineamenti nelle banche dati catastali si dovrà segnalare all’A.d.T. i disallineamenti rilevati e richiedere l’EDM corretto; • le monografie dei PF esistenti in zona. c) Ricognizione dei luoghi Il geometra esegue il sopralluogo per conoscere l’orografia del territorio inerente il rilievo al fine di pianificare l’attività da svolgere nelle fasi successive. In particolare: • individua l’oggetto del rilievo; • verifica l’accessibilità dei luoghi; • individua e istituisce i PF d’appoggio e gli eventuali PA necessari; • imposta uno schema sommario del rilievo nel rispetto delle prescrizioni dettate dalla legislazione vigente; • organizza la logistica e l’approvvigionamento dei materiali in zona; • definisce la squadra per le operazioni di campagna; • individua e approvvigiona la strumentazione e gli accessori necessari per l’esecuzione del rilievo. 5.2.3.2 Fase 2 - Rilievo Questa fase comprende i seguenti compiti: a) Pianificazione e organizzazione del rilievo Questa attività consiste nella: • predisposizione dello schema definitivo del rilievo; • acquisizione, se del caso, delle coordinate e delle monografie dei caposaldi; • scelta della metodologia del rilievo più idonea tra quelle consentite dalla legislazione vigente (allineamenti, celerimensura, poligonometrica, GNSS); • posizionamento delle stazioni da cui saranno effettuate le misurazioni necessarie per l’intero rilievo all’interno del triangolo fiduciale o entro le tolleranze ammesse dalla legislazione vigente. b) Esecuzione del rilievo Questa attività consiste: • esecuzione di una verifica preliminare dello strumento e dell’attrezzatura; • individuazione dei punti di dettaglio da rilevare; • rilievo dei punti e dei riferimenti necessari secondo norma e con l’osservanza delle tolleranze previste dalla legislazione vigente; • integrazione delle misure con allineamenti e/o squadri eseguiti attraverso l’ausilio di paline e nastro metrico qualora tutti i punti di dettaglio non possano essere rilevati strumentalmente; • esecuzione dei controlli relativi alle misurazioni lineari e angolari tra le stazioni in avanti e indietro e, se lo 16 strumento utilizzato lo consente, sulla quota di punti battuti più volte; • redazione degli eidotipi, secondo le esigenze che emergono nel rilievo. 5.2.3.3 Fase 3 - Redazione del tipo di frazionamento Questa fase comprende i seguenti compiti: a) Elaborazione dati e relative verifiche Questa attività consiste: • nel trasferimento dallo strumento, con l’ausilio di software dedicati, delle misure eseguite durante il rilievo e/o nel controllo delle misure annotate sul libretto di campagna; • nell’elaborazione dei dati; • nella restituzione grafica delle geometrie rilevate e conseguente analisi della coerenza delle stesse con le geometrie della mappa e degli eventuali precedenti atti d’aggiornamento presi in esame; • nella prima,verifica per il controllo degli scarti quadratici medi sui punti iperdeterminati, delle misurate sui PF e delle misure sovrabbondanti eseguite per controllare l’esattezza del rilievo; • nella esatta individuazione dell’oggetto del rilievo e nel suo migliore adattamento e collocamento nella mappa con l’individuazione dei PV e PD più idonei al suo inquadramento; • nella compilazione del libretto delle misure; • nel calcolo delle superfici delle particelle derivanti dall’aggiornamento cartografico con verifica delle tolleranze e della coerenza con l’incarico ricevuto; • nella stesura della proposta d’aggiornamento e relativi modelli censuari; • nella compilazione della relazione tecnica; • nella stampa definitiva degli elaborati; • nella redazione delle eventuali monografie mancanti o di nuovi PF e la successiva presentazione all’Agenzia del Territorio. b) Elaborazione procedura Pregeo Questa attività consiste: • nell’inserimento e nella verifica dei dati; • nella stampa degli elaborati. c) Deposito del tipo al Comune Questa attività consiste: • nella predisposizione dell’istanza da presentare in Comune; • nel deposito in Comune di una copia del frazionamento; • nel ritiro dell’attestazione dell’avvenuto deposito. d) Presentazione ritiro tipo di frazionamento approvato da AdT Questa attività consiste: • nella consegna o nell’inoltro per trasmissione telematica del tipo all’ufficio di AdT della provincia in cui è stato redatto l’aggiornamento cartografico; • nel ritiro cartaceo o telematico della ricevuta d’approvazione; • nell’archiviazione del TF anche in funzione delle responsabilità conseguenti all’invio telematico. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CASSA ITALIANA GEOMETRI Il Sole 24 Ore - 6.12.2011 Per le Casse professionali condizioni “capestro” Preoccupate o rassegnate, con i bilanci tecnici da ricalcolare a 50 anni, sono le Casse di previdenza privatizzate con il decreto legislativo 509/1994, che nella maggioranza dei casi applicano il sistema retributivo, a fare i conti con le nuove norme previdenziali del decreto "salva-Italia". La nuova norma impone alle Casse «l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di 50 anni» (che però non è chiaro siano da calcolare dal 2009, anno dell'ultimo bilancio tecnico o dal 2012). Chi entro il 31 marzo 2012 non si sarà riformato per rispettare il nuovo parametro passerà al calcolo contributivo con pro-rata; e a chi è già in pensione sarà richiesto un contributo di solidarietà dell'1% per gli anni 2012 e 2013. Inarcassa – l'ente di architetti e ingegneri – raggiunge il saldo previdenziale negativo nel 2033 (mancano 26 anni). «Purtroppo nel decreto non si tiene conto del patrimonio - afferma il presidente, Paola Muratorio - che ammonta a 6 miliardi e che quest'anno ci darà 600 milioni di rendimenti. Una riforma di tale portata richiede tempo che non abbiamo. Ovviamente conculde la Muratori – faremo ciò che deve essere fatto, ma per i giovani sarà un duro colpo». È preoccupato anche Fausto Amadasi, presidente della Cassa geometri: il calo di lavoro, registrato soprattutto dai profili tecnici, si unisce alle ultime manovre. «Le società tra professionisti – spiega Amadasi – sottrarranno contributi agli enti ed è aumentata la tassazione sulle rendite passata dal 12,5 al 20 per cento». Difficoltà della crisi colpiscono duramente anche gli avvocati, soprattutto giovani: «Non nascondo – spiega il presidente della Cassa forense, Alberto Bagnoli – che per noi sarebbe una stangata, perché implicherebbe un obbligato aumento della contribuzione che in un momento come questo rischia di deprimere ulteriormente i redditi. È un salto troppo lungo senza gradualità. Ma faremo i nostri conti e, nel caso, ci adegueremo». Enpam (medici) e consulenti del lavoro hanno allo studio riforme che – dicono – permetteranno loro di ri- GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 spettare i nuovi parametri. Per i primi, un aumento dell'età pensionabile e del contributo soggettivo. Per i secondi, si prevede il passaggio al calcolo contributivo, strada già percorsa nel 2004 da dottori commercialisti e ragionieri. Eppure «Nonostante il varo del contributivo 7 anni fa e di un contributo di solidarietà pagato su base modulare dai pensionati sino al 5% (sino al 7% per chi si è ritirato entro il 2004) – spiega Walter Anedda, presidente della Cassa dottori commercialisti – avremo nel 2033 un saldo temporaneamente negativo. Ma bisogna valutare il patrimonio e i rendimenti. Se no si falsa il reale stato di salute degli enti». Sulla stessa linea Andrea Camporese, presidente dell'Inpgi e dell'Adepp: «Se l'esigenza è avere sempre un saldo tendenziale positivo, senza frenate, dovremmo accumulare riserve immensamente superiori ai 5 anni tuttora previsti per legge. È la sostanziale salute a 50 anni che va appurata, compreso patrimonio, redditi e rendimenti. Se no, non bastano le sanzioni previste dal Governo a superare le gobbe previdenziali». Si discosta Paolo Saltarelli, presidente della Cassa ragionieri: «Il contributivo ha un grande vantaggio: si regge da solo. Ma non può eliminare le sperequazioni che il passato ha generato e riassorbire il debito. Il problema che le Casse si devono porre, però, è quello dell'andamento della demografia e delle stime di richiesta di servizi professionali in un Paese che non cresce e ha un numero di professionisti spesso multiplo rispetto a Francia e Germania». «Sembra più un pretesto – afferma Gianni Mancuso, presidente della Cassa veterinari – per cogliere in fallo gli Enti e ottenere l'ottima scusa per sottoporli al contributivo ignorandone l'autonomia». Infine, l'unica Cassa in grado oggi di soddisfare il saldo previdenziale positivo a 50 anni è la Cassa dei farmacisti, grazie a un contributo fisso base di 4.195 euro l'anno e una pensione media intorno ai 9mila euro. «Ma la liberalizzazione delle farmacie – spiegano – avrà sicuramente un impatto sui conti, ora impossibile da quantificare». 17 CASSA ITALIANA GEOMETRI Confprofessioni: fretta ingiustificata sulle Casse "Siamo seriamente allarmati per la minaccia di un intervento sulle casse di previdenza dei professionisti, che impone l'adeguamento dei saldi previdenziali a 50 anni in soli sei mesi di tempo. Il sistema pensionistico dei professionisti è molto articolato e varia da professione a professione. Siamo i primi a sostenerne una armonizzazione, anche per favorire le nuove generazioni, ma tutta questa fretta è ingiustificata". Con queste parole il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, invita il governo a riconsiderare la norma contenuta nella manovra che impone alle Casse previdenziali di mettersi in regola entro il 30 giugno 2012. L’ADEGUAMENTO DEI SALDI PREVIDENZIALI NON HA ALCUN EFFETTO SULLA FINANZA PUBBLICA E SULLA STABILITÀ FINANZIARIA DELLO STATO "Siamo pronti, insieme con le Casse di previdenza, a un confronto immediato con il ministro Fornero per illustrare il disagio e la preoccupazione di numerose categorie professionali, in particolare quelle dell'area sanitaria, e per contribuire a uscire dall'ambiguità di una norma che si presta a chiavi di lettura che ci auguriamo non siano quelle di un intervento sul patrimonio delle Casse", aggiunge Stella. "Qui non si tratta di difendere -conclude Stella- chissà quale privilegio, ma i professionisti hanno costruito la loro pensione, con sacrifici e senza chiedere mai nulla allo Stato. Le casse di previdenza dei professionisti non pesano sulla finanza pubblica e non producono effetti sulla stabilità finanziaria dello Stato". 