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Edizione PREMIum Karpos Karpòs alimentazione e stili di vita Anno III - N° 5 Maggio - Giugno 2014 Poste Italiane spa Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - Cesenatico w w w. k a r p o s m a g a z i n e . n e t Pomodoro da mensa Ciliegie Valle Sacra Vermeer Frutteti in fiore CIBUS L’agroalimentare e l’Europa EDITORIALE L’agroalimentare e l’Europa Renzo Angelini Direttore editoriale Le recenti elezioni per il Parlamento Europeo mi hanno suggerito alcune riflessioni su temi che, nella fase competitiva della campagna elettorale, paradossalmente non hanno fatto parte del dibattito costruttivo tra le parti in gioco. Il settore agroalimentare italiano è il comparto economico nazionale che ha meglio assorbito lo shock della lunga crisi che sta martoriando il Paese. Dal 2007 al 2013 il suo fatturato complessivo è aumentato del 6,5%, a fronte di una perdita nello stesso periodo del 15% del comparto manifatturiero. Sembrerebbe sensato dunque immaginare che le nostre industrie, i nostri imprenditori agricoli, debbano essere considerati una delle risorse fondamentali per il rilancio del Paese. Ma i numeri spesso non ci raccontano tutta la verità. Infatti ad uno sguardo attento sulla composizione dei valori del settore, appare subito una criticità molto insidiosa. Il 97% del fatturato complessivo è divorato dai costi di produzione; l’utile aziendale è limitato al preoccupante 3%. Cosa significa? Costi troppo alti per il consumatore e mancanza di risorse per l’innovazione dei processi produttivi e di marketing (solo per fare un esempio: con margini così risicati e con l’impossibilità di accedere ai finanziamenti di un sistema bancario anoressico, i nostri imprenditori hanno difficoltà nel trovare sbocchi sui mercati Esteri, pur in presenza di una domanda crescente di prodotti Made in Italy). Ad eccezione di Melinda, la straordinaria filiera produttiva delle mele del Trentino, le nostre altre eccellenze sono caratterizzate da una eccessiva frammentazione del tessuto produttivo. A dire il vero altri Consorzi stanno facendo miracoli, penso ai produttori emiliani di pesche e nettarine o alla rete pugliese di produttori di uva da tavola, ma la creazione dell’effetto filiera richiede risorse da investire nelle politiche di brand necessarie per l’apertura di mercati Esteri e per aumentare la domanda interna. Ed eccoci di nuovo all’Europa. Si può dire che il sostegno all’agroalimentare sia nel recente passato l’unico aspetto veramente fecondo del Governo Europeo. L’Unione ha investito e investirà molte risorse in questo comparto strategico. Sinora il nostro Paese si è distinto per inefficienza e utilizzo marginale delle risorse. Con questo voglio sottolineare che di solito non utilizziamo questi investimenti come una leva per la crescita, ma solo per dare sostenibilità a criticità locali. Mancano progetti per il futuro. Mancano idee per modernizzare le nostre filiere. Il mio auspicio è che si prenda il grande rinnovamento del Parlamento Europeo come stimolo per avviare una tempestiva fase progettuale, capace di individuare criticità e soluzioni, per poi orientare le risorse europee alla crescita della domanda e dei mercati. A questo punto non posso trattenermi dall’esprimere la mia opinione. Noi non stiamo comunicando con efficacia le nostre eccellenze, non stiamo valorizzando i nostri marchi. A mio avviso questa è una carenza che potremmo risolvere il tempi brevi. Ma solo se inaugureremo una fase progettuale diversa dal passato e se investiremo con maggiore efficienza risorse che l’Europa ci mette a disposizione. 03 EDITORIALE RENZO ANGELINI Karpòs Magazine MAGGIO - GIUGNO 2014 Direttore editoriale Renzo Angelini Direttore responsabile Lamberto Cantoni Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 variazione in corso di registrazione Proprietario ed editore della testata Karpòs S.r.l. Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC) CF 04008690408 - REA 325872 Grafica Francesca Flavia Fontana Giulia Giordani [email protected] Raccolta pubblicitaria Per contatti cell 335 6355354 [email protected] Relazioni Esterne Stefania Valentini [email protected] (+39) 347 4389829 Stampa Centro Stampa Digitalprint Srl Via A. Novella, 15 47922 Viserba di Rimini (RN) Tel. 0541 - 742974 / 742497 e-mail: [email protected] CALEIDOSCOPI 03 L’Agroalimentare e l’europa Renzo Angelini 32 la ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli 100 I teli di lino bianco di Ruisdael, il carretto di Constable e l’invadenza della luce di Turner Lamberto Cantoni 136 CIbus Stefania Valentini 10 Pomodoro da mensa Luciano Trentini 56 6 la valle sacra Renzo Angelini 7 116 frutteti in fiore Renzo Angelini AGrifood Con i piedi per terra 8 30 31 54 96 97 98 115 Per le fotografie: pag. 14 Idromeccanica Lucchini da pag. 32 a 39 Stefano Lugli pag. 41, 43, 44, 46, 49 a 51 Stefano Lugli pag. 40-41 e 43-47 Consorzio Ciliegia di Vignola IGP pag. 42 Valfrutta Fresco pag. 48 e 52 Giuliano Puglia Fruit pag. 100 ©TATE, London 2014 pag. 103 L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis acquisito nel 1827 pag. 104-105 ©Bank of England pag. 106 © Dulwich Picture Gallery, London pag. 107 Guildhall Art Gallery, City of London pag. 108-109 L’Aia, Gabinetto reale di pitture Mauritshuis acquisito nel 1975 pag. 110 Colchester and Ipswich Museums Service pag. 111 ©TATE, London 2014 pag. 112-113 Londra, Museum of London pag. 114 Collection of the Duke of Northumberland, Alnwick Castle pag. 118-119-124-125 Paolo Bacchiocchi Tutte le altre fotografie: © Renzo Angelini In copertina: Foto Renzo Angelini Mionetto mac fruit olive oil Buonamico Galzignano mortadella Emirato RAS Italia del vino @ Diffusione online Karpòs Magazine viene inviato gratuitamente a una community di oltre 200.000 destinatari; consumatori, università, istituzioni, industrie, Grande Distribuzione Organizzata, Ho.Re.Ca. fornitori di mezzi tecnici e servizi, associazioni, agroindustrie, produttori, tecnici e centri media. www.karposmagazine.net Distribuzione in abbonamento: on line tramite carta di credito, bonifico bancario, cartolina postale (scaricabile del sito www.karposmagazine.net cliccando su contatti) oppure chiamare il numero +39 347 4389829 Edizione “Premium” Abbonamento annuale = 84€ copie arretrate 12€ a copia (salvo disponibilità). Edizione “Country” Abbonamento annuale = 42€ copie arretrate 7€ a copia (salvo disponibilità). Non si restituiscono testi, immagini, supporti elettronici e materiali non espressamente richiesti. La riproduzione anche parziale di articoli e illustrazioni è vietata senza espressa autorizzazione dell’editore in mancanza della quale si procederà a termini di legge per la quantificazione dei danni subiti. L’editing dei testi, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze, limitandosi l’editore a scusarsene anticipatamente con gli autori e i lettori. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo ha scritto e pertanto ne impegna la personale responsabilità. Le opinioni e, più in generale, quanto espresso dai singoli autori non comportano alcuna responsabilità da parte dell’editore anche nel caso di eventuali plagi di brani da fonti a stampa e da internet. Karpòs rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare. CALEIDOSCOPIO CALEIDOSCOPIO Passione Verde la qualità di una firma italiana al giusto prezzo. Affidati alla sicurezza di un grande marchio, metti in tavola Agrifood. 