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IL GIORNALE DI TUTTI Anno IV - N : 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Per wikipedia "fantasia" è un termine che assume diversi significati. Di L'argom ento del prossim o num ero sarà: "L o stigm a", cioè il p regiudizio base, la fantasia è una facoltà della negativo nei con fron ti di persone o categorie di persone, e in particolare m ente che consiste nel creare nei con fron ti di chi ha a che fare con p roblem i di salute mentale. immagini che possono intrecciare Questo num ero de Il Faro contiene un inserto su Fantasia e d e lir i o . immagini reali ed irreali o essere completamente irreali. Per i filosofi è la facoltà che porta a idee non legate alla realtà, ma anche ciò che conduce alla creazione artistica. In psicologia il term in e è impiegato in una doppia accezione: - attività immaginativa in generale, alla base di ogni processo creativo, -fantasm a, patologico o fisiologico, momento in cui si realizzano e adempiono i desideri inconsci. A me personalmente la fantasia ha spesso giocato brutti scherzi, ma al contempo è stata un'ancora di salvezza. Per lungo tempo ho pensato che tutti fossero contro di me: come potete immaginare, la vita non era affatto bella. Poi, quando questa fantasia è uscita, una nuova fantasia, G iovanni Segantini molto più feconda, mi ha permesso di “ L’amore alla fonte della vita ” 1896 (olio) vedere la prima come patologica ed eliminarla. Questo è stato il frutto di un lungo processo di recovery, che m i Segantini fu il m a g g io r rappresentante di quel tip o di crom o-lum inarism o ha permesso di capire i miei incubi e che in Italia prese il nome di D ivisionism o, un m ovim ento, allora le mie aspirazioni e come fare per d’avanguardia, parallelo al P o in tillism e francese. contenere le brutte fantasie e realizzare i miei sogni. Poi è arrivato IlF aro, il Il pittore tre ntino (ma di scuola lom barda) fu un grande appassionato della giornale di tutti, di cui sono l'ideatore vita di m ontagna, che divenne il tema di n um erosissim i suoi d ip in ti. insieme a Cristina C a vicch i, che ha A ll’inizio degli anni ’90, Segantini ben si rese conto che nei suoi quadri non riacceso quella fantasia che mi ha c’era più coesione tra la resa d iv is io n is tic a e i tem i da lu i trattati, e così portato a scrivere racconti ed articoli e m anifestò i suoi intenti : “ C ongiungere l’ idealità della natura coi sim bo li ha ridato fiducia alla mia immaginazione e creatività. dello S pirito che l’anim o nostro rivela” . Per mezzo della fantasia mi sono “ L’amore alla fonte della vita ” venne eseguito nel 1896 ed è frutto ammalato, ma per mezzo della dell’im pegno dell’artista nel rendere concreto ciò che si era prefisso. fantasia, incanalata positivamente, O gni particolare tem atico è chia rito in una lettera in cui lo stesso Segantini sono guarito e diventato psicologicamente più forte di prima. spiega il d ip in to : l’acqua e la roccia da cui scaturisce sono sim bo li dell’Eternità. Fabio Tolomelli P iergio rg io Fanti (com unità “ Il M elograno” - 2 3 M a g g io 2010) Pag. 2 La fantasia La fantasia Una parola dall’ampio spettro Premetto che la fantasia è m o lto d iffic ile da interpretare, ci possono essere m o lti m o di di vedere: secondo a lc u n i la fantasia si propaga dalla nascita, ci sono soggetti che possono essere più portati a fantasticare, ed a ltri che non sanno nemmeno cosa s ig n ific h i la parola “ fantasia” . Com unque in ogni caso ognuno di noi, diciam o tutti, usiam o la fantasia ogni giorno, a lc u n i si riescono ad osservare, a ltri la usano FANTASIA |fan-ta-sì-a] nome femminile Etimologia: dal greco p h rantasìa, apparizione, immagine (specialmente pom posa), da phantàzo, faccio apparire, mostro pom posamente, che sorge dalla radice di phàino, presento alla vista, onde anche phanòs (luce) e phantòs (visibile) (vedi anche Fama). Significato: ♦ potenza rappresentativa e immaginativa dell’anima, capacità dell'uom o di immaginare. Sinonimo: immaginazione. Esempio: ha una grande fantasia; lavorare di fantasia = fantasticare. ♦ capacità creativa propria di un artista. Sinonimi: estro, inventiva, creatività. ♦ immagine creata dalla mente senza rapporto con la realtà, immagine inusuale, irreale, fallace. Esempio: non dar retta alle sue fantasie! Sinonim o: invenzione, idea. ♦ capriccio, desiderio improvviso. Esempio: gli è venutala fantasia di cavalcare. Sinonim i: bizza, ghiribizzo, stranezza. ♦ disegno vivace, floreale o geometrico di un capo d'abbigliam ento. Esempio: mi piacela fantasia di questa stoffa. ♦ composizione musicale non convenzionale; più brani musicali riuniti in un’unica composizione. Esempio: una fantasia di canzoni degli anni' 6 0 . Derivati: fantasiare, fantasioso, fantasiosità, fantasista, fantasticare, fantastico, fantasticheria, fantasticone. Cfr. FANTASMA ♦ ombra, spettro, essere soprannaturale di solito malefico, immaginato dalla fantasia popolare, simulacro ingannatore, immagine fantastica di un essere inesistente (ricerca su dizionari) involontariam ente. La fantasia o creatività è u tilissim a sia per lavorare che per evadere dalla realtà di tu tti i giorni. Supponiam o che qualcuno faccia un lavoro di arredatore di interni, oltre alla tecnica occorre anche la fantasia p e r fare delle com p osizion i e degli abbinam enti. La vita è dura e d iffic ile e m olte volte, quasi sempre, siamo m essi a dura prova. Ma la fantasia è q ue ll’insiem e di circostanze che ci differenzia dal resto del m ondo. Una persona usa la fantasia per creare, come m o lti artisti. Dico e afferm o che la fantasia e il pensiero sono un’unica cosa, in un dato m om ento possiam o decidere se pensare soltanto oppure fantasticare e mettere in pratica il pensiero. Spero che questo vi possa servire per i v o s tri studi. Avrei m o lto da dire su questo argom ento ma sono p ig ro e q u in d i scrivo m o lto poco. Mi piacerebbe parlarne di persona, com unque questo è quanto! C ordiali saluti A n o n im o - O ttonello La fantasia La fantasia è un sogno o una storia che se realizzata si trasform a in magia, rendendo la propria vita più colorata e calorosa. L’uom o ha biso gn o di fantasticare per rendere la vita m ig lio re nel lavoro, tra due persone e tra i popoli. A n o n im o -O tto n e llo Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 3 La fantasia Cadere come piume dalle nuvole della fantasia B ra in sto rm in g gruppale ♦ Potremmo dire che la fantasia ha voce e la realtà ha fatti. ♦La fantasia ha parole, solo parole, ma per fortuna esiste anche la realtà. ♦ La fantasia è parente dei sogni. ♦ La fantasia fa davvero bene, perché puoi fare ciò che vuoi, ottenere le cose che nella vita reale non puoi avere. ♦ La fantasia può essere m eravigliosa mentre la vita reale è spesso crudele. ♦ Ci può essere il desiderio e la fantasia di essere im m ortali, così se qualcuno m uore può resuscitare. ♦ Ma anche la fantasia ha dei lim iti e capita che p ro p rio le altre persone ce li im pongano. Spesso i n ostri g en ito ri ci riportano alla realtà! A llora si cade dalle nuvole e ci si deve solo augurare di cadere al suolo dolcemente, come piume, p iu ttosto che come m artelli. ♦ Con la fantasia possiam o arrivare a vertici in c re d ib ili, ma cadere facendoci m o lto male. ♦ E le “ v o c i” , sono fantasie? Però nella nostra percezione sono m o lto reali! Sono nella nostra mente? Quello che sappiam o è che, a volte, basta accendere lo stereo per tornare alla realtà. ARTEINSIEME Centro D iurno Casalecchio Vicenda condominiale Spesso nasce nel mio pensiero il desiderio di volare, mi vedo nel cielo con una lunga veste e due grandi ali, quasi volessi raggiungere le stelle. Questo è un pensiero fantasioso ma mi rende felice, ed è per questo che non riesco ad annientarlo. A volte però il pensiero di fantasia può essere nocivo, questo accade quando varca il limite della realtà, danneggiando la nostra salute mentale. Può voler dire pensare che qualcuno ci voglia male solo perché ci sono state piccole divergenze, ma ciò che danneggia maggiormente la nostra mente è quando l’ir reale diventa forte ta n to da farci perdere il controllo delle nostre azioni, che possono diventare pericolose per gli altri o per noi stessi. Questo mi porta a ricordare la mia esperienza personale che racconterò in breve. Sono passati ta n ti anni, ma rammento ancora che quando mio figlio era libero dal lavoro ne approfittava per fa rmi vedere una video cassetta, così che potevamo goderci un pom eriggio guardando tranquillam ente un bel film . Ma la visione non era mai tranquilla perché l’inquilino del piano di sopra sembrava divertirsi a camminare con gli zoccoli proprio in quel momento così piacevole. Il rumore degli zoccoli era sempre più frequente e spesso era accom pagnato dal rumore del trapano e di altri attrezzi di lavoro, ta n to che divenne insopportabile. Questo disturbo cominciò a crescere nella mia mente e cominciai a pensare che questa persona volesse fa rmi del male, divenne un pensiero sempre più ossessivo che mi portò a compiere atti di violenza. Un giorno decisi di salire le due rampe di scale e con un grosso sasso cominciai a colpire l’uscio del mio amato inquilino, danneggiandolo fortem ente. Incurante dello sgom ento dei vicini, me ne to m a i in casa pensando di avere risolto il mio problema. Ha non fu così, perché qualche giorno dopo si presentò alla mia porta una psichiatra accompagnata dalle forze dell’ordine, che nonostante la mia ostinata e lunga resistenza mi caricarono sull’ambulanza che mi portò dritta dritta all’ Ospedale Psichiatrico, dove fu i sottoposta a un T.S .O. Non mi fu richiesto di pagare i danni, ma col tem po compresi che il danno maggiore era quello che avevo inferto alla mia salute mentale. La mia conclusione? Volare col pensiero può essere piacevole, ma quando la fantasia prevale su di esso e ci induce a compiere azioni insensate, come ho fa tto io, può diventare una patologia da curare senza vergogna, onde evitare eventuali danni alla nostra personalità e alla nostra salute mentale. A nonim o Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 4 La fantasia Creatività, la meravigliosa figlia di madama Fantasia Con la fantasia possiam o fig u ra rc i un’ esistenza del tutto differente da quella che viviam o, entrare nella parte di un eroe, di un avventuriero, di un m ilia rd a rio ... Possiam o viaggiare nello spazio e nel tem po senza m uoverci dalla