LE PREZIOSE RIDICOLE NON SONO MORTE

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LE PREZIOSE RIDICOLE NON SONO MORTE
LE PREZIOSE RIDICOLE NON SONO MORTE
Praticamente un musical
di Nat Russo
Avvertenza
Il testo "Le preziose ridicole non sono morte" (praticamente un musical), è una libera riscrittura
attualizzata de "Les précieuses ridicules" di Molière.
Il diritti di rappresentazione della pièce non sono liberi ed in caso di rappresentazione vanno
preventivamente concordati con l'autore.
Personaggi
Capocomico
Prima Comica
Seconda Comica
Tesoriere
Re
Cardinale
Politico
Dottore
Primo Portatelo
Secondo Portatelo
Nano-Gigante
Preziosa
Primo Prezioso
Secondo Prezioso
Primo Borghese
Secondo Borghese
Madrenobile
Colf
Primo Musico
Secondo Musico
La Grange
Du Croisy
Gorgibus
Marotte
Magdelon
Cathos
Mascarillo
Jodelet
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PROLOGO
CAPOCOMICO- (entrando) Curiosa sorte quella di noialtri comici
(entrano le comiche dai lati)
Unico nostro scopo parrebbe quello del divertimento, non disgiunto dal porgerlo con
buona grazia
(le comiche sorridono e si inchinano con grande grazia)
e un pizzico di stravaganza.
(le comiche fanno versi curiosi e inchini molto elaborati)
Null'altro noi si vorrebbe fare che portare letizia a voi e trar fuori, per noi, dal vostro
plauso, un po' di consolazione che ci dia agio di meglio nascondere, dietro le pieghe del
sipario, le amarezze quotidiane che ci affliggono. Ma di questa nostra specificissima
peculiarità, che è il potere di essere, su queste tavole, padroni assoluti del bene e del
male,
(le comiche intrecciano una danza ora grottesca, ora rapita)
del sogno e della disillusione, infischiandosene delle comuni regole e talvolta sferzando e
irridendo i vizi nostri e d'altri, una certa parte di mondo invidioso pare volerci far pagare
la vile moneta di un ben amaro tributo.
(Una comica tira fuori un flacone con su scritto "AMARO TRIBUTO" e ne versa un
bicchiere all'altra che beve mostrando un cartello con su scritto "AMARO CALICE".)
Non parliamo della penuria di contante,
(le comiche aprono un borsellino a fisarmonica trovandolo inevitabilmente vuoto)
delle pezze al c...- sul posteriore(le comiche si voltano e mostrano il sedere al pubblico, pieno di toppe variopinte)
L'ago ingegnoso della sarta ne ha fatto motivo cromatico sulle nostre brache... Avvezzi
siamo pure alle malaffidabili promesse di certi nostri saggi amministratori culturali
(entra il tesoriere; le comiche gli corrono festose incontro e lui distribuisce carta moneta
che, una volta voltata, porta la scritta "PAGHERO'")
di cui imploriamo crediti che tardano a giungere da tempo quasi immemorabile. Messo il
"panem" in saccoccia
(il Tesoriere apre un forziere con su scritto "DENARO PUBBLICO" e ne trae fuori un
cestino pieno di pagnotte che getta alle comiche, che al volo le afferrano e cominciano a
mangiarle)
i "circenses" si sa possono attendere qualche lustro...
(con un grande sospiro il Tesoriere intasca un sacchetto con su scritto "DENARO" ed
esce.)
Diciamo d'altre amarezze, per esempio di quelli che, a bella posta, continuano a credere
che per avere diritto ad essere comici ci si debba inequivocabilmente schierare con
cotesto o con quello
(Entrano il Re, il Vescovo e il Politico portando dei grossi mazzi di carte che mischiano
con abilità. Su di essi sono apposti simboli di partiti politici opportunamente caricaturati)
e accostano con faciloneria grottesca alla nostra insegna teatrale tali stravaganti etichette
che un gran Dottore in Scienze Araldiche menerebbe grandissima fatica a decifrarne il
casato:
(entra il Dottore che tenta di decifrare con una lente le carte dei tre)
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fiori diversi, falci, erba rampicanti, croci, soli, bandiere, martelli, alabarde, financo falò e
bastoni di vecchiezza. Segni talmente astrusi e indecifrabili che in essi non si riesce
neppure a rilevare i quarti di nobiltà, in quanto che, in vece delle palle ducali, viscontee o
marchesatiche, portano sovraimpresse delle oscillanti cifre percentuali dal significato
arcano e minaccioso.
(i tre rivoltano le carte dove si trovano scritte le percentuali elettorali dei partiti;
alzandole al cielo come idoli terribili vanno minacciosi contro i poveri comici.)
Tant'è che questa malagenia di individui, dimenticandosi d'essere in repubblica e
democrazia, ama fregiarci di appellativi monarchici e, credendoci compagnia di corte,
dice di noi che siamo ora la compagnia di Sua Maestà, ora la compagnia di Sua
Eminenza il Cardinale, ora la compagnia del nobile signorotto locale. Bazzecole che
iscacceremmo con una sonora risata
(le comiche urlano "Una risata vi seppellirà")
se non fosse che tali dicerie di presunti potenti protettori in tumultuosa lista d'attesa, cui
vendere per una ciotola di lenticchie il nostro onore,
(il Dottore offre alle comiche una ciotola di lenticchie in cambio di palpamenti del seno
e del sedere)
non provocasse ipocondria asfittica nei nostri temperamenti comici e aerofagia
spaventevole nelle nostre prime amorose. Cessino dunque queste voci se non volete le
nostre recite costellate di svenimenti e di peti.
(Le comiche sospirano e svengono addosso al Dottore che nello sforzo di sostenerle
emette un gran peto. Per la vergogna quindi si schernisce lasciandole cadere ed esce.)
Abbiate la compiacenza di credere che un solo grido è sempre uscito all'unisono dal core
di tutti noi, amatissimi e rispettabilissimi signori del pubblico, il desiderio di essere solo
ed esclusivamente vostri.
(Le comiche urlano gioiose al pubblico "Siamo solo vostri" al che i tre politicanti,
indignati, rispondono "Qualunquisti" ed escono con prosopopea)
Ma per questa lecita aspirazione alla letizia, ahimè, anche taluni tra voi non menano
grande disponibilità.
E maggiormente ciò ci dispiace poiché tra essi notiamo alcune facce di nostri colleghi
comici
(le comiche indicano direzioni diverse tra il pubblico)
che, anziché far lega con noi per rafforzare il comune prestigio locale dell'arte
drammatica e lottare al nostro fianco contro il pregiudizio provinciale di preferire alle
compagnie locali sempre e solo quelle di fuori, roteano le loro lingue in tale fragore di
corbellerie velenose che mille vipere al loro cospetto parrebbero profumate boccucce di
tenerissime amanti.