06 Agrifood, player di riferimento sul mercato italiano nella produzione di verdure surgelate, racconta Passione Verde, la linea di prodotti destinati a soddisfare le esigenze di gusto, qualità e benessere di tutta la famiglia. La linea nasce in risposta alla passione degli italiani per la cucina e rappresenta, grazie all’ampio numero di referenze previste tra verdure e aromi, la soluzione ideale per soddisfare le diverse esigenze della tradizione culinaria italiana. Grazie a Passione Verde la garanzia e la bontà Agrifood sono oggi alla portata di tutti ed entrano nelle nostre case per arricchire i piatti attraverso il sapore e la certificazione di verdure e aromi buoni e sicuri. L’azienda fonda, infatti, la propria linea produttiva sul controllo accurato di tutta la filiera: dalla scelta del seme, fino al confezionamento e alla distribuzione nei banchi freezer, tutto è certificato e garantito per una promessa di qualità ai consumatori ad un prezzo accessibile. Una vera garanzia di gusto e freschezza, che assicura a tutti il sapore vero degli aromi e delle verdure di stagione appena raccolti. La qualità conquista le mamme, il sapore e il colore catturano i favori anche dei bambini più reticenti. Impossibile non notare Passione Verde nei banchi freezer dei supermercati e ipermercati, i prodotti della linea presentano infatti un packaging pratico, innovativo e di grande impatto. Gli Aromi in particolare hanno permesso all’azienda di vincere il Concorso “Ecosostenibilità” al Tutto Food 2013: godono, infatti, di un pratico dosatore “apri e chiudi” che può essere maneggiato comodamente e riposto nel congelatore senza il rischio di fuoriuscita del prodotto, oltre che impilato nel banco freezer, in quanto laterale. Inoltre i packaging utilizzati consentono di ottimizzare gli imballi e di rispettare l’ambiente in quanto richiedono ben il 75% in meno di PET rispetto ai packaging più tradizionali. Le Verdure e gli Aromi Passione Verde diventano dunque il nostro miglior alleato in cucina, non solo in quanto pratici e comodi perché già puliti e pronti da cucinare, buoni, selezionati, raccolti e subito surgelati a garanzia della freschezza, ma anche grazie alle numerose varianti che prevedono. Tra le Verdure ricordiamo: Bieta Erbetta, Cicoria, Cima di rapa, Spinaci, Verza nella nuova porzione “Foglia a Foglia”; i Fagiolini fini e i Fagiolini Finissimi, i Piselli Fini e i Piselli Finissimi, le Patatose al Forno, Il Minestrone Tradizionale e il Minestrone di legumi, i Broccoli, i Carciofi, le Carotine, le Verdure in Pastella, i Fagioli Borlotti e i Funghi Champignons. Da citare poi tra i pratici Aromi: il Basilico e il Prezzemolo Tritato, il Misto per Soffritto, la Cipolla a cubetti, l’Aglio e il pratico mix Aglio & Prezzemolo. Tante le ragioni dunque per cercare la linea Passione Verde nel banco freezer dei maggiori supermercati e ipermercati della Penisola. Affidati alla qualità di Agrifood, scegli Passione Verde, il gusto italiano che sigilla la bontà! www.agrifood.it CALEIDOSCOPIO “Con i piedi per terra” : l’importanza dell’acqua riso, pesce e irrigazione Mese di passaggio tra la primavera e l’estate anche se ormai le stagioni non ci azzeccano, a giugno un tema diventa di grande attualita’, ed e’ quello dell’acqua, in particolare per quel che riguarda l’irrigazione agricola legata a colture di qualita’. Si parla di frutticoltura ma non solo, perche’ l’acqua e’ fondamentale ad esempio per il riso, e cosi’ seguiremo le semine direttamente in Valtellina, area vocata del nostro paese, primo produttore risicolo europeo. Acqua fondamentale per la pesca ma anche per l’acquacoltura, come dimostra una bella esperienza legata al biologico e avviata in Emilia Romagna con il pesce di valle bio a Valle Bertuzzi (Po di volano), una delle valli più belle in cui vengono allevate in modo completamente naturale (senza mangimi e medicinali) cefali, orate e branzini… “a chilometro zero”, certificati Bio e Qc. Ma l’acqua coinvolge anche le scuole, con il concorso dell’Urber ( l’unione bonifiche regionali) dal titolo appunto “Acqua da magiare”, ovvero come racconteresti ad un visitatore straniero la stretta relazione tra l’acqua e il cibo prodotto dal tuo territorio nel rispetto dell’ambiente?” Un tema anche in chiaveExpo 2015 “Nutrire il Pianeta”: che senza l’acqua è impossibile. Seguiremo l’evento culminante a Piacenza. Ma c’e’ un altro concorso che arriva al capolinea ed e’ quello di Coldiretti campagna Amica, di cui seguiremo le premiazioni per conoscere i lavori delle classi vincitrici , insieme ai bambini delle elementari… Tempo di grano, con visite ai campi varietali allestiti nelle aree piu’ importanti sia per frumento tenero che duro, con test sulle principali varieta’, e anche novita’ dal punto di vista sementiero ed agronomico. Proseguono anche le nostre rubriche : “Sapori d’Italia”, itinerari enogastronomici lungo la penisola, e “Lune e cieli”, superstizioni , tradizioni, santi e proverbi raccontati da Andrea Malossini e ambientati negli agriturismi italiani. Nelle foto • Andrea Malossini, conduttore della rubrica Lune e cieli • Gabriella Pirazzini, in visita ai campi varietali di frumento • Un angolo di tavola di Sapori d’Italia • Dozza, borgo del vino, borgo della storia, con la rocca di caterina sforza e il Muro dipinto 07 CALEIDOSCOPIO Grande successo di Mionetto al Vinitaly 2014 In un ambiente sofisticato e di grande personalità dedicato al brand, la storica cantina di Valdobbiadene ha presentato a Verona un’anteprima assoluta: il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Millesimato ‘Rive di Santo Stefano‘. CALEIDOSCOPIO Nel 2013 Mionetto registra un fatturato in crescita a 56.5 milioni di euro, +5,1% in Italia e un boom delle vendite in USA con una crescita a volume del +28%. 10 Sotto il segno distintivo di ‘Design del Gusto’, quel filo di pensiero divenuto strategia e focalizzato sul connubio tra immagine e contenuto, Mionetto si è presentata quest’anno all’appuntamento fieristico più importante in Italia per il settore enologico con un’anteprima assoluta: il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Millesimato “Rive di Santo Stefano”, l’ultima preziosa novità dell’esclusiva “Luxury Collection”, la linea di prodotti d’eccellenza dedicati all’Ho.Re.Ca. Spumante dal colore giallo paglierino accompagnato da lievi riflessi verdognoli, solcato da un perlage fine e persistente, il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG “Rive di Santo Stefano” è sontuoso, esuberante, complesso nei suoi sentori che ricordano la mela verde e la pera, con intense note agrumate e di fiori bianchi. Acidità e sapidità risultano bene equilibrate con la giusta e moderata ricchezza zuccherina residua. Si esprime al meglio con crudità di mare e con il pesce più ricercato. <I ”Rive” sono prodotti per scelta dalle aziende che vogliono esaltare le sottozone dell’area Valdobbiadene DOCG. – spiega Alessio Del Savio, Direttore Tecnico ed Enologo di Mionetto - Noi abbiamo scelto le Rive di Santo Stefano perché cuore di un’area, quella del DOCG, dove suolo, esposizione e microclima ne sanciscono la particolare vocazione alla coltivazione di quel generoso vitigno che è il Glera.