nostra stanza, im m aginare esseri e m o nd i inesistenti... Ma se non ci accontentiam o di sognare ad occhi aperti, possiam o mettere a fru tto questa capacità e trasform arla in azione. La m eravigliosa fig lia della fantasia si chiama Creatività. Una dote stupenda, che possiam o incanalare nell’arte: nella pittura, nella letteratura, nel cinem a... dando concretezza alle nostre fantasie e con divide n do le con g li altri. Ma la creatività è anche l’arma segreta per risolvere i p roblem i p ic c o li e grandi che la vita ci presenta. Im m aginazioni, in tu izio n i, connessioni, ci aiutano a vedere le cose in un’altra luce, a cambiare noi stessi e a plasmare a m odo nostro la realtà. Lucia Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 5 La fantasia La fantasia galoppa La fantasia galoppa, la realtà sta ferma. La fantasia è la capacità di vedere oltre il reale, Fantasia è anche il tito lo di un fam osissim o film di rappresentando un a ltro “ Reale” o a ltri sé stessi anim azione, considerato da m o lti il capolavoro di differenti. La fantasia la troviam o nelle favole, nelle W alt Disney. avventure, nei film , nei sogni, nell’arte. Forse l’uomo Il personaggio di T o p o lin o stava perdendo triste fantastica cose allegre per compensare una popolarità, perciò il suo creatore preparò per mancanza d’affetto nella vita reale. I bam bini hanno rila n c ia rlo un cartone speciale, “ L’apprendista m olta fantasia ed inventano continuam ente m ondi stregone” , totalm ente m uto e accom pagnato da un lo n ta n issim i e in co m p re n s ib ili per p o te r meglio brano di m usica classica. giocare lontano dagli adulti, che di fantasia ne hanno poca. La fantasia è gigante, un m ito, una fuga su pattini a rotelle verso un fuoco che non avrà mai fine. La fantasia aiuta a com prendersi, a guardarsi dentro: come un pittore, che guardando un suo dip in to , v i veda sé stesso d ip in to dentro. C’ è una vita fantastica in ogni creatura, in ogni uomo, in ogni donna. Chi non ricorda “ Fantasia” di W alt D isney o Fantà sia Non si trattava però di un sem plice sottofondo de “ La storia in fin ita ” ? m usicale: nelle anim azioni di W alt Disney, infatti, B acioni da Ave M anservisi q uello che fa la differenza è l’ uso narrativo della musica. FANTASIA Il carattere sperim entale dell’ opera entusiasm ò il celebre direttore d’ orchestra Leopold Stokowsky che, non solo si offrì di dirigere gratuitam ente la In m usica viene detta “ fantasia” una com posizione colonna sonora, ma radunò per eseguirla cento che non rientra esattamente in form e m usica li m u sic is ti fra i m ig lio ri di Los Angeles e suggerì di codificate. Le prim e opere così definite rendere il progetto ancora più am bizioso: inserire appartengono al periodo barocco (periodo “ L’apprendista stregone” in una sequenza di fantasioso per eccellenza) e precisam ente a Johann e pisodi is p ira ti ad altrettanti brani m usicali, creando Sebastian Bach. N otevoli per perfezione s tilis tic a le così un lungom etraggio in cui la m usica fosse la fantasie di Mozart e quelle rom antiche di S chubert e vera protagonista. Questa la sequenza: C hopin. Certamente tu tti ricordano la sonata per pianoforte n. 14 di Ludw ig van Beethoven, nota col nome di “ Chiaro di Luna” . Il m aestro aggiunse la scritta “ quasi una fantasia” probabilm ente solo perché la sua struttura non corrisponde del tutto a quella tradizionale della sonata, ma non c’è che dire, quel tocco di fantasia aggiunge fascino al fascino... ♦ Tocca ta e fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach ♦ L o Schiaccianoci di Petr Il'ic Cajkovskij ♦ L 'apprendista stregone di Paul Dukas ♦ La sagra della prim avera di Igor Strawinskij ♦ Segmento d i M ee t th e Soundtrack (intervista alla col onna sonora ) ♦ Sinfonia n .6 detta La Pastorale di Ludwig Van Beethoven ♦ L à danza delle ore di Amilcare Ponchielli ♦ Una no tte sul M onte Calvo di Modest Musorgskij e Ave Maria di Franz Schubert Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 6 La fantasia il com positore e c ritico m usicale Deems T a y lo r fu evoluzione tecn olo gica della cinem atografia, incaricato di introd urre e collegare g li e pisodi tra restiam o ancora incantati dalla straordinaria loro p e r mezzo di una narrazione. C om inciò così un eleganza delle im m agini animate e dal loro grandioso im pegno per decine e decine di te cn ici e arm onizzarsi con la musica. a rtisti: sceneggiatori, registi, anim atori, art Possiam o senz’a ltro dire che Fantasia rimane un directors... capolavoro a rtistico affascinante, unico nel suo In Am erica Fantasia uscì il 13 novem bre 1940. Wa lt genere. D isney lo considerò un evento speciale e come tale Una curiosità: il prossim o 25 agosto uscirà nelle lo propose al p u b b lic o : g li spettatori dovevano sale cinem atografiche italiane un nuovo recarsi alla proiezione ve stiti elegantemente, come a “ apprendista stregone” , una rivisitazione in live una prim a teatrale. Nei cinema furo n o posizionate action del segm ento di Fantasia basato sul poema più di trenta casse acustiche che circondavano g li sin fo n ico di Paul Dukas (1890) e s u ll'om onima spettatori, offrendo loro un’ esperienza del tutto ballata di Goethe (1797). L'apprendista stregone nuova: l’a scolto in stereofonia. L’entusiasm o di Wa lt (The Sorcerer’s A p p re n tic e ) è un film della D isney D isney e dei suoi collaboratori, però, si scontrò con P ro du ction s , diretto da Jon Turteltaub ed l’ im p o s s ib ilità di utilizzare appieno le innovazioni interpretato da N icolas Cage e Jay Baruchel. Questa tecn olo giche (non tu tti i cinema erano attrezzati) e, volta il gran mago si chiama Balthazar Blake, e non inaspettatamente, anche con una tiepida più Yen Sid, cioè D isney letto al contrario, come nel accoglienza da parte del pub blico. Il film infatti, cartone anim ato. benché inse rito dalla critica tra i dieci m ig lio ri Questo rim balzare di un soggetto fantastico e delle dell’anno, fu trovato da m o lti p ro lisso e subì le sue sug ge stio ni da una fo rma d’arte a ll’altra, da un critiche d e i mu sic o fili puristi, che lo considerarono secolo a ll’a ltro (un poeta-filosofo del Settecento, un kitsch o irriverente. m u sicista dell’ Ottocento, un disegnatore del Il colpo più duro, però, venne dalla guerra m ondiale Novecento, un regista del Duemila...), è un esempio e dalla conseguente chiusura di una vasta fetta di fra i tanti della forza prop u lsiva della fantasia, una m ercato estero. Per lim itare le spese di produzione potenza sorprendente, inarrestabile e creatrice. furo n o perciò presentate v e rsio n i ridim ensionate e L .L . sem plificate. Una di queste venne finalm ente proiettata anche in Italia nel 1946. Nel 1969 Fantasia uscì di nuovo, praticam ente Filastrocca completa, e ottenne un grande successo fra h ip p y e teen agers, per il suo carattere v isio n a rio e Sei veloce bicicletta “ p siche d elico ” . In seguito ad accuse di razzismo si Come il lampo e la saetta dovette però rim uovere dalla scena della Pastorale Sei strum ento di piacer una centaura servetta, per metà asina e per metà So di molto pedalare Il m anubrio so guidare donna di colore. In occasione del cinquantenario il film fu prodotto Squilla squilla il campanello in videocassetta e fu il prim o ad essere venduto nei Che fa scappar il bambinello c irc u iti Home Video. Nel 2000 c’ è stata l’edizione in Che giocando in frenesia DVD e p ro p rio in questi g io rn i è in uscita l’edizione Spaventato fugge via! “ P latinum ” in versione HD-BluRay. A se tta n t'a nni di distanza, nonostante la grande Letizia Z iron i (centro d iu rn o p e r anziani S. Biagio) Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 7 La fantasia LA STRAORDINARIA STORIA DELL’OMINO TURCHINO Stava lì, sul rip ian o della libreria, tra vecchi e polverosi v o lu m i e oggetti dim enticati dal tempo, come lui. Era stato rita glia to da un cartoncino turchino, dalle m anine trem olanti di una bam bina di quattro anni che voleva fare un regalo alla nonna Luisa e lei, la nonna, non se ne era più separata, anche se in mezzo c’ era stata la guerra e tanti traslochi. Q uell’om ino di cartoncino tu rch in o senza m ani né piedi era il dono più bello che avesse mai ricevuto ed ogni giorno, ora ancora di più perché g li anni le avevano regalato tanti m alanni, rughe e solitud ine , era il suo com pagno, con il quale teneva un c o llo q u io segreto e al quale riusciva a sorridere. Lui la teneva d’ o cchio e temeva di essere ricoperto dalla polvere, tanto da non essere più rico n o sc ib ile nel Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 8 La fantasia g rig io di tutte le cose in quella stanza. Non sapeva che fu o ri c’era il sole, il canto dei colori, la m usica del ve n to ... la vita! Finché un g io rn o entrò una ragazzotta allegra e decisa, con il com pito di accudire la vecchissim a nonna. Come prim a cosa si recò alla finestra e la spalancò, poi prese un piu m in o e com inciò a creare un vortice di polvere, che fece subito starnutire la nonna Luisa: quando vide l’ om ino ex-turchino, lo prese in m ano e rimase dubbiosa se gettarlo nel cestino della carta. Ma, non si sa perché, invece lo ripose delicatam ente sul davanzale e se lo dim enticò. La nonna non si era accorta di nulla perché orm ai era cieca, ma sentì un im p ro vviso b riv id o di freddo, anche se un poderoso raggio di sole era entrato nella stanza. L’ om ino turch ino , sto rd ito e im paurito, si voleva fare p iccin o p iccino, per non essere visto, nell’attesa di essere rip osto sulla sua m ensola al sicuro da tutto e da tutti, nell’ im m o bilità della sua esistenza. Però aprì un occhio, poi l’a ltro e vide là in fondo, nell’orizzonte azzurro (come era lu i una volta) un arco di colori, l’arcobaleno, apparso dopo il tem porale estivo che aveva fatto tremare i vetri incerti della finestra sempre chiusa, fin o a ll’a rrivo della ragazzotta di campagna. E sentì un frastuono di canti, p ig o li i, fru sc ii, m elodie dell’aria smossa da un ven tice llo fresco. Proprio quel ven tice llo lo sollevò dapprim a in alto, lo fece svolazzare dolcem ente sul prato e lo depositò tra i fili d’ erba che per lui, l’om ino turch ino , erano giganteschi e spaventosi. Non aveva m ani né piedi, la bam bina aveva dim enticato di fa rg lie li, q u in d i pensò che l’ unica sua p o ssib ilità fosse quella di nascondersi, sperando di non essere v isto da nessuno. Invece