La preadolescenza - note psicologia
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La preadolescenza - note psicologia
Ufficio IRC – Diocesi di Crema. Tratto da; STEFANO PAGAZZI, Dio, l’uomo, il mondo – Guida per l’Insegnante, Ed. Il CapitelloElledici, Torino 2008 – Tutti i diritti sono riservati. Pubblicato per gentile concessione dell’Editore LA PREADOLESCENZA - NOTE DI PSICOLOGIA Perché le lezioni di IRC possano essere ben strutturate e incisive, rispondenti ai bisogni degli allievi oltre che rispettose delle Indicazioni ministeriali, è necessario avere ben chiara la situazione psicologica, relazionale, culturale ed umana degli alunni con i quali si lavora. E’ dunque opportuno ricordare alcuni gangli fondamentali della psicologia del preadolescente. La preadolescenza è l’arco di età generalmente compresa fra gli 11 e i 14 anni, caratterizzata da un rapido cambiamento più subìto che manovrato, spesso vissuto con stupore e disagio. Lo stupore deriva dal fatto che ogni esperienza risulta nuova, il disagio riguarda il senso di inadeguatezza (anche quando è mascherato da atteggiamenti arroganti) e di incapacità nel gestire le nuove situazioni e i cambiamenti. Il cambiamento concerne in primo luogo il proprio corpo, segnato dalla crescita e dalla pubertà, spesso vissuto come un “abito di misura sbagliata”, che suscita domande, perplessità, paure (anche quando si ostenta sicurezza). In questo arco di età mutano i bisogni, gli interessi, le attività, i riferimenti: si passa dalla famiglia al gruppo. Tutto è nuovo e questa novità genera ansia, anche se raramente è espressa. Nella preadolescenza si attivano nuove spinte vitali: • la prima – come già accennato - è l’attenzione alla propria corporeità: è il tentativo di vivere il proprio corpo, sperimentandone le potenzialità e i limiti attraverso l’attività sportiva, il gioco, il fare; • la seconda spinta vitale è data dall’attività affettivo-relazionale con gli altri: il gruppo diventa il luogo in cui rispecchiarsi, difendersi, identificarsi, fondersi e i legami con alcuni coetanei si fanno intensi, caratterizzati dall’amico/amica del cuore. Ufficio IRC – Diocesi di Crema. Tratto da; STEFANO PAGAZZI, Dio, l’uomo, il mondo – Guida per l’Insegnante, Ed. Il CapitelloElledici, Torino 2008 – Tutti i diritti sono riservati. Pubblicato per gentile concessione dell’Editore Il ragazzo dagli 11 ai 14 anni generalmente si apre alla scoperta del mondo: tutto ciò che sta davanti diventa spazio per l’avventura, per la scoperta e la sperimentazione delle proprie potenzialità. La preadolescenza è anche un periodo di transizione durante il quale si tende ad abbandonare il mondo sicuro della fanciullezza (i genitori, le regole apprese, i punti di riferimento…) per cercarne uno nuovo (il gruppo, l’amico, il luogo: muretto, la stanza, il bar…), magari con sofferenza e fatica. Spesso questa transizione si manifesta nell’altalenare, come un pendolo, fra il bisogno di sicurezza rappresentato dalla famiglia e il bisogno di autonomia rappresentato dagli amici o dalla solitudine della propria stanza che diventa un luogo inaccessibile agli altri. Questo altalenare fra il bisogno di protezione e di autonomia genera disorientamento, confusione, insicurezza: il preadolescente non si capisce più. La preadolescenza è anche caratterizzata dal processo di controdipendenza-dipendenza: da un lato il preadolescente cerca la propria indipendenza, la propria libertà (= controdipendenza) dai genitori e dall’altro lato diventa dipendente dal gruppo o dall’amico o dalla cultura di massa o da nuovi modelli-eroi (cantanti, calciatori, un conoscente…) che diventano nuovi “padri” e “maestri di vita”. Un altro elemento importante che caratterizza questo arco di età è il tentativo di passare dall’identificazione all’identità personale: inizialmente il preadolescente si identifica nei coetanei, nell’amico del cuore o in modelli proposti dalla TV o dal gruppo: <<voglio essere come lui>>; il preadolescente ha bisogno di rispecchiarsi negli altri che diventano sempre più il punto di riferimento (= processo di identificazione). Intanto si innesca il tentativo di capire la propria identità personale: <<chi sono io?>>, <<quali caratteristiche ho che mi distinguono dagli altri?>>, un processo che terminerà (in parte) nell’età adulta. Nella preadolescenza è centrale il tempo presente, che diventa lo spazio nel quale si vive la propria esperienza del tempo e della vita: tutto è oggi, adesso, qui. Si fa fatica a guardare al passato per Ufficio IRC – Diocesi di Crema. Tratto da; STEFANO PAGAZZI, Dio, l’uomo, il mondo – Guida per l’Insegnante, Ed. Il CapitelloElledici, Torino 2008 – Tutti i diritti sono riservati. Pubblicato per gentile concessione dell’Editore trarne orientamenti e insegnamenti; il futuro è visto come incertezza o come una proiezione immaginaria del tempo presente. In questo arco di vita, segnato dal disorientamento, diviene fondamentale rassicurare gli allievi, mostrando come la loro situazione vitale sia stata sperimentata da altri prima di loro e come tutti i loro coetanei vivano le medesime tensioni. Accanto alla rassicurazione, al dare fiducia, è importantissimo far leva sul bisogno di scoperta che caratterizza i preadolescenti, aiutandoli – specialmente fornendo domande, interrogativi, spunti di riflessione, ovviamente guidati e saggiamente dosati – a cercare nuove risposte, senza fermarsi alla banalità dell’apparenza. E questo intervento educativo apre la strada alla riflessione religiosa. Nella preadolescenza – anche se il fenomeno acquista maggior peso nell’adolescenza – comincia a prendere il sopravvento la sfera emotiva. Diventa dunque necessario portare pensiero dove ci sono emozioni, aiutando gli allievi a riflettere sulle proprie pulsioni. Ancora una volta la domanda – ben posta e finalizzata - risulta essere un grandissimo strumento educativo. E’ opportuno ricordare, in conclusione, che l’immagine di Dio del preadolescente va incontro ad una evoluzione: inizialmente mantiene ancora alcuni tratti del Dio-mago, del Dio-dei-miracoli propri della fanciullezza, ma lentamente questa immagine di Dio entra in crisi a fronte delle nuove domande, delle nuove conoscenze scientifiche acquisite, della critica verso le istituzioni (delle quali una è la Chiesa) che progressivamente si fa strada sotto la spinta della ricerca della propria identità e autonomia. Diventa quindi utile ri-costruire e ri-aggiornare su basi nuove - scientifiche, razionali, metodologiche, esistenziali (i testimoni), cognitive – le idee di Dio, di religione e di Chiesa.