(le comiche fanno per baciarsi, ma all'ultimo istante si morsicano)
Esse procurano tale danno, nella loro stolta polemica, da farci credere, a chi per i suoi
alti meriti dalla volontà pubblica è stato elevato alla sovrintendenza di questo illustre
teatro, stolte comari litigiose da bandire senza posa.
(entrano due portatelo che coprono altri due comici intenti a fare la pantomima del
nano-gigante)
Ma tagliamo corto e giungiamo quindi a quanto più ci preme
(i portatelo se ne vanno svelando il trucco, poi i comici e le comiche)
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anche per via del fatto che l'olio per le lucerne di scena costa diciotto soldi l'oncia.
Questa sera vedrete rappresentata una farsa dell'illustre signor Jean-Baptiste Poquelin, in
arte Molière, in cui si parla di preziosismi ridicoli che, pur avendo la rispettabilissima età
di 324 anni, è talmente fresca ed attuale da averci a lungo tentato di ambientarla proprio
nell'epoca nostra. Avremmo così avuto la fantasia di far diventare i personaggi donne e
uomini d'oggi e di farli leggere e cantare anziché le baggianate e le seriosità di allora,
quelle attuali.
(I personaggi citati entrano in scena ostentando la lettura dei giornali)
Una preziosa ridicola
(entra leggendo RIZA-PSICOSOMATICA, ha una cuffia auricolare)
e due preziosi ridicoli
(leggono FRIGIDAIRE e IL CAVALLO DI TROIA, hanno cuffie auricolari)
con i loro idoli bene in evidenza
(si voltano e mostrano attaccati alla schiena poster di: BATTIATO, CAMERINI,
GRAZIANI, CATTANEO, ROSSI)
due distinti quadri dirigenti
(entrano leggendo IL SOLE 24 ORE e la REPUBBLICA)
una madre dalla solida struttura mentale
(entra leggendo IL GIORNALE)
una colf
(entra leggendo GRAND HOTEL)
due musici
(entrano leggendo ROCK STAR e ROCKERILLA)
ma cosa avrebbero scritto tutte quelle belle penne d'oca che recensiscono sui giornali i
nostri spettacoli ?
(tutti i personaggi imitano il ticchettio delle macchine da scrivere)
Tali censori che, con un frego poco ponderato, capriccioso, dispettoso, cancellano ed
umiliano la fatica del nostro lavoro di mesi e la liquidano con il malanimo di quattro
battute di sufficienza, avrebbero avuto il facile agio di appenderci alla lingua il reato di
oltraggio all'autore classico.
(Tutti i personaggi maschili gridano come strilloni di giornali: "Oltraggio all'autore
classico" ed escono)
Sarà quindi il vostro ingegno, illustrissimo signor pubblico, a rendere espliciti gli impliciti
paralleli storici e a saper vedere nel vostro vicino di sedia il carattere di tale e tal'altro
personaggio scenico,
(tutti ridono l'uno dell'altro)
prendendovi l'alibi di ridere non di lui, che avendosene a male potrebbe restituirvi un
sonoro cinquedita sul muso
(tutti si schiaffeggiano e cadono per terra)
bensì di un suo improbabile antenato, morto e sepolto più di tre secoli fa, e quindi non
più in grado di nuocere. A maggiore e imperitura gloria del nostro e specialmente vostro
illustrissimo Signore Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière!
(I quattro uomini rientrano recando con loro un gigantesco mantello; ne pongono i
lembi sulle spalle del Capocomico e reggendogli lo strascico si avviano in processione
all'uscita).
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SCENA 1
Salone borghese.
DU CROISY - (entrando) Signor La Grange!
LA GRANGE- (entrando) Sì?
DU CROISY - Guardami un po'.
LA GRANGE- Sì?
DU CROISY - Voglio sapere cosa ne pensi della nostra visita. Sei contento davvero?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - Io sono profondamente scandalizzato. Due stupide provinciali lasciarla
cascare dall'alto a questo modo, e due uomini trattati così da pezze da piedi. S'è mai
visto?
LA GRANGE- No!
DU CROISY - Già molto se ci hanno portato delle sedie.
LA GRANGE- Si, si.
DU CROISY - Ti è mai capitato di vedere gente parlarsi all'orecchio a quel modo?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - E sbadigliare
LA GRANGE- No, no.
DU CROISY - E stropicciarsi gli occhi?
LA GRANGE- No, no, no.
DU CROISY - E domandarsi a ogni piè sospinto "Che ore sono?"?
LA GRANGE- No,no, no e no.
DU CROISY - E si è sentita altra risposta che sì e no a qualsiasi cosa ci sia venuto fatto
di dire?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - E allora riconoscilo.
LA GRANGE- Sì.
DU CROISY - Fossimo stati l'ultima feccia della società, c'era da farci di peggio di quel
che ci hanno fatto?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - Di quest'impertinenza dobbiamo vendicarci.
LA GRANGE- Sì.
DU CROISY - Sai perché ci disprezzano?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - Il preziosismo non ha infettato solo le metropoli come... [...nome della
città dove avviene la replica]
LA GRANGE- No.
DU CROISY - ... ma dilaga anche nei paesi: a... [...nome di paesini adiacenti]
LA GRANGE- Sì.
DU CROISY - E quelle due ridicole se ne sono bevuta la loro dose abbondante.
LA GRANGE- Sì, sì.
DU CROISY - Ne è venuta fuori una mistura di preziosismo e di civetteria.
LA GRANGE- Sì, sì, sì.
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DU CROISY - Allora hai capito cosa ci vuole per avere udienza presso di loro?
LA GRANGE- No.
DU CROISY - Uh! Mi asseconderai?
LA GRANGE- Sì.
DU CROISY- Bene. Gli metteremo su, noi due, una di quelle commedie che gli possa
aprire gli occhi sulla loro stupidaggine!
LA GRANGE- Una commedia?
DU CROISY - Sì.
LA GRANGE- Una commedia nella commedia?
DU CROISY - Sì, sì. Due commedie al prezzo di una! Wow !
DU CROISY - Siparietto musicale.
LA GRANGE- Un siparietto senza... siparietto.
DU CROISY - Uh, uh.
SCENA 2
(Entrano musici e danzatori. Tutti cantano sull'aria del Minuetto di Boccherini)
Kenzo Kauten Krizia
Magli Coveri Ken Scott
Fendi Azzaro Zegna
Ricci Ungaro ed Hermès
Buccellati ci ha stregati
per Versace non si ha pace !
Valentino Camerini
il Damiani con l'Armani
Dior Trussardi Gucci
Pucci Missoni Cardin
Fontana Fiorucci
Courrège Cassini Chanel
Un vestito se è firmato
garantito costa il triplo !
