STORIE DI EVASIONE

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STORIE DI EVASIONE
LACERBA
periodico politico culturale sportivo dell’area vestina
14 febbraio 2010 . Anno XV n 1 . Diffusione gratuita
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Dichiarazioni
fasulle
Ma stili di vita
ben diversi.
Così il fisco stana
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STORIE DI EVASIONE
LACERBA VI PARLA
DE LACERBA
Mi scuso innanzitutto con i lettori se questa volta vi parlo di me.
Suscita sempre qualche sospetto quella
persona a cui nessuno ha chiesto niente
e che si mette lì a descrivere la sua autobiografia abbondando in sbrodolature e
raccontandosi come la favola della bella
principessa. Intanto c’è subito da dire che
la mia non è proprio una favola ma è tanto
di storia con documenti, resti e testimonianze e, come tale, ha con questo numero raggiunto il suo quindicesimo anno di
vita. E che vitalità dimostra ancora di avere! Se paragoniamo la vita di un giornale
locale a quella di un cane potremmo quasi dire che i miei quindici anni andrebbero moltiplicati per sette ed è come se ne
avessi 105 di anni! Non è stato facile per
me raggiungere tale veneranda età e se
qualcuno, come si fa con i centenari, mi
chiedesse qual è il segreto risponderei:
dieta mediterranea (molto variegata) e un
bel bicchiere di vino rigorosamente rosso
ad ogni mia comparsa sul bancone delle
edicole. E’ innegabile del resto che le varie amministrazioni rosse, in omaggio al
motto “Boia chi molla!”, hanno contribuito
a rinnovare di anno in anno la mia volontà
di andare avanti e di non mollare.
Quest’anno mi sono ritrasferito in Piazza
Garibaldi a Loreto Aprutino e mi sono
portato dietro tutti gli artefici del mio
successo che di volta in volta contribuiscono ad allestire un menu-menabò fatto
di politica, cultura, sport, attualità, poesia,
cronaca, opinioni, recensioni, economia,
medicina, pillole di saggezza e “pallette”
di ironia e, in qualche caso, anche qualche
strafalcione o qualche bufala, fuori scaffale, che da sempre costituiscono i variegati
ingredienti della mia dieta mediterranea.
Un grazie va a loro che sicuramente costituiscono il cardine della mia longevità: il
padre padrone che non ha mai generato
e mai comandato; il dandy, uomo dall’andatura preziosa, originale, ricercata e dal
linguaggio scelto; la malafemmina che
non ti chiede nulla e nulla si aspetta, che
non si offre e non si sottrae ma che quando ti intervista ti sfoglia la margherita; colui che alleggerisce il mattone della cultura rendendola riso soffiato o polistirolo
espanso; Jaques de Molay , chi è costui si
chiedono i più, ma neanche una sentenza ne materializzerà l’essenza; la tigre di
Fiorangeles, chi la cavalca non può scendere, (chiedetelo agli sponsors) ; Giano,
il biforcuto che racchiude in sé procedimento logico-metodico e globale-olistico
come kechup e maionese; quel giovanni
da Penne che quando va sul pezzo non va
con una Bic di plastica ma ci va con una
“Ferrari- Aurora”; l’altro, invece che ci va
di Testa, è quello che la Belle èpoque vi
materializza parlandovi di Folies Bergère,
di operette, varietà e del bel vivere d’una
volta; “pallette” di sana ironia dal medico
fanfarale vi vengono prescritte e son sicuro che di certo non vi hanno fatto male; la
redazione da Pianella e Collecorvino viene resa ancora più ricca con due stilografiche di marca; la grafica hermes agency
ha reso sempre più accattivante tant’è che
gratis non so se ancora val la pena di mostrarmi; le fotografie da due professionisti
mi vengono regalate ed io a voi le mostro
patinate; il tutto dagli sponsor viene pagato, a voi non costo nulla se non il tempo che mi regalate e un grazie di cuore
sicuramente entrambi meritate. Qualcuno
pensava che forse senza neanche un’epigrafe me ne fossi dipartito invece, dopo
quindici anni, i vari inserzionisti continuano ad alimentarmi e a farmi invecchiare
migliorandomi come il buon Montepulciano delle nostre terre. Barricato d’annata, sempre!
di Giano Bifronte
Lacerba
L’informazione è un valore primario
Gentile lettore,
conosci bene il valore dell’informazione e sai che Lacerba, da 15 anni, ti informa
sulla politica, sull’attualità, sulla cultura e sullo sport della zona Vestina.
Lecarba è un patrimonio prezioso di informazioni che va preservato ed aiutato.
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Progetto Domani, che, in questo modo, ti riserverà presso un’edicola di tua scelta
il giornale Lacerba.
Non dovrai più alzarti i buon’ora o raccomandarti all’amico di prendere il giornale,
ma potrai comodamenti recarti a qualunque ora alla tua edicola per ritirare la tua
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Ti aspettiamo
L
EDITORIALE
3 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
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L
L’OPINIONISTA
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Mare-Monti
punto e a capo
E’ comprensibile, po- stata effettivamente sollecitata, se quegli l’abtrebbe apparire una nebia mai “formulata all’Anas” ; né, si dice, in ogni
nia ormai stucchevole. caso, che debba fare d’altro. Non si commenta
Ma il rosario della né mare-né monneppure lo smantellamento del cantiere di cui,
ti, che improvvidi amministratori iniziarono a
pure, s’è avuta notizia. Si viene solo a sapere, da
sgranare molti anni fa per farsi imbrodare ad- una dichiarazione attribuita, da un quotidiano,
dosso di lodi, per le quali vivono come sepolcri al presidente dell’ente inutile che “Adesso la
imbiancati (quelli che desiderano“occupare i
decisione finale sul finanziamento spetta alla
posti d’onore nelle sinagoghe ed essere saluta- direzione generale dell’ANAS. Una volta otteti sulle piazze”…), contempla sempre nuovi minuto il parere favorevole appalteremo i lavori”.
steri. Dopo le note vicende che ne bloccarono
“Davvvéro?”, verrebbe da chiedere come la
il cantiere, circa due anni fa, è riscesa in campo rana dalla bocca larga. Se abbiamo ben capila Provincia che, in surplace con ANAS, cerca di
to in quattro mesi, ammesso che qualcosa sia
essere lo “starter” della ripresa dei lavori. Nel
stato fatto (oltre allo smantellamento del canfrattempo, a Cappelle sul Tavo,
tiere), si sarebbe soltanto
non appena si lascia il paese
chiesto ufficialmente ad
andando verso Spoltore, si sta
ANAS di far partire i lavori
realizzando la rotatoria più indal ponte di Sant’Antonio
credibile che sia vista in giro
lasciandosi alle spalle il
da molti anni. Non sappiamo
malfatto senza avere alcuchi l’ha progettata, sappiamo
na risposta certa se non la
solo che la strada è della pronotizia, di fonte giornalistivincia e tanto basta per capire
ca, che l’ingegner Valerio
e rassegnarsi… . Ci chiediaMele, sarebbe “orientato a
mo soltanto come faranno un
far partire il cantiere di un
mezzo pesante, un autoveicoarteria attesissima da delo con rimorchio, un autobus
cenni”. Speriamo che non
del trasporto urbano, un “bisi disorienti. Che generosilico”, e via esemplificando, a
tà d’animo, nell’ingegnere!
girarci attorno! L’ente inutile,
Intanto, però, stiamo a zero.
neppure quando ha un’idea
E meno male che il presibuona riesce a partorirla bene.
dente dell’inutile ente aveFiguriamoci quando l’idea è
va preso la situazione della
fasulla come quella né marené mare-né monti pu’ petné monti! E ormai se ne sono
tu… . Se continua così la né
Ciucci, Presidente Anas
accorti in molti della fanfaluca
mare-né monti gli si trase un quotidiano molto diffuso
sformerà, come già fu per
da noi è arrivato a scrivere,
Lor Signori, in un supplizio
recentemente, che quella strada, “battezzata
di Tantalo. Però fu lui, il 15 luglio 2009, nella
impropriamente Mare-monti non è altro che il
seduta inaugurale del consiglio provinciale, a
miglioramento della viabilità della Statale 81
dire “le problematiche del territorio non posnel tratto compreso tra contrada Blanzano (cosono avere i tempi della politica, per cui la polimune di Penne) e Passo Cordone (comune di
tica dovrà fare un passo indietro mentre il buon
Loreto Aprutino)”. Chapeau all’onesta intelletsenso ne dovrà fare venti avanti”. L’importante
tuale! Questo giornale le stesse cose le dice, è che quando politica e buon senso si incrociainvano, dal mese di settembre dell’anno 2000; no, tra chi avanza e chi arretra non inciucino
è, perciò, un piacere registrare convergenze. tra loro se no i passi, uno indietro, venti avanti,
L’ultimo mistero è quello degli incontri a ripeo come che sia, si trasformerebbero nel ballo
tizione promossi dall’ente inutile. La Provincia, del qua qua, la versione aggiornata di quello
a settembre e poi ancora a gennaio, c’ha tenuto
del qua qua ra qua nel quale si esibirono, molti
a far sapere in giro: ghe pensi je: m’incontro
anni fa, Lor Signori, quelli che “le ruspe lavocon l’ingegner Mele, Capo del Compartimento
reranno quattro anni”. Correva l’anno di grazia
Abruzzo di ANAS, m’incontro con questo, con
2001. Dimenticavamo. Perché riparta il cantiere
quello, con quell’altro ancora e poi, dopo gl’indella né mare-né monti bisognerà ricominciare
contri a raffica e nonostante le quintalate di patutto daccapo. E non basterà l’appello al Capo
role si capisce meno di prima su come stiano dello Stato che può ben poco, al di là di un
realmente le cose. A settembre sembrava che
tantino di moral suasion, autorevolissima, per
dovesse essere sollecitato il sindaco di Penne
carità, ma di scarsa incisività. Si ricordi, poi,
perché presentasse non si sa bene quale proche la né mare-né monti ha già la qualifica di
posta per far riaprire il cantiere che tre mesi
opera strategica; gliela riconobbe, purtroppo,
dopo sarebbe stato pure smantellato. Disse alla “legge Obiettivo” del 2001! Va riconosciuto,
lora il presidente dell’ente inutile “nei prossimi
tuttavia, che, politicamente, la mozione consigiorni contatterò il sindaco di Penne affinché
gliare è una mossa intelligente e le cose belle,
formuli una richiesta ufficiale all’Anas per far intelligenza compresa, vanno ammirate. Per la
partire i lavori relativi al secondo lotto della
né mare-né monti servirà, però, un bel bando
Mare-Monti”. Non si sa bene, però, perché, a di gara europeo (se mai si farà), per appaltagennaio, quattro mesi dopo, si tiene un altro
re di nuovo i lavori. Altro che incontri e vertici!
