consiglio nazionale geometri - COLLEGIO GEOMETRI E GEOMETRI

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consiglio nazionale geometri - COLLEGIO GEOMETRI E GEOMETRI
Cartostampa Chiandetti srl - Via Vittorio Veneto - 33010 Reana del Rojale/UD - Reg. Tribunale di Udine - n. 19/2000 del 19 luglio 2000 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB UDINE - Anno dodicesimo - Periodicità mensile - € 7,00 - Direttore responsabile Luigi Chiandetti
Contiene I.P.
Informazioni Tecniche
M E N S I L E
D I
I N F O R M A Z I O N E
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI
E GEOMETRI LAUREATI
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CASSA ITALIANA GEOMETRI
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Privacy: gli studi giocano d’anticipo
contro le sanzioni
Metodi di stima semplificata del potere
fonoisolante di pareti in laterizio
Energia dal tetto in laterizio: i sistemi solari
in copertura
Certificazione energetica, campagna di Sacert
contro le offerte low cost
APPALTI
Obbligatorietà della seduta pubblica
per l’apertura dei plichi contenenti le offerte
tecniche alle imprese
SICUREZZA CANTIERE
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La classificazione delle coperture
BARRIERE ARCHITETTONICHE
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EDILIZIA TECNICA
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T E C N I C A
CERTIFICAZIONE ENERGETICA
PRIVACY
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Per gli immobili vincolati stop
ai lavori motivato
ESTIMO
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Addio al valore agricolo medio
Organo
ufficiale
Collegi
Geometri
Organo
ufficiale
deidei
Collegi
deidei
Geometri
di:di:
Rovigo,
Sassari,
Treviso,
Verbano-Cusio
Ossola Ossola
Belluno, Biella,Belluno,
Cremona,
Lucera,
Rovigo,
Sassari,
Treviso, Verbano-Cusio
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
GENNAIO 2012
RISPARMIO ENERGETICO
Savoldi: pronti alla svolta tra liberalizzazioni
e nuovo regolamento professionale
I geometri alla sfida della mediazione
Bollino blu per le prestazioni
Lo standard di qualità per la redazione
di un tipo di frazionamento
Per le Casse professionali condizioni “capestro”
Confprofessioni: fretta ingiustificata sulle Casse
Cassa: attenzione ai giovani, snellimento
delle procedure, taglio alle indennità di carica
N. 1
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
Il Geometra Bresciano - 2011/6
Pronti alla svolta
tra liberalizzazioni e nuovo
regolamento professionale
Savoldi:
Epocale è un termine abusato, ma forse mai come
stavolta definisce quanto nessun’altro i mutamenti nella
professione del geometra che, in parte avviati dalle ultime
manovre del Governo Berlusconi e dalle misure
annunciate dal premier Mario Monti, andranno a regime
dal 2012. La liberalizzazione delle professioni ed ancor di
più il nuovo regolamento professionale (l’attuale, come
ognuno sa, è del 1929!) sono infatti cambiamenti tanto
radicali da modificare il volto alla professione che
abbiamo svolto finora ed adeguarla alle mutate esigenze
del mercato e della società nel suo complesso. Inoltre,
sempre nel 2012, in maggio, si tiene a Roma il congresso
mondiale dei geometri, un appuntamento che non si
teneva nel nostro Paese da trent’anni e che porrà i
geometri italiani al centro della scena nazionale e
internazionale. Alla vigilia d’un anno che s’annuncia
straordinariamente intenso, ricco di novità e insieme
ancora nel segno generale della crisi economica e della
rarefazione del lavoro, abbiamo incontrato Fausto Savoldi,
il nostro presidente del Consiglio Nazionale, per ascoltare
direttamente dalla sua voce il senso e la portata dei
cambiamenti tanto pervasivi che ci apprestiamo a vivere.
L’incontro è avvenuto pochi giorni prima del varo della
manovra di dicembre dell’appena insediato governo Monti
(e per questo non ne contiene i particolari e l’illustrazione)
e l’abbiamo tradotto nell’intervista che segue.
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n Presidente, comincerei dalle cosiddette
liberalizzazioni, perché sono l’argomento del
giorno e tengono banco sui quotidiani, in
particolare su quelli economici. Tre manovre
alle spalle, un’altra annunciata tra pochi
giorni ed in tutte, appunto, il continuo rincorrersi del termine liberalizzazioni: a che
punto siamo?
«La mia impressione è che siamo a metà del
guado, ma pure che l’approdo è già delineato ed
i tempi appaiono, tutto sommato, molto stretti.
Non è poco visto che si tratta d’argomenti che in
un modo o in un altro sono all’ordine del giorno
da decenni. Le tre manovre che abbiamo alle
spalle, quella di luglio, quella di agosto e soprattutto quella del 13 novembre, nonché le misure
che con ogni probabilità il governo Monti prenderà
nelle prossime settimane, hanno dato una forte
accelerazione e una rapida possibilità di concreta
attuazione ad un disegno che era da tempo incagliato nelle commissioni parlamentari. Le spinte
dell’Europa hanno in sostanza fatto sì che in pochi
mesi la proposta di legge ferma da tempo nella
Commissione giustizia del Parlamento venisse
spacchettata in tre provvedimenti di iniziativa governativa che troveranno presto attuazione».
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n Poiché col termine liberalizzazione si intendono
decine di processi diversi e spesso contraddittori
tra di loro, perché non provi a darcene una illustrazione pur, inevitabilmente, succinta?
«Mancano ancora molti elementi che potrebbero cambiare e non poco l’impatto dei provvedimenti sulle categorie, ma noi del Consiglio nazionale abbiamo inteso
tutte le norme presto operative sulla liberalizzazione delle
professioni sostanzialmente con una prima grande novità: la possibilità di accesso all’albo di tutti quelli che
hanno l’abilitazione».
n Concretamente cosa significa?
«Significa che, secondo quanto stabilito dall’art. 33 della
Costituzione si iscrivono all’Albo senza ulteriori procedure i professionisti che hanno superato l’esame di stato
al termine dei due anni di praticantato o con laurea
breve. Ci sono poi questioni più specifiche che riguardano ad esempio i diplomati prima del 1980 e i nuovi diplomati della scuola superiore che dovranno proseguire
il loro iter formativo per almeno un paio d’anni dopo il diploma, e questi corsi potranno spesso valere come praticantato, ma queste sono appunto questioni specifiche
che non cambiano l’assunto: la ratio della norma in
buona sostanza mira a togliere tutti i “privilegi” di chi è
iscritto a un Albo, che tra pochi mesi sarà aperto a tutti
coloro che hanno superato l’esame di Stato, sia che
svolgano la libera professione sia che siano dipendenti
nel settore pubblico o in quello privato. Non ci sarà infatti
più il famoso articolo 7 della professione e per essere liberi professionisti basterà l’iscrizione all’albo e una partita Iva».
n E la tenuta dell’Albo, in questa nuova organizzazione sarà sempre affidata ai Collegi?
«L’Albo potrebbe essere regionale con una struttura burocratica ridotta all’osso e procedure di iscrizione, in gran
parte in autocertificazione, da assolvere preferibilmente
per via informatica ed automatica. Ovviamente il dato
provinciale non andrà perduto, nel senso che ogni professionista avrà il suo numero di iscrizione con l’aggiunta
della ‘targa’ della provincia di provenienza; diversamente
si rischierebbero confusioni tra l’iscritto ad esempio numero 1277 di Brescia e l’iscritto 1277 delle altre province.
Ma questi sono dettagli senza importanza... Il tema forte,
se vogliamo, lo spirito più autentico della legge, è quello
di trasformare l’Albo da uno strumento corporativo a uso
dei professionisti in un organismo che pensa innanzitutto
ai cittadini, ai servizi e alle garanzie che un cittadino ha il
diritto di avere quando chiede la prestazione d’un professionista. In questa nuova logica sarà invece il Collegio
ad avere una più spiccata vocazione alla tutela dei professionisti, alla loro qualificazione, alla loro promozione
nel lavoro e sul territorio. Anche questo, in ultima analisi,
ancora a beneficio del cittadino che potrà rivolgersi con
serenità a professionisti più preparati, più legati alla realtà
locale, meglio inseriti in una rete di specializzazioni così da
fornire un servizio migliore».
n Giusto. Tornando però a tenuta dell’Albo, non
c’è forse il rischio di creare una nuova sovrastruttura, costi maggiori, un inutile carrozzone ad un livello, il regionale, che nel mondo dei geometri in
verità non ha mai funzionato granché?
«No, sono convinto del contrario, che anzi questa è l’occasione per dare al livello regionale un
contenuto esclusivo. Quanto alla creazione d’un carrozzone voglio essere esplicito: non sarà così. Stiamo lavorando per
una mini struttura agile, informatizzata, il
più possibile dotata di automatismi; paradossalmente per l’Albo potrebbe quasi
bastare un sito con una minima manutenzione e una gestione totalmente on
line. Inoltre al livello regionale sarà anche
demandata la funzione disciplinare della
categoria, quella che in verità i Collegi,
salvo rare eccezioni, non hanno mai realmente esercitato. Nel nuovo sistema invece ci saranno geometri con esplicita
incompatibilità con altri incarichi nei rispettivi Collegi provinciali che saranno incaricati a livello regionale di seguire le
procedure disciplinari».
n Il Collegio di Brescia, qui c’è il presidente Platto che può confermarlo,
ha fatto notare che forse non sarebbe inutile una prima scrematura
dei procedimenti disciplinari a livello
provinciale. Per esperienza spesso
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capita che, ad esempio, le sospensioni legate al
mancato pagamento della quota spesso non vengono comminate perché basta una telefonata al
collega per invitarlo ad ovviare ad una dimenticanza. E visto che molte nuove sanzioni potrebbero ad esempio riguardare il mancato
assolvimento della formazione permanente, il livello provinciale potrebbe suggerire al collega per
tempo un corso o un’opportunità per evitare il procedimento prima che se ne occupi il regionale...
«Conosco la posizione dell’amico Platto e sono convinto
che la nuova organizzazione terrà certamente conto
anche dei suggerimenti di Brescia. Pur se occorre dire
che l’efficienza di Brescia su tutte queste partite non ha
tanti eguali nel resto d’Italia e una norma che riguarda
l’intero Stivale deve poter essere applicata senza lungaggini e inefficienze dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Una
possibile soluzione potrebbe essere la presenza nella
Commissione di disciplina regionale dotata di esplicita
“terzietà” – e nella quale ad esempio vedo necessario
l’ingresso di un magistrato e d’un rappresentante della
committenza – di un rappresentante del Collegio provinciale di provenienza del collega investito dal processo
disciplinare. Potrebbe essere davvero una indicazione
importante».
n Sono tutte novità non da poco, anche se sui
giornali ciò che sembra far maggiormente discutere in tema di liberalizzazione non sono l’iscrizione all’Albo o le procedure disciplinari, bensì
l’abolizione delle tariffe professionali...
«Per la verità già Bersani era intervenuto su questo tema
abolendo i minimi tariffari che, comunque, erano rimasti
come un preciso riferimento in caso di contenzioso tra il
professionista e il committente, soprattutto in presenza
di prestazioni standard. La Legge di stabilità approvata
a novembre invece cancella completamente la tariffa
professionale, che non sarà più neppure un riferimento
utile in caso di contenzioso. Potrà probabilmente costituire riferimento per il giudice».
n In pratica per il geometra cosa cambia?
«Il geometra d’ora in avanti dovrà avere sempre un contratto scritto (ma dal Consiglio nazionale e dal Collegio di
Brescia questa pratica è in verità suggerita da anni), il
più possibile preciso nella definizione delle prestazioni e
nel rimando puntuale agli standard di qualità della categoria per quella stessa prestazione. Per questo il Consiglio nazionale ha già stabilito e pubblicato tutti gli
standard grazie ad un lavoro certosino, fondato scientificamente, ineccepibile su ogni piano e, dunque, utile
tanto nella costruzione del contratto, nella motivazione
del compenso e nella predisposizione d’una fattura inattaccabile».
n Anche il contenzioso pertanto cambierà, non ci
sarà più una commissione parcelle provinciale incaricata di dire la sua nel contenzioso tra profes-
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sionista e committente, ma la questione si deciderà guardando allo specifico del contratto e alla
prestazione standard?
«Esattamente. Peraltro – e qui il presidente Platto potrà
confermarmi con la sua lunghissima esperienza di Commissione parcelle – già oggi il contenzioso sulle parcelle
rimanda spesso a una tariffa legata a doppio filo alla
struttura dello studio, ovvero alla dotazione di macchinari
dello studio stesso e al tempo impiegato nella prestazione standard.
Fare un rilievo con la bindella o con uno strumento topografico satellitare non è la stessa cosa, così come
cambiano tempi di lavoro e necessariamente tariffe se
un progetto deve essere aggiornato con alcune modifiche intervenendo al tecnigrafo o usando autocad. Ma
mi pare che su questi temi a Brescia, grazie al Collegio
e all’attenzione della categoria nel suo insieme, siamo
già molto avanti e il cambio non sarà così radicalmente
innovativo o traumatico».
n Sempre in tema di liberalizzazioni c’è anche la
questione dell’apertura alle società di capitali, una
proposta che, in verità, non convince molte altre
professioni decise a difendere il cosiddetto lavoro
intellettuale.
«Non è questa la mia opinione. Se guardiamo bene al
nostro lavoro di tutti i giorni vediamo che c’è indubbiamente una parte intellettuale, forse la più nobile e in
qualche caso la preminente, ma non riusciremmo a offrire la nostra prestazione se non fossimo un po’ anche
imprenditori, organizzatori di altre professionalità e competenze, facilitatori di incontri e di intese a ogni livello
del processo tecnico e produttivo. L’apertura allo studio
associato che sostituisce lo studio del singolo professionista così com’era nell’800, mi pare già nelle cose.
L’avere un socio di capitale, ovviamente con tutti i limiti
che la legge non mancherà di precisare – proprio per
garantire il tipo specifico di società che si intende
creare, ovvero un’impresa che ha i professionisti al suo
centro – non mi pare presenti rischi di sorta. Tanto più
che questa società con un fornitore di capitale non è
obbligatoria e ogni professionista la varerà almeno con
l’intento, se non proprio con la certezza di avere più lavoro, non certo d’andare a star peggio. Se il socio di
capitale ha, per esempio, sue attività è ovvio che ricorrerà al professionista che ha in società per risolvere le
necessità delle sue aziende. Per non dire della possibilità che questo socio di capitale possa essere, ad esempio per favorire qualche giovane, lo stesso Collegio
provinciale, magari attraverso una Fondazione che ha
pure interessi in campo formativo. In definitiva mi sembra che l’apertura alle società di capitale presenti più
opportunità che rischi».
n Vorrei tornare per un momento alla riforma che
mi sembra più innovativa, ovvero alle nuove modalità di iscrizione all’albo e la sua gestione. Infatti,
senza il compito istituzionale della tenuta dell’albo,
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CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
senza lo svolgimento di procedure disciplinari,
senza il contenzioso sulle parcelle val la pena di
capire cosa resta in capo ai Collegi.
«Resta tantissimo e soprattutto c’è tantissimo altro da
fare; per dirla con uno slogan il Collegio non lascia, raddoppia. Proprio il Collegio infatti, sgravato di tanti gravosi quanto poco gratificanti compiti burocratici, potrà
interamente dedicarsi alla piena promozione della categoria. E lo dovrà fare lungo tre precise direttrici: innanzitutto la formazione, quella di alta professionalità e quella
permanente; quindi i rapporti con il territorio così da
mantenere quel collegamento vitale tra professione ed
esigenze specifiche locali (dice bene il presidente Platto
quando parla di un Collegio che ha sempre il polso della
categoria e ne vive tutte le problematiche); infine la previdenza, con tutto quel lavoro di insostituibile supporto
tanto all’iscritto quanto alla Cassa nazionale in tema di
posizioni, contributi e pensioni».
n Ecco, cominciamo dalla formazione: è vero che
ci sono novità anche su questo versante nelle ultime manovre?
«Sì, la novità maggiore è che l’obbligo della formazione
permanente del professionista è esteso a tutti, anche a
chi ha 60 anni o a chi ne ha 35 di professione. In buona
sostanza, a tutela del cittadino/committente, lo Stato impegna il professionista a mantenere alta la sua qualificazione, a dimostrare, con i lavori eseguiti o con i corsi
regolarmente seguiti, che ha tutte le carte in regola per
operare. Nelle prossime settimane vedremo cosa ciò significherà per i geometri, ma, anche conoscendo le opinioni di qualcuno dei nuovi ministri, l’impressione è che
fin dalla formazione di base si tornerà a puntare molto
sugli Its post diploma, ovvero su un percorso formativo
che in un triennio dopo il diploma consenta ai ragazzi di
acquisire quelle professionalità che la semplice scuola
superiore non può più dare. E proprio l’orientamento più
favorevole agli Its e meno alle lauree brevi sembra aver
risvegliato l’interesse delle Università per una partita,
quella degli Its appunto, che pareva doversi giocare tutta
in un ambito vicino solo alla scuola superiore ed alle professioni».
n Legato strettamente alle questioni della formazione post diploma c’è sicuramente il tema del praticantato, che, converrà dirlo ancora una volta,
ormai non funziona più. Gli studi faticano a fare
formazione, i ragazzi finiscono spesso per passare
mesi senza costrutto alcuno, i Collegi non possono
fare miracoli nelle poche settimane dei corsi di
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preparazione all’esame ed il risultato è che troppi
candidati debbono rifare l’esame 2/3 volte ed
anche superato l’esame non si possono certo dire
pronti alla professione. Si riuscirà a riformare
anche il praticantato?