18 GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CASSA ITALIANA GEOMETRI Simonetta Vescovi Il Geometra Bresciano - 2011/6 Cassa: attenzione ai giovani, snellimento delle procedure, taglio alle indennità di carica La Cassa geometri (Cipag) in questi anni ha cercato di avvicinarsi maggiormente all’iscritto, anche grazie agli strumenti informatici che permettono di raggiungere tutti i geometri in modo veloce e puntuale. Il nuovo progetto editoriale denominato “Cipag news” darà la possibilità all’iscritto di trovare le ultime novità e provvedimenti in materia di previdenza, assistenza senza dover necessariamente accedere al sito web della Cipag. Ciò permetterà una maggior conoscenza dell’operato del Consiglio di Amministrazione e di tutta la Cipag e consentirà a tutti gli iscritti di suggerire argomenti e problematiche da affrontare. Pertanto è opportuno che ogni iscritto aderisca alle newsletter per poter creare una maggiore coesione all’interno della nostra categoria a supporto delle istituzioni. Il Consiglio di Amministrazione e il Comitato dei Delegati, con grandissimo supporto degli uffici, prendono spesso decisioni non solo per garantire le pensioni agli attuali pensionati, ma anche e soprattutto per assicurare un adeguato trattamento pensionistico alle giovani generazioni. Purtroppo queste scelte spesso si tramutano in aumento delle contribuzioni ma, valutati i periodi difficili in ogni settore, si ritiene che tali scelte siano doverose per poter fornire maggiori servizi agli iscritti. Una delle novità che snelliscono la burocrazia, sia a favore dell’iscritto sia a vantaggio degli uffici della Cassa, è stata l’accorpamento delle dichiarazioni reddituali obbligatorie col Modello Unico e il relativo pagamento tramite il modello F24 che già nell’anno 2011 ha trovato applicazione. Questo ha permesso un calcolo più veloce e automatico, eliminando errori grossolani di trascrizione del dato e offrendo la possibilità di conguagli con altri crediti. Nell’anno 2012, previa verifica dei tempi tecnici, anche i versamenti minimi avverranno tramite il modello F24 nell’ambito del Modello Unico con le stesse modalità e scadenze previste per il fisco, compresa la possibilità di compensazioni con crediti erariali e di rateazione. Valutata l’indagine svolta sul tema della previdenza GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 NOVITÀ PER SNELLIRE LA BUROCRAZIA, FORME DI SOSTEGNO PER LA CATEGORIA, E TAGLI ANCHE ALLE INDENNITÀ DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI complementare e rilevando il grado d’interesse, le aspettative e le esigenze degli iscritti, si è ritenuto opportuno, a sostegno della categoria, creare un patrimonio di destinazione autonoma e separata all’interno della Cassa stessa, che avrà lo scopo di istituire una forma pensionistica complementare a sostegno degli iscritti, soprattutto delle giovani generazioni. Inoltre, tramite l’EMPAI (Ente di Mutua Assistenza tra i Professionisti Italiani), quando sia già in essere una polizza assicurativa avente per oggetto la copertura dei “grandi interventi” e dei “gravi eventi morbosi”, si implementeranno le garanzie offrendo una copertura al rischio della non autosufficienza (Long Term Care). Non manca in questi periodi di crisi e di tagli anche una riduzione alle indennità degli organi istituzionali. Da alcuni articoli di giornale dei mesi scorsi ove si mettevano a paragone i vari compensi che le Casse professionali elargiscono agli organi amministrativi, sembrava che la nostra Cassa fosse una delle più costose. Valutando questo dato e rapportandolo al numero degli iscritti, si è potuto appurare che il dato era sbagliato in quanto i termini di paragone non erano uniformi. Ciononostante il Comitato dei Delegati e il Consiglio di Amministrazione hanno deciso la riduzione del 15% (i delegati lombardi si erano fortemente battuti per una riduzione del 20%) su tutte le indennità: di carica, giornaliera, di presenza, spese di viaggio e spese di soggiorno da applicarsi al biennio 2012-2013 e a tutti gli organi istituzionali della Cassa stessa. Questo vuole essere un segnale di contenimento delle spese senza tuttavia diminuire i servizi, intendimento a cui la cassa si è sempre riferita anche negli anni scorsi. 19 PRIVACY Salvatore Tedesco Il Sole 24 Ore - 5.12.2011 Privacy: gli studi giocano d’anticipo contro le sanzioni PROFESSIONISTI. NECESSARIE MISURE MINIME DI SICUREZZA o associata) e i propri sostituti, ausiliari, collaboratori, tirocinanti, praticanti, ai trattamenti su dati sensibili di clienti o di terzi nell'espletamento di incarichi a questi consentiti dal proprio ordinamento professionale (per esempio in tema di lavoro, previdenza e assistenza sociale/fiscale) o per valere o difendere un diritto in sede giudiziaria. LA CORNICE NORMATIVA INFORMATIVA AL CLIENTE E TUTELE DIFFERENZIATE PER I DATI SENSIBILI Professionisti in guardia sugli adempimenti privacy nei confronti della clientela. I controlli annunciati dall'amministrazione finanziaria e le sanzioni che possono arrivare fino alla revoca dell'abilitazione al canale Entratel (oltre a quelle amministrative e penali previste dal Codice sulla privacy) rilanciano la necessità di un'organizzazione dello studio per il corretto assolvimento degli obblighi previsti in materia. Alla luce del quadro normativo esistente, si pone quindi l'esigenza di assolvere correttamente agli obblighi di acquisizione e trattamento dei dati, facendo anche attenzione alle modalità (cartacee o informatiche) con cui le informazioni vengono gestite. A livello normativo, la semplificazione ha invece interessato le misure minime di sicurezza. Il Dl 112/2008 ha abrogato l'obbligo di redazione del documento programmatico sulla sicurezza (Dps) per coloro che utilizzano strumenti informatici per la raccolta e il trattamento dei dati, e «trattano soltanto dati personali non sensibili e l'unico dato sensibile è costituito dallo stato di salute o malattia dei propri dipendenti senza indicazione della relativa diagnosi»: in sostituzione, può risultare sufficiente un'autocertificazione. Possono redigere invece un Dps semplificato i soggetti pubblici o privati che trattano dati personali unicamente per correnti finalità amministrative e contabili, in particolare presso i liberi professionisti, gli artigiani e le piccole e medie imprese. Il decreto Sviluppo del maggio scorso (Dl 70/2011, convertito dalla legge 106/2011) ha apportato un ulteriore snellimento procedurale, limitando l'ambito di applicazione del Codice ed escludendo in modo specifico i trattamenti dei dati, effettuati in rapporti intercorrenti, esclusivamente per finalità amministrativo-contabili, tra persone giuridiche, imprese, enti o associazioni. GLI INTERVENTI GLI ADEMPIMENTI Nel corso degli ultimi anni – con l'idea che l'assenza di «complicazione procedurale» sia la prima tutela – garante e legislatore hanno introdotto una serie di semplificazioni per professionisti e imprese, riducendo in misura significativa gli obblighi previsti dal Codice privacy (Dlgs 196/2003). Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto con l'autorizzazione n. 4/2008 (valida per 18 mesi e più volte rinnovata) autorizzando i liberi professionisti iscritti in albi o elenchi professionali (in forma individuale 20 Gli adempimenti privacy che permangono a carico dei professionisti possono essere così riassunti: n obblighi formali nei confronti del cliente: informativa (articolo 13 del Dlgs 196/2003), richiesta di consenso scritto per il trattamento dei dati, a eccezione di dati necessari per adempiere a un obbligo normativo (articoli 23 e 24), nomina del titolare (professionista), del l'eventuale responsabile e degli incaricati del trattamento (articoli 28, 29, 30); GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 PRIVACY n obblighi di carattere strutturale e di organizzazione: obblighi attinenti alle misure minime di sicurezza (articoli 33, 34, 35), previste dal Codice stesso e dal disciplinare tecnico (allegato B). Nel caso di trattamento manuale e cartaceo dei dati – articolo 35 e punti 27-29 dell'allegato B – gli obblighi sono ridotti ai seguenti adempimenti: 1. aggiornamento periodico dell'individuazione dell'ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati; 2. previsione di procedure per l'idonea custodia di atti e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento dei relativi compiti; 3. previsione di procedure per la conservazione in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalità di accesso. GLI STRUMENTI INFORMATICI Nel caso di trattamento effettuato con l'ausilio di strumenti informatici – articolo 34 e punti 1-24 dell'allegato B – ogni tipo di trattamento può essere effettuato solo in seguito alla dotazione di una procedura univoca di autenticazione. Gli obblighi connessi sono così sintetizzabili: n adozione di procedure di gestione delle credenziali d'autenticazione; n utilizzazione di un sistema di autorizzazione; n aggiornamento periodico dell’individuazione dell’ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici; n protezione degli strumenti elettronici e dei dati dai trattamenti illeciti, da accessi non consentiti e dall'azione di virus informatici; n adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza e ripristino della disponibilità dei dati e dei sistemi. Tutte le istruzioni devono essere scritte, in modo da poter verificare l'organizzazione interna della struttura, ed è necessario l'aggiornamento, almeno annuale, delle procedure, degli accessi e dei programmi (ma, in caso di dati sensibili, l'aggiornamento deve avere cadenza almeno semestrale). L'AGGIORNAMENTO C'è un altro aspetto da tenere in dovuta considerazione. Non basta, infatti, aver soltanto predisposto un'organizzazione adeguata al trattamento e alla corretta geLA PAROLA CHIAVE stione dei dati. Lo standard delle misure di sicurezza va costanteÈ l'acronimo di mente aggiornato nel tempo. Aldocumento trimenti, anche in questo caso, gli programmatico studi professionali possono indi sicurezza. La cappare in sanzioni. Non aggiorredazione del Dps rappresenta una nare antivirus e patch dei misura minima di protezione dei dati programmi potrebbe configurare personali in caso di trattamento di dati infatti il reato di omissione di conpersonali, sensibili o giudiziari, con trollo delle misure di sicurezza dei strumenti elettronici. Deve essere presistemi informativi (articolo 169 disposto dal titolare del trattamento del Codice privacy). Oltre al dei dati personali, anche con il redanno economico, la perdita di sponsabile (se