© 2008 C. Malatesta Una esperienza pilota di welfare comunitario in
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© 2008 C. Malatesta Una esperienza pilota di welfare comunitario in
Una esperienza pilota di welfare comunitario in uno dei municipi del Comune di Roma ad alta presenza di popolazione anziana Carla Malatesta (Coop. Soc. Meta, Roma) Il progetto sperimentale del “centro servizi per l’orientamento e il benessere del cittadino anziano - viaTerninove”, inizia le sue attività nel maggio 2004, su affidamento in convenzione (successivamente ad avviso pubblico) da parte del IX Municipio del Comune di Roma alla Cooperativa Sociale META onlus, in attuazione del 1° Piano di Zona Municipale 2003 (legge 328/2000). Nel Piano di Zona veniva posta in evidenza la necessità di attivare interventi per favorire l’abbattimento delle liste di attesa per l’assistenza domiciliare, attraverso “un servizio di assistenza leggera per un numero elevato di utenza” nel quale sperimentare soluzioni innovative per affrontare il problema più generale dell’aumento della domanda sociale legata al progressivo invecchiamento della popolazione. Contesto Territoriale: IX Municipio del Comune di Roma Il contesto territoriale in cui è stato realizzato il progetto è emblematico per quanto riguarda la composizione demografica: con i suoi 131.210 abitanti, risulta essere al 2° posto nel Comune di Roma per presenza percentuale di cittadini anziani (32.391 unità corrispondenti al 24,7% della popolazione residente, contro il 19,07% della media cittadina) e tra quelli con un indice di vecchiaia più elevato (242, 8, mentre la media cittadina è di 164,6)1. Nel IX municipio sono attivi tutti i servizi sociali e di integrazione socio-sanitaria dedicati alla popolazione anziana, omogeneamente presenti nella totalità dei municipi del Comune di Roma: SAISA - assistenza domiciliare -, Centro Diurno - Unità Alzheimer e Anziani Fragili -, servizio di Dimissioni Protette. Già all’avvio del primo progetto questa 1 www.comune.roma.it Uff. Statistiche e censimenti - Annuario 2003 © 2008 C. Malatesta offerta standard risulta però inadeguata a far fronte alla crescente e diversificata domanda sociale dei numerosi anziani residenti. Evidenza rafforzata da alcuni elementi di criticità emersi dall’analisi ex ante sviluppata in sede progettuale presenti sia nel sistema complessivo, che nei singoli servizi offerti. In particolare si evidenzia che: • • • • • • • • La limitatezza delle risorse economiche destinate alla spesa sociale non permette di soddisfare la crescente domanda universalistica di aiuto; la lista di attesa per i servizi domiciliari spesso contiene una generica domanda di aiuto, che non trova sufficienti spazi e strumenti di accoglimento e di decodifica strutturati, tali da orientare il ricorso ad interventi importanti come i servizi domiciliari, solo dove realmente necessario; i sistemi di presa in carico tradizionali risultano essere impostati su una forte standardizzazione delle prestazioni, a discapito della flessibilità e della personalizzazione del progetto assistenziale; l’assenza di interventi di sostegno e di accoglienza a bisogni sociali temporanei, sia lievi che medio-gravi, determina una scarsa possibilità di intercettazione della domanda prima dell’insorgere del disagio acuto e quindi di una reale azione di prevenzione; l’accesso ai servizi tradizionali avviene soprattutto nei casi in qualche modo inseriti in una rete informale efficiente (tale da sapere dove e a chi chiedere aiuto), mentre situazioni di grave esclusione sociale spesso approdano ai servizi troppo tardi; l’accesso ai più generali diritti di cittadinanza può risultare molto complesso per le persone anziane, ma anche ai loro familiari che si trovano spesso a doversi misurare da soli con i “labirinti della burocrazia”; la difficoltà a sviluppare un’azione di sistema complessiva sia tra i servizi tradizionali dell’area anziani che tra questi e i servizi sanitari, genera frammentarietà e sovrapposizioni di interventi e di informazione; la scarsa integrazione con altri attori pubblici e privati (associazionismo, volontariato) non consente di ottimizzare le risorse e sviluppare una maggiore efficacia/efficienza delle risposte possibili. Il progetto Da queste considerazioni è nato il progetto sperimentale del Centro Servizi la cui finalità è quella di svolgere azioni di sostegno per la generalità della popolazione anziana residente nel IX Municipio, soprattutto verso quei cittadini che per condizioni sociali, economiche e sanitarie si trovano a rischio di