Gli Archi: uno sguardo d`insieme L`arco era una tipica arma

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Gli Archi: uno sguardo d`insieme L`arco era una tipica arma
Gli Archi: uno sguardo d'insieme
L’arco era una tipica arma medievale molto diffusa in tutti i paesi europei.
È costituito da un’asta di legno a forma di D, alle cui estremità, più sottili,
sono presenti degli incavi necessari per fissarvi la corda di canapa.
Generalmente, per la sua fabbricazione, veniva usato il legno di tasso, ma
anche quello di olmo, nocciolo, frassino e altri ancora.
I tipi di arco sono molti, ma il più noto è sicuramente l’arco lungo tipico degli inglesi, ricavato da un ramo
flessibile di legno di tasso alto all’incirca quanto l’arciere che doveva utilizzarlo.
Un arco lungo da battaglia era in grado di scagliare una freccia a trecento metri di distanza e di perforare
una corazza di maglia anche se, chiaramente, per far questo si richiedeva una forza non indifferente da
parte dell'arciere.
Durante i combattimenti ogni arciere aveva con sé circa una dozzina di frecce e quando le terminava,
poteva fare rifornimento sui carri al seguito.
Le frecce potevano essere di vario tipo a seconda della loro funzionalità; ad esempio erano alettate
quando dovevano essere scagliate contro gli animali, a stiletto invece quando dovevano perforare una
corazza a piastre.
Per costruire una freccia un esperto impiegava circa un ora e tre quarti e venivano usati molti tipi di
legno, circa dodici, ma quello più utilizzato in assoluto era senza dubbio il pioppo.
GLI ARCHI: parti costitutive.
L'impugnatura può essere flessibile ma generalmente è rigida, un poco più spessa del resto e delimitata
da un manicotto di pelle;
I flettenti sono la parte fondamentale dell'arco. Quando questo viene posto in trazione, accumulano
l'energia che sarà restituita al momento del rilascio imprimendo la spinta alla freccia. Più è rapido il loro
ritorno in posizione dopo il rilascio, più spinta verrà data alla freccia;
Le nocche sono le sedi per inserire gli occhielli della corda in genere presentano
dei rinforzi in osso o corno;
La corda è composta da diversi fili e può essere costruita di materiali diversi e sono
di due tipi: la corda "senza fine", assemblata da fili paralleli tenuti assieme da
avvolgimenti di un altro filo attorno agli occhielli e dal serving e la corda
"fiamminga" composta di due fasci di fili ritorti l'uno sull'altro; le corde fiamminghe possono avere anche
un solo occhiello mentre il capo inferiore viene legato alla nocca inferiore dell'arco mediante un "nodo
dell'arciere".
La corda fiamminga viene usata solo su archi tradizionali o ricurvi e presenta numerosi vantaggi: oppone
una maggiore resistenza all’inevitabile torsione che subisce quando si tende l'arco ed è possibile allungarla
od accorciarla. Può variare abbondantemente in lunghezza senza diventare eccessivamente rigida; non è
possibile fare lo stesso con una senza fine.
Il serving è un avvolgimento di filo attorno alla corda e serve ad avere un incocco sicuro ed a proteggere
la corda stessa da eventuali urti contro il parabraccio. Il punto di incocco è un anellino di metallo o di filo
sulla corda che segna il punto al di sotto del quale si deve incoccare la freccia.
La cocca è un piccolo elemento scanalato che può presentarsi in diverse forme. Quello che conta è che
sia comunque del giusto diametro per l'asta, ed abbia una pinzatura adatta al serving della corda. Deve
agganciare la freccia alla corda abbastanza da non farla cadere durante la trazione, ma non tanto da
trattenerla quando viene scoccata.
L'asta è ciò da cui tutto il resto dipende. Prima di tutto deve essere dritta, poi del giusto peso, flessibilità
e lunghezza.
Uno flessibilità ottimale è la miglior certezza di un volo preciso e pulito della freccia. L' impennaggio deve
essere adatto all'asta ed al libbraggio dell'arco.
Con aste in legno si usano penne naturali, generalmente sono di oca e, le alette vengono incollate
sull'asta con dei collanti. Lo schema più diffuso è indubbiamente quello consistente in tre alette incollate
dritte a 120° una dall'altra con una penna di colore diverso perpendicolare rispetto al taglio della cocca. In
altri casi le stesse tre alette sono incollate leggermente di traverso, in modo da formare una specie di
elica che imprime una rotazione alla freccia in volo aumentandone la stabilità per compensazione degli
scarti laterali, ma rallentandola leggermente.