«La vostra analisi è chiarissima e la condivido pienamente, così come sono grato al presidente Platto che
proprio stamattina mi ha consegnato il contributo di idee
del Collegio di Brescia alla riforma (è riassunto in un articolo ad hoc ndr). Proprio con Platto e con tanti colleghi, ma pure con l’ex preside del Tartaglia prof. Negri e
con altri docenti sensibili alla formazione dei geometri di
oggi e di domani, come il prof. Cominelli, abbiamo condiviso molte idee ed un processo di fondo».
n In sostanza come sarà il nuovo praticantato?
«Una soluzione già codificata non
c’è, ma su alcune ipotesi si sta trovando il necessario consenso. Ampiamente condivisa è ad esempio
l’idea degli Its in sostituzione del praticantato, oppure la nascita di scuole
di alta specializzazione professionale
post diploma, possibili a patto che
nascano senza oneri aggiuntivi per
lo Stato, la cui frequenza varrebbe
quanto il praticantato. Il Consiglio
nazionale pensa ad esempio a tre di
queste scuole in Italia, una al Nord,
una al Centro ed una al Sud, triennali
sostenute da fondi in massima parte
privati, in particolare delle associazioni di categoria che
potrebbero trovare conveniente formare delle figure professionali adatte al rapido inserimento nel mondo del lavoro senza che le aziende debbano caricarsi a loro volta
dei costi d’un lungo periodo di formazione per i neo assunti. Comunque in termini generali, e seguendo la vostra proposta, mi pare si possa già dire che, se, com’è
ormai chiaro, lo studio professionale da solo non può più
assolvere il compito formativo che si è sempre assegnato al praticantato, è allora proprio questo il momento
di affiancare alla frequentazione dello studio professionale un percorso contestuale di lezioni e di incontri al
Collegio o nelle aziende proprio con l’intento di promuovere una formazione completa del giovane diplomato, la conquista di quella competenza che gli
consentirà di entrare nel mondo del lavoro subito dopo
l’esame di stato e l’iscrizione all’albo».
n Insomma c’è l’esigenza, c’è l’obiettivo, ci sono
gli strumenti, ma una decisione operativa non c’è
ancora?
«No, ma non potrà tardare; e in questa fase sono importanti tutti i contributi, a cominciare dal vostro. Mi convince ad esempio la vostra idea di moduli formativi inseriti
nei due anni di praticantato, con tanto di verifica della
presenza e finale, che consentano al giovane geometra
di accumulare crediti che gli diano diritto, insieme al la-
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voro nello studio, a sostenere l’esame di Stato. Di più:
che l’esame di Stato tenga conto delle tesine e dei crediti già accumulati dal ragazzo negli anni precedenti. Può
apparire come una rivoluzione, ma in verità, ad esempio
per la maturità superiore e per la laurea si usa un sistema
analogo. Per non dire di come alla formazione e al praticantato possano contribuire anche Its e università, facendo valere questi corsi come mesi di tirocinio».
n Forse non è una rivoluzione ma poco ci manca.
«Non lo so e la discussione non mi appassiona. Mi pare
ad esempio maggiore l’impatto innovativo e più critica
la situazione creata dalle norme approvate ad agosto
che hanno stabilito l’obbligatorietà del “giusto indennizzo” per il praticante. La legge infatti dice che quest’ultimo va pagato con una somma che non sia
simbolica, ma riconosca il suo contributo dato allo studio. Ebbene io
penso che con questo obbligo
molti studi ritireranno la loro disponibilità ad accogliere praticanti, oppure si limiteranno a pagarli
riducendo al massimo i loro obblighi formativi. Senza contare che
per i praticanti nel caso in cui venissero obbligatoriamente iscritti
alla Cassa questo “indennizzo” diventerebbe un reddito da denunciare e sul quale pagare il relativo
contributo previdenziale...».
n Non c’è dubbio che si aprono in questo modo
scenari inediti tutti da valutare. Ma torniamo per
un momento alla formazione permanente dei geometri che già hanno un loro studio: quali novità?
«Lo schema non cambia granché, anzi è proprio il medesimo: la nuova disponibilità dell’Università dovrebbe
consentirci di rimettere insieme le energie dei Collegi,
degli istituti superiori, degli atenei e delle organizzazioni
imprenditoriali, per far nascere non solo l’Its con corsi
biennali o triennali legatissimi anche alle esigenze di
nuovi professionisti del territorio, ma pure di promuovere
corsi, seminari, momenti di approfondimento e formazione aperti ai geometri già pienamente inseriti nel
mondo del lavoro per far acquisire loro specializzazioni
nuove o semplicemente per aggiornare il loro patrimonio
di conoscenze e di professionalità».
n Ma presidente, perdona la domanda diretta e
un po’ provocatoria: saremo in grado in tutt’Italia
di far lavorare in questo modo tutti i Collegi? Abbiamo le energie, abbiamo le volontà “politiche”
anche in periferia?
«Io credo proprio di sì, ma soprattutto le ultime norme ci
dicono che non c’è reale alternativa. Voglio ripeterlo: la
formazione permanente dei geometri e degli altri professionisti è obbligatoria per legge, se uno non la fa, non
raccoglie i crediti necessari non può lavorare. E se è vero
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CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
che non tutti i Collegi hanno la stessa capacità, esperienza e persino disponibilità economica per organizzare
tutti i corsi necessari, va detto che il Consiglio nazionale
ha già predisposto un catalogo di corsi e-learning, valutandone il peso in crediti, e diffondendo l’elenco a tutti i
Collegi. Sarà a quel punto più facile per il singolo geometra cercarsi il corso più vicino a casa, anche se non
organizzato dal suo Collegio, oppure per due o tre Collegi piccoli e vicini mettersi insieme per replicare un modulo già collaudato da altri, con i docenti che altri hanno
già apprezzato, persino con testi già disponibili perché
realizzati da altri Collegi. Anche qui insomma deve funzionare una solidarietà operativa che consenta la diffusione capillare delle occasioni formative, senza gelosie
od orgoglio di esclusiva primogenitura, ma per il bene
dell’intera categoria».
n Per la verità, non mancano neppure le opportunità di formazione delle strutture private e molti
Collegi ne approfittano semplicemente per non
caricarsi di organizzazioni in prima persona, si limitano a segnalare il tal corso, il tal seminario...
«Non ho nulla contro l’iniziativa privata in questo campo
ed anzi ho esperienza diretta di operatori privati di qualità, ma non voglio nascondere ai colleghi una realtà pur-
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troppo molto diffusa: quella di operatori improvvisati, di
gente senza scrupoli e senza cultura che si è buttata a
capofitto nella formazione ritenendola esclusivamente
un business; per non dire di iniziative che sotto la veste
anonima e professionale d’una proposta formativa si limitano invece a promuovere la vendita di un prodotto.
Ebbene, il Consiglio nazionale e io personalmente vogliamo fare piazza pulita di proposte border line, di iniziative al limite della truffa, rilanciando appunto la
proposta istituzionale, quella dei Collegi in rete e magari
organizzati in Fondazione per mettere a frutto al meglio
le professionalità dei colleghi e quelle della scuola superiore e dell’Università, l’appoggio delle categorie imprenditoriali e degli enti locali. Iniziative certamente
aperte anche ai privati specializzati in taluni settori, ma
sempre sotto il cappello organizzativo e la responsabilità di organismi a vocazione pubblica. Anche perché la
formazione entrerà pienamente nel nuovo regolamento
professionale».
n Ed eccoci a un altro argomento annoso: quello
del regolamento professionale, che vuol dire
anche regolamento delle competenze. Con architetti e ingegneri negli ultimi mesi non sono mancati gli scontri e da anni inutilmente si tenta di
regolare un campo dominato da interessi contrapposti: sei davvero convinto che questa sarà la
volta buona? E, soprattutto, non è che il nuovo regolamento sarà semplicemente penalizzante per i
geometri?
«A questo proposito sono ottimista e lo sono sia sui
tempi sia sui contenuti, anche se non mancheranno gli
inciampi e pure gli strumenti che sono stati ideati per la
riforma si prestano forse a più d’una critica. Ma andiamo
con ordine. La legge ci dà esattamente 12 mesi per approvare il nuovo Regolamento professionale (e lo ricordo
ai pochi che se lo sono dimenticato, il nostro è fermo
alla stesura del 1929) che abrogherà tutte le normative
precedenti. Ci stiamo ovviamente già lavorando e sono
convinto che tra marzo e aprile dovremmo essere in
grado di portarlo all’approvazione del Consiglio nazionale per poi eventualmente sistemarlo nel confronto con
le altre professioni che si occupano dei medesimi argomenti e infine consegnarlo al Governo per il varo del
Dpr».
n Tempi stretti, ma le professioni affini alle nostre
cosa dicono? Fuor di metafora come la mettiamo
con ingegneri ed architetti in tema di competenze?
«Qualche punto di intesa c’è già, come ad esempio il
fatto che si va sempre di più verso professionisti che nell’ambito di una generale polivalenza vantano poi una
serie ben definita di specializzazioni; inoltre siamo d’accordo sul fatto che la specializzazione d’un professionista deve essere certificata da un organismo terzo
(università o scuola di formazione superiore che sia). Per
capirci, neppure gli ingegneri o gli architetti sono una
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
struttura monolitica, anche loro dibattono quanto un ingegnere delle costruzioni abbia competenza sul versante urbanistico, quanto quello energetico possa dire la
sua sulla logistica, ancora se l’ingegnere nucleare si
possa considerare in grado di progettare una casa; per
tutti insomma vale il tema della specializzazione che consente di far valere determinate competenze certificate.
Inoltre ci sono una serie di ambiti nei quali le nostre competenze non sono neppure messe in discussione e,
spesso, sono persino esclusive. Parlo della topografia e
della cartografia per esempio, ma non sono davvero
pochi i settori nei quali ai geometri è riconosciuta la professionalità e la competenza necessaria a svolgere un
lavoro con tutti i crismi della prestazione di qualità. La
discussione o, se preferite, la competizione in definitiva
si riduce alla sola edilizia».
n In verità, consentirai presidente, non è poco...
«Certo, ma anche in questo campo qualche riferimento
c’è già. Non è ad esempio pensabile una guerra di religione sul famosissimo principio della modesta costruzione, fonte di migliaia di lunghi e spesso inutili ricorsi
alla magistratura, e non è pensabile semplicemente perché le Norme tecniche già approvate dal Parlamento
parlano con chiarezza e linearità della “costruzione semplice”, un parametro nel quale potremmo facilmente ritrovarci come geometri. Senza la furbizia di voler far
passare come “modesta costruzione” un condominio di
cinque piani, ne vedersi cassata la progettazione d’una
classica villetta solo perché in zona sismica o con le fondamenta in cemento armato».
n Se, pur nelle difficoltà, mi pare di capire che intravedi una soluzione, quali sono invece le perplessità che restano?
«Le mie maggiori perplessità riguardano lo strumento
scelto dal Governo e dal Parlamento per rendere operative queste riforme. Le categorie presenteranno infatti
i loro regolamenti prima dell’estate e il Governo è impegnato a tradurli in legge approvando un Dpr, uno strumento rapido ma che si presta all’impugnazione ad
esempio davanti al Tar. Meglio sarebbe certamente un
decreto legislativo che non è attaccabile da un ricorso al
Tar, ma che necessita purtroppo dei tempi lunghi dell’approvazione dei due rami del Parlamento».
n Rimanendo invece sul versante dei rapporti con
le altre professioni, a che punto è l’unificazione
dell’albo di geometri e periti?
«Il progetto è pienamente in campo e non è certo stato
buttato al vento il lavoro che con il precedente governo
e i parlamentari delle commissioni interessate era stato
fatto. L’idea di fondo di unire geometri, periti agrari e periti industriali, nonché – ed è questo uno degli aspetti
nuovi ormai acquisiti – i professionisti con laurea di primo
livello, triennale, ad esempio in ingegneria che per un
certo periodo sono stati accolti nelle cosiddette “classi
B” degli ordini dei laureati. Il nodo vero, ad esser sinceri,
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
resta quello previdenziale, ovvero su come armonizzare
le Casse che hanno trattamenti in molti casi assai diversi
per il fatto che in qualche caso sono preponderanti i giovani iscritti, mentre in altri è più alto il numero delle pensioni da erogare. Ma, a questo proposito, se gli interventi
in materia di previdenza del Governo Monti, e in particolare del ministro del Welfare, Elsa Fornero, saranno
quelli attesi e in parte già annunciati, il nodo sarà tagliato
in un solo colpo: regole, contributi e trattamenti saranno
uguali per tutti e pertanto non ci sarà più ragione di rimanere divisi».
n Abbiamo parlato di radicali novità per la professione, per la formazione, per il praticantato,
resta da dire delle ultime novità di casa nostra. Ad
esempio della decisione dei vertici della categoria,
in particolare del Consiglio nazionale, di ridursi del
25% le indennità (quelli della Cassa previdenziale
invece hanno deliberato una riduzione del 15%). È
indubbiamente un segnale forte in questo momento di diffusa crisi economica e di contestazione delle cosiddette caste, ma perché questa
scelta? Ve l’ha imposta qualcuno, magari la Corte
dei conti?
«No, nessuna imposizione. Semplicemente, come già
dicevi tu, in un periodo difficile per tutti e nel quale ai Collegi chiederemo comunque di darci di più, mi è parso
doveroso che a dare l’esempio fossero i dirigenti. E c’era
appunto bisogno d’un segnale forte di coerenza: per
questo abbiamo deciso di tagliare le indennità del 25%.
L’alternativa era ridurre i servizi o chiedere un aumento
maggiore della quota che dai Collegi arriva a Roma e
non era giusto né l’una né l’altra decisione. Sia chiaro: è
un sacrificio non di poco conto, ma siamo contenti d’averlo fatto perché per effetto del taglio del 25% dei compensi, che vale circa 250 mila euro, non saremo costretti
a ridurre alcun servizio alla categoria e, anzi, useremo i
pochi euro in più che chiederemo ai Collegi per ogni
iscritto, per finanziare un programma di lavoro ancor più
ambizioso. Già nel 2012, ad esempio, ospiteremo il
Congresso mondiale dei geometri».
n Se ne parlava da un po’, ma evidentemente
adesso è ufficiale: quando sarà?
«L’incontro sarà all’inizio di maggio, più precisamente
dal 6 al 12, all’Hilton di Monte Mario a Roma, significativamente a pochi metri dal punto geografico “00” d’Italia. Com’è nelle abitudini di ogni FIG Working Week
anche in quest’edizione 2012 ci saranno sessioni plenarie per i 1000 delegati con relazioni specialistiche in
ognuno dei campi di lavoro dei geometri, dieci commissioni di studio e molto altro ancora. Saranno presenti a
Roma non meno di 90 diverse rappresentanze nazionali
ed è per l’Italia un grande impegno e un grandissimo
onore organizzarlo a quasi trent’anni di distanza dall’altro congresso mondiale tenutosi nel nostro Paese. Crediamo molto a quest’appuntamento non solo per
mettere a punto le strategie planetarie della categoria e
9
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
scambiarci conoscenze ed esperienze, ma soprattutto
quale momento di promozione dei geometri, in Italia e in
Europa. Vogliamo mettere i geometri sotto i riflettori, fare
sì che le nostre ragioni abbiano ascolto, salire sul palcoscenico per dire la nostra e farci conoscere non solo
come singoli professionisti, già ampiamente apprezzati,
ma come categoria. Per questo, oltre ai momenti interni
del congresso, ci saranno occasioni pubbliche come
l’incontro nel palazzo della Fao o il concerto al Parco
della musica».
n E i giovani avranno uno spazio?
«I giovani saranno con noi durante il congresso, ma soprattutto avranno un loro incontro preliminare il 4 e 5
maggio, sempre a Roma, proprio per
discutere i loro specifici problemi nelle
varie parti del mondo. Voglio qui peraltro ricordare il nostro impegno non episodico e convinto “per” e “con” i
giovani. L’estate scorsa ad esempio
abbiamo organizzato proprio noi italiani
in Grecia un corso internazionale di formazione su temi di topografia e cartografia, interessando 50 giovani di 22
nazioni diverse (6/7 erano italiani). Un’iniziativa che ci è costata 130 mila euro
e che ai ragazzi è in pratica costata
solo il viaggio, ma che ha avuto un grande riscontro. E noi
vogliamo che sia un esempio per altre iniziative analoghe,
finanziate stavolta un po’ da tutti i Paesi coinvolti. A noi insomma il compito di aprire nuove strade sulle quali siamo
convinti anche altri Paesi presto ci seguiranno».
n Parlando delle iniziative del Consiglio nazionale
in questi ultimi anni spesso in redazione ci siamo
interrogati sul ruolo delle Associazioni, sulla loro
attività, sulla loro efficacia. Dal tuo privilegiato
punto d’osservazione, cosa ne pensi?
«Le Associazioni sono lo strumento operativo che il Consiglio nazionale ha individuato, promosso e sponsorizzato per l’intervento in specifiche materie. In ogni
associazione c’è sempre un membro del Consiglio nazionale per garantire l’unitarietà dell’impostazione generale, ma ovviamente ognuna ha una propria ampia
autonomia per lo studio degli argomenti specifici, l’elaborazione e gestione di iniziative proprie».
n Ma non valeva la pena che il Consiglio le finanziasse?