una form ica, che si era persa come lui, si a vvicinò, lo a gg irò e se lo caricò sul dorso, pensando di avere trovato qualcosa da m ostrare appena avesse raggiunto il suo gruppo di volo nta rie operose. Invece, in un passaggio tra fili d’erba intricati, si ferm ò e pensò che lu i non m eritasse di essere spinto nella tana sottoterra, dall’ esercito co stitu ito d ell'im pero delle form iche, che portavano là nel deposito ogni cosa trovata; lo depose con cura sotto quel g ro v ig lio d’erba, p e rm e g lio preservarlo dai p e rico li del prato. L’ om ino tu rch in o rimase per un po’ nascosto, aspettò che si calmasse il suo battito cardiaco e, orm ai sicuro che non sarebbe potuto tornare ind ie tro alla sua vita polverosa, pensò anche che non avrebbe volu to, perché era così bello e divertente vedere la vita scorrere into rn o a sé. Ma non aveva m ani né piedi! Come fare a m uoversi? Aveva solo voglia, per ora, di stare in mezzo a g li a ltri e di imparare a conoscerli. Jaja P.S. Questa è la prim a parte della straordinaria storia dell’ om ino turch ino . Se v i è piaciuta aspettate le puntate successive. É una storia per tu tti noi. Un bacio. La cicala e la formica “ Carissim a form ica -disse la c ic a la - a furia di lavorare hai completam ente rim osso l’ idea del nostro creatore, idea che invece io co ltivo dentro di me. È a lu i che canto le mie canzoncine estive, così non m i im porta se poi in inverno gelo dal freddo. La cosa che conta, per me, è il qui ed ora, amo la luce e l’aria, mentre non mi interessa della m orte del corpo. Poverina!! Tu per me, fo rm ichin a, sei una vera sciocca, credi di essere superiore perché stai al caldo con tu tti i v ive ri dentro casa, lo invece penso che quando m o rirò sarò sepolta degnamente sotto la neve, perché il pensiero m i è rim asto libe ro ed io, devi sapere, credo nell’A ld ilà degli insetti." A n o n im o Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 9 La fantasia Pirin Pin Pin Da piccola mi raccontavano che, appostata sopra un albero di pere, c’era una brutta strega, che buttava giù in terra le pere, per vedere se i bimbi che passavano di li le avrebbero raccolte: in tal caso si lanciava all’inseguim ento. Quando un bimbo passava sotto l’albero, la strega gli diceva: “Pirin pin pin, buttami giù un peri n, che mi bagno il mio bocchì n ”. Il bimbo doveva risponderle così: “No, brutta strega, tu mi vuoi m angiare!”. Così, per paura della strega, tutti i bimbi, che dovevano passar di lì per andare a scuola, preferivano cambiare strada. Questa storia, in realtà, era stata inventata da un contadino che non voleva che noi raccogliessim o le pere! Ester P oli (centro d iu rn o per anziani San B iagio) L’adolescenza Fra verdi fronde ed erba profum ata, viveva una fanciulla che da lunghi capelli e di sola pelle era vestita. Un giorno passeggiando nel boschetto vide un limpido laghetto e disse: “Voglio specchiarm i per vedere se son bella.” Ma riflessa nelle acque vide che il suo corpo era cambiato, non era più quella di prima. “Sto diventando donna” fra sé disse, così con verdi foglie si cucì un vestito e con bianchi fiori si adornò i capelli. Il Vento che le passò vicino la vide ed esclamò: “Come sei bella, voglio baciarti”. “A nch’io” lei rispose e baciò lui, ma il Vento, che di gelosia bruciava, frettolosam ente disse: “Vieni con me perché ti voglio tutta mia”. Così lei cominciò a correre dietro al Vento, ma il Vento correva troppo forte e non potè raggiungerlo e ritornata indietro sconsolata disse: “È troppo vano correre dietro al Vento e forse per me non è ancora ora d’am are”. “Non ti crucciare, resta con me ancora un poco e ti dirò io cosa fare” disse il Tem po che udì le sue parole. “Va bene - lei rispose - ma non tenerm i con te troppo, che brutta e rugosa non voglio diventare”. “Fidati di me - rispose il Tem po - io son longevo ed ho esperienza, io ti farò capire quando per te sarà ora d’am are.” Fra le braccia del Tem po lei rimase e insieme a lui cominciò ad aspettare. Un giorno il Tem po, stanco di aspettare disse: “Ecco è ora d’agire, vieni con me, così potrai vedere che per te è giunta l’ora d’am are”. Fecero pochi passi e fuori dal boschetto scorsero un grande prato verde tutto di fiori ricam ato, e sopra quel tappeto variopinto era sdraiato un giovane bello che dorm iva. “Svegliati” gli disse il Tem po, battendogli la mano sulla spalla. “G uarda che cosa ti ho p ortato”. Lui aprì gli occhi, vide lei ed esclamò: “Questo è proprio quello che cercavo! Grazie, maestro, del gran dono che mi hai fatto”. Poi fissandola negli occhi le dom andò: “Come ti chiam i?” “A m ore” lei rispose. “A nch’io ho lo stesso nom e” e presa la sua mano disse: “Noi due siamo uguali, noi due siamo fatti per am are”. Ma l’A dolescenza, che di nascosto tutto aveva visto e udito, capì che il suo ruolo era finito, e in punta di piedi, silenziosam ente se ne andò lontano per lasciar posto all’età adulta che vero amore e conoscenza ti sa dare! M ariang ela Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 10 La fantasia D edicato ad Arianna Lo spazio della poesia Il Volo Ti guardo, mentre passi Ti guardo, mentre passi fra le mie dita come codice, col nome, Mio amore, eri passero ferito Non solchi né valli né monti Basso è il tuo volo codice di penna, codice di vita. E la nube diviene blu ed il tramonto diviene Amici Non vedi infiniti orizzonti Non importa il posto il sole è sempre uguale. Sotto le fronde degli alberi Non importa se è ricordo Fra i cespugli e le erbe odorose o qualcosa che verrà. Serenità ti tenga compagnia solidamente rosso di pietra. Poi, m'abbandoni un po' per gioco, un po' per scherno "N on te ne andare", grido Sempre staranno in me Mio amore che sei stato ferito quei buoni momenti che Nel ristretto orizzonte della tua vita abbiamo passato Sarai padrone di essere quello che sei senza sapere.... in silenzio. Ma sei già passata a un altro scoglio, suggestionando in me un'altra m eraviglia, un altro abbandono. Paola Scatola Pensiero Viaggerai sognando su foreste maestose Non importa dove sei, Cime innevate se vieni o va i, Luccicanti al sole la vita è una via da percorrere, E il riverbero giunga fino a te se c'è qualcosa da dire A d illuminare il tuo cammino o se c'è qualcosa da nascondere, Tu che eri passero ferito sempre sarà un amico il primo Sei tornato a volare. a saperlo. Anonimo Tratto d a l B o s c o ", gruppo "Euforia", Bologna. Pensiero mio vola Per cieli lontani Mari sconfinati Ove i miei passi Non lasceranno orma. A n o n im o Tratto d a l Bosco". gruppo "Euforia",Bologna. Perché sempre staranno in me quei buoni momenti che abbiamo passato senza Dici di saper guidare... Allorché dal fumo li fai investire, la tua bocca dal sapor di susina prende il sapor di nicotina. Luigi Zen Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 sapere. A no n im o Pag. 11 La fantasia Mi immagino bambina Fantasia di ricordi Rimane il ricordo, se resti a pensare di me, com'anche il pensiero è restato e nessuno di noi l'ha scordato. Luisa Paolucci delle Roncole Ti te n g o qui Ti tengo qui o lume dei miei lumi, per averli, sempre più celere nei battiti di penna. Anche il cuore, lo costringo alle tenerezze delle metafore antiche, che qualcuno mi sollecitò chiamandomi: "Poetessa". Poi vennero altri a dirmi : "Qual è il tuo nome?" "Mi chiamo Paola" risposi: "La scrittrice?" Ma anche a quell’ora, in quel giorno, di me parlò la mia fantasia, aspra e dura. Paola Scatola DIO e la SUA allegra varietà IL cielo è azzurro per darci felicità, l'erba è verde, speranza ci dà. In questo immenso universo i colori Sono di tante qualità, lo penso che DIO, il Grande creatore, sia la più GRANDE VARI ETÀ' Lucio Polazzi Mi immagino bambina come ancora alle volte nel cuore provo. Ricordo le corse nei campi insieme ai miei amici infanti. Dolce era sognare forme di animali nelle nuvole candide che nel riposo scorgevamo nei rami di alloro. Vorrei spirasse un vento travolgente che si insinui nella mente di chi vuol dominare e faccia loro dimenticare la sete di potere e l'avidità. Vorrei spirasse un vento di speranza che aiuti i governanti a perseguire con fermezza e costanza le strade della pace. Jo (Giovanna Giusti) Come un arcobaleno Vorrei soffiasse un vento come un arcobaleno che abbraccia tutto il mondo. Ogni colore è un sentimento buono che dalla terra nasce si diffonde nell'aria e ricade su ogni uomo. Vorrei spirasse un vento riparatore che rimedi alle ingiustizie, sani i contrasti, cancelli ogni rancore. Vorrei spirasse un vento tempestoso che spazzi via la malvagità, le guerre, la delinquenza e ogni calamità. Vorrei spirasse un vento di sana allegria che aggreghi i giovani senza alcool né droga con tanta gioia in buona compagnia. Vorrei spirasse un vento consolatore che asciughi le lacrime, allevi le pene ed il dolore. Vorrei spirasse un vento di bontà che scuota le coscienze, diffonda comprensione e solidarietà. Vorrei spirasse un vento d'amicizia che unisca le persone doni calore umano e scambievole aiuto con letizia. E quest'ultimo vento tanto per cominciare anch'io, con voi, posso farlo spirare. D. (dedicato alle amiche del Gru ppo “Speranza” e di Ceretolo) Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 12 La fantasia Polenta al "megafungo" Il germe della scrittura Un anno fa era m olto, ma m olto più caldo di oggi. aveva un’idea: trasform are il mio racconto un po’ Nella sala polivalente del C entro Sociale “ Tonelli” mi fu malinconico sulla vita in campagna in qualcosa di più chiesto di stare alla consolle dell’im pianto stereofonico, adatto alla lettura dei bambini della classe terza. Prese il mio perché un im portante scrittore di racconti per bambini lavoro e con pazienza certosina lo corresse dai numerosi avrebbe letto e comm entato i propri scritti. errori, semplificò le parole difficili per i bambini e inserì un A lla fine della lettura i bambini entusiasti gli posero diverse pizzico di gioia in più fra le ri ghe. domande. Term inato l’evento lo scrittore s’incamminò verso Trascorse l’estate e il lavoro corretto fu diviso in quattro l’auto che l’avrebbe portato al ristorante, accom pagnato da parti. O gni due mesi M aria Rosa leggeva una parte in classe una maestra della Scuola “ Fantini” di San Lazzaro di con me presente. L’entusiasmo dei bambini era alto e mi Savena, che aveva organizzato il tu tto . riempiva il cuore di gioia. Dopo l’ultima lettura mi chiesero Dentro di me dissi: “ C hissà se gli interesserebbero