L`idea di „portare la natura all`interno degli edifici“ fu

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L`idea di „portare la natura all`interno degli edifici“ fu
L’idea di „portare la natura all’interno degli edifici“ fu il principio ispiratore nella progettazione della nuova
sede della cantina, all’interno della tenuta storica Löwengang. Ultimato nel 1995, l’edificio impresse una
spinta determinante alla diffusione dell’architettura moderna e sostenibile in Alto Adige, ed è
considerato tuttora un progetto all’avanguardia.
Secondo gli stessi principi che avevano guidato la conversione biodinamica nella viticoltura, la
progettazione della nuova sede fu eseguita adottando sistematicamente i criteri dell’architettura
biologica ed ecologica, e puntando a due obiettivi essenziali: da un lato realizzare un ambiente naturale,
sano ed esteticamente accattivante per l’uomo e il vino, e dall’altro creare tutti i presupposti per una
gestione sostenibile e per lasciare in eredità alle generazioni future un mondo più vivibile.
Il nuovo complesso è stato progettato come struttura a basso consumo energetico e costruito quasi
esclusivamente con materiali biologici. Ovunque è stato possibile, inoltre, si è data la precedenza a fonti
energetiche alternative disponibili in loco, con una serie di interventi mirati come il riscaldamento con
pannelli radianti ipotermici a soffitto, il recupero termico dall’impianto di ventilazione o i collettori solari
per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. Tutte queste scelte riducono la presenza di sostanze inquinanti
o tossiche nell’ambiente, e contribuiscono a ridurre i rischi dei cambiamenti climatici dovuti all’uso dei
combustibili fossili.
Un esempio evidente è l’impianto fotovoltaico, installato nell’estate del 1996, che copre in modo
ecologico buona parte del fabbisogno elettrico della tenuta, utilizzando semplicemente l’energia del
sole. La scelta del fotovoltaico, inoltre, era la più idonea anche nel contesto specifico, poiché è proprio
l’energia irradiata dal sole che in Alto Adige, da millenni, fa crescere delle uve di qualità così pregiata.
Scegliere di produrre anche l’elettricità con l’energia solare, quindi, è un modo per nobilitare
ulteriormente il sole, oltre che per ottenere elettricità senza inquinamento, senza rumore e in modo
efficiente.
Form Follows Function
Il nuovo edificio s’inserisce armonicamente nel complesso architettonico storico della tenuta
Löwengang, che risale al Quattrocento e assunse la sua struttura attuale nell’Ottocento. Il suo aspetto
esterno è dominato dalla capriata aperta, elemento architettonico tipico della Bassa Atesina, e per la
costruzione sono stati utilizzati quasi esclusivamente materiali naturali e biologici, per lo più legno e
pietra naturale.
Nell’area amministrativa la nuova sede garantisce al personale delle condizioni di lavoro sane e
gradevoli. Per esempio, tutti gli uffici s’affacciano a perimetro su un giardino interno ricoperto da una
veranda, e le molte piante che vi crescono, oltre alla funzione estetica, svolgono un ruolo essenziale per
l’equilibrio microclimatico. Con interventi mirati, inoltre, siamo riusciti a evitare le radiazioni
elettromagnetiche (elettrosmog). Il tetto a ridosso della facciata esterna dell’edificio, dotato di una
tettoia di vetro, ha consentito di ampliare notevolmente le finestre, e l’illuminazione naturale è talmente
ottimale che la luce artificiale occorre solo per poche ore all’anno.
Sfruttare le forze della natura
Nella progettazione della nuova cantina, l’obiettivo primario era di garantire una vinificazione delle uve
più delicata possibile, anche con l’ausilio di strumenti moderni e di tecniche computerizzate. È molto
importante, infatti, che la qualità dell’uva ottenuta nel vigneto non sia compromessa da una lavorazione
poco attenta o grossolana in cantina. Gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni, invece, hanno disatteso
ampiamente questo principio, e fin troppo spesso, il ricorso eccessivo e irrazionale alle tecnologie ha
fatto dimenticare a molte cantine gli insegnamenti della natura.
La nuova cantina, invece, punta a un trattamento delicato e accurato delle uve vendemmiate, del mosto
e del vino, ispirandosi a due elementi semplici ma fondamentali della natura, ossia la forza di gravità e il
cerchio, sapientemente sfruttati nella “torre di vinificazione “ alta 17 metri. Grazie al dislivello all’interno
della torre, le uve e il mosto scendono da un piano all’altro quasi in “caduta libera”, senza bisogno di
pompe o di trasporto meccanico, a tutto vantaggio della qualità delle uve, che resta integra in tutte le
fasi della vinificazione. I fermentatori sono disposti in cerchio attorno al punto in cui le uve e il mosto
fuoriescono dalla torre, riducendo così al minimo le distanze da superare.
Il risparmio energetico
Con diversi interventi strutturali siamo riusciti a ridurre notevolmente il consumo energetico e a evitare
sprechi e dispersioni:
• I muri esterni e il tetto dell’edificio, ad esempio, sono stati realizzati con un isolamento termico che va
molto al di là di quanto prescritto dagli standard convenzionali. Il risultato è che le dispersioni termiche
nei mesi freddi sono ridotte al minimo, con effetti positivi sia sul consumo energetico, sia sul
raffrescamento estivo.
• Una parte del nuovo magazzino vini è interamente climatizzata, e gli impianti di recupero termico
fanno sì che il 70% del calore o del freddo contenuto nell’aria espulsa sia recuperato e riutilizzato.
