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IL GIORNALE DI TUTTI
Anno IV - N : 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Per wikipedia "fantasia" è un termine
che assume diversi significati. Di
L'argom ento del prossim o num ero sarà: "L o stigm a", cioè il p regiudizio
base, la fantasia è una facoltà della
negativo nei con fron ti di persone o categorie di persone, e in particolare
m ente che consiste nel creare
nei con fron ti di chi ha a che fare con p roblem i di salute mentale.
immagini che possono intrecciare
Questo num ero de Il Faro contiene un inserto su Fantasia e d e lir i o .
immagini reali ed irreali o essere
completamente irreali. Per i filosofi è la
facoltà che porta a idee non legate alla
realtà, ma anche ciò che conduce alla
creazione artistica. In psicologia il
term in e è impiegato in una doppia
accezione:
- attività immaginativa in generale,
alla base di ogni processo creativo,
-fantasm a, patologico o fisiologico,
momento in cui si realizzano e
adempiono i desideri inconsci.
A me personalmente la fantasia ha
spesso giocato brutti scherzi, ma al
contempo è stata un'ancora di
salvezza. Per lungo tempo ho pensato
che tutti fossero contro di me: come
potete immaginare, la vita non era
affatto bella. Poi, quando questa
fantasia è uscita, una nuova fantasia,
G iovanni Segantini
molto più feconda, mi ha permesso di
“ L’amore alla fonte della vita ” 1896 (olio)
vedere la prima come patologica ed
eliminarla. Questo è stato il frutto di un
lungo processo di recovery, che m i
Segantini fu il m a g g io r rappresentante di quel tip o di crom o-lum inarism o
ha permesso di capire i miei incubi e
che in Italia prese il nome di D ivisionism o, un m ovim ento, allora
le mie aspirazioni e come fare per
d’avanguardia, parallelo al P o in tillism e francese.
contenere le brutte fantasie e realizzare
i miei sogni. Poi è arrivato IlF
aro,
il
Il pittore tre ntino (ma di scuola lom barda) fu un grande appassionato della
giornale di tutti, di cui sono l'ideatore
vita di m ontagna, che divenne il tema di n um erosissim i suoi d ip in ti.
insieme a Cristina C a vicch i, che ha
A ll’inizio degli anni ’90, Segantini ben si rese conto che nei suoi quadri non
riacceso quella fantasia che mi ha
c’era più coesione tra la resa d iv is io n is tic a e i tem i da lu i trattati, e così
portato a scrivere racconti ed articoli e
m anifestò i suoi intenti : “ C ongiungere l’ idealità della natura coi sim bo li
ha ridato fiducia alla mia
immaginazione e creatività.
dello S pirito che l’anim o nostro rivela” .
Per mezzo della fantasia mi sono
“ L’amore alla fonte della vita ” venne eseguito nel 1896 ed è frutto
ammalato, ma per mezzo della
dell’im pegno dell’artista nel rendere concreto ciò che si era prefisso.
fantasia, incanalata positivamente,
O gni particolare tem atico è chia rito in una lettera in cui lo stesso Segantini
sono guarito e diventato
psicologicamente più forte di prima.
spiega il d ip in to : l’acqua e la roccia da cui scaturisce sono sim bo li
dell’Eternità.
Fabio Tolomelli
P iergio rg io Fanti
(com unità “ Il M elograno” - 2 3 M a g g io 2010)
Pag. 2 La fantasia
La fantasia
Una parola dall’ampio spettro
Premetto che la fantasia è m o lto d iffic ile da
interpretare, ci possono essere m o lti m o di di
vedere: secondo a lc u n i la fantasia si propaga dalla
nascita, ci sono soggetti che possono essere più
portati a fantasticare, ed a ltri che non sanno
nemmeno cosa s ig n ific h i la parola “ fantasia” .
Com unque in ogni caso ognuno di noi, diciam o
tutti, usiam o la fantasia ogni giorno, a lc u n i si
riescono ad osservare, a ltri la usano
FANTASIA |fan-ta-sì-a] nome femminile
Etimologia: dal greco p h
rantasìa, apparizione, immagine
(specialmente pom posa), da phantàzo, faccio apparire,
mostro pom posamente, che sorge dalla radice di phàino,
presento alla vista, onde anche phanòs (luce) e phantòs
(visibile) (vedi anche Fama).
Significato:
♦ potenza rappresentativa e immaginativa dell’anima,
capacità dell'uom o di immaginare. Sinonimo:
immaginazione. Esempio: ha una grande fantasia; lavorare di
fantasia = fantasticare.
♦ capacità creativa propria di un artista. Sinonimi: estro,
inventiva, creatività.
♦ immagine creata dalla mente senza rapporto con la
realtà, immagine inusuale, irreale, fallace. Esempio: non
dar retta alle sue fantasie! Sinonim o: invenzione, idea.
♦ capriccio, desiderio improvviso. Esempio: gli è venutala
fantasia di cavalcare. Sinonim i: bizza, ghiribizzo, stranezza.
♦ disegno vivace, floreale o geometrico di un capo
d'abbigliam ento. Esempio: mi piacela fantasia di questa
stoffa.
♦ composizione musicale non convenzionale; più brani
musicali riuniti in un’unica composizione. Esempio: una
fantasia di canzoni degli anni' 6 0 .
Derivati: fantasiare, fantasioso, fantasiosità, fantasista,
fantasticare, fantastico, fantasticheria, fantasticone.
Cfr. FANTASMA
♦ ombra, spettro, essere soprannaturale di solito malefico,
immaginato dalla fantasia popolare, simulacro
ingannatore, immagine fantastica di un essere inesistente
(ricerca su dizionari)
involontariam ente.
La fantasia o creatività è u tilissim a sia per lavorare
che per evadere dalla realtà di tu tti i giorni.
Supponiam o che qualcuno faccia un lavoro di
arredatore di interni, oltre alla tecnica occorre
anche la fantasia p e r fare delle com p osizion i e degli
abbinam enti.
La vita è dura e d iffic ile e m olte volte, quasi sempre,
siamo m essi a dura prova. Ma la fantasia è
q ue ll’insiem e di circostanze che ci differenzia dal
resto del m ondo. Una persona usa la fantasia per
creare, come m o lti artisti.
Dico e afferm o che la fantasia e il pensiero sono
un’unica cosa, in un dato m om ento possiam o
decidere se pensare soltanto oppure fantasticare e
mettere in pratica il pensiero. Spero che questo vi
possa servire per i v o s tri studi.
Avrei m o lto da dire su questo argom ento ma sono
p ig ro e q u in d i scrivo m o lto poco. Mi piacerebbe
parlarne di persona, com unque questo è quanto!
C ordiali saluti
A n o n im o - O ttonello
La fantasia
La fantasia è un sogno o una storia che se realizzata
si trasform a in magia, rendendo la propria vita più
colorata e calorosa.
L’uom o ha biso gn o di fantasticare per rendere la
vita m ig lio re nel lavoro, tra due persone e tra i
popoli.
A n o n im o -O tto n e llo
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 3 La fantasia
Cadere come piume
dalle nuvole della fantasia
B ra in sto rm in g gruppale
♦ Potremmo dire che la fantasia ha voce e la realtà
ha fatti.
♦La fantasia ha parole, solo parole, ma per fortuna
esiste anche la realtà.
♦ La fantasia è parente dei sogni.
♦ La fantasia fa davvero bene, perché puoi fare ciò
che vuoi, ottenere le cose che nella vita reale
non puoi avere.
♦ La fantasia può essere m eravigliosa mentre la
vita reale è spesso crudele.
♦ Ci può essere il desiderio e la fantasia di essere
im m ortali, così se qualcuno m uore può
resuscitare.
♦ Ma anche la fantasia ha dei lim iti e capita che
p ro p rio le altre persone ce li im pongano. Spesso
i n ostri g en ito ri ci riportano alla realtà! A llora si
cade dalle nuvole e ci si deve solo augurare di
cadere al suolo dolcemente, come piume,
p iu ttosto che come m artelli.
♦ Con la fantasia possiam o arrivare a vertici
in c re d ib ili, ma cadere facendoci m o lto male.
♦ E le “ v o c i” , sono fantasie? Però nella nostra
percezione sono m o lto reali! Sono nella nostra
mente? Quello che sappiam o è che, a volte,
basta accendere lo stereo per tornare alla realtà.
ARTEINSIEME Centro D iurno Casalecchio
Vicenda
condominiale
Spesso nasce nel mio pensiero il desiderio di volare, mi
vedo nel cielo con una lunga veste e due grandi ali, quasi
volessi raggiungere le stelle.
Questo è un pensiero fantasioso ma mi rende felice, ed è per
questo che non riesco ad annientarlo. A volte però il
pensiero di fantasia può essere nocivo, questo accade
quando varca il limite della realtà, danneggiando la nostra
salute mentale. Può voler dire pensare che qualcuno ci
voglia male solo perché ci sono state piccole divergenze, ma
ciò che danneggia maggiormente la nostra mente è quando
l’ir reale diventa forte ta n to da farci perdere il controllo delle
nostre azioni, che possono diventare pericolose per gli altri
o per noi stessi.
Questo mi porta a ricordare la mia esperienza personale che
racconterò in breve. Sono passati ta n ti anni, ma rammento
ancora che quando mio figlio era libero dal lavoro ne
approfittava per fa rmi vedere una video cassetta, così che
potevamo
goderci
un
pom eriggio
guardando
tranquillam ente un bel film . Ma la visione non era mai
tranquilla perché l’inquilino del piano di sopra sembrava
divertirsi a camminare con gli zoccoli proprio in quel
momento così piacevole. Il rumore degli zoccoli era sempre
più frequente e spesso era accom pagnato dal rumore del
trapano e di altri attrezzi di lavoro, ta n to che divenne
insopportabile.
Questo disturbo cominciò a crescere nella mia mente e
cominciai a pensare che questa persona volesse fa rmi del
male, divenne un pensiero sempre più ossessivo che mi
portò a compiere atti di violenza.
Un giorno decisi di salire le due rampe di scale e con un
grosso sasso cominciai a colpire l’uscio del mio amato
inquilino, danneggiandolo fortem ente. Incurante dello
sgom ento dei vicini, me ne to m a i in casa pensando di avere
risolto il mio problema.
Ha non fu così, perché qualche giorno dopo si presentò alla
mia porta una psichiatra accompagnata dalle forze
dell’ordine, che nonostante la mia ostinata e lunga
resistenza mi caricarono sull’ambulanza che mi portò dritta
dritta all’ Ospedale Psichiatrico, dove fu i sottoposta a un
T.S .O.
Non mi fu richiesto di pagare i danni, ma col tem po
compresi che il danno maggiore era quello che avevo inferto
alla mia salute mentale.
La mia conclusione? Volare col pensiero può essere
piacevole, ma quando la fantasia prevale su di esso e ci
induce a compiere azioni insensate, come ho fa tto io, può
diventare una patologia da curare senza vergogna, onde
evitare eventuali danni alla nostra personalità e alla nostra
salute mentale.
A nonim o
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 4 La fantasia
Creatività, la meravigliosa figlia di madama Fantasia
Con la fantasia possiam o fig u ra rc i un’ esistenza del tutto
differente da quella che viviam o, entrare nella parte di un
eroe, di un avventuriero, di un m ilia rd a rio ...
Possiam o viaggiare nello spazio e nel tem po senza m uoverci
dalla nostra stanza, im m aginare esseri e m o nd i inesistenti...