designato) secondo le dati o l'accesso non autorizzato norme del Codice della privacy (Dlgs sono sanzionabili dagli articoli 15 196/2003) e del disciplinare tecnico. Il e 31 per mancata custodia. Infatti documento programmatico di sicuchi tratta dati personali altrui e rezza deve essere aggiornato entro il non adotta tutti gli accorgimenti termine annuale del 31 marzo, conprevisti dal progresso tecnico per servato presso la propria struttura ed evitare tali rischi risponderà esibito in caso di controllo. In deter«come previsto dal l'articolo minati casi può essere sostituito da 2050 del Codice civile se ne deun'autocertificazione o da un Dps riva danno ai soggetti cui tali dati semplificato. sono riferiti». DPS GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 21 PRIVACY IL QUADRO Gli obblighi in tema di privacy, le sanzioni e le modalità organizzative per i professionisti Possibile sanzione Come organizzare lo studio OBBLIGO DI INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Sanzione amministrativa: pagamento di una somma da 6mila a 36mila euro (articolo 161, Dlgs 196/2003) Predisposizione di un modello di informativa da far sottoscrivere al soggetto durante il primo contatto e da conservare nel relativo fascicolo CONSERVAZIONE DEI DATI ALLA CESSAZIONE DEL TRATTAMENTO Sanzione amministrativa: pagamento di una somma da 10mila a 60mila euro (articolo 162, comma 1, del Dlgs 196/2003) Archiviazione dei dati e controllo dell'accesso all'archivio al fine di evitare la diffusione o la cessione illegittima dei dati ADOZIONE DELLE MISURE MINIME Sanzione penale: arresto fino a due anni (articolo 169, comma 1, del Dlgs 196/2003) Per evitare accessi non autorizzati ai dati è necessario conservare i fascicoli in schedari chiusi con chiavi custodite separatamente OBBLIGO DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI PREVIO CONSENSO Sanzione penale: reclusione da 6 a 18 mesi (articolo 167, comma 1, del Dlgs 196/2003) Predisposizione di un modello di acquisizione del consenso da far sottoscrivere al soggetto durante il primo contatto e da conservare nel relativo fascicolo Sanzione penale: reclusione da 6 a 24 mesi in caso di diffusione dei dati (articolo 167, comma 1, del Dlgs 196/2003) Il titolare deve predisporre delle istruzioni che illustrino agli incaricati gli obblighi di riservatezza per evitare la diffusione illegittima dei dati TRATTAMENTO DATI CON RISCHI SPECIFICI PER I DIRITTI FONDAMENTALI DEL SOGGETTO Sanzione penale: reclusione da uno a tre anni (articolo 167, comma 2, del Dlgs 196/2003) Lo studio o il professionista devono procedere alla separazione dei dati non sensibili da quelli sensibili LA DATA 31 marzo 22 Appuntamento fisso. È la scadenza entro cui il Dps va aggiornato ogni anno. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 PRIVACY Sergio Pellegrino Giovanni Valcarenghi Il Sole 24 Ore - 5.12.2011 VERIFICHE DELL’AGENZIA GLI INTERMEDIARI ABILITATI I controlli del fisco possono portare al blocco di Entratel Le Entrate hanno annunciato, con un comunicato del 3 agosto scorso, controlli più incisivi sull'osservanza degli obblighi di riservatezza da parte degli intermediari abilitati al canale Entratel, così come definiti con il provvedimento dell'Agenzia del 10 giugno 2009. I controlli, effettuati dagli uffici di audit dell'amministrazione, si articolano lungo tre direttrici: 1. struttura organizzativa dell'intermediario; 2. misure di sicurezza relative ai supporti tecnologici utilizzati; 3. ulteriori misure di sicurezza. A COSA FARE ATTENZIONE Per quanto riguarda l'aspetto della struttura organizzativa dell'intermediario, vengono in particolare verificati: • l'eventuale designazione da parte del titolare del trattamento dei dati dei responsabili, anche esterni, del trattamento dei dati e la predisposizione di apposite istruzioni operative ad essi indirizzate; • la designazione degli incaricati per il trattamento dei dati; • l'adozione del documento programmatico per la sicurezza; • l'esistenza di una procedura di controllo degli adempimenti previsti dal Codice privacy; • la presenza di una corretta politica di gestione delle password. Sul versante delle misure di sicurezza relative ai supporti tecnologici utilizzati, viene accertato che: • sia previsto il blocco automatico delle stazioni di lavoro dopo un certo lasso temporale di inattività; • vi siano programmi di protezione per i terminali e il server in modo da minimizzare il rischio di indebiti accessi ai dati o di loro manomissione; GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 • si proceda con l'aggiornamento periodico del sistema operativo e del software di protezione; • vi siano, in caso di utilizzo di reti wireless, adeguate misure di sicurezza per limitare il rischio di intercettazione dei dati trasmessi. Infine, le ulteriori misure di sicurezza che vengono verificate sono le seguenti: • conservazione delle dichiarazioni e della documentazione separatamente dai documenti acquisiti dall'intermediario per altre attività; • conservazione separata dei documenti contenenti dati sensibili; • presenza di spazi idonei, con accesso consentito al solo personale autorizzato, per la conservazione dei documenti relativi alle dichiarazioni e dei back up; • laddove vi sia un'articolata struttura organizzativa, esistenza di procedure per l'accesso e la gestione degli archivi; • conservazione della documentazione fiscale secondo le modalità e per il periodo previsti dalle legge. Su quest'ultimo punto va ricordato come l'intermediario sia tenuto a conservare una copia della dichiarazione trasmessa, che non necessariamente deve essere sottoscritta da parte del contribuente (mentre la firma è elemento essenziale del modello che deve essere conservato dallo stesso contribuente e dal sostituto d'imposta). GLI EFFETTI Nel caso in cui l'ufficio di audit riscontri il mancato rispetto da parte di un intermediario degli obblighi indicati, è tenuto a segnalare la circostanza alla struttura della Direzione regionale competente, che avvia la procedura di revoca dell'abilitazione al canale Entratel. 23 PRIVACY Luigi Ferrajoli Il Sole 24 Ore - 5.12.2011 LE COMUNICAZIONI NON DEVONO ESSERE ACCESSIBILI A TERZI NON AUTORIZZATI LE AVVERTENZE Durante il trattamento atti sempre ben custoditi Sanzioni penali e amministrative ma anche le richieterzi non autorizzati; finito il trattamento, i documenti ste di risarcimento dei danni a terzi ai sensi dell'artidovranno essere restituiti o ricollocati nel posto da colo 2050 del Codice civile, previste dall'articolo 15 cui sono stati prelevati. Gli archivi contenenti dati del Dlgs 196/2003. Questi i principali rischi per lo sensibili o giudiziari devono essere accessibili solo ai studio professionale che non si adegui a quanto presoggetti autorizzati e, a tal fine, possono essere dovisto dal Codice della privacy. Nella prassi quotitati di strumenti elettronici per il controllo dell'acdiana, all'interno di uno studio, i soggetti che cesso. Per il trattamento dei dati personali effettuato gestiscono materialmente i dati, raccolti previa inforcon l'ausilio di mezzi elettronici, l'articolo 34 del Comativa e prestazione del consenso, sono spesso didice prevede delle misure minime di sicurezza: gli versi (e il titolare non ha la possibilità di verificarne gli elaboratori presenti in studio e contenenti dati peradempimenti): è consigliabile pertanto incaricare per sonali devono essere accessibili solo tramite autenla supervisione uno o più responsabili per il trattaticazione informatica per mezzo di credenziali. Gli mento dei dati ex articolo 29 del Codice, mediante incaricati devono quindi essere muniti di password atto scritto che deve indicarne i compiti e contenere personale, composta da almeno otto caratteri alfale istruzioni per il trattamento dei dati. È altrettanto numerici, o possono essere dotati di altri strumenti di indispensabile identificare tutti i soggetti che provveautenticazione. Completano il quadro delle misure dono materialmente al trattamento dei dati: il ruolo e minime di sicurezza l'uso di strumenti elettronici per le competenze degli incaricati devono essere formala protezione da accessi abusivi (come i firewall), l'aglizzati con atto scritto che deve contenere le relative giornamento dei programmi antivirus con periodicità̀ istruzioni del titolare e chiarire i rispettivi profili di aualmeno semestrale, l'effettuazione settimanale di torizzazione (da revisionare periodicamente). Per copie di back-up dei dati contenuti nei sistemi inforquanto concerne il trattamento matici. A questo si aggiunge l'adei dati effettuato manualmente, dozione di un documento I Fascicoli disciplinato dall'articolo 35 del programmatico sulla sicurezza Gli archivi contenenti Codice e dal disciplinare tecche delinei al titolare del trattadati sensibili o giudiziari nico, è necessario redigere il mento e ai suoi collaboratori le devono essere accessibili solo mansionario privacy, con l'emisure adottate e da adottare: ai soggetti autorizzati e, a tal fine, lenco degli incaricati, la definiun documento destinato con il possono essere dotati zione dei dati che possono tempo a ridursi con l'adozione di strumenti elettronici per il trattare ed il tipo di trattamento delle nuove misure operative di controllo dell'accesso consentito. Gli incaricati devono sicurezza e il perfezionamento controllare e custodire gli atti del processo. Sono infine da recartacei oggetto di trattamento, gistrare con una dichiarazione Supporti informatici per restituirli al termine delle opescritta gli interventi eseguiti da Gli incaricati al trattamento razioni loro affidate: per magsoggetti esterni sui sistemi infordei dati conservati in formato giore sicurezza sarebbe matici dello studio. Il rispetto elettronico devono essere opportuno abituarsi a lavorare delle misure minime (come previmuniti di password personale, un fascicolo alla volta. Durante il sto dall'articolo 15 del Codice composta da almeno otto trattamento, atti e documenti Privacy) non esime, in ogni caso, caratteri alfanumerici, (comprese comunicazioni perveda responsabilità̀ per i danni a o comunque devono nute a mezzo posta o fax) non terzi: le misure di sicurezza idoessere dotati di altri strumenti devono essere lasciati incustonee devono infatti essere valutate di autenticazione diti in luoghi in cui siano visibili a in relazione al caso concreto. 