Quest’accorgimento ha consentito di ridurre la potenza installata per il riscaldamento da 75 a 22,5 kW,
e per il raffrescamento da 43 a 12,9 kW.
• Gli uffici sono riscaldati con pannelli radianti ipotermici a soffitto, con una temperatura di mandata
variabile fra 38 e 43 gradi. Il riscaldamento a irraggiamento (anziché a convezione) consente di ottenere
lo stesso effetto a temperature ambiente da 3 a 5 gradi più basse rispetto ai sistemi di riscaldamento
convenzionali, e il risparmio energetico ottenuto è assai rilevante se si pensa che per ogni grado di
temperatura in meno, il consumo energetico scende del 6% circa. Inoltre, il calore a irraggiamento
migliora il benessere fisico, poiché le basse temperature mantengono più elevata l’umidità relativa, l’aria
resta più pulita, e non essendoci correnti convettive non si solleva polvere dal pavimento.
Energia da fonti naturali
Nella nuova cantina utilizziamo prevalentemente fonti energetiche rinnovabili ed ecologiche:
L’energia geotermica
• Sul lato posteriore dell’edificio, lungo le cantine più profonde, si sviluppa un pozzo che costeggia una
parete di roccia naturale. L’aria fresca esterna penetra attraverso una griglia situata quattro piani sopra, e
viene fatta circolare sulla parete di roccia, che grazie alla sua temperatura costante di 10 gradi la
raffredda d’estate e la riscalda d’inverno. Nel punto più basso del pozzo sono installati tre ventilatori che
insufflano l’aria fresca all’interno della cantina. L’aria in uscita viene poi aspirata e convogliata all’esterno.
Questo meccanismo sfrutta quindi passivamente l’energia geotermica per il riscaldamento e il
raffrescamento delle cantine.
• Per regolare la temperatura durante la fermentazione dell’uva, mantenere i vini ai livelli termici ottimali
e ridurre la temperatura dell’acqua industriale che estraiamo da un pozzo, usiamo dei refrigeratori. Ma
oltre a svolgere queste funzioni, i refrigeratori consentono anche di sfruttare l’energia geotermica per
il riscaldamento e il raffreddamento. Due dei tre refrigeratori, infatti, (ciascuno con 25 kW di potenza
elettrica installata) sono utilizzati alternativamente come refrigeratori o come pompe termiche. Questo
circolo virtuoso si conclude con un pozzo a perdere. Tutti questi accorgimenti aumentano notevolmente
il rendimento complessivo del sistema di riscaldamento e raffrescamento.
• Non utilizziamo combustibili fossili (metano o gasolio), evitando così di immettere gas combusti e
sostanze inquinanti nell’atmosfera.
• Tutto l’impianto di riscaldamento e raffreddamento è controllato automaticamente da un sistema
computerizzato (SPS) che ne ottimizza il funzionamento in base al fabbisogno del momento.
L’energia solare
• Gli uffici s’affacciano a perimetro su un giardino ricoperto da una veranda, che cattura efficacemente
l’energia dei raggi del sole distribuendola poi sulle pareti interne dei locali circostanti. D’estate, invece,
le lamelle del tetto trasparente si aprono, e le convezioni termiche che si formano assicurano una
gradevole ventilazione naturale.
• Per produrre l’acqua calda sanitaria, sono stati installati 24 metri quadri di collettori termici solari e
due cisterne d’accumulo termico da 1.500 litri ciascuno, che coprono tutto il fabbisogno d’acqua calda
nella tenuta. In presenza di un irraggiamento solare di 1.000 W/m², i collettori producono una potenza di
circa 17,5 W, e grazie a un interruttore idraulico, il sistema di controllo SPS permette di utilizzare anche
l’energia termica in eccesso, per esempio per integrare il riscaldamento inviando acqua calda ai pannelli
radianti ipotermici.
• La corrente elettrica è prodotta da un impianto fotovoltaico. Sul tetto a capannone del nuovo edificio,
infatti, sono stati montati 350 moduli fotovoltaici monocristallini, per un totale di circa 370 metri quadri.
Il tetto, realizzato con struttura portante in legno e ricoperto di lamiera di rame, ha una pendenza ottimale
di 30 gradi ed è rivolto verso Sud/Sudest. In presenza di un irraggiamento solare di 1.000 W/m², quindi,
si ottiene una potenza elettrica di circa 47 kWp. In futuro prevediamo di ampliare l’impianto per arrivare
a una potenza totale di più di 100 kWp.
L’energia elettrica prodotta dai moduli fotovoltaici viene poi trasformata con alternatori e immessa nella
rete a bassa tensione per essere utilizzata da tutte le utenze della tenuta.
La corrente inutilizzata, invece, è ceduta a pagamento alla rete fissa tramite un contatore. Viceversa,
quando il consumo di corrente supera la quantità autoprodotta, preleviamo elettricità dalla rete esterna.
Questo sistema elastico garantisce un approvvigionamento elettrico ecologico dell’azienda in tutti i
periodi dell’anno. Un impianto di rilevamento dati, dotato di appositi contatori e di sensori eliotermici,
raccoglie tutti i dati (resa solare, energia immessa o prelevata dalla rete) necessari a calcolare il grado di
rendimento dell’impianto e il relativo bilancio energetico. Tutti questi dati vengono poi memorizzati e si
possono visualizzare in qualsiasi momento sullo schermo di un PC. Quando fu installato, quest’impianto
fotovoltaico era il più grande e più moderno di tutto il Norditalia, e il primo in Italia a essere stato
finanziato con fonti private.