Ma se non ci accontentiam o di sognare ad occhi aperti, possiam o mettere a
fru tto questa capacità e trasform arla in azione.
La m eravigliosa fig lia della fantasia si chiama Creatività.
Una dote stupenda, che possiam o incanalare nell’arte: nella pittura, nella
letteratura, nel cinem a... dando concretezza alle nostre fantasie e
con divide n do le con g li altri.
Ma la creatività è anche l’arma segreta per risolvere i p roblem i p ic c o li e
grandi che la vita ci presenta.
Im m aginazioni, in tu izio n i, connessioni, ci aiutano a vedere le cose in
un’altra luce, a cambiare noi stessi e a plasmare a m odo nostro la realtà.
Lucia
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 5 La fantasia
La fantasia galoppa
La fantasia galoppa, la realtà sta ferma.
La fantasia è la capacità di vedere oltre il reale,
Fantasia è anche il tito lo di un fam osissim o film di
rappresentando un a ltro “ Reale” o a ltri sé stessi
anim azione, considerato da m o lti il capolavoro di
differenti. La fantasia la troviam o nelle favole, nelle
W alt Disney.
avventure, nei film , nei sogni, nell’arte. Forse l’uomo
Il personaggio di T o p o lin o stava perdendo
triste fantastica cose allegre per compensare una
popolarità, perciò il suo creatore preparò per
mancanza d’affetto nella vita reale. I bam bini hanno
rila n c ia rlo un cartone speciale, “ L’apprendista
m olta fantasia ed inventano continuam ente m ondi
stregone” , totalm ente m uto e accom pagnato da un
lo n ta n issim i e in co m p re n s ib ili per p o te r meglio
brano di m usica classica.
giocare lontano dagli adulti, che di fantasia ne
hanno poca. La fantasia è gigante, un m ito, una fuga
su pattini a rotelle verso un fuoco che non avrà mai
fine.
La fantasia aiuta a com prendersi, a guardarsi
dentro: come un pittore, che guardando un suo
dip in to , v i veda sé stesso d ip in to dentro.
C’ è una vita fantastica in ogni creatura, in ogni
uomo, in ogni donna.
Chi non ricorda “ Fantasia” di W alt D isney o Fantà sia
Non si trattava però di un sem plice sottofondo
de “ La storia in fin ita ” ?
m usicale: nelle anim azioni di W alt Disney, infatti,
B acioni da Ave M anservisi
q uello che fa la differenza è l’ uso narrativo della
musica.
FANTASIA
Il carattere sperim entale dell’ opera entusiasm ò il
celebre direttore d’ orchestra Leopold Stokowsky
che, non solo si offrì di dirigere gratuitam ente la
In m usica viene detta “ fantasia” una com posizione
colonna sonora, ma radunò per eseguirla cento
che non rientra esattamente in form e m usica li
m u sic is ti fra i m ig lio ri di Los Angeles e suggerì di
codificate. Le prim e opere così definite
rendere il progetto ancora più am bizioso: inserire
appartengono al periodo barocco (periodo
“ L’apprendista stregone” in una sequenza di
fantasioso per eccellenza) e precisam ente a Johann
e pisodi is p ira ti ad altrettanti brani m usicali, creando
Sebastian Bach. N otevoli per perfezione s tilis tic a le
così un lungom etraggio in cui la m usica fosse la
fantasie di Mozart e quelle rom antiche di S chubert e
vera protagonista. Questa la sequenza:
C hopin. Certamente tu tti ricordano la sonata per
pianoforte n. 14 di Ludw ig van Beethoven, nota col
nome di “ Chiaro di Luna” . Il m aestro aggiunse la
scritta “ quasi una fantasia” probabilm ente solo
perché la sua struttura non corrisponde del tutto a
quella tradizionale della sonata, ma non c’è che
dire, quel tocco di fantasia aggiunge fascino al
fascino...
♦ Tocca ta e fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach
♦ L o Schiaccianoci di Petr Il'ic Cajkovskij
♦ L 'apprendista stregone di Paul Dukas
♦ La sagra della prim avera di Igor Strawinskij
♦ Segmento d i M ee t th e Soundtrack (intervista alla
col onna sonora )
♦ Sinfonia n .6 detta La Pastorale di Ludwig Van
Beethoven
♦ L à danza delle ore di Amilcare Ponchielli
♦ Una no tte sul M onte Calvo di Modest Musorgskij e Ave
Maria di Franz Schubert
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 6 La fantasia
il com positore e c ritico m usicale Deems T a y lo r fu
evoluzione tecn olo gica della cinem atografia,
incaricato di introd urre e collegare g li e pisodi tra
restiam o ancora incantati dalla straordinaria
loro p e r mezzo di una narrazione. C om inciò così un
eleganza delle im m agini animate e dal loro
grandioso im pegno per decine e decine di te cn ici e
arm onizzarsi con la musica.
a rtisti: sceneggiatori, registi, anim atori, art
Possiam o senz’a ltro dire che Fantasia rimane un
directors...
capolavoro a rtistico affascinante, unico nel suo
In Am erica Fantasia uscì il 13 novem bre 1940. Wa lt
genere.
D isney lo considerò un evento speciale e come tale
Una curiosità: il prossim o 25 agosto uscirà nelle
lo propose al p u b b lic o : g li spettatori dovevano
sale cinem atografiche italiane un nuovo
recarsi alla proiezione ve stiti elegantemente, come a
“ apprendista stregone” , una rivisitazione in live
una prim a teatrale. Nei cinema furo n o posizionate
action del segm ento di Fantasia basato sul poema
più di trenta casse acustiche che circondavano g li
sin fo n ico di Paul Dukas (1890) e s u ll'om onima
spettatori, offrendo loro un’ esperienza del tutto
ballata di Goethe (1797). L'apprendista stregone
nuova: l’a scolto in stereofonia. L’entusiasm o di Wa lt
(The Sorcerer’s A p p re n tic e ) è un film della D isney
D isney e dei suoi collaboratori, però, si scontrò con
P ro du ction s , diretto da Jon Turteltaub ed
l’ im p o s s ib ilità di utilizzare appieno le innovazioni
interpretato da N icolas Cage e Jay Baruchel. Questa
tecn olo giche (non tu tti i cinema erano attrezzati) e,
volta il gran mago si chiama Balthazar Blake, e non
inaspettatamente, anche con una tiepida
più Yen Sid, cioè D isney letto al contrario, come nel
accoglienza da parte del pub blico. Il film infatti,
cartone anim ato.
benché inse rito dalla critica tra i dieci m ig lio ri
Questo rim balzare di un soggetto fantastico e delle
dell’anno, fu trovato da m o lti p ro lisso e subì le
sue sug ge stio ni da una fo rma d’arte a ll’altra, da un
critiche d e i mu sic o fili puristi, che lo considerarono
secolo a ll’a ltro (un poeta-filosofo del Settecento, un
kitsch o irriverente.
m u sicista dell’ Ottocento, un disegnatore del
Il colpo più duro, però, venne dalla guerra m ondiale
Novecento, un regista del Duemila...), è un esempio
e dalla conseguente chiusura di una vasta fetta di
fra i tanti della forza prop u lsiva della fantasia, una
m ercato estero. Per lim itare le spese di produzione
potenza sorprendente, inarrestabile e creatrice.
furo n o perciò presentate v e rsio n i ridim ensionate e
L .L .
sem plificate. Una di queste venne finalm ente
proiettata anche in Italia nel 1946.
Nel 1969 Fantasia uscì di nuovo, praticam ente
Filastrocca
completa, e ottenne un grande successo fra h ip p y e
teen agers, per il suo carattere v isio n a rio e
Sei veloce bicicletta
“ p siche d elico ” . In seguito ad accuse di razzismo si
Come il lampo e la saetta
dovette però rim uovere dalla scena della Pastorale
Sei strum ento di piacer
una centaura servetta, per metà asina e per metà
So di molto pedalare
Il m anubrio so guidare
donna di colore.
In occasione del cinquantenario il film fu prodotto
Squilla squilla il campanello
in videocassetta e fu il prim o ad essere venduto nei
Che fa scappar il bambinello
c irc u iti Home Video. Nel 2000 c’ è stata l’edizione in
Che giocando in frenesia
DVD e p ro p rio in questi g io rn i è in uscita l’edizione
Spaventato fugge via!
“ P latinum ” in versione HD-BluRay.
A se tta n t'a nni di distanza, nonostante la grande
Letizia Z iron i (centro d iu rn o p e r anziani S. Biagio)
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 7 La fantasia
LA STRAORDINARIA STORIA
DELL’OMINO TURCHINO
Stava lì, sul rip ian o della libreria, tra vecchi e polverosi v o lu m i e oggetti
dim enticati dal tempo, come lui. Era stato rita glia to da un cartoncino turchino,
dalle m anine trem olanti di una bam bina di quattro anni che voleva fare un
regalo alla nonna Luisa e lei, la nonna, non se ne era più separata, anche se in
mezzo c’ era stata la guerra e tanti traslochi.
Q uell’om ino di cartoncino tu rch in o senza m ani né piedi era il dono più bello
che avesse mai ricevuto ed ogni giorno, ora ancora di più perché g li anni le avevano regalato tanti m alanni,
rughe e solitud ine , era il suo com pagno, con il quale teneva un c o llo q u io segreto e al quale riusciva a
sorridere.
Lui la teneva d’ o cchio e temeva di essere ricoperto dalla polvere, tanto da non essere più rico n o sc ib ile nel
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 8 La fantasia
g rig io di tutte le cose in quella stanza.
Non sapeva che fu o ri c’era il sole, il canto dei colori, la m usica del ve n to ... la vita!
Finché un g io rn o entrò una ragazzotta allegra e decisa, con il com pito di accudire la vecchissim a nonna.
Come prim a cosa si recò alla finestra e la spalancò, poi prese un piu m in o e com inciò a creare un vortice di
polvere, che fece subito starnutire la nonna Luisa: quando vide l’ om ino ex-turchino, lo prese in m ano e
rimase dubbiosa se gettarlo nel cestino della carta. Ma, non si sa perché, invece lo ripose delicatam ente sul
davanzale e se lo dim enticò.
La nonna non si era accorta di nulla perché orm ai era cieca, ma sentì un im p ro vviso b riv id o di freddo, anche
se un poderoso raggio di sole era entrato nella stanza.
L’ om ino turch ino , sto rd ito e im paurito, si voleva fare p iccin o p iccino, per non essere visto, nell’attesa di
essere rip osto sulla sua m ensola al sicuro da tutto e da tutti, nell’ im m o bilità della sua esistenza. Però aprì un
occhio, poi l’a ltro e vide là in fondo, nell’orizzonte azzurro (come era lu i una volta) un arco di colori,
l’arcobaleno, apparso dopo il tem porale estivo che aveva fatto tremare i vetri incerti della finestra sempre
chiusa, fin o a ll’a rrivo della ragazzotta di campagna. E sentì un frastuono di canti, p ig o li i, fru sc ii, m elodie
dell’aria smossa da un ven tice llo fresco.
Proprio quel ven tice llo lo sollevò dapprim a in alto, lo fece svolazzare dolcem ente sul prato e lo depositò tra i
fili d’ erba che per lui, l’om ino turch ino , erano giganteschi e spaventosi.
Non aveva m ani né piedi, la bam bina aveva dim enticato di fa rg lie li, q u in d i pensò che l’ unica sua p o ssib ilità
fosse quella di nascondersi, sperando di non essere v isto da nessuno.