«In verità le abbiamo finanziate e le continuiamo a finanziare ogni giorno: per le associazioni abbiamo stanziato
con la Cassa di Previdenza un milione e 500 mila euro
nell’ultimo bilancio e finiscono nei nostri conti ogni anno
anche costi di segreteria, personale, telefono per non
meno di 750 mila euro. Per il resto mi sembra più corretto che, come abbiamo deciso, ogni Associazione si finanzi anche con l’adesione dei geometri interessati ad
uno specifico argomento. E le adesioni saranno eviden-
10
temente proporzionali al livello di interesse, ai servizi, agli
studi davvero importanti che ogni singola associazione
riesce a fare. E, come in tutte le organizzazioni, anche
qui ci sono associazioni che funzionano ed altre che funzionano meno, ma la formula non mi pare meriti ripensamenti».
n Il nostro presidente Platto è convinto che i Collegi stessi dovrebbero aderire alle associazioni
(non a caso il Collegio di Brescia è iscritto a tutte
le associazioni), magari pagando una quota più
alta dei singoli, ma garantendosi in questo modo,
servizi e materiali da poi girare a tutti i geometri
che ne fanno richiesta. è possibile?
«Va detto che ogni Collegio ha la libertà di
scegliere come comportarsi e il Consiglio nazionale non può certo imporre adesioni a
chicchessia. Mi pare invece che la proposta
di Platto vada sottoposta a ogni singola associazione verificandone la risposta. Certo si
potrebbe garantire al Collegio che si iscrive
pagando una quota maggiorata, la diffusione
erga omnes di alcuni servizi, difficilmente di
tutti i servizi. Ma, ripeto, ogni associazione è
libera di organizzarsi come meglio crede».
n Un’ultima domanda riguarda invece
la cosiddetta mediazione giudiziaria, nella quale
molti colleghi hanno forse erroneamente visto un
piccolo eldorado verificando poi che i compensi,
già bassi, decurtati di costi fissi e quote di pertinenza della camera di mediazione si riducono davvero a poca cosa. Resta comunque aperto il tema
di una Camera regionale o nazionale, nonché delle
proposte di altre professioni, avvocati e commercialisti in particolare, di costituire un’unica Camera
bresciana. Qual è l’indirizzo nazionale?
«A mio avviso non ci sono problemi particolari. Mi
spiego. Il Consiglio nazionale ha istituito attraverso l’Associazione Geocam una Camera dei geometri proprio a
livello nazionale alla quale ogni geometra può iscriversi,
ma non vedo difficoltà particolari a confluire a livello locale anche in altre Camere, visto che non vi è vincolo di
esclusiva alcuno».
n Volevo chiudere questa intervista augurandoti
buon Natale e buon anno, ma visto quello che hai
detto penso che mi convenga augurarti più semplicemente buon lavoro.
«Ringrazio perché ne ho davvero bisogno. I mesi che ci
aspettano sono insieme impegnativi ed esaltanti: cambiare il regolamento professionale significa cambiare il
volto della professione, unire gli albi di geometri e periti
fa nascere una delle categorie più numerose e diffuse
nel paese, con un peso politico assai maggiore della
somma delle singole categorie. Sono sfide senza precedenti e che dovremo giocare nel 2012 al più tardi
entro il 2013; e siamo determinati a vincerle».
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
I geometri alla sfida
della mediazione
PRIMO CONGRESSO NAZIONALE PER GEOCAM
Si è svolto lo scorso 28 ottobre il primo congresso nazionale di GeoCam, l'associazione dei geometri mediatori. L'Associazione nazionale geometri consulenti
tecnici arbitri e mediatori, costituita a gennaio del 2011,
con lo scopo di sviluppare la cultura della mediazione e
della conciliazione. Formata con il patrocinio della Fondazione geometri italiani, ha sede a Roma ma potrà rendersi più capillare sul territorio grazie all'istituzione di
sedi territoriali in collegamento con i collegi dei geometri e geometri laureati.
L'Associazione nasce accogliendo le istanze del dm
180, che sancisce che dal 20 marzo 2011 prima di arrivare in tribunale bisognerà necessariamente tentare
una mediazione di tipo «obbligatorio» come condizione
di procedibilità nel processo. Siamo di fronte a un importante strumento di risoluzione delle controversie: una
terza persona imparziale, il mediatore, si trova ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo
amichevole per la composizione di un contrasto, sia
nella formulazione di una
proposta per la risoluzione
della stessa. I vantaggi della
mediazione sono evidenti,
si va infatti verso una semplificazione dell'amministrazione della giustizia in Italia,
attualmente caratterizzata
dai costi elevati e dalla durata indeterminata ed eccessiva.
Il mediatore è dunque il professionista che possiede i
requisiti di qualificazione
professionale per potere
esercitare la professione.
Deve frequentare un corso
di formazione, articolato in
lezioni teoriche e pratiche,
aver superato una prova finale e deve inoltre frequentare, almeno ogni due anni,
un corso di aggiornamento
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
per potere mantenere i requisiti indispensabili all'esercizio della funzione di mediatore. La mediazione è resa
obbligatoria nei casi di molteplici controversie, tra le
quali spiccano alcune inerenti alle attività dei geometri:
ovvero per tutti i contrasti nati in materia di condominio,
sul diritto di proprietà in merito ai confini o nei rapporti
tra impresa e committenza nella realizzazione di opere.
E proprio per sensibilizzare i professionisti su questi temi
e aiutarli nella formazione in questo campo, è nata Geo
C.a.m.. L'Associazione infatti promuoverà lo studio, la
ricerca, l'organizzazione e la divulgazione dei metodi per
la risoluzione dei conflitti e delle controversie; aiuterà il
professionista nell'aggiornamento e nell'approfondimento della cultura nelle procedure arbitrali e incoraggerà la formazione e l'aggiornamento in materia di
conciliazione e di consulenza tecnica giudiziaria ed extragiudiziaria.
Non solo. Infatti l'Associazione nazionale geometri consulenti tecnici arbitri e mediatori si propone di favorire
la valorizzazione e la tutela
della figura del conciliatore
e del mediatore sociale e la
promozione e assistenza
per l'apertura di sportelli
provinciali di conciliazione.
Saranno organizzati convegni, dibattiti, iniziative culturali e pubblicazioni editoriali
(rivista, atti di convegni, di
seminari ecc.). È prevista l'istituzione di corsi di preparazione e la costituzione di
comitati di studio e ricerca.
Il presidente dell'Associazione, Filippo Vircillo, si dichiara soddisfatto e pronto
«è una sfida nuova, non
solo a livello personale, ma
per tutta la categoria. Sono
sicuro che questo settore
aprirà nuovi e interessanti
canali professionali».
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CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
Bollino blu per le prestazioni
VIA ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA
SUGLI STANDARD DI QUALITÀ
La qualità è online, spazio alle osservazioni fino a febbraio del prossimo anno. Gli standard di qualità già elaborati sono disponibili sul sito del Consiglio nazionale
geometri e geometri laureati per la prima fase di pubblica consultazione. Tutti i professionisti possono apportare il loro contributo con commenti, suggerimenti,
correzioni e riflessioni, per arrivare a una proposta di definizione della norma,
condivisa da tutta la categoria. E
non solo, ben accetta e auspicata
la partecipazione anche dall'esterno, a iniziare proprio dagli
esperti di settore, rappresentanti del
mondo del lavoro sia pubblico che
privato.
La pubblica consultazione degli standard di qualità è senza dubbio un traguardo importante, che rappresentata
la fase intermedia di un processo di definizione a cui la categoria tende da
tempo. Infatti la volontà di regole chiare
e trasparenti in merito alla prestazione
professionale, ha traghettato la categoria
verso un vero e proprio processo di disciplinamento interno, basato su due presupposti principali: la garanzia per la committenza e
formazione continua del professionista. Infatti già nel
2005 a Palermo, in occasione del 43° Congresso nazionale di categoria, i partecipanti al congresso votarono ed approvarono la mozione per la predisposizione
di uno standard di qualità delle attività professionali.
La ricerca di un percorso normativo per la delineazione
dei principi di qualità delle prestazioni professionali, ha
trovato un riscontro con l'accordo del 2009, tra il Consiglio nazionale geometri e geometri laureati e Uni (Ente
nazionale italiano di Unificazione) per la definizione del
progetto «Standard di qualità ai fini della qualificazione
professionale della categoria dei geometri». Un piano di
lavoro strutturato, oggetto di puntuali verifiche, per la gestione dei processi di definizione delle specifiche tecniche per la qualificazione delle prestazioni professionali.
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Un documento costituito da due parti: la prima di inquadramento generale e la seconda contenente le specifiche relative alle singole prestazioni professionali
afferenti i tre grandi settori che definiscono le aree di
competenza del professionista: edilizia, urbanistica e
ambiente; estimo e attività peritale, e infine topografia
cartografia e catasto. Le varie discipline, che mirano a
raggiungere uno standard qualitativo per ogni prestazione, sono descritte nelle specifiche tecniche elaborate da un gruppo di esperti nominati dal
CNGeGL.
Si tratta di fatto di disciplinari interni, per
i quali Uni ha fornito il supporto metodologico necessario in merito alla stesura dei contenuti, secondo le regole
editoriali proprie delle norme tecniche.
E le specifiche tecniche già elaborate,
sono ora in fase di pubblica consultazione. Per esempio per quanto riguarda l'area «Estimo e attività
peritale» sono pubblicati i documenti
relativi alla valutazione immobiliare,
alla consulenza tecnica giudiziale e
stragiudiziale, alla redazione di una
perizia contrattuale e alla redazione della dichiarazione di successione; per quanto riguarda invece l'area
«Edilizia, urbanistica e ambiente» sono online i documenti sulla progettazione, direzione lavori, sulla contabilità e sul collaudo, sulla redazione dei piani di
recupero, sulla certificazione energetica e su quella acustica. Infine, per quanto riguarda l'area «Topografia, cartografia e catasto» già pronti i documenti relativi alla
redazione tipo mappale, particellare, alla denuncia al catasto fabbricati, e alla redazione della voltura catastale.
È partita quindi la fase online della pubblica consultazione. Di volta in volta quindi, le singole specifiche tecniche elaborate, verranno pubblicate sul sito e per i
successivi cinque mesi rispetto alla data di pubblicazione, tutti gli interessati, tecnici e non, potranno inviare
telematicamente le osservazioni. Appuntamento dunque sul sito del Consiglio nazionale geometri e geometri laureati (www.cng.it), per una definizione degli
standard di qualità che rende partecipi tutti.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
Il Geometra Bresciano - 2011/6
Lo standard di qualità
per la redazione di un tipo di frazionamento
Il tema dell’adozione di standard di qualità nelle
attività professionali è di grande attualità soprattutto
ora che ci stiamo avvicinando alla loro liberalizzazione,
in quanto, come sappiamo, sono state abolite le tariffe
minime professionali. Solo attraverso la precisazione
negli incarichi di lavoro delle effettive fasi di lavoro
(ossia gli standard) potranno essere definiti gli
effettivi emolumenti. Cogliamo quindi l’occasione per
dare un esempio di standard qualitativo relativo alla
redazione di un tipo di frazionamento...
Il presente documento è stato elaborato dal gruppo di
lavoro “Standard di qualità ai fini della qualificazione
professionale della categoria dei geometri” nell’ambito
del contratto siglato tra UNI-CNG eGL inerente lo
sviluppo e l’evoluzione dell’omologo progetto.
Il presente documento si inserisce nel processo di qualificazione professionale della categoria dei geometri, attraverso la specificazione dei requisiti di conoscenza,
competenza ed esperienza delle prestazioni afferenti la
figura del geometra e la descrizione dei metodi di valutazione della conformità. Inoltre, questo documento si
propone di individuare metodi e procedure per la redazione, la verifica, l’approvazione, l’accettazione e la gestione dei documenti relativi alla
redazione del tipo o piano di frazionamento nei quali è richiesta un’elevata
conoscenza delle normative catastali
al riguardo.
Il rilievo e la predisposizione degli elaborati grafici necessari possono essere eseguiti con metodologie e
strumentazioni differenti a seconda
dello scopo per il quale vengono effettuati e, in ogni caso, nel pieno rispetto di quanto prescritto da
disposizioni legislative, normative, circolari e istruzioni relative all’argomento.
La rispondenza ai requisiti di qualità
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
della prestazione – inerenti il processo, la competenza
e i metodi di valutazione – descritti nel presente documento supporta il professionista nello svolgimento della
prestazione professionale in modo da soddisfare le esigenze della committenza, considerando anche eventuali interessi di terzi.
1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente documento specifica i requisiti di conoscenza, competenza ed
esperienza del geometra, e ne descrive i metodi di valutazione della
conformità, con specifico riferimento
a definire la sequenza delle operazioni
e i controlli da eseguire nelle attività di
redazione di un tipo o piano di frazionamento finalizzati all’esecuzione e
relativa approvazione da parte dell’Agenzia del Territorio di frazionamenti,
fusioni e tipi particellari.
Si applica al geometra iscritto all’albo,
indipendentemente dalla natura dell’impiego.
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CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
3. TERMINI, DEFINIZIONI, SIMBOLI
E ABBREVIAZIONI
3.1 Termini e definizioni
Ai fini del presente documento valgono i termini e le definizioni seguenti.
3.1.1 Caposaldo: punto materializzato e inamovibile di
quota nota.
3.1.2 Eidotipo: schizzo fatto a mano in cui sono riportati tutti gli elementi del terreno che devono essere messi in evidenza ai fini del rilievo.
3.1.3 Estratto di mappa digitale: rilasciato dall’Agenzia
del Territorio, è composto da uno stralcio del foglio e da un file ASCII con elementi geometrici e
censuari delle particelle richieste.
3.1.4 Foglio o mappa catastale: rappresentazione cartografica catastale di una porzione limitata di territorio di un Comune.
3.1.5 Frazionamento: attività tecnica finalizzata a
creare nuove particelle (frazionare) come porzione di altre già riportate in catasto, consistente
nel rilievo, sia planimetrico che altimetrico, effettuato con strumentazione adeguata, con conseguente calcolo e restituzione degli elaborati
tecnici e grafici previsti dalle normative catastali
e finalizzati all’approvazione del tipo stesso
presso l’Agenzia del Territorio competente per
la zona.
3.1.6 Global Navigation Satellite Systems: strumento
di misura che utilizza le costellazioni di satelliti
per il posizionamento globale.
3.1.7 Libretto di campagna: supporto su cui sono riportati le misure effettuate nella fase di rilievo e
gli eidotipi.
3.1.8 Libretto delle misure: elaborato su cui appuntare
le misure effettuate nella fase di rilievo.
3.1.9 Livellazione tecnica: misurazione dei dislivelli con
“livello” e stadia.
3.1.10 Monografia: scheda con fotografia di un PF riportante fotografie, schizzi, stralcio di mappa,
misure, descrizioni, ecc.
3.1.11 Punto Ausiliario: punto di ausilio necessario
quando non è possibile ricostruire sul posto un
triangolo fiduciale.
3.1.12 Punto Fiduciale: punto materializzato e inamovibile che viene conservato in catasto con eventuale monografia e di cui si conoscono:
coordinate, riferimento altimetrico, descrizione
planimetrica e altimetrica del punto di riferimento, attendibilità planimetrica e altimetrica.
3.1.13 Punto Direzione: punto utile per l’inquadramento
dell’oggetto del rilievo.
3.1.14 Punto Vertice: punto utile per l’inquadramento
dell’oggetto del rilievo.
3.1.15 Visura catastale: documento rilasciato dal catasto contenente tutti i dati censuari relativi a una
singola particella o a un’intera ditta.
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3.2 Simboli e abbreviazioni
Ai fini del presente documento valgono i simboli e le abbreviazioni seguenti.
AdT
Agenzia del Territorio
EDM
Estratto di mappa digitale
GNSS Global Navigation Satellite Systems (Sistema
satellitare globale di navigazione)
PA
Punto Ausiliario
PD
Punto Direzione
PF
Punto Fiduciale
PV
Punto Vertice
TF
Tipo di frazionamento
2. RIFERIMENTI NORMATIVI E LEGISLATIVI
Il presente documento rimanda, mediante riferimenti e
datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. I riferimenti normativi principali sono citati nei punti
appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per
quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono
unicamente se introdotte nel presente documento
come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l’ultima edizione della pubblicazione alla
quale si fa riferimento.
• Circolare 2/1988 “Nuove procedure per il trattamento
automatizzato degli aggiornamenti cartografici”;
• Dpr 380/2001 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”;
• Comunicato “Approvazione del regolamento sulla formazione professionale continua dei geometri”;
• Gazzetta Ufficiale n. 35 del 12 febbraio 2010.
4. PRINCIPIO
La prestazione “Redazione tipo o piano di frazionamento” richiede la compresenza del compito (cosa un
geometra deve saper fare, quali attività e quali processi
deve eseguire per essere considerato idoneo alla specifica prestazione), dei requisiti di competenza (cosa deve
sapere, quali caratteristiche deve avere il geometra per
essere idoneo alla specifica prestazione) e della valutazione (come un geometra è valutato per essere idoneo
al compito), così come sviluppato nei punti 5, 6 e 7.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI
5. DESCRIZIONE DEL LAVORO, SERVIZIO
O PROCESSO
5.1 Generalità
Il processo di pianificazione e realizzazione di un tipo o
piano di frazionamento prevede i compiti di seguito elencati:
• acquisizione documentale preliminare;
• acquisizione informazioni e raccolta documentale presso
gli uffici pubblici;
• ricognizione dei luoghi;
• pianificazione e organizzazione del rilievo;
• esecuzione del rilievo;
• elaborazione dati e relative verifiche;
• elaborazione procedura Pregeo;
• deposito del tipo al Comune;
• presentazione e ritiro tipo di frazionamento approvato da
Agenzia del Territorio.