> <Questo nuovo spumante aggiunge Robert Ebner, Direttore Generale Vendite - testimonia, ancora una volta, la volontà dell’azienda di offrire un prodotto di assoluta eccellenza ed esclusività nell’ottica di una presenza ancora più incisiva nel mondo Ho.Re.Ca., da sempre nostro interlocutore privilegiato.> Presso lo stand Mionetto, all’interno dell’ampio portfolio della cantina, è stata offerta agli ospiti la possibilità di degustare anche le altre referenze d’eccellenza della Linea Luxury Collection: il Cartizze, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, il Prosecco Doc Treviso, la Cuvée Sergio 1887, la Cuvée Sergio 1887 Rosé e il Valdobbiadene Prosecco Docg “Spago”. Presenza sempre distintiva alla manifestazione scaligera quella della storica cantina di Valdobbiadene, che ha chiuso il 2013 registrando una crescita positiva, con un fatturato totale di 56.5 milioni di euro. Il mercato italiano segna un incremento del 5,1% mentre sui mercati internazionali il brand è in continua espansione con eccellenti performance negli Stati Uniti, dove opera Mionetto USA Inc. dal 1998 e dove Mionetto rappresenta il brand di Prosecco più venduto, con un + 28% rispetto al 2012. The social salad network <La crescita del marchio Mionetto in Italia, – spiega Paolo Bogoni, Chief Marketing Officer – si unisce alla sua sempre più ampia affermazione internazionale nei principali mercati del Prosecco, nostro core business. In questo senso, come responsabile internazionale del brand Mionetto, posso affermare che lo sforzo è quello di creare le condizioni di uno sviluppo coerente ed omogeneo della marca supportando al meglio i diversi mercati e tenendo conto delle differenti esigenze, culture ed abitudini che si incontrano in relazione al consumatore e alla distribuzione.> Questa pagina è per te, che hai scelto di vivere bene, di dedicarti alla creatività, al gusto e al piacere di trascorrere dei momenti con le persone che ami. Vieni a scoprire le nostre storie per condividere, insieme a tutti gli appassionati di verdure come te, la gioia e il divertimento che questa community può offrire tutti i giorni! Like us on: facebook.com/lovemysalad www.lovemysalad.com IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini ALIMENTAZIONE 11 Il pomodoro da mensa Ieri Pomo d’oro frutto velenoso, oggi Pomodoro fonte di salute. Luciano Trentini La storia del pomodoro (Lycopersicon lycopersicum L.) come altre specie quali la patata, il mais, i fagioli bianchi, rossi e screziati, insieme ad altre specie, trae la sua origine nelle solari civiltà degli Aztechi e degli Incas in Messico e Perù, nel Centro America. Raggiunto il vecchio continente, al seguito dei soldati spagnoli di rientro dal Nuovo Continente, fu notato da alcuni giardinieri che videro la pianta, la seminarono e la allevarono a scopo ornamentale per la colorazione delle sue bacche, gialle e rosse. Alcuni, gustando le bacche, immediatamente gli attribuirono proprietà eccitanti ed afrodisiache e forse è per questo che nell’enciclopedia di d’Alembert del 1700 si parla di “Pomme d’amour”. Per lungo tempo il pomodoro non è stata coltivato poiché ritenuto velenoso o quantomeno malsano, e catalogato parente stretto di altre piante appartenenti alla famiglia delle Solanacee come la Belladonna, che contiene atropina, le cui bacche sono altamente velenose per l’uomo, o la Mandragora a cui nel medioevo venivano attribuite qualità magiche. Per vedere il successo del pomodoro, bisogna aspettare il 1820 quando Robert Gibbon Johnson divenne famoso, mangiando un pomodoro, a Salem vicino a New York, sulle gradinate del palazzo di giustizia. Esso divenne successivamente il protagonista della dieta mediterranea. Il pomodoro giunge in Italia dalla Francia, viene prima coltivato in Liguria, poi passa alla Toscana al Lazio ed infine in Campania. È proprio in questa regione che il frutto di questa Solanacea viene Coltivazione in serra su suolo pacciamato Insalataro verde e rosso 12 13 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini Grappolo rosso liscio consumato allo stato fresco, ma anche trasformato in “passata”, per condire la pasta di grano duro. Nel secolo scorso il successo del pomodoro cresce rapidamente tanto che il nostro Paese diventa il primo produttore europeo di pomodoro da mensa e da industria, e fra i primi a livello mondiale. del 20% circa nel 2012, con oltre 1,2 milioni di tonnellate di bacche destinate al consumo fresco. La produzione è per l’ 80 % di pieno campo ed il restante 20 % da coltivazione in serra. La territorialità della produzione tende a spostarsi al Sud che oggi rappresenta poco meno dell’80’% della superficie coltivata. Al Centro si coltiva il 12 –13 % del totale,mentre a Nord, resta solo il 7-8% della produzione nazionale. La Sicilia è la regione leader con circa il 40 % della produzione nazionale, seguita da Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Abruzzo, Sardegna e Veneto. Il pomodoro da mensa viene acquistato dagli italiani in modo costante e continuativo; dopo le insalate, è la referenza più diffusa, con un indice di penetrazione del 98%. Questo è un parametro che indica quante volte In Europa la produzione di pomodoro da mensa supera di poco 6 milioni di tonnellate. Il primo produttore è la Spagna, con oltre 2,2 milioni di tonnellate, prevalentemente in serra nelle regioni del litorale mediterraneo, in particolare in Almeria; seguono Italia, Olanda con 0,8 milioni di tonnellate e Francia con 0,6 milioni di tonnellate. Nel nostro Paese la superficie coltivata si attesta intorno a 25.000 ettari, salvo un calo 14 15 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini una famiglia acquista, almeno una volta all’ anno un dato prodotto; più elevato è l’ indice, minori sono le possibilità di sviluppo sul mercato. Per quanto attiene l’ import/export del pomodoro fresco italiano, si evidenzia come nel 2013 le esportazioni abbiano superato 108.000 tonnellate, in aumento rispetto agli anni precedenti. Le esportazioni sono destinate a Germania, Austria, Gran Bretagna, Francia e Danimarca, con un valore pari a 184 milioni di euro. Le importazioni, nel 2013, si sono attestate intorno a 121.000 tonnellate per un valore di 107 milioni di euro. Il prodotto proviene dalle coltivazioni di Olanda, Spagna, Francia, Germania e Polonia ed anche da alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo quali Marocco e Tunisia. Molto interessante è il saldo positivo della bilancia commerciale pari a, nel 2013, 77 milioni di euro. Ciò attesta la qualità delle nostre produzioni e la diversificazione produttiva per tipologia, che ci consentono la vendita ad un prezzo (1,70 Euro/kg) quasi doppio rispetto a quello a cui acquistiamo ( 0,90 Euro kg). Varietà e tipologie di prodotto Il successo del pomodoro da mensa continua anche grazie all’ ampia diversificazione varietale, confermandolo uno degli ortaggi più presenti sulle tavole degli italiani. Le principali tipologie commerciali offerte al consumatore sono: •Pomodoro verde insalataro: costituisce una tipologia di prodotto che richiede “stacchi” ad “invaiatura” della bacca, cioè quando,alla cicatrice stilare, il viraggio del colore rosato lo intero ed a maturazione