Saint-Laurent Paco Rabanne
la Biagiotti coi Rossetti
Spagnoli Barocco
Gherardini con Ferré
fabbrican quattrini
quasi quanto Cacharel
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ma alle strette le etichette
cucir sopra i vecchi abiti potrai...
(tutti escono meno DU CROISY e LA GRANGE)
SCENA 3
GORGIBUS- (entrando) Dunque?
LA GRANGE- Si?
GORGIBUS- Hanno visto mia figlia e mia nipote ?
LA GRANGE- Sì, sì.
GORGIBUS- E... c'è un risultato alla visita?
LA GRANGE- Sì, sì, sì.
GORGIBUS- Va tutto bene ?
LA GRANGE- No.
GORGIBUS- Ohi ohi... E cosa è successo ?
LA GRANGE- Glielo potranno dire loro meglio di noi. Tutto quel che le possiamo dire
è che le siamo grati del favore che ci ha concesso e restiamo suoi umilissimi servitori.
(DU CROISY e LA GRANGE escono)
GORGIBUS- Voglio proprio sapere cosa è successo. Marotte !
SCENA 4
MAROTTE- (entrando) Uh?
GORGIBUS- Hai visto le padrone?
MAROTTE- Uh-uh.
GORGIBUS- Sono in camera loro?
MAROTTE- Uh-uh-uh.
GORGIBUS- Pomata per le labbra?
MAROTTE- Uh-uh.
GORGIBUS- Hanno impomatato abbastanza. Che vengano subito qui.
MAROTTE- Uh-uh. (esce)
GORGIBUS- Queste disgraziate mi vogliono mandare in malora...
(Rientra Marotte con un vassoio) Bianchi d'uovo?
MAROTTE- Uh! (Esce e rientra con un nuovo vassoio)
GORGIBUS- Latte verginale?
MAROTTE- Uh-uh!
GORGIBUS- Lattughina vegetale?
MAROTTE- Uh-uh-uh.
GORGIBUS- Bistecchina di maiale?
MAROTTE- Uh-uh-uh-uh!
GORGIBUS- Ma siamo diventate matte?
MAROTTE- Uh! (Esce ridendo)
GORGIBUS- Magdelon e Cathos!
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SCENA 5
MAGDELON e CATHOS- (entrando gioiose) Sì?
GORGIBUS- Cos'è questa nuova mania del trucco gastronomico? Con quello che
consumate per ungervi il muso si potrebbe sfamare per un anno dodici persone !
MAGDELON- Ma papy, è il nuovo trucco vegetale: erboristofitocosmesi.
CATHOS - Certo 'zzio.
GORGIBUS- Trucco vegetale? Erboristo...?
MAGDELON e CATHOS- ...fitocosmesi! Stai a sentire.
SCENA 6
(Entrano Musici e Danzatori; tutti cantano sull'aria del Rondò di Paganini)
Coro - Lattughina vegetale
bianco d'uovo, bianco latte verginal
bistecchina di maiale
pel di pollo, palla con pappa real
parlato - Sì, questa è l'erboristofitocosmesi, sì !
La maringa e l'asperella
sai che bella, sai che bella !
Melanina con yoyoba
sai che roba per truccar... truccar... truccar !
parlato - Sì, questa è l'erboristofitocosmesi, sì !
Stilla d'acqua virginiana
fa assai bene la placenta triturar
latte d'asina egiziana
misto a propoli con sale mineral
parlato - Sì, questa è l'erboristofitocosmesi, sì !
Con del buon germe di grano
vai lontano, vai lontano !
Fior di cocco al karité
mescolà... mescolà... mescolato col maté !
Saponà... saponà... saponaria e camomilla
beh, col collagene se c'è
con del sà... con del sà... con del sandalo e avocado
beh, più di rado sai com'è
sai com'è, sai com'è,
sai com'è, sai com'è,
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com'è, com'è,
ueh !
(Escono musici e danzatori)
SCENA 7
GORGIBUS- Ditemi un po': cosa avete fatto a quei due, che li ho visti andar via
arrabbiati come bestie ? Vi avevo raccomandato di riceverli come due potenziali mariti !
MAGDELON- Papy che considerazione vuoi che abbiamo del comportamento assurdo
di quei due ?
CATHOS- Ma 'zzio come possono due ragazze come noi adattarsi a tipi simili ?
GORGIBUS- Che cosa vi hanno fatto ?
MAGDELON- Pensa, hanno subito cominciato a parlare di matrimonio.
CATHOS- Bel modo di fare la corte !
GORGIBUS- E da dove vorreste che cominciassero, dal concubinaggio ?
MAGDELON- Papy, stai dicendo una cosa di un borghese ma di un borghese... Se
fossero tutti come te... Mi vergogno a sentirti parlare così!Dovresti farti insegnare un
pochino qual è la musica che si suona !
GORGIBUS- La musica che si suona ?
MAGDELON- Papy, il matrimonio non deve arrivare se non dopo un po' di peripezie
erotiche.
GORGIBUS- Peripezie erotiche ?
MAGDELON- Un amante, per essere "giusto", deve saper suscitare sentimenti, far
vibrare. Dolcezza-Tenerezza-Passione. Darsi da fare, insomma, nelle dovute forme.
CATHOS- Primo: lei deve incontrarlo ad una mostra, ad un concerto, ad un sit-in,
magari a passeggio, oppure esserle presentato per fatale destino da un amico o da un
parente e uscire da quella casa un po' così, tra il sognante e il malinconico.
MAGDELON- Secondo: anche se nulla trapela, insiste nelle sue visite, durante le quali si
allude in modo da tenere in esercizio l'acume degli astanti.
CATHOS- Terzo: arriva il giorno della dichiarazione, la quale va fatta, di regola, durante
una gitarella, mentre il resto della compagnia è un po' distante. Alla dichiarazione si
risponde genericamente: che si crede poco nell'amore, ma che si può sempre restare
amici. Per un po' l'amante non si fa più vedere.
MAGDELON- Quarto: un po' più in là, con la scusa dell'amicizia, l'amante ritorna a
bazzicarci attorno. Butta là qualcosa, dice e non dice, per tastare il terreno sullo stato di
salute della nostra passione amorosa. Tant'è che ci strappa una mezza confessione, poi
una confessione intera. Ma con un bel po' di fatica.
CATHOS- Quinto: è il momento delle disgrazie, delle grandi sfortune, o almeno delle
peripezie. Rivali che si mettono di traverso, gelosie nate sugli equivoci, parenti che si
mettono a perseguitarci con ossessive raccomandazioni e divieti, pianti, strepiti,
disperazioni, notti insonni, progetti di fughe di casa, con tutto quel che segue.
MAGDELON- Ecco come è giusto che vadano le cose, se no che figura si fa col mondo
e con sé stessi ?