Tali compiti sono stati elaborati e sviluppati nei punti 5.2 e
5.3 secondo le diverse fasi della presentazione al fine di
agevolarne lo svolgimento pratico.
5.2 Processo
5.2.1 Generalità
Il processo relativo alla presentazione di “Redazione tipo o
Piano di frazionamento” è costituito da una sequenza di
fasi, quali verifica, acquisizione documentale e ricognizione,
rilievo e redazione elaborati. Ciascuna fase è autonoma ed
è articolata in uno o più dei compiti elencati al punto 5.2.2
e sviluppati al punto 5.2.3.
5.2.2 Descrizione del flusso del processo
I processi di gestione operativa devono essere adattati in
relazione alle specifiche situazioni, elementi e riferimenti. In
generale sono definibili tre fasi:
• fase 1: verifiche preliminari;
• fase 2: rilievo;
• fase 3: redazione del T.F.
5.2.3. FASI DEL PROCESSO
5.2.3.1 Fase 1 - Verifiche preliminari
Questa fase comprende i seguenti compiti:
a) Acquisizione documentale preliminare
In base alla programmazione dell’attività e alle richieste della
committenza, il geometra acquisisce:
• l’esatta descrizione di quanto il committente richiede per
le finalità della prestazione professionale;
• l’eventuale documento da cui scaturisce l’esigenza di
procedere al frazionamento;
• il mandato di incarico, conferito dai titolari di diritti che
non sottoscrivono gli elaborati;
• l’autorizzazione all’accesso ai luoghi di intervento.
b) Acquisizione informazioni e raccolta documentale presso
gli uffici pubblici
L’acquisizione dei dati deve prevedere:
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CONSIGLIO NAZIONALE GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI
• gli eventuali aggiornamenti cartografici e titoli di proprietà;
• i fogli di mappa e/o la cartografia eventualmente necessari per l’organizzazione del rilievo e per la ricerca
dei P.F. necessari;
• le visure catastali censuarie e cartografiche e la richiesta dell’EDM presso Agenzia del Territorio o con
procedure telematiche;
• la verifica della correttezza dell’EDM e dell’esatto allineamento delle banche dati. Nel caso in cui si riscontrassero disallineamenti nelle banche dati
catastali si dovrà segnalare all’A.d.T. i disallineamenti
rilevati e richiedere l’EDM corretto;
• le monografie dei PF esistenti in zona.
c) Ricognizione dei luoghi
Il geometra esegue il sopralluogo per conoscere l’orografia del territorio inerente il rilievo al fine di pianificare
l’attività da svolgere nelle fasi successive. In particolare:
• individua l’oggetto del rilievo;
• verifica l’accessibilità dei luoghi;
• individua e istituisce i PF d’appoggio e gli eventuali
PA necessari;
• imposta uno schema sommario del rilievo nel rispetto
delle prescrizioni dettate dalla legislazione vigente;
• organizza la logistica e l’approvvigionamento dei materiali in zona;
• definisce la squadra per le operazioni di campagna;
• individua e approvvigiona la strumentazione e gli accessori necessari per l’esecuzione del rilievo.
5.2.3.2 Fase 2 - Rilievo
Questa fase comprende i seguenti compiti:
a) Pianificazione e organizzazione del rilievo
Questa attività consiste nella:
• predisposizione dello schema definitivo del rilievo;
• acquisizione, se del caso, delle coordinate e delle monografie dei caposaldi;
• scelta della metodologia del rilievo più idonea tra
quelle consentite dalla legislazione vigente (allineamenti, celerimensura, poligonometrica, GNSS);
• posizionamento delle stazioni da cui saranno effettuate le misurazioni necessarie per l’intero rilievo all’interno del triangolo fiduciale o entro le tolleranze
ammesse dalla legislazione vigente.
b) Esecuzione del rilievo
Questa attività consiste:
• esecuzione di una verifica preliminare dello strumento
e dell’attrezzatura;
• individuazione dei punti di dettaglio da rilevare;
• rilievo dei punti e dei riferimenti necessari secondo
norma e con l’osservanza delle tolleranze previste
dalla legislazione vigente;
• integrazione delle misure con allineamenti e/o squadri eseguiti attraverso l’ausilio di paline e nastro metrico qualora tutti i punti di dettaglio non possano
essere rilevati strumentalmente;
• esecuzione dei controlli relativi alle misurazioni lineari
e angolari tra le stazioni in avanti e indietro e, se lo
16
strumento utilizzato lo consente, sulla quota di punti
battuti più volte;
• redazione degli eidotipi, secondo le esigenze che
emergono nel rilievo.
5.2.3.3 Fase 3 - Redazione del tipo di frazionamento
Questa fase comprende i seguenti compiti:
a) Elaborazione dati e relative verifiche
Questa attività consiste:
• nel trasferimento dallo strumento, con l’ausilio di software dedicati, delle misure eseguite durante il rilievo
e/o nel controllo delle misure annotate sul libretto di
campagna;
• nell’elaborazione dei dati;
• nella restituzione grafica delle geometrie rilevate e
conseguente analisi della coerenza delle stesse con le
geometrie della mappa e degli eventuali precedenti
atti d’aggiornamento presi in esame;
• nella prima,verifica per il controllo degli scarti quadratici medi sui punti iperdeterminati, delle misurate
sui PF e delle misure sovrabbondanti eseguite per
controllare l’esattezza del rilievo;
• nella esatta individuazione dell’oggetto del rilievo e nel
suo migliore adattamento e collocamento nella
mappa con l’individuazione dei PV e PD più idonei al
suo inquadramento;
• nella compilazione del libretto delle misure;
• nel calcolo delle superfici delle particelle derivanti dall’aggiornamento cartografico con verifica delle tolleranze e della coerenza con l’incarico ricevuto;
• nella stesura della proposta d’aggiornamento e relativi modelli censuari;
• nella compilazione della relazione tecnica;
• nella stampa definitiva degli elaborati;
• nella redazione delle eventuali monografie mancanti
o di nuovi PF e la successiva presentazione all’Agenzia del Territorio.
b) Elaborazione procedura Pregeo
Questa attività consiste:
• nell’inserimento e nella verifica dei dati;
• nella stampa degli elaborati.
c) Deposito del tipo al Comune
Questa attività consiste:
• nella predisposizione dell’istanza da presentare in Comune;
• nel deposito in Comune di una copia del frazionamento;
• nel ritiro dell’attestazione dell’avvenuto deposito.
d) Presentazione ritiro tipo di frazionamento approvato
da AdT
Questa attività consiste:
• nella consegna o nell’inoltro per trasmissione telematica del tipo all’ufficio di AdT della provincia in cui è
stato redatto l’aggiornamento cartografico;
• nel ritiro cartaceo o telematico della ricevuta d’approvazione;
• nell’archiviazione del TF anche in funzione delle responsabilità conseguenti all’invio telematico.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CASSA ITALIANA GEOMETRI
Il Sole 24 Ore - 6.12.2011
Per le
Casse professionali
condizioni
“capestro”
Preoccupate o rassegnate, con i bilanci tecnici da
ricalcolare a 50 anni, sono le Casse di previdenza
privatizzate con il decreto legislativo 509/1994, che
nella maggioranza dei casi applicano il sistema retributivo, a fare i conti con le nuove norme previdenziali del decreto "salva-Italia".
La nuova norma impone alle Casse «l'equilibrio tra
entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco
temporale di 50 anni» (che però non è chiaro
siano da calcolare dal 2009, anno dell'ultimo
bilancio tecnico o dal 2012). Chi entro il 31
marzo 2012 non si sarà riformato per rispettare il nuovo parametro passerà al calcolo
contributivo con pro-rata; e a chi è già in
pensione sarà richiesto un contributo di solidarietà dell'1% per gli anni 2012 e 2013.
Inarcassa – l'ente di architetti e ingegneri – raggiunge il saldo previdenziale negativo nel 2033 (mancano 26 anni). «Purtroppo nel decreto non si tiene
conto del patrimonio - afferma il presidente, Paola Muratorio - che ammonta a 6 miliardi e che quest'anno ci
darà 600 milioni di rendimenti. Una riforma di tale portata richiede tempo che non abbiamo. Ovviamente conculde la Muratori – faremo ciò che deve essere
fatto, ma per i giovani sarà un duro colpo».
È preoccupato anche Fausto Amadasi, presidente
della Cassa geometri: il calo di lavoro, registrato
soprattutto dai profili tecnici, si unisce alle ultime
manovre. «Le società tra professionisti – spiega
Amadasi – sottrarranno contributi agli enti ed è
aumentata la tassazione sulle rendite passata dal
12,5 al 20 per cento».
Difficoltà della crisi colpiscono duramente anche gli avvocati, soprattutto giovani: «Non nascondo – spiega il
presidente della Cassa forense, Alberto Bagnoli – che
per noi sarebbe una stangata, perché implicherebbe un
obbligato aumento della contribuzione che in un momento come questo rischia di deprimere ulteriormente
i redditi. È un salto troppo lungo senza gradualità. Ma
faremo i nostri conti e, nel caso, ci adegueremo».
Enpam (medici) e consulenti del lavoro hanno allo studio riforme che – dicono – permetteranno loro di ri-
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
spettare i nuovi parametri. Per i primi, un aumento
dell'età pensionabile e del contributo soggettivo. Per
i secondi, si prevede il passaggio al calcolo contributivo, strada già percorsa nel 2004 da dottori commercialisti e ragionieri. Eppure «Nonostante il varo
del contributivo 7 anni fa e di un contributo di solidarietà pagato su base modulare dai pensionati sino
al 5% (sino al 7% per chi si è ritirato entro il 2004) –
spiega Walter Anedda, presidente della Cassa
dottori commercialisti – avremo nel 2033 un
saldo temporaneamente negativo. Ma bisogna valutare il patrimonio e i rendimenti.
Se no si falsa il reale stato di salute degli
enti». Sulla stessa linea Andrea Camporese, presidente dell'Inpgi e dell'Adepp:
«Se l'esigenza è avere sempre un saldo
tendenziale positivo, senza frenate, dovremmo accumulare riserve immensamente superiori ai 5 anni tuttora previsti per legge. È la
sostanziale salute a 50 anni che va appurata, compreso patrimonio, redditi e rendimenti. Se no, non bastano le sanzioni previste dal Governo a superare le
gobbe previdenziali».
Si discosta Paolo Saltarelli, presidente della Cassa ragionieri: «Il contributivo ha un grande vantaggio: si
regge da solo. Ma non può eliminare le sperequazioni
che il passato ha generato e riassorbire il debito. Il problema che le Casse si devono porre, però, è quello dell'andamento della demografia e delle stime di richiesta
di servizi professionali in un Paese che non cresce e ha
un numero di professionisti spesso multiplo rispetto a
Francia e Germania».
«Sembra più un pretesto – afferma Gianni Mancuso,
presidente della Cassa veterinari – per cogliere in fallo
gli Enti e ottenere l'ottima scusa per sottoporli al contributivo ignorandone l'autonomia».
Infine, l'unica Cassa in grado oggi di soddisfare il saldo
previdenziale positivo a 50 anni è la Cassa dei farmacisti, grazie a un contributo fisso base di 4.195 euro
l'anno e una pensione media intorno ai 9mila euro. «Ma
la liberalizzazione delle farmacie – spiegano – avrà sicuramente un impatto sui conti, ora impossibile da
quantificare».
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CASSA ITALIANA GEOMETRI
Confprofessioni: fretta ingiustificata
sulle Casse
"Siamo seriamente allarmati
per la minaccia di un intervento sulle casse di previdenza dei professionisti,
che impone l'adeguamento
dei saldi previdenziali a 50
anni in soli sei mesi di
tempo. Il sistema pensionistico dei professionisti è
molto articolato e varia da
professione a professione.
Siamo i primi a sostenerne
una armonizzazione, anche
per favorire le nuove generazioni, ma tutta questa
fretta è ingiustificata". Con
queste parole il presidente
di Confprofessioni, Gaetano
Stella, invita il governo a riconsiderare la norma contenuta nella manovra che
impone alle Casse previdenziali di mettersi in regola
entro il 30 giugno 2012.
L’ADEGUAMENTO DEI SALDI PREVIDENZIALI
NON HA ALCUN EFFETTO SULLA
FINANZA PUBBLICA E SULLA STABILITÀ
FINANZIARIA DELLO STATO
"Siamo pronti, insieme con le Casse di previdenza, a un
confronto immediato con il ministro Fornero per illustrare il
disagio e la preoccupazione di numerose categorie professionali, in particolare quelle dell'area sanitaria, e per contribuire a uscire dall'ambiguità di una norma che si presta
a chiavi di lettura che ci auguriamo non siano quelle di un
intervento sul patrimonio delle Casse", aggiunge Stella.
"Qui non si tratta di difendere -conclude Stella- chissà
quale privilegio, ma i professionisti hanno costruito la loro
pensione, con sacrifici e senza chiedere mai nulla allo
Stato. Le casse di previdenza dei professionisti non pesano sulla finanza pubblica e non producono effetti sulla
stabilità finanziaria dello Stato".
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GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CASSA ITALIANA GEOMETRI
Simonetta Vescovi
Il Geometra Bresciano - 2011/6
Cassa: attenzione ai
giovani,
snellimento delle procedure,
taglio alle indennità di carica
La Cassa geometri (Cipag) in questi anni ha cercato di
avvicinarsi maggiormente all’iscritto, anche grazie agli
strumenti informatici che permettono di raggiungere
tutti i geometri in modo veloce e puntuale. Il nuovo progetto editoriale denominato “Cipag news” darà la possibilità all’iscritto di trovare le ultime novità e
provvedimenti in materia di previdenza, assistenza
senza dover necessariamente accedere al sito web
della Cipag. Ciò permetterà una maggior conoscenza
dell’operato del Consiglio di Amministrazione e di tutta
la Cipag e consentirà a tutti gli iscritti di suggerire argomenti e problematiche da affrontare. Pertanto è opportuno che ogni iscritto aderisca alle newsletter per
poter creare una maggiore coesione all’interno della nostra categoria a supporto delle istituzioni.
Il Consiglio di Amministrazione e il Comitato dei Delegati, con grandissimo supporto degli uffici, prendono
spesso decisioni non solo per garantire le pensioni agli
attuali pensionati, ma anche e soprattutto per assicurare un adeguato trattamento pensionistico alle giovani
generazioni. Purtroppo queste scelte spesso si tramutano in aumento delle contribuzioni ma, valutati i periodi
difficili in ogni settore, si ritiene che tali scelte siano doverose per poter fornire maggiori servizi agli iscritti. Una
delle novità che snelliscono la burocrazia, sia a favore
dell’iscritto sia a vantaggio degli uffici della Cassa, è
stata l’accorpamento delle dichiarazioni reddituali obbligatorie col Modello Unico e il relativo pagamento tramite il modello F24 che già nell’anno 2011 ha trovato
applicazione. Questo ha permesso un calcolo più veloce e automatico, eliminando errori grossolani di trascrizione del dato e offrendo la possibilità di conguagli
con altri crediti. Nell’anno 2012, previa verifica dei tempi
tecnici, anche i versamenti minimi avverranno tramite il
modello F24 nell’ambito del Modello Unico con le
stesse modalità e scadenze previste per il fisco, compresa la possibilità di compensazioni con crediti erariali
e di rateazione.
Valutata l’indagine svolta sul tema della previdenza
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
NOVITÀ PER SNELLIRE LA BUROCRAZIA,
FORME DI SOSTEGNO PER LA CATEGORIA,
E TAGLI ANCHE ALLE INDENNITÀ
DEGLI ORGANI ISTITUZIONALI
complementare e rilevando il grado d’interesse, le
aspettative e le esigenze degli iscritti, si è ritenuto opportuno, a sostegno della categoria, creare un patrimonio di destinazione autonoma e separata all’interno della
Cassa stessa, che avrà lo scopo di istituire una forma
pensionistica complementare a sostegno degli iscritti,
soprattutto delle giovani generazioni. Inoltre, tramite
l’EMPAI (Ente di Mutua Assistenza tra i Professionisti Italiani), quando sia già in essere una polizza assicurativa
avente per oggetto la copertura dei “grandi interventi” e
dei “gravi eventi morbosi”, si implementeranno le garanzie offrendo una copertura al rischio della non autosufficienza (Long Term Care).
Non manca in questi periodi di crisi e di tagli anche una
riduzione alle indennità degli organi istituzionali. Da alcuni articoli di giornale dei mesi scorsi ove si mettevano
a paragone i vari compensi che le Casse professionali
elargiscono agli organi amministrativi, sembrava che la
nostra Cassa fosse una delle più costose. Valutando
questo dato e rapportandolo al numero degli iscritti, si
è potuto appurare che il dato era sbagliato in quanto i
termini di paragone non erano uniformi. Ciononostante
il Comitato dei Delegati e il Consiglio di Amministrazione
hanno deciso la riduzione del 15% (i delegati lombardi si
erano fortemente battuti per una riduzione del 20%) su
tutte le indennità: di carica, giornaliera, di presenza,
spese di viaggio e spese di soggiorno da applicarsi al
biennio 2012-2013 e a tutti gli organi istituzionali della
Cassa stessa. Questo vuole essere un segnale di contenimento delle spese senza tuttavia diminuire i servizi,
intendimento a cui la cassa si è sempre riferita anche
negli anni scorsi.