completamente rossa delle bacche. Devono presentare una struttura del grappolo compatta, buona contemporaneità di maturazione, bacche regolari, sia per forma che per pezzatura, consistenti, ben conservabili (numerosi ibridi sono Long Shelf Life, presentano cioè il carattere genetico della lunga conservazione) e di colore uniforme ed attraente. È una tipologia di frutto indicata per l’export e particolarmente gradita alla GDO ed alle aziende specializzate nei servizi di ristorazione e catering, per l’approvvigionamento di mense aziendali, ospedaliere e scolastiche; •Pomodoro cherry: è una tipologia di frutto caratterizzata da forma globosa ed epidermide liscia, di pezzatura compresa tra i 10 ed i 25 grammi. Il “ciliegino” viene raccolto a completa maturazione dei frutti. Presen- occupa una superficie pari a circa il 20 % della bacca. I frutti sono generalmente caratterizzati da forma tonda o leggermente appiattita, calibri piuttosto elevati, con pezzature comprese tra 150 e 220 grammi, polpa soda, epidermide liscia o debolmente costoluta, colore verde intenso e marcato contrasto al momento del viraggio verso la maturazione. È un pomodoro particolarmente coltivato in coltura protetta e, grazie alla sua ampia diffusione sull’intero territorio nazionale, lo si trova in commercio praticamente durante tutto l’arco dell’anno; •Pomodoro rosso a grappolo: fanno riferimento a questa categoria due principali tipologie di frutto, una a pezzatura limitata, 50-60 grammi per bacca, ed una di calibro più significativo, fino a 150-160 grammi. Generalmente commercializzate a grappo- Marinda Cencara Marmandino 17 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini ta caratteristiche organolettiche molto gradevoli, con polpa assai sapida e gustosa, di °Brix (tenore zuccherino) solitamente molto elevato. Viene commercializzato a grappolo o a frutto singolo in vaschette trasparenti. Possono essere inseriti in questa tipologia anche i cherry ovali, o “datterini”, ibridi di pezzatura e calibro simili ai cherry tradizionali, ma di forma variabile dall’ovale all’allungato (mini San Marzano), ed i pomodori cocktail, sferici o più o meno allungati, con pezzature comprese tra i 30 e gli 80 grammi ed epidermide di colore rosso brillante ed attraente; •Pomodoro allungato: è un prodotto molto apprezzato sui mercati nazionali; i frutti sono allungati, di pezzatura variabile da 80 a 160 grammi circa. A seconda delle carat- Costoluto teristiche della bacca (colore, consistenza, contemporaneità di maturazione, ecc.) queste varietà possono essere raccolte sia a ad invaiatura che a completa maturazione; •Pomodoro costoluto: fanno riferimento a questo tipo di pomodoro le cosidette tipologie Marmande, varietà caratterizzate da frutti di calibro medio-grosso, di forma tendenzialmente appiattita, con costolature evidenti; la commercializzazione avviene solitamente ad invaiatura dei frutti, le bacche presentano apprezzabili caratteristiche qualitative, con polpa piuttosto “asciutta” e di sapore gradevolmente dolce; •Pomodoro cuore di bue: è caratterizzato da frutti “cuoriformi”, di grosso calibro (200300 grammi), con epidermide costoluta e di colore rosso chiaro, polpa mediamente Cuore di Bue Sardegna Cuore di Bue Siciliano Rosso allungato 18 19 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini consistente, povera di semi e poco acquosa, di sapore piuttosto dolce e struttura farinosa. Gli stacchi vengono solitamente eseguiti allo stadio di invaiatura. Viene normalmente coltivato in apprestamenti protetti; •Pomodoro collettato: vengono compresi in questa tipologia frutti globosi, con epidermide liscia e pezzatura variabile dai 40-60 grammi, commercializzati in cestini, fino ai 120 -140 grammi. La raccolta viene solitamente eseguita ad invaiatura, quando risulta particolarmente marcato il contrasto tra il verde intenso della “spalla” ed il viraggio rosso dell’apice. La polpa, molto soda, presenta ottima sapidità, con elevati parametri di dolcezza ed acidità, caratteri “esaltati” dalla coltivazione su suoli particolarmente salini. Particolarmente noto, in questa tipologia, la varietà Camone. Il pomodoro fonte di salute Il frutto del pomodoro è una bacca di colore rosso se ricco di licopene, giallo se ricco di carotene, e anche del così detto “pomodoro nero” . La forma del frutto del pomodoro Acqua 94% 2% Fibra <1% Proteine 3% Zuccheri Acidi organici (citrico, malico) Sali minerali 4,0 - 4,7 ph della polpa 15 mg % vit. C 1 mg % vit. E 2 mg % Licopene 0,6 mg % Carotene Altri componetni minori (solanina, tomatina, ect.) < 20 kcal % energia Pomodoro Camone (Collettato) 20 21 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini da mensa generalmente è globosa (Insalataro) ma può essere anche allungato (tipi San Marzano), a bacca grossa, oppure di piccola pezzatura, (i tipi Cherry o i Datterini). La buccia del pomodoro può essere liscia,costoluta o arricciata in alcune varietà. A maturazione completa la sua buccia tende ad assottigliarsi, fino diventare più fragile e quasi trasparente. Se si taglia una bacca di pomodoro in senso equatoriale si vede che internamente il frutto è suddiviso in logge nella quale sono contenuti dei semi di colore giallastro e di piccole dimensioni. Il pomodoro è un frutto eccellente per le sue caratteristiche nutrizionali ,curative e farmaceutiche, tanto da essere considera- Datterino to un prodotto così detto “nutraceutico”. La polpa del pomodoro prima è verde, poi assume una colorazione rossa man mano che matura per effetto della crescente presenza di Licopene. Man mano che avanza la maturazione si modifica anche la composizione chimica in particolare aumenta la presenza di acido ascorbico ( vitamina C) e dell’acido citrico che raggiungono il massimo livello al momento della maturazione completa. Il pomodoro è ricco anche di vitamina A, di potassio, fosforo, magnesio e selenio, considerato un minerale antiossidante di acidi organici, oltre che di etilene che favorisce la maturazione delle bacche. Contiene anche significative quantità di Be- San Marzano 22 23 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini per i processi di metabolismo per la produzione di energia. Sono alla base dell’invecchiamento delle cellule, dei tumori, dell’arteriosclerosi.Il Licopene è uno degli antiossidanti più importanti e la sua presenza nella bacca del pomodoro è in relazione al suo grado di maturazione; è più elevato nei pomodori con una intensa colorazione rossa. Nel corpo umano la sua presenza è strettamente correlata ad una assunzione prolungata di alimenti che lo contengono. La sua biodisponibilità sembra essere più facile nei prodotti trattati termicamente come ad esempio la salsa di pomodoro rispetto al pomodoro crudo. Il suo assorbimento ta-carotene un fotoprotettore della pianta che come provitamina A è in grado di fornire notevoli benefici alla salute. Vitamina A e C, anch’esse sono considerate vitamine antiossidanti. Gli antiossidanti difendono l’organismo umano dai danni provocati dai radicali liberi, pericolosi per la salute dell’uomo. Questi si formano come sottoprodotto del metabolismo dell’uomo e se le difese non sono sufficienti, si determina un danno (o stress ossidativo). Detto in maniera semplice i radicali liberi, sono composti chimici molto instabili