i miei come si creava un racconto, lo risposi che non lo sapevo: racconti per adolescenti...” . M i feci coraggio e andai da lui, alcune volte lo scrivevo di getto; altre volte organizzavo per dirgli che scrivevo racconti di fantasia e per chiedergli una scaletta con le idee che mi venivano in mente. se meritavano di essere pubblicati. M aria Rosa, percependo che il momento era giusto, propose M i rispose gentilm ente di spedirne uno via e-mail. di fare uno scambio di racconti sulla base degli spunti che i lo, non sapendo quale scegliere, chiesi alla bravissima e bambini davano in classe. C osì sono nati questi due gentilissima maestra M aria Rosa se, leggendo i miei racconti: “ La classe birichina” e “ La salvezza del pianeta racconti, poteva scegliere il più adatto da spedire. Dopo Terra” . pochi giorni M aria Rosa mi chiamò al telefono, per dirmi che Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Fabio T o lom e lli Pag. 13 La fantasia La classe dispettosa C’ era una volta un paesino situato ai piedi di verdi colline. Come in tu tti i paesini di questo m ondo, nel nostro paese c’erano: il palazzo del Comune, la chiesa, il superm ercato e a lc u n i negozi, il cinema, l’ edicola, la farmacia, la piazza, tante casette e naturalm ente anche una scuola. La scuola era costituita da un e d ificio a due piani che ospitava cinque classi della scuola elementare e tre classi di scuola materna. T u tti i bam bini del paese frequentavano quella scuola. L’ e d ificio era grazioso e colorato: le pareti erano ricoperte da d isegni viva ci e carte llon i fatti dagli alu n ni, da fotografie e m anifesti. Le aule erano a cco g lie n ti e spaziose, lum inose e allegre, con banchi b ianchi e rossi, lavagne e arm adi di legno e rip ia n i carichi di lib ri m e ra vig lio si ed avvincenti. Ma al prim o piano di quella scuola c’ era una classe m o lto particolare... Continuazione n° 1 in quella classe, infatti, viveva da circa due anni un essere in v is ib ile . Egli faceva tanti dispetti, ma solo alla maestra: le cancellava la lavagna che lei aveva appena scritto, non le permetteva di correggere i com piti, perché le faceva sparire la b iro rossa, non le faceva spiegare l’ esercizio, perché spostava i m o b ili procurando tanto rum ore... e tanti a ltri d ispetti ancora. Un g io rn o un bam bino scoprì l’essere in v is ib ile e g li disse: “ Perché fai così alla nostra m aestra?” . Quello, m ettendosi a piangere, rispose: “ lo non v o g lio fare i dispetti, ma sono arrabbiato, perché vorre i che si esaudisse un m io sogno: diventare un essere um ano” . Il bam bino allo ra lo portò dalla maga Martina, che con una magia trasform ò l’ uom o in v is ib ile in un uom o con i capelli b io n d i e g li occhi azzurri. Poi il nuovo uom o si v o lle chiamare Ram. E così fu felice per sempre. Continuazione n° 2 Questa classe era particolare perché c’ erano sei facendole prendere uno spavento e rovinando un bam bini che si com portavano in m odo strano. Ad im portante docum ento della scuola. Ma perché? esempio un g io rn o Quaquaraqua, uno dei bam bini Oppure Velma, ogni tanto tirava le uova in faccia alle strani, entrò in classe e si m ise a camminare a testa persone che passavano v ic in o alla scuola. Ma in giù. Ma perché? perché? Poi c’ era G iacom ino, che una volta m ise le rane E che dire di Daphne, che staccava i carte llon i e se li sporche di fango nel registro della maestra, portava a casa? Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 14 La fantasia La maestra non ce la faceva più, aveva la testa piena di lavorare tanto. Infatti a casa erano degli a ngioletti. di queste stranezze, come un pallone. Era sempre Chi risolse tutto? La maestra! E come? Sospese più stravolta e diceva: “ Non ce la faccio più! Ma quei bam bini per qualche giorno, così si riposarono perché fate tutto questo?” bene e quando torna ro no a scuola erano di nuovo Il m otivo c’ era: i bam bini erano piccoli, bam bini norm ali. frequentavano solo la prim a ed erano m o lto stanchi Continuazione n° 3 Quando qualcuno entrava, g li a lu n n i g li facevano rossi e un po’ di le n tig g in i. Aveva sempre il sorriso ogni varietà di scherzetti, e q uello se ne andava via stampato sulle labbra ed era l’ id o lo dei bam bini. scappando a più non posso. Lei era l’ unica con cui non facevano d ispetti e Il vero problem a era che queste cose non quando entrava in classe calava un silenzio di capitavano una o due volte a ll’anno, ma tu tti i giorni. tom ba e i bam bini a rrossivano quando lei li O gni volta che succedeva, la maestra diventava rim proverava. Appena g li a lu n n i la vedevano, verde, poi rossa, poi blu, poi v io la e infine facevano g li ang iole tti, per non deluderla. scoppiava in un’arrabbiatura che faceva tremare i Quella volta, però, quando la classe fece davvero m u ri e I si sentiva fin o a due chilo m etri di distanza. invip erire la maestra, la D irettrice entrò in aula I bam bini non ci facevano caso e continuavano a senza il suo s o lito sorriso, anzi, era m o lto seria. parlottare tra loro senza degnarla nemmeno di uno Quando fu al centro della stanza disse: “ Ho saputo sguardo. che v i state com portando m ale: è vero?” “ Sììì!” Questo accadeva perché fin dal prim o g io rn o di risposero i bam bini. “ Sono m o lto contenta che siate scuola della classe prim a essi avevano sentito una sinceri” proseguì la Direttrice, “ ma sono anche gran v o g lia di fare dispetti, e anche se non avevano m o lto delusa” . C onoscendo però m o lto bene i con osciuto ancora le loro maestre, avevano iniziato bam bini, chiese loro se, com portandosi in quel a b urla rsi di tu tti e a fa r a rrossire le persone come m odo volevano qualcosa che non osavano peperoni dalla vergogna e dalla rabbia. chiedere. G li a lu n n i in effetti volevano che lei Adesso che sapete come è iniziata questa “ malattia venisse a salu tarli e a b aciarli due volte alla dei disp etti” , posso d irv i anche come è andata a settimana. La D irettrice acconsentì e tutto si rim ise a finire. Indovinate chi ha fatto “ guarire” i bam bini? posto. La D irettrice! La maestra pensò: “ Tutto è bene quel che finisce La D irettrice di quella scuola era alta, con i capelli bene!” . Continuazione n° 4 Quella classe particolare era la 5 A F. smettevano m ai di chiacchierare. Era una classe strana: dentro c’erano degli oggetti Parlavano anche di cose in u tili: le lavagne si che potevano sembrare n o rm a li, ma invece erano lam entavano sempre perché la maestra ci scriveva m o lto strani. G li armadi, le lavagne, la cattedra, i sopra; g li arm adi litiga va no in continuazione per banchi... quegli arredi erano particolari, stabilire chi aveva più cose dentro; la cattedra non perché... durante le lezioni com inciavano a parlare smetteva di parlare delle vacanze che voleva fare e i tra loro. Questa storia andò avanti così per m olto banchi brontolavano perché i bam bini vi tempo. G li a lu n n i non capivano chi faceva tutto quel disegnavano sopra. rumore, che era continuo, infatti g li oggetti non Dopo a lc u n i mesi, una bambina, che aveva scoperto Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 15 La fantasia l’ origin e di quel rum ore e che non ne poteva più, Il g io rn o seguente nella classe nessuno parlava e disse ai g en ito ri di riportare tu tti g li arredi della c’era un grande silenzio; la maestra e g li a lu n ni classe dove li avevano com prati e di acquistarne dei ringraziarono la bam bina perché finalm ente era nuovi. ritornata la serenità. Continuazione n° 5 C’ era una volta un insegnante m olto, ma m olto Quando Vanessa, cioè la maestra, aprì il registro, vecchio. urlò così forte per lo schifo che la sentì tutta la Questo insegnante m orì di vecchiaia e q u in d i a rrivò scuola. una sostituta. Per qualche anno tutto funzionò Il fantasma si divertiva come un matto e andava normalmente. avanti e ind ie tro per la stanza, creando delle correnti Un giorno, però, accadde una cosa strana: il d’aria fredda. fantasma del vecchio maestro, sentendo la In quel m om ento un alu n no capì che c’ era qualcuno mancanza della scuola, decise di ritornare nella nella classe e disse ad alta voce che quegli classe dove aveva insegnato p e rta n to tempo. scherzetti non erano p iacevoli per la maestra e che Vediamo che cosa accadde: una mattina, mentre la disturbavano le lezioni. Il fantasma allo ra capì che maestra dettava, egli scrisse sulla lavagna una frase non era stato affatto sim patico e decise di m o lto m aleducata. Tutta la classe rise, ma collaborare con quei bam bini e con la collega, l’ insegnante ci rimase m o lto male. aiutandola a trovare n uovi m etodi ed esercizi Il g io rn o dopo il fantasma rito rn ò nella classe e sempre n uovi e divertenti. m ise delle tag liate lle ai fu n g h i p o rc in i nel registro. Esercitare la fantasia Questa brava maestra, com e s i vede, sa com e esercitare la fantasia dei su o i alunni. I l fam oso scrittore p er ragazzi G ianni R od ari nella sua “ Gram m atica della fantasia” (T orino, Einaudi, 1973), dice: « L e storie “ aperte” - cioè incom piute, o con più fin a li a scelta -hanno la form a d e l problem a fantastico: s i dispone d i certi dati, bisogna decidere s u lla lo ro com binazione riso lutiva. In questa decisione entrano c a lc o li d i varia provenienza: fantastici, basati s u l p uro m ovim ento delle im m agini; m orali, in riferim ento ai contenuti; d e l sentim ento, in riferim ento all'e sperienza; id e o lo g ici se viene a galla un “ m essaggio” da chiarire. P uò accadere che s i co m in ci c o l discutere il finale della storia e s i scopra invece, cam m in facendo, un argom ento che n on riguarda più la storia p er nulla. Secondo m e bisogna sentirs i liberi, allora, d i abbandonare la storia a l suo destino e d i accettare il suggerim ento d e l caso » . Un consiglio da seguire anche p er le storie vere! |_Uc ia La salvezza del pianeta Terra Quella m attina Jason, come faceva sempre, dopo in qua, era di un colore diverso da q uello che lui essersi alzato, per prim a cosa guardò fu o ri dalla ricordava, era grigia e così spessa che riusciva a grande finestra della sala. nascondere i raggi del sole, e soprattutto stava Questa abitud ine aveva avuto inizio q u in d ic i anni diventando irrespirabile. Jason sosp irò guardando prima, quando l’ inquinam ento del nostro pianeta quel cielo g rig io e si accertò di avere la sua grande era diventato tale da m inacciare di estinzione