24 GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 EDILIZIA TECNICA Lucia Busa, Simone Secchi La gazzetta dei solai - n. 81 - Novembre 2011 Metodi di stima semplificata del potere fonoisolante di pareti in laterizio Un apposito studio realizzato dal gruppo di Fisica Tecnica del Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini” dell’Università di Firenze si è posto come obiettivo quello di fornire un quadro quanto più completo possibile sulle prestazioni acustiche, testate e certificate secondo procedimenti normalizzati, dei componenti verticali opachi e trasparenti maggiormente utilizzati nel panorama costruttivo nazionale. Ciò al fine di individuare il progresso tecnologico del settore e, soprattutto, definire un valore di benchmark per differenti soluzioni di parete e serramenti che possa essere assunto a riferimento di proposte innovative, o semplicemente per confrontare su basi oggettive soluzioni differenti. A partire dalla raccolta dei certificati di prove acustiche di laboratorio condotte su differenti componenti, sono state analizzate le prestazioni fonoisolanti relative alle varie tipologie (pareti semplici, doppie, ecc.) e dei materiali utilizzati (laterizio normale, alleggerito, ecc.). Si è poi valutata l’affidabilità dei metodi di calcolo empirico forniti dalla letteratura scientifica e, infine, si sono ricavate nuove correlazioni di previsione del comportamento acustico dei componenti suddetti. Le formule empiriche hanno il pregio di essere uno strumento semplice ed immediato per una prima stima delle presta- UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE HA PERMESSO, PARTENDO DAI CERTIFICATI DI PROVE DI LABORATORIO, DI VALUTARE L’AFFIDABILITÀ DEI METODI DI CALCOLO EMPIRICO FORNITI DALLA LETTERATURA SCIENTIFICA E DI RICAVARE NUOVE CORRELAZIONI DI PREVISIONE DEL COMPORTAMENTO ACUSTICO DELLE PARETI IN LATERIZIO, SIA INTONACATE CHE “FACCIA A VISTA”. zioni acustiche dei componenti, che non sono dotati di certificati di laboratorio; allo stesso tempo però, derivando da risultati sperimentali, hanno dei limiti legati al campo di applicabilità (intervalli di massa superficiale, spessore dell’intercapedine, ecc.) e alla numerosità e omogeneità dei campioni considerati. Nel corso dell’indagine sono state prese in considerazione pareti in elementi di laterizio normale e alleggerito, sia a singolo che a doppio strato. Nella ricerca di nuove correlazioni tra la massa delle partizioni e l’indice di valutazione del potere fonoisolante delle stesse, sono stati esaminati numerosi certificati di prove eseguite in differenti laboratori. In prima istanza, i risultati riportati nei diversi report sono stati considerati in maniera indifferenziata e l’analisi ha riguardato la definizione delle formule di correlazione per categorie di prodotti. Successivamente, i dati sono stati omogeneizzati anche in funzione del laboratorio in cui sono state condotte le singole prove. Lo stuFigura 1 - Grafico relativo alle pareti in laterizio normale e alleggerito dio svolto ha fornito spunto per inte- GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 25 EDILIZIA TECNICA ressanti valutazioni sia in merito all’aspetto tecnologico che all’influenza del laboratorio di prova sul risultato certificato. PARETI SEMPLICI IN ELEMENTI DI LATERIZIO Sono state analizzate 37 pareti semplici in elementi di laterizio, di cui 17 del tipo normale e 20 alleggerito in pasta, aventi massa superficiale m’ compresa tra 100 e 600 kg/m2. A partire dall’elaborazione dei dati sperimentali rilevati in laboratorio, è stata verificata l’affidabilità della relazione già definita in [1] ed in numerose pubblicazioni successive (coefficiente di correlazione r2 pari a 0,7): RW = 20 log (m’) [dB] Differenziando il laterizio normale da quello alleggerito, si ottengono le seguenti correlazioni. Per il laterizio normale: RW = 16,8 log (m’) + 6,1 [dB] (coefficiente di correlazione r2 pari a 0,75). Per il laterizio alleggerito, si conferma invece la relazione precedente (coefficiente di correlazione r2 pari a 0,65). Dal grafico riportato in figura 1, si può osservare che per valori della massa superficiale superiore a 200 kg/m2, le pareti in elementi di laterizio alleggerito forniscono indici di valutazione del potere fonoisolante superiori di alcuni dB rispetto a quelle in laterizio normale. Tale differenza aumenta all’aumentare della massa superficiale della parete stessa. Inoltre, si evidenzia che blocchi provvisti di bordi con incastro maschio/femmina (analisi di 8 campioni), a parità di massa superficiale, permettono di raggiungere valori del potere fonoisolante in media maggiori di 4 dB. Lo stesso incremento è raggiungibile aumentando la massa con il riempimento di malta dei fori dei blocchi (analisi di 6 campioni). Un’ultima annotazione riguarda invece il laboratorio di prova: dall’analisi dei risultati è emerso con una certa evidenza che i dati forniti da alcuni laboratori tendono a sovrastimare le prestazioni di determinate soluzioni tecnologiche rispetto ai valori mediamente forniti dagli altri laboratori. PARETI DOPPIE IN ELEMENTI DI LATERIZIO Sono stati analizzati 25 campioni di pareti doppie in elementi di laterizio con massa superficiale compresa tra 150 e 300 kg/m2. I dati relativi si riferiscono a differenti Figura 2 - Grafico relativo alle pareti in laterizio doppie 26 Bibliografia [1] L. Busa, S. Secchi, G. Cellai, G. Raffellini, Stima semplificata dell’indice di valutazione del potere fonoisolante di pareti massicce e di vetrate, Atti del convegno AIA 2005. [2] E. Brosio, Esempi di progettazione e realizzazione. Mezzi di previsione delle prestazioni acustiche di materiali e componenti, Atti del convegno AIA 1986. [3] Renato Spagnolo, Manuale di acustica, UTET Libreria, Torino 2001. accoppiamenti delle due tipologie di mattoni di spessore 8 e 12 cm (8+8, 12+8 e 12+12), in accordo con le più frequenti soluzioni costruttive adottate nei cantieri nazionali. Dall’esame del grafico riportato in figura 2, si nota come le pareti composte da due tavolati di mattoni spessi ciascuno 8 cm (8+8) abbiano prestazioni, in qualche caso, addirittura migliori delle pareti 12+8 e, comunque, sempre migliori delle pareti 12+12. Ciò può essere dovuto al diverso accoppiamento laterale tra i due tavolati della parete doppia. Infatti, la trasmissione di energia sonora tra i due tavolati della parete avviene sia per via diretta, attraverso l’intercapedine, che per via laterale attraverso i bordi. La parete spessa 12 cm, avendo una maggiore base di appoggio, può dare luogo a maggiore trasmissione di energia sonora tra i due tavolati. Per le pareti 8+8 cm, pur tenendo conto del numero esiguo di campioni a disposizione, si possono fare, inoltre, le seguenti osservazioni: • se l’intercapedine è vuota o riempita con materiali scarsamente fonoassorbenti, la parete si comporta come una struttura monolitica di pari massa, con un incremento di 2 dB: RW = 20 log (m’) + 2 [dB] • se l’intercapedine è invece riempita con materiale fonoassorbente, si ha un ulteriore incremento di 3÷4 dB: RW = 20 log (m’) + 5 [dB] • con l’aggiunta di una banda resiliente posta in corrispondenza del piano di appoggio dei due tavolati, si può arrivare ad un ulteriore incremento di 3 dB: RW = 20 log (m’) + 8 [dB] È necessario a questo riguardo tenere conto che se, in fase di realizzazione in opera, si attua una connessione rigida tra i due tavolati della parete, come conseguenza ad esempio della posa del massetto di integrazione impiantistica, questo beneficio può venir meno. Per le pareti composte da tavolati di mattoni spessi 8 e 12 cm (12+8 cm), i risultati forniti dalle tre equazioni precedenti devono essere ridotti di 2 dB. Infine, per quanto riguarda le pareti 12+12 cm, tenuto conto della scarsità di dati a disposizione, resta valido in prima approssimazione quanto detto per la soluzione 12+8 cm. Le relazioni suddette possono esse impiegate, in prima approssimazione, per la stima della prestazione acustica dei divisori interni e delle chiusure esterne, sia intonacate che “faccia a vista”. In questo ultimo caso, l’affidabilità della stima viene probabilmente ridotta. Ciò è tuttavia compensato dalla minor rilevanza che assume la stima della prestazione acustica della muratura quale componente di facciate contenenti serramenti. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 RISPARMIO ENERGETICO M. D’Orazio, E. Di Giuseppe, S. Basile Università Politecnica delle Marche (AN) Newsletter delle coperture - n. 35 - Novembre 2011 Energia dal tetto in laterizio: i sistemi solari in LE TECNOLOGIE SOLARI IN COPERTURA Il “sole” è la principale fonte di energia rinnovabile a disposizione e la copertura è il luogo privilegiato dove captare questa energia, in quanto: • permette di montare i collettori con l’inclinazione ottimale massimizzandone il rendimento; • non è generalmente ombreggiata e quindi si ha produzione costante di energia; • permette una facile integrazione dei collettori assicurando il minimo impatto estetico. I principali sistemi che permettono l’utilizzo dell’energia solare sono gli impianti solari per la produzione di energia termica, gli impianti fotovoltaici per quella elettrica e la tecnologia ibrida, capace di produrre energia elettrica e calore allo stesso tempo. E più precisamente: • sistemi solari termici: convertono la radiazione solare in calore, impiegato per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento degli ambienti. Sono ottimali nei casi in cui vi sia disponibilità di superfici orientate a sud, con inclinazione pari circa alla latitudine del luogo. Ciò è necessario per consentire la circolazione naturale dell’acqua e per sfruttare l’irraggiamento diretto durante le varie stagioni dell’anno; • sistemi solari fotovoltaici: consentono di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica. Forniscono i rendimenti massimi proprio con le inclinazioni con le quali si realizzano tradizionalmente le coperture a falde in laterizio; • sistemi solari ibridi: denominati “PV-T”, sono costituiti da moduli fotovoltaici montati sulla superficie assorbente di un collettore solare termico, GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 copertura IL SOLE È QUELLA TRA LE PRINCIPALI FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE A CUI OGGI SI GUARDA CON MAGGIORE ATTENZIONE. GLI IMPIANTI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI, CHE PERMETTONO DI REALIZZARE UN SISTEMA DI PRODUZIONE ENERGETICA DIFFUSO, PRESENTANO UN’EFFICIENZA CHE PUÒ VARIARE FORTEMENTE IN RELAZIONE ALLE MODALITÀ CON CUI SI INTEGRANO NELLA COPERTURA E CON LA