che si formano naturalmente all’interno delle cellule del corpo umano quando l’ossigeno viene impiegato Plum 24 25 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini aumenta se condito con olio d’oliva, meglio ancora se cotto in olio e proposti per il condimento della pasta oppure spalmato sul pane. (Da: Il potere farmacologico degli alimenti). Per questo numerosi studi scientifici hanno dimostrato come si evidenzi una bassa incidenza di carcinomi della prostata nei Paesi mediterranei in cui è elevato il consumo di pomodoro come in Italia e in Grecia. Le bacche di pomodoro fra le tante azioni positive mostrano un limite legato alla bassa quantità di antocianine disponibili. Già nell’antichità e fino ai giorni nostri gli antociani hanno dimostrato di essere efficaci se impiegati per curare diverse patologie quali l’ipertensione arteriosa, la febbre, i disturbi epatici ecc. È per questo che oggi i genetisti stanno lavorando per mettere a punto nuove cultivar ad elevato contenuto di antocianine. Lo fanno attraverso progetti di miglioramento genetico incrociando i pomodori del genere Solanum lycopersicum con specie vicine in cui la quantità di antocianina contenuta è più elevata. Oltre al miglioramento genetico dovranno essere messe in atto anche appropriate tecniche agronomiche che ne migliorino la presenza. Le recenti innovazioni varietali Pomodoro nero (Sun Black) presenta bacche di medie dimensioni che a maturazione assumono una colorazione viola scuro quasi nero. Tale colorazione è determinata Sono quattro le varietà di Pomodoro Igp di Pachino, coltivate nell’estremo sud est siciliano: il celebre ciliegino, caratteristico per l’aspetto “a ciliegia” su un grappolo a spina di pesce con frutti tondi, piccoli, dal colore eccellente e il grado brix elevato; il costoluto, dal frutto di grandi dimensioni, leggermente schiacciato, con coste marcate di colore verde scuro e brillante, il tondo liscio, piccolo e rotondo di colore verde scuro, inconfondibile per il gusto molto marcato, con un gusto armonico ed equilibrato dovuto ad una perfetta armonia tra acidità e grado zuccherino; e il pomodoro a grappolo, dal colore rosso brillante con il colletto verde molto scuro, che ha una polpa consistente e saporita. È stata recentemente inoltrata richiesta al Ministero per utilizzare il marchio Igp anche per il datterino, connotato da un tasso brix molto alto. Il segreto del sapore dolce e intenso? La luce del sole, che in questo angolo di Sicilia illumina per più giorni all’anno rispetto al resto d’Europa, e la terra sabbiosa e l’acqua salata che nutrono la pianta, trasformando la salinità in zuccheri. Tutte le varietà contengono una significativa quantità di licopene, antiossidante che svolge infatti un ruolo cruciale nella prevenzione di alcuni tumori, tra cui il cancro del colon. 26 27 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini dalla presenza di antociani (pigmenti rossi) che si trovano ad esempio nell’uva nera, oppure nei mirtilli. La polpa interna mantiene il classico colore rosso ed un’ ottima consistenza, questa varietà è stata ottenuta da ricercatori italiani appartenenti a diversi istituti di ricerca. Pomodoro Intense è una pianta che produce bacche capaci di trattenere elevatissime quantità di liquidi anche se tagliati a fette, riducendo al minimo le perdite di succo e semi. La capacità di trattenere i liquidi garantisce maggiore freschezza, una minore perdita di peso che può raggiungere anche il 30%. Pomodoro ad alto Licopene, detto anche high pygments o lyco è in grado di fornire quantità importanti di licopene. Questo carotenoide in questi ultimi anni è stato in grado di destare l’ interesse di ricercatori e consumatori, per le sue capacità antiossidanti, ma non essendo sintetizzabile dall’organismo umano, deve essere assunto con l’alimentazione. Luciano Trentini Vicepresidente AREFLH (Associazione delle Regioni Europee Ortofrutticole) 28 IL POMODORO DA MENSA Luciano Trentini L’Ipseoa Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR) ha vinto il primo premio con la ricetta delle “Fettuccine con mousse di carciofi su vellutata di fragole” CALEIDOSCOPIO MACFRUT 2014, IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FILIERA ORTOFRUTTICOLA ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE E DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE 30 Dopo i positivi risultati registrati nel 2013, con 24.800 visitatori certificati ed espositori provenienti da 35 Paesi, Macfrut, la fiera internazionale della filiera ortofrutticola in programma a Cesena (Italia) dal 24 al 26 settembre 2014, prepara la sua prossima edizione. Prima parola chiave sarà anche quest’anno l’internazionalizzazione, fattore di successo delle precedenti edizioni, alla quale la manifestazione intende puntare con ancora più decisione. Forte di una crescita a due cifre nelle presenze straniere sia a livello di espositori che di visitatori: i primi in incremento del 20% rispetto al 2012, i secondi in crescita del 15%, tanto da sfiorare le 6.000 unità certificate, Macfrut si avvia ad un lavoro selettivo, che si concentra sia in direzione del bacino del Mediterraneo che dei Balcani, aree strategiche sia per le produzioni della Vecchia Europa che per le sue tecnologie. Basti pensare che mentre si crede che i Paesi dell’Africa Mediterranea costituiscano un pericolo per i prodotti ortofrutticoli continentali, in realtà negli ultimi dieci anni le esportazioni di ortofrutta italiane verso queste destinazioni sono costantemente cresciute, tanto da decuplicare e sopravanzare oggi l’import. Parimenti, esaminando la domanda potenziale di tecnologie per l’ortofrutta in queste aree, si evidenziano opportunità fra le più elevate nello scenario internazionale, per di più a distanze contenute per i produttori continentali, soprattutto per le problematiche di assistenza e manutenzione, tanto da poter considerare queste aree home market. Un’offerta mirata ad alto valore aggiunto per offrire un prodotto fieristico che mantenga connotati unici nello scenario del settore. Una fiera di filiera, dove i visitatori possano trovare tutti gli elementi utili a costruire business solidi nel mercato globale. Dalle sementi, in cui CALEIDOSCOPIO L’OLIO D’OLIVA CORICELLI E LA GRANDE CUCINA ITALIANA TRIONFANO AL CONCORSO “OLIVE OIL IN COOKING” Macfrut vanta una rappresentanza espositiva di livello internazionale e, ogni anno, tante novità sia nel settore orticolo che in quello frutticolo, per passare alle tecniche colturali e di difesa, dove spiccano i giganti multinazionali accanto alle eccellenze di nicchia specializzate nella lotta biologica, per arrivare alle tecnologie nella lavorazione e nella conservazione dei prodotti, dove la rassegna cesenate può contare sul più importante distretto specializzato nelle applicazioni per l’ortofrutta al mondo. Innovazione tecnologica, quindi, come secondo elemento strategico distintivo di Macfrut, su cui la rassegna cesenate spicca nello scenario internazionale grazie, in primis, ad un programma convegnistico senza pari che lo scorso anno ha visto 23 iniziative che hanno coinvolto oltre 3.000 partecipanti; a questo si aggiunge l’Oscar Macfrut sulle tecnologie, il premio che ogni anno vede aumentare il numero dei partecipanti e gode di maggiori aspettative