Invece una form ica, che si era persa come lui, si a vvicinò, lo a gg irò e se lo caricò sul dorso, pensando di
avere trovato qualcosa da m ostrare appena avesse raggiunto il suo gruppo di volo nta rie operose. Invece, in
un passaggio tra fili d’erba intricati, si ferm ò e pensò che lu i non m eritasse di essere spinto nella tana
sottoterra, dall’ esercito co stitu ito d ell'im pero delle form iche, che portavano là nel deposito ogni cosa
trovata; lo depose con cura sotto quel g ro v ig lio d’erba, p e rm e g lio preservarlo dai p e rico li del prato.
L’ om ino tu rch in o rimase per un po’ nascosto, aspettò che si calmasse il suo battito cardiaco e, orm ai sicuro
che non sarebbe potuto tornare ind ie tro alla sua vita polverosa, pensò anche che non avrebbe volu to, perché
era così bello e divertente vedere la vita scorrere into rn o a sé.
Ma non aveva m ani né piedi! Come fare a m uoversi?
Aveva solo voglia, per ora, di stare in mezzo a g li a ltri e di imparare a conoscerli.
Jaja
P.S.
Questa è la prim a parte della straordinaria storia dell’ om ino turch ino . Se v i è piaciuta aspettate le puntate
successive. É una storia per tu tti noi. Un bacio.
La cicala e la formica
“ Carissim a form ica -disse la c ic a la - a furia di lavorare hai completam ente rim osso l’ idea del nostro creatore,
idea che invece io co ltivo dentro di me. È a lu i che canto le mie canzoncine estive, così non m i im porta se poi
in inverno gelo dal freddo. La cosa che conta, per me, è il qui ed ora, amo la luce e l’aria, mentre non mi
interessa della m orte del corpo. Poverina!! Tu per me, fo rm ichin a, sei una vera sciocca, credi di essere
superiore perché stai al caldo con tu tti i v ive ri dentro casa, lo invece penso che quando m o rirò sarò sepolta
degnamente sotto la neve, perché il pensiero m i è rim asto libe ro ed io, devi sapere, credo nell’A ld ilà degli
insetti."
A n o n im o
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 9 La fantasia
Pirin Pin Pin
Da piccola mi raccontavano che, appostata sopra un albero di pere, c’era una brutta strega,
che buttava giù in terra le pere, per vedere se i bimbi che passavano di li le avrebbero raccolte:
in tal caso si lanciava all’inseguim ento.
Quando un bimbo passava sotto l’albero, la strega gli diceva: “Pirin pin pin, buttami giù un
peri n, che mi bagno il mio bocchì n ”. Il bimbo doveva risponderle così: “No, brutta strega, tu mi
vuoi m angiare!”. Così, per paura della strega, tutti i bimbi, che dovevano passar di lì per andare
a scuola, preferivano cambiare strada. Questa storia, in realtà, era stata inventata da un
contadino che non voleva che noi raccogliessim o le pere!
Ester P oli (centro d iu rn o per anziani San B iagio)
L’adolescenza
Fra verdi fronde ed erba profum ata, viveva una fanciulla che da lunghi capelli e di sola pelle
era vestita. Un giorno passeggiando nel boschetto vide un limpido laghetto e disse: “Voglio
specchiarm i per vedere se son bella.” Ma riflessa nelle acque vide che il suo corpo era
cambiato, non era più quella di prima. “Sto diventando donna” fra sé disse, così con verdi
foglie si cucì un vestito e con bianchi fiori si adornò i capelli.
Il Vento che le passò vicino la vide ed esclamò: “Come sei bella, voglio baciarti”. “A nch’io” lei
rispose e baciò lui, ma il Vento, che di gelosia bruciava, frettolosam ente disse: “Vieni con me
perché ti voglio tutta mia”. Così lei cominciò a correre dietro al Vento, ma il Vento correva
troppo forte e non potè raggiungerlo e ritornata indietro sconsolata disse: “È troppo vano
correre dietro al Vento e forse per me non è ancora ora d’am are”.
“Non ti crucciare, resta con me ancora un poco e ti dirò io cosa fare” disse il Tem po che udì le
sue parole. “Va bene - lei rispose - ma non tenerm i con te troppo, che brutta e rugosa non
voglio diventare”. “Fidati di me - rispose il Tem po - io son longevo ed ho esperienza, io ti farò
capire quando per te sarà ora d’am are.”
Fra le braccia del Tem po lei rimase e insieme a lui cominciò ad aspettare. Un giorno il Tem po,
stanco di aspettare disse: “Ecco è ora d’agire, vieni con me, così potrai vedere che per te è
giunta l’ora d’am are”. Fecero pochi passi e fuori dal boschetto scorsero un grande prato verde
tutto di fiori ricam ato, e sopra quel tappeto variopinto era sdraiato un giovane bello che
dorm iva. “Svegliati” gli disse il Tem po, battendogli la mano sulla spalla. “G uarda che cosa ti ho
p ortato”. Lui aprì gli occhi, vide lei ed esclamò: “Questo è proprio quello che cercavo! Grazie,
maestro, del gran dono che mi hai fatto”. Poi fissandola negli occhi le dom andò: “Come ti
chiam i?” “A m ore” lei rispose. “A nch’io ho lo stesso nom e” e presa la sua mano disse: “Noi due
siamo uguali, noi due siamo fatti per am are”.
Ma l’A dolescenza, che di nascosto tutto aveva visto e udito, capì che il suo ruolo era finito, e in
punta di piedi, silenziosam ente se ne andò lontano per lasciar posto all’età adulta che vero
amore e conoscenza ti sa dare!
M ariang ela
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 10 La fantasia
D edicato ad Arianna
Lo spazio della poesia
Il Volo
Ti guardo, mentre passi
Ti guardo, mentre passi
fra le mie dita
come codice, col nome,
Mio amore, eri passero ferito
Non solchi né valli né monti
Basso è il tuo volo
codice di penna, codice di vita.
E la nube
diviene blu
ed il tramonto diviene
Amici
Non vedi infiniti orizzonti
Non importa il posto
il sole è sempre uguale.
Sotto le fronde degli alberi
Non importa se è ricordo
Fra i cespugli e le erbe odorose
o qualcosa che verrà.
Serenità ti tenga compagnia
solidamente rosso di pietra.
Poi, m'abbandoni
un po' per gioco, un po' per scherno
"N on te ne andare", grido
Sempre staranno in me
Mio amore che sei stato ferito
quei buoni momenti che
Nel ristretto orizzonte della tua vita
abbiamo passato
Sarai padrone di essere quello che sei
senza sapere....
in silenzio.
Ma sei già passata
a un altro scoglio,
suggestionando in me
un'altra m eraviglia,
un altro abbandono.
Paola Scatola
Pensiero
Viaggerai sognando su foreste maestose
Non importa dove sei,
Cime innevate
se vieni o va i,
Luccicanti al sole
la vita è una via da percorrere,
E il riverbero giunga fino a te
se c'è qualcosa da dire
A d illuminare il tuo cammino
o se c'è qualcosa da
nascondere,
Tu che eri passero ferito
sempre sarà un amico il primo
Sei tornato a volare.
a saperlo.
Anonimo Tratto d a l B o s c o ",
gruppo "Euforia", Bologna.
Pensiero mio vola
Per cieli lontani
Mari sconfinati
Ove i miei passi
Non lasceranno orma.
A n o n im o Tratto d a l Bosco".
gruppo "Euforia",Bologna.
Perché sempre staranno in me
quei buoni momenti
che abbiamo passato senza
Dici di saper guidare...
Allorché dal fumo
li fai investire,
la tua bocca
dal sapor di susina
prende il sapor di nicotina.
Luigi Zen
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
sapere.
A no n im o
Pag. 11 La fantasia
Mi immagino bambina
Fantasia di ricordi
Rimane il ricordo,
se resti a pensare
di me, com'anche
il pensiero è restato
e nessuno di noi l'ha scordato.
Luisa Paolucci delle Roncole
Ti te n g o qui
Ti tengo qui o lume dei miei lumi,
per averli,
sempre più celere nei battiti di penna.
Anche il cuore,
lo costringo alle tenerezze
delle metafore antiche,
che qualcuno
mi sollecitò
chiamandomi: "Poetessa".
Poi vennero altri
a dirmi : "Qual è il tuo nome?"
"Mi chiamo Paola" risposi:
"La scrittrice?"
Ma anche
a quell’ora, in quel giorno, di me
parlò la mia fantasia, aspra e dura.
Paola Scatola
DIO e la SUA allegra varietà
IL cielo è azzurro per darci felicità,
l'erba è verde, speranza ci dà.
In questo immenso universo i colori
Sono di tante qualità,
lo penso che DIO, il Grande creatore,
sia la più GRANDE VARI ETÀ'
Lucio Polazzi
Mi immagino bambina
come ancora alle volte
nel cuore provo.
Ricordo le corse nei campi
insieme ai miei amici infanti.
Dolce era sognare
forme di animali
nelle nuvole candide
che nel riposo scorgevamo
nei rami di alloro.
Vorrei spirasse un vento
travolgente
che si insinui nella mente
di chi vuol dominare
e faccia loro dimenticare
la sete di potere e l'avidità.
Vorrei spirasse un vento di
speranza
che aiuti i governanti
a perseguire con fermezza e
costanza
le strade della pace.
Jo (Giovanna Giusti)
Come un arcobaleno
Vorrei soffiasse un vento come
un arcobaleno
che abbraccia tutto il mondo.
Ogni colore è un sentimento
buono
che dalla terra nasce
si diffonde nell'aria
e ricade su ogni uomo.
Vorrei spirasse un vento
riparatore
che rimedi alle ingiustizie,
sani i contrasti,
cancelli ogni rancore.
Vorrei spirasse un vento
tempestoso
che spazzi via la malvagità,
le guerre, la delinquenza
e ogni calamità.
Vorrei spirasse un vento di
sana allegria
che aggreghi i giovani
senza alcool né droga
con tanta gioia in buona
compagnia.
Vorrei spirasse un vento
consolatore
che asciughi le lacrime,
allevi le pene ed il dolore.
Vorrei spirasse un vento di
bontà
che scuota le coscienze,
diffonda comprensione e
solidarietà.
Vorrei spirasse un vento
d'amicizia
che unisca le persone
doni calore umano
e scambievole aiuto con letizia.
E quest'ultimo vento
tanto per cominciare
anch'io, con voi,
posso farlo spirare.
D. (dedicato alle amiche
del Gru ppo “Speranza” e
di Ceretolo)
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 12 La fantasia
Polenta al "megafungo"
Il germe della scrittura
Un anno fa era m olto, ma m olto più caldo di oggi.
aveva un’idea: trasform are il mio racconto un po’
Nella sala polivalente del C entro Sociale “ Tonelli” mi fu
malinconico sulla vita in campagna in qualcosa di più
chiesto di stare alla consolle dell’im pianto stereofonico,
adatto alla lettura dei bambini della classe terza. Prese il mio
perché un im portante scrittore di racconti per bambini
lavoro e con pazienza certosina lo corresse dai numerosi
avrebbe letto e comm entato i propri scritti.
errori, semplificò le parole difficili per i bambini e inserì un
A lla fine della lettura i bambini entusiasti gli posero diverse
pizzico di gioia in più fra le ri ghe.
domande. Term inato l’evento lo scrittore s’incamminò verso
Trascorse l’estate e il lavoro corretto fu diviso in quattro
l’auto che l’avrebbe portato al ristorante, accom pagnato da
parti. O gni due mesi M aria Rosa leggeva una parte in classe
una maestra della Scuola “ Fantini” di San Lazzaro di
con me presente. L’entusiasmo dei bambini era alto e mi
Savena, che aveva organizzato il tu tto .
riempiva il cuore di gioia. Dopo l’ultima lettura mi chiesero
Dentro di me dissi: “ C hissà se gli interesserebbero i miei
come si creava un racconto, lo risposi che non lo sapevo:
racconti per adolescenti...” . M i feci coraggio e andai da lui,
alcune volte lo scrivevo di getto; altre volte organizzavo
per dirgli che scrivevo racconti di fantasia e per chiedergli
una scaletta con le idee che mi venivano in mente.
se meritavano di essere pubblicati.