tutte le p istola Magnum assicurata alla cintura. specie, uom o com preso. L’aria infatti, da tanti anni Questa sua caratteristica di girare armato, faceva sì Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 16 La fantasia che tu tti lo chiam assero “ lo sceriffo” , anche perché serviva sia per spaventare i dinosauri, sia per essere aveva m o di m o lto spicci e sbriga tivi, che v is ib ili sempre, di g io rn o e di notte. provocavano una certa paura nelle persone che La notizia della sparizione dei bam bini a rrivò anche avevano a che fare con lui. In particolare era m olto a Jason, che imm ediatamente prese il suo elicottero odiato dai prop rie tari di quelle fabbriche che e raggiunse la zona in breve tempo. Si in o ltrò nel avevano causato l'inquinam ento: infatti Jason si parco e seguendo il fum o tro vò i dispersi, li portò in batteva ogni g io rn o per farle chiudere per sempre. salvo e tu tti decisero di fare una grande festa Per questo temeva per la sua vita, perché quella invitan d o i cittadini, i soldati, le autorità, le fam iglie, brutta gente voleva uccide rlo ad ogni costo. i p o litici. La m oglie Jane e il fig lio Tomas erano stati costretti Durante la festa tu tti parlarono dello scampato a lasciare al loro casa e a tra sfe rirsi in Africa, in un perico lo e dell’ inquinam ento che dai paesi paese m o lto povero, ma alm eno non ancora dell’Europa stava per arrivare anche in A frica e rovinato dall’inquinam ento e soprattutto lontano dai m inacciava di cancellare anche quest'ultim o pericoli. Tomas a scuola veniva preso in g iro dai paradiso terrestre. com pagni perché non aveva suo padre lì con lu i e Come se non bastasse nel m ondo si stavano perché sapevano che era un uom o diverso dagli verifica nd o a ltri te rrib ili fenom eni naturali, altri. anch’essi causati dalla poca cura dell’ uom o per la Cari lettori, dovete sapere anche che, oltre terra: eruzioni vulcaniche, tempeste, terrem oti e a ll’ inquinam ento, l’ uom o aveva fatto degli strani trom be d’aria violentissim e. La situazione stava esperim enti: aveva clonato, cioè aveva fatto diventando davvero angosciante. rinascere usando dei fo s s ili, dei te rrib ili anim ali Una sera l’aria com inciò a vibrare e la tem peratura preistorici. Per fo rtuna i soldati erano riu s c iti a iniziò a salire. A ll’ im prov v iso lu m in o si raggi laser trasportare questi a nim ali p ro p rio in Africa e a squarciarono il buio della notte, ed ecco scendere rin c h iu d e rli in un enorme recinto protetto da dal cielo una gigantesca astronave. Da quella nave a ltissim e mura. Questa zona era poi diventata un spaziale ancora fum ante u sciro no dei bracci parco naturale che si poteva visitare, ma soltanto a m eccanici, che garantirono un sicuro contatto con il certe condizioni. terreno. Un g io rn o i g en ito ri della classe di Tomas decisero La m a g g io r parte della popolazione del paese di affittare un pullm an per andare al parco dei scappò verso la propria casa, mentre i m ilita ri d in o sa uri senza però farsi aiutare da una guida circon da ro no l’ oggetto spaziale. Subito il esperta ed entrando di nascosto dai soldati che governatore della zona com andò al generale dei controllavano la zona. Il genitore che si era messo soldati di distruggere l’astronave. alla guida del pullm an ad un certo punto si perse Jason, che era presente sul posto, si oppose con nel parco. A ll’ im p ro vviso a ll'in te rn o del ve ico lo si tutte le sue forze a questa decisione perché udì un urlo di terrore quando i prim i enorm i giudicava non necessaria: in fon do nessuno li d in o sa uri si a vvicina ro no m inacciosi. A Tomas aveva ancora attaccati. Mentre la discussione tra vennero in mente le parole che suo padre g li diceva Jason e i m ilita ri continuava, dall’astronave scese quando andavano nei boschi; “ Se ti perdi, cerca un un extraterrestre. posto sicuro e visib ile , ferm ati lì in m odo che Questo essere aveva quattro occhi che g li qualcuno ti tro v i” . Così Tomas disse a ll’autista di perm ettevano di vedere in tutte le direzioni. Poi salire sulla collinetta, poi scese e accese quattro aveva tre nasi m o lto lun g hi, con cui sentiva e fuo chi, uno per ogni punto cardinale. Il fuoco distingueva o do ri anche m o lto lontani. Aveva Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 17 La fantasia ancora sei orecchie che g li perm ettevano di udire pianeta abbiam o v isto che la vostra splendida Terra anche g li u ltrasuo n i e due bocche, una per parlare e sta m orendo. Se volete salvarla possiam o aiutarvi, una p e r mangiare. Il suo corpo, per quanto brutto ma v o i dovete cambiare atteggiam ento nei confronti a g li occhi degli uom ini, aveva però nel com plesso dell’am biente e delle persone che hanno b isogno: un aspetto m ite e per nulla aggressivo. dovrete diventare meno e goisti e meno A ll'im prov v iso una piccola bam bina rimasta orfana in d iv id u a lis ti” . da un po’, perché i suoi g en ito ri erano rim asti u ccisi T u tti i capi delle nazioni si riu n iro n o per decidere le dal c ro llo di una m ontagna, si avvicinò sorti del pianeta secondo la proposta degli a ll’ extraterrestre e quello, usando le sue quattro extraterrestri. G li uom in i che prim a di allo ra non braccia, la prese con m olta cura e la cullò erano riu s c iti mai a m ettersi d’accordo, di fronte a dolcemente. tanta saggezza e intelligenza accettarono l’aiuto I m ilita ri e la gente rim asero m e ra vig liati da quella degli alieni. Questi, con sostanze p articolari, in una scena. Dopo a lc u n i m in u ti l’ extraterrestre aprì la settimana rip u liro n o il m ondo e insiem e ai capi bocca delle parole e disse: abbiam o già decisero delle leggo più giuste e più rispettose per decodificato la vostra lingua, per cui possiam o la natura e per le persone, soprattutto quelle più parlare liberam ente con v o i e capirvi. Dal nostro povere e indifese. F a b io T o lo m e lli L’ISOLA DEL TESORO R acconto avventuroso fantascientifico a puntate -L a b o ra to rio di scrittura e immagini A R TEIN SIEM E -C e n tr o Diurno Casalecchio di Reno 1° Puntata Non m o lto tem po fa, in un m ondo parallelo al nostro dove tutto è p ossibile, un m ilia rd a rio terrestre, M ister X, rinvenne, nel sottofondo di un a ntico baule trovato da un a ntiquario, la mappa di un tesoro, nascosto in un’ isola inesplorata e m isteriosa che si trova nel Rio delle Amazzoni. Essendo m o lto avaro e non volendo pagare dei p ro fe ssio n isti di tasca propria, M ister X decise di affidare a un’agenzia di v ia g g i interplanetari il com pito di organizzare un concorso per trovare persone che avessero capacità, talenti e risorse e soprattutto l’ interesse a partecipare a una spedizione di ricerca del tesoro. Il patto tra il m ilia rd a rio e i v in c ito ri del concorso era che a lu i fosse destinato il pezzo più prezioso del tesoro, un teschio di agata tem pestato di diam anti, probabilm ente dotato di poteri m agici. Il resto del tesoro sarebbe stato d iviso tra i partecipanti. II concorso venne v in to da sei persone, cinque p rovenienti dalla Terra e una dal pianeta G iosi Uels. Da questo pianeta proviene Pedro Alvarez, quarant'anni, coltivatore, alto forte m uscoloso, aspetto quasi umano, ma con capelli da tigre, pelle chiara. R esponsabile, m o lto intelligente, beve ma sa m oderarsi ed essere paziente. Porta con sé la sua inseparabile panterina Elisabeth Parker, di o rig in i terrestri, che vuole ritrovare la sua madre b io lo g ica sulla Terra. Pedro è il tutore della panterina, che a rrivando sul pianeta G iosi Uels con l’astronave Gherardi Alex, ha perso mezza coda a causa di una folata di vento e di una porta sbattuta. Per fortuna con la metà rimasta può ancora esprim ere em ozioni e com unicare con Pedro! Dalla Terra provengono g li a ltri cinque partecipanti, un uom o e quattro donne. Gianm arco è un bell’ uomo, alto capelli scuri, occhi azzurri, naso lungo, spesso vestito in giacca e cravatta. Buono e generoso, cuore aperto a tutti, sim patico, con tanta v o g lia di viaggiare e conoscere il m ondo. Si occupa di v olo nta riato e di beneficenza, aiutando le persone tris ti della loro vita. Chauli, di professione geisha, ha un aspetto fis ic o ottimale, sul m agro andante. È alta un m etro e ottanta, Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 18 La fantasia occhi di colore nero, capelli s o ttili neri, ha un neo sulla guancia destra. E frizzante e contenta di sé stessa, m o lto seducente. Linda è una speziale e si occupa di guarire le persone con rim edi naturali. La sua età varia dai tre d ic i ai duecentoventi anni a seconda delle situazioni. Ha la pelle bianca e diafana, g li occhi blu e un fis ic o abituato a stare a ll’aperto alla ricerca dei rim edi. Ha un tatuaggio alla base del c o llo che è sim bolo di tu tti g li speziali. È m o lto riservata, anche se concede la sua am icizia e il suo inte lletto a q u e lli che le ispirano fiducia. Le pia ccio no g li a nim ali e la natura, per i quali ha m o lto rispetto. Jessica ha diciassette anni, è bionda, occhi azzurri, alta e magra. Ha un tatuaggio trib ale nel fon do schiena. È permalosa, vuole tutte le cose a m odo suo, soprattutto è una “ m angia u om in i” . È viziata dalla Nonna, che si porta dietro nel viaggio, un tipo m o lto origin ale che talvolta sa essere con lei m o lto severa. I sei v in c ito ri, preparato il loro bagaglio, partono dalle loro residenze per raggiungere il luogo della partenza. L’appuntam ento per iniziare il v ia g g io è sul cucuzzolo della m ontagna che sovrasta Rio de Janeiro, sotto la statua del C risto Redentore. Lì aspetta i v ia g g ia to ri un mezzo a nfibio , che li condurrà su ll’ isola inesplorata, con tutta l’attrezzatura tecn olo gica più avanzata per affrontare l’avventura e rim anere in com unicazione. Pedro Alvarez, con la sua panterina, arriva con l’astronave Gherardi Alex, che, guarda caso, era stata progettata e costruita dal m ilia rda rio . L’astronave era programmata per seguire autom aticam ente il mezzo a nfibio , so rvo lan do lo a poca distanza. Sotto la statua del C risto c’ è un bar, dove i v in c ito ri si incontrano. Si rico no sco no perché sono tu tti dotati di uno zaino fo rn ito dall’agenzia di v ia g g i interplanetari. Prendono il caffè e com inciano a conoscersi, a raccontarsi le loro provenienze. Dopo aver bevuto la caipirinha * com inciano a ballare un samba di fronte al mare. Anche la panterina festeggia, m