incontro, presenti: ANAS, comune di Penne, Campa cavallo, anche se qui manco più l’erba
questo, quello e quell’altro. Nessuno riferisce cresce. Oh oh cavallo oh oh…
se al sindaco quella “richiesta ufficiale” poi sia
di Gianni Cutilli
L
IL ROMPIBALLE
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UNA NOTTE D’INVERNO
E’ un fiorire di cantieri a Loreto. Forse perché si vota? Già
LORETO APRUTINO
- Avere il corpo fisico “abbruciato” così
come a me è capitato comporta un indubbio vantaggio, i
fumi rimasti attaccati all’anima possono
tranquillamente vagare nell’aire osservando e meditando.
Mentre a ciò accinto
vago sopra Loreto in
una ventosa notte di
febbraio, mi capita
d’osservare diverse
stranezze, cose che
non mi era mai capitato di vedere negli anni precedenti.
Il giardinetto del
monumento è tutto
transennato e fervono i lavori; in piazza,
pur essendo notte, il
parcheggio è pieno
di automobili e, strepitoso, senza neanche una multa attaccata; gli alberi del Buco, Piazza e Cappuccini
sono stati finalmente potati; la pavimentazione dietro la chiesa
del Carmine, da anni e annorum divelta dalle radici dei pini, è
in via di sistemazione. Ma la festa della befana è già passata! Mi
arrovello a pensare il motivo di tanto febbrile fervore ma non ne
trovo. Mentre mi sforzo d’indovinare, una folata più forte di vento
mi spiaccica in faccia un fascicoletto di carta. Cerco di liberarmi
e vedo che sul foglio vi è un accattivante disegno a colori con su
scritto “Uniti per Loreto” e sotto “candidato sindaco Bruno Passeri”; era il programma elettorale di cinque anni fa. Così mangio
la foglia, ci risiamo, nuove elezioni comunali alle porte! È il solito
magheggio pre elettorale di certa sinistra che butta fumo negli
occhi degli elettori. Traggo così la mia morale: se l’amministrazione di sinistra è così attiva nel semestre precedente le elezioni,
perché non votare tutti gli anni? Sarebbe una soluzione di sicura
efficienza!!!
Incuriosito comincio a rileggere il vecchio programma elettorale
ed una vena di tristezza mi pervade. Leggere quell’accozzaglia
di fandonie dapprima mi rattrista, ma poi, via via, mi trasmette
una certa ilarità. Alla fine della lettura m’accorgo di riderere a
crepapelle. Non potendo qui replicare la Treccani riporto solo
alcuni brani del vecchio programma: “Potenziamento dei sistemi
di raccolta differenziata…”, “Creazione di un percorso natura nel
tragitto dell’ex stazione FEA…”, “Realizzazione di un parco pubblico attrezzato in zona Torre Casamarte e di una piazza (Piazza
dei Vestini) in zona Cappuccini…”, e per finire “dare massima
pubblicità e trasparenza a tutto ciò che accade nelle assemblee
e nel Municipio”. Fra le tante menate del programma questi sono
i punti che mi hanno fatto ridere di più in quanto: nella provincia
in nostro comune è l’ultimo per differenziazione del rifiuto e ciò
ci costa almeno 30 Euro in più a tonnellata. Per questo motivo
abbiamo la tassa dei rifiuti tra le più alte d’Italia e aumenterà
ancora se non si interverrà. Il tracciato ex FEA è in parte realizzato ma assolutamente impraticabile come già denunciato più
volte da queste colonne, non sono riusciti neanche a tagliare i
rovi su quello che è già esistente. Per quanto riguarda la trasparenza neanche a parlarne, ora non si sa nemmeno più dov’è l’al-
bo pretorio. Si è fatta una nuova convenzione molto onerosa per
la gestione del sito internet ma delle delibere on line neanche a
parlarne. Fra qualche giorno però questi argomenti li ritroveremo ancora sul nuovo programma; allora sì che ci si scompiscerà
veramente dalle risate.
Fin qua i fatti. Ora mi piacerebbe fare un’analisi che può anche
avere carattere politico. L’opera pubblica “Piazza Dei Vestini”
era prevista dal PRG fin dal 1982, con il programma elettorale
che si andrà a stampare si arriverà al quinto o sesto programma
dei compagni in cui se ne prevede la realizzazione. Sono più di
vent’anni che la gente abita in Piazza Dei Vestini, e questa è ancora pavimentata a sterpaglie e rovi ed arredata con olivi incolti
che sembrano gaggie. Eppure i soldi per le opere di urbanizzazione (Bucalossi) questi cittadini li hanno dovuti sborsare da più
di vent’anni. Che fine hanno fatto tali soldi nel frattempo?
Rimanendo sul programma di Passeri, non era invece stata prevista la realizzazione della strada che collega la Provinciale Colle
Cavaliere con la SS81; eppure questa è stata realizzata sborsando ben 478.000 Euro. L’opera che l’assessore Sablone ha definito “un’arteria fondamentale per migliorare la viabilità nell’area
vestina” è stata però fatta a totale carico dei cittadini di Loreto. La
riflessione che viene spontanea ad un eretico arso sul rogo come
me è questa: la viabilità intercomunale è di competenza della
provincia mentre le piazze cittadine sono competenza del comune. Mi chiedo se non sarebbe stato politicamente più democratico e corretto realizzare prima Piazza Dei Vestini, che interessa
alcune centinaia di famiglie, spendendo diciamo 200.000 Euro e
realizzare poi la strada di Scannella, che serve poche decine di
famiglie, dopo essersi fatto finanziare almeno la metà del costo
dell’opera dalla Provincia di Pescara??? Avremmo avuto con gli
stessi soldi una piazza ed una strada. Possibile poi che i soldi pagati alla provincia dai cittadini della vallata del Tavo negli ultimi
15 anni sono sempre stati spesi dalle parti di Lettomanoppello e
non sul territorio nostrano? Tutto questo, chiaramente, con buona pace degli assessori provinciali eletti a Loreto! Questi spunti
di riflessione potrebbero tornare utili fra un paio di mesi; meditate gente meditate!!!
Jacques de Molay
L
POLITICA
8 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Cerretani verso il futuro
La politica a Loreto a 10 giorni dalamministrazione
comunale,
la presentazione delle liste elettogira da diverso tempo anche
rali, presenta uno scenario confuil nome del vice sindaco Teso, l’unica cosa chiara sembra che
renzio Chiavaroli che si è visto
comunque vada, si presenteranno
l’anno scorso scippare la polliste civiche formate da forze politrona da Luciano Matricciani
tiche diverse.
all’interno della fondazione
Ma questa stranezza non è solo una
PescarAbruzzo (ex Caripe)
prerogativa loretese: nel Veneto, a
e un mese fa quello del conRecoaro, una lista civica formata
siglio di amministrazione
dal Pd, Lega e Socialisti ha vinto le
della Ecologica srl, da Enrico
amministrative con il 49 per cenColarossi appartenente alla
to. A Resana, a San Polo di Piave
corrente di Di Matteo. L’Italia
Cerretani
e a Badia Polesine le giunte sono
dei valori con Domenico Dotargate tutte Partito democratico e
natelli, in diversi incontri, sia
Lega Nord.
da una parte che dall’altra, ha
Tornando dalle nostre parti a Venafro, provinsempre ribadito la necessità per il suo partito
cia di Isernia, città di 10 mila abitanti, i cittadini
di esprimere la candidatura a sindaco, per gahanno premiato una coalizione con esponenrantire al paese un cambio netto del vecchio e
ti del Pdl, Pd e Idv, che è riuscita a spuntarla
becero modo di amministrare la cosa pubblica.