La punta è anch'essa un elemento importante della freccia. E’ importantissimo che sia adatta al diametro
dell'asta e ben centrata... inoltre il suo peso influisce sulla flessibilità dell'asta e quindi, se vogliamo un bel
tiro teso, anche questa caratteristica deve essere adeguatamente valutata.
Le frecce potevano essere di vario tipo a seconda della loro funzionalità; ad
esempio erano alettate quando dovevano essere scagliate contro gli animali, a
stiletto invece quando dovevano perforare una corazza a piastre.
GLI ARCHI: tecniche di combattimento.
Posizione
Piedi ben piantati a terra ad una distanza pari alla larghezza delle spalle, il peso cade centralmente e si
sposta parzialmente sulla gamba anteriore in fase di caricamento dell'arco;
Le spalle sono basse, pesanti e parallele al terreno, la loro posizione non deve in nessun caso essere
modificata per tutta la durata del tiro;
Il busto è eretto, perpendicolare al terreno, in posizione naturale;
Gli avambracci sono diritti e, in tutto il processo di tiro, non vengono modificati nella posizione... come se
fossero i gomiti a guidare il movimento;
L'arco viene tenuto, quando lo spazio lo consente, inclinato a circa 60 gradi, con le braccia naturalmente
flesse posizionate in modo da non oscurare il bersaglio;
L’arma viene aperta suddividendo in egual misura tra le due braccia la forza da applicare;
Dopo la scoccata, solitamente, la posizione non viene modificata fintanto che la freccia non ha raggiunto il
bersaglio ma, ad impatto avvenuto si può distogliere la concentrazione (Spirito) dalla freccia ed abbassare
l'arco per un eventuale nuovo incocco.
Scoccata
Il segreto sta nell'evitare di utilizzare la forza durante l'intero processo di apertura dell’arco, affinché le
dita non siano rigidamente ancorate alla corda e la possano rilasciare nel momento opportuno, facendo si
che essa si chiuda verso l'arco senza movimenti perpendicolari alla chiusura tipici delle "strappate".
L'apertura dell'arco costruito con materiali naturali, deve avvenire in maniera consona alla fibra del
materiale utilizzato, in questo modo si avrà l'impressione che non siano le dita ma il gomito a provocare la
scoccata infatti, la corda lasciata sarà silenziosa ed emetterà un suono delicato ed elegante.
Osservando il gomito, si osserverà che esso si muove dolcemente indietro, aumentando la velocità della
freccia, e mai nel senso della freccia, segno che le dita non hanno lasciato l'arco quando avrebbero
dovuto.
Chi tira con l'arco medievale utilizza generalmente tre dita: l'indice sopra la cocca e il medio e l'anulare
sotto di essa.
Gli arcieri, fin dal Medioevo, seguono questa regola tramandata verbalmente:
• indice - la mira
• medio - la direzione
• anulare - la forza.
Utilizzando questa semplice regola risulta meno facile disequilibrare il tiro.
Fondamentale è porre la forza nell'anulare. Solo in questo modo sarà possibile eseguire una trazione
fluida e regolare, generata dall'intero corpo e non dal solo braccio. A scoccata eseguita, è estremamente
importante che il braccio prosegua la sua strada in opposizione alla freccia, facendo scivolare la mano
sulla guancia tra la bocca e lo zigomo. Se il movimento sarà stato corretto, la mano produrrà una lieve
carezza, altrimenti verrà prodotto uno scossone brusco, simile ad una sberla e la pessima vibrazione
dell'arco si propagherà attraverso le braccia sino alla nuca.
Spirito
Lo Spirito è una componente fondamentale del tiro con l'arco medievale. Rappresenta un moltiplicatore
naturale delle proprie capacità. Permea ogni movimento interiore ed esteriore del tiro ma, realizzare
questa permeazione totale è estremamente difficile. Tutti abbiamo in mente l'arciere dell'iconografia
classica che in mezzo alla battaglia mantiene una calma imperturbabile che lo trasforma in una terrificante
macchina da guerra: ogni colpo una vita!
La realtà è invece assai diversa e la possibilità di far sfuggire lo Spirito in un momento qualsiasi del tiro è
dietro ad ogni angolo: una freccia che cade, un amico che fa un commento... è una qualità difficile da
sostenere, quando si è poi in pericolo.
Realizzare un'unità spirituale, comincia ancor prima di estrarre la freccia dalla faretra. I gesti diventano
calmi e naturali perché sono gli stessi da migliaia di anni e fanno parte di un bagaglio genetico che va al di
là dei pochi anni che si sono vissuti. Il gesto è uno di quelli che sembra di aver fatto da sempre:
incoccare, aprire l'arco e scoccare. Eppure tale gesto non è mai ripetitivo.