TIPOLOGIA DEL MANTO. che raffredda i moduli fotovoltaici migliorandone in modo significativo il rendimento elettrico. LE MODALITÀ DI INTEGRAZIONE Integrazione parziale: un impianto solare si definisce parzialmente integrato se è installato, tramite un’apposita struttura intermedia ancorata alla copertura esistente e complanare rispetto alla superficie di chiusura, senza la sostituzione del materiale costituente il manto in modo che il rivestimento, come tegole e coppi, rimanga inalterato. Presenta un duplice vantaggio, in quanto si tratta di una soluzione a basso costo d’installazione, poiché vengono utilizzate semplici strutture per il sostegno dei pannelli, e non necessita della rimozione del rivestimento della copertura. L’integrazione parziale evita, inoltre, problemi d’infiltrazioni, in 27 RISPARMIO ENERGETICO Integrazione parziale quanto il manto di copertura, non essendo rimosso e rimanendo continuo, continua a garantire una corretta tenuta all’acqua e la protezione degli elementi sottostanti la copertura (quali isolante, membrane impermeabili, ecc.) dalla pioggia battente e soprattutto dalla radiazione solare che, nei periodi estivi, può causare un eccessivo surriscaldamento degli ambienti sottostanti. Integrazione totale: si ha quando l’impianto solare è inserito completamente nell’involucro edilizio, riuscendo ad equilibrare gli aspetti tecnici ed estetici dei componenti della tecnologia solare con quelli della copertura, senza compromettere le caratteristiche funzionali di entrambi. Il sistema solare, costituendo in questo caso una soluzione di continuità del manto, deve garantire la tenuta all’acqua ed evitare la formazione di ponti termici. L’integrazione dei moduli in copertura può risultare la soluzione ottimale nel caso di progettazione ex novo, oppure quando la copertura viene sottoposta a lavori di manutenzione straordinaria o di riqualificazione ed è necessaria la sostituzione del manto. I vantaggi dell’integrazione totale degli impianti solari sono principalmente legati ad un migliore impatto visivo della copertura rispetto all’integrazione parziale. D’altro lato, però, deve essere assicurata una ventilazione dell’intradosso dei moduli, per evitare fenomeni di degrado dello strato di tenuta all’acqua e di surriscaldamento dei dispositivi solari e conseguente perdita di efficienza. Nell’integrazione dei sistemi di captazione solare nelle coperture in laterizio, è favorita la ventilazione dei sistemi stessi in quanto assicurano temperature minori all’estradosso dell’isolante rispetto, ad esempio, alle coperture metalliche, grazie alle migliori proprietà radiative dei materiali ceramici che consentono una continua asportazione di calore per ventilazione. Il vantaggio dei sistemi basati sull’integrazione con tegole e coppi deriva dalla possibilità di unire la funzionalità di un elemento in laterizio alla moderna tecnologia solare, mantenendo inalterato l’aspetto estetico della copertura. Evolve, quindi, l’elemento in “cotto” che, nel tempo, ha dimostrato una grande stabilità per le sue semplici ma funzionali modalità di montaggio, migliorandone la composizione e trasformandolo in una La presenza della “fonte” di energia pulita. Resta così, anche, imventilazione/microventilazione mutata la disposizione dei canali di deflusso permette di aumentare delle acque meteoriche e con essa la piena funl’efficienza del pannello zionalità della copertura. In particolare, dal punto di captazione solare. Impianto solare fotovoltaico parzialmente integrato grazie alla struttura di sostegno applicata in copertura. È consigliata la sovrapposizione se il pacchetto di copertura non è idoneo all’integrazione, specialmente se si tratta di tipologie non ventilate e di vecchia costruzione. Impianto solare termico a circolazione naturale, sovrapposto in copertura, dotato di collettori vetrati piani. Questa tipologia d’impianto ha lo svantaggio che il serbatoio di accumulo deve essere installato al di sopra dei pannelli solari, a scapito dell’estetica della copertura, a meno che non lo si posizioni nel sottotetto. Integrazione totale Pannelli fotovoltaici policristallini. Il problema maggiore di questa tipologia d’installazione è assicurare una perfetta tenuta all’acqua piovana: per questo vengono utilizzate delle guaine impermeabilizzanti tra l’impianto ed il manto. Impianto solare termico dotato di tubi sottovuoto. L’impianto è integrato in copertura grazie ad un pannello in grado di alloggiare un fascio tubiero di collettori termici, ricoperti da una lastra in plexiglass trasparente, che protegge il dispositivo e assicura continuità estetica alla copertura. di vista del rendimento, per quello che riguarda la tecnologia fotovoltaica, non si ha perdita di efficienza con le alte temperature del periodo estivo, grazie al canale di ventilazione tra il dispositivo fotovoltaico ed il coppo/tegola. Il limite principale delle “tegole fotovoltaiche” è rappresentato dal fatto che, a parità di potenza installata sul tetto, il sistema richiede una superficie maggiore rispetto ad un impianto fotovoltaico classico in silicio monocristallino. Un significativo vantaggio è invece costituito dal poter sostituire/manutenere piccoli elementi piuttosto che interi pannelli, con risvolti economici tutt’altro che indifferenti. Alcuni esempi di tegole e coppi con la cella fotovoltaica integrata nell’elemento costituente il manto di copertura. 28 GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 CERTIFICAZIONE ENERGETICA www.casaeclima.com Certificazione energetica, campagna di contro le offerte low cost Sacert NELLA CORSA AD OFFRIRE CERTIFICAZIONI A PREZZI STRACCIATI VIENE SACRIFICATA LA QUALITÀ E LA PROFESSIONALITÀ Sempre più spesso vengono proposte certificazioni energetiche degli edifici a prezzi stracciati (anche al di sotto dei 40-50 euro). Da tempo gli Ordini delle professioni tecniche denunciano il proliferare sul Web (e non solo) di offerte low cost in materia di certificazione energetica degli edifici, con studi e professionisti (o presunti tali) che per esempio offrono l'Attestazione di Certificazione Energetica (ACE) al prezzo stracciato di 59 euro l'uno. Al fine di promuovere un approccio di qualità in questo settore, l'associazione lombarda Sacert (ente di certificazione delle competenze dei tecnici certificatori energetici accreditato da Accredia) ha lanciato la campagna sOFFRIAMO A BASSO COSTO, per denunciare chi svilisce lo strumento della certificazione energetica. Su una pagina dedicata del sito dell'associazione vengono raccolti gli annunci già pubblicati o le segnalazioni arrivate negli ultimi mesi. BASSO PREZZO E QUALITÀ NON VANNO D'ACCORDO “Non occorre essere grandi esperti per capire che ci sia una assoluta incompatibilità tra l’impegno minimo richiesto per redigere un attestato di certificazione energetica corretto e il costo al quale vengono sempre più spesso proposte le certificazioni (anche al di sotto dei 40-50 €)”, scrive il direttore generale del Sacert, Giuliano Dall'O', in una lettera inviata a tutti i tecnici certificatori. “I costi inadeguati – aggiunge - con i quali si stanno proponendo le certificazioni energetiche contribuiscono a trasmettere all’opinione pubblica un’informazione eticamente molto scorretta: che la certificazione in fondo altro non sia che un foglio sul quale ci può essere scritto di tutto”. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 “Un certificato energetico di qualità - sottolinea il presidente del Sacert – rappresenta innanzitutto una garanzia per chi acquista o prende in affitto un alloggio che affida sempre di più le sue scelte proprio su questo importante documento”. Sollecitato da molti certificatori, il Sacert ha quindi deciso di intraprendere “delle azioni di denuncia di chi svilisce lo strumento della certificazione energetica. Tutto questo, lo ripetiamo, nell’interesse del cittadino, della comunità, del mercato dell’edilizia e del mercato immobiliare prima ancora che nell’interesse del tecnico certificatore energetico.” L'associazione intende raccogliere tutti i casi di certificazioni proposte con prezzi “anomali” e segnalarli agli Ordini professionali, agli Enti di accreditamento dei certificatori energetici e alle associazioni di consumatori. 29 APPALTI Giuseppe Condarelli SI È PRONUNCIATA L’ADUNANZA PLENARIA DEL CONSIGLIO DI STATO Obbligatorietà della seduta pubblica per l’apertura dei plichi contenenti le offerte tecniche alle imprese SENTENZA N. 13 DEL 28 LUGLIO SCORSO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza Plenaria) ha approfondito e risolto la dibattuta questione dell’obbligo dell’apertura in seduta pubblica delle buste recanti le offerte tecniche delle imprese, nelle gare in cui il contratto venga affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’argomento in esame ha data luogo a diverse oscillazioni giurisprudenziali tra le varie sezioni del Consiglio di Stato. Secondo un primo indirizzo, infatti, l’obbligo di pubblicità delle sedute delle commissioni di gare riguarda unicamente la fase di apertura dei plichi contenenti la documentazione amministrativa e l’offerta economica delle imprese partecipanti,con esclusione della fase di apertura e valutazione delle offerte tecniche. Un ulteriore indirizzo prevede che nelle gare di appalto debbano svolgersi in seduta pubblica gli adempimenti relativi alla verifica dell’integrità dei plichi contenenti l’offerta,sia che si tratti di documentazione amministrativa che di documentazione in materia di offerta tecnica. Entrambi gli orientamenti sopra esposti hanno tuttavia suscitato varie perplessità. Riguardo al primo,la necessità che la fase di valutazione delle offerte tecniche si svolga in seduta riservata non implica che anche la fase di apertura delle buste contenenti le offerte tecniche si svolga in seduta riservata.Nè si ravvisano ragioni che impediscano alle commissioni di gara di procedere all’apertura delle buste in seduta pub- GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 blica, per procedere poi in seduta riservata alla valutazione delle offerte tecniche. Circa il secondo orientamento,la mera constatazione dell’integrità delle buste soddisfa solo in modo parziale le esigenze di trasparenza e pubblicità. Essa,infatti,non consente ai concorrenti presenti di prendere conoscenza dei documenti recanti le offerte tecniche,così come avviene per i documenti amministrativi e le offerte economiche. Pertanto gli stessi concorrenti non sono garantiti dal pericolo di eventuali