contro il ras locale del Pd. A Montesilvano, la
Nel frattempo, il 12 dicembre dell’anno appequinta città più grande d’Abruzzo, tre anni fa,
na trascorso, Sandro Di Minco lascia, a causa
l’Italia dei valori, appoggiando al ballottaggio
del riconteggio delle schede da parte del TAR,
il candidato sindaco del Partito della libertà,
definitivamente il consiglio Provinciale. Al suo
disse “Di contribuire”, per bocca del leader
posto entra Giancarlo Gennari del Partito Deregionale Costantini a :“Quel processo di rinmocratico.“ Si paga – dichiara Maurizio Acerbo,
novamento della classe dirigente di cui Monleader di Rifondazione Comunista in Abruzzo –
tesilvano ha bisogno”. Quindi, a quanto pare
la scelta di coerenza di essere andati da soli
il trasversalismo, attraverso liste civiche, nelalle elezioni, avendo constatato l’accordo del
le tornate amministrative ormai non sono più
centrosinistra che voleva D’Ambrosio e Di Matdelle anomalie. A Loreto, fino a qualche giorteo (se l’Allegrino avesse vinto le elezioni ndr)
no fa, la situazione politica era la seguente: il
assessori eventuali”,. E visto che la coerenza
Pdl con la componente di Rialzati Abruzzo ha
non ha pagato Di Minco pensa bene, a Loreto,
dato mandato ad Alberto Cerretani di costitudi continuare a stringere accordi con i gruppi
ire una lista civica che possa coinvolgere altre
di riferimento dei due contestati di sinistra: da
forze politiche. I primi ad aderire al progetto
una parte Esposito (gruppo Di Matteo), dall’alsono stati l’Udc ed il Psi, poi molte persone del
tra Passeri (gruppo D’Ambrosio), guarda caso
mondo dell’associazionismo e del volontariato.
i due additati, dalla stessa Rifondazione, come
“Vogliamo estendere il progetto – dice il conesponenti del partito dell’acqua. Intanto, mersigliere comunale di minoranza Alberto Cerrecoledì scorso, il Consiglio Comunale, l’ultimo
tani - a tutti coloro che, pur provenendo da aree
di questa consiliatura aveva in programma
politiche diverse, senza rinunciare alla propria
l’approvazione della Variante al PRG. Gli uffici
identità, siano disponibili ad un confronto leacompetenti avranno trenta giorni per la puble e costruttivo per il bene del nostro paese”.
blicazione del Piano e subito dopo, entro sesNell’altro versante, il Partito democratico dopo
santa giorni, i cittadini potranno presentare le
aver affrontato diviso le primarie (quattro le
loro osservazioni. Poi la nuova amministrazioliste presentate a Loreto), per eleggere i delene dovrà esaminare le osservazioni pervenute
gati al congresso provinciale, oggi il segretario
e, a lavoro ultimato, convocare un Consiglio
Remo Giovanetti deve fronteggiare le diverse
Comunale per approvarle. Il Piano Regolatore
correnti che pretendono ciascuna un proprio
sarà di nuovo pubblicato all’albo e dopo altri
candidato sindaco. Moreno Sablone dopo anni
trenta giorni approvato dal Consiglio Comunadi militanza ed un ottimo successo nella scorsa
le. Ad occhio e croce, i cittadini di Loreto potornata amministrativa, chiede e pretende la
tranno beneficiare della variante non prima di
candidatura a sindaco. All’interno dell’attuale
un anno.
Al voto al voto!
La realtà virtuale
“Ci sono dieci aziende che hanno chiesto di
aprire da noi la loro attività. In tempi molto
rapidi arriveranno le attività che porteranno,
tra l’altro, nuova occupazione. Solo un’azienda
assumerà quaranta dipendenti. Si tratta di un
imprenditore canadese ”.
E ancora: “ Tra l’altro abbiamo anche sbloccato
la situazione della Mare Monti: nelle prossime
settimane partiranno i lavori così le imprese
avranno anche un collegamento rapidissimo
con autostrade e litorale”.
Questo è quanto affermava nel 2005 in una
conferenza tenuta presso la sede dell’Unione
industriale di Pescara l’attuale sindaco di Loreto Bruno Passeri.
A dicembre 2008 è la volta del vice sindaco
Chiavaroli: “ Il consorzio A.S.I. ha già assegnato un’altra area all’azienda Gamal Ilp srl che
aprirà i battenti nel 2009. Prima della fine del
prossimo anno potrebbero arrivare nove nuove aziende nella zona Remartello”.
Il 2009 si è concluso e la zona industriale è praticamente deserta.
Nella primavera del 2008 l’API (Associazione
Piccole Imprese) di Pescara, s’interessò del
sito di Remartello con l’intento di costruire un
distretto industriale.
“L’intenzione – dice il presidente Domenico
Tronca – era di procedere con un sistema consorziato dove vi è un’azienda capofila e le altre
che in qualche modo possano ruotare nel suo
lotto produttivo. L’importante e che tra tutte si
istituisca una sinergia utile per abbattere i costi di produzione e privilegiare le innovazioni
tecnologiche. Il sistema dovrà funzionare per
distretti: un centro operativo unico per tutte le
aziende che spazi dalla proposta dei sistemi
innovativi di produzione, al marketing, ai corsi di formazione e a quelli per la sicurezza, da
svolgersi all’interno di una palazzina, edificata
al centro del distretto, dove era possibile collocare anche una sala congressi ed altre attività
correlate al mondo produttivo.
Abbiamo fatto almeno tre riunioni con il sindaco Passeri che ci riferì l’esistenza di alcuni piccoli problemi di facile risoluzione e che appena avevano provveduto ci avrebbero convocati
nuovamente. Ma dopo un po’ di tempo ci dissero che non era possibile agire sul quel sito perché i lotti furono acquistati da altre aziende.
L
ATTUALITA’
10 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Luce sul metano
E’ in scadenza l’accordo con la Sig. Il nuovo appalto lo
gestisce Penne. Con qualche distinguo
Le previsioni per quest’anno, l’ultimo della Sig in attesa del nuovo appalto, sono
incerte. Nel senso che fa sì abbastanza
freddo, forse non al punto da poter vedere
una conferma delle performances economiche del 2008: il primo trimestre permise di far schizzare i ricavi di 21.600 euro
della Sig spa, la società mista che opera
da vettore del metano essendo anche
proprietaria degli impianti, grazie all’aumento del 7% dei metri cubi di gas: quasi
9 milioni e mezzo di metri cubi. Il 2008,
l’ultimo anno conosciuto, tenendo a base
le tariffe rimaste ferme a tre anni fa, si è
infatti chiuso con un utile fotocopia del
2007: 144 mila euro, di cui 137 mila euro
distribuiti ai soci pubblici (i Comuni di
Penne, Loreto Aprutino e Collecorvino) e
a quello privato (la marchigiana Multiservizi spa che detiene il 38,70%). Non tanto,
ma pur sempre qualcosa per un Comune
notoriamente con le casse a secco quale
quello pennese che ha ribadito di voler
mantenere la propria partecipazione pari
al 23,65% (1.665.000 euro) sui 7 milioni di
euro di capitale sociale. E’ lo stesse ente
vestino, delegato dagli altri due, ora a dover fare da capofila nella messa a punto
del nuovo appalto per l’affidamento del
servizio. Se ne occupa da vicino l’ingegnere del partito democratico Piero Antonacci, a capo del settore lavori pubblici.
Subito una domanda: poiché la Sig spa
ebbe in affidamento diretto dal Comune
di Penne la gestione della pubblica illuminazione (titolare anche a Loreto)-che
ha reso un margine nel 2008 poco meno
di 20 mila euro- del calore degli edifici comunali (in tutti e tre i paesi) e dei
parcheggi, l’appalto che sta partendo la
comprenderà o sarà necessario un bando a parte?”A mio giudizio di appalti ne
servono due”, ha sollevato il caso in consiglio comunale l’ex vice sindaco Alberto
Giancaterino dai banchi della minoranza
dei LiberalSocialisti del centro destra. Si
sta occupando di fornire una risposta il
segretario generale Alberto Smargiassi.
Non solo: la gara pubblica per il gas sarà
indetta su bacini provinciale, regionale
od interregionale?Nel frattempo, alla Sig
è cambiato il consiglio di amministrazione col solito rimpasto. E’ il turno al vertice
di Graziano Agresta, espressione di Collecorvino e del suo centrodestra. Con lui
presidente, si sono insediati il pennese
Toni Di Nino (è una staffetta con il socio
di studio Ernesto Sfamurri) e l’ex sindaco
di Loreto Aprutino, già presidente della
spa, Carlo Nobilio tutti in quota al centrosinistra, mentre resta come consigliere
delegato il marchigiano Graziano Mariani
per conto dell’azionista privato. L’appannaggio annuo per i tre è nel complesso
di 34.240 euro, mentre è di 13.578 totali
per la terna del collegio sindacale oggi
presieduta da Domenico Patricelli con
Stefano Coppola ed il pennese Giuseppe
Pollastri subentrati ad Antonio Sabatini e
Bruno Fasciani. Per il nuovo organo di gestione la sfida è anche quella di conquistare nuovi affidamenti quando quest’anno
in diversi centri cominceranno a scadere
le proroghe e Sig intende farsi trovare
pronta. La società ha contabilizzato anche
contributi regionali per l’ampliamento
della rete metanifera per un milione e 280
mila euro. Su un altro versante, quello delle attività diverse dal core business aziendale, la Società Intercomunale Gas pensa
bene di far respirare meglio i propri conti
incidendo per il 42% dei suoi ricavi. Ad
esempio il Comune di Penne le fa gestire
alcuni parcheggi: i ricavi sono stati minori
di 8 mila euro rispetto al 2007 (123 contro
131 mila), ma anche meno costi per quasi
3 mila euro. Un risultato peggiorato poiché l’utile fu di almeno ventimila euro.