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CATHOS- Certo 'zzio, sparare di primo acchito il termine "unione coniugale", è come
fare all'amore nell'atto di stendere il contratto di fidanzamento.
MAGDELON- Papy, non c'è niente di più mercantile di un procedimento simile.
CATHOS- Certo 'zzio.
GORGIBUS- Ma cosa state dicendo ?
CATHOS- Effettivamente 'zzio mia cugina ha ragione: come si fa a ricevere con calore
persone che in fatto di stile sono incongrue ?
MAGDELON- Non sanno come si sta al mondo !
GORGIBUS- E perché non saprebbero stare al mondo ?
MAGDELON- Lo dimostrano da capo a piedi, privi come sono di quell'aria che subito
fa pensare bene di una persona. Ma come si fa a venire a trovarci con dei pantaloni che...
con dei capelli che... con una faccia che...
CATHOS- E poi vestono come parlano, non si resiste.
MAGDELON- Per di più ho notato che i colletti non sono come si deve e che ai loro
calzoni manca un buon mezzo piede per essere larghi a dovere.
GORGIBUS- Mi parete matte tutt'e due, non capisco una sola parola di tutto quello che
dite. Cathos e Magdelon...
MAGDELON- Papy, per favore...
GORGIBUS- Che c'è ?
MAGDELON- Cancella quei nomi buffi e chiamaci in un altro modo.
GORGIBUS- Perché nomi buffi ? Sono i vostri nomi di battesimo.
MAGDELON- Certo, quelli che ci avete dato tu e 'zzio. Se c'è una cosa di cui mi
meraviglio è come abbiate potuto fare due figlie intelligenti come noi. Se si venissero a
sapere in giro questi nomi non ci guarderebbe più in faccia nessuno.
CATHOS- Certo 'zzio, un orecchio come si deve patisce furiosamente a sentir
pronunciare quelle parole, e il nome di Poly, da Polissena, scelto da mia cugina, e quello
di Amy, da Aminta, che mi son data io, hanno uno stile che...
GORGIBUS- Basta. Di parole ne basterà una: no. Primo: non intendo minimamente
che voi abbiate altri nomi che quelli che vi sono stati dati dai vostri padrini e madrine.
Secondo: dei signori di cui avete tessuto le lodi sino ad ora, vi dirò solo che conosco le
loro famiglie e i loro patrimoni, perciòsiaccosacché, esigo, e dico esigo, che vi disponiate
ad accettarli come potenziali mariti. Sono stufa di avervi sulle spalle.
CATHOS- 'Zzio, l'unica cosa che ti posso dire io è che per me il matrimonio è proprio
quello che si dice uno shock. Come è possibile sopportare l'idea di dormire accanto ad
un uomo tutto nudo ? Come quelli, poi...
MAGDELON- Lasciaci almeno ripigliare fiato in mezzo alla gente "giusta" della città.
Siamo appena tornate dal DAMS...
CATHOS- Eh !
GORGIBUS- La mia risposta è che se tutte e due non sarete fidanzate entro pochi
giorni e maritate entro pochi mesi, parola mia, ve lo giuro, vi butto in mezzo a una strada
!
(GORGIBUS esce)
MAGDELON e CATHOS- - E' proprio arrabbiatissimo. Ha fatto giurin-giurella !
SCENA 8
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CATHOS- Dio mio cara, come in 'zzio la forma è ficcata in fondo alla materia!Com'è
spessa la sua intelligenza e che buio nella sua anima !
MAGDELON- Che cosa ci vuoi fare, cara ? Io sono confusa per lei. Stento a
convincermi di essere davvero la sua figliola, penso che un giorno qualche accidente mi
verrà a gratificare di una nascita più illustre.
CATHOS- Ci crederei senz'altro. Sì, le apparenze ci sono tutte e anch'io, quando mi
guardo...
SCENA 9
MAROTTE- C'è uno di là che vi vuole vedere e... mi sembra un discreto pezzo ciccia !
MAGDELON- Impara, cretina, ad esprimerti in modo meno volgare. Dì così: "C'è un
signore fichissimo che domanda se le signore sono comode di essere visitate".
MAROTTE- Belin!Fichissimo, però.
MAGDELON- E chi sarebbe costui ?
MAROTTE- Sarebbe... il Marchese di Mascarillo, operatore culturale.
MAGDELON- Oh, cara, un operatore culturale... che poi è anche un marchese!Fallo
entrare subito. Dev'essere una di quelle intelligenze... Avrà sentito parlare di noi.
CATHOS- Dev'essere così, cara.
MAGDELON- Lo dobbiamo ricevere nel migliore dei modi, aggiustiamoci un po' i
capelli, puntelliamo il nostro prestigio. Svelta, porta il consigliere delle grazie.
MAROTTE- Qui non si capisce un acca !
CATHOS- Portaci lo specchio, ignorante che non sei altro, e guardati bene dallo
sporcarne il vetro guardandotici dentro.
SCENA 10
(Cantano sull'aria del Te Deum di Charpentier dividendosi in due gruppi: i "pro" e i
"contro")
Coro - S'innalzi potente squillo
arriva Mascarillo !
Adoriamo in lui senza eguale
riveriam da mattina a sera
l'operator culturale il più esimio tra esimia schiera !
Pro - Lodiamolo a sazietà !
Chissà che cervello ha...
Contro - Cosa se ne fa !
Parrebbe un po' ciucco e brillo
Coro - Arriva Mascarillo !
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Contro - Utopicastrusicapallotica
Pro - Il Teatro e l'Archeologia
Contro - Ballicafandonicascempiotica
Pro - Galateo, Parapsicologia
Pro - Ammiralo a volontà
si sa, impazzir ci fa
Contro - Ci ha stufato già !
D'aspetto sembra un po' frillo
Coro - Arriva Mascarillo
Pro - Brindiamo con voluttà
si sa la sua gran beltà
Contro - stomacar ci fa !
Coro - Evviva, di gioia brillo
evviva Mascarillo !
(Escono Musici, Danzatori e Marotte)
SCENA 11
MASCARILLO- Carissime, sarete sorprese senza dubbio della mia visita, ma è la loro
fama di diplomate alla scuola d'arte del DAMS a procurarvi questo incomodo. Meritoattrattiva, attrattiva-prontezza: eccomi qua.
MAGDELON e CATHOS- Per vedere merito in noi, deve essere stato lei a portarlo.
MASCARILLO- Ah!Bugia, bugia, bugia!Dappertutto si parla del loro valore e non
passerà molto che loro faranno picco, ripicco e cappotto a quanto c'è di culturale in città.
MAGDELON- Quanta generosità e che spreco di lodi... Mia cugina ed io potremmo
fino pensare che ci aduliate.
CATHOS- Dovremmo farci portare delle sedie, cara.
MAGDELON- Marotte !