M aria Rosa, percependo che il momento era giusto, propose
M i rispose gentilm ente di spedirne uno via e-mail.
di fare uno scambio di racconti sulla base degli spunti che i
lo, non sapendo quale scegliere, chiesi alla bravissima e
bambini davano in classe. C osì sono nati questi due
gentilissima maestra M aria Rosa se, leggendo i miei
racconti: “ La classe birichina” e “ La salvezza del pianeta
racconti, poteva scegliere il più adatto da spedire. Dopo
Terra” .
pochi giorni M aria Rosa mi chiamò al telefono, per dirmi che
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Fabio T o lom e lli
Pag. 13 La fantasia
La classe dispettosa
C’ era una volta un paesino situato ai piedi di verdi colline. Come in tu tti i paesini di questo m ondo, nel
nostro paese c’erano: il palazzo del Comune, la chiesa, il superm ercato e a lc u n i negozi, il cinema, l’ edicola, la
farmacia, la piazza, tante casette e naturalm ente anche una scuola.
La scuola era costituita da un e d ificio a due piani che ospitava cinque classi della scuola elementare e tre
classi di scuola materna.
T u tti i bam bini del paese frequentavano quella scuola.
L’ e d ificio era grazioso e colorato: le pareti erano ricoperte da d isegni viva ci e carte llon i fatti dagli alu n ni, da
fotografie e m anifesti. Le aule erano a cco g lie n ti e spaziose, lum inose e allegre, con banchi b ianchi e rossi,
lavagne e arm adi di legno e rip ia n i carichi di lib ri m e ra vig lio si ed avvincenti.
Ma al prim o piano di quella scuola c’ era una classe m o lto particolare...
Continuazione n° 1
in quella classe, infatti, viveva da circa due anni un essere in v is ib ile . Egli faceva tanti dispetti, ma solo alla
maestra: le cancellava la lavagna che lei aveva appena scritto, non le permetteva di correggere i com piti,
perché le faceva sparire la b iro rossa, non le faceva spiegare l’ esercizio, perché spostava i m o b ili
procurando tanto rum ore... e tanti a ltri d ispetti ancora.
Un g io rn o un bam bino scoprì l’essere in v is ib ile e g li disse: “ Perché fai così alla nostra m aestra?” . Quello,
m ettendosi a piangere, rispose: “ lo non v o g lio fare i dispetti, ma sono arrabbiato, perché vorre i che si
esaudisse un m io sogno: diventare un essere um ano” .
Il bam bino allo ra lo portò dalla maga Martina, che con una magia trasform ò l’ uom o in v is ib ile in un uom o con
i capelli b io n d i e g li occhi azzurri. Poi il nuovo uom o si v o lle chiamare Ram. E così fu felice per sempre.
Continuazione n° 2
Questa classe era particolare perché c’ erano sei
facendole prendere uno spavento e rovinando un
bam bini che si com portavano in m odo strano. Ad
im portante docum ento della scuola. Ma perché?
esempio un g io rn o Quaquaraqua, uno dei bam bini
Oppure Velma, ogni tanto tirava le uova in faccia alle
strani, entrò in classe e si m ise a camminare a testa
persone che passavano v ic in o alla scuola. Ma
in giù. Ma perché?
perché?
Poi c’ era G iacom ino, che una volta m ise le rane
E che dire di Daphne, che staccava i carte llon i e se li
sporche di fango nel registro della maestra,
portava a casa?
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 14 La fantasia
La maestra non ce la faceva più, aveva la testa piena
di lavorare tanto. Infatti a casa erano degli a ngioletti.
di queste stranezze, come un pallone. Era sempre
Chi risolse tutto? La maestra! E come? Sospese
più stravolta e diceva: “ Non ce la faccio più! Ma
quei bam bini per qualche giorno, così si riposarono
perché fate tutto questo?”
bene e quando torna ro no a scuola erano di nuovo
Il m otivo c’ era: i bam bini erano piccoli,
bam bini norm ali.
frequentavano solo la prim a ed erano m o lto stanchi
Continuazione n° 3
Quando qualcuno entrava, g li a lu n n i g li facevano
rossi e un po’ di le n tig g in i. Aveva sempre il sorriso
ogni varietà di scherzetti, e q uello se ne andava via
stampato sulle labbra ed era l’ id o lo dei bam bini.
scappando a più non posso.
Lei era l’ unica con cui non facevano d ispetti e
Il vero problem a era che queste cose non
quando entrava in classe calava un silenzio di
capitavano una o due volte a ll’anno, ma tu tti i giorni.
tom ba e i bam bini a rrossivano quando lei li
O gni volta che succedeva, la maestra diventava
rim proverava. Appena g li a lu n n i la vedevano,
verde, poi rossa, poi blu, poi v io la e infine
facevano g li ang iole tti, per non deluderla.
scoppiava in un’arrabbiatura che faceva tremare i
Quella volta, però, quando la classe fece davvero
m u ri e I si sentiva fin o a due chilo m etri di distanza.
invip erire la maestra, la D irettrice entrò in aula
I bam bini non ci facevano caso e continuavano a
senza il suo s o lito sorriso, anzi, era m o lto seria.
parlottare tra loro senza degnarla nemmeno di uno
Quando fu al centro della stanza disse: “ Ho saputo
sguardo.
che v i state com portando m ale: è vero?” “ Sììì!”
Questo accadeva perché fin dal prim o g io rn o di
risposero i bam bini. “ Sono m o lto contenta che siate
scuola della classe prim a essi avevano sentito una
sinceri” proseguì la Direttrice, “ ma sono anche
gran v o g lia di fare dispetti, e anche se non avevano
m o lto delusa” . C onoscendo però m o lto bene i
con osciuto ancora le loro maestre, avevano iniziato
bam bini, chiese loro se, com portandosi in quel
a b urla rsi di tu tti e a fa r a rrossire le persone come
m odo volevano qualcosa che non osavano
peperoni dalla vergogna e dalla rabbia.
chiedere. G li a lu n n i in effetti volevano che lei
Adesso che sapete come è iniziata questa “ malattia
venisse a salu tarli e a b aciarli due volte alla
dei disp etti” , posso d irv i anche come è andata a
settimana. La D irettrice acconsentì e tutto si rim ise a
finire. Indovinate chi ha fatto “ guarire” i bam bini?
posto.
La D irettrice!
La maestra pensò: “ Tutto è bene quel che finisce
La D irettrice di quella scuola era alta, con i capelli
bene!” .
Continuazione n° 4
Quella classe particolare era la 5 A F.
smettevano m ai di chiacchierare.
Era una classe strana: dentro c’erano degli oggetti
Parlavano anche di cose in u tili: le lavagne si
che potevano sembrare n o rm a li, ma invece erano
lam entavano sempre perché la maestra ci scriveva
m o lto strani. G li armadi, le lavagne, la cattedra, i
sopra; g li arm adi litiga va no in continuazione per
banchi... quegli arredi erano particolari,
stabilire chi aveva più cose dentro; la cattedra non
perché... durante le lezioni com inciavano a parlare
smetteva di parlare delle vacanze che voleva fare e i
tra loro. Questa storia andò avanti così per m olto
banchi brontolavano perché i bam bini vi
tempo. G li a lu n n i non capivano chi faceva tutto quel
disegnavano sopra.
rumore, che era continuo, infatti g li oggetti non
Dopo a lc u n i mesi, una bambina, che aveva scoperto
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 15 La fantasia
l’ origin e di quel rum ore e che non ne poteva più,
Il g io rn o seguente nella classe nessuno parlava e
disse ai g en ito ri di riportare tu tti g li arredi della
c’era un grande silenzio; la maestra e g li a lu n ni
classe dove li avevano com prati e di acquistarne dei
ringraziarono la bam bina perché finalm ente era
nuovi.
ritornata la serenità.
Continuazione n° 5
C’ era una volta un insegnante m olto, ma m olto
Quando Vanessa, cioè la maestra, aprì il registro,
vecchio.
urlò così forte per lo schifo che la sentì tutta la
Questo insegnante m orì di vecchiaia e q u in d i a rrivò
scuola.
una sostituta. Per qualche anno tutto funzionò
Il fantasma si divertiva come un matto e andava
normalmente.
avanti e ind ie tro per la stanza, creando delle correnti
Un giorno, però, accadde una cosa strana: il
d’aria fredda.
fantasma del vecchio maestro, sentendo la
In quel m om ento un alu n no capì che c’ era qualcuno
mancanza della scuola, decise di ritornare nella
nella classe e disse ad alta voce che quegli
classe dove aveva insegnato p e rta n to tempo.
scherzetti non erano p iacevoli per la maestra e che
Vediamo che cosa accadde: una mattina, mentre la
disturbavano le lezioni. Il fantasma allo ra capì che
maestra dettava, egli scrisse sulla lavagna una frase
non era stato affatto sim patico e decise di
m o lto m aleducata. Tutta la classe rise, ma
collaborare con quei bam bini e con la collega,
l’ insegnante ci rimase m o lto male.
aiutandola a trovare n uovi m etodi ed esercizi
Il g io rn o dopo il fantasma rito rn ò nella classe e
sempre n uovi e divertenti.
m ise delle tag liate lle ai fu n g h i p o rc in i nel registro.
Esercitare la fantasia
Questa brava maestra, com e s i vede, sa com e esercitare la fantasia dei su o i alunni.
I l fam oso scrittore p er ragazzi G ianni R od ari nella sua “ Gram m atica della fantasia” (T orino, Einaudi, 1973),
dice: « L e storie “ aperte” - cioè incom piute, o con più fin a li a scelta -hanno la form a d e l problem a
fantastico: s i dispone d i certi dati, bisogna decidere s u lla lo ro com binazione riso lutiva. In questa decisione
entrano c a lc o li d i varia provenienza: fantastici, basati s u l p uro m ovim ento delle im m agini; m orali, in
riferim ento ai contenuti; d e l sentim ento, in riferim ento all'e sperienza; id e o lo g ici se viene a galla un
“ m essaggio” da chiarire. P uò accadere che s i co m in ci c o l discutere il finale della storia e s i scopra invece,
cam m in facendo, un argom ento che n on riguarda più la storia p er nulla. Secondo m e bisogna sentirs i liberi,
allora, d i abbandonare la storia a l suo destino e d i accettare il suggerim ento d e l caso » .