successive manipolazioni delle proprie offerte e di quelle altrui,dovute a sottrazioni,inserimenti o alterazioni della documentazione. Il quesito che si pone l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato è quello di stabilire se le Amministrazioni,sottraendo l’operazione dell’apertura delle buste recanti l’offerta tecnica alla seduta pubblica e disponendone lo svolgimento in quella riservata alla valutazione del merito,agiscano in violazione di una regola imposta nella disciplina legale dell’affidamento dei contratti pubblici. Tale quesito non concerne la fase di valutazione del pregio tecnico dell’offerta,essendo scontato che detta operazione si debba svolgere in seduta riservata. L’indirizzo frequentemente seguito dalle Sezioni giurisdizionali ha condotto a ritenere che dati normativi,imponendo la valutazione dell’offerta tecnica in seduta riservata ,senza dettare alcun precetto circa l’apertura del plico,sembrino accreditare il parere che tale opera- 31 APPALTI zione , diversamente da quanto ritenuto e disposto per la busta della documentazione amministrativa e quella dell’offerta economica non debba svolgersi necessariamente in seduta pubblica e sia rinviata tacitamente al momento della valutazione di merito in sede separata. Il Consiglio di Stato in sede di Adunanza Plenaria ha verificato se la conclusione suddetta “sia compatibile con un riscontro di ordine sistematico condotto alla stregua dei principi che reggono l’affidamento degli appalti pubblici,ed in particolare quello di pubblicità”. Nella sentenza in esame esso ha in pratica concluso che “Il principio di pubblicità delle gare per i contratti pubblici è radicato in canoni di diritto comunitario e interno costantemente applicati dalla giurisprudenza amministrativa”. “Il regolamento di attuazione del Codice degli appalti “……” risulta orientato a garantire la pubblicità per tutte le operazioni di gara “…..” e prevede la seduta riservata per le valutazioni di natura tecnico discrezionale. Nel senso che si debba comunque svolgere in pubblico la verifica dell’integrità di tutti i plichi contenenti l’offerta presentata, con esplicita menzione anche di quello riguardante l’offerta tecnica si è pronunciata anche la giurisprudenza successiva….”. Tanto premesso,la giurisprudenza amministrativa ha approfondito le problematiche delle operazioni preliminari da svolgere in seduta pubblica. Essa ha ritenuto che la verifica dell’integrità dei plichi non esaurisca la sua funzione con la constatazione che gli stessi non abbiano subito alterazioni o manomissioni,ma 32 è finalizzata a garantire che il materiale documentario trovi ingresso correttamente nel procedimento di gara,poiché la pubblicità delle sedute garantisce l’esigenza della parità di trattamento dei concorrenti,che debbono essere messi in condizioni di effettuare le opportune verifiche in merito alla regolarità formale degli atti presentati e di avere la garanzia che non siano intervenute successivamente indebite alterazioni. Viene così soddisfatto anche l’interesse pubblico alla trasparenza ed all’imparzialità dell’azione amministrativa,le cui conseguenze negative,in mancanza di una verifica immediata, sono difficilmente valutabili dopo la rottura dei sigilli e l’apertura dei plichi. “L’Adunanza Plenaria ritiene che la regola affermata dalla giurisprudenza appena richiamata costituisca corretta interpretazione dei principi comunitari e di diritto interno sopra ricordati in materia di trasparenza e pubblicità nelle gare per i pubblici appalti e, come tale, meriti di essere confermata e ribadita con specifico riferimento all’apertura della busta dell’offerta tecnica.Tale operazione,infatti,come per la documentazione amministrativa e per l’offerta economica,costituisce passaggio essenziale e determinante dell’esito della procedura concorsuale,e quindi richiede di essere presidiata dalle medesime garanzie a tutela degli interessi privati e pubblici coinvolti nel procedimento”. “Con riferimento specifico alla paventata ostensione di documenti al pubblico presente,”….”Va precisato che la verifica dei documenti contenuti nella busta consiste in un semplice controllo preliminare degli atti inviati,che non può eccedere la funzione ,che ad essa riconosce la giurisprudenza,di ufficializzare l’acquisizione della documentazione di cui si compone l’offerta tecnica. L’operazione non deve andare al di là del mero riscontro degli atti prodotti dall’impresa concorrente,restando esclusa ogni facoltà degli interessati presenti di prendere visone del contenuto. La garanzia di trasparenza richiesta in questa fase si considera assicurata quando la commissione,aperta la busta del singolo concorrente,abbia proceduto ad un esame della documentazione leggendo il solo titolo degli atti rinvenuti, e dandone atto nel verbale della seduta”. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 SICUREZZA CANTIERI Luigi Cortis La classificazione delle coperture CONVEGNO SAIE-BOLOGNA 8 OTTOBRE 2011 • LAVORI IN COPERTURA LAVORI IN QUOTA – VALUTAZIONE DEL RISCHIO - CLASSIFICAZIONE La valutazione dei rischi (punto di vista da cui partire) è alla base di un corretto approccio al problema della classificazione delle coperture e conseguentemente alla sicurezza dei lavori sulle stesse (il fine della classific.). Applicando questo punto di vista, la classificazione delle coperture deve essere “vista” solo come “COPERTURA SICURA” e “copertura non sicura”, dove però quest’ultima deve essere ricondotta alla prima. La classificazione investe un complesso di fattori, determinati in relazione ai pericoli. Principali pericoli (rischi interni) nei lavori in copertura, in relazione al lavoro in quota, sono: • caduta dall’alto all’esterno o all’interno dell’edificio; • caduta sulla copertura (per perdita dell’equilibrio); • sfondamento delle copertura. Si aggiungono inoltre altri pericoli (copertura isolata/non isolata) legati al: • rischio verso la copertura causato da fattori derivanti dall’esterno • rischio verso l’esterno causato da fattori derivanti dalla copertura. Dalla presentazione sono escluse considerazioni concernenti tutti gli altri rischi propri delle lavorazioni specifiche, ma che devono essere comunque presi in debita considerazione per una analisi completa. FATTORI UTILI PER LA CLASSIFICAZIONE La classificazione di una copertura, ai fini di una programmazione dei lavori in sicurezza, non è semplice e deve considerare necessariamente la sovrapposizione di diversi fattori riguardanti, ad esempio: • l’inclinazione; • la praticabilità della copertura (fragilità); • le protezioni dei bordi perimetrali; • l’interferenza da o verso le zone perimetrali; • la geometria; • l’accesso dall’interno o dall’esterno; • la dislocazione degli elementi strutturali; ecc. La classificazione per la sua completezza non può essere legata ad un solo fattore. La classificazione, derivata da una corretta e completa impostazione della valutazione dei rischi conduce alla individuazione di adeguate misure di protezione collettiva e/o di adeguati sistemi di ancoraggio contro le cadute dall’alto e/o idonei sistemi di accesso e di percorso. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 DEFINIZIONI Per classificare è necessario definire. n COPERTURA ORIZZONTALE O INCLINATA (PENDENZA) • Superficie di lavoro orizzontale: superficie in cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su di essa, non è soggetto al rischio di scivolamento e/o di rotolamento, mantenendo l’equilibrio nella posizione iniziale. • Superficie di lavoro a debole pendenza: superficie in cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su di essa, pur potendo mantenere l’equilibrio della posizione iniziale, è soggetto ad un rischio lieve di scivolamento, di rotolamento. • Superficie di lavoro a forte pendenza: superficie in cui il lavoratore pur potendo stare in piedi o camminare in ogni direzione su di essa è soggetto ad un rischio elevato di scivolamento, di rotolamento. • Superficie di lavoro a fortissima pendenza: superficie in cui il lavoratore non può stare in piedi o camminare in ogni direzione su di essa senza scivolare, rotolare. La pendenza (l’angolo rispetto all’orizzontale) può non essere il solo parametro efficace a definire il concetto di “pendenza sicura”; in tal caso occorre introdurre il concetto della possibile “altezza di caduta prevedibile”. Per questo si può fare riferimento alla norma UNI EN 13374 (Parapetti provvisori) il cui annesso A (informativo) fornisce delle “informazioni” sull’uso (classe) dei parapetti provvisori, in rapporto all’angolo di inclinazione della copertura e dell’altezza di caduta: • classe A può essere usata se l’angolo è minore di 10°; • classe B può essere usata se l’angolo è minore di: - 30° senza limitazione di altezza di caduta, o - 60° ed altezza di caduta minore di 2 metri; 33 SICUREZZA CANTIERI • classe C può essere usata se l’angolo è compreso tra: - 30° e 45° senza limitazione di altezza di caduta, o - 45° e 60° ed altezza di caduta minore di 5 metri. Si può fare anche riferimento alla norma UNI EN 795 (Dispositivi di ancoraggio) la quale intende: • per linea (di ancoraggio) orizzontale, una linea che devia dall’orizzontale per non più di 15° e • per l’uso di ancoraggi a corpo morto, una superficie orizzontale se devia dall’orizzontale per non più di 5°. Per un ulteriore definizione si può fare riferimento alla UNI 8088:1980 (Lavori inerenti le coperture dei fabbricati) la quale considera: • coperture orizzontali o suborizzontali quelle con pendenza fino al 15% (8.5°); • coperture inclinate con pendenza quelle oltre il 15% fino al 50% (26.5°); • coperture fortemente inclinate quelle con pendenza oltre il 50%. Le coperture con pendenza variabile lungo il loro sviluppo (per esempio coperture a volta o poligonali, ecc.) sono assimilabili, per tratti, ai tipi precedenti in funzione delle singole pendenze. Per semplicità di schematizzazione, distinguiamo le coperture solo come orizzontali ed inclinate, lasciando poi al datore di lavoro, in base alla situazione specifica, individuare tutti quei fattori utili a determinare le protezioni idonee. Isolata Praticabile Non isolata Con protezione dei bordi Isolata Non praticabile Non isolata PIANA Isolata Praticabile Non isolata No protezione dei bordi Isolata Non praticabile Non isolata Copertura Isolata n COPERTURA PRATICABILE E NON PRATICABILE Copertura praticabile Copertura sulla quale è possibile l’accesso ed il transito di persone, anche con attrezzature