19
PRIVACY
Salvatore Tedesco
Il Sole 24 Ore - 5.12.2011
Privacy: gli studi giocano
d’anticipo contro le sanzioni
PROFESSIONISTI. NECESSARIE MISURE
MINIME DI SICUREZZA
o associata) e i propri sostituti, ausiliari, collaboratori, tirocinanti, praticanti, ai trattamenti su dati sensibili di
clienti o di terzi nell'espletamento di incarichi a questi
consentiti dal proprio ordinamento professionale (per
esempio in tema di lavoro, previdenza e assistenza sociale/fiscale) o per valere o difendere un diritto in sede
giudiziaria.
LA CORNICE NORMATIVA
INFORMATIVA AL CLIENTE E TUTELE
DIFFERENZIATE PER I DATI SENSIBILI
Professionisti in guardia sugli adempimenti privacy
nei confronti della clientela. I controlli annunciati
dall'amministrazione finanziaria e le sanzioni che
possono arrivare fino alla revoca dell'abilitazione al
canale Entratel (oltre a quelle amministrative e penali
previste dal Codice sulla privacy) rilanciano la
necessità di un'organizzazione dello studio per il
corretto assolvimento degli obblighi previsti in
materia. Alla luce del quadro normativo esistente, si
pone quindi l'esigenza di assolvere correttamente
agli obblighi di acquisizione e trattamento dei dati,
facendo anche attenzione alle modalità (cartacee o
informatiche) con cui le informazioni vengono gestite.
A livello normativo, la semplificazione ha invece interessato le misure minime di sicurezza. Il Dl 112/2008 ha
abrogato l'obbligo di redazione del documento programmatico sulla sicurezza (Dps) per coloro che utilizzano strumenti informatici per la raccolta e il trattamento
dei dati, e «trattano soltanto dati personali non sensibili
e l'unico dato sensibile è costituito dallo stato di salute
o malattia dei propri dipendenti senza indicazione della
relativa diagnosi»: in sostituzione, può risultare sufficiente un'autocertificazione.
Possono redigere invece un Dps semplificato i soggetti
pubblici o privati che trattano dati personali unicamente
per correnti finalità amministrative e contabili, in particolare presso i liberi professionisti, gli artigiani e le piccole e medie imprese.
Il decreto Sviluppo del maggio scorso (Dl 70/2011, convertito dalla legge 106/2011) ha apportato un ulteriore
snellimento procedurale, limitando l'ambito di applicazione del Codice ed escludendo in modo specifico i trattamenti dei dati, effettuati in rapporti intercorrenti,
esclusivamente per finalità amministrativo-contabili, tra
persone giuridiche, imprese, enti o associazioni.
GLI INTERVENTI
GLI ADEMPIMENTI
Nel corso degli ultimi anni – con l'idea che l'assenza di
«complicazione procedurale» sia la prima tutela – garante e legislatore hanno introdotto una serie di semplificazioni per professionisti e imprese, riducendo in
misura significativa gli obblighi previsti dal Codice privacy (Dlgs 196/2003).
Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto con l'autorizzazione n. 4/2008 (valida per 18 mesi
e più volte rinnovata) autorizzando i liberi professionisti
iscritti in albi o elenchi professionali (in forma individuale
20
Gli adempimenti privacy che permangono a carico dei
professionisti possono essere così riassunti:
n obblighi formali nei confronti del cliente: informativa
(articolo 13 del Dlgs 196/2003), richiesta di consenso
scritto per il trattamento dei dati, a eccezione di dati
necessari per adempiere a un obbligo normativo (articoli 23 e 24), nomina del titolare (professionista), del
l'eventuale responsabile e degli incaricati del trattamento (articoli 28, 29, 30);
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
PRIVACY
n obblighi di carattere strutturale e di organizzazione:
obblighi attinenti alle misure minime di sicurezza (articoli 33, 34, 35), previste dal Codice stesso e dal disciplinare tecnico (allegato B).
Nel caso di trattamento manuale e cartaceo dei dati –
articolo 35 e punti 27-29 dell'allegato B – gli obblighi
sono ridotti ai seguenti adempimenti:
1. aggiornamento periodico dell'individuazione dell'ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati;
2. previsione di procedure per l'idonea custodia di atti
e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento
dei relativi compiti;
3. previsione di procedure per la conservazione in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalità di accesso.
GLI STRUMENTI INFORMATICI
Nel caso di trattamento effettuato con l'ausilio di strumenti informatici – articolo 34 e punti 1-24 dell'allegato
B – ogni tipo di trattamento può essere effettuato solo
in seguito alla dotazione di una procedura univoca di
autenticazione.
Gli obblighi connessi sono così sintetizzabili:
n adozione di procedure di gestione delle credenziali
d'autenticazione;
n utilizzazione di un sistema di autorizzazione;
n aggiornamento periodico dell’individuazione dell’ambito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli
strumenti elettronici;
n protezione degli strumenti elettronici e dei dati dai
trattamenti illeciti, da accessi non consentiti e dall'azione di virus informatici;
n adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza e ripristino della disponibilità dei dati e dei
sistemi.
Tutte le istruzioni devono essere scritte, in modo da
poter verificare l'organizzazione interna della struttura,
ed è necessario l'aggiornamento, almeno annuale, delle
procedure, degli accessi e dei programmi (ma, in caso
di dati sensibili, l'aggiornamento deve avere cadenza
almeno semestrale).
L'AGGIORNAMENTO
C'è un altro aspetto da tenere in dovuta considerazione. Non basta, infatti, aver soltanto predisposto
un'organizzazione adeguata al
trattamento e alla corretta geLA PAROLA CHIAVE
stione dei dati. Lo standard delle
misure di sicurezza va costanteÈ l'acronimo di
mente aggiornato nel tempo. Aldocumento
trimenti, anche in questo caso, gli
programmatico
studi professionali possono indi sicurezza. La
cappare in sanzioni. Non aggiorredazione del Dps rappresenta una
nare antivirus e patch dei
misura minima di protezione dei dati
programmi potrebbe configurare
personali in caso di trattamento di dati
infatti il reato di omissione di conpersonali, sensibili o giudiziari, con
trollo delle misure di sicurezza dei
strumenti elettronici. Deve essere presistemi informativi (articolo 169
disposto dal titolare del trattamento
del Codice privacy). Oltre al
dei dati personali, anche con il redanno economico, la perdita di
sponsabile (se designato) secondo le
dati o l'accesso non autorizzato
norme del Codice della privacy (Dlgs
sono sanzionabili dagli articoli 15
196/2003) e del disciplinare tecnico. Il
e 31 per mancata custodia. Infatti
documento programmatico di sicuchi tratta dati personali altrui e
rezza deve essere aggiornato entro il
non adotta tutti gli accorgimenti
termine annuale del 31 marzo, conprevisti dal progresso tecnico per
servato presso la propria struttura ed
evitare tali rischi risponderà
esibito in caso di controllo. In deter«come previsto dal l'articolo
minati casi può essere sostituito da
2050 del Codice civile se ne deun'autocertificazione o da un Dps
riva danno ai soggetti cui tali dati
semplificato.
sono riferiti».
DPS
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
21
PRIVACY
IL QUADRO
Gli obblighi in tema di privacy, le sanzioni
e le modalità organizzative per i professionisti
Possibile sanzione
Come organizzare lo studio
OBBLIGO DI INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Sanzione amministrativa: pagamento di
una somma da 6mila a 36mila euro (articolo 161, Dlgs 196/2003)
Predisposizione di un modello di informativa da far sottoscrivere al soggetto
durante il primo contatto e da conservare
nel relativo fascicolo
CONSERVAZIONE DEI DATI ALLA CESSAZIONE DEL TRATTAMENTO
Sanzione amministrativa: pagamento di
una somma da 10mila a 60mila euro (articolo 162, comma 1, del Dlgs 196/2003)
Archiviazione dei dati e controllo dell'accesso all'archivio al fine di evitare la diffusione o la cessione illegittima dei dati
ADOZIONE DELLE MISURE MINIME
Sanzione penale: arresto fino a due anni
(articolo 169, comma 1, del Dlgs
196/2003)
Per evitare accessi non autorizzati ai dati
è necessario conservare i fascicoli in
schedari chiusi con chiavi custodite separatamente
OBBLIGO DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI PREVIO CONSENSO
Sanzione penale: reclusione da 6 a 18
mesi (articolo 167, comma 1, del Dlgs
196/2003)
Predisposizione di un modello di acquisizione del consenso da far sottoscrivere al
soggetto durante il primo contatto e da
conservare nel relativo fascicolo
Sanzione penale: reclusione da 6 a 24
mesi in caso di diffusione dei dati (articolo
167, comma 1, del Dlgs 196/2003)
Il titolare deve predisporre delle istruzioni
che illustrino agli incaricati gli obblighi di
riservatezza per evitare la diffusione illegittima dei dati
TRATTAMENTO DATI CON RISCHI SPECIFICI PER I DIRITTI FONDAMENTALI DEL SOGGETTO
Sanzione penale: reclusione da uno a tre
anni (articolo 167, comma 2, del Dlgs
196/2003)
Lo studio o il professionista devono procedere alla separazione dei dati non sensibili da quelli sensibili
LA DATA
31 marzo
22
Appuntamento fisso. È la scadenza
entro cui il Dps va aggiornato ogni anno.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
PRIVACY
Sergio Pellegrino
Giovanni Valcarenghi
Il Sole 24 Ore - 5.12.2011
VERIFICHE DELL’AGENZIA
GLI INTERMEDIARI ABILITATI
I controlli del fisco possono
portare al blocco di Entratel
Le Entrate hanno annunciato, con un comunicato
del 3 agosto scorso, controlli più incisivi sull'osservanza degli obblighi di riservatezza da parte degli intermediari abilitati al canale Entratel, così come
definiti con il provvedimento dell'Agenzia del 10 giugno 2009. I controlli, effettuati dagli uffici di audit dell'amministrazione, si articolano lungo tre direttrici:
1. struttura organizzativa dell'intermediario;
2. misure di sicurezza relative ai supporti tecnologici utilizzati;
3. ulteriori misure di sicurezza.
A COSA FARE ATTENZIONE
Per quanto riguarda l'aspetto della struttura organizzativa dell'intermediario, vengono in particolare
verificati:
• l'eventuale designazione da parte del titolare del
trattamento dei dati dei responsabili, anche
esterni, del trattamento dei dati e la predisposizione di apposite istruzioni operative ad essi indirizzate;
• la designazione degli incaricati per il trattamento
dei dati;
• l'adozione del documento programmatico per la
sicurezza;
• l'esistenza di una procedura di controllo degli
adempimenti previsti dal Codice privacy;
• la presenza di una corretta politica di gestione delle
password.
Sul versante delle misure di sicurezza relative ai supporti tecnologici utilizzati, viene accertato che:
• sia previsto il blocco automatico delle stazioni di
lavoro dopo un certo lasso temporale di inattività;
• vi siano programmi di protezione per i terminali e il
server in modo da minimizzare il rischio di indebiti
accessi ai dati o di loro manomissione;
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
• si proceda con l'aggiornamento periodico del sistema operativo e del software di protezione;
• vi siano, in caso di utilizzo di reti wireless, adeguate
misure di sicurezza per limitare il rischio di intercettazione dei dati trasmessi.
Infine, le ulteriori misure di sicurezza che vengono
verificate sono le seguenti:
• conservazione delle dichiarazioni e della documentazione separatamente dai documenti acquisiti dall'intermediario per altre attività;
• conservazione separata dei documenti contenenti
dati sensibili;
• presenza di spazi idonei, con accesso consentito al
solo personale autorizzato, per la conservazione dei
documenti relativi alle dichiarazioni e dei back up;
• laddove vi sia un'articolata struttura organizzativa,
esistenza di procedure per l'accesso e la gestione
degli archivi;
• conservazione della documentazione fiscale secondo le modalità e per il periodo previsti dalle
legge.
Su quest'ultimo punto va ricordato come l'intermediario sia tenuto a conservare una copia della dichiarazione trasmessa, che non necessariamente
deve essere sottoscritta da parte del contribuente
(mentre la firma è elemento essenziale del modello
che deve essere conservato dallo stesso contribuente e dal sostituto d'imposta).
GLI EFFETTI
Nel caso in cui l'ufficio di audit riscontri il mancato rispetto da parte di un intermediario degli obblighi indicati, è tenuto a segnalare la circostanza alla
struttura della Direzione regionale competente, che
avvia la procedura di revoca dell'abilitazione al canale Entratel.
23
PRIVACY
Luigi Ferrajoli
Il Sole 24 Ore - 5.12.2011
LE COMUNICAZIONI NON DEVONO
ESSERE ACCESSIBILI A TERZI NON AUTORIZZATI
LE AVVERTENZE
Durante il trattamento
atti sempre ben custoditi
Sanzioni penali e amministrative ma anche le richieterzi non autorizzati; finito il trattamento, i documenti
ste di risarcimento dei danni a terzi ai sensi dell'artidovranno essere restituiti o ricollocati nel posto da
colo 2050 del Codice civile, previste dall'articolo 15
cui sono stati prelevati. Gli archivi contenenti dati
del Dlgs 196/2003. Questi i principali rischi per lo
sensibili o giudiziari devono essere accessibili solo ai
studio professionale che non si adegui a quanto presoggetti autorizzati e, a tal fine, possono essere dovisto dal Codice della privacy. Nella prassi quotitati di strumenti elettronici per il controllo dell'acdiana, all'interno di uno studio, i soggetti che
cesso. Per il trattamento dei dati personali effettuato
gestiscono materialmente i dati, raccolti previa inforcon l'ausilio di mezzi elettronici, l'articolo 34 del Comativa e prestazione del consenso, sono spesso didice prevede delle misure minime di sicurezza: gli
versi (e il titolare non ha la possibilità di verificarne gli
elaboratori presenti in studio e contenenti dati peradempimenti): è consigliabile pertanto incaricare per
sonali devono essere accessibili solo tramite autenla supervisione uno o più responsabili per il trattaticazione informatica per mezzo di credenziali. Gli
mento dei dati ex articolo 29 del Codice, mediante
incaricati devono quindi essere muniti di password
atto scritto che deve indicarne i compiti e contenere
personale, composta da almeno otto caratteri alfale istruzioni per il trattamento dei dati. È altrettanto
numerici, o possono essere dotati di altri strumenti di
indispensabile identificare tutti i soggetti che provveautenticazione. Completano il quadro delle misure
dono materialmente al trattamento dei dati: il ruolo e
minime di sicurezza l'uso di strumenti elettronici per
le competenze degli incaricati devono essere formala protezione da accessi abusivi (come i firewall), l'aglizzati con atto scritto che deve contenere le relative
giornamento dei programmi antivirus con periodicità̀
istruzioni del titolare e chiarire i rispettivi profili di aualmeno semestrale, l'effettuazione settimanale di
torizzazione (da revisionare periodicamente). Per
copie di back-up dei dati contenuti nei sistemi inforquanto concerne il trattamento
matici. A questo si aggiunge l'adei dati effettuato manualmente,
dozione di un documento
I Fascicoli
disciplinato dall'articolo 35 del
programmatico sulla sicurezza
Gli archivi contenenti
Codice e dal disciplinare tecche delinei al titolare del trattadati sensibili o giudiziari
nico, è necessario redigere il
mento e ai suoi collaboratori le
devono essere accessibili solo
mansionario privacy, con l'emisure adottate e da adottare:
ai soggetti autorizzati e, a tal fine,
lenco degli incaricati, la definiun documento destinato con il
possono essere dotati
zione dei dati che possono
tempo a ridursi con l'adozione
di strumenti elettronici per il
trattare ed il tipo di trattamento
delle nuove misure operative di
controllo dell'accesso
consentito. Gli incaricati devono
sicurezza e il perfezionamento
controllare e custodire gli atti
del processo. Sono infine da recartacei oggetto di trattamento,
gistrare con una dichiarazione
Supporti informatici
per restituirli al termine delle opescritta gli interventi eseguiti da
Gli incaricati al trattamento
razioni loro affidate: per magsoggetti esterni sui sistemi infordei dati conservati in formato
giore
sicurezza
sarebbe
matici dello studio. Il rispetto
elettronico devono essere
opportuno abituarsi a lavorare
delle misure minime (come previmuniti di password personale,
un fascicolo alla volta. Durante il
sto dall'articolo 15 del Codice
composta da almeno otto
trattamento, atti e documenti
Privacy) non esime, in ogni caso,
caratteri alfanumerici,
(comprese comunicazioni perveda responsabilità̀ per i danni a
o comunque devono
nute a mezzo posta o fax) non
terzi: le misure di sicurezza idoessere dotati di altri strumenti
devono essere lasciati incustonee devono infatti essere valutate
di autenticazione
diti in luoghi in cui siano visibili a
in relazione al caso concreto.
24
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
EDILIZIA TECNICA
Lucia Busa, Simone Secchi
La gazzetta dei solai - n. 81 - Novembre 2011
Metodi di stima semplificata del
potere fonoisolante
di pareti in laterizio
Un apposito studio realizzato dal gruppo di Fisica Tecnica del Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e
Design “Pierluigi Spadolini” dell’Università di Firenze si è
posto come obiettivo quello di fornire un quadro quanto
più completo possibile sulle prestazioni acustiche, testate e certificate secondo procedimenti normalizzati,
dei componenti verticali opachi e trasparenti maggiormente utilizzati nel panorama costruttivo nazionale. Ciò
al fine di individuare il progresso tecnologico del settore
e, soprattutto, definire un valore di benchmark per differenti soluzioni di parete e serramenti che possa essere
assunto a riferimento di proposte innovative, o semplicemente per confrontare su basi oggettive soluzioni differenti.