Un consiglio da seguire anche p er le storie vere!
|_Uc ia
La salvezza del pianeta Terra
Quella m attina Jason, come faceva sempre, dopo
in qua, era di un colore diverso da q uello che lui
essersi alzato, per prim a cosa guardò fu o ri dalla
ricordava, era grigia e così spessa che riusciva a
grande finestra della sala.
nascondere i raggi del sole, e soprattutto stava
Questa abitud ine aveva avuto inizio q u in d ic i anni
diventando irrespirabile. Jason sosp irò guardando
prima, quando l’ inquinam ento del nostro pianeta
quel cielo g rig io e si accertò di avere la sua grande
era diventato tale da m inacciare di estinzione tutte le
p istola Magnum assicurata alla cintura.
specie, uom o com preso. L’aria infatti, da tanti anni
Questa sua caratteristica di girare armato, faceva sì
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 16 La fantasia
che tu tti lo chiam assero “ lo sceriffo” , anche perché
serviva sia per spaventare i dinosauri, sia per essere
aveva m o di m o lto spicci e sbriga tivi, che
v is ib ili sempre, di g io rn o e di notte.
provocavano una certa paura nelle persone che
La notizia della sparizione dei bam bini a rrivò anche
avevano a che fare con lui. In particolare era m olto
a Jason, che imm ediatamente prese il suo elicottero
odiato dai prop rie tari di quelle fabbriche che
e raggiunse la zona in breve tempo. Si in o ltrò nel
avevano causato l'inquinam ento: infatti Jason si
parco e seguendo il fum o tro vò i dispersi, li portò in
batteva ogni g io rn o per farle chiudere per sempre.
salvo e tu tti decisero di fare una grande festa
Per questo temeva per la sua vita, perché quella
invitan d o i cittadini, i soldati, le autorità, le fam iglie,
brutta gente voleva uccide rlo ad ogni costo.
i p o litici.
La m oglie Jane e il fig lio Tomas erano stati costretti
Durante la festa tu tti parlarono dello scampato
a lasciare al loro casa e a tra sfe rirsi in Africa, in un
perico lo e dell’ inquinam ento che dai paesi
paese m o lto povero, ma alm eno non ancora
dell’Europa stava per arrivare anche in A frica e
rovinato dall’inquinam ento e soprattutto lontano dai
m inacciava di cancellare anche quest'ultim o
pericoli. Tomas a scuola veniva preso in g iro dai
paradiso terrestre.
com pagni perché non aveva suo padre lì con lu i e
Come se non bastasse nel m ondo si stavano
perché sapevano che era un uom o diverso dagli
verifica nd o a ltri te rrib ili fenom eni naturali,
altri.
anch’essi causati dalla poca cura dell’ uom o per la
Cari lettori, dovete sapere anche che, oltre
terra: eruzioni vulcaniche, tempeste, terrem oti e
a ll’ inquinam ento, l’ uom o aveva fatto degli strani
trom be d’aria violentissim e. La situazione stava
esperim enti: aveva clonato, cioè aveva fatto
diventando davvero angosciante.
rinascere usando dei fo s s ili, dei te rrib ili anim ali
Una sera l’aria com inciò a vibrare e la tem peratura
preistorici. Per fo rtuna i soldati erano riu s c iti a
iniziò a salire. A ll’ im prov v iso lu m in o si raggi laser
trasportare questi a nim ali p ro p rio in Africa e a
squarciarono il buio della notte, ed ecco scendere
rin c h iu d e rli in un enorme recinto protetto da
dal cielo una gigantesca astronave. Da quella nave
a ltissim e mura. Questa zona era poi diventata un
spaziale ancora fum ante u sciro no dei bracci
parco naturale che si poteva visitare, ma soltanto a
m eccanici, che garantirono un sicuro contatto con il
certe condizioni.
terreno.
Un g io rn o i g en ito ri della classe di Tomas decisero
La m a g g io r parte della popolazione del paese
di affittare un pullm an per andare al parco dei
scappò verso la propria casa, mentre i m ilita ri
d in o sa uri senza però farsi aiutare da una guida
circon da ro no l’ oggetto spaziale. Subito il
esperta ed entrando di nascosto dai soldati che
governatore della zona com andò al generale dei
controllavano la zona. Il genitore che si era messo
soldati di distruggere l’astronave.
alla guida del pullm an ad un certo punto si perse
Jason, che era presente sul posto, si oppose con
nel parco. A ll’ im p ro vviso a ll'in te rn o del ve ico lo si
tutte le sue forze a questa decisione perché
udì un urlo di terrore quando i prim i enorm i
giudicava non necessaria: in fon do nessuno li
d in o sa uri si a vvicina ro no m inacciosi. A Tomas
aveva ancora attaccati. Mentre la discussione tra
vennero in mente le parole che suo padre g li diceva
Jason e i m ilita ri continuava, dall’astronave scese
quando andavano nei boschi; “ Se ti perdi, cerca un
un extraterrestre.
posto sicuro e visib ile , ferm ati lì in m odo che
Questo essere aveva quattro occhi che g li
qualcuno ti tro v i” . Così Tomas disse a ll’autista di
perm ettevano di vedere in tutte le direzioni. Poi
salire sulla collinetta, poi scese e accese quattro
aveva tre nasi m o lto lun g hi, con cui sentiva e
fuo chi, uno per ogni punto cardinale. Il fuoco
distingueva o do ri anche m o lto lontani. Aveva
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 17 La fantasia
ancora sei orecchie che g li perm ettevano di udire
pianeta abbiam o v isto che la vostra splendida Terra
anche g li u ltrasuo n i e due bocche, una per parlare e
sta m orendo. Se volete salvarla possiam o aiutarvi,
una p e r mangiare. Il suo corpo, per quanto brutto
ma v o i dovete cambiare atteggiam ento nei confronti
a g li occhi degli uom ini, aveva però nel com plesso
dell’am biente e delle persone che hanno b isogno:
un aspetto m ite e per nulla aggressivo.
dovrete diventare meno e goisti e meno
A ll'im prov v iso una piccola bam bina rimasta orfana
in d iv id u a lis ti” .
da un po’, perché i suoi g en ito ri erano rim asti u ccisi
T u tti i capi delle nazioni si riu n iro n o per decidere le
dal c ro llo di una m ontagna, si avvicinò
sorti del pianeta secondo la proposta degli
a ll’ extraterrestre e quello, usando le sue quattro
extraterrestri. G li uom in i che prim a di allo ra non
braccia, la prese con m olta cura e la cullò
erano riu s c iti mai a m ettersi d’accordo, di fronte a
dolcemente.
tanta saggezza e intelligenza accettarono l’aiuto
I m ilita ri e la gente rim asero m e ra vig liati da quella
degli alieni. Questi, con sostanze p articolari, in una
scena. Dopo a lc u n i m in u ti l’ extraterrestre aprì la
settimana rip u liro n o il m ondo e insiem e ai capi
bocca delle parole e disse: abbiam o già
decisero delle leggo più giuste e più rispettose per
decodificato la vostra lingua, per cui possiam o
la natura e per le persone, soprattutto quelle più
parlare liberam ente con v o i e capirvi. Dal nostro
povere e indifese.
F a b io T o lo m e lli
L’ISOLA DEL TESORO
R acconto avventuroso fantascientifico a puntate
-L a b o ra to rio di scrittura e immagini A R TEIN SIEM E -C e n tr o Diurno Casalecchio di Reno 1° Puntata
Non m o lto tem po fa, in un m ondo parallelo al nostro dove tutto è p ossibile, un m ilia rd a rio terrestre, M ister X,
rinvenne, nel sottofondo di un a ntico baule trovato da un a ntiquario, la mappa di un tesoro, nascosto in
un’ isola inesplorata e m isteriosa che si trova nel Rio delle Amazzoni. Essendo m o lto avaro e non volendo
pagare dei p ro fe ssio n isti di tasca propria, M ister X decise di affidare a un’agenzia di v ia g g i interplanetari il
com pito di organizzare un concorso per trovare persone che avessero capacità, talenti e risorse e soprattutto
l’ interesse a partecipare a una spedizione di ricerca del tesoro. Il patto tra il m ilia rd a rio e i v in c ito ri del
concorso era che a lu i fosse destinato il pezzo più prezioso del tesoro, un teschio di agata tem pestato di
diam anti, probabilm ente dotato di poteri m agici. Il resto del tesoro sarebbe stato d iviso tra i partecipanti.
II concorso venne v in to da sei persone, cinque p rovenienti dalla Terra e una dal pianeta G iosi Uels. Da
questo pianeta proviene Pedro Alvarez, quarant'anni, coltivatore, alto forte m uscoloso, aspetto quasi umano,
ma con capelli da tigre, pelle chiara. R esponsabile, m o lto intelligente, beve ma sa m oderarsi ed essere
paziente. Porta con sé la sua inseparabile panterina Elisabeth Parker, di o rig in i terrestri, che vuole ritrovare
la sua madre b io lo g ica sulla Terra. Pedro è il tutore della panterina, che a rrivando sul pianeta G iosi Uels con
l’astronave Gherardi Alex, ha perso mezza coda a causa di una folata di vento e di una porta sbattuta. Per
fortuna con la metà rimasta può ancora esprim ere em ozioni e com unicare con Pedro! Dalla Terra
provengono g li a ltri cinque partecipanti, un uom o e quattro donne. Gianm arco è un bell’ uomo, alto capelli
scuri, occhi azzurri, naso lungo, spesso vestito in giacca e cravatta. Buono e generoso, cuore aperto a tutti,
sim patico, con tanta v o g lia di viaggiare e conoscere il m ondo. Si occupa di v olo nta riato e di beneficenza,
aiutando le persone tris ti della loro vita.
Chauli, di professione geisha, ha un aspetto fis ic o ottimale, sul m agro andante. È alta un m etro e ottanta,
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 18 La fantasia
occhi di colore nero, capelli s o ttili neri, ha un neo sulla guancia destra. E frizzante e contenta di sé stessa,
m o lto seducente. Linda è una speziale e si occupa di guarire le persone con rim edi naturali. La sua età varia
dai tre d ic i ai duecentoventi anni a seconda delle situazioni. Ha la pelle bianca e diafana, g li occhi blu e un
fis ic o abituato a stare a ll’aperto alla ricerca dei rim edi. Ha un tatuaggio alla base del c o llo che è sim bolo di
tu tti g li speziali. È m o lto riservata, anche se concede la sua am icizia e il suo inte lletto a q u e lli che le ispirano
fiducia. Le pia ccio no g li a nim ali e la natura, per i quali ha m o lto rispetto. Jessica ha diciassette anni, è
bionda, occhi azzurri, alta e magra. Ha un tatuaggio trib ale nel fon do schiena. È permalosa, vuole tutte le cose
a m odo suo, soprattutto è una “ m angia u om in i” . È viziata dalla Nonna, che si porta dietro nel viaggio, un tipo
m o lto origin ale che talvolta sa essere con lei m o lto severa.
I sei v in c ito ri, preparato il loro bagaglio, partono dalle loro residenze per raggiungere il luogo della partenza.
L’appuntam ento per iniziare il v ia g g io è sul cucuzzolo della m ontagna che sovrasta Rio de Janeiro, sotto la
statua del C risto Redentore. Lì aspetta i v ia g g ia to ri un mezzo a nfibio , che li condurrà su ll’ isola inesplorata,
con tutta l’attrezzatura tecn olo gica più avanzata per affrontare l’avventura e rim anere in com unicazione.