esclusione. Azioni integrative e complementari ai servizi tradizionali (assistenza leggera) che, attraverso lo sviluppo di attività dirette, di rete e di ottimizzazione delle risorse pubbliche e private, mira a differenziare e moltiplicare le possibilità di risposta alla domanda sociale. Gli obiettivi generali del progetto possono essere riassunti in: - sviluppare una forte attività di prevenzione al disagio acuto intercettare e accogliere un numero maggiore di richieste di aiuto decodificare e monitorare una domanda sociale molto eterogenea fornire a questa risposte meno standardizzate e più adeguate ai bisogni reali, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse disponibili © 2008 C. Malatesta Allo scopo di potenziare i servizi dedicati ai destinatari finali e produrre un sistema di prevenzione al disagio risulta fondamentale sviluppare interazioni e processi di comunicazione e collaborazione con il territorio nelle sue diverse articolazioni formali e informali. Il focus del progetto viaTerninove è quindi posto sul lavoro di rete e di prossimità rivolto al sistema-territorio nel suo complesso, per sviluppare un collegamento forte con la rete locale dei servizi pubblici e privati; offrire un sostegno alle dimensioni familiari e informali, di solidarietà e buon vicinato e, più in generale, favorire l’attivazione di percorsi partecipativi della comunità locale. Soggetti Coinvolti I soggetti coinvolti in maniera diretta e spesso non formalizzata, risultano essere la totalità delle risorse pubbliche (fortemente coinvolti i servizi ASL) e private presenti nel territorio del IX Municipio ed altre a carattere cittadino. Il lavoro di rete costituisce pertanto, una delle azioni costanti, basilari e strategiche del servizio, fondato su una continua interrelazione tra le diverse risorse disponibili. E’ necessario per sviluppare sinergie per incoraggiare l’emersione della domanda, la partecipazione diffusa e trovare possibili risposte comuni. Questa modalità di intervento costituisce un modo di pensare il lavoro sociale, che è parte integrante dell’approccio operativo. Il Centro Servizi, infatti, non si concepisce come elemento autosufficiente e concluso nella prestazione, ma come parte o nodo di scambio, il cui prodotto “orientato al cliente” è dato dai contributi parziali di ciascun altro nodo, compresa l’attivazione e il rafforzamento delle reti sociali – familiari, amicali, di buon vicinato e la presenza dei volontari. Nel lavoro di rete verso le risorse territoriali il Centro Servizi: stabilisce rapporti con uffici pubblici di attiguità progettuale e di interesse per le problematiche dell’utenza (principalmente dell’area sanitaria - uffici ASL, ospedali di zona, ecc. - Inps, Patronati, servizi comunali vari, uffici postali, ecc.) al fine di stabilire accordi e forme di collaborazione operativa; promuove rapporti con testimoni privilegiati (medici di base, esercenti, farmacisti, ecc.) al fine di sviluppare una maggiore capacità di intercettazione delle situazioni di disagio grave, verso le quali il centro interviene tempestivamente. promuove collaborazioni e scambi con le parrocchie, i centri anziani, il volontariato e l’associazionismo locale al fine di trovare forme di interazione operativa, nel rispetto della “cultura” e dei mandati di ciascuna organizzazione; coordina e raccorda le diverse figure (reti naturali e formali) che ruotano attorno all’utente per evitare sovrapposizioni, ricomporre e armonizzare compiti e competenze in uno spirito di scambio e di reciproca valorizzazione, a beneficio degli utenti/cittadini della comunità; promuove e diffonde il progetto allo scopo di creare attenzione e una cultura di sensibilità sociale verso la problematica degli anziani a rischio; accoglie proposte e realizza incontri pubblici di approfondimento tematico, in sede in collaborazione con altri organismi del territorio. Attività La complessità delle azioni del Centro Servizi possono essere riassunte in quattro macroaree di intervento, tutte strettamente correlate e di reciproco rinforzo all’interno di un unico processo operativo dinamico e variamente articolato. © 2008 C. Malatesta 1. sportello di front line e porta sociale: Lo sportello di front line rappresenta il punto di contatto con il territorio e l’utenza per informazioni, orientamento e counseling; accesso diretto alla presa in carico per utenti autosegnalati e/o eterosegnalati; incontro con la domanda sociale, accoglimento di segnalazioni, proposte e richieste. E’ uno sportello specializzato in tematiche relative alla terza età, rivolto non solo ai destinatari finali e ai loro familiari, ma anche un punto di riferimento per tutti i cittadini e organizzazioni che vogliono segnalare situazioni problematiche di persone anziane. Un punto di contatto che è parte integrante del sistema di welfare locale e che costituisce uno dei nodi municipali di ingresso al sistema territoriale dei servizi. Occorre infatti specificare che le attività di “sportello” sono parte costitutiva della presa in carico leggera e non vanno confuse con un semplice scambio informativo, quanto piuttosto costituiscono una macrofunzione molto più complessa. E’ infatti lo “sportello” che accoglie e decodifica la domanda, che avvia il processo di presa in carico (prima del Centro Servizi prerogativa esclusiva del Servizio Sociale Municipale), che connette la domanda alle risorse, che attiva collaborazioni, che invia e raccorda un circolo virtuoso di comunicazione e scambio all’interno del territorio. 2. promozione della cittadinanza attiva: la metodologia utilizzata da viaTerninove punta a favorire l’attivazione di percorsi partecipativi e di solidarietà. In tal senso è catalizzatore di iniziative provenienti da organismi esterni al servizio, che trovano nel centro lo spazio per offrire ulteriori possibilità di sostegno ai cittadini, non solo anziani. E’ il caso di gruppi di auto-mutuo aiuto per il sostegno al lutto realizzati da un’associazione di volontariato, gruppi di auto-mutuo aiuto per familiari di malati di Alzheimer, incontri di approfondimento su tematiche relative alle problematiche dell’utenza o di carattere ludico e culturale (visite guidate in città, laboratori, ecc.), spesso realizzate in collaborazione con tecnici di strutture pubbliche o da cittadini esperti volontari, venuti in contatto con il Centro in vario modo. In sintesi si può definire il Centro Servizi un laboratorio sociale che tende a generare e sviluppare capitale sociale: questo aspetto costituisce l’ambizione ultima del progetto sperimentale, perché ridefinisce il servizio sociale non tanto in termini di strutture e prestazioni, quanto di processi interorganizzativi e fortemente relazionali. 3. back office e lavoro di rete: La complessità e l’articolazione delle attività del centro richiedono un forte impegno di back office sia per attività dirette (tutto ciò che attiene alla presa in carico) che indirette (lavoro di raccordo e di rete con le risorse territoriali e le reti naturali), nonché tutte le attività di monitoraggio del servizio e di aggiornamento degli strumenti di registrazione, implementazione e verifica. Tutto il sistema del Centro Servizi è supportato da una Banca Dati Utenti realizzata ad hoc, nella quale vengono raccolti i dati anagrafici e socio ambientali dei singoli utenti in carico ai servizi all’area anziani municipale. Questi dati sono resi disponibili on line al Segretariato Sociale e al Servizio Sociale Anziani del Municipio, per un monitoraggio e verifica in tempo reale degli utenti in carico, delle loro caratteristiche e del flusso di utenza tra i servizi, con il vantaggio di conoscere in maniera tempestiva l’utenza, evitare sovrapposizioni di intervento e promuovere un’azione di sistema d’area. 4. assistenza leggera Il servizio di Assistenza Leggera è una presa in carico differenziata per livello di bisogno: dalla promozione dei diritti di cittadinanza all’utenza a rischio di isolamento sociale. Si caratterizza come percorso assistenziale di tutela, attraverso interventi diretti e di attivazione delle soluzioni/risorse possibili (dell’utente stesso, dei familiari, dei servizi pubblici, del volontariato, ecc.), soprattutto verso quegli anziani che presentano una particolare fragilità sociale. L’assistenza leggera si compone di attività © 2008 C. Malatesta variamente articolate nel tempo e nell’intensità, attraverso progetti fortemente individualizzati e condivisi con il S.S. Municipale, definiti sulla base della complessità e/o problematicità del bisogno, delle specifiche necessità contingenti e della unicità e globalità di ciascun utente. L’analisi del bisogno in relazione alle risorse dell’anziano determina la maggiore o minore intensità di attivazione del centro servizi e la diretta o meno erogazione di interventi: Orientamento alla fruizione ed accesso a risorse e servizi e consulenze specialistiche (sportello Caf e Patronato disponibili in sede) Sostegno nelle piccole difficoltà della vita quotidiana Monitoraggio telefonico e domiciliare Attivazione, mediazione e sostegno alle reti di prossimità Sostegno alla vita di relazione e promozione dell’agio Attivazione e raccordo con servizi pubblici specialistici accompagnamento e invio verso altri servizi d’area, territoriali e/o residenziali Metodologia e ruolo dell’operatore sociale Partendo dal concetto che l’obiettivo generale dei servizi alla persona è operare per “la migliore possibile qualità della vita” dell’utente, la metodologia che caratterizza l’azione del Centro servizi è la presa in carico dell’utente nella sua globalità. Ciò significa un approccio fortemente personalizzato non riconducibile all’erogazione di prestazioni predefinite e standardizzate, quanto centrato sul processo messo in atto a partire dalla storia personale di ciascun anziano. La metodologia adottata è di tipo sistemicorelazionale, con un forte orientamento al lavoro di prossimità e di rete, centrato sulle risorse potenziali e disponibili sia dell’anziano che della comunità, in senso ampio. Nella presa in carico globale si crea un modello relazionale circolare tra operatore, utente e risorse, che vede nella valorizzazione dei legami naturali degli utenti e nel coinvolgimento costante di tutti i soggetti che partecipano al processo di cura (utente stesso, familiari, volontari, servizi pubblici, ecc.), le azioni prioritarie per la riuscita dell’intervento. Questa modalità assume particolare rilievo nella dimensione locale dell’intervento sociale, in quanto luogo di prossimità e di partecipazione estesa ai molti soggetti che producono e gestiscono benessere. Presuppone un lavoro sulle potenzialità e sulla fiducia che le risorse, se attivate e sostenute, possono moltiplicare le possibilità di risposta al disagio. Nell’esperienza di viaTerninove questa metodologia ha ridisegnato il ruolo dell’operatore sociale prefigurando uno specialista delle connessioni tra il sistema familiare e il sistema dei servizi pubblici, di mercato e di volontariato, dove ciascun attore contribuisce a soddisfare un aspetto del bisogno sempre più multidimensionale. Il presupposto di fondo risiede nel fatto che l’operatore sociale “crede nella capacità di azione dei suoi utenti, dei gruppi familiari e della comunità, li riconosce competenti, riconosce l’esperienza degli altri attori e li sostiene nella messa in gioco”. (Folgheraiter, F.,1999). E’ un approccio in cui l’operatore rappresenta la figura di coordinamento che Malcom Payne (Payne, M., 1998) definisce “care manager”2 (gestore delle cure). Un professionista come punto di riferimento per la rete di cure necessarie, che favorisce il buon coordinamento delle risorse e degli interventi teso ad evitare sovrapposizioni, 2 Diverso dal “case manager” (lo specialista dell’organizzazione delle risorse per l’assistenza alla persona) teso a contenere i costi e creare delle risposte flessibili ai bisogni di assistenza, con un’attenzione particolare alle necessità del sistema di protezione sociale prima che dell’utente finale. © 2008 C. Malatesta ricomporre e armonizzare compiti e competenze, a beneficio dell’utente finale e che utilizza il principio metodologico dell’empowerment. Gli operatori del Centro Servizi hanno fatto proprio questo riferimento concettuale proponendosi come veicolo e nodo di comunicazione tra persone e servizi molto poco abituati a parlare tra loro. Non rappresentano una figura di coordinamento autorevole per ruolo istituzionale; lo sono in quanto costantemente presenti e ascoltanti. Profondi conoscitori dei meccanismi organizzativi e istituzionali degli attori coinvolti nel processo collettivo di presa in carico, capaci di mediare tra le diverse culture di intervento in gioco. Un ruolo sempre meno di erogatore di prestazioni quanto di “regia di attivazione” delle risorse possibili, nella consapevolezza di essere nodo di una rete e “agente di connessione” volta a favorire e sostenere un circolo virtuoso di partecipazione e coesione sociale. La qualità tra organizzazione e professionalità In questi anni di esperienza viaTerninove ha sviluppato in itinere un peculiare modello di intervento sociale, nel quale sono stati ridefiniti i tradizionali aspetti di presa in carico, di modalità di accesso e di erogazione, spesso anche modificando alcuni presupposti progettuali. Si tratta di processi flessibili e fortemente personalizzati, il cui punto di forza risiede nella standardizzazione delle procedure di lavoro (con il supporto di strumenti informatici) e nella costante condivisione e confronto metodologico interno all’equipe. Se infatti il progetto individualizzato è svincolato da prestazioni predefinite, l’individuazione dell’intervento più adatto a quel singolo caso è frutto della capacità di