da parte del pubblico. Infine una “fruit valley” nell’area di Macfrut in cui i visitatori della Fiera possono trovare applicazioni tecnologiche allo stato dell’arte grazie a quel distretto di produzione sulle tecnologie per l’ortofrutta cui prima si accennava. Gli 820 espositori nello scorso anno, in crescita del 2% rispetto all’edizione precedente, coinvolti in oltre 480 incontri B2B organizzati con le delegazioni straniere sono la testimonianza del ruolo che la rassegna cesenate svolge nell’area di business. Macfrut intende quindi consolidarsi come manifestazione di riferimento per il sistema ortofrutticolo internazionale, collocata nel Paese più rappresentativo del comparto ortofrutticolo a livello globale sia per dimensione produttiva che per gamma di prodotti. L’Italia merita e necessita di una Fiera di riferimento nel settore, Macfrut intende mantenere questo ruolo nel futuro continuando ad adeguare la sua proposta alla continua evoluzione del mercato. Appuntamento a Cesena dal 24 al 26 settembre 2014. www.macfrut.com L’appassionata gara gastronomica promossa dall’azienda olearia di Spoleto tra cinque Istituti Alberghieri ha rimarcato il grande ruolo dell’olio extra vergine d’oliva nella cucina italiana L’Ipseoa Michelangelo Buonarroti di Fiuggi (FR), con la ricetta “Fettuccine con mousse di carciofi su vellutata di fragole”, ha vinto il primo premio del concorso “Olive Oil in Cooking”, conquistando i severi palati e i consensi degli esperti della qualificata giuria. Secondo posto all’Istituto Galileo Aicardi di Alassio (Savona) con la ricetta della “Coda di stoccafisso ripiena su crema di trombette con asparagi e carciofi violetti fritti”, mentre “medaglia di bronzo” è risultato l’Ipseoa Marco Polo di Genova con il piatto “Viaggio in Liguria”. L’originale gara gastronomica promossa dall’azienda olearia Pietro Coricelli di Spoleto (PG) tra cinque Istituti Alberghieri ha riscosso un grande successo che ha il sapore del migliore olio extra vergine d’oliva, arricchito dall’entusiasmo e dall’appassionata fantasia di giovani futuri chef che hanno esaltato il ruolo di un ingrediente “principe” della grande tradizione gastronomica italiana, nonché alimento fondamentale della dieta mediterranea. L’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri della Ristorazione e Turistici “G. De Carolis” di Spoleto è stato il luogo ideale di una “sfida ai fornelli” molto stimolante per le nuove generazioni di chef e ristoratori che hanno partecipato ad un evento di grande valorizzazione della cultura alimentare del nostro Paese. Un successo ascrivibile all’impegno con cui la Pietro Coricelli – tra le principali aziende olearie europee, con esportazioni che raggiungono 110 paesi nel mondo (dove ai primi posti figurano USA, Canada e Giappone), e uno dei marchi italiani più distribuiti a livello globale – “fa scuola” da sempre, investendo in ricerca e sviluppo, in sicurezza e qualità produttiva, nel rispetto della tradizione, nella segmentazione del mercato per rispondere alle diverse esigenze nutrizionali dei consumatori e, appunto, nella promozione della tradizione. Alla fase finale del concorso “Olive Oil in Cooking” hanno partecipato anche l’Istituto Alberghiero I.P.S.S.A.R. di Assisi (Perugia) e l’Istituto I.I.S. “Alfredo Panzini” di Senigallia (Ancona). Nel corso di “Olive Oil in Cooking” non è mancato un momento di approfondimento – curato da Anna Cane – tra esperti di olio e di gastronomia sulle peculiarità dell’olio extra vergine in cucina, con qualche curiosità su abbinamenti e modalità di impiego. Un aspetto culturale importante per apprendere le tante virtù di questo prezioso prodotto e le sue incredibili performance. CALEIDOSCOPIO CALEIDOSCOPIO 31 La ciliegia, un frutto di stagione La stagionalità è sinonimo di qualità, rispettando il ritmo delle stagioni i prodotti vegetali presentano le migliori caratteristiche, anche dal punto di vista nutritivo. Sembra inoltre che il ritmo delle stagioni corrisponda meglio alle esigenze dell’organismo in quel particolare periodo dell’anno. Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli Agricoltura oggi 33 l’obiettivo di ampliare il calendario di raccolta (es. oggi si possono raccogliere albicocche da maggio a settembre), il miglioramento delle tecniche di conservazione (kiwi, mele e pere quasi tutto l’anno), la facilità nei trasporti e la possibilità di importare frutta contro stagione dall’altro emisfero a costi relativamente contenuti. Ciò nonostante, la ciliegia rimane un frutto di stagione, reperibile per lo più in maggio e giugno con alcune piccole presenze in aprile, luglio e agosto, a prezzi però spesso proibitivi. La stagionalità è sinonimo di qualità, rispettando il ritmo delle stagioni i prodotti vegetali presentano le migliori caratteristiche, anche dal punto di vista nutritivo. Sembra inoltre che il ritmo delle stagioni corrisponda meglio alle esigenze dell’organismo in quel particolare periodo dell’anno. In un passato oramai lontano il legame dell’uomo con la natura era molto stretto e anche la scelta del cibo dipendeva da essa: gli agrumi d’inverno, le fragole e le ciliegie in primavera, le pesche e le susine d’estate. Se ieri era impossibile fare diversamente, oggi non più. Il consumatore può acquistare la maggior parte delle varietà di frutta, ortaggi e verdura in qualsiasi mese o stagione dell’anno. Il “fuori stagione” da eccezione è divenuta regola, con alcune ma rare eccezioni, come ad esempio le castagne e appunto le ciliegie. A questa “destagionalizzazione” hanno certamente contribuito l’’evoluzione delle tecniche (es. la coltivazione sotto serra), la delocalizzazione delle produzioni in ambienti che aiutano la precocità (es. aree meridionali) o la tardività (es. aree montane), il lavoro svolto nei programmi di miglioramento genetico con APRILE I II III MAGGIO I II III GIUGNO I II III Siviglia (SPA) Catalunia, Estremadura, Tarragona (SPA) Turchia Puglia e Campania (ITA) Emilia Romagna e Veneto (ITA) Trentino (ITA) Durone nero di Vignola Alto Adige (ITA) 34 35 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli LUGLIO I II III AGOSTO I II III La biodiversità abita ancora qui il 2010 è stato proclamato dall’ONU l’Anno Internazionale della Biodiversità, nel quale tutti i Paesi sono chiamati ad azioni che arrestino la quotidiana perdita di diversità biologica. L’Italia comunque, con le sue 12.000 specie di flora delle quali il 13,5% di specie endemiche, “è il Paese Europeo, come afferma il WWF, più ricco di biodiversità, anche se molta di questa ricchezza si sta perdendo”. L’agricoltura può svolgere un ruolo importante per la difesa della biodiversità, cioè di tutte le forme nelle quali si differenziano i vegetali. Nel caso delle ciliegie sono centinaia ormai le varietà del nostro Paese a rischio sopravvivenza. Questa erosione genetica è un problema ormai a livello mondiale, tanto che Territorialità un dato interessante circa le tendenze della cerasicoltura nazionale nel medio periodo. Dopo un processo di meridionalizzazione della coltura, i nuovi impianti di ciliegio si stanno realizzando per lo più nel nord Italia, in Emila Romagna (18% delle superfici in allevamento) e in Trentino Alto Adige (6%). Le ragioni di questa controtendenza vanno ricercate in una maggiore specializzazione