Pedro Alvarez, con la sua panterina, arriva con l’astronave Gherardi Alex, che, guarda caso, era stata
progettata e costruita dal m ilia rda rio . L’astronave era programmata per seguire autom aticam ente il mezzo
a nfibio , so rvo lan do lo a poca distanza. Sotto la statua del C risto c’ è un bar, dove i v in c ito ri si incontrano. Si
rico no sco no perché sono tu tti dotati di uno zaino fo rn ito dall’agenzia di v ia g g i interplanetari. Prendono il
caffè e com inciano a conoscersi, a raccontarsi le loro provenienze. Dopo aver bevuto la caipirinha *
com inciano a ballare un samba di fronte al mare. Anche la panterina festeggia, m angiando cro cca ntini per
gatti. D ecidono di brindare alla partenza e ognuno pronuncia una frase. La Nonna: “ In bocca al lupo per
questo viaggio, ragazzi!” , C hauli: “ Viva l’am ore!” , G ianm arco: “ Quella Jessica sta pensando che si divertirà
con me!” , Jessica: “ Penso p ro p rio che m i d ive rtirò ” , Linda “ Speriamo che non si veda quanto sono agitata a
intraprendere questo v ia g g io !” . Pedro consegna un q u a d rifo g lio proveniente dal suo pianeta in dono a
Jessica e a Gianmarco, perché sem brano i partecipanti che lo co lp isco n o di più. Intanto pensa a ll’agata blu
che ha nello zaino e dopo aver rifle ttu to a lungo decide di regalarla a Gianmarco, p e ra u g u ra rg li successo
nel lavoro. Mentre brindano, ballano, chiacchierano, il sole sta tram ontando. Quando arriva il buio è l’ ora di
s a lire a bordo.
* La caipirinha è un tipico cocktail brasiliano, a base di cacha ca , lim e, zucchero bianco e ghiaccio. Il tem iine deriva dal
dim inutivo della parola portoghese caipira che viene usato per designare gli abitanti delle zone rurali e remote del Brasile. In
Brasile è servita nella m aggior parte dei ristoranti ed è considerata una bevanda caratteristica del paese (N.D.R.)
I SUPREME ANGELS
I ra cconti d i fantasia sono a ntichi com e l'u om o o alm eno sono a ntichi com e la sua capacità d i e sprim ersi a
parole. M iti e fiabe s i perdono nella notte dei te m p i hanno attraversato i se co li grazie alla tradizione orale. P oi
la scrittura ha portato il suo valore aggiunto, facendo nascere la letteratura, che via via s i è arricchita di
sem pre n u o vi generi e potenzialità. In seguito il disegno, la fotografia, la cinematografia, hanno offerto a ltri
c o n trib u ti stim oli, contam inazioni...
D a l ra cco nto d e l cacciatore cavernicolo che arricchisce d i p articola ri il suo inco ntro con la tigre dai den ti a
sciabola, s i arriva ai m o de rn i "fantasy " m ultim ediali. È com e una lunga staffetta, che s i corre s u l filo della
fantasia.
D arietto ha elaborato una com plessa m itologia a fum e tti che già da tem po viaggia s u l suo sito internet.
In questo num ero de II Faro c i presenta i personaggi che ha creato.
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 19 La fantasia
Il mio libro e il mio fumetto
Sto creando un libro, dal quale poi sto cercando di disegnare un fum etto, dove si parla di nove b e llissim i
angeli (hanno ciascuno un potere tratto dalla natura, tip o acqua, fuoco, aria, luce, ecc...) che, grazie a ll’aiuto
di Dio e di personaggi m ito lo g ic i e b ib lic i, devono sconfiggere le forze del Male derivate da Belzebù (il capo)
e dai suoi m o stri (demoni, incubi, generali del Male, ecc...).
Per personaggi m ito lo g ic i, intendo: m inotauri, centauri, fate, draghi, nani, elfi, m aghi, ecc...
Per personaggi b ib lic i desidero fare l’esempio di Mosé.
Questa mia fantasia é nata dal fa tto che adoro i racconti biblici e la mitologia greca e romana.
M i ha anche ispirato, soprattutto, il cartone animato intitolato "S a ilo rM o o n e il C ristallo del Cuore".
C om unque, per inform azioni più precise sui personaggi e su altro, vedi il mio sito:
http://dariosupremeangels.blogspot.com
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
DarioBaietti
Pag. 20 La fantasia
Dal Diario Di Bordo di Gigliola...
La vacanza a Caprile.
Bologna 27 Giugno 2010 ore 5 del mattino.
Sono andata a letto alle 2 ...
Desideravo lasciare la casa
(Dani è via) tutta in ordine.
Vado Via in VACANZA a Caprile
(BL) da dom enica... a domenica
4/07 c.m.
R itrovo al parcheggio del
superm ercato Ca' D'Oro, uscita
6 della Tangenziale, alle 9 e 30. Punto la sveglia alle
6 e 30, tutto q uello che m i serve, anche per il pic-nic
è pronto da mettere in va lig ia e nelle borse. Verrà
Vincenzo a prendermi... s o lito equipaggio di Lutago,
di nuovo noi: quando siamo tu tti in m acchina 4
appunti, nom i partecipanti, seggiovia, funivia,
persone 11 valigie, per una settim ana!?!? Per
m useo delle Arm i, Caprile, Belluno, Alleghe, il
fortuna potrem o usufruire del pulm in o guidato da
m ercatino, Passo Falzarego, Monte Civetta... le
Michele...
DOLOMITI...w o w .!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Veterani delle gite del Fare Insiem e e Nuovi A rriva ti
Come amo le m ontagne, m i fanno sentire a Casa, in
nella com pagnia del Fare Insiem e, c u rio s i di
un caldo nido, accolta, protetta, e libera.
scoprire e riscop rire persone e sapere come sarà
E lo chalet del Belvedere? Casa di bambola, piena di
Questa Volta (è la terza vacanza del Fare Insiem e).
fio ri, casa da fiaba per bam bini (nonostante la
Partenza alle 10 e15 con prim o appuntam ento
grandine e l'im p ro vviso v io le n to temporale).
a ll'u scita di Belluno, poi nuova fe rmata per il p icn ic:
Dopo 2 g io rn i non ho più tem po per scrivere, solo
panini, torte salate, dolce, polpettone, verdure e
nom i e a pp un ti per ricordarm i... ma nel cuore ho
a ltro ancora... e le Montagne che già fanno capolino
registrato ogni p icco lo m om ento passato Insieme.
davanti a noi.
Sono tro p p o occupata a viverle, le cose, per poterne
Moreno, sempre tra n q u illo e serafico: Faccio il
scrivere.
paziente tutto l'anno per poter fare la gita del Fare
Insieme!
Oltre la m acchina di Vincenzo, quella di Adriana, di
Floriano, di Fabio, di Salvatore, di Anna e il pulm ino
guidato da M ichele, pieno stipato di bagagli di un
po' di tutti.
Ho il m io D iario di Bordo... tra scrivo tutto, come per
la prim a nostra gita.
Sono in vacanza wwwww.
D iario di Bordo... Fuori Bordo, ho scritto dell'arrivo,
sull'albergo, le risate, g li avvenim enti che si
susseguivano incalzanti, g io io si, vita li, spunti,
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 21 La fantasia
D iario di Bordo... Fuori Bordo...!
questo luogo “ M agico”
B ologna lunedì 5/07/2010 ore 8 del m attino, gocce di
I m iei com pagni di avventura, a caso: Ave, A ntonio,
sudore colano sulla nuca già bagnata, calore che
Vincenzo, M ichele, Moreno, le due Anne, Valeria,
esce dai m uri, che sale dall'asfalto, avvilup pa n do m i
Andrea, Salvatore, Franca, Marco e Floriano, Diego,
il corpo, rendendom i corto il respiro, rum ori di
Gino, Fabio, Roberto, Stefano (detto Fausto... da me),
im pazienti m otori, bus stipati, quanti gradi di
Marisa, A driana (Sandra... sempre per me) Magda,
differenza? 15/20 in più da ieri, che eravamo ancora
Carla, Carlo, Gianfranca, A ldo e Patrizia. Ed io (Maria
a C aprile... (tuffo al cuore). Non
detta G ig liola da Tutti)... Un pensiero affettuoso a
im porta, la leggerezza ancora m i appartiene, canto
chi per vari m otivi, im portanti, non ha potuto
ancora, danzo ancora, i m iei occhi ed il m io essere
partecipare a questo NS. V iaggio ma che col cuore
“ Vedono” le Cime inn e va te , come vorre i poterm ici
non ci hanno m ai lasciati e hanno senz'altro cercato
tuffare dentro e rotolare, rotolare...
con l'im m aginazione di Vedere cosa stessim o
T u tti i m iei com pagni di questo b ellissim o Viaggio
com binando noi Vecchi (non per età) e Nuovi
insiem e... s orrid o e canticchio (ma quanto cantare
partecipanti alle gite ann ua li del Fare Insieme.
abbiam o fatto, col cuore... anche se stonati! Vi
Sempre lunedì. A B o lo g n a ....... notte: guardo le foto
RICORDATE che passione ci mettevamo tutti, dentro
dal video del com puter, devo scrivere
a quei m icro fo n i?
l'a rtic o lo ma le s u d d ivid o : partenza, viaggio, p ic
Rivedo la luna che saliva oltre la cima del Monte
nic, cascate, m onti, alberi, fio ri (quanti fiori...). Li
Civetta, che svettante, m aestoso dom ina il paese ed
regalo col pensiero a tu tti i m iei compagni... m i
il nostro albergo, solo nostro, im m erso nel bosco...
m ancano, non riesco a scrivere: il Tanto Sentire m i
riduce al silenzio.
Quante parole per descrivere il dolore, la paura, la
rabbia e la frustrazione nel vivere. “ MOSEY” l'ho
letta in un lib ro e mi è piaciuta questa parola inglese
che indica il “ vivere con lentezza” . Ma la felicità? !
Basta questa unica parola, che è uguale per tutti, ma
che si può riem pire di altre sfum ature diverse per
I rin to c c h i del G entil cam panile di Caprile che, a
pochi secondi di distanza, pera iuta re le persone
che hanno sm arrito il num ero dei rin tocchi, ripete lo
scam panio delle sue campane
Ed il suo fium e, il rum ore incessante delle sue
acque che continuano a flu ire indisturbate come
sempre e rotolano fra i m assi e le rive ghiaiose,
indifferenti, come sempre:Prima, Con e Dopo di Noi.