A partire dalla raccolta dei certificati di prove acustiche
di laboratorio condotte su differenti componenti, sono
state analizzate le prestazioni fonoisolanti relative alle
varie tipologie (pareti semplici, doppie, ecc.) e dei materiali utilizzati (laterizio normale, alleggerito, ecc.). Si è
poi valutata l’affidabilità dei metodi di calcolo empirico
forniti dalla letteratura scientifica e, infine, si sono ricavate nuove correlazioni di previsione del comportamento acustico dei componenti suddetti. Le formule
empiriche hanno il pregio di essere uno strumento semplice ed immediato per una prima stima delle presta-
UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI
FIRENZE HA PERMESSO, PARTENDO DAI
CERTIFICATI DI PROVE DI LABORATORIO,
DI VALUTARE L’AFFIDABILITÀ DEI METODI
DI CALCOLO EMPIRICO FORNITI DALLA
LETTERATURA SCIENTIFICA E DI RICAVARE
NUOVE CORRELAZIONI DI PREVISIONE
DEL COMPORTAMENTO ACUSTICO DELLE
PARETI IN LATERIZIO, SIA INTONACATE
CHE “FACCIA A VISTA”.
zioni acustiche dei componenti, che non sono dotati di
certificati di laboratorio; allo stesso tempo però, derivando da risultati sperimentali, hanno dei limiti legati al
campo di applicabilità (intervalli di massa superficiale,
spessore dell’intercapedine, ecc.) e alla numerosità e
omogeneità dei campioni considerati.
Nel corso dell’indagine sono state prese in considerazione pareti in elementi di laterizio normale e alleggerito,
sia a singolo che a doppio strato.
Nella ricerca di nuove correlazioni tra la
massa delle partizioni e l’indice di valutazione del potere fonoisolante delle
stesse, sono stati esaminati numerosi
certificati di prove eseguite in differenti
laboratori. In prima istanza, i risultati riportati nei diversi report sono stati considerati in maniera indifferenziata e
l’analisi ha riguardato la definizione
delle formule di correlazione per categorie di prodotti. Successivamente, i
dati sono stati omogeneizzati anche in
funzione del laboratorio in cui sono
state condotte le singole prove. Lo stuFigura 1 - Grafico relativo alle pareti in laterizio normale e alleggerito
dio svolto ha fornito spunto per inte-
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
25
EDILIZIA TECNICA
ressanti valutazioni sia in merito all’aspetto tecnologico
che all’influenza del laboratorio di prova sul risultato certificato.
PARETI SEMPLICI IN ELEMENTI DI LATERIZIO
Sono state analizzate 37 pareti semplici in elementi di
laterizio, di cui 17 del tipo normale e 20 alleggerito in
pasta, aventi massa superficiale m’ compresa tra 100 e
600 kg/m2. A partire dall’elaborazione dei dati sperimentali rilevati in laboratorio, è stata verificata l’affidabilità della relazione già definita in [1] ed in numerose
pubblicazioni successive (coefficiente di correlazione r2
pari a 0,7):
RW = 20 log (m’) [dB]
Differenziando il laterizio normale da quello alleggerito, si
ottengono le seguenti correlazioni. Per il laterizio normale:
RW = 16,8 log (m’) + 6,1 [dB]
(coefficiente di correlazione r2 pari a 0,75).
Per il laterizio alleggerito, si conferma invece la relazione
precedente (coefficiente di correlazione r2 pari a 0,65).
Dal grafico riportato in figura 1, si può osservare che per
valori della massa superficiale superiore a 200 kg/m2, le
pareti in elementi di laterizio alleggerito forniscono indici
di valutazione del potere fonoisolante superiori di alcuni
dB rispetto a quelle in laterizio normale. Tale differenza
aumenta all’aumentare della massa superficiale della parete stessa. Inoltre, si evidenzia che blocchi provvisti di
bordi con incastro maschio/femmina (analisi di 8 campioni), a parità di massa superficiale, permettono di raggiungere valori del potere fonoisolante in media maggiori
di 4 dB. Lo stesso incremento è raggiungibile aumentando la massa con il riempimento di malta dei fori dei
blocchi (analisi di 6 campioni).
Un’ultima annotazione riguarda invece il laboratorio di
prova: dall’analisi dei risultati è emerso con una certa evidenza che i dati forniti da alcuni laboratori tendono a sovrastimare le prestazioni di determinate soluzioni
tecnologiche rispetto ai valori mediamente forniti dagli altri
laboratori.
PARETI DOPPIE IN ELEMENTI DI LATERIZIO
Sono stati analizzati 25 campioni di pareti doppie in elementi di laterizio con massa superficiale compresa tra
150 e 300 kg/m2. I dati relativi si riferiscono a differenti
Figura 2 - Grafico relativo alle pareti in laterizio doppie
26
Bibliografia
[1] L. Busa, S. Secchi, G. Cellai, G. Raffellini, Stima semplificata
dell’indice di valutazione del potere fonoisolante di pareti massicce e di vetrate, Atti del convegno AIA 2005.
[2] E. Brosio, Esempi di progettazione e realizzazione. Mezzi di previsione delle prestazioni acustiche di materiali e componenti,
Atti del convegno AIA 1986.
[3] Renato Spagnolo, Manuale di acustica, UTET Libreria, Torino
2001.
accoppiamenti delle due tipologie di mattoni di spessore
8 e 12 cm (8+8, 12+8 e 12+12), in accordo con le più frequenti soluzioni costruttive adottate nei cantieri nazionali.
Dall’esame del grafico riportato in figura 2, si nota come
le pareti composte da due tavolati di mattoni spessi ciascuno 8 cm (8+8) abbiano prestazioni, in qualche caso,
addirittura migliori delle pareti 12+8 e, comunque, sempre migliori delle pareti 12+12. Ciò può essere dovuto al
diverso accoppiamento laterale tra i due tavolati della parete doppia. Infatti, la trasmissione di energia sonora tra
i due tavolati della parete avviene sia per via diretta, attraverso l’intercapedine, che per via laterale attraverso i
bordi. La parete spessa 12 cm, avendo una maggiore
base di appoggio, può dare luogo a maggiore trasmissione di energia sonora tra i due tavolati.
Per le pareti 8+8 cm, pur tenendo conto del numero esiguo di campioni a disposizione, si possono fare, inoltre, le seguenti osservazioni: • se l’intercapedine è
vuota o riempita con materiali scarsamente fonoassorbenti, la parete si comporta come una struttura monolitica di pari massa, con un incremento di 2 dB: RW
= 20 log (m’) + 2 [dB]
• se l’intercapedine è invece riempita con materiale fonoassorbente, si ha un ulteriore incremento di 3÷4 dB:
RW = 20 log (m’) + 5 [dB]
• con l’aggiunta di una banda resiliente posta in corrispondenza del piano di appoggio dei due tavolati, si
può arrivare ad un ulteriore incremento di 3 dB: RW =
20 log (m’) + 8 [dB]
È necessario a questo riguardo tenere conto che se, in
fase di realizzazione in opera, si attua una connessione rigida tra i due tavolati della parete, come conseguenza
ad esempio della posa del massetto di integrazione impiantistica, questo beneficio può venir meno.
Per le pareti composte da tavolati di mattoni spessi 8 e
12 cm (12+8 cm), i risultati forniti dalle tre equazioni precedenti devono essere ridotti di 2 dB.
Infine, per quanto riguarda le pareti 12+12 cm, tenuto
conto della scarsità di dati a disposizione, resta valido in
prima approssimazione quanto detto per la soluzione
12+8 cm. Le relazioni suddette possono esse impiegate,
in prima approssimazione, per la stima della prestazione
acustica dei divisori interni e delle chiusure esterne, sia
intonacate che “faccia a vista”. In questo ultimo caso,
l’affidabilità della stima viene probabilmente ridotta. Ciò
è tuttavia compensato dalla minor rilevanza che assume
la stima della prestazione acustica della muratura quale
componente di facciate contenenti serramenti.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
RISPARMIO ENERGETICO
M. D’Orazio, E. Di Giuseppe, S. Basile
Università Politecnica delle Marche (AN)
Newsletter delle coperture - n. 35 - Novembre 2011
Energia dal tetto
in laterizio: i sistemi solari
in
LE TECNOLOGIE SOLARI IN COPERTURA
Il “sole” è la principale fonte di energia rinnovabile a disposizione e la copertura è il luogo privilegiato dove captare questa energia, in quanto:
• permette di montare i collettori con l’inclinazione ottimale massimizzandone il rendimento;
• non è generalmente ombreggiata e quindi si ha produzione costante di energia;
• permette una facile integrazione dei collettori assicurando il minimo impatto estetico.
I principali sistemi che permettono l’utilizzo dell’energia
solare sono gli impianti solari per la produzione di energia termica, gli impianti fotovoltaici per quella elettrica e
la tecnologia ibrida, capace di produrre energia elettrica
e calore allo stesso tempo. E più precisamente:
• sistemi solari termici: convertono la radiazione solare in calore, impiegato per la produzione di acqua
calda sanitaria e per il riscaldamento degli ambienti.
Sono ottimali nei casi in cui vi sia disponibilità di superfici orientate a sud, con inclinazione pari circa alla latitudine del luogo. Ciò è necessario per consentire la
circolazione naturale dell’acqua e per sfruttare l’irraggiamento diretto durante le varie stagioni dell’anno;
• sistemi solari fotovoltaici:
consentono di trasformare direttamente l’energia solare in
energia elettrica. Forniscono i
rendimenti massimi proprio
con le inclinazioni con le quali
si realizzano tradizionalmente
le coperture a falde in laterizio;
• sistemi solari ibridi: denominati “PV-T”, sono costituiti da
moduli fotovoltaici montati
sulla superficie assorbente di
un collettore solare termico,
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
copertura
IL SOLE È QUELLA TRA LE PRINCIPALI FONTI DI
ENERGIA RINNOVABILE A CUI OGGI SI GUARDA
CON MAGGIORE ATTENZIONE. GLI IMPIANTI
SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI, CHE
PERMETTONO DI REALIZZARE UN SISTEMA DI
PRODUZIONE ENERGETICA DIFFUSO,
PRESENTANO UN’EFFICIENZA CHE PUÒ
VARIARE FORTEMENTE IN RELAZIONE ALLE
MODALITÀ CON CUI SI INTEGRANO NELLA
COPERTURA E CON LA TIPOLOGIA DEL MANTO.
che raffredda i moduli fotovoltaici migliorandone in
modo significativo il rendimento elettrico.
LE MODALITÀ DI INTEGRAZIONE
Integrazione parziale: un impianto solare si definisce
parzialmente integrato se è installato, tramite un’apposita struttura intermedia ancorata alla copertura esistente
e complanare rispetto alla superficie di chiusura, senza la
sostituzione del materiale costituente il manto in modo che il rivestimento, come tegole e coppi,
rimanga inalterato. Presenta un
duplice vantaggio, in quanto si
tratta di una soluzione a basso
costo d’installazione, poiché vengono utilizzate semplici strutture
per il sostegno dei pannelli, e non
necessita della rimozione del rivestimento della copertura.
L’integrazione parziale evita, inoltre, problemi d’infiltrazioni, in
27
RISPARMIO ENERGETICO
Integrazione parziale
quanto il manto di copertura, non essendo rimosso e rimanendo continuo, continua a garantire una corretta tenuta all’acqua e la protezione degli elementi sottostanti la
copertura (quali isolante, membrane impermeabili, ecc.)
dalla pioggia battente e soprattutto dalla radiazione solare
che, nei periodi estivi, può causare un eccessivo surriscaldamento degli ambienti sottostanti.
Integrazione totale: si ha quando l’impianto solare è inserito completamente nell’involucro edilizio, riuscendo ad
equilibrare gli aspetti tecnici ed estetici dei componenti
della tecnologia solare con quelli della copertura, senza
compromettere le caratteristiche funzionali di entrambi. Il
sistema solare, costituendo in questo caso una soluzione
di continuità del manto, deve garantire la tenuta all’acqua ed evitare la formazione di ponti termici.
L’integrazione dei moduli in copertura può risultare la soluzione ottimale nel caso di progettazione ex novo, oppure quando la copertura viene sottoposta a lavori di
manutenzione straordinaria o di riqualificazione ed è necessaria la sostituzione del manto.
I vantaggi dell’integrazione totale degli impianti solari sono
principalmente legati ad un migliore impatto visivo della
copertura rispetto all’integrazione parziale.
D’altro lato, però, deve essere assicurata una ventilazione
dell’intradosso dei moduli, per evitare fenomeni di degrado dello strato di tenuta all’acqua e di surriscaldamento dei dispositivi solari e conseguente perdita di
efficienza. Nell’integrazione dei sistemi di captazione solare nelle coperture in laterizio, è favorita la ventilazione
dei sistemi stessi in quanto assicurano temperature minori all’estradosso dell’isolante rispetto, ad esempio, alle
coperture metalliche, grazie alle migliori proprietà radiative
dei materiali ceramici che consentono una continua
asportazione di calore per ventilazione.
Il vantaggio dei sistemi basati sull’integrazione con tegole
e coppi deriva dalla possibilità di unire la funzionalità di un elemento in laterizio alla moderna
tecnologia solare, mantenendo inalterato l’aspetto estetico della copertura. Evolve, quindi,
l’elemento in “cotto” che, nel tempo, ha dimostrato una grande stabilità per le sue semplici
ma funzionali modalità di montaggio, migliorandone la composizione e trasformandolo in una
La presenza della
“fonte” di energia pulita. Resta così, anche, imventilazione/microventilazione
mutata la disposizione dei canali di deflusso
permette di aumentare
delle acque meteoriche e con essa la piena funl’efficienza del pannello
zionalità della copertura. In particolare, dal punto
di captazione solare.
Impianto solare fotovoltaico
parzialmente integrato grazie
alla struttura di sostegno applicata in copertura.
È consigliata la sovrapposizione se il pacchetto di copertura non è idoneo all’integrazione, specialmente se si tratta
di tipologie non ventilate e di
vecchia costruzione.
Impianto solare termico a circolazione naturale, sovrapposto in copertura, dotato di collettori vetrati piani.
Questa tipologia d’impianto ha
lo svantaggio che il serbatoio di
accumulo deve essere installato al di sopra dei pannelli solari, a scapito dell’estetica della
copertura, a meno che non lo
si posizioni nel sottotetto.
Integrazione totale
Pannelli fotovoltaici policristallini. Il problema maggiore di
questa tipologia d’installazione
è assicurare una perfetta tenuta all’acqua piovana: per
questo vengono utilizzate delle
guaine impermeabilizzanti tra
l’impianto ed il manto.
Impianto solare termico dotato
di tubi sottovuoto. L’impianto
è integrato in copertura grazie
ad un pannello in grado di alloggiare un fascio tubiero di
collettori termici, ricoperti da
una lastra in plexiglass trasparente, che protegge il dispositivo e assicura continuità estetica alla copertura.
di vista del rendimento, per quello che riguarda la tecnologia fotovoltaica, non si ha perdita di efficienza con le alte
temperature del periodo estivo, grazie al canale di ventilazione tra il dispositivo fotovoltaico ed il coppo/tegola.
Il limite principale delle “tegole fotovoltaiche” è rappresentato dal fatto che, a parità di potenza installata sul
tetto, il sistema richiede una superficie maggiore rispetto
ad un impianto fotovoltaico classico in silicio monocristallino. Un significativo vantaggio è invece costituito dal poter
sostituire/manutenere piccoli elementi piuttosto che interi
pannelli, con risvolti economici tutt’altro che indifferenti.
Alcuni esempi di tegole e coppi con la cella fotovoltaica
integrata nell’elemento costituente il manto di copertura.
28
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
CERTIFICAZIONE ENERGETICA
www.casaeclima.com
Certificazione energetica,
campagna di
contro le offerte low cost
Sacert
NELLA CORSA AD OFFRIRE CERTIFICAZIONI A PREZZI STRACCIATI
VIENE SACRIFICATA LA QUALITÀ E LA PROFESSIONALITÀ
Sempre più spesso vengono proposte certificazioni energetiche degli edifici a prezzi stracciati (anche al di sotto
dei 40-50 euro). Da tempo gli Ordini delle professioni tecniche denunciano il proliferare sul Web (e non solo) di offerte low cost in materia di certificazione energetica degli
edifici, con studi e professionisti (o presunti tali) che per
esempio offrono l'Attestazione di Certificazione Energetica (ACE) al prezzo stracciato di 59 euro l'uno.
Al fine di promuovere un approccio di qualità in questo
settore, l'associazione lombarda Sacert (ente di certificazione delle competenze dei tecnici certificatori energetici accreditato da Accredia) ha lanciato la campagna
sOFFRIAMO A BASSO COSTO, per denunciare chi svilisce lo strumento della certificazione energetica. Su una
pagina dedicata del sito dell'associazione vengono raccolti gli annunci già pubblicati o le segnalazioni arrivate
negli ultimi mesi.
BASSO PREZZO E QUALITÀ
NON VANNO D'ACCORDO
“Non occorre essere grandi esperti per capire che ci sia
una assoluta incompatibilità tra l’impegno minimo richiesto per redigere un attestato di certificazione energetica corretto e il costo al quale vengono sempre più
spesso proposte le certificazioni (anche al di sotto dei
40-50 €)”, scrive il direttore generale del Sacert, Giuliano
Dall'O', in una lettera inviata a tutti i tecnici certificatori.