degli impianti con incremento delle densità di impianto (vicino alle 1.000 piante per ha) grazie all’utilizzo di portinnesti ad effetto nanizzante in grado di contenere la taglia dell’albero, aumentare le rese produttive e ridurre i costi di raccolta e produzione. Il ciliegio è coltivato in Italia su una superficie di quasi 30 mila ettari, concentrati per il 78% nelle regioni meridionali. Solo in Puglia sono coltivati 19 mila ettari a ciliegio. Le altre principali aree di produzione sono la Campania (3.200 ha), l’Emilia Romagna (2.300 ha) e il Veneto (2.100 ha). La produzione italiana si aggira intorno a 1,5 milioni di quintali / anno, mentre le rese produttive medie sono piuttosto basse (sotto i 50 qli/ ha) ma variano molto da regione a regione secondo il grado di specializzazione della coltura. Dalle statistiche ufficiali emerge Della Recca Ferrovia 36 37 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli Produzioni tipiche In Italia sono tre le produzioni di ciliegie certificate con marchi di prodotto e di processo IGP o DOP. La prima produzione ad avere ottenuto l’IGP è stata la Ciliegia di Marostica coltivata nei territori dei seguenti comuni in provincia di Vicenza: Marostica, Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze, Bassano, Schiavon. Possono essere certificate IGP solo queste varietà autoctone: le precocissime Sandra e Francese (Burlat), le intermedie Roana e Romana, le tardive Milanese, Durone Rosso (Ferrovia simile) e Bella Italia e Sandra Tardiva. Insieme a queste sono ammesse Van, Giorgia, Ferrovia, Ferrovia, Durone Nero I, Durone Nero II e Mora di Cazzano. Recentemente la modifica del disciplinare di pro- duzione ha inserito queste nuove varietà: Bella di Pistoia, Black Star, Early Bigi, Grace Star, Kordia, Lapins, Marostegana, Prime Giant, Regina e Folfer. Su una produzione complessiva di 10.000 quintali, lo scorso anno sono state certificate IGP appena 1.500 quintali di ciliegie. Per maggiori info: www. ciliegiadimarosticaigp.it Il secondo riconoscimento europeo alle produzioni tipiche è andato alle DOP Ciliegia dell’Etna, che designa il frutto di un ecotipo locale, la varietà Mastrantonio nota anche come Donnantonio. La ciliegia si presenta di colore rosso brillante, di pezzatura medio-grossa, croccante con una polpa molto compatta all’interno e un peduncolo lungo. Il frutto è dolce, ma non stucchevole, la bassa acidità conferisce un sapore molto Ciliegia di Marostica IGP La prima produzione ad avere ottenuto l’IGP è stata la Ciliegia di Marostica coltivata nei territori dei seguenti comuni in provincia di Vicenza: Marostica, Salcedo, Fara Vicentino, Breganze, Mason, Molvena, Pianezze, Bassano, Schiavon. 85% 10% 100% 10% CMYK Ciliegia dell ©Etna DOP 0% 0% 100% 0% 100% 0% 0% Verde 60% CMYK Rosso CMYK Grigio La ciliegia si presenta di colore rosso brillante, di pezzatura medio-grossa, croccante con una polpa molto compatta all’interno e un peduncolo lungo. Il frutto è dolce, ma non stucchevole, la bassa acidità conferisce un sapore molto gradevole ed equilibrato. Ciliegia di Vignola IGP La denominazione è riservata alle varietà precoci Bigarreau Moreau e Mora di Vignola, a maturazione intermedia Durone dell’Anella, Anellone, Giorgia, Durone Nero I, Samba e Van e alle tardive Durone Nero II, Durone della Marca, Lapins, Ferrovia e Sweetheart. Ceraseti Alto Adige 38 39 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli gradevole ed equilibrato. Viene coltivata in 23 comuni della provincia di Catania. Le prime produzioni DOP sono state commercializzate nel 2012. Per maggiori info: www. fruttaetna.it L’ultimo marchio europeo ad essere stato riconosciuto, probabilmente il più noto, è quello della IGP Ciliegia di Vignola. La denominazione è riservata alle varietà precoci Bigarreau Moreau e Mora di Vignola, a maturazione intermedia Durone dell’Anella, Anellone, Giorgia, Durone Nero I, Samba e Van e alle tardive Durone Nero II, Durone della Marca, Lapins, Ferrovia e Sweetheart. La zona di produzione della “Ciliegia di Vignola” è compresa nella fascia formata dal tratto pedemontano del fiume Panaro e altri corsi d’acqua minori, dai 30 metri s.l.m. fino alla quota di 950 metri e comprende il territorio di diversi comuni delle Province di Modena e Bologna. Su una produzione complessiva di circa 25 mila quintali, lo scorso anno sono state cerificate IGP circa la metà delle ciliegie prodotte. Recentemente è stata presentata al Ministero una modifica al disciplinare che prevede, tra l’altro, la richiesta di inserimento di alcune nuove varietà coltivate nel comprensorio vignolese. Proprietà nutritive delle ciliegie Le ciliegie contengono acqua per circa l’80%, zuccheri in percentuali variabili dal 10 al 20% (levulosio o fruttosio) secondo il genotipo e lo stadio di maturazione, proteine intorno all’1%, grassi per lo 0,1%, sostanze Mora di Vignola 40 41 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli nutritive fra cui i flavonidi ed in particolare le antocianine, responsabili del colore rosso dell’epidermide e della polpa; sono presenti inoltre molte vitamine (A, B, C, PP) e minerali quali ferro, calcio, fosforo, zolfo, magnesio, sodio, potassio ed oligoelementi quali zinco, rame, manganese, cobalto, acidi organici e fibre (cft. Tabella valori nutrizionali) Perché le ciliegie fanno bene? Il Magazine on-line paginemediche.it riassume bene i principali effetti benefici di queste drupe: innanzitutto la vitamina C insieme ai flavonidi, fa delle ciliegie una ricca fonte di antiossidanti, rendendole particolarmente utili a contrastare i radicali liberi e le patologie derivate dagli stessi. Gli antociani le rendono un ottimo rimedio antidolorifico, aiutando a combattere le infiammazioni delle articolazioni causate da artrite ed hanno in generale una funzione di protezione del cuore e dell’apparato cardiocircolatorio. Una ricerca dell’Università del Michigan dimostra inoltre che una dieta a base di ciliegia è Ciliegie Parte Edibile Proteine Lipidi Glucidi % 86 g 0,8 g 0,1 g 9 in grado di abbassare il colesterolo, ridurre i trigliceridi, diminuire il grasso corporeo ed innalzare la quantità di antiossidanti - antocianine presenti nell’organismo. La principale componente dell’acidità della ciliegia, l’acido malico, favorisce la digestione degli zuccheri e l’attività del fegato. Il potassio contenuto in quantità notevole nelle ciliegie notevolmente al tenore energetico nonché all’equilibrio cellulare. I polifenoli e la vitamina PP potenziano la resistenza dei capillari. Riassumendo, le ciliegie dolci risultano un potente depurativo, demineralizzante ed energetico, regolatore del fegato, diuretico, antireumatico ed antiartritico, lassativo e rinfrescante mentre quelle acide (le amarane) sembrano conciliare il sonno e il riposo. Studi avviati nell’Università del Texas attestano che il consumo di questi frutti aiuta a contrastare attivamente l’insonnia grazie alla melatonina contenuta in quantità consistenti nelle amarene Montmorency. Fibra Energia Ferro Calcio Fosforo Tiamina Vit B1 Riboflavina Vit B2 Niacina Vit PP Vit. A Vit.C g 1,0 mg 0,6 mg 30 mg 18 mg 0,03 mg 0,03 mg 0,5 mg 19 mg 11 Kcal 38 Kordia 42 43 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La qualità delle ciliegie Le norme di commercializzazione europee