pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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n° 364 - aprile 2014 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it Il colore, la linea, la figura: la forza di Matisse Il racconto della vita di un maestro fedele a purezza e libertà stilistica in tutta la sua opera, e capace di toccare, con pochi segni, le corde più profonde dell’animo e infondere un sentimento di assoluta armonia Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione. Se per gli impressionisti il colore è un mezzo per avvicinarsi all’autenticità della luce e dell’atmosfera naturali, per Matisse diventa il fine per creare esso stesso l’immagine. È il maestro Gustave Moreau che lo spinge alla ricerca autonoma, libera dalle convenzioni accademiche, e che gli trasmette le sue convinzioni sul colore che “deve essere pensato, sognato, immaginato”. Attraverso questo insegnamento Matisse riesce a superare il tradizionale principio dell’imitazione facendo diretto riferimento ai mezzi specifici della pittura, al colore in particolare, per produrre un puro appagamento visivo attraverso la percezione dell’immagine dipinta. L’innovazione del pittore francese, difatti, sta proprio nella funzione creativa del colore. È la ricerca formale, cromatica e spaziale, l’incanto decorativo del colore, che Matisse, come principale rappresentante del Fauvisme, oppone al Cubismo di Picasso. Il movimento dei fauves rappresenta l’apporto della Francia alla nascita dell’Espressionismo, contributo che rifugge le atmosfere e i contenuti foschi e drammatici comuni agli artisti tedeschi, ma che si impone come “variante” solare e mediterranea. È per la gioia di vivere che esprime e per la vivacità cromatica, infatti, che questo movimento si distingue e queste caratteristiche saranno i tratti distintivi di tutta l’opera di Matisse. Il senso della profondità senza l’aiuto della prospettiva tradizionale è l’apporto della mia generazione. Abbiamo abbandonato il modello, la prospettiva, abbiamo rifiutato tutte le influenze, gli strumenti acquisiti. Ci siamo affidati al co- Henri Matisse: Nudo seduto di spalle Philadelphia Museum of Art Henri Matisse: Le due sorelle Denver Art Museum Collection © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 lore: il colore ci ha permesso di rendere la nostra emozione senza mescolare e senza reimpiegare i vecchi mezzi costrittivi. Per il maestro francese e i fauves in generale, l’opera dipinta si deve comporre di solo colore che, una volta liberato dal dovere di riprodurre la realtà, si origina dal sentire interiore, per esprimere le sensazioni che, chi dipinge, sperimenta di fronte al soggetto raffigurato. Matisse forma la sua poetica attraverso le impressioni di Cézanne, cui si ispira per scomporre e ricomporre le forme senza prospettiva; di Van Gogh e Gauguin, cui si riferisce per l’espressività soggettiva del colore. A questi riferimenti bisogna anche aggiungere la conoscenza dell’immediatezza espressiva delle arti orientali, legni, ceramiche, stoffe, oltre che l’arte africana. Per me il soggetto di un quadro e il suo fondo hanno lo stesso valore o, per dirlo più chiaramente, nessun punto prevale sull’altro, conta solamente la composizione, il modello generale. Il quadro è fatto dalla composizione di superfici Henri Matisse: Icaro dalla serie Jazz Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 pag. 2 variamente colorate. Gli altri tributi al colore Matisse li porta sacrificando i dettagli e, più che altro, la terza dimensione, il chiaroscuro, ogni differenza fra dentro e fuori per mettere tutto sullo stesso piano, per allineare senza ordine e gerarchia una serie di motivi decorativi. Un processo di semplificazione formale che arriva fino all’esasperazione della bidimensionalità con l’uso dei papiers découpés, a quel il suo “dipingere con le forbici”, affinamento di una tecnica che lo porta a sfiorare l’astrattismo. Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita. Al pari di Picasso, Matisse si è ispirato al più antico dei temi artistici, quello della figura sovvertendone la tradizionale rappresentazione: spazi infiniti nei quali compone sinfonie di forme realizzate con semplici sagome colorate. Una figura, soprattutto femminile, che affronta con tutte le tecniche. Queste sono creazioni che incarnano l’essenza dell’arte del maestro, capaci con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo per infondere in sentimento di perfetta armonia. È questo il tema su cui si concentra la mostra che Palazzo dei Diamanti dedica al maestro dell’arte moderna, evocando il suo percorso creativo e, al tempo stesso, mettendo in luce le strette relazioni tra la produzione pittorica, scultorea e grafica. Con questa rassegna, aperta fino al 15 giugno, la Fondazione Ferrara Arte intende proporre un originale ritratto dell’artista per metterne in risalto le doti di alchimista del colore, ma anche il talento grafico e plastico. Il visitatore, accolto dal magnetico Autoritratto del 1900 e da una serie di giovanili prove di studio del modello, passa alla stagione della rivoluzione fauve con opere come il Ritratto di Derain e xilografie e sculture che testimoniano la suggestione della pittura di Cézanne e dell’esperienza plastica africana. Una sezione è dedicata a tre pietre miliari nell’opera del maestro: Nudo con Henri Matisse: Natura morta con donna addormentata Washington, National Gallery of Art a lato Henri Matisse: Giovane donna in bianco, sfondo rosso - Lione, Musée des Beaux-Arts © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 sciarpa bianca, La serpentina e la Bagnante. Realizzate con colori vivaci e con veri e propri arabeschi di linee, queste opere testimoniano il raggiungimento di una visione che, nella totale fusione con l’ambiente, è capace di produrre un effetto di assoluta pienezza visiva ed emotiva. Una parte, poi, è completamente dedicata al ritratto e alla fase in cui l’immaginario dell’artista è alimentato dalla presenza della modella nel suo atelier. Sono gli anni della prima guerra mondiale, quando la figura femminile è al centro di un lavoro quasi os- Henri Matisse: Odalisca con i pantaloni grigi Parigi, Musée de l’Orangerie © Succession H. Matisse, by SIAE 2013 pag. 3 sessivo, attraverso il quale Matisse cerca di mettere a nudo l’essenza del soggetto. Ora catturato dal mistero del volto, ora sedotto dagli effetti di luce sul corpo, porta avanti una ricerca che arriva fino al momento della svolta, quella del dopoguerra, distinta anche dalla riscoperta di Ingres e Renoir, dove esotiche messe in scena ospitano i nudi sensuali di odalische sui quali si riflette la magica luce della Costa Azzurra. Una mostra che nel ripercorrere tutte le fasi della produzione artistica del maestro, ne testimonia l’inesauribile vitalità e la grande forza creativa, facendo comprendere l’influenza sugli artisti del suo tempo e delle generazioni future. Il racconto di una vita spesa nell’approfondimento di un’idea che fino alla fine è rimasta fedele a una grande purezza e a una libertà stilistica continuamente in crescita. Una raccolta di creazioni che mostra l’essenza dell’arte di Matisse: la straordinaria capacità con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo e di infondere un sentimento di assoluta armonia. francesca bardi