Non sono la sola a sentirm i spaesata...Ricevo due e-
E i b oschi dai verdi irid escen ti così l'un l'altro
m ail: in una il biso gn o di silenzio, per sentire tutte le
d iversi ma V igorosi Insieme: come Noi T u tti in
em ozioni di cui si sente piena, e l'altro che chiede
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 22 La fantasia
a iuto per recuperare il Suo S pirito rim asto a
con tu tti i b a g lio ri dei b oschi che ci circondano, la
C aprile... No non sono sola, chissà quanti altri... Ci
Dolcezza di A ntonio, suo m arito, sempre sorridente
staremo pensando? Penso p ro p rio di sì. Sorrido
e pronto ad a g g iun ge rsi al gruppo, il parlare fo rb ito
sentendom i in compagnia.
e rispettoso di a ltri tem pi (ma che gioia sentire tutto
E m i ritornano in mente le gite preparate alla sera e
questo) di Carlo, l'Eleganza Naturale nel Fare ed
scelte al m attino, Democrazia e Libertà nel F a re -
Essere di Adriana, la filo s o fia estemporanea ed
che m eraviglia!
azzeccata di Moreno, la gioia e g olosità di Vita di
Valeria, il ” non Vero Silenzio” di Diego che ha in sé
la potenza della voce del fium e Po, il sorriso Dolce
quasi in punta di piedi di Carla (p e r me L izT a ylor) e
la compostezza sorridente e burrosa di Magda, la
Saggezza tutta da scoprire di Marco fattosi uomo, la
Forza trascinante di Franca e l'apporto con tinu o di
Floriano suo m arito, il Silenzio da Tantra di Roberto
detto il Santone dopo che un
cerchietto lum ino so (lanciato da Marco) durante un
divertentissim o, fan ciullesco gioco notturno g li ha
coronato la folta e fluente chiom a; poi A ldo, così
riservato a ll'in izio , che ci guardava ed ascoltava
E la con division e delle nostre ottim e ed abbondanti
silenzioso e c h e a ll'im prov v iso ci ha donato di poter
lib a g io n i, dei g iochi, del Karaoke, il Burraco, il ballo,
vedere la sua ricchezza chiusa “ Dentro“ , e che ha
ma soprattutto il ritrovarsi a p ic c o li gruppi, ogni
sentito con noi la p o s s ib ilità di poter u s c ir fu o ri e
volta d iversi a raccontarsi, conoscersi, avvicinarsi,
farsi conoscere ed espandersi nel m ondo, la
accogliersi.
riservatezza garbata, attiva, silenziosa ma Presente
Sento la brezza che m i scom piglia i capelli e
Sempre di Gianfranca, che ci ha raggiunto il giovedì,
rinfresca il viso, annuso e respirando faccio Mio lo
g li o cch io n i di Mauro che cercavano a ltri occhi
splendore, il vigo re che la natura ci regala con tanta
chiedendo A ccoglienza e donandola, e Stefano (per
facile m agnanim ità, ma rispettando, chiedendo
me Fausto, prim o amore dei m iei 10 anni) così dolce,
rispetto e conoscenza della Sua Potenza e Forza.
m ite e consapevole e proiettato in “ A vanti Tutta” ,
Andrea, fra te llo di Marta che conosco m eglio di lui,
che ha lasciato in me la curiosità di a pp ro fo nd ire la
conoscenza, rico rd o la Sua Irruenza im provvisa e
poi... era oltre, con altre persone, com unque
presenza fisica possente. Dopo Ave, a ltri Occhi... g li
occhi azzurro cielo da cerbiatto di Fabio, amante
della m usica e d isp o n ib ile , come Gino, il nostro
sempre sorridente, silenzioso ed accattivante DJ, ad
andare con g li altri, tutti, ovunque per scoprire
lu o g h i n uovi o sem plicem ente per un g iro in
m acchina. Le due Anne, così amiche, così diverse
n ell'esprim ersi, ma com plem entari, una pronta alle
Mentre scrivo li vedo T u tti: g li O cchi di Ave, verdi
battute, a llo scoppio di risa e l'altra, presenza
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 23 La fantasia
costante e non invadente nel nostro Fare Insieme,
Ultima Maria, detta da tu tti G igliola, che
così attiva, ma mai rum orosam ente (esclusa una
dire..........rip orto le parole di Serena, la fig lia di 10
volta, che ha cantato “ Volare” e vedrete le foto) e con
anni di Daniele, m io com pagno nella vita ed
la v o g lia di lasciarsi andare dolcem ente... tutta da
im portantissim o supporto per il m io poter Fare
scoprire, e com unque da noi tu tti apprezzata.
Insieme con e per Voi. Con affetto e tenerezza mi
Marisa, la più Grande fra di noi, nonostante l'età
chiama e a Voi tu tti lo rim ando: “ La nostra Pazza Gi” .
così vo g lio sa di provare tutto, che energia e quanta
Finalm ente! fin ito di scrivere, l'em ozione trattenuta
v o g lia di coccolare tu tti noi (ci ha prom esso i
in questi g io rn i di frenetico lavoro (per fortuna, visti
B om boloni) e Salvatore, andato a Bo per lavoro e
i tem pi) dolcemente fluisce dagli occhi al m io Cuore
ritornato in vacanza l'u ltim o giorno, perché lo stare
dove siete e sarete sempre, c'è tanto posto per
insiem e a Noi lo faceva sentire più sereno. La
a cco gliervi TUTTI.
sim patia frizzante e la fa cilità dello stare aggregata
Con affetto e ringraziando per quello che ho avuto e
al gruppo, anche se arrivata al penultim o giorno, di
m i avete permesso di donare.
Patrizia, m oglie del Boss o dicasi Grande Capo,
Vi aspetto come prom essoci a Settembre ad una
M ichele, Persona sempre d isp o n ib ile , attento a non
strepitosa, emozionante, giocosa e m agica serata
invadere lo spazio a ltrui, a prip ista di ogni iniziativa
per continuare il Nostro FARE INSIEME.
nella libertà assoluta di scegliere, che è riu scito
Ciao Gi.
veramente a s p o g lia rsi dal suo ru olo istituzionale, a
lasciarsi coinvolgere in g io c h i di
bim bo (ricordate i cerchietti al polso lu m in o si e il
cerchio grande, poi caduto in testa a Roberto, con
cui abbiam o, al buio, giocato a fris b y ?) ma sempre
presente e pronto ai b iso gn i,im po rtan ti, degli altri.
Il centro sociale "Tonelli" di San
Lazzaro, come l'anno scorso ci
Poi Vincenzo, per u ltim o ma non Ultimo, com pagno
di b a lli sfrenati, di ore notturne a
Parlare fra noi e alle quali pian piano a ltri
nottam buli si univano, e sempre pronto ad aiutare
chi aveva biso gn o col suo Calore Umano
A vvolgente e la sua Seriosità buriosa, che lo porta a
Mai prendersi sul serio, ma com pagno di tutte e tutti.
ospiterà a Settembre per la festa
"RICORDO DI UN'ESTATE", in cui
rivivremo le emozioni di questa
vacanza attraverso le foto, le
immagini, i video, le canzoni e le
musiche.
Come ospiti avremo i Cantori del
Lid o , i dj Gino e Fabio, Lucia e
Andrea che canteranno alcune
canzoni popolari assieme a Michele.
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Pag. 24 La fantasia
GLI STUZZICHINI
Chi conosce Luigi sa che la sua specialità sono le freddure. A volte però, più che di freddure si tratta di aforismi, cioè di frasi
che fa n n o pensare, incuriosiscono, stuzzicano... Luigi si fa chiamare Zen perché ama la brevità (ma anche in onore della Val
di Zena), e non intende sviluppare ulteriorm ente i suoi enunciati....
Invitiamo quindi i lettori de li Faro a raccogliere le sue sollecitazioni e a replicare, in m odo serio o faceto, non importa.
Questa volta il tem a l’ha svolto Lucia. Il prossimo stuzzichino è in fo n d o alla pagina.
STUZZICHINO N" 1
Sulla lettura del pensiero
"Sai che può esserci chi ti legge nel pensiero?" "Ah ah ah, non può essere possibile, non è v e ro .. ."
Allora si può dedurre: ci sono quelli che sanno leggere nel pensiero e altri che per farsi leggere nel pensiero... scrivono un libro.
Elucubrazioni sul tema
L’ invenzione della scrittura effettivamente ha dato a ll’uom o una facoltà speciale, quella di rendere ta n g ib ile il
pensiero, o alm eno quella parte del pensiero che l’autore decide di mettere “ nero su bianco” . Dal m om ento in
cui lo scritto viene “ congedato” , cioè viene messo a d isposizione dei lettori, il pensiero oltre che tan gib ile
diventa anche im m utabile (verba vo la n t scripta m a n e n t, cioè, le parole volano, g li s critti rim angono). Per
questo generalmente chi scrive non si lim ita a registrare i suoi pensieri così come g li vengono in mente, ma
deve pensare bene (cioè pesare, soppesare)... a q uello che pensa (!) e a come esprim erlo, se non vuole
essere frainteso e soprattutto se vuole ottenere degli scopi. Se infine vuole che il suo scritto, oltre che
ta n g ib ile e im m utabile, d iventi eccelso, cioè un’opera d’arte, deve pensare anche alla forma, scegliere le
parole come fossero perle, elim inare ogni scoria. Questo richiede tempo, concentrazione, passione. Il
pensiero dell’autore passa attraverso un v a g lio fin is s im o e ne esce puro e folgorante. E così possiam o farlo
nostro.
Ma... siam o p ro p rio sicuri, a questo punto, che l’autore sia riu scito a farsi leggere nel pensiero? Certo,
abbiam o davanti a noi “ un” suo pensiero, ma non quel m agico flusso, inarrestabile e ingovernabile, che
passa nella testa di ciascuno di noi e che è im p ossibile com unicare nella sua totalità. C’ è stato uno che ci ha
provato (si chiamava James Joyce) e ha ottenuto un libro, senza dub bio m o lto originale, ma a esser sinceri...
praticam ente ille g g ib ile !
Lucia
STUZZICHINO N°2
Un’applicazione d e l com andam ento “ n on ru b a re ”: c h i parla o scrive, ruberebbe l'attenzione... perché n on sia
un furto, dunque, la parola o lo scritto deve avere valore pari o superiore all'attenzione rubata!
!!! COMUNICAZIONE IMPORTANTE !!!
Chi ha v o g lia di collaborare ai prossim i numeri, d’ ora in avanti può mandare i suoi c o n trib u ti in
redazione anche scrivendo a ll’ indirizzo di posta elettronica: scrivialfaro@ libe ro .it
Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010
Un avventuroso viaggio della mente
Dopo aver girovagato per la città senza una meta, entrai in casa sfinito, dirigendomi verso quello
che da sempre è stato il mio porto sicuro, il mio solo rifugio: la mia cameretta. Non appena
appoggiai la testa sul cuscino, la paura, l'ansia e l'agitazione, che fino a quel momento avevano
avuto il sopravvento su di me, via via si dileguarono. Inspiegabilmente mi ritrovai sospeso nel
cielo, in balia dei vortici e fortissime raffiche di vento; avevo una difficile missione da compiere:
avrei dovuto localizzare, raggiungere e cercare di neutralizzare un'immensa palla di fuoco,
pericolosissima per me e per le persone a me care. Un'aquila gigantesca fu l'unico essere a
rispondere alle mie richieste di aiuto per raggiungere l'obiettivo.
Durante l'avventuroso viaggio sorvolammo paesaggi, a tratti tetri, infidi e paurosi, a tratti ameni,
sereni e distensivi, popolati da strane creature e piante gigantesche dai colori accesi e brillanti. Il
nostro peregrinare si concluse su di un'enorme montagna, punto strategico per l'avvistamento
del nemico. Salutai con gratitudine il rapace, che fece altrettanto, sbattendo vigorosamente le ali.
L'imminenza dello scontro mi procurò terrore e sgomento, l'intensità di questi vissuti mi
paralizzò, nel momento in cui vidi la massa di fuoco procedere verso di me ad una velocità
supersonica...
Quello che ho scritto non è soltanto un racconto fantastico: è il contenuto del delirio di un
giovane utente al suo esordio psicotico.
In questo, come purtroppo in tantissimi altri casi, le persone con disagio psichico si servono del
delirio come meccanismo di difesa per riuscire a sopravvivere e a sopportare eventi della vita
particolarmente dolorosi e devastanti. Il delirio impedisce la disgregazione psicotica, permette di
vivere, di dare un ordine alle cose, di sopportare una situazione insostenibile.
Comunque bisogna essere sempre molto cauti nel considerare "delirio" le interpretazioni
magiche della realtà (soprattutto se in termini di malefici, come malocchio e fatture) espresse da
persone appartenenti a culture diverse, in particolare quando si tratta di culture agricole.