angiando cro cca ntini per gatti. D ecidono di brindare alla partenza e ognuno pronuncia una frase. La Nonna: “ In bocca al lupo per questo viaggio, ragazzi!” , C hauli: “ Viva l’am ore!” , G ianm arco: “ Quella Jessica sta pensando che si divertirà con me!” , Jessica: “ Penso p ro p rio che m i d ive rtirò ” , Linda “ Speriamo che non si veda quanto sono agitata a intraprendere questo v ia g g io !” . Pedro consegna un q u a d rifo g lio proveniente dal suo pianeta in dono a Jessica e a Gianmarco, perché sem brano i partecipanti che lo co lp isco n o di più. Intanto pensa a ll’agata blu che ha nello zaino e dopo aver rifle ttu to a lungo decide di regalarla a Gianmarco, p e ra u g u ra rg li successo nel lavoro. Mentre brindano, ballano, chiacchierano, il sole sta tram ontando. Quando arriva il buio è l’ ora di s a lire a bordo. * La caipirinha è un tipico cocktail brasiliano, a base di cacha ca , lim e, zucchero bianco e ghiaccio. Il tem iine deriva dal dim inutivo della parola portoghese caipira che viene usato per designare gli abitanti delle zone rurali e remote del Brasile. In Brasile è servita nella m aggior parte dei ristoranti ed è considerata una bevanda caratteristica del paese (N.D.R.) I SUPREME ANGELS I ra cconti d i fantasia sono a ntichi com e l'u om o o alm eno sono a ntichi com e la sua capacità d i e sprim ersi a parole. M iti e fiabe s i perdono nella notte dei te m p i hanno attraversato i se co li grazie alla tradizione orale. P oi la scrittura ha portato il suo valore aggiunto, facendo nascere la letteratura, che via via s i è arricchita di sem pre n u o vi generi e potenzialità. In seguito il disegno, la fotografia, la cinematografia, hanno offerto a ltri c o n trib u ti stim oli, contam inazioni... D a l ra cco nto d e l cacciatore cavernicolo che arricchisce d i p articola ri il suo inco ntro con la tigre dai den ti a sciabola, s i arriva ai m o de rn i "fantasy " m ultim ediali. È com e una lunga staffetta, che s i corre s u l filo della fantasia. D arietto ha elaborato una com plessa m itologia a fum e tti che già da tem po viaggia s u l suo sito internet. In questo num ero de II Faro c i presenta i personaggi che ha creato. Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 19 La fantasia Il mio libro e il mio fumetto Sto creando un libro, dal quale poi sto cercando di disegnare un fum etto, dove si parla di nove b e llissim i angeli (hanno ciascuno un potere tratto dalla natura, tip o acqua, fuoco, aria, luce, ecc...) che, grazie a ll’aiuto di Dio e di personaggi m ito lo g ic i e b ib lic i, devono sconfiggere le forze del Male derivate da Belzebù (il capo) e dai suoi m o stri (demoni, incubi, generali del Male, ecc...). Per personaggi m ito lo g ic i, intendo: m inotauri, centauri, fate, draghi, nani, elfi, m aghi, ecc... Per personaggi b ib lic i desidero fare l’esempio di Mosé. Questa mia fantasia é nata dal fa tto che adoro i racconti biblici e la mitologia greca e romana. M i ha anche ispirato, soprattutto, il cartone animato intitolato "S a ilo rM o o n e il C ristallo del Cuore". C om unque, per inform azioni più precise sui personaggi e su altro, vedi il mio sito: http://dariosupremeangels.blogspot.com Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 DarioBaietti Pag. 20 La fantasia Dal Diario Di Bordo di Gigliola... La vacanza a Caprile. Bologna 27 Giugno 2010 ore 5 del mattino. Sono andata a letto alle 2 ... Desideravo lasciare la casa (Dani è via) tutta in ordine. Vado Via in VACANZA a Caprile (BL) da dom enica... a domenica 4/07 c.m. R itrovo al parcheggio del superm ercato Ca' D'Oro, uscita 6 della Tangenziale, alle 9 e 30. Punto la sveglia alle 6 e 30, tutto q uello che m i serve, anche per il pic-nic è pronto da mettere in va lig ia e nelle borse. Verrà Vincenzo a prendermi... s o lito equipaggio di Lutago, di nuovo noi: quando siamo tu tti in m acchina 4 appunti, nom i partecipanti, seggiovia, funivia, persone 11 valigie, per una settim ana!?!? Per m useo delle Arm i, Caprile, Belluno, Alleghe, il fortuna potrem o usufruire del pulm in o guidato da m ercatino, Passo Falzarego, Monte Civetta... le Michele... DOLOMITI...w o w .!!!!!!!!!!!!!!!!!! Veterani delle gite del Fare Insiem e e Nuovi A rriva ti Come amo le m ontagne, m i fanno sentire a Casa, in nella com pagnia del Fare Insiem e, c u rio s i di un caldo nido, accolta, protetta, e libera. scoprire e riscop rire persone e sapere come sarà E lo chalet del Belvedere? Casa di bambola, piena di Questa Volta (è la terza vacanza del Fare Insiem e). fio ri, casa da fiaba per bam bini (nonostante la Partenza alle 10 e15 con prim o appuntam ento grandine e l'im p ro vviso v io le n to temporale). a ll'u scita di Belluno, poi nuova fe rmata per il p icn ic: Dopo 2 g io rn i non ho più tem po per scrivere, solo panini, torte salate, dolce, polpettone, verdure e nom i e a pp un ti per ricordarm i... ma nel cuore ho a ltro ancora... e le Montagne che già fanno capolino registrato ogni p icco lo m om ento passato Insieme. davanti a noi. Sono tro p p o occupata a viverle, le cose, per poterne Moreno, sempre tra n q u illo e serafico: Faccio il scrivere. paziente tutto l'anno per poter fare la gita del Fare Insieme! Oltre la m acchina di Vincenzo, quella di Adriana, di Floriano, di Fabio, di Salvatore, di Anna e il pulm ino guidato da M ichele, pieno stipato di bagagli di un po' di tutti. Ho il m io D iario di Bordo... tra scrivo tutto, come per la prim a nostra gita. Sono in vacanza wwwww. D iario di Bordo... Fuori Bordo, ho scritto dell'arrivo, sull'albergo, le risate, g li avvenim enti che si susseguivano incalzanti, g io io si, vita li, spunti, Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 21 La fantasia D iario di Bordo... Fuori Bordo...! questo luogo “ M agico” B ologna lunedì 5/07/2010 ore 8 del m attino, gocce di I m iei com pagni di avventura, a caso: Ave, A ntonio, sudore colano sulla nuca già bagnata, calore che Vincenzo, M ichele, Moreno, le due Anne, Valeria, esce dai m uri, che sale dall'asfalto, avvilup pa n do m i Andrea, Salvatore, Franca, Marco e Floriano, Diego, il corpo, rendendom i corto il respiro, rum ori di Gino, Fabio, Roberto, Stefano (detto Fausto... da me), im pazienti m otori, bus stipati, quanti gradi di Marisa, A driana (Sandra... sempre per me) Magda, differenza? 15/20 in più da ieri, che eravamo ancora Carla, Carlo, Gianfranca, A ldo e Patrizia. Ed io (Maria a C aprile... (tuffo al cuore). Non detta G ig liola da Tutti)... Un pensiero affettuoso a im porta, la leggerezza ancora m i appartiene, canto chi per vari m otivi, im portanti, non ha potuto ancora, danzo ancora, i m iei occhi ed il m io essere partecipare a questo NS. V iaggio ma che col cuore “ Vedono” le Cime inn e va te , come vorre i poterm ici non ci hanno m ai lasciati e hanno senz'altro cercato tuffare dentro e rotolare, rotolare... con l'im m aginazione di Vedere cosa stessim o T u tti i m iei com pagni di questo b ellissim o Viaggio com binando noi Vecchi (non per età) e Nuovi insiem e... s orrid o e canticchio (ma quanto cantare partecipanti alle gite ann ua li del Fare Insieme. abbiam o fatto, col cuore... anche se stonati! Vi Sempre lunedì. A B o lo g n a ....... notte: guardo le foto RICORDATE che passione ci mettevamo tutti, dentro dal video del com puter, devo scrivere a quei m icro fo n i? l'a rtic o lo ma le s u d d ivid o : partenza, viaggio, p ic Rivedo la luna che saliva oltre la cima del Monte nic, cascate, m onti, alberi, fio ri (quanti fiori...). Li Civetta, che svettante, m aestoso dom ina il paese ed regalo col pensiero a tu tti i m iei compagni... m i il nostro albergo, solo nostro, im m erso nel bosco... m ancano, non riesco a scrivere: il Tanto Sentire m i riduce al silenzio. Quante parole per descrivere il dolore, la paura, la rabbia e la frustrazione nel vivere. “ MOSEY” l'ho letta in un lib ro e mi è piaciuta questa parola inglese che indica il “ vivere con lentezza” . Ma la felicità? ! Basta questa unica parola, che è uguale per tutti, ma che si può riem pire di altre sfum ature diverse per I rin to c c h i del G entil cam panile di Caprile che, a pochi secondi di distanza, pera iuta re le persone che hanno sm arrito il num ero dei rin tocchi, ripete lo scam panio delle sue campane Ed il suo fium e, il rum ore incessante delle sue acque che continuano a flu ire indisturbate come sempre e rotolano fra i m assi e le rive ghiaiose, indifferenti, come sempre:Prima, Con e Dopo di Noi. Non sono la sola a sentirm i spaesata...Ricevo due e- E i b oschi dai verdi irid escen ti così l'un l'altro m ail: in una il biso gn o di silenzio, per sentire tutte le d iversi ma V igorosi Insieme: come Noi T u tti in em ozioni di cui si sente piena, e l'altro che chiede Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 22 La fantasia a iuto per recuperare il Suo S pirito rim asto a con tu tti i b a g lio ri dei b oschi che ci circondano, la C aprile... No non sono sola, chissà quanti altri... Ci Dolcezza di A ntonio, suo m arito, sempre sorridente staremo pensando? Penso p ro p rio di sì. Sorrido e pronto ad a g g iun ge rsi al gruppo, il parlare fo rb ito sentendom i in compagnia. e rispettoso di a ltri tem pi (ma che gioia sentire tutto E m i ritornano in mente le gite preparate alla sera e questo) di Carlo, l'Eleganza Naturale nel Fare ed scelte al m attino, Democrazia e Libertà nel F a re - Essere di Adriana, la filo s o fia estemporanea ed che m eraviglia! azzeccata di Moreno, la gioia e g olosità di Vita di Valeria, il ” non Vero Silenzio” di Diego che ha in sé la potenza della voce del fium e Po, il sorriso Dolce quasi in punta di piedi di Carla (p e r me L izT a ylor) e la compostezza sorridente e burrosa di Magda, la Saggezza tutta da scoprire di Marco fattosi uomo, la Forza trascinante di Franca e l'apporto con tinu o di Floriano suo m arito, il Silenzio da Tantra di Roberto detto il Santone dopo che un cerchietto lum ino so (lanciato da Marco) durante un divertentissim o, fan ciullesco gioco notturno g li ha coronato la folta e fluente chiom a; poi A ldo, così riservato a ll'in izio , che ci guardava ed ascoltava E la con division e delle nostre ottim e ed abbondanti silenzioso e c h e a ll'im prov v iso ci ha donato di poter lib a g io n i, dei g iochi, del Karaoke, il Burraco, il ballo, vedere la sua ricchezza chiusa “ Dentro“ , e che ha ma soprattutto il ritrovarsi a p ic c o li gruppi, ogni sentito con noi la p o s s ib ilità di poter u s c ir fu o