MAROTTE- (entra) Uh ?
MAGDELON- Svelta, porta qui il necessario da conversazione.
MAROTTE- Uh ?
CATHOS- Sedie !
MAROTTE- Ah!(esce e torna con le sedie)
MASCARILLO-Ma almeno sono al sicuro qui ?
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CATHOS- Che timori avete ?
MASCARILLO- Un furto del mio cuore, un assassinio della mia indipendenza!Vedo qui
degli occhi proprio ragazzacci. Appena uno li accosta essi si mettono in guardia
assassina. Ne diffido e... me la batto!O esigo cauzione su pegno che non mi faranno del
male.
MAGDELON- Classificabile tra i caratteri gai, vero, cara ?
CATHOS- Certo.
MAGDELON- Non abbia timore: i nostri occhi non hanno intenti malvagi e il suo
cuore può dormire fra i due guanciali della loro innocenza. Cathos - Ma di grazia,
signore, non sia inesorabile verso questa poltrona che le tende le braccia da un quarto
d'ora; appaghi la voglia che ha d'abbracciarla.
MASCARILLO- Ci sediamo ?
MAGDELON e CATHOS- Sediamoci !
(Siedono)
MASCARILLO-Ebbene, mie signore, che ne dicono della città ?
MAGDELON- Che ne dovremmo dir mai ? Non è certamente come al DAMS, ma ci
stiamo accorgendo, e lei ne è la prova, che qui risiede un certo "magazzino" culturale
potenziale.
MASCARILLO-Loro ricevono molta gente ? Quali sono le intelligenze che praticano ?
MAGDELON- Siamo appena arrivate e non siamo ancora conosciute ma stiamo per
esserlo. Abbiamo una amica intima che ci ha permesso di condurre qui tutti quei signori
che ci sono stati descritti come gli arbitri indiscussi della cultura locale.
CATHOS- Un emporio dell'intelligenza che va gestito nel modo giusto per farlo
diventare un vero centro culturale polivalente.
MASCARILLO- Ma io sono il personaggio che fa al caso loro!Mi vengono a trovare
tutti e posso dire che non bevo mai un aperitivo senza avere una mezza dozzina di
intelligenze attorno.
MAGDELON- Eh, Dio mio, noi le saremmo obbligate, ma obbligate come non
immagina neppure, se ci facesse quest'atto di amicizia, perché tutti quei signori bisogna
pur conoscerli se si vuol far parte della bella gente. A Savona la spinta all'affermazione te
la danno loro, e lei lo sa, c'è chi basta frequentarlo e ti dà nome di una che se ne intende,
non fosse altro. Ma la cosa che più mi sta a cuore è che, mediante queste visite
intelligenti, si è informate delle cento cose che una non può fare a meno di sapere e che
formano la sostanza di una intelligenza. Così si viene a sapere ogni giorno, al momento
giusto: "Il Tale ha pubblicato un libro di poesia straordinario; la Tale ha scritto le parole
di questa o quella canzone; costui ha fatto una mostra di pittura; colui una performance;
il signor X flirta con la signora Y, la quale a sua volta si concede al giovane Z; il Tale fa
teatro, il Tal'altro televisione, il Tal'altro ancora radio. E' questo che ci dà spicco in
società, e se una ignora queste cose, di tutta la sua intelligenza non si sa proprio che
farne !
CATHOS- Proprio così. Trovo di un ridicolo, ma di un ridicolo che una persona si dia
aria di intelligenza e poi non sappia tutto, fino ai minimi particolari di certe cose. E
quanto a me, proverei tutta la vergogna di questo mondo se dovesse capitarmi che mi si
venisse a domandare se avessi visto qualcosa di nuovo che non avessi visto.
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MASCARILLO- E' vero, c'è da vergognarsi a non essere i primi a catturare tutto quel
che si fa; ma non si diano pensiero, voglio impiantare qui da loro un "emporio" di
intelligenze e prometto che in città non si farà un emistichio senza che loro lo sappiano a
memoria prima di chiunque altro. Per quanto mi riguarda, un pochino mi do da fare
anch'io, quando ne ho voglia.
MAGDELON- Davvero? E cosa fa ?
MASCARILLO-Scrivo.
MAGDELON- Su cosa ?
MASCARILLO-Su tutto. Giornali, versi, romanzi, cambiali...
CATHOS- Io amo tremendamente le recensioni con le cose scritte tra le righe.
MASCARILLO- Esercitano l'intelligenza. Ne ho fatte quattro giusto stamattina, le darò
loro da decifrare.
MAGDELON- Belli sono i versi quando sono girati bene.
MASCARILLO- E' proprio la mia specialità. Sto lavorando a mettere in madrigali tutta
la storia patria locale.
CATHOS- Oh, certo saranno stupendi. Ne prenoto un esemplare come minimo, se li
farà stampare.
MASCARILLO- Ne prometto loro una copia per ciascuna con autografo. E' una cosa al
di sotto del mio stato, ma lo faccio esclusivamente per far spendere soldi agli assessori e
alle banche e per dare da mangiare agli editori.
MAGDELON- Immagino che dia un gran piacere vedersi stampati.
MASCARILLO- Oh, indubbiamente. Ma a proposito, devo recitare loro una
estemporanea che ho fatto ieri sera in casa di una intelligenza amica mia, alla quale ero
andato a fare visita, perché, nelle estemporanee, io sono fortissimo.
CATHOS- L'estemporanea è proprio la pietra di paragone dell'intelligenza.
MASCARILLO- Ascoltate.
MAGDELON- Siamo tutte orecchi !
MASCARILLO- "Oh, oh!Mentre sto qui senza timore,
l'occhio vostro che incautamente squadro
d'una zampata mi deruba il core!
Al ladro, al ladro, al ladro, al ladro, al ladro !"
MAGDELON- Ah, Dio mio, sublime! E' proprio post-moderno.
MASCARILLO- Tutte le cose che faccio sanno di schietto. Nessun sentore di
artificioso.
MAGDELON- Ne dista più di duemila miglia.
MASCARILLO- Hanno notato quell'attacco: "Oh, oh !" ? Straordinario, vero ? "Oh, oh
!". Come uno che se ne accorga all'improvviso: "Oh, oh !". E' la sorpresa!"Oh, oh !".
MAGDELON- Trovo quell'"Oh, oh !" mirabile !
MASCARILLO- Sembra niente.
CATHOS- Ah, Dio mio, che dice mai ? Sono cose impagabili !
MAGDELON- Fuori di dubbio; e vorrei aver fatto io quell' "Oh, oh !" piuttosto che un
intero poema epico !
MASCARILLO- Loro si che hanno gusto !
MAGDELON- Niente male, vero ?
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MASCARILLO- Ma non ammirano anche quel "Senza timore" ? "Senza timore", ossia
non stavo in guardia: un modo di parlare naturale: "Senza timore". "Incautamente", ossia
innocentemente, senza malizia, come una povera pecorella; "squadro", come dire mi
diletto a contemplare, vi ammiro. "L'occhio vostro...d'una zampata..." che vi pare di
quella "zampata" ? Non è una parola scelta bene ?
CATHOS- Benissimo !
Mascarillo - MASCARILLO- "Zampata" di furto, come un gatto col topo, no ?
"Zampata".
MAGDELON-Non è possibile dire nulla di meglio.
MASCARILLO- "Mi deruba il core". Me lo porta via, me lo rapina. "Al ladro, al ladro, al
ladro, al ladro, al ladro". Non direbbero che sia un uomo che grida, che corre dietro un
ladro per farlo arrestare ? "Al ladro, al ladro".
MAGDELON- e CATHOS- Al ladro, al ladro, al ladro !
MAROTTE- (Entrando e picchiando Mascarillo) "Al ladro, al ladro !
MAGDELON- Ma no, cosa fai !...
CATHOS- E' un emistichio !
MAROTTE- Ah, beh!Se è un "emisticchio" !... (esce)
MAGDELON- Bisogna riconoscerlo: è tanto intelligente, è proprio post-moderna.
CATHOS- Si, si, è post-moderna: sembra proprio un'orribile poesia del seicento !
MASCARILLO- Voglio dir loro che versione musicale ne ho fatta.
CATHOS- Sa la musica ?
MASCARILLO- Io ? Ma neppure per sogno.
CATHOS- E come ha fatto ?
MASCARILLO- La gente di classe sa tutto senza aver mai imparato nulla.
MAGDELON- Proprio così, cara.
MASCARILLO- Ascoltino se l'aria si addice. (Si schiarisce la voce) Ehm, ehm, la, la, la.
La stagione schifosa ha brutalizzato vilmente la delicatezza della mia voce. Ma pazienza,
facciamola alla brava.
(Sull'aria di un motivetto ridicolo, ad esempio "Il ballo del Qua Qua")
Io sto qui senza timor
l'occhio vostro squadrerò
Zampa che deruba il cuor
cuor, cuor, cuor, cuor...
CATHOS- Oh, che aria appassionata, come si fa a non morirci sopra ?
MAGDELON- C'é del cromatismo là dentro.
CATHOS- Come minimo.
MASCARILLO- E' non è finita:
Grido al ladro al ladro
Grido al ladro al la...
Quasi senza fiato
al ladro al ladro
al ladro al là !
MAGDELON- Questo vuol dire arrivare al fondo delle cose, al fondissimo, al fondo dei
fondi. E' tutto stupendo, glielo assicuro!Sono entusiasta dell'aria e delle parole.
CATHOS- Non ho mai sentito niente di una simile forza.
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MASCARILLO- Tutto quello che faccio mi viene naturalmente, senza studio.
MAGDELON- La natura l'ha trattata da vera madre amorosa, ne è il cocco.
MASCARILLO- E loro, come occupano il loro tempo ?
MAGDELON e CATHOS - In nulla, da quando siamo tornate dal DAMS.
MAGDELON- Siamo state finora spaventosamente a digiuno di cultura.
MASCARILLO- Mi offro di portarle io, uno di questi giorni, a teatro, se lo gradiscono;
deve proprio andare in scena una nuova commedia che sarei felicissimo vedessimo
insieme.
MAGDELON- Dite di quel nuovo testo dal titolo "Le preziose ridicole non sono
morte" ?
CATHOS- "Praticamente un musical" ?
MASCARILLO- Certo. Quello che chiedo loro, comunque, è di applaudire a tutto
spiano, quando saremo lì. Mi sono impegnato per il successo della commedia. Il regista e
gli assessori ancora stamane sono venuti a supplicarmi. E' usanza qui che a noialtri gente
di rango gli artisti vengano a presentare i loro nuovi allestimenti per impegnarci a trovarli
belli e a parlarne bene in giro. E lascio loro pensare se, quando diciamo noi qualcosa, la
platea ha il coraggio di contraddirci. Quanto a me, sono uomo di parola. E una volta che
l'ho promesso a qualcheduno io grido sempre "Che bello !" prima ancora che salga il
sipario.
CATHOS- Ora che siamo state istruite, ci spelleremo le mani ad ogni battuta.
MASCARILLO- Non so se sbaglio, ma loro hanno la faccia di chi qualche commedia
l'ha scritta...
MAGDELON e CATHOS- Eh... qualcosa di vero ci potrebbe essere in quel che dice !
MASCARILLO- Ehilà!Bisognerà pure che la veda. Detto tra noi, io ne ho composta una
che voglio far rappresentare.
CATHOS- Ma no!A che attori la darete ?
MASCARILLO- Bella domanda!Ai grandi attori della DOMOS, non ci sono che loro
che sappiano valorizzare i testi. Gli altri sono degli ignoranti, dei presuntuosi, dei
velleitari, degli opportunisti, dei qualunquisti, dei megalomani, dei ...
CATHOS- D'accordo, d'accordo, si calmi, abbiamo capito di che gentaglia si tratta.
MASCARILLO- Che ne pare alle signore del mio piumaggio ? S'intona col vestito
CATHOS- Alla perfezione.
MASCARILLO- Il nastro è ben scelto ?
MAGDELON- Bene ? Furiosamente bene !
MASCARILLO- E delle mie gale che ne dite ?
MAGDELON- Hanno un'aria assolutamente raffinata.
MASCARILLO- Come minimo posso vantarmi che hanno una buona spanna più di
quello che s'usa.
MAGDELON- Devo confessare che non ho mai visto innalzare a un simile livello
l'eleganza dell'abbigliamento.
MASCARILLO- Volga un po' a questi guanti la riflessione del vostro odorato.
MAGDELON- Hanno un odore spaventosamente buono.
CATHOS- Non ho mai aspirato un odore che fosse meglio assortito.
MASCARILLO- Non dicono nulle di queste piume ? Come le trovano ?
MAGDELON- Paurosamente belle !
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MASCARILLO- Sa quanto mi costa ogni filo ?
CATHOS- No.
MASCARILLO- Neanch'io!Ah, ah !
MAGDELON- Le assicuro che tra noi c'è una affinità elettiva. Anch'io provo una
furiosa tenerezza per tutto ciò che indosso, e fino ai calzini non sopporto niente che non
sia firmato.
MASCARILLO- Ahi, ahi! Piano!Dio mi danni, signore, questo vuol dire trattare proprio
male. Avanzo formale protesta contro il loro procedere. Non è da persone per bene.
MAGDELON e CATHOS- Cosa è successo ?
MASCARILLO-Cosa ? Ambedue contro il mio cuore al tempo stesso. Assalirmi a destra
e a sinistra. Ah, è una violazione del diritto delle genti. Vo' gridare all'assassino.
CATHOS- Bisogna riconoscere che le cose le dice in un modo tutto speciale.
MASCARILLO-All'assassino !
MAGDELON e CATHOS- All'assassino, all'assassino !
MAROTTE- (entrando) Dov'è l'assassino ? Ah!Siete sempre voi ? Ho capito: è un
"semispicchio" !
MAGDELON e CATHOS- Ma cosa stai dicendo !
MAROTTE- Guardate che di là ce n'è un altro che vi vuole.
MAGDELON- Chi è ?
MAROTTE- Il Visconte di Jodelet, un altro operatore culturale.
MASCARILLO- Il Visconte di Jodelet ?
CATHOS- Lo conosce ?
MASCARILLO- E' il mio migliore amico.
MAGDELON- Fallo entrare immediatamente.
MASCARILLO- Non ci vediamo da tempo e sono incantato di questa occasione.
MAROTTE- Eccolo !
SCENA 12
(Cantano sull'aria del Galoppo della sinfonia del "Guglielmo Tell" di Rossini)
Coro - Gridiamo forte ippi-a-ié / ecco che arriva Jodelet
di gloria l'alma limpida / coprirsi saprà, saprà.
La mente e il braccio, il suo valor / sapienza e forza a tutte l'or
lui fa le ciglia emozionar / e i cuori vibrar, vibrar !
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet chi al mondo c'è meglio di te !
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet, -delet, -delet, -delet, -delet.
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet con il tuo ardor conti per tre !
Jodelet, Jodelet, Jodelet ,Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet !
E' veramente un gran bel pezzo di ciccia !
Coro - Gridiamo forte ippi-a-ié / ecco che arriva Jodelet
di gloria l'alma limpida / coprirsi saprà, saprà.
17
Maliardo, adone, incantator / le gote accendi di rossor
Supplici ai pie' noi ci prostriam / e baci imploriam, -mploriam !
In te brilla la scintilla
che sfavilla le notti a rischiarar !
In te luce senza darci pace,
nume eletto, prode Jodelet !
E' veramente un gran bel pezzo di ciccia !
Divo amico, splendido gitone
le persone si inebriano di te !
Spira brezza d'anelito immortale
dal tuo labbro, prode Jodelet.
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet chi al mondo c'è meglio di te !
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet, -delet, -delet, -delet, -delet.
Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet con il tuo ardor conti per tre !
Jodelet, Jodelet, Jodelet ,Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet, Jodelet !
E' veramente un gran bel pezzo di ciccia !
Gridiamo forte ippi-a-ié / ecco che arriva Jodelet
di gloria l'alma limpida / coprirsi saprà, saprà.
Bere vogliamo alla tua fonte / l'acqua cheta rompe il ponte
sorso di vita che aneliam, / il pudore caliam, caliam !
(Escono Musici e Danzatori)
SCENA 13
MASCARILLO- Ah, visconte !
JODELET- Ah, marchese !
MASCARILLO- Come son lieto di incontrarti !
JODELET- Che gioia vederti qui !
MASCARILLO- Baciami, ti prego !
JODELET- Arrivo !
MAGDELON- Carina mia, cominciamo ad essere conosciute, la bella gente ha trovato
la strada per venirci a trovare.
MASCARILLO- Signore vogliano gradire che io presenti loro questa intelligenza:
garantisco sulla mia parola che è degno di essere da loro conosciuto.
JODELET- E' giusto restituire quanto è dovuto. Sono le loro doti a esigere tributi di
vassallaggio da ogni sorta di persone.
MAGDELON e CATHOS- Adulatore !
CATHOS- Questa giornata dev'essere segnata sulla nostra agendina personalizzata FMR
rilegata in purissima seta, come una giornata fausta.
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MAGDELON- Marotte! Marotte! Ci vuole un'altra sedia.
(Marotte entra con una sedia. Esce.)
MASCARILLO- Le signore non si meraviglino se vedono il visconte così: è appena
uscito da una serie di meetings che l'hanno ridotto a questo modo.
JODELET- E' il frutto delle notti di dibattito. Ah, ah !
MASCARILLO- Signore, vedono nel visconte uno degli uomini più valorosi di questo
secolo. E' un campione di vaglia.
JODELET- Non la cedi a me in nulla, marchese.
MASCARILLO- E' vero, ci siam visti l'un l'altro alla prova.
JODELET- E in posti dove faceva davvero caldo.
MASCARILLO- Si, ma non tanto caldo come qui. Ahi, ahi !
CATHOS- Per conto mio, amo furiosamente gli spiriti integri.
MAGDELON- E io pure, ma pretendo che l'intelligenza dia sapore alla forza.
MASCARILLO- Ti ricordi, duca, quando fosti ferito alla gamba in quell'incontro ?
JODELET- Ne reco ancora i segni. Tastino un po' qui, per favore, sentiranno qualche
colpo.
MAGDELON e CATHOS- E' vero, è una grossa cicatrice !
MASCARILLO- Mi diano la loro mano e tastino qui, proprio sul didietro della testa: ci
sono?
MAGDELON- Si, sento qualcosa.
MASCARILLO- E' un colpo tremendo che presi all'ultimo match fatto.
JODELET- Ecco qui un altro colpo che praticamente mi trapassò da parte a parte.
MASCARILLO- Adesso vi mostrerò una piaga pazzesca...
MAGDELON- Non è necessario, le crediamo sulla parola !
MASCARILLO- Sono segni onorati che fanno vedere chi si è !
CATHOS- Non abbiamo dubbi su chi loro siano.
MASCARILLO- Arciduca, hai qui il mezzo?
JODELET- Perchè?
MASCARILLO- Potremmo portare le signore a passeggio fuori porta e dare una
merenda in loro onore.
MAGDELON e CATHOS- Oggi non ci è possibile uscire.
MASCARILLO- Allora cerchiamo dei musici per ballare.
JODELET- Parola mia, ben pensata.
MAGDELON- Questo si, d'accordo.
MASCARILLO- Ehilà, Champagne, Picard, Bourguignon, Casquaret, Basque, La
Verdure, Lorrain, Provençal, La Violette!Che gli pigli un colpo a tutti i galoppini.
Suppongo che non vi sia intelligenza in città con un nugolo di collaboratori così
scansafatiche. Mi lasciano sempre solo.
MAGDELON- Marotte ! (Entra Marotte)
MAGDELON- Dì agli uomini del signore che vadano in cerca di qualche musico.
(Marotte esce)
MASCARILLO- Stramarchese, che ne dici di quegli occhi ?
JODELET- E a te, principe, che te ne sembra ?
MASCARILLO- Io dico che le nostre libertà faran fatica a uscire di qui senza farsela
addosso. Io, almeno, provo certi strani brividi, e il mio cuore è ormai appeso a una lenza.