portatili, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, in quanto non sussistono rischi di caduta di persone e/o di cose dall’alto, né rischi di scivolamento in condizioni normali (UNI 8088). Copertura non praticabile Copertura sulla quale non è possibile l’accesso ed il transito di persone, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza, contro il pericolo di caduta di persone e/o di cose dall’alto e contro i rischi di scivolamento (UNI 8088). In aggiunta a quanto sopra, per quanto concerne la praticabilità, in relazione ai carichi di esercizio applicabili alle coperture (copertura portante), riferirsi al D.M. 14.01.2008 (Norme tecniche per le costruzioni) tabella 3.1. II. n COPERTURA CON PROTEZIONE DEI BORDI E SENZA PROTEZIONE DEI BORDI Copertura con protezione dei bordi Copertura che presenta un idoneo sistema di protezione perimetrale permanente dei bordi dell’edificio, sia esterno che interno (edificio a corte o a chiostro). Copertura senza protezione dei bordi Copertura che non presenta un idoneo sistema di protezione perimetrale permanente dei bordi dell’edificio sia esterno che interno. n COPERTURA ISOLATA E NON ISOLATA Copertura isolata Copertura che non è influenzata e/o che non influenza le zone perimetrali. Copertura non isolata Copertura che può essere influenzata e/o che influenza le zone perimetrali. Copertura non isolata dall’esterno Copertura in esame che può essere influenzata da zone perimetrali contigue poste in alto. Il rischio è verso la copertura in esame causato da fattori provenienti dall’esterno. Copertura non isolata verso l’esterno Copertura in esame che può influenzare le zone perimetrali contigue poste in basso. Il rischio proviene dalla copertura in esame con effetti verso l’esterno. Praticabile Il pericolo proviene dall’esterno (cavi alta tensione), o procede verso l’esterno(caduta di materiali su marciapiede/strada) Non isolata Con protezione dei bordi Isolata Non praticabile Non isolata INCLINATA Isolata Praticabile Non isolata No protezione dei bordi Isolata Non praticabile 34 Non isolata Copertura isolata: i pericoli provengono dal suo interno GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 SICUREZZA CANTIERI Copertura in esame posta in basso (rossa): i pericoli potrebbero provenire dalla copertura contigua in alto, per esempio con caduta di materiali. Copertura non isolata verso l’esterno Copertura in esame che può influenzare le zone perimetrali contigue poste in basso. ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI (FATTORI DI RISCHIO) Raggruppamento dei fattori di rischio in uno schema: In una prima fase: si elabora una schematizzazione, attraverso le informazioni provenienti da: • l’inclinazione; • la praticabilità della copertura; • le protezioni dei bordi perimetrali; • l’isolamento da o verso le zone perimetrali. In una seconda fase si prendono in considerazione: • la geometria; • l’accesso dall’interno o dall’esterno; • il percorso verso il luogo di lavoro • la dislocazione degli elementi strutturali; • ecc. Tutte queste informazioni permettono, di inquadrare (classificare) le coperture con le loro problematiche, in modo da provvedere all’approntamento di idonee misure collettive ed individuali, per svolgere le attività in sicurezza. SCHEMATIZZAZIONE E CLASSIFICAZIONE La prima fase permette di inquadrare (classificare) la copertura e di dare un “sgrossata” all’approntamento delle misure da porre in atto. SCHEMATIZZAZIONE E GEOMETRIA Seconda fase. Le coperture in relazione alla loro geometria (e quindi scelta DPC e DPI anticaduta) si individuano come: Coperture piana: • copertura piana semplice • copertura piana con shed Copertura inclinata: • copertura a falda unica • copertura a due falde; • copertura a padiglione; • copertura a volta Copertura a geometria complessa: • combinazioni delle precedenti. L’accesso (o sbarco) alla copertura deve garantire agli operatori la possibilità di vincolarsi all’ancoraggio in modo sicuro ed agevole. L’accesso alla copertura può avvenire: • dall’interno la costruzione (I); • dall’esterno la costruzione (E). Il sistema di accesso può essere a carattere: • permanente (P); • non permanente (temporaneo) (T). Il sistema di accesso può essere realizzato con Attrezzature, DPC e/o DPI: • Scale (fisse, portatili in appoggio, retrattili, verticali con sistema di arresto caduta, ecc.) (P, T, E, I); GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 Copertura in esame posta in alto (rossa): i pericoli potrebbero provenire dalla copertura contigua in alto, per esempio con caduta di materiali. Copertura con chiostro: Copertura dotata di bordi non solo esterni ma anche interni. Il pericolo riguarda la zona interna (chiostro) dell’edificio, nel caso non vi sia l’accesso ai mezzi di soccorso, per cui diventa difficile il recupero del lavoratore imbracato sospeso a seguito di caduta. • • • • Ponteggio (T, E); Torre scala (T, E); Torre mobile (trabattello previsto dal fabbricante) (T, E); Piattaforma lavoro elevabile (PLE) (previsto dal fabbricante) (T, E); • Aperture verticali, inclinate, a soffitto (E, I); • ecc. SCHEMATIZZAZIONE E IL PERCORSO Percorso in quota. Dopo una prima valutazione sulla praticabilità del percorso per raggiungere il luogo di lavoro ed il luogo di lavoro stesso, è necessario individuare il percorso in quota guardandolo dal punto di vista della possibilità da parte dell’operatore di effettuare lo spostamento in sicurezza: • verso le aree di lavoro e • tra le aree di lavoro stesse, in modo che sia garantita la continuità del sistema di ancoraggi, tale per cui non sia mai necessario svincolarsi dai dispositivi installati (trovarsi anche per poco tempo sganciati). Nella progettazione devono essere evidenziate tutte le possibili posizioni di pericolo ed elaborati dei sistemi opportuni per l’eliminazione, o quantomeno una consistente riduzione, dei fattori di rischio. Dislocazione elementi strutturali. Le caratteristiche strutturali, assieme a quelle geometriche, dell’opera/copertura, determinano l’ottimizzazione dello schema di distribuzione del sistema anticaduta. L’individuazione della sovrapposizione tra la geometria della struttura e gli spazi dove sono ubicati gli elementi strutturali idonei a sopportare i carichi del sistema di arresto caduta/trattenuta, individuano così le zone sulle quali installare gli ancoraggi. L’analisi necessariamente non finisce qui, ma sicuramente: la sicurezza dei lavori in copertura inizia con un idoneo sistema di ancoraggio e prosegue con... la volontà di perseguirla. 35 BARRIERE ARCHITETTONICHE Donato Antonucci Il Sole 24 Ore - 28.11.2011 Per gli immobili vincolati stop ai lavori motivato OPERE EDILIZIE. I TAR CHIEDONO ALLE SOPRINTENDENZE DI NON ESSERE RESTRITTIVE. LIMITI ATTENUATI PER GLI INTERVENTI CONTRO LE BARRIERE ARCHITETTONICHE Quando un privato avvia un intervento per il superamento delle barriere architettoniche in un edificio vincolato, il diniego della Soprintendenza deve sempre essere motivato. È quanto affermato dai giudici amministrativi, e in particolare da due recenti pronunce dei Tar Lazio e Campania. In Italia gli immobili di proprietà privata assoggettati a vincolo storico-artistico sono molto diffusi, e un problema che si pone frequentemente è l'eliminazione delle barriere architettoniche, qualora edifici di questo tipo siano occupati o anche solo frequentati da soggetti disabili. Il tema è affrontato con la legge 13/1989, in parte trasfusa nel Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2011), e con il Dm 236/1989. La disciplina legislativa e regolamentare riguarda sia la costruzione di nuovi edifici, sia l'esecuzione di opere su quelli esistenti, e tende a garantire idonee condizioni di accesso e di fruizione da parte dei soggetti che versano in situazione di minorazione fisica, anche in deroga alle norme civilistiche sul condominio. In particolare, l'articolo 2 del Dm qualifica come condizione di "accessibilità" dell'edificio «la possibilità anche per le persone con ridotta e impedita capacità motoria e sensoriale di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia». Il diritto del portatore di handicap a svolgere una normale vita di relazione, così come delineato dal legislatore, deve essere tendenzialmente garantito anche nei casi in cui l'immobile sia stato dichiarato di particolare 36 interesse paesaggistico o storico-artistico. In questi casi, ferma restando la necessità di ottenere la prescritta autorizzazione ai sensi degli articoli 21 e 146 del Dlgs 42/2004 prima di dar corso agli interventi, gli articoli 4 e 5 della legge 13/1989 contengono specifiche previsioni agevolative. Innanzitutto, è prevista la formazione del silenzio-assenso nel caso in cui le amministrazioni competenti alla tutela del vincolo (Regioni o soprintendenze), non si pronuncino nel termine assegnato. In secondo luogo, il diniego all'esecuzione dei lavori volti al superamento o all'eliminazione delle barriere architettoniche potrà essere opposto «solo nei casi in cui non sia Le norme • Legge 13/1989 - Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. • DM 236/1989 - Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento delle barriere architettoniche. • DPR 380/2001 - Articolo 6 e articoli 77-81 (Sezione I - Eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati) • DLGS 42/2004 - Articoli 21 e 146 (Interventi soggetti ad autorizzazione) • DM 28 marzo 2008 - Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 BARRIERE ARCHITETTONICHE Le sentenze 01 QUANDO L'OPERA È ATTIVITÀ LIBERA L'articolo 6, comma 1, lettera b) del Dpr 380/2001 considera interventi edilizi tesi al superamento delle barriere architettoniche - quindi realizzabili in regime di attività edilizia libera solo gli interventi che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni Consiglio di Stato, sezione VI, del 24 settembre 2010, n. 7129 possibile realizzare le opere senza un serio pregiudizio del bene tutelato». Infine, l'eventuale diniego dovrà essere necessariamente motivato «con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al complesso in cui l'opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato». La problematica è stata affrontata dalla giurisprudenza soprattutto con riferimento all'installazione di rampe e ascensori e due recenti pronunce del Tar Campania (sede Napoli, Sezione IV, 15 settembre 2011, n. 4402) e del Tar Lazio (sede Roma, Sezione II quater, 28 settembre 2011, n. 7597) confermano un orientamento interpretativo ormai