Il caso ABB
E’ arrivata la
bufera!
Anche a Loreto i venti della recessione
e della disoccupazione si fanno sentire.
L’ABB, l’unica vera e grande realtà occupazionale, con il consistente relativo indotto,
a fine anno chiuderà i battenti dismettendo il sito industriale locale. Un brivido di
incertezza ha attraversato i dipendenti
dell’azienda coinvolgendo le relative
famiglie e le altre realtà che operavano
nell’indotto. Non è cosa da poco se si considera che il nostro territorio da sempre è
stato considerato, rispetto alle altre realtà
limitrofe, l’ultima della classe per quanto
riguarda gli insediamenti industriali anche per le scelte operate dalle varie Amministrazioni che si sono susseguite negli
ultimi quarant’ anni. Il Consiglio Comunale è stato convocato in sessione straordinaria per affrontare la problematica manifestando solidarietà ai dipendenti tutti
senza distinzione di colore politico. Una
sua rappresentanza, nelle persone del
vicesindaco Chiavaroli e del consigliere
Cerretani si è recata insieme alle rappresentanze sindacali e della RSU a Roma
dove era stato predisposto un tavolo presso il Ministero dell’Industria per la ricerca
di possibili soluzioni. Dal tavolo è emersa
la possibilità di una cessione dell’azienda
con relativo mantenimento del livello occupazionale. Ovviamente il tutto dovrebbe essere subordinato ad un protocollo di
intesa con le istituzioni e ad un efficiente
piano industriale che garantisca continuità e soprattutto i livelli contrattuali. Naturalmente ciò di cui sopra riguarderà
esclusivamente l’ABB e i suoi dipendenti
ma nessuno potrà mai garantire lo stesso
per tutte le altre realtà occupazionali che
gravitano intorno all’azienda madre e che
sicuramente rischiano di più.
Probabilmente se l’ABB avesse trovato una maggiore disponibilità,da parte
dell’Amministrazione dell’Ente Locale,
allorquando avanzò l’ipotesi di un ampliamento dell’azienda, oggi non sarebbe
stata costretta a delocalizzare e forse staremmo qui a parlare soltanto di ridimensionamento e non di chiusura.
di Giano Bifronte
ATTUALITA’
L
12 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
PENNE, O SI CAMBIA O SI MUORE
Le riflessioni di Rifondazione Comunista
Considerato il particolare spaccato politico - economico che vive la
nostra cittadina noi, compagni di Rifondazione Comunista- sezione di
Penne, riteniamo che a fronte di una totale trasparenza sulla situazione
economica del Comune di Penne ci siano alcune tematiche imprescindibili e interdipendenti attorno alle quali ri-costruire un reale e
fattivo movimento di sinistra a Penne Le nostre proposte per riaprire il
dialogo con i cittadini e con tutte le forze politiche e sociali del centrosinistra sono:
1. OCCUPAZIONE: Aperture di aree di opportunità occupazionali a
favore dei disoccupati di ogni età in modo che le loro idee prendano corpo;realizzazione di aree industriali (zona Baricelle); sportello
informativo riguardo le molteplici possibilità di finanziamento e cofinanziamento per la creazione di opportunità lavorative ad ogni livello
istituzionale, per esempio incubatori d’impresa: ovvero possibilità di
facilitazioni economiche a chi abbia difficoltà iniziali nella realizzazione delle proprie idee.
2. GARE D’APPALTO MONITORATE E TRASPARENTI Previsione di normative, nel regolamento comunale, che escludano per almeno quattro
anni, per quanto riguarda l’affidamento di lavori pubblici e servizi ad
imprese private, di tutti gli imprenditori che abbiano avuto o hanno
vertenze in corso riguardanti i salari dei lavoratori e le norme sulla
sicurezza nel lavoro.
3. AMBIENTE: Investimento sulle fonti di energia alternativa(led,
pannelli solari in edifici pubblici e privati) finalizzato al risparmio
energetico sull’illuminazione: con un modesto investimento iniziale il
Comune di Penne potrebbe risparmiare , nel tempo, migliaia di euro.
Incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (annoso
problema di Penne) ascoltando le associazioni sensibili all’ambiente
come Greenpeace, WWF, Legambiente etc.e assumendo quanto più
possibile una posizione critica e lucida nei confronti degli imprenditori del settore attirati principalmente dall’aspetto lucroso del problema
4. AGRICOLTURA: Potenziamento e manutenzione delle strade dissestate che incontriamo nella nostra campagna ( fra la viabilità più precaria si segnala quella di Villadegna e quella di c/da Pagliari); ELIMI-
NAZIONE del passaggio tra produttore e consumatore che favorisce
solo gli speculatori e promozione della vendita diretta dall’agricoltore al consumatore; oltre al mercato coperto, apertura permanente,
soprattutto nel centro storico, di spazi per la vendita di prodotti tipici e
artigianali; introduzione di un bollino blu che garantisca la provenienza e la qualità dei prodotti locali.
5. SOCIALE: Costruzione di case popolari da destinare alle persone,
alle giovani coppie e alle famiglie con basso reddito. Considerato che
con la nuova finanziaria il GOVERNO BERLUSCONI ha ancora tagliato
soldi pubblici per l’istruzione pubblica destinando fondi alla scuola
privata riservata ai ricchi si richiede: di prevedere un fondo in bilancio comunale per fare in modo che i figli delle famiglie meno abbienti
continuino ad avere gratuitamente o, quanto meno, a costi contenuti
non solo i testi per il ciclo delle scuole elementari ma anche altri servizi come la mensa scolastica e il trasporto urbano.
6. CULTURA: Si ritiene che, considerata la vocazione storico-artistica e
ambientale della nostra cittadina, sia utile che le diverse realtà dialoghino fra di loro creando delle sinergie proficue e produttive Si reputa
improrogabile, quindi, l’inizio oltre che della salvaguardia anche di un
graduale recupero e potenziamento delle nostre ricchezze a partire
dal centro storico e da ogni bene culturale storico e paesaggistico del
nostro paese(chiese, fontane palazzi, case, archivi, biblioteche, reperti
di arte sacra e archeologici, riserva naturale etc..) anche attraverso
il reperimento di fondi privati, provinciali, regionali, nazionali ed europei. In questo modo si potrebbe mettere in atto il sistema di una
gestione integrata del centro storico e delle risorse architettoniche,
archeologiche, di storia sacra, archivistiche, bibliografiche e paesaggistiche che richiamando un maggior flusso turistico diventerebbe
anche un modo per creare spazi lavorativi e occupazionali. Inoltre si
reputa costruttivo facilitare gli scambi con canali alternativi nella produzione culturale creando degli spazi ad hoc come il cinema Ariston,
teatro di San Giovanni, etc. chi desidera partecipare attivamente alle
iniziative di RIFONDAZIONE COMUNISTA - circolo di Penne - può telefonare a Frisa Gabriele tel. 3470134861.
di Gabriele Frisa, Segr. del Circolo di Rifondazione Comunista Penne
Penne e la Croce Rossa
Insieme da 93 anni
La Croce Rossa è un’associazione Internazionale con fini assistenziali, nata nel 1864 ad opera di Henry Dunant.
Essa opera a favore delle vittime di conflitti armati, gravi situazioni di emergenza e catastrofi naturali, ed è presente in 164 paesi (Società Nazionali)
tra cui l’Italia. La CRI è presente nella città di Penne dal 1917, dalla costituzione dell’Ospedale Civile San Massimo. Le Crocerossine furono le prime
figure ad essere presenti, insieme ad altri volontari che si occuparono di attività socio-assistenziali e reperimento fondi e beni di prima necessità.