relazione, di lettura del bisogno espresso, della creatività nell’individuare soluzioni all’interno di uno stesso quadro metodologico di riferimento, da parte dell’operatore. La qualità dell’intervento e la professionalità degli operatori coinvolti sono aspetti, infatti, strettamente connessi, saldati insieme dall’essenza stessa del lavoro sociale che è costituito dal rapporto tra persone, nel quale ciascuno mette in gioco parte di sé. La professionalità è quindi legata ad un equilibrio dinamico tra competenze e abilità il cui risultato è una relazione efficace. La ricerca della qualità, per la natura stessa del bene prodotto (immateriale e relazionale), implica la possibilità di verificare in itinere, ed eventualmente modificare, i processi messi in atto dal servizio e dagli operatori stessi. Questa capacità di miglioramento continuo presuppone un atteggiamento riflessivo e disponibile al cambiamento procedurale dell’organizzazione, ma anche personale dei singoli operatori. Pertanto per un servizio di qualità, oltre a predisporre azioni tecniche gestionali efficienti, l’organizzazione ha il compito di sostenere e curare il capitale sociale interno. Significa in altre parole, riconoscere e valorizzare nel gruppo di lavoro la capacità riflessiva e di cambiamento, in un clima di reciproca fiducia. Significa garantire spazi (riunioni di equipe e supervisione esterna professionale) di condivisione e di confronto sullo stile personale, sulle difficoltà e soluzioni, generando la possibilità di elaborare nuove modalità comuni che favoriscano e restituiscano l’identità del servizio e il senso del proprio lavoro. Risultati di sistema raggiunti L’azione strategica del Centro Servizi ha sviluppato in questi anni un forte collegamento con tutto il contesto locale, accreditandosi come punto di riferimento per tutte le problematiche legate alla terza età. Un servizio dalle tempestive capacità di risposta, sia verso gli utenti diretti e i loro familiari, che nei confronti delle segnalazioni e invii da parte di altri servizi territoriali (medici di base, servizi ASL, parrocchie, ecc.). Ciò ha permesso una © 2008 C. Malatesta reale attività di prevenzione e la nascita di una cultura diffusa di attenzione e di intercettazione delle situazioni più a rischio. Inoltre, uno degli obiettivi più significativi raggiunti ha riguardato il superamento della frammentarietà dei servizi municipali dell’area anziani, che oggi permette l’intercettazione di un grande numero di utenti a rischio e il loro inserimento in un circuito di tutela all’interno del quale l’anziano viene preso in carico e, laddove necessario, accompagnato via via ai servizi più idonei per lo specifico stato di bisogno. L’attivazione del Centro Servizi viaTerninove (dal maggio 2004) in una sintesi non esaustiva ha prodotto: - - - Azione di sistema: si è realizzata una forte strategia di integrazione tra Ente locale e Ente gestore, attraverso la standardizzazione di processo e la banca dati on line, permettendo il monitoraggio dei flussi dell’utenza ed evitato sovrapposizioni e dispersioni di risorse. Una gestione integrata che ha reso possibile l’accoglimento di una domanda multidimensionale, una presa in carico condivisa e accompagnata all’interno del circuito complessivo dei servizi d’area, superando l’approccio alla lettura del bisogno secondo categorie di risposte predeterminate dal sistema dei servizi. Ampliamento della capacità di accoglimento della domanda sociale: il numero medio mensile degli anziani inseriti nei diversi Servizi Sociali del IX Municipio è passato dai circa 210 dei soli servizi tradizionali, ai circa 650 con l’apertura del Centro viaTerninove. Nell’anno 2007 il numero di utenti anziani complessivamente intercettati dal Centro Servizi è stato di circa 900. Contenimento della lista di attesa per l’accesso al servizio di assistenza domiciliare: i tempi di accesso risultano ancora piuttosto lunghi (a causa della scarsità e incertezza delle risorse economiche disponibili), ma è qualitativamente diversa la tipologia degli anziani che ne fanno richiesta. Attraverso l’azione di supporto alle situazioni a rischio e la conoscenza diretta dei casi, le liste sono sgrossate da richieste di aiuto generiche, per le quali interviene il Centro Servizi, ferma restando la possibilità per qualunque cittadino di richiedere autonomamente il Servizio Domiciliare Bibliografia Donati, P., Folgheraiter, F. (a cura di), 1999, Gli operatori sociali nel welfare mix, Roma, Erickson Payne, M., 1998, Case management e servizio sociale, Trento, Erickson © 2008 C. Malatesta