ri e volta d iversi a raccontarsi, conoscersi, avvicinarsi, farsi conoscere ed espandersi nel m ondo, la accogliersi. riservatezza garbata, attiva, silenziosa ma Presente Sento la brezza che m i scom piglia i capelli e Sempre di Gianfranca, che ci ha raggiunto il giovedì, rinfresca il viso, annuso e respirando faccio Mio lo g li o cch io n i di Mauro che cercavano a ltri occhi splendore, il vigo re che la natura ci regala con tanta chiedendo A ccoglienza e donandola, e Stefano (per facile m agnanim ità, ma rispettando, chiedendo me Fausto, prim o amore dei m iei 10 anni) così dolce, rispetto e conoscenza della Sua Potenza e Forza. m ite e consapevole e proiettato in “ A vanti Tutta” , Andrea, fra te llo di Marta che conosco m eglio di lui, che ha lasciato in me la curiosità di a pp ro fo nd ire la conoscenza, rico rd o la Sua Irruenza im provvisa e poi... era oltre, con altre persone, com unque presenza fisica possente. Dopo Ave, a ltri Occhi... g li occhi azzurro cielo da cerbiatto di Fabio, amante della m usica e d isp o n ib ile , come Gino, il nostro sempre sorridente, silenzioso ed accattivante DJ, ad andare con g li altri, tutti, ovunque per scoprire lu o g h i n uovi o sem plicem ente per un g iro in m acchina. Le due Anne, così amiche, così diverse n ell'esprim ersi, ma com plem entari, una pronta alle Mentre scrivo li vedo T u tti: g li O cchi di Ave, verdi battute, a llo scoppio di risa e l'altra, presenza Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 23 La fantasia costante e non invadente nel nostro Fare Insieme, Ultima Maria, detta da tu tti G igliola, che così attiva, ma mai rum orosam ente (esclusa una dire..........rip orto le parole di Serena, la fig lia di 10 volta, che ha cantato “ Volare” e vedrete le foto) e con anni di Daniele, m io com pagno nella vita ed la v o g lia di lasciarsi andare dolcem ente... tutta da im portantissim o supporto per il m io poter Fare scoprire, e com unque da noi tu tti apprezzata. Insieme con e per Voi. Con affetto e tenerezza mi Marisa, la più Grande fra di noi, nonostante l'età chiama e a Voi tu tti lo rim ando: “ La nostra Pazza Gi” . così vo g lio sa di provare tutto, che energia e quanta Finalm ente! fin ito di scrivere, l'em ozione trattenuta v o g lia di coccolare tu tti noi (ci ha prom esso i in questi g io rn i di frenetico lavoro (per fortuna, visti B om boloni) e Salvatore, andato a Bo per lavoro e i tem pi) dolcemente fluisce dagli occhi al m io Cuore ritornato in vacanza l'u ltim o giorno, perché lo stare dove siete e sarete sempre, c'è tanto posto per insiem e a Noi lo faceva sentire più sereno. La a cco gliervi TUTTI. sim patia frizzante e la fa cilità dello stare aggregata Con affetto e ringraziando per quello che ho avuto e al gruppo, anche se arrivata al penultim o giorno, di m i avete permesso di donare. Patrizia, m oglie del Boss o dicasi Grande Capo, Vi aspetto come prom essoci a Settembre ad una M ichele, Persona sempre d isp o n ib ile , attento a non strepitosa, emozionante, giocosa e m agica serata invadere lo spazio a ltrui, a prip ista di ogni iniziativa per continuare il Nostro FARE INSIEME. nella libertà assoluta di scegliere, che è riu scito Ciao Gi. veramente a s p o g lia rsi dal suo ru olo istituzionale, a lasciarsi coinvolgere in g io c h i di bim bo (ricordate i cerchietti al polso lu m in o si e il cerchio grande, poi caduto in testa a Roberto, con cui abbiam o, al buio, giocato a fris b y ?) ma sempre presente e pronto ai b iso gn i,im po rtan ti, degli altri. Il centro sociale "Tonelli" di San Lazzaro, come l'anno scorso ci Poi Vincenzo, per u ltim o ma non Ultimo, com pagno di b a lli sfrenati, di ore notturne a Parlare fra noi e alle quali pian piano a ltri nottam buli si univano, e sempre pronto ad aiutare chi aveva biso gn o col suo Calore Umano A vvolgente e la sua Seriosità buriosa, che lo porta a Mai prendersi sul serio, ma com pagno di tutte e tutti. ospiterà a Settembre per la festa "RICORDO DI UN'ESTATE", in cui rivivremo le emozioni di questa vacanza attraverso le foto, le immagini, i video, le canzoni e le musiche. Come ospiti avremo i Cantori del Lid o , i dj Gino e Fabio, Lucia e Andrea che canteranno alcune canzoni popolari assieme a Michele. Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Pag. 24 La fantasia GLI STUZZICHINI Chi conosce Luigi sa che la sua specialità sono le freddure. A volte però, più che di freddure si tratta di aforismi, cioè di frasi che fa n n o pensare, incuriosiscono, stuzzicano... Luigi si fa chiamare Zen perché ama la brevità (ma anche in onore della Val di Zena), e non intende sviluppare ulteriorm ente i suoi enunciati.... Invitiamo quindi i lettori de li Faro a raccogliere le sue sollecitazioni e a replicare, in m odo serio o faceto, non importa. Questa volta il tem a l’ha svolto Lucia. Il prossimo stuzzichino è in fo n d o alla pagina. STUZZICHINO N" 1 Sulla lettura del pensiero "Sai che può esserci chi ti legge nel pensiero?" "Ah ah ah, non può essere possibile, non è v e ro .. ." Allora si può dedurre: ci sono quelli che sanno leggere nel pensiero e altri che per farsi leggere nel pensiero... scrivono un libro. Elucubrazioni sul tema L’ invenzione della scrittura effettivamente ha dato a ll’uom o una facoltà speciale, quella di rendere ta n g ib ile il pensiero, o alm eno quella parte del pensiero che l’autore decide di mettere “ nero su bianco” . Dal m om ento in cui lo scritto viene “ congedato” , cioè viene messo a d isposizione dei lettori, il pensiero oltre che tan gib ile diventa anche im m utabile (verba vo la n t scripta m a n e n t, cioè, le parole volano, g li s critti rim angono). Per questo generalmente chi scrive non si lim ita a registrare i suoi pensieri così come g li vengono in mente, ma deve pensare bene (cioè pesare, soppesare)... a q uello che pensa (!) e a come esprim erlo, se non vuole essere frainteso e soprattutto se vuole ottenere degli scopi. Se infine vuole che il suo scritto, oltre che ta n g ib ile e im m utabile, d iventi eccelso, cioè un’opera d’arte, deve pensare anche alla forma, scegliere le parole come fossero perle, elim inare ogni scoria. Questo richiede tempo, concentrazione, passione. Il pensiero dell’autore passa attraverso un v a g lio fin is s im o e ne esce puro e folgorante. E così possiam o farlo nostro. Ma... siam o p ro p rio sicuri, a questo punto, che l’autore sia riu scito a farsi leggere nel pensiero? Certo, abbiam o davanti a noi “ un” suo pensiero, ma non quel m agico flusso, inarrestabile e ingovernabile, che passa nella testa di ciascuno di noi e che è im p ossibile com unicare nella sua totalità. C’ è stato uno che ci ha provato (si chiamava James Joyce) e ha ottenuto un libro, senza dub bio m o lto originale, ma a esser sinceri... praticam ente ille g g ib ile ! Lucia STUZZICHINO N°2 Un’applicazione d e l com andam ento “ n on ru b a re ”: c h i parla o scrive, ruberebbe l'attenzione... perché n on sia un furto, dunque, la parola o lo scritto deve avere valore pari o superiore all'attenzione rubata! !!! COMUNICAZIONE IMPORTANTE !!! Chi ha v o g lia di collaborare ai prossim i numeri, d’ ora in avanti può mandare i suoi c o n trib u ti in redazione anche scrivendo a ll’ indirizzo di posta elettronica: scrivialfaro@ libe ro .it Anno IV - N° 2 / GIUGNO-LUGLIO 2010 Un avventuroso viaggio della mente Dopo aver girovagato per la città senza una meta, entrai in casa sfinito, dirigendomi verso quello che da sempre è stato il mio porto sicuro, il mio solo rifugio: la mia cameretta. Non appena appoggiai la testa sul cuscino, la paura, l'ansia e l'agitazione, che fino a quel momento avevano avuto il sopravvento su di me, via via si dileguarono. Inspiegabilmente mi ritrovai sospeso nel cielo, in balia dei vortici e fortissime raffiche di vento; avevo una difficile missione da compiere: avrei dovuto localizzare, raggiungere e cercare di neutralizzare un'immensa palla di fuoco, pericolosissima per me e per le persone a me care. Un'aquila gigantesca fu l'unico essere a rispondere alle mie richieste di aiuto per raggiungere l'obiettivo. Durante l'avventuroso viaggio sorvolammo paesaggi, a tratti tetri, infidi e paurosi, a tratti ameni, sereni e distensivi, popolati da strane creature e piante gigantesche dai colori accesi e brillanti. Il nostro peregrinare si concluse su di un'enorme montagna, punto strategico per l'avvistamento del nemico. Salutai con gratitudine il rapace, che fece altrettanto, sbattendo vigorosamente le ali. L'imminenza dello scontro mi procurò terrore e sgomento, l'intensità di questi vissuti mi paralizzò, nel momento in cui vidi la massa di fuoco procedere verso di me ad una velocità supersonica... Quello che ho scritto non è soltanto un racconto fantastico: è il contenuto del delirio di un giovane utente al suo esordio psicotico. In questo, come purtroppo in tantissimi altri casi, le persone con disagio psichico si servono del delirio come meccanismo di difesa per riuscire a sopravvivere e a sopportare eventi della vita particolarmente dolorosi e devastanti. Il delirio impedisce la disgregazione psicotica, permette di vivere, di dare un ordine alle cose, di sopportare una situazione insostenibile. Comunque bisogna essere sempre molto cauti nel considerare "delirio" le interpretazioni magiche della realtà (soprattutto se in termini di malefici, come malocchio e fatture) espresse da persone appartenenti a culture diverse, in particolare quando si tratta di culture agricole. Concetta FANTASIA E DELIRIO F orse è doveroso, parlando di fantasia, nom inare com une: quasi sem pre non rispettano le regole il delirio. della logica e della razionalità. Si muovono con La prim a è apprezzata da tutti, il secondo no. grande libertà nel tem po e nello spazio, nel Anzi si cerca in genere di "eliminarlo", spesso mondo dei sentimenti, senza troppo preoccuparsi entrando in conflitto con la persona che lo della verosim iglianza. (Ma non è sem pre cosi ci propone. sono anche splendide costruzioni fantastiche e Non sem pre c'è accordo su com e distinguere strutturatissimi deliri che possono essere presi queste due, entram be raffinatissime, espressioni com e racconti di fatti realm ente avvenuti). della nostra mente. Certam ente hanno una cosa in Perché cercare di distinguere fra queste due creazioni della nostra mente? Perché è Del delirio possiam o dire che ci soccorre in importante im parare a riconoscerle? Ciascuna di momenti particolari della nostra vita. Lo possiam o esse risponde