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MAGDELON- Come tutto quel che dice è naturale!Le cose le rigira nel modo più
piacevole del mondo.
CATHOS- E' vero che di intelligenza ne spende furiosamente !
SCENA 14
MAROTTE- (entrando) Arrivano.
(Entrano i musici)
MAGDELON- Oh, ecco i musici! A questi signori è venuto in mente di fare quattro
salti, e vi abbiamo mandati a chiamare.
CATHOS- Per dar anima ai nostri piedi !
MUSICI- Onorati, naturalmente !
MASCARILLO- E' soltanto un ballo su due piedi, ma uno di questi giorni, per loro, ne
daremo uno almeno su tre piedi.
CATHOS- Avanti allora, si dia il via !
(I Musici iniziano a suonare. Tutti danzano)
MASCARILLO- Ah, ah, ah, là, là.
MAGDELON- Che vita assolutamente brillante !
CATHOS- E che aria di uno che balla bene !
MASCARILLO- La mia sincerità si appresta a danzare la corrente bene quanto i miei
piedi. A tempo, musici, a tempo. Animo. Ah, là, là, là !
JODELET- Ehilà, non accelerate tanto il tempo, sono ancora convalescente !
SCENA 15
DU CROISY- Ah, ah, bricconi, che cosa fate qui voi ? Sono tre ore che vi cerchiamo.
Vero?
LA GRANGE- Si.
MASCARILLO- Ahi, ahi, ahi!Non mi avevano detto che i colpi sarebbero stati questi.
JODELET- Ahi, ahi, ahi!
DU CROISY- E' proprio roba da voi, infami che non siete altro, voler fare gli
intellettuali. Questo vi insegnerà a conoscerci.
LA GRANGE- Sì, sì, sì !
MAGDELON- Che cosa significa questo ?
JODELET- E' una scommessa...
CATHOS- Come, lasciarvi bastonare a quel modo ?
MASCARILLO- Ho voluto far finta di nulla, perché sono un violento e mi sarei
infuriato.
MAGDELON- Sopportare un affronto simile, e sotto i nostri occhi !
MASCARILLO- Non è niente, andiamo avanti tranquillamente. Ci conosciamo da tanto
tempo con quelli, e tra amici, non ci se la prende per così poco !
DU CROISY- Parola mia, non riderete di noi, ve lo prometto !
LA GRANGE- No !
MAGDELON- Insomma, come si permettono di venirci a disturbare così in casa nostra
?
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DU CROISY- Come, signore, dovremmo noi sopportare che i nostri servi siano ricevuti
con più gentilezza di noi ? Che vengano ad amoreggiare con loro a nostre spese e diano
una festa per loro ?
MAGDELON e CATHOS- I vostri servi ?
LA GRANGE- Si.
DU CROISY- E non è cosa bella, né cosa onesta traviarceli come fanno loro.
LA GRANGE- No.
MAGDELON- Che insolenza !
DU CROISY- Ma un vantaggio non glielo daremo.
LA GRANGE- No, no.
DU CROISY- Quello di valersi dei nostri vestiti per far colpo su di loro. Se li vogliono
amare, sul mio onore, lo faranno solo per i loro begli occhi.
LA GRANGE- Si.
DU CROISY- Su, alla svelta, spogliamoli sul campo.
LA GRANGE- Si.
JODELET- Addio, pompe !
Mascarillo - Ecco finiti a terra marchesato e viscontea !
DU CROISY- Ah, furfanti, andrete altrove, vi garantisco io, a cercare gli argomenti per
piacere alle vostre belle.
LA GRANGE- Si, si.
DU CROISY- Farci le scarpe è molto, ma farcele con addosso i nostri panni e troppo.
LA GRANGE- Si, si, si.
MASCARILLO- Oh, incostanza della fortuna !
DU CROISY- Fino all'ultimo panno !
LA GRANGE- Si.
MAGDELON-, Cathos, Mascarillo e Jodelet - No, l'ultimo panno no !
DU CROISY- Allora, signore mie, possono proseguire i loro amori con costoro finché
garberà loro, per questo sono assolutamente libere, e attestiamo, io ed il mio amico, che
non saremo affatto gelosi.
LA GRANGE- Si, si.
(Escono)
CATHOS- Ah, che vergogna !
MAGDELON- Che rabbia, io scoppio !
MUSICI- Che vuol dire questo ? E noi, chi ci pagherà ?
MASCARILLO- Chiedetelo al signor Visconte.
MUSICI- Chi ci darà i soldi ?
JODELET- Chiedetelo al signor Marchese !
SCENA 17
GORGIBUS- (entrando) Ah, disgraziate, mi avete cacciato in un bel pasticcio
davvero!Belle proprio le storie che mi hanno raccontato quei due signori appena usciti.
MAGDELON- Oh, una beffa terribile ci hanno giocato !
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GORGIBUS- Si, una beffa sanguinosa, ma che è il risultato della vostra impertinenza,
cretine!Se la sono presa per come li avete trattati. E intanto a me, sventurata, tocca buttar
giù l'affronto.
MAGDELON- Oh, giuro che o saremo vendicate o io morrò di dolore. E voi, furfanti,
osate star qui come se niente fosse, dopo l'insolenza che avete osato commettere ?
MASCARILLO- Ecco come va il mondo !
JODELET- Si !
MASCARILLO- Basta una qualsiasi disgrazia ed ecco che coloro che si compiacevano
della nostra presenza, ci disprezzano !
JODELET- Si !
MASCARILLO- Andiamo, compagno, andiamo a cercar fortuna altrove: vedo che qui si
ama solo l'apparenza vana e che la virtù nuda non è considerata.
JODELET- Si !
(Mascarillo e Jodelet escono)
SCENA 18
MUSICI- Signora, noi pensiamo che, se quelli se ne vanno, tocchi a lei saldarci per
quello che abbiamo suonato.
GORGIBUS- Sì, sì, vi salderò, ecco con che moneta vi pago!
(I musici fuggono sotto le legnate di GORGIBUS)
Quanto a voi, sub-idiote che non siete altro, non so chi mi tiene dal darvi la stessa paga.
Saremo la favola e lo zimbello di tutti. Questo vi siete tirate addosso con le vostre
stravaganze. Andatevi a nascondere per sempre. E voi che siete causa della loro follia,
voi, stupidaggini di cervelli oziosi, giornali, versi, canzoni, sonetti e sonagli, possiate tutti
andare al diavolo. Per quanto anch'io, nella mia giovinezza...
SCENA 19
(Sale la musica della Barcarola di Offenbach: tutti danzano in un quadro di grande
commozione; improvvisamente sale il ritmo inconfondibile del Can Can, e sulle sue note
trascinanti tutti danzano in modo scatenato.)
Sipario.
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