“I costi inadeguati – aggiunge - con i quali si stanno proponendo le certificazioni energetiche contribuiscono a
trasmettere all’opinione pubblica un’informazione eticamente molto scorretta: che la certificazione in fondo
altro non sia che un foglio sul quale ci può essere scritto
di tutto”.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
“Un certificato energetico di qualità - sottolinea il presidente del Sacert – rappresenta innanzitutto una garanzia per chi acquista o prende in affitto un alloggio che
affida sempre di più le sue scelte proprio su questo importante documento”.
Sollecitato da molti certificatori, il Sacert ha quindi deciso di intraprendere “delle azioni di denuncia di chi svilisce lo strumento della certificazione energetica. Tutto
questo, lo ripetiamo, nell’interesse del cittadino, della comunità, del mercato dell’edilizia e del mercato immobiliare prima ancora che nell’interesse del tecnico
certificatore energetico.”
L'associazione intende raccogliere tutti i casi di certificazioni proposte con prezzi “anomali” e segnalarli
agli Ordini professionali, agli Enti di accreditamento
dei certificatori energetici e alle associazioni di consumatori.
29
APPALTI
Giuseppe Condarelli
SI È PRONUNCIATA L’ADUNANZA PLENARIA
DEL CONSIGLIO DI STATO
Obbligatorietà della seduta pubblica
per l’apertura dei plichi contenenti le
offerte tecniche
alle imprese
SENTENZA N. 13 DEL 28 LUGLIO SCORSO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Adunanza
Plenaria) ha approfondito e risolto la dibattuta questione
dell’obbligo dell’apertura in seduta pubblica delle buste
recanti le offerte tecniche delle imprese, nelle gare in cui
il contratto venga affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
L’argomento in esame ha data luogo a diverse oscillazioni giurisprudenziali tra le varie sezioni del Consiglio di
Stato.
Secondo un primo indirizzo, infatti, l’obbligo di pubblicità delle sedute delle commissioni di gare riguarda unicamente la fase di apertura dei plichi contenenti la
documentazione amministrativa e l’offerta economica
delle imprese partecipanti,con esclusione della fase di
apertura e valutazione delle offerte tecniche.
Un ulteriore indirizzo prevede che nelle gare di appalto
debbano svolgersi in seduta pubblica gli adempimenti
relativi alla verifica dell’integrità dei plichi contenenti l’offerta,sia che si tratti di documentazione amministrativa
che di documentazione in materia di offerta tecnica.
Entrambi gli orientamenti sopra esposti hanno tuttavia
suscitato varie perplessità.
Riguardo al primo,la necessità che la fase di valutazione
delle offerte tecniche si svolga in seduta riservata non
implica che anche la fase di apertura delle buste contenenti le offerte tecniche si svolga in seduta riservata.Nè
si ravvisano ragioni che impediscano alle commissioni di
gara di procedere all’apertura delle buste in seduta pub-
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
blica, per procedere poi in seduta riservata alla valutazione delle offerte tecniche.
Circa il secondo orientamento,la mera constatazione
dell’integrità delle buste soddisfa solo in modo parziale
le esigenze di trasparenza e pubblicità. Essa,infatti,non
consente ai concorrenti presenti di prendere conoscenza
dei documenti recanti le offerte tecniche,così come avviene per i documenti amministrativi e le offerte economiche.
Pertanto gli stessi concorrenti non sono garantiti dal pericolo di eventuali successive manipolazioni delle proprie
offerte e di quelle altrui,dovute a sottrazioni,inserimenti
o alterazioni della documentazione.
Il quesito che si pone l’Adunanza Plenaria del Consiglio
di Stato è quello di stabilire se le Amministrazioni,sottraendo l’operazione dell’apertura delle buste recanti l’offerta tecnica alla seduta pubblica e disponendone lo
svolgimento in quella riservata alla valutazione del merito,agiscano in violazione di una regola imposta nella disciplina legale dell’affidamento dei contratti pubblici.
Tale quesito non concerne la fase di valutazione del pregio tecnico dell’offerta,essendo scontato che detta operazione si debba svolgere in seduta riservata.
L’indirizzo frequentemente seguito dalle Sezioni giurisdizionali ha condotto a ritenere che dati normativi,imponendo la valutazione dell’offerta tecnica in seduta
riservata ,senza dettare alcun precetto circa l’apertura
del plico,sembrino accreditare il parere che tale opera-
31
APPALTI
zione , diversamente da quanto ritenuto e disposto per la busta della documentazione amministrativa e quella
dell’offerta economica non debba
svolgersi necessariamente in seduta
pubblica e sia rinviata tacitamente al
momento della valutazione di merito
in sede separata.
Il Consiglio di Stato in sede di Adunanza Plenaria ha verificato se la conclusione suddetta “sia compatibile
con un riscontro di ordine sistematico
condotto alla stregua dei principi che
reggono l’affidamento degli appalti
pubblici,ed in particolare quello di
pubblicità”.
Nella sentenza in esame esso ha in pratica concluso che
“Il principio di pubblicità delle gare per i contratti pubblici
è radicato in canoni di diritto comunitario e interno costantemente applicati dalla giurisprudenza amministrativa”.
“Il regolamento di attuazione del Codice degli appalti
“……” risulta orientato a garantire la pubblicità per tutte
le operazioni di gara “…..” e prevede la seduta riservata
per le valutazioni di natura tecnico discrezionale.
Nel senso che si debba comunque svolgere in pubblico
la verifica dell’integrità di tutti i plichi contenenti l’offerta
presentata, con esplicita menzione anche di quello riguardante l’offerta tecnica si è pronunciata anche la giurisprudenza successiva….”.
Tanto premesso,la giurisprudenza amministrativa ha approfondito le problematiche delle operazioni preliminari
da svolgere in seduta pubblica.
Essa ha ritenuto che la verifica dell’integrità dei plichi non
esaurisca la sua funzione con la constatazione che gli
stessi non abbiano subito alterazioni o manomissioni,ma
32
è finalizzata a garantire che il materiale documentario
trovi ingresso correttamente nel procedimento di
gara,poiché la pubblicità delle sedute garantisce l’esigenza della parità di trattamento dei concorrenti,che
debbono essere messi in condizioni di effettuare le opportune verifiche in merito alla regolarità formale degli atti
presentati e di avere la garanzia che non siano intervenute successivamente indebite alterazioni.
Viene così soddisfatto anche l’interesse pubblico alla trasparenza ed all’imparzialità dell’azione amministrativa,le
cui conseguenze negative,in mancanza di una verifica
immediata, sono difficilmente valutabili dopo la rottura
dei sigilli e l’apertura dei plichi.
“L’Adunanza Plenaria ritiene che la regola affermata dalla
giurisprudenza appena richiamata costituisca corretta
interpretazione dei principi comunitari e di diritto interno
sopra ricordati in materia di trasparenza e pubblicità nelle
gare per i pubblici appalti e, come tale, meriti di essere
confermata e ribadita con specifico riferimento all’apertura della busta dell’offerta tecnica.Tale operazione,infatti,come per la documentazione amministrativa e per
l’offerta economica,costituisce passaggio essenziale e
determinante dell’esito della procedura concorsuale,e
quindi richiede di essere presidiata dalle medesime garanzie a tutela degli interessi privati e pubblici coinvolti
nel procedimento”.
“Con riferimento specifico alla paventata ostensione di
documenti al pubblico presente,”….”Va precisato che la
verifica dei documenti contenuti nella busta consiste in
un semplice controllo preliminare degli atti inviati,che non
può eccedere la funzione ,che ad essa riconosce la giurisprudenza,di ufficializzare l’acquisizione della documentazione di cui si compone l’offerta tecnica.
L’operazione non deve andare al di là del mero riscontro
degli atti prodotti dall’impresa concorrente,restando
esclusa ogni facoltà degli interessati presenti di prendere
visone del contenuto.
La garanzia di trasparenza richiesta in questa fase si
considera assicurata quando la commissione,aperta la
busta del singolo concorrente,abbia proceduto ad un
esame della documentazione leggendo il solo titolo degli
atti rinvenuti, e dandone atto nel verbale della seduta”.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
SICUREZZA CANTIERI
Luigi Cortis
La classificazione delle
coperture
CONVEGNO SAIE-BOLOGNA 8 OTTOBRE 2011 • LAVORI IN COPERTURA
LAVORI IN QUOTA – VALUTAZIONE DEL RISCHIO
- CLASSIFICAZIONE
La valutazione dei rischi (punto di vista da cui partire)
è alla base di un corretto approccio al problema della
classificazione delle coperture e conseguentemente alla
sicurezza dei lavori sulle stesse (il fine della classific.).
Applicando questo punto di vista, la classificazione delle
coperture deve essere “vista” solo come “COPERTURA
SICURA” e “copertura non sicura”, dove però quest’ultima deve essere ricondotta alla prima. La classificazione investe un complesso di fattori, determinati in
relazione ai pericoli.
Principali pericoli (rischi interni) nei lavori in copertura,
in relazione al lavoro in quota, sono:
• caduta dall’alto all’esterno o all’interno dell’edificio;
• caduta sulla copertura (per perdita dell’equilibrio);
• sfondamento delle copertura.
Si aggiungono inoltre altri pericoli (copertura isolata/non
isolata) legati al:
• rischio verso la copertura causato da fattori derivanti
dall’esterno
• rischio verso l’esterno causato da fattori derivanti dalla
copertura.
Dalla presentazione sono escluse considerazioni concernenti tutti gli altri rischi propri delle lavorazioni specifiche, ma che devono essere comunque presi in debita
considerazione per una analisi completa.
FATTORI UTILI PER LA CLASSIFICAZIONE
La classificazione di una copertura, ai fini di una programmazione dei lavori in sicurezza, non è semplice e
deve considerare necessariamente la sovrapposizione
di diversi fattori riguardanti, ad esempio:
• l’inclinazione;
• la praticabilità della copertura (fragilità);
• le protezioni dei bordi perimetrali;
• l’interferenza da o verso le zone perimetrali;
• la geometria;
• l’accesso dall’interno o dall’esterno;
• la dislocazione degli elementi strutturali; ecc.
La classificazione per la sua completezza non può
essere legata ad un solo fattore.
La classificazione, derivata da una corretta e completa
impostazione della valutazione dei rischi conduce alla
individuazione di adeguate misure di protezione collettiva
e/o di adeguati sistemi di ancoraggio contro le cadute
dall’alto e/o idonei sistemi di accesso e di percorso.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
DEFINIZIONI
Per classificare è necessario definire.
n COPERTURA ORIZZONTALE
O INCLINATA (PENDENZA)
• Superficie di lavoro orizzontale: superficie in cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su
di essa, non è soggetto al rischio di scivolamento e/o
di rotolamento, mantenendo l’equilibrio nella posizione
iniziale.
• Superficie di lavoro a debole pendenza: superficie in
cui il lavoratore, in piedi o camminando in ogni direzione su di essa, pur potendo mantenere l’equilibrio
della posizione iniziale, è soggetto ad un rischio lieve
di scivolamento, di rotolamento.
• Superficie di lavoro a forte pendenza: superficie in cui
il lavoratore pur potendo stare in piedi o camminare in
ogni direzione su di essa è soggetto ad un rischio elevato di scivolamento, di rotolamento.
• Superficie di lavoro a fortissima pendenza: superficie
in cui il lavoratore non può stare in piedi o camminare
in ogni direzione su di essa senza scivolare, rotolare.
La pendenza (l’angolo rispetto all’orizzontale) può non
essere il solo parametro efficace a definire il concetto di
“pendenza sicura”; in tal caso occorre introdurre il concetto della possibile “altezza di caduta prevedibile”.
Per questo si può fare riferimento alla norma UNI EN
13374 (Parapetti provvisori) il cui annesso A (informativo) fornisce delle “informazioni” sull’uso (classe) dei
parapetti provvisori, in rapporto all’angolo di inclinazione della copertura e dell’altezza di caduta:
• classe A può essere usata se l’angolo è minore di 10°;
• classe B può essere usata se l’angolo è minore di:
- 30° senza limitazione di altezza di caduta, o
- 60° ed altezza di caduta minore di 2 metri;
33
SICUREZZA CANTIERI
• classe C può essere usata se l’angolo è compreso tra:
- 30° e 45° senza limitazione di altezza di caduta, o
- 45° e 60° ed altezza di caduta minore di 5 metri.
Si può fare anche riferimento alla norma UNI EN 795
(Dispositivi di ancoraggio) la quale intende:
• per linea (di ancoraggio) orizzontale, una linea che
devia dall’orizzontale per non più di 15° e
• per l’uso di ancoraggi a corpo morto, una superficie
orizzontale se devia dall’orizzontale per non più di 5°.
Per un ulteriore definizione si può fare riferimento alla
UNI 8088:1980 (Lavori inerenti le coperture dei fabbricati) la quale considera:
• coperture orizzontali o suborizzontali quelle con pendenza fino al 15% (8.5°);
• coperture inclinate con pendenza quelle oltre il 15%
fino al 50% (26.5°);
• coperture fortemente inclinate quelle con pendenza
oltre il 50%.
Le coperture con pendenza variabile lungo il loro sviluppo (per esempio coperture a volta o poligonali,
ecc.) sono assimilabili, per tratti, ai tipi precedenti in
funzione delle singole pendenze.
Per semplicità di schematizzazione, distinguiamo le
coperture solo come orizzontali ed inclinate, lasciando
poi al datore di lavoro, in base alla situazione specifica, individuare tutti quei fattori utili a determinare le
protezioni idonee.
Isolata
Praticabile
Non isolata
Con protezione dei bordi
Isolata
Non praticabile
Non isolata
PIANA
Isolata
Praticabile
Non isolata
No protezione dei bordi
Isolata
Non praticabile
Non isolata
Copertura
Isolata
n COPERTURA PRATICABILE
E NON PRATICABILE
Copertura praticabile
Copertura sulla quale è possibile l’accesso ed il transito
di persone, anche con attrezzature portatili, senza predisposizione di particolari mezzi e/o misure di sicurezza,
in quanto non sussistono rischi di caduta di persone e/o
di cose dall’alto, né rischi di scivolamento in condizioni
normali (UNI 8088).
Copertura non praticabile
Copertura sulla quale non è possibile l’accesso ed il
transito di persone, senza predisposizione di particolari
mezzi e/o misure di sicurezza, contro il pericolo di caduta di persone e/o di cose dall’alto e contro i rischi di
scivolamento (UNI 8088). In aggiunta a quanto sopra,
per quanto concerne la praticabilità, in relazione ai
carichi di esercizio applicabili alle coperture (copertura portante), riferirsi al D.M. 14.01.2008 (Norme
tecniche per le costruzioni) tabella 3.1. II.
n COPERTURA CON PROTEZIONE DEI BORDI
E SENZA PROTEZIONE DEI BORDI
Copertura con protezione dei bordi
Copertura che presenta un idoneo sistema di protezione
perimetrale permanente dei bordi dell’edificio, sia
esterno che interno (edificio a corte o a chiostro).
Copertura senza protezione dei bordi
Copertura che non presenta un idoneo sistema di protezione perimetrale permanente dei bordi dell’edificio sia
esterno che interno.
n COPERTURA ISOLATA E NON ISOLATA
Copertura isolata
Copertura che non è influenzata e/o che non influenza le
zone perimetrali.
Copertura non isolata
Copertura che può essere influenzata e/o che influenza
le zone perimetrali.
Copertura non isolata dall’esterno
Copertura in esame che può essere influenzata da zone
perimetrali contigue poste in alto. Il rischio è verso la copertura in esame causato da fattori provenienti dall’esterno.
Copertura non isolata verso l’esterno
Copertura in esame che può influenzare le zone perimetrali contigue poste in basso. Il rischio proviene dalla
copertura in esame con effetti verso l’esterno.
Praticabile
Il pericolo proviene dall’esterno
(cavi alta tensione), o procede verso
l’esterno(caduta di materiali
su marciapiede/strada)
Non isolata
Con protezione dei bordi
Isolata
Non praticabile
Non isolata
INCLINATA
Isolata
Praticabile
Non isolata
No protezione dei bordi
Isolata
Non praticabile
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Non isolata
Copertura isolata:
i pericoli provengono
dal suo interno
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
SICUREZZA CANTIERI
Copertura in esame posta in basso (rossa):
i pericoli potrebbero provenire
dalla copertura contigua in alto,
per esempio con caduta di materiali.
Copertura non isolata verso l’esterno
Copertura in esame che può influenzare le zone perimetrali contigue poste in basso.
ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI
(FATTORI DI RISCHIO)
Raggruppamento dei fattori di rischio in uno schema:
In una prima fase:
si elabora una schematizzazione, attraverso le informazioni provenienti da:
• l’inclinazione;
• la praticabilità della copertura;
• le protezioni dei bordi perimetrali;
• l’isolamento da o verso le zone perimetrali.
In una seconda fase si prendono in considerazione:
• la geometria;
• l’accesso dall’interno o dall’esterno;
• il percorso verso il luogo di lavoro
• la dislocazione degli elementi strutturali;
• ecc.
Tutte queste informazioni permettono, di inquadrare
(classificare) le coperture con le loro problematiche, in modo da provvedere all’approntamento di idonee misure collettive ed individuali, per svolgere le attività
in sicurezza.
SCHEMATIZZAZIONE E CLASSIFICAZIONE
La prima fase permette di inquadrare (classificare) la
copertura e di dare un “sgrossata” all’approntamento
delle misure da porre in atto.
SCHEMATIZZAZIONE E GEOMETRIA
Seconda fase.