per il mercato fresco applicate alle ciliegie sono stabilite dal regolamento 214 del 2004 della Commissione Ue. Tali norme interessano le disposizioni relative alla qualità (caratteristiche minime e categorie commerciali), alla calibrazione e alle tolleranze ammesse (di qualità e di calibro), alle modalità di presentazione e alle indicazioni esterne alle confezioni riguardanti l’identificazione, la natura e l’origine del prodotto, le caratteristiche commerciali di appartenenza (categoria). Ecco le principali norme di commercializzazione per questo prodotto. Qualità. Vengono definite le caratteristiche qualitative minime che le ciliegie devono presentare dopo il condizionamento e l’imballaggio. Le ciliegie devono essere intere, di aspetto fresco, sane, con polpa consistente secondo la varietà, pulite, prive di parassiti e di umidità esterna anomala, di odori o sapori estranei, provviste di peduncolo. Viene ammessa la mancanza di peduncolo purché la buccia sia intatta e non ci sia una perdita rilevante di succo nel caso di ciliegie tipo le Picota spagnole o di denominazione equivalente, ovvero di varietà che perdono naturalmente il peduncolo al momento della raccolta. Le ciliegie devono essere sufficientemente sviluppate ed essere state raccolte ad un grado di maturazione soddisfacente e comunque tale da consentire ai frutti di sopportare il trasporto e le operazioni di movimentazione ed arrivare in condizioni soddisfacenti al luogo di destinazione. In base a queste disposizioni le ciliegie vengono classificate in tre categorie di qualità: categoria extra, categoria I e categoria II. Nella tabella sottostante sono espressi i requisiti Ciliegie: le regole europee sulla qualità Categorie Caratteristiche del frutto Ben sviluppato, con caratteristiche e colorazione tipica della ETRA superiore varietà; non debbono presentare difetti, salvo lievissime alterazioni superficiali della buccia. Deve presentare le caratteristiche tipiche delle varietà; possono PRIMA buona presentare un lieve difetto di forma o uno di colorazione. Possono essere presenti difetti di forma e colorazione a condizione purché non pregiudichi minima le caratteristiche delle SECONDA ammessa varietà; accettati anche difetti superficiali cicatrizzati che non pregiudichino l’aspetto del frutto. Durone nero di Vignola Qualità Calibri Tolleranza di qualità Tolleranza di calibro 20 mm Il 5% di frutti in numero o in peso non rispondenti alle caratteristiche della categoria, ma conformi a quelle della categoria; il 2% di frutti spaccate e/o verminati; sono esclusi i frutti immaturi 10% in numero o in peso di frutti non rispondenti al calibro minimo purché il diametro non sia inferiore a 17 mm nella cat. EXTRA e 15 mm nelle cat. I e II. 17 mm Il 10% di frutti in numero o in peso non rispondenti alle caratteristiche della categoria ma conformi alla categoria II; il 4% di frutti spaccati o verminati. 10% di frutta senza penducolo purchè la buccia sia intatta e non ci sia perdita rilevamte di succo. idem 17 mm Il 10% di frutti in peso on in numero non rispondenti alle caratteristiche della categoria nè alle caratteristiche minime, esclusi i frutti affetti da marciume o inadatti al consumo. Il 4% di frutti ultramaturi e/o spaccati e/o verminati. Il 20% di ciliegie senza penducolo purchè la buccia sia intatta e non ci sia perdita rilevamte di succo. idem 44 45 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli Calibro Grace Star Cestini indicazioni esterne vanno riportati il nome e l’indirizzo del confezionatore o speditore, la natura del prodotto se non visibile all’esterno, l’origine del prodotto (Paese ed eventualmente la zona di produzione o la denominazione nazionale, regionale o locale), le caratteristiche commerciali (categoria) mentre sono facoltativo il nome della varietà e il marchio ufficiale dell’organismo di controllo. minimi richiesti per ogni categoria, le tolleranze ammesse e le disposizioni relative alla calibrazione. Presentazione. Il contenuto di ogni imballaggio deve essere omogeneo e comprendere unicamente ciliegie della stessa varietà, origine e qualità. I frutti devono essere di calibro uniforme. Per la categoria extra viene richiesta l’uniformità di colorazione e l’omogeneità del loro grado di maturazione. La parte visibile del collo dovrà essere rappresentativa dell’insieme. Circa il condizionamento, dovrà essere tale da garantire una protezione adeguata al prodotto. Nelle Garanzie di prodotto e di processo. Alle numerose norme, regolamenti, decreti e circolari esplicative che definiscono i parametri obbligatori minimi di qualità del prodot- 46 47 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli Grace Star 48 49 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli to ciliegia avviato alla commercializzazione, si aggiungono una serie di requisiti che, pur non essendo catalogati in norme scritte, rappresentano le componenti necessarie a soddisfare il rispetto delle norme stesse e, soprattutto, tendono a soddisfare appieno i crescenti bisogni del mercato e le esigenze dei consumatori. La necessità di soddisfare una domanda sempre sostenuta, la globalizzazione dei mercati e la conseguente competitività tra i principali paesi produttori di ciliegie, i mutamenti avvenuti nei canali distributivi, dove la grande distribuzione orga- nizzata ha assunto un ruolo di leadership anche nel comparto ortofrutta, hanno di fatto modificato il concetto di qualità di Giorgia questo prodotto estendendolo ad ulteriori e irrinunciabili requisiti, i principali dei quali sono: una chiara identificazione del prodotto (rintracciabilità); garanzie di igiene e salubrità; prolungata conservabilità e self-life del prodotto; continuità di presenza sui banchi vendita con prodotti quanto più omogenei e costanti nel tempo. Di conseguenza, massima organizzazione e assoluta puntualità nelle diverse fasi di commercializzazione e distribuzione; qualità organolettiche possibilmente certificate e garantite; presentazione delle ciliegie in confezioni e imballaggi sempre più diversificati e accattivanti; strategie di marketing e valorizzazioni delle produzioni di èlite. Regina 50 51 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli Le varietà Il panorama varietale si caratterizza dalla presenza di oltre 120 genotipi coltivati a livello nazionale. Ogni regione ha un proprio assortimento, un mix di varietà appartenenti al germoplasma locale selezionato in loco insieme a nuove varietà introdotte negli anni e subito adattatesi all’ambiente. Tra le prime vanno annoverate le More del veronese (Mora di Cazzano, Meraviglia dell’Alpone), la Moretta e i Duroni di Vignola (Primo e Secondo, Anella e Anellone, Marchigiano), le ciliegie a buccia gialla campane (Della Recca e Imperiale) e la classica Ferrovia pu- gliese. Tra le varietà introdotte nell’ultimo mezzo secolo, quelle maggiormente diffuse risultano essere i due “Bigarreau” francesi Burlat e Moreau, le canadesi Celeste, Samba, Lapins e Sweethaert, le italiane Giorgia e Grace Star e le europee Kordia e Regina. Nel box accanto viene riportata una breve descrizione di queste varietà. Stefano Lugli Dipartimento di Scienze Agrarie Area scientifica Colture Arboree Alma Mater Studiorum - Università di Bologna 52 La Ciliegia, un frutto di stagione Stefano Lugli