ad una esigenza diversa, considerare una zattera di salvataggio. sentendosi utile in momenti differenti e per scopi Quando incorriam o in piccoli o grandi naufragi, differenti nella vita di una persona. questa zattera ci offre tem poranea salvezza. In realtà è difficile dire cose sicure e condivise su Naufragi della sicurezza, naufragi dell'autostima, questo argomento. Tante ipotesi e tante teorie naufragi della fiducia negli altri... esperienze che sono state avanzate nel tentativo di misurarsi con com unque ci espongono ad un vissuto di l'enigm a che, in fondo, ancora oggi costituiscono fram m entazione, al rischio di non farcela più, di morire psichicamente, o globalmente: se in delirio, fantasia e num erosi altri aspetti della nostra mente. queste situazioni di perdita di speranza e di Propongo qui alcuni pensieri che a me sono sem brati utili. significato non troviam o un'autentica possibilità di speranza e di significato, allora ci può soccorrere Possiamo considerare la fantasia com e un m odo il delirio. di dilatare l'esperienza della realtà, sia quella La ricostruzione attraverso il delirio di un qualche esterna a noi sia quella dei nostri sentimenti. La senso ci salva dalla paura di soccom bere. Non fantasia arricchisce l'esperienza della realtà, la importa se abbiam o costruito una realtà rappresenta in tanti modi, la trasforma, la rende im m aginaria positiva (come la sensazione di personale. "Ci" rende "personali". Dà a ciascuno essere capaci, grandiosi e speciali) o negativa quel tratto speciale che, soprattutto, ci distingue gli (come la sensazione di essere minacciati, criticati, uni dagli altri. esclusi...). L'importante è che venga ricostruito La realtà non viene messa in discussione. Sono il qualcosa dopo il m omentaneo crollo dei nostri suo colore, il suo valore, sono le connessioni fra i punti di riferimento. suoi aspetti che vengono in maniera particolare La libertà di queste costruzioni è molto sim ile a da ciascuno generati. quella delle creazioni fantastiche. Quello che la Il regno della fantasia va ben oltre alcune sue differenzia è la loro funzione. tipiche espressioni com e sogni, poesia, musica, Non ci dobbiam o meravigliare se restiamo arti figurative, giochi, barzellette.... spesso av vinghiati alla zattera del nostro delirio, Si può dire che la fantasia sostiene e plasm a ogni se non vogliam o che venga messo in discussione nostro pensiero e ogni nostro gesto. Qualcuno se non lo vogliam o abbandonare. Per poterlo parla di "fantasia inconscia" riferendosi proprio all'incessante lavoro di creazione (di valore, di lasciare occorre che si possa ricostituire la fiducia bellezza, di significato) che la nostra mente opera. rigenerare la speranza di costruire significati (e Tutti, ogni giorno, siam o poeti. fantasia) condivisi con altri. E' quel lavoro creativo che, se viene Se è vero che siam o tutti poeti, è altrettanto vero mom entaneam ente a mancare, ci lascia sperduti che tutti abbiam o la nostra zattera di salvataggio. e oppressi da una realtà grigia, priva di significato Tutti abbiam o una qualche area della nostra vita nel rapporto con altre persone, che si possa e colore, dove noia, "burocrazia" e non senso mentale che non siam o disposti né a mettere in pervadono il nostro mondo. discussione né ad abbandonare. Si può trarne il pensiero che senza l'apporto della Oppure abbiam o la nostra zatterina sulla quale fantasia non esiste "normalità". saliam o anche solo per un giorno, o per una mezz'ora, quando il rischio di un naufragio falso che è estranea al mondo della fantasia. emotivo ci porta ad abbarbicarci a non discutibili Certo questa possibilità di gioco dipende non solo sospettosità, gelosie e sentimenti di superiorità. da me, se quanto io propongo è più sul versante A qualcuno succede che per circostanze di vita della fantasia o del delirio. Dipende anche, e particolari molta parte della sua vita mentale si è questo è molto importante, dalla disponibilità a rifugiata sulla zattera; questo incide molto sulla "giocare" di chi mi circonda. E fortunato chi trova possibilità di intrecciare la propria vita con quella vicino a sé persone interessate a giocare con lui, degli altri. Sono le situazioni che incontrano spesso le a trasform are in gioco anche la sua più esitante disponibilità a lasciarsi coinvolgere. diagnosi psichiatriche di delirio. Ma non sem pre Dopo questi pensieri, tirerei due conclusioni. vengono intercettate dalla psichiatria. Possono La prim a è il rispetto che merita ognuno di noi presentarsi com e atteggiamenti che appaiono quando "delira": è il rispetto che si deve al particolarmente rigidi o essere espressione di naufrago. Lo si deve anche, anzi soprattutto tendenze culturali, credenze, o ideologie. Ora com e distinguere le espressioni di fantasia e quando, egli respinge con durezza e arroganza quelle di delirio? ogni tentativo di av vicina m ento, tanto si è aggrappato a quella che considera la sua unica Tra i tanti possibili propongo un criterio che mi ancora di salvezza. sem bra utile: quello della possibilità di giocarci. La seconda è che forse, per togliere terreno alla Con la fantasia è bello e facile giocare, con il durezza del delirio e per liberarne la potenzialità delirio è molto più difficile. Se racconto un creativa, la cosa più benefica è il gioco condiviso pensiero o un sogno, se leggo una poesia o con la fantasia. mostro un quadro che ho dipinto, facilmente Raccontarci emozioni, pensieri e storie di vita, questo suscita in chi mi è vicino una risonanza di condividere sogni e progetti, non far mancare la emozioni, pensieri, e fantasie che si possono propria risonanza nei momenti difficili... sono intrecciare con le mie, dando luogo a soprattutto questi i "percorsi fantastici" che più trasform azioni e sviluppi. Un senso di libertà e di riconciliano con la realtà, con la realtà che siam o ricchezza accom pagnano in genere questi "giochi" noi con quella che sta intorno a noi. di fantasia condivisi. Se invece quello che com unico è riconducibile all'area del delirio, difficilmente la mia costruzione im m aginifica darà luogo a questo gioco. Anzitutto perché io lo considero "reale" e quindi non discutibile. E poi perché risonanze diverse dalle mie, o trasform azioni del mio pensiero proposto da altri mi troveranno poco disponibile a seguirli, tanto ho bisogno di restare legato a quello che io sento e penso. E spesso purtroppo ci si ferm a lì, non ne nasce alcun gioco di fantasia o di pensiero, ma solo, ben che vada, una discussione per decidere se quanto sostengo è vero o falso. Preoccupazione quella del vero o del Michele Filippi Il delirio La parola "delirio" deriva, secondo un'etim ologia proposta già anticamente da Terenzio Varrone e oggi generalm ente accettata, dal verbo latino delirare , com posto dalla particella de, indicante allontanamento e lira = solco. In origine delirare stava infatti a significare l'atto dei buoi di deviare dal solco durante l'aratura, poi, metaforicamente, uscir dal seminato, cioè dalla via della ragione, vaneggiare, farneticare. Il delirio viene definito com e disturbo del pensiero caratterizzato dalla presenza di convinzioni intime del soggetto non corrispondenti alla realtà, ma che esprim ono la modificazione della sua esperienza, cioè dei suoi rapporti con il mondo. Il delirio può essere confuso se la coscienza è obnubilata, oppure lucido, se la coscienza è vigile. Può essere anche sem plice oppure sistematizzato, nel caso che più idee deliranti si organizzino seguendo un'apparente logica interna. È detto interpretativo se le esperienze percepite sono erroneam ente interpretate e intuitivo se, com e per una sorta di im provvisa illum inazione interiore, il soggetto raggiunge l'assoluta intima certezza che un determinato fatto sia reale. Se il delirio è accom pagnato da allucinazioni è detto psicosensoriale. I deliri hanno contenuto assai vario. Si parla quindi a seconda dei casi di delirio di persecuzione, depressivo, di grandezza, ipocondriaco, di gelosia e mistico. II delirio di persecuzione è il più frequente. Chi ne è affetto si crede erroneam ente perseguitato con ogni mezzo materiale (veleni, assalti) o morale (diffamazione, calunnia ecc.) da persone o gruppi. Il delirio di rivendicazione è una varietà del delirio di persecuzione: il soggetto si crede vittima di soprusi e cerca di ottenere giustizia. Nel delirio di influenzamento, invece, il soggetto ritiene che il suo agire, la sua volontà, il suo stesso pensiero siano forzati da influenze esterne di varia natura. I deliri depressivi com prendono il delirio di colpa, in cui il soggetto si accusa di avere com m esso reati gravissim i contro la religione, contro la morale ecc. e si augura di essere punito, o cerca la punizione per le sue presunte colpe. Nel delirio di negazione o delirio nichilista (che ne è una varietà) la realtà addirittura è dissolta: non esiste più nulla, non esistono i sentimenti, il corpo, non esistono le persone e il mondo esterno. II delirio di grandezza com prende il delirio am bizioso (convinzione di essere il più forte, il più intelligente, il più bello ecc.), il delirio erotico (assoluta certezza di essere amato da una persona in genere altolocata), il delirio di potenza (convinzione di essere un personaggio importante, ministro, sovrano ecc.) o addirittura, nel delirio di enormità, di essere al di sopra di tutti, di essere immortale. Nel delirio genealogico il soggetto è convinto di non essere figlio dei suoi genitori o che la sua famiglia discenda da un'illustre casata nobiliare, nel delirio di riforma si considera inviato da Dio per modificare la società o la religione. Nel delirio inventivo è autore di importanti invenzioni che molto spesso sono del tutto peregrine. Nel delirio di trasform azione è convinto che l'ambiente esterno, le cose e le persone sono modificate, o addirittura il mondo, l'universo stanno cam biando, verrà Dio in terra, la verità sarà interamente svelata. Nel delirio ipocondriaco il soggetto ha la convinzione di essere seriam ente am m alato (di avere un tumore, una malattia di cuore ecc.) o di avere il cervello di sasso, i verm i nell'intestino ecc. Nel delirio di gelosia il soggetto ha la convinzione di essere tradito e tutto il suo com portam ento è assorbito da tentativi di provare le colpe della persona amata. Nel delirio mistico il soggetto ha la certezza di vivere direttamente l'esperienza di una com unione divina. (ricerca svolta su siti internet)