Concetta
FANTASIA E DELIRIO
F orse è doveroso, parlando di fantasia, nom inare
com une: quasi sem pre non rispettano le regole
il delirio.
della logica e della razionalità. Si muovono con
La prim a è apprezzata da tutti, il secondo no.
grande libertà nel tem po e nello spazio, nel
Anzi si cerca in genere di "eliminarlo", spesso
mondo dei sentimenti, senza troppo preoccuparsi
entrando in conflitto con la persona che lo
della verosim iglianza. (Ma non è sem pre cosi ci
propone.
sono anche splendide costruzioni fantastiche e
Non sem pre c'è accordo su com e distinguere
strutturatissimi deliri che possono essere presi
queste due, entram be raffinatissime, espressioni
com e racconti di fatti realm ente avvenuti).
della nostra mente. Certam ente hanno una cosa in
Perché cercare di distinguere fra queste due
creazioni della nostra mente? Perché è
Del delirio possiam o dire che ci soccorre in
importante im parare a riconoscerle? Ciascuna di
momenti particolari della nostra vita. Lo possiam o
esse risponde ad una esigenza diversa,
considerare una zattera di salvataggio.
sentendosi utile in momenti differenti e per scopi
Quando incorriam o in piccoli o grandi naufragi,
differenti nella vita di una persona.
questa zattera ci offre tem poranea salvezza.
In realtà è difficile dire cose sicure e condivise su
Naufragi della sicurezza, naufragi dell'autostima,
questo argomento. Tante ipotesi e tante teorie
naufragi della fiducia negli altri... esperienze che
sono state avanzate nel tentativo di misurarsi con
com unque ci espongono ad un vissuto di
l'enigm a che, in fondo, ancora oggi costituiscono
fram m entazione, al rischio di non farcela più, di
morire psichicamente, o globalmente: se in
delirio, fantasia e num erosi altri aspetti della nostra
mente.
queste situazioni di perdita di speranza e di
Propongo qui alcuni pensieri che a me sono
sem brati utili.
significato non troviam o un'autentica possibilità di
speranza e di significato, allora ci può soccorrere
Possiamo considerare la fantasia com e un m odo
il delirio.
di dilatare l'esperienza della realtà, sia quella
La ricostruzione attraverso il delirio di un qualche
esterna a noi sia quella dei nostri sentimenti. La
senso ci salva dalla paura di soccom bere. Non
fantasia arricchisce l'esperienza della realtà, la
importa se abbiam o costruito una realtà
rappresenta in tanti modi, la trasforma, la rende
im m aginaria positiva (come la sensazione di
personale. "Ci" rende "personali". Dà a ciascuno
essere capaci, grandiosi e speciali) o negativa
quel tratto speciale che, soprattutto, ci distingue gli
(come la sensazione di essere minacciati, criticati,
uni dagli altri.
esclusi...). L'importante è che venga ricostruito
La realtà non viene messa in discussione. Sono il
qualcosa dopo il m omentaneo crollo dei nostri
suo colore, il suo valore, sono le connessioni fra i
punti di riferimento.
suoi aspetti che vengono in maniera particolare
La libertà di queste costruzioni è molto sim ile a
da ciascuno generati.
quella delle creazioni fantastiche. Quello che la
Il regno della fantasia va ben oltre alcune sue
differenzia è la loro funzione.
tipiche espressioni com e sogni, poesia, musica,
Non ci dobbiam o meravigliare se restiamo
arti figurative, giochi, barzellette....
spesso av vinghiati alla zattera del nostro delirio,
Si può dire che la fantasia sostiene e plasm a ogni
se non vogliam o che venga messo in discussione
nostro pensiero e ogni nostro gesto. Qualcuno
se non lo vogliam o abbandonare. Per poterlo
parla di "fantasia inconscia" riferendosi proprio
all'incessante lavoro di creazione (di valore, di
lasciare occorre che si possa ricostituire la fiducia
bellezza, di significato) che la nostra mente opera.
rigenerare la speranza di costruire significati (e
Tutti, ogni giorno, siam o poeti.
fantasia) condivisi con altri.
E' quel lavoro creativo che, se viene
Se è vero che siam o tutti poeti, è altrettanto vero
mom entaneam ente a mancare, ci lascia sperduti
che tutti abbiam o la nostra zattera di salvataggio.
e oppressi da una realtà grigia, priva di significato
Tutti abbiam o una qualche area della nostra vita
nel rapporto con altre persone, che si possa
e colore, dove noia, "burocrazia" e non senso
mentale che non siam o disposti né a mettere in
pervadono il nostro mondo.
discussione né ad abbandonare.
Si può trarne il pensiero che senza l'apporto della
Oppure abbiam o la nostra zatterina sulla quale
fantasia non esiste "normalità".
saliam o anche solo per un giorno, o per una
mezz'ora, quando il rischio di un naufragio
falso che è estranea al mondo della fantasia.
emotivo ci porta ad abbarbicarci a non discutibili
Certo questa possibilità di gioco dipende non solo
sospettosità, gelosie e sentimenti di superiorità.
da me, se quanto io propongo è più sul versante
A qualcuno succede che per circostanze di vita
della fantasia o del delirio. Dipende anche, e
particolari molta parte della sua vita mentale si è
questo è molto importante, dalla disponibilità a
rifugiata sulla zattera; questo incide molto sulla
"giocare" di chi mi circonda. E fortunato chi trova
possibilità di intrecciare la propria vita con quella
vicino a sé persone interessate a giocare con lui,
degli altri.
Sono le situazioni che incontrano spesso le
a trasform are in gioco anche la sua più esitante
disponibilità a lasciarsi coinvolgere.
diagnosi psichiatriche di delirio. Ma non sem pre
Dopo questi pensieri, tirerei due conclusioni.
vengono intercettate dalla psichiatria. Possono
La prim a è il rispetto che merita ognuno di noi
presentarsi com e atteggiamenti che appaiono
quando "delira": è il rispetto che si deve al
particolarmente rigidi o essere espressione di
naufrago. Lo si deve anche, anzi soprattutto
tendenze culturali, credenze, o ideologie.
Ora com e distinguere le espressioni di fantasia e
quando, egli respinge con durezza e arroganza
quelle di delirio?
ogni tentativo di av vicina m ento, tanto si è
aggrappato a quella che considera la sua unica
Tra i tanti possibili propongo un criterio che mi
ancora di salvezza.
sem bra utile: quello della possibilità di giocarci.
La seconda è che forse, per togliere terreno alla
Con la fantasia è bello e facile giocare, con il
durezza del delirio e per liberarne la potenzialità
delirio è molto più difficile. Se racconto un
creativa, la cosa più benefica è il gioco condiviso
pensiero o un sogno, se leggo una poesia o
con la fantasia.
mostro un quadro che ho dipinto, facilmente
Raccontarci emozioni, pensieri e storie di vita,
questo suscita in chi mi è vicino una risonanza di
condividere sogni e progetti, non far mancare la
emozioni, pensieri, e fantasie che si possono
propria risonanza nei momenti difficili... sono
intrecciare con le mie, dando luogo a
soprattutto questi i "percorsi fantastici" che più
trasform azioni e sviluppi. Un senso di libertà e di
riconciliano con la realtà, con la realtà che siam o
ricchezza accom pagnano in genere questi "giochi"
noi con quella che sta intorno a noi.
di fantasia condivisi.
Se invece quello che com unico è riconducibile
all'area del delirio, difficilmente la mia costruzione
im m aginifica darà luogo a questo gioco. Anzitutto
perché io lo considero "reale" e quindi non
discutibile. E poi perché risonanze diverse dalle
mie, o trasform azioni del mio pensiero proposto
da altri mi troveranno poco disponibile a seguirli,
tanto ho bisogno di restare legato a quello che io
sento e penso. E spesso purtroppo ci si ferm a lì,
non ne nasce alcun gioco di fantasia o di
pensiero, ma solo, ben che vada, una
discussione per decidere se quanto sostengo è
vero o falso. Preoccupazione quella del vero o del
Michele Filippi
Il delirio
La parola "delirio" deriva, secondo un'etim ologia proposta già anticamente da Terenzio Varrone e oggi
generalm ente
accettata,
dal verbo
latino
delirare , com posto dalla particella de,
indicante
allontanamento e lira = solco. In origine delirare stava infatti a significare l'atto dei buoi di deviare dal
solco durante l'aratura, poi, metaforicamente, uscir dal seminato, cioè dalla via della ragione,
vaneggiare, farneticare.
Il delirio viene definito com e disturbo del pensiero caratterizzato dalla presenza di convinzioni intime del
soggetto non corrispondenti alla realtà, ma che esprim ono la modificazione della sua esperienza, cioè
dei suoi rapporti con il mondo. Il delirio può essere confuso se la coscienza è obnubilata, oppure lucido,
se la coscienza è vigile. Può essere anche sem plice oppure sistematizzato, nel caso che più idee
deliranti si organizzino seguendo un'apparente logica interna.
È detto interpretativo se le esperienze percepite sono erroneam ente interpretate e intuitivo se, com e per
una sorta di im provvisa illum inazione interiore, il soggetto raggiunge l'assoluta intima certezza che un
determinato fatto sia reale. Se il delirio è accom pagnato da allucinazioni è detto psicosensoriale.
I deliri hanno contenuto assai vario. Si parla quindi a seconda dei casi di delirio di persecuzione,
depressivo, di grandezza, ipocondriaco, di gelosia e mistico.
II delirio di persecuzione è il più frequente. Chi ne è affetto si crede erroneam ente perseguitato con ogni
mezzo materiale (veleni, assalti) o morale (diffamazione, calunnia ecc.) da persone o gruppi. Il delirio di
rivendicazione è una varietà del delirio di persecuzione: il soggetto si crede vittima di soprusi e cerca di
ottenere giustizia. Nel delirio di influenzamento, invece, il soggetto ritiene che il suo agire, la sua volontà,
il suo stesso pensiero siano forzati da influenze esterne di varia natura.
I deliri depressivi com prendono il delirio di colpa, in cui il soggetto si accusa di avere com m esso reati
gravissim i contro la religione, contro la morale ecc. e si augura di essere punito, o cerca la punizione
per le sue presunte colpe. Nel delirio di negazione o delirio nichilista (che ne è una varietà) la realtà
addirittura è dissolta: non esiste più nulla, non esistono i sentimenti, il corpo, non esistono le persone e il
mondo esterno.
II delirio di grandezza com prende il delirio am bizioso (convinzione di essere il più forte, il più intelligente,
il più bello ecc.), il delirio erotico (assoluta certezza di essere amato da una persona in genere
altolocata), il delirio di potenza (convinzione di essere un personaggio importante, ministro, sovrano
ecc.) o addirittura, nel delirio di enormità, di essere al di sopra di tutti, di essere immortale. Nel delirio
genealogico il soggetto è convinto di non essere figlio dei suoi genitori o che la sua famiglia discenda da
un'illustre casata nobiliare, nel delirio di riforma si considera inviato da Dio per modificare la società o la
religione. Nel delirio inventivo è autore di importanti invenzioni che molto spesso sono del tutto peregrine.
Nel delirio di trasform azione è convinto che l'ambiente esterno, le cose e le persone sono modificate, o
addirittura il mondo, l'universo stanno cam biando, verrà Dio in terra, la verità sarà interamente svelata.
Nel delirio ipocondriaco il soggetto ha la convinzione di essere seriam ente am m alato (di avere un
tumore, una malattia di cuore ecc.) o di avere il cervello di sasso, i verm i nell'intestino ecc.
Nel delirio di gelosia il soggetto ha la convinzione di essere tradito e tutto il suo com portam ento è
assorbito da tentativi di provare le colpe della persona amata.
Nel delirio mistico il soggetto ha la certezza di vivere direttamente l'esperienza di una com unione divina.
(ricerca svolta su siti internet)