Le coperture in relazione alla loro geometria (e quindi
scelta DPC e DPI anticaduta) si individuano come:
Coperture piana:
• copertura piana semplice
• copertura piana con shed
Copertura inclinata:
• copertura a falda unica
• copertura a due falde;
• copertura a padiglione;
• copertura a volta
Copertura a geometria complessa:
• combinazioni delle precedenti.
L’accesso (o sbarco) alla copertura deve garantire agli
operatori la possibilità di vincolarsi all’ancoraggio in
modo sicuro ed agevole.
L’accesso alla copertura può avvenire:
• dall’interno la costruzione (I);
• dall’esterno la costruzione (E).
Il sistema di accesso può essere a carattere:
• permanente (P);
• non permanente (temporaneo) (T).
Il sistema di accesso può essere realizzato con Attrezzature, DPC e/o DPI:
• Scale (fisse, portatili in appoggio, retrattili, verticali con
sistema di arresto caduta, ecc.) (P, T, E, I);
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
Copertura in esame posta in alto (rossa):
i pericoli potrebbero provenire
dalla copertura contigua in alto,
per esempio con caduta di materiali.
Copertura con chiostro:
Copertura dotata di bordi non
solo esterni ma anche interni.
Il pericolo riguarda la zona
interna (chiostro)
dell’edificio, nel caso non vi
sia l’accesso ai mezzi di
soccorso, per cui diventa difficile il
recupero del lavoratore imbracato
sospeso a seguito di caduta.
•
•
•
•
Ponteggio (T, E);
Torre scala (T, E);
Torre mobile (trabattello previsto dal fabbricante) (T, E);
Piattaforma lavoro elevabile (PLE) (previsto dal fabbricante) (T, E);
• Aperture verticali, inclinate, a soffitto (E, I);
• ecc.
SCHEMATIZZAZIONE E IL PERCORSO
Percorso in quota.
Dopo una prima valutazione sulla praticabilità del percorso per raggiungere il luogo di lavoro ed il luogo di lavoro stesso, è necessario individuare il percorso in quota
guardandolo dal punto di vista della possibilità da parte
dell’operatore di effettuare lo spostamento in sicurezza:
• verso le aree di lavoro e
• tra le aree di lavoro stesse, in modo che sia garantita
la continuità del sistema di ancoraggi, tale per cui non
sia mai necessario svincolarsi dai dispositivi installati
(trovarsi anche per poco tempo sganciati).
Nella progettazione devono essere evidenziate tutte le
possibili posizioni di pericolo ed elaborati dei sistemi opportuni per l’eliminazione, o quantomeno una consistente riduzione, dei fattori di rischio.
Dislocazione elementi strutturali.
Le caratteristiche strutturali, assieme a quelle geometriche, dell’opera/copertura, determinano l’ottimizzazione
dello schema di distribuzione del sistema anticaduta.
L’individuazione della sovrapposizione tra la geometria
della struttura e gli spazi dove sono ubicati gli elementi
strutturali idonei a sopportare i carichi del sistema di arresto caduta/trattenuta, individuano così le zone sulle
quali installare gli ancoraggi.
L’analisi necessariamente non finisce qui, ma sicuramente: la sicurezza dei lavori in copertura inizia con un
idoneo sistema di ancoraggio e prosegue con... la volontà di perseguirla.
35
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Donato Antonucci
Il Sole 24 Ore - 28.11.2011
Per gli immobili vincolati
stop ai lavori motivato
OPERE EDILIZIE. I TAR CHIEDONO
ALLE SOPRINTENDENZE
DI NON ESSERE RESTRITTIVE.
LIMITI ATTENUATI PER GLI
INTERVENTI CONTRO LE
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Quando un privato avvia un intervento per il superamento delle barriere architettoniche in un edificio vincolato, il diniego della Soprintendenza deve sempre essere
motivato. È quanto affermato dai giudici amministrativi,
e in particolare da due recenti pronunce dei Tar Lazio e
Campania.
In Italia gli immobili di proprietà privata assoggettati a vincolo storico-artistico sono molto diffusi, e un problema
che si pone frequentemente è l'eliminazione delle barriere architettoniche, qualora edifici di questo tipo siano
occupati o anche solo frequentati da soggetti disabili. Il
tema è affrontato con la legge 13/1989, in parte trasfusa
nel Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2011), e con il Dm
236/1989.
La disciplina legislativa e regolamentare riguarda sia la
costruzione di nuovi edifici, sia l'esecuzione di opere su
quelli esistenti, e tende a garantire idonee condizioni di
accesso e di fruizione da parte dei soggetti che versano
in situazione di minorazione fisica, anche in deroga alle
norme civilistiche sul condominio. In particolare, l'articolo 2 del Dm qualifica come condizione di "accessibilità" dell'edificio «la possibilità anche per le persone con
ridotta e impedita capacità motoria e sensoriale di raggiungere l'edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e
attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia».
Il diritto del portatore di handicap a svolgere una normale vita di relazione, così come delineato dal legislatore, deve essere tendenzialmente garantito anche nei
casi in cui l'immobile sia stato dichiarato di particolare
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interesse paesaggistico o storico-artistico. In questi casi,
ferma restando la necessità di ottenere la prescritta autorizzazione ai sensi degli articoli 21 e 146 del Dlgs
42/2004 prima di dar corso agli interventi, gli articoli 4 e
5 della legge 13/1989 contengono specifiche previsioni
agevolative.
Innanzitutto, è prevista la formazione del silenzio-assenso nel caso in cui le amministrazioni competenti alla
tutela del vincolo (Regioni o soprintendenze), non si pronuncino nel termine assegnato.
In secondo luogo, il diniego all'esecuzione dei lavori volti
al superamento o all'eliminazione delle barriere architettoniche potrà essere opposto «solo nei casi in cui non sia
Le norme
• Legge 13/1989 - Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
• DM 236/1989 - Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale
pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del
superamento delle barriere architettoniche.
• DPR 380/2001 - Articolo 6 e articoli 77-81 (Sezione I - Eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati)
• DLGS 42/2004 - Articoli 21 e 146 (Interventi
soggetti ad autorizzazione)
• DM 28 marzo 2008 - Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi
di interesse culturale.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
BARRIERE ARCHITETTONICHE
Le sentenze
01 QUANDO L'OPERA È ATTIVITÀ LIBERA
L'articolo 6, comma 1, lettera b) del Dpr 380/2001
considera interventi edilizi tesi al superamento delle
barriere architettoniche - quindi realizzabili in regime di attività edilizia libera solo gli interventi che
non comportino la realizzazione di rampe o di
ascensori esterni
Consiglio di Stato, sezione VI, del 24 settembre
2010, n. 7129
possibile realizzare le opere senza un serio pregiudizio
del bene tutelato».
Infine, l'eventuale diniego dovrà essere necessariamente
motivato «con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al
complesso in cui l'opera si colloca e con riferimento a
tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato».
La problematica è stata affrontata dalla giurisprudenza
soprattutto con riferimento all'installazione di rampe e
ascensori e due recenti pronunce del Tar Campania
(sede Napoli, Sezione IV, 15 settembre 2011, n. 4402) e
del Tar Lazio (sede Roma, Sezione II quater, 28 settembre 2011, n. 7597) confermano un orientamento interpretativo ormai costante del richiamato quadro
normativo, secondo cui, «sebbene dal testo e dalla ratio
della legge 13/1989 non possa desumersi la vigenza di
un principio di superabilità e derogabilità assoluta e automatica dei vincoli posti per finalità di tutela storico-culturale o paesistico-ambientale (si veda, Tar Umbria, 17
gennaio 2000, n.17), deve essere nondimeno ribadito
che nel provvedimento con il quale la Soprintendenza
esprima diniego ai fini della realizzazione di un'opera
preordinata al superamento delle barriere architettoniche debbano essere compiutamente esternate le reali e
dimostrabili ragioni di pregiudizio che il progettato intervento è suscettibile di arrecare all'interesse di tutela del
quale l'Amministrazione è portatrice».
Le due pronunce evidenziano come il legislatore abbia
operato un bilanciamento degli interessi in gioco, entrambi di rilievo costituzionale, che riguardano, da una
parte, la tutela del patrimonio storico e artistico nazionale (articolo 9 della Costituzione) e, dall'altra, la salvaguardia dei diritti alla salute e al normale svolgimento
della vita di relazione e socializzazione dei soggetti in minorate condizioni fisiche (articoli 3 e 32 della Costituzione), dando prevalenza a questi ultimi e ammettendo
il diniego dell'autorizzazione nei soli casi di accertato e
motivato "serio pregiudizio" del bene vincolato (si veda
Tar Lazio-Roma, Sezione II, 15 febbraio 2002 n.1061 e
13 maggio 2000, n.3974). In entrambi i casi le sentenze
hanno ritenuto legittimo il diniego di autorizzazione da
parte della soprintendenza, che risultava debitamente
motivato in ragione «della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al complesso in
cui l'opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato».
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
02 SILENZIO-ASSENSO SUL VINCOLO
PAESAGGISTICO
Nel caso di interventi per la rimozione delle barriere
architettoniche su immobili soggetti a vincolo paesaggistico, le Regioni o gli enti da esse delegati a rilasciare l'autorizzazione paesaggistica provvedono
entro 90 giorni dalla domanda. Secondo la legge
13/1989, la mancata pronuncia entro questo termine equivale ad assenso. Per i giudici, questo è un
caso di silenzio-assenso a tutti gli effetti, e non vale
a escluderlo il fatto che la legge 241/1990 non preveda il silenzio assenso per una serie di materie, tra
cui l'autorizzazione paesaggistica.
Tar Campania, Napoli, sezione VII, del 16 dicembre
2009, n. 8834
03 IL CASO DEL DISABILE NON RESIDENTE
La finalità della legge 13/1989 è assicurare l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici:
non è indispensabile che un portatore di handicap
sia titolare di diritti reali o di godimento sull'edificio
oggetto dei lavori, essendo unicamente rilevante
l’oggettiva attitudine dell'edificio, anche privato, a
essere fruito da parte di qualsiasi soggetto. L'erogazione degli incentivi economici (articoli 8-12) richiede invece l'effettiva residenza nell'edificio.
Tar Veneto, sezione II del 05 aprile 2007, n. 1122
04 OK TACITO ANCHE CON VINCOLO STORICO
Fermo restando il regime autorizzatorio per l'abbattimento delle barriere architettoniche in un immobile vincolato, il diniego all'esecuzione dei lavori
può essere opposto «solo nei casi in cui non sia
possibile realizzare le opere senza un serio pregiudizio del bene tutelato». Il silenzio-assenso per gli interventi contro le barriere architettoniche vale anche
per gli immobili oggetto di vincolo storico-artistico
Tar Lazio, sezione IL del 14 maggio 2007, n. 4347
05 ILLEGITTIMO IL DINIEGO NON MOTIVATO
È illegittimo il provvedimento ministeriale negativo in
ordine a progetto in variante predisposto per la realizzazione di un ascensore all'interno di edificio tutelato (in vista dell'utilizzo da parte di soggetti portatori di handicap), motivato solo con l'opportunità
di mantenere l'integrità di elementi architettonici
che costituiscono testimonianza storica dell'antica
conformazione monumentale del cortile interno e
senza indicare il danno che deriverebbe all'edificio
dalla collocazione dell'ascensore
Tar Lazio, sezione II, del 13 maggio 2000, n. 3974
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BARRIERE ARCHITETTONICHE
LE PROCEDURE
- LA MODIFICA DEL 2010 -
L’attività è libera se non è esterna
meccanismi per l'accesso ai piani superiori, ivi
compresi i servoscala;
• idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle
singole unità immobiliari;
• almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;
• l'installazione, nel caso di immobili con più di tre
livelli fuori terra, di un ascensore per ogni scala
principale raggiungibile mediante rampe prive di
gradini.
La stessa disposizione, con specifico riferimento agli
«immobili vincolati ai sensi del Dlgs 490/1999», stabilisce che i progetti debbano essere preventivamente «approvati dalla competente autorità di tutela,
a norma degli articoli 23 e 151 del medesimo decreto
legislativo» (ora articoli 21 e 146 del Dlgs 42/2004).
L'omessa pronuncia sull'istanza nei termini previsti dalla legge 13/1989 (90 giorni per i vincoli paeLa legge contiene una definizione molto precisa di
saggistici e 120 giorni per quelli storico-artistici)
«barriere architettoniche». L'articolo 2 del Dm
comporta la formazione del silenzio-assenso sul
236/1989 le definisce come:
progetto. Gli interventi dovranno comunque es1. gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la
sere realizzati anche nel rispetto delle norme antimobilità di chiunque e in particolare di coloro
sismiche, antincendio e di prevenzione degli
che, per qualsiasi causa,
infortuni.
hanno una capacità motoria riIn tema di titoli abilitativi, l'articolo
- L’ASSENSO dotta o impedita in forma per6, comma 1, lettera b), del Dpr
SECONDO IL CODICE
manente o temporanea;
380/2001 (nel testo modificato
DEI BENI CULTURALI
2. gli ostacoli che limitano o imdalla legge n. 73/2010) ha ricompediscono a chiunque la copreso nell'ambito dell'attività ediIL PROGETTO
moda e sicura utilizzazione di
DEVE ESSERE APPROVATO lizia libera anche gli interventi volti
parti, attrezzature o compoall'eliminazione di barriere archiPREVENTIVAMENTE
nenti;
tettoniche, ma alla specifica conDALL’AUTORITÀ DI TUTELA dizione che gli stessi non
3. la mancanza di accorgimenti e
segnalazioni che permettono
comportino la realizzazione di
l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e
rampe o di ascensori esterni, o di manufatti che aldelle fonti di pericolo per chiunque e in particoterino la sagoma dell'edificio. In questi casi sarà
lare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i
quindi necessario il rilascio di un titolo abilitativo.
sordi.
Inoltre, in base all'articolo 79, le opere possono esQuanto ai contenuti progettuali e alle autorizzazioni
sere realizzate in deroga alle norme sulle distanze
necessarie per gli interventi di superamento delle
previste dai regolamenti edilizi, anche per i cortili e
barriere architettoniche, l'articolo 77 del testo unico
le chiostrine interni ai fabbricati o comuni o di uso
dell'edilizia prescrive che i progetti – compresi quelli
comune a più fabbricati. È comunque fatto salvo
di ristrutturazione di interi edifici – debbano essere
l'obbligo di rispetto delle distanze dettate dagli arredatti con l'osservanza delle prescrizioni tecniche
ticoli 873 e 907 del Codice civile nell'ipotesi in cui
stabilite con il Dm 236/1989, con questo contenuto
tra le opere da realizzare e i fabbricati alieni non sia
minimo:
interposto alcuno spazio o alcuna area di proprietà
• accorgimenti tecnici idonei alla installazione di
o di uso comune.
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GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
ESTIMO
Pierdomenico Abrami
Dimensione Geometra - 11/2011
Addio al valore
agricolo medio
La sentenza n. 181 del 17 giugno 2011 della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, dell'articolo 40, commi 2 e 3, decreto del Presidente della
Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità) e di una serie di dispositivi
di legge celeberrimi per gli addetti ai lavori in materia di
espropri, che qui per comodità si riassumono.
Sono l'art. 5-bis, comma 4, del decreto-legge 11 luglio
1992, n. 333 (Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla
legge 8 agosto 1992, n. 359, in combinato disposto con
gli articoli 15, primo comma, secondo periodo, e 16,
commi quinto e sesto, della legge 22 ottobre 1971, n.
865 (Programmi e coordinamento dell'edilizia residenziale pubblica; norme sulla espropriazione per pubblica
utilità; modifiche e integrazioni alle leggi 17 agosto 1942,
n. 1150; 18 aprile 1962, n. 167; 29 settembre 1964, n.
847 ed autorizzazione di spesa per interventi straordinari nel settore dell'edilizia residenziale, agevolata e convenzionata), come sostituiti dall'art. 14 della legge 28
gennaio 1977, n. 10 (Norme per la edificabilità dei suoli).
Certamente si tratta di una sentenza storica, che sancisce la necessità di applicare i medesimi criteri per la
determinazione delle indennità di esproprio sia per le
aree edificabili che per quelle agricole o comunque non
edificabili.
GEOIDE GEOMETRA INFORMAZIONI TECNICHE • 1/2012
La Corte mette la parola fine alle lunghe discussioni intorno al più puntuale e corretto giusto indennizzo, tra i
convinti che il ristoro migliore da attribuire all'espropriato
fosse quello di riconoscere il valor venale del terreno e
coloro che invece, in nome dell'interesse collettivo, giustificavano una penalizzazione delle aspettative dei soggetti espropriati, applicando i valori tabellari.
La pronuncia, tra l'altro, si conforma a quanto esprime al
riguardo, la Corte Europea per i diritti dell'uomo e cioè
che I'indennizzo in caso di espropriazione, deve essere
commisurato al valore di mercato del suolo.
A questo punto è lecito attendersi, che gli effetti della
pronuncia della Consulta si faranno sentire anche sulla
determinazione delle indennità spettanti agli eventuali fittavoli e alle maggiorazioni previste negli accordi bonari o
per i coltivatori diretti. Per non parlare poi dei riflessi e
degli interrogativi che si apporranno nel merito dell'applicabilità generalizzata dei principi della sentenza e sulle
conseguenze di questa, nei procedimenti e nelle controversie in corso.
Per questo, è certamente auspicabile un sollecito intervento del legislatore volto a colmare il vuoto legislativo
venutosi a creare. Di sicuro i protagonisti delle vicende
espropriative si troveranno nell'incertezza e anche nell'imbarazzo, consapevoli dei rischi che le prossime scelte
assunte in materia, potrebbero venire inficiate da successivi provvedimenti.
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