costante del richiamato quadro normativo, secondo cui, «sebbene dal testo e dalla ratio della legge 13/1989 non possa desumersi la vigenza di un principio di superabilità e derogabilità assoluta e automatica dei vincoli posti per finalità di tutela storico-culturale o paesistico-ambientale (si veda, Tar Umbria, 17 gennaio 2000, n.17), deve essere nondimeno ribadito che nel provvedimento con il quale la Soprintendenza esprima diniego ai fini della realizzazione di un'opera preordinata al superamento delle barriere architettoniche debbano essere compiutamente esternate le reali e dimostrabili ragioni di pregiudizio che il progettato intervento è suscettibile di arrecare all'interesse di tutela del quale l'Amministrazione è portatrice». Le due pronunce evidenziano come il legislatore abbia operato un bilanciamento degli interessi in gioco, entrambi di rilievo costituzionale, che riguardano, da una parte, la tutela del patrimonio storico e artistico nazionale (articolo 9 della Costituzione) e, dall'altra, la salvaguardia dei diritti alla salute e al normale svolgimento della vita di relazione e socializzazione dei soggetti in minorate condizioni fisiche (articoli 3 e 32 della Costituzione), dando prevalenza a questi ultimi e ammettendo il diniego dell'autorizzazione nei soli casi di accertato e motivato "serio pregiudizio" del bene vincolato (si veda Tar Lazio-Roma, Sezione II, 15 febbraio 2002 n.1061 e 13 maggio 2000, n.3974). In entrambi i casi le sentenze hanno ritenuto legittimo il diniego di autorizzazione da parte della soprintendenza, che risultava debitamente motivato in ragione «della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al complesso in cui l'opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato». GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 02 SILENZIO-ASSENSO SUL VINCOLO PAESAGGISTICO Nel caso di interventi per la rimozione delle barriere architettoniche su immobili soggetti a vincolo paesaggistico, le Regioni o gli enti da esse delegati a rilasciare l'autorizzazione paesaggistica provvedono entro 90 giorni dalla domanda. Secondo la legge 13/1989, la mancata pronuncia entro questo termine equivale ad assenso. Per i giudici, questo è un caso di silenzio-assenso a tutti gli effetti, e non vale a escluderlo il fatto che la legge 241/1990 non preveda il silenzio assenso per una serie di materie, tra cui l'autorizzazione paesaggistica. Tar Campania, Napoli, sezione VII, del 16 dicembre 2009, n. 8834 03 IL CASO DEL DISABILE NON RESIDENTE La finalità della legge 13/1989 è assicurare l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici: non è indispensabile che un portatore di handicap sia titolare di diritti reali o di godimento sull'edificio oggetto dei lavori, essendo unicamente rilevante l’oggettiva attitudine dell'edificio, anche privato, a essere fruito da parte di qualsiasi soggetto. L'erogazione degli incentivi economici (articoli 8-12) richiede invece l'effettiva residenza nell'edificio. Tar Veneto, sezione II del 05 aprile 2007, n. 1122 04 OK TACITO ANCHE CON VINCOLO STORICO Fermo restando il regime autorizzatorio per l'abbattimento delle barriere architettoniche in un immobile vincolato, il diniego all'esecuzione dei lavori può essere opposto «solo nei casi in cui non sia possibile realizzare le opere senza un serio pregiudizio del bene tutelato». Il silenzio-assenso per gli interventi contro le barriere architettoniche vale anche per gli immobili oggetto di vincolo storico-artistico Tar Lazio, sezione IL del 14 maggio 2007, n. 4347 05 ILLEGITTIMO IL DINIEGO NON MOTIVATO È illegittimo il provvedimento ministeriale negativo in ordine a progetto in variante predisposto per la realizzazione di un ascensore all'interno di edificio tutelato (in vista dell'utilizzo da parte di soggetti portatori di handicap), motivato solo con l'opportunità di mantenere l'integrità di elementi architettonici che costituiscono testimonianza storica dell'antica conformazione monumentale del cortile interno e senza indicare il danno che deriverebbe all'edificio dalla collocazione dell'ascensore Tar Lazio, sezione II, del 13 maggio 2000, n. 3974 37 BARRIERE ARCHITETTONICHE LE PROCEDURE - LA MODIFICA DEL 2010 - L’attività è libera se non è esterna meccanismi per l'accesso ai piani superiori, ivi compresi i servoscala; • idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle singole unità immobiliari; • almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento; • l'installazione, nel caso di immobili con più di tre livelli fuori terra, di un ascensore per ogni scala principale raggiungibile mediante rampe prive di gradini. La stessa disposizione, con specifico riferimento agli «immobili vincolati ai sensi del Dlgs 490/1999», stabilisce che i progetti debbano essere preventivamente «approvati dalla competente autorità di tutela, a norma degli articoli 23 e 151 del medesimo decreto legislativo» (ora articoli 21 e 146 del Dlgs 42/2004). L'omessa pronuncia sull'istanza nei termini previsti dalla legge 13/1989 (90 giorni per i vincoli paeLa legge contiene una definizione molto precisa di saggistici e 120 giorni per quelli storico-artistici) «barriere architettoniche». L'articolo 2 del Dm comporta la formazione del silenzio-assenso sul 236/1989 le definisce come: progetto. Gli interventi dovranno comunque es1. gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la sere realizzati anche nel rispetto delle norme antimobilità di chiunque e in particolare di coloro sismiche, antincendio e di prevenzione degli che, per qualsiasi causa, infortuni. hanno una capacità motoria riIn tema di titoli abilitativi, l'articolo - L’ASSENSO dotta o impedita in forma per6, comma 1, lettera b), del Dpr SECONDO IL CODICE manente o temporanea; 380/2001 (nel testo modificato DEI BENI CULTURALI 2. gli ostacoli che limitano o imdalla legge n. 73/2010) ha ricompediscono a chiunque la copreso nell'ambito dell'attività ediIL PROGETTO moda e sicura utilizzazione di DEVE ESSERE APPROVATO lizia libera anche gli interventi volti parti, attrezzature o compoall'eliminazione di barriere archiPREVENTIVAMENTE nenti; tettoniche, ma alla specifica conDALL’AUTORITÀ DI TUTELA dizione che gli stessi non 3. la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono comportino la realizzazione di l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e rampe o di ascensori esterni, o di manufatti che aldelle fonti di pericolo per chiunque e in particoterino la sagoma dell'edificio. In questi casi sarà lare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i quindi necessario il rilascio di un titolo abilitativo. sordi. Inoltre, in base all'articolo 79, le opere possono esQuanto ai contenuti progettuali e alle autorizzazioni sere realizzate in deroga alle norme sulle distanze necessarie per gli interventi di superamento delle previste dai regolamenti edilizi, anche per i cortili e barriere architettoniche, l'articolo 77 del testo unico le chiostrine interni ai fabbricati o comuni o di uso dell'edilizia prescrive che i progetti – compresi quelli comune a più fabbricati. È comunque fatto salvo di ristrutturazione di interi edifici – debbano essere l'obbligo di rispetto delle distanze dettate dagli arredatti con l'osservanza delle prescrizioni tecniche ticoli 873 e 907 del Codice civile nell'ipotesi in cui stabilite con il Dm 236/1989, con questo contenuto tra le opere da realizzare e i fabbricati alieni non sia minimo: interposto alcuno spazio o alcuna area di proprietà • accorgimenti tecnici idonei alla installazione di o di uso comune. 38 GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 ESTIMO Pierdomenico Abrami Dimensione Geometra - 11/2011 Addio al valore agricolo medio La sentenza n. 181 del 17 giugno 2011 della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, dell'articolo 40, commi 2 e 3, decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità) e di una serie di dispositivi di legge celeberrimi per gli addetti ai lavori in materia di espropri, che qui per comodità si riassumono. Sono l'art. 5-bis, comma 4, del decreto-legge 11 luglio 1992, n. 333 (Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1992, n. 359, in combinato disposto con gli articoli 15, primo comma, secondo periodo, e 16, commi quinto e sesto, della legge 22 ottobre 1971, n. 865 (Programmi e coordinamento dell'edilizia residenziale pubblica; norme sulla espropriazione per pubblica utilità; modifiche e integrazioni alle leggi 17 agosto 1942, n. 1150; 18 aprile 1962, n. 167; 29 settembre 1964, n. 847 ed autorizzazione di spesa per interventi straordinari nel settore dell'edilizia residenziale, agevolata e convenzionata), come sostituiti dall'art. 14 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli). Certamente si tratta di una sentenza storica, che sancisce la necessità di applicare i medesimi criteri per la determinazione delle indennità di esproprio sia per le aree edificabili che per quelle agricole o comunque non edificabili. GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012 La Corte mette la parola fine alle lunghe discussioni intorno al più puntuale e corretto giusto indennizzo, tra i convinti che il ristoro migliore da attribuire all'espropriato fosse quello di riconoscere il valor venale del terreno e coloro che invece, in nome dell'interesse collettivo, giustificavano una penalizzazione delle aspettative dei soggetti espropriati, applicando i valori tabellari. La pronuncia, tra l'altro, si conforma a quanto esprime al riguardo, la Corte Europea per i diritti dell'uomo e cioè che I'indennizzo in caso di espropriazione, deve essere commisurato al valore di mercato del suolo. A questo punto è lecito attendersi, che gli effetti della pronuncia della Consulta si faranno sentire anche sulla determinazione delle indennità spettanti agli eventuali fittavoli e alle maggiorazioni previste negli accordi bonari o per i coltivatori diretti. Per non parlare poi dei riflessi e degli interrogativi che si apporranno nel merito dell'applicabilità generalizzata dei principi della sentenza e sulle conseguenze di questa, nei procedimenti e nelle controversie in corso. Per questo, è certamente auspicabile un sollecito intervento del legislatore volto a colmare il vuoto legislativo venutosi a creare. Di sicuro i protagonisti delle vicende espropriative si troveranno nell'incertezza e anche nell'imbarazzo, consapevoli dei rischi che le prossime scelte assunte in materia, potrebbero venire inficiate da successivi provvedimenti. 39