Il 5 dicembre 1943 durante il secondo conflitto mondiale la CRI stabilì a Penne un presidio riconosciuto dalle Autorità Civili e Militari dove venivano portati infermi e feriti. Purtroppo alcune di esse perirono
durante il bombardamento del 1944. Da allora a tutt’oggi le
ambulanze e i Volontari della CRI sono al servizio dei cittadini dell’area Vestina. Il Comitato Locale di Penne, per opera
dei suoi volontari svolge le seguenti attività socio-assistenziali: Servizio di trasporto degli emodializzati, servizio di
assistenza sanitaria incontri casalinghi di ASD Penne calcio
e ASD Passo Cordone calcio, primo soccorso e trasporto Infermi in convenzione e a pagamento, servizio di Assistenza
Socio Sanitaria e compagnia presso il reparto Geriatria e per
l’animazione nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile di
Pescara, assistenze domiciliari ad alcuni anziani e disabili
di Penne, attività ludica gratuita per i giovani svolta periodicamente presso il “Parco del Sole”, varie attività a favore
dei senzatetto, raccolte alimentari a favore delle istituzioni
civili e religiose operanti nell’area vestina, collaborazione
attiva con mensa di san Francesco, Caritas e Servizi Sociali
dell’area Vestina per attività sul campo; inoltre postazione
di Primo Soccorso presso località Rigopiano, Farindola, nel
periodo estivo, collaborazione con la Comunità Montana
Vestina- Servizio Sociale, partecipazione attiva al piano comunale di P.C. attività varie di Croce Rossa a livello locale,
provinciale e regionale.
ATTUALITA’
L
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I nostri soldi
DEBITI IN NOME DEL
POPOLO ITALIANO
Il Comune alla cassa per le sentenze. Ecco perché
PENNE – L’ultimo conto da
pagare data 22 ottobre scorso, cioè due settimane dopo
la delibera con cui il consiglio comunale ha preso atto
di dover riconoscere e dunque estinguere, con un piano triennale, alcuni debiti fuori bilancio
legati a giudizi ed alle relative parcelle
professionali di alcuni avvocati: in tutto
poco più di 56 mila euro, ora all’esame
della Corte dei Conti. Il 22 ottobre il Tar
di Pescara, dove il Comune su quattro
cause (perse) non s’è mai costituito, ha
dunque condannato il Comune a rifondere tremila euro di spese legali nella
vertenza Cogedil. Nel mirino dei giudici
amministrativi, le opere di urbanizzazione
del comparto Peu di contrada Baracchia,
eseguite secondo l’ufficio urbanistica in
parziale difformità del progetto approvato. Tanto che nell’aprile 2007, l’ente
sospendeva alla Cogedil l’esecuzione
della domanda di permesso a costruire
in sanatoria. Da qui il ricorso della ditta e
l’accoglimento delle sue ragioni da parte del Tar. Una seconda battuta d’arresto
per l’architetto Antonio Mergiotti, responsabile dell’urbanistica comunale e del
partito democratico di Collecorvino. Perché già il 2 luglio 2009 l’ufficio comuna-
le, sempre dal Tar, aveva avuto notizia di
una sconfitta (“il Comune ha equivocato”)
con annesso conto di 4 mila euro di spese legali da versare a Roberto Cecamore,
titolare dell’”Autotrasporti Mediatrans”
e proprietario della sede in piazza Luca
da Penne dei democratici. L’imprenditore,
che a contrada Campetto ha messo in piedi un centro commerciale su cui indaga
la procura della Repubblica di Pescara,
s’era visto sospendere dall’ufficio urbanistica la denuncia di inizio attività (Dia)
e negata l’agibilità fino alla pronuncia del
giudice amministrativo. Due altri verdetti
sfavorevoli (4 mila euro di spese) al tribunale amministrativo di Pescara le ha subiti, l’amministrazione Di Marcoberardino, il
2 luglio: ricorrenti la società Gamma Real
Estate sas di Pierluigi D’Angelo e c. e Cadia Capitanio, titolare di “Shoes”. Entrambe avevano ricevuto da Donato Valori,
responsabile delle attività produttive, l’ordine di sospendere la vendita fino all’acquisizione dell’agibilità. Walter Putaturo
(già presidente del comitato di controllo
sugli atti dei Comuni pescaresi), Andrea
Modesti e Giulio Cerceo: sono i tre legali le cui competenze, per vicende invece
piuttosto vecchie, sono rispettivamente
pari a 15.228 euro, 20.716 euro e 12.713
euro. Li paga Donato (in alto nella foto).
Ripetitori
Fornarola. Qualcosa si mosse. Il comune
convocò due esperti del settore per effettuare tutti i rilievi necessari per scongiurare un eventuale inquinamento acustico e
magnetico. I risultati, un po’ ballerini - per
la verità - diedero in parte ragione ai residenti. Dopo tante battaglie e dopo il cambio della guardia a palazzo di città (con
l’amministrazione di Donato di Marcoberardino), la situazione non si è mossa di
una virgola. I cittadini si sentono presi in
giro. Gli animi sono
accesi mentre ciò
che va spegnandosi
è la speranza di veder finalmente risolta la situazione. «Non
è una questione di
principio - urlano i
residenti riuniti nei
rispettivi comitati noi siamo preoccupati per la nostra salute e siamo stanchi
di aspettare!».
Squilli in ritardo
PENNE - «O natura, o natura, perché non
rendi poi quel che prometti allor? Perché
di tanto inganni i figli tuoi?». Prenderebbero in prestito i versi di Leopardi, i residenti di Colle Castello e Porta Fornace di
Penne, che dopo anni di battaglia anti-antenne avevano ottenuto dall’amministrazione comunale la dislocazione degli impianti in un luogo già individuato (come
deliberato nella seduta consigliare del 5
marzo 2009). Ma ad oggi, dopo nove mesi,
nessun lavoro è stato iniziato. I residenti
delle zone coinvolte, riuniti in altrettanti
comitati si sentono presi in giro e pretendono delle spiegazioni. I cittadini, costituitisi in comitato, hanno da subito avanzato
proteste contro l’installazione di quei mostri tecnologici che si ergevano proprio
sulle loro abitazioni. Disturbati dai rumori
degli impianti, preoccupati per le radiazioni emanate, sin dal primo giorno si
sono rivolti all’allora amministrazione comunale, diretta dal primo cittadino Paolo
L
GIUSTIZIA
16 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
VOSTRO ONORE
SI E’ DIMESSO
Dopo che Lacerba scoprì l’incompatibilità
del giudice Chieffo
PENNE – Sul numero 8 del 2009 (“L’insostenibile leggerezza del giudice Chieffo”),
Lacerba aveva pubblicato il caso spinoso
di Agostino Chieffo, un giudice-politico
che per anni ha penalmente processato
gli imputati alla sezione di Penne del tribunale pescarese pur essendo vicesindaco di Gissi: un doppio ruolo incompatibile,
come da sempre sancito dalla normativa. E
così l’avvocato di Gissi Agostino Chieffo ha
perciò dovuto lasciare l’incarico di giudice
onorario penale di tribunale di Penne: letta
Lacerba, il presidente del tribunale di Pescara Giuseppe Cassano ha messo Chieffo
davanti alle sue responsabilità inducendolo
a scegliere: lasciare la toga di magistrato o
la carica di vice sindaco. Chieffo ha lasciato la magistratura onoraria, ma di lui si sta
occupando il Consiglio Superiore della magistratura per i provvedimenti del caso. Dal
2006 il quasi quarantenne legale Agostino
Chieffo del foro di Vasto, per carenze di organico, aveva chiesto ed ottenuto di essere
“prestato” alla magistratura come giudice
onorario al tribunale di Pescara che l’aveva distaccato nella sezione pennese dove
sentenziava nelle cause penali in qualità di
giudice unico monocratico. Chieffo però era
stato eletto come consigliere comunale di
Gissi nel 2004, nominato dal sindaco Nicola
Marisi suo vice e rieletto il 7 giugno scorso quando è stato confermato numero 2 del
sindaco con deleghe pesanti. Il problema è
che per la legge italiana Chieffo è incompatibile. Non si può insomma esercitare la
funzione di magistrato onorario e quella di
vice sindaco, anche se Gissi, patria di “zio”
Remo Gaspari, non fa parte del territorio di
competenza del tribunale vestino (60 mila
abitanti sparsi fra Cappelle sul Tavo e Brittoli). E’ così deciso fin dai tempi di un regio
decreto del 1941. E in quest’epoca repubblicana, il 3 giugno 2009 il ministero della
Giustizia (che nomina i giudici onorari) l’ha
ribadito: la toga di magistrato onorario è
preclusa ai “titolari di cariche elettive ed i
membri delle giunte degli enti territoriali”.
Il Consiglio Superiore della magistratura,
che delibera sulle domande dei giudici
onorari così come proposte dal consiglio
giudiziario territoriale, nel 2004 rispondeva
chiaramente ad un quesito (un sindaco può
essere anche GOT?) rilevando che “allo stato della legislazione primaria non vi sono
spazi per ritenere che vi sia compatibilità
fra l’esercizio delle funzioni di magistrato
onorario e quello di una carica politica pubblica, nel caso di specie la carica di sindaco,
a prescindere dal circondario in cui queste
ultime vengono prestate e, dunque, anche
nel caso che dette funzioni vengano esercitate in ambiti territoriali diversi”. Intanto, a
Penne le udienze penali vengono tenute dal
solo giudice onorario Franca Di Felice.
di Berardo Lupacchini
Alfano
Giustizia lenta
IL TEMPO CANCELLA
PENNE – Assolto e prescritto. Difeso dall’avvocato Ugo Di Silvestre, chiude i conti
con la giustizia alla bell’e meglio l’ingegner Piero Antonacci, imputato in un processo al tribunale di Pescara: sul capo dell’ufficio tecnico comunale pendevano le
accuse di abuso e rifiuto di atti d’ufficio. Al centro della vicenda, i lavori di ristrutturazione nel ’95 di palazzo Perrella, in piazza Luca da Penne. Sotto accusa, secondo
il Pm dell’epoca Aldo Aceto, un aumento di volumetria legato ad opere eseguite in
un locale, attiguo al condominio, dal proprietario Vincenzo Bianchini. Negli esposti
si lamentava un abuso edilizio che, secondo l’ufficio del procuratore Nicola Trifuoggi, provocherebbe tuttora problemi di stabilità. Intervenne anche il difensore
civico della Regione Giovanni Masciocchi e così, con un’ordinanza, il sindaco Paolo
Fornarola, nel febbraio 2002, imponeva a Bianchini di eliminare l’abuso e di ripristinare la stabilità del palazzo, messa in pericolo dallo scavo di circa mezzo metro.
Bianchini non ottemperò, mentre per l’accusa Antonacci non avrebbe fatto rispettare l’ordinanza. Il tribunale, presieduto da Carmelo De Santis, ha però prosciolto il
tecnico: avrebbe dovuto farla rispettare il sindaco. Per le altre imputazioni, il troppo
tempo passato le ha fatte prescrivere.
ECONOMIA
L
18 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
RICCHI RICCHISSIMI MA IN MUTANDE
Così il fisco incrociando redditi e consumi scopre certi evasori.
Ecco alcuni casi vestini
Venerdì primo gennaio dall’Agenzia delle Entrate sono filtrati i primi risultati sulle
dichiarazioni dei redditi 2009 (per l’anno
2008). I dati dicono che gli oltre 41 milioni
di contribuenti Ire (l’imposta sulle persone
fisiche, un tempo l’Irpef) hanno messo nero
su bianco un imponibile medio di 19 mila
e 110 euro (1.592 al mese). Cifre superiori
cioè del 3% rispetto all’anno precedente
e di mezzo c’è stato un anno che ha visto il
prodotto interno lordo lasciare sul campo un
punto percentuale. Magra consolazione. Le
tabelle però spiegano che solo 395 mila 562
contribuenti hanno dichiarato un reddito superiore ai 100 mila euro e che quelli oltre la
soglia dei 200 mila sono quasi 77 mila, ovvero lo 0,18% del totale: meno di due ogni mille, insomma. L’evasione stimata dal governo
è di 100 miliardi. Per provare a contrastarla, si innesca il meccanismo del cosiddetto
accertamento sintetico, basato sugli incroci
fra le banche dati. Funziona così: quando un
contribuente per almeno due anni manifesta, attraverso l’acquisto o comunque il possesso di certi beni, una capacità contributiva
superiore di un quarto a quella dichiarata,
allora l’agenzia delle Entrate può procedere a ricalcolare il suo reddito in base ad una
serie di parametri.
Se ti scopro ecco cosa paghi. 5.160 euro e
50 centesimi: è l’imponibile che l’erario può
imputare (salvo diversa spiegazione) a chi
ha un’auto a benzina con 24 cavalli di potenza fiscale, una Porsche Boxter o una Hyundai
Santa Fe ad esempio. Le tabelle dei coefficienti presuntivi di reddito spiegano che una
barca a vela di 18 metri o oltre fa desumere
agli ispettori del fisco un reddito per il suo
armatore di 11.374,55 euro (più 11,29 euro
per ogni centimetro eccedente i 1.800). Per
quanto riguarda il mattone, nel caso delle
residenze principali il reddito imputabile al
possessore di un appartamento fino a 120
metri quadrati, in Abruzzo, è di 22,59 euro
al metro; per le residenze secondarie gli importi vanno dimezzati. Le tabelle dell’agenzia delle Entrate considerano anche altre
voci: dal collaboratore domestico che a
tempo pieno lascia presumere un imponibile del suo datore di lavoro pari a 16.295,45
euro. Un cavallo da corsa mantenuto in proprio è valutato 7.260,35 euro.
Qualche evasione emblematica. Lacerba è in
grado di svelare una serie di storie. A Penne,
un insospettabile dipendente di un’azienda
di credito se la cava con una dichiarazione
da 20 mila euro. Ma la sua famiglia risultava proprietaria di tre immobili. Non solo.
Nell’arco di un anno si poteva
permettere però di finanziare per
200 mila euro l’azienda di cui era
socio un parente e di spendere
127 mila euro per pagare canoni
di noleggio: la somma necessaria
ad assicurarsi la disponibilità di
una barca di 24 metri e di un’auto
di lusso. Per il fisco, il suo reddito
calcolato è stato di 315 mila euro.
C’è poi il caso di un disoccupato
di lusso loretese, poco più che
cinquantenne. Sosteneva di vivere
semplicemente gestendo i suoi
beni, dichiarando 60 mila euro.
Proprietario però di una vistosa villa e di altri immobili, aveva
due persone di servizio fisse, un
discreto garage e persino uno
yacht. Ha cercato di spiegare agli
ispettori che, per mantenere il suo
tenore di vita, aveva via via eroso
il patrimonio di famiglia. Ma non è
riuscito a dimostrare di aver venduto granché. Il suo reddito è stato elevato
a 100 mila euro. Il lavoratore autonomo di
Pianella dichiarava 62 mila e 240 euro, credendo di essere al di sopra di ogni sospetto.
Però aveva comprato, a metà con la moglie,
una casa di 157 metri quadrati con due garages e per farlo aveva contratto un mutuo
che gli costava intorno ai 15 mila euro di interesse all’anno. A questo doveva sommare
gli 8 mila e 780 euro pagati per l’affitto di
un appartamento al figlio e le spese di due
auto, fra cui una di lusso. Quando ha anche
tirato fuori 103 mila euro per l’acquisto di un
appartamento a Pescara, s’è trovato addosso
il fisco che gli ha quasi raddoppiato l’imponibile portandolo a 118 mila euro, con una
maggiore imposta di 42 mila e 270 euro. Un
garage da emiro per l’imprenditore pennese. Era di quelli che dichiarava meno dei dipendenti: 18 mila euro. Pian piano era salito
a 26 mila e poi a 65 mila euro. Sempre troppo
poco però per uno che ha un parco macchine importantissimo. Convinti che il suo reddito non si discosti tropo dai 300 mila euro,
gli ispettori gli hanno contestato un’evasione di 400 mila euro nell’arco di tre anni.
di Berardo Lupacchini
Trasoletti a Loreto è il
proprietario numero 1.
Nullatenenti in tre
MATTONI LORO
LORETO APRUTINO –
Su sette componenti
la giunta uscente, tre
non sono proprietari di
immobili (case e terreni) nella cittadina che
stanno finendo di amministrare. Nella classifica, spicca il primo
posto dell’ultimo asTrasoletti
sessore nominato: Adriano
Trasoletti, ristoratore, è infatti proprietario di case e terreni come il
sindaco, ma in maggior misura.
Ultimi, perché nullatenenti immobiliari,
sono Moreno Sablone, Sandro Di Minco e
Leonardo Pasqualone (originario di Atri),
secondo i dati in possesso di Lacerba. Per
gli altri quattro, compreso il sindaco Bruno
Passeri, emergono beni a loro intestati a
Loreto Aprutino.
Il sessantunenne (il 26 marzo) primo cittadino, forse al passo d’addio, risulta unico
proprietario degli otto vani in cui vive a
contrada Cartiera (categoria A3) e con una
rendita catastale di 537,12 euro. Al catasto,
foglio 23, a suo nome anche alcuni terreni
di esclusiva proprietà: seminativi rispettivamente di 19 are e 26 centiare, 5 are e 85
c. e 3 are individuati nelle particelle 506,
900 e 902.
Il suo attuale vice sindaco, Terenzio Chiavaroli, che va per i 51 anni, ha la piena
nuda proprietà di un appartamento ai Cappuccini di 4 vani, in categoria A3, con una
rendita di 194,19 euro.
Il 13 aprile Adriano Trasoletti, nato a Penne,
compirà 47 anni. Dieci complessivamente i
suoi vani dislocati in due (3,5 e 6,5) immobili di via Marconi, in categoria A4, dalle
rendite catastali di 153,65 e 245,06 euro. Si
aggiunge anche la proprietà per un quinto
di un’abitazione di 7 vani in via Giuseppe Verdi, in categoria A3, e che gli rende
339,83 euro. Circa i terreni, Trasoletti vanta
un quinto proprio sulla modesta dimensione di un seminativo al foglio 9 particella
588 di 22 are e 21 centiare, il cui reddito
agrario è di 9,18 euro e quello domenicale
di poco superiore.
Per il quarantaduenne loretese doc Stefano Corradi, assessore all’urbanistica, due
mezze proprietà superficiarie in contrada
Torre Casamarte: un garage di 19 metri
quadrati e un’abitazione di 5,5 vani con
rendita di 411,87 euro e in categoria A2.
B.Lup.
L
Da sinistra:
Angelo Petrucci,
Andrea Perrone e
Gianluigi Di Nino,
fotografati per Milano
Finanza.
Sotto, Antonio
Bianchini
TENDENZA ROMAN STYLE
Con la qualità oltre la crisi. E Penne al centro.
E’ il nuovo modello Brioni. Ben visto a destra
PENNE – Una cravatta personalizzata, che sarebbe
piaciuta anche al presidente Obama, a ciascun
consigliere regionale così
come uno scialle alle gentili signore elette dal popolo nell’assemblea regionale abruzzese
presieduta da un amicone come Nazario
Pagano. Un piccolo presente natalizio
con cui Brioni ha fatto la sua bella figura
con la politica.
A Penne, c’è un certo via vai di big del
centro destra come mai si era visto in
passato. Sarà perché Lucio Marcotullio,
storico condottiero aziendale, era chiaramente targato centro sinistra e finiva
per incontrare solo personaggi della
sua parte politica, ma sarà anche perché il nuovo corso di Brioni “è aperto a
tutti”, come precisa Antonio Bianchini,
direttore generale a 300 mila euro lordi l’anno di Brioni: insieme con Andrea
Perrone (450 mila euro) guida il gruppo dopo la rivoluzione di ottobre che ha
partorito l’eliminazione del consiglio di
amministrazione e la nascita del consiglio di gestione a due teste. L’avvocato
Alessandra Militerno, quarantaduenne
bolognese di nascita, è invece a capo
del comitato di sorveglianza composto anche dal trentanovenne professore Alessio Di Amato, già consulente
legale di Brioni e figlio di Astolfo ex
consigliere di amministrazione, e dal
revisore contabile leccese Donato Coricciati. Che l’azienda stia spegnendo le
65 candeline della torta in un momento
storico di grande delicatezza è un fatto.
Ma i segnali anti crisi sono sempre più
continui. E naturalmente Penne non può
che aggrapparsi all’alta sartoria di lusso. Se lo farà, anzi tornerà a fare dopo
gli otto anni di Marcotullio sindaco-capo
azienda, anche per la politica cittadina
ad un anno dal voto per il nuovo sindaco
è presto per dirlo.
Ma è una domanda ricorrente che per
ora non trova risposte dirette, ma solo
un chiacchiericcio. Bianchini parla solo
di economia aziendale per dire:“Non
sono pessimista, anche se c’è ancora da
soffrire e ai nostri bravissimi lavoratori dico: Brioni c’è, e perciò ciascuno di
noi faccia bene la sua parte. Il senso di
responsabilità va dimostrato sempre.
Segnalo un dato illuminante sulla nostra
qualità in questi momenti: non ci torna
indietro un solo capo fra quelli lavorati
in 220 fasi da altrettanti professionisti.
La scuola per sarti dedicata dall’85 al
fondatore Nazareno Fonticoli, grazie alla
Regione, è ripartita e garantirà forze
nuove all’azienda dove entro fine anno
usciranno i più vecchi e il ricambio generazionale sarà completato”. Prodotto, distribuzione, comunicazione e prezzo: in
che modo vi siete mossi?”Accorpando,
tagliando e valorizzando professionalità
interne come Angelo Petrucci e Gianluigi Di Nino. Penne è così diventata il
centro principale di tutto il gruppo. Qui
si gestisce un concetto di organizzazione che ci permette di puntare sui negozi
di proprietà, ma anche su quelli in franchising: le nostre boutiques, da Shangai
a Barcellona, devono avere lo stesso
standard di servizio, diffondono il marchio e consentono un rapporto diretto
con il mercato. A fine giornata sai esattamente i dati delle vendite. E questo è
strategico perché il mercato chiede risposte subito”. Brioni è nota soprattutto
per il suo look formale, come capispalla
e cravatte. La scelta di puntare anche su
tutto il resto, tipo lo sportswear, è stata
premiata?”Si, ci sta dando grosse soddisfazioni in un momento di difficoltà del
formale”. E la linea donna, dieci anni
dopo il lancio delle collezioni?”E’ una
piccola parte del business, ma è emerso il giusto profilo: la donna che ricopre
ruoli di comando. Da un tailleur su misura emana un certo senso di potere…”.
700 abiti realizzati dagli anni ’50 e 10
mila foto dell’archivio di Brioni sono stati
premiati dal Ministero dei Beni Culturali
per il loro interesse storico. Uno spunto
doc. Così come lo è la giacca-camicia,
il capo su cui si sono cimentati gli allievi del Royal College of Art di Londra,
partner prestigiosissimo di Brioni da tre
anni. Un modo per rivisitare lo storico
guardaroba aziendale in chiave british.
Mesi fa, lo smoking tuxedo e la giacca
da viaggio hanno acceso la fantasia inglese con buoni risultati a giudicare dal
fatto che la travel jacket è stata inserita nella collezione primavera-estate di
quest’anno.
di Berardo Lupacchini
NEWS FINANZIAMENTI A FONDO
PERDUTO/MUTUI AGEVOLATI
Le opportunità di finanziamento a fondo perduto/mutuo agevolato per l’anno 2010
Progetti
Start Up Impresa
Integrati
Per chi: nuove attività
Territoriali – P.I.T. imprenditoriali
POR FESR
Abruzzo
2007/2013
In fase di predisposizione
Per chi: attività legate al
turismo e attività ricettive,
alberghiere ed extraalberghiere.
Per cosa: investimenti
in nuove tecnologie,
ampliamento,
adeguamento e
potenziamento delle
strutture e dei processi
produttivi.
Fondo Stanziato: POR
FESR Abruzzo 2007/2013 8.000.000,00 €
Contributo a fondo
perduto: Max. 200.000 €.
Interventi di riattivazione
dell’attività produttiva delle
Imprese.
Per chi: attività
economico-produttive
colpite dagli eventi
calamitosi verificatisi a
partire dal 6 aprile 2009.
Per cosa: erogazione
di contributi a fondo
perduto miranti a risarcire
i danni causati alle attività
economico-produttive
colpite dal sisma del 6
aprile 2009, al solo fine di
riattivare le imprese stesse.
Fondo Stanziato: POR
FESR Abruzzo 2007/2013 –
35.000.000 €.
Contributo a fondo
perduto: Max. 5.000.000 €.
Dr. Ivan D Attilio
(Artigianato, Commercio,
Industria)
Per cosa: investimenti
per la realizzazione
e l’avvio di piccole
attività imprenditoriali
(attrezzature, macchinari,
impianti e allacciamenti;
beni immateriali a
utilità pluriennale;
ristrutturazione di
immobili, entro il limite
massimo del 10% del
valore degli investimenti).
Contributo a fondo
perduto: Max. 100.000 €.
L
SOCIETA’
22 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
C’ERA UNA VOLTA
(O C’È ANCORA?) LORETO
No, non è il titolo di una favola contemporanea. Non ci sono principi o principesse, fate o maghi e non ci sono magie.
Non voglio raccontarvi alcuna storia, voglio solo parlarvi di come si vive in un
bel “villaggio” che si erge su una collina:
Loreto Aprutino. Mentre passeggiavo nel
mio bel paesello, mi è balenata un’idea in
testa: perché non chiedere ai miei concittadini come vivono e cosa ne pensano del
loro borgo “natio”?
Ho pensato di porre il quesito ad una nutrita schiera di abitanti e le risposte sono
state esaurienti e interessanti.
La risposta che mi sarei aspettata dai miei
coetanei (ragazzi dai 18 ai 25) non è tardata ad arrivare: la maggior parte di loro
mi ha definito Loreto come un “paese che
non c’è più ”, dove
non ci sono attrattive
né attività interessanti da praticare, dove
non ci sono locali nè
luoghi
d’incontro;
anche se, inaspettatamente, alcuni di
essi, hanno dichiarato apertamente di
viverci bene poiché
c’è tranquillità.
Gli over 25, al contrario, si sono spaccati in due schiere:
c’è chi mi ha riferito
che sarebbe inutile
cercare di pretendere di più da un piccolo paese, che ci
sono attività culturali, sagre e ritrovi e che
sono i giovani a non divertirsi né adattarsi; chi,al contrario, ha appoggiato fermamente il pensiero dei ragazzi/e: «A Loreto
si vive bene ma non c’è nulla, nessun posto idoneo per lo svago».
Chi sembra vivere benissimo sono le
persone più “mature”(dai 60 in su), che
dichiarano: «Si vive benissimo, noi siamo
nati qui e non ci siamo mai allontanati, non
possiamo chiedere di meglio ad un paese
così bello e vivibile come il nostro».
Sarà vero? Siamo solo noi ragazzi a pretendere troppo? Siamo noi ad essere disinteressati alla tutela del nostro paese e
preferiamo “migrare” in luoghi diversi?
Non credo che le risposte a questi quesiti siano affermative: da una parte penso
che tutti abbiano qualcosa da recriminare
all’amministrazione locale, dall’altra credo anche che tutti i cittadini debbano impegnarsi per far “rivivere” Loreto.
Qualcuno si è mai chiesto da dove nasca il
disagio e il malcontento di tutti i cittadini
? Qualcuno ha mai cercato di prospettare
delle alternative all’ “esilio forzato”? Ci si
è mai chiesti il perché di questi spostamenti? Credo di no. Credo che nessuno
(o forse solo alcuni) abbia mai pensato a
delle soluzioni, ma abbia semplicemente
posto il problema.
A mio parere, la maggior parte di noi
“fugge dal nido” poiché non trova nessuno che gli permetta di esprimere il loro
diniego o il loro consenso sui temi più
svariati.
Prendiamo la politica locale: perché non
ci sono uomini politici (di destra e sinistra) che cercano di coinvolgere i giovani?
Perché non si tenta di ascoltare ed accogliere i pensieri e le idee degli uomini e
le donne del futuro? Perché i politici sono
interessati solo al proprio tornaconto?
Non so se qualcuno riuscirà mai a rispondere in maniera
esaustiva a queste
domande, soprattutto non so se lo farà
mai.
Poniamoci un altro
quesito: perché nessuno tenta di proporre attività culturali
che facciano rivivere
il bel paese?
Non vorrei creare
solo dubbi, ma cercare di avanzare idee:
si potrebbe cercare
di far apprendere
agli adolescenti la
storia, le tradizioni e
le usanze antiche di Loreto, magari coinvolgendo anche le persone anziane che,
(ne sono sicura), sarebbero pronte e felici di diventare per qualche ora “docenti
delle new generations”.
Qualche lettore potrebbe pensare che
queste proposte sono utopistiche o irrealizzabili ma vi assicuro che non è così: ciascuno nel suo piccolo può, se vuol farlo,
cercare di tutelare il patrimonio cittadino,
di avanzare idee e di aiutare a far rifiorire
e a far recuperare le consuetudini culturali e folcloristiche.
Non vorrei che questo articolo contenga
solo un messaggio pessimistico: Loreto
è un località che può offrire molto e dal
quale si può imparare tanto, bisognerebbe cercare solo il modo di perfezionarlo
e di rispettarlo.
Concludendo mi faccio un’ultima domanda alla quale non riesco a trovare una risposta adeguata: il nostro paese tornerà
ad essere vivo e gremito?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Claudia D’Amico
TITOLO PAGINA
L
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26 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
alla ricerca
del senso di appartenenza
Un ragionamento senza moralismo né presunzione
LORETO APRUTINO - Viviamo in un’area territoriale tra le più suggestive d’Abruzzo, eppure non sembriamo quasi accorgercene, stretti fra
problemi quotidiani, corse contro il tempo, suggestioni consumistiche
e, dispiace dirlo, effetti di una politica nazionale di canali formativi (e
informativi) che, per decenni, non ha certo messo ai primi posti, diversamente che all’estero, la creazione di una vera coscienza del bene culturale, della sua centralità nella vita di un uomo, e d’un cittadino che voglia
considerarsi tale.
L’area oggetto di queste modeste considerazioni è quella un tempo facente parte di uno dei due territori morfologicamente diversi che occupavano gli antichi Vestini: quello costiero, nel versante orientale del
Gran Sasso ovvero la zona di Penne e Loreto Aprutino sino alla vallata
del Pescara; l’altro era montano e si sviluppava in quelle zone comprese
tra il Piano dell’Aquila a nord, la Piana di Navelli al centro e la Piana di
Capestrano a Sud.
Ma non è mia intenzione annoiare il lettore con disquisizioni di natura
storico-geografica; il mio intento è semplicemente fungere da pungolo
alle nostre addormentate coscienze, ovvero buttare il sasso nello stagno,
per sperare di far muovere un po’ le acque ri-stagnanti della politica e
del sociale.
Nonostante il territorio vestino abbia una ricca storia alle spalle e sia
dotato nei giorni nostri di un sistema museale diffuso di tutto rispetto,
unitamente ad un sistema di salvaguardia di vaste zone ambientali e paesaggistiche di rilievo, dimostrando di voler realmente recuperare il gap
culturale maturato nei confronti degli anni a cavallo tra l‘’800 e il ‘900.
Periodo d’oro per cui più di uno studioso di storia patria ha certificato la
ricchezza paesaggistica, ambientale e soprattutto culturale che la citata
area ha espresso in Abruzzo.
Se appare impossibile se non utopistico oggi, ricalcare le preziose ed indelebili orme dell’aureo periodo si dovrebbe cercare comunque di fare
qualcosa, se non altro per tentare di risvegliare l’apatico orgoglio degli
eredi di quella gens italica fiera e laboriosa che per la conquista di diritti civili osò ribellarsi a Roma Imperiale ovvero lavorare proficuamente,
ognuno nell’alveo territoriale d’appartenenza e delle proprie competenze per cercare di contribuire con più efficienza al raggiungimento di
una qualità di vita migliore, se è vero che la domanda giovanile interna,
unitamente a quella turistica, si fanno sempre più esigenti ed incalzanti.
Questi buoni propositi mal si conciliano, in generale, con un reale tenore
di vita di cui oggi soffrono i centri del territorio che ancora indugiano,
per alcuni aspetti, a risvolti di convivenza civile di antica memoria, intendendo ad esempio, la “critica” nella sua più mera espressione negativa:
il becero pettegolezzo ovvero l’insulso vezzo di cospargere di fango la
moralità di questa o quella persona, spesso colpevole soltanto di ubbidire alla sua coscienza.
Negligentemente sottovalutato, il “virus” del Gossip-man è in grado di
infettare anche chi presuppone di esserne immune, col rischio di creare
un’assurda situazione di normalità. Ci si abitua, insomma, a conviverci.
Con la “malaparola” o inv(f)ettiva che dir si voglia. E non ci vuole molto a
capire che l’assuefazione a questo stato di cose, senza un’azione di contrasto che possa limitarne l’attecchimento, ci costringe a fare un balzo
indietro nel tempo sino al riapparire del Medioevo, tenuto storicamente
e miracolosamente in vita, oltrechè dalle sue strutture architettoniche, civili e religiose, anche, purtroppo, da una certa predisposizione mentale,
le cui radici prendono linfa, appunto, da boccaccesche narrazioni.
Chiedo venia di essermi soffermato su quest’aspetto che potrà sembrare
di secondo piano, scontato e riduttivo (e questo è male) ma rappresenta il classico fardello sulla schiena del progresso della comunicazione
sociale; una rappresentazione poco edificante che si mette in atto nella
quotidianità delle piazze vestine, le quali, a dispetto della loro predisposizione salottiera e crocevia di quotidiani rapporti umani, continuano a
fungere, nel ribadire ciò che scrissi anni addietro, da grossi altari dove
vengono metodicamente sacrificati al dio pettegolo, problemi vacui dagli
effimeri godimenti.
Una pittoresca area dalle enormi potenzialità sociali, economiche e cul-
turali, costretta a fare quotidianamente i conti con un “modus vivendi”
al limite dell’antistoricità e della dispersione, contrassegnato da antagonismi viscerali che impediscono la realizzazione di progetti di largo
respiro, dove l’orizzonte non finisce nella rete di recinzione del giardino
di casa.
E prego il paziente lettore, di non “leggere” in queste righe, alcun atteggiamento moralistico, tantomeno di presunzione: è soltanto una semplice
e, purtroppo, penso, veritiera constatazione.
In effetti, anche la politica ha risentito di questi “influssi malefici”, così
tanto che è arrivata ad un punto di attrito (con la cittadinanza), quasi, di
non ritorno. Lo scontro frontale, all’arma bianca, ha preso il posto del ragionamento e della saggezza, del dibattito franco e costruttivo, rendendo
straordinariamente difficoltoso ogni rapporto politico ed umano.
A parer mio c’è un solo modo di combattere questa “pestilenza” sociale,
che nutrendosi spesso del fanatismo, rende orbo anche chi ha la vista
acuta: mandarla al rogo della purificazione… culturale o sentimentale
che dir si voglia. Perché è l’ineducazione dei sentimenti il suo focolaio principale. Il vibrione dal quale si origina espandendosi per tutto il
corpo.
Ed il vecchio antidoto a tutti i mali è sempre attuale: la tanto bistrattata
cultura! Ben s’intende non quella letteraria (o meglio, non solo), soprattutto quella dei sentimenti. Perché è questa la prerogativa più importante da considerare per continuare il cammino con meno tribolazioni, nel
senso che resta impossibile affrontare il futuro con lucidità necessaria
se nei nostri sentimenti nutriamo radicale avversità a tutto ciò che possa
essere contrario alle nostre idee ovvero semplicemente la difficoltà profonda a rispettare l’altro! L’insofferenza verso l’opinione altrui, portato
all’estremo, offre il fianco ad un male ancora più grave: l’intolleranza. Nei
confronti dei cosiddetti “nemici”e a tutto. Ed ecco che la nostra comunità
di riferimento che ha avuto il tempo di cronicizzare questa “malattia”, si
ritrova il tessuto sociale lacerato in più punti ed in alcuni casi completamente sbrindellato.
Che fare? Non molto, per la verità e niente di sensazionale se non di
iniziare a riconnettere il suo tessuto a partire … dalla sua storia, da dove
la memoria si è sentita obliata dal tempo e dall’incuria degli uomini.
Dal suo patrimonio culturale. Dai suoi luoghi che sono luoghi identitari,
relazionali, storici, luoghi della memoria, opposti ai luoghi polifunzionali
e anonimi, i non luoghi degli spazi della modernità. Conoscerli permette
di ricostruire le funzioni originarie e distinte, esercitate da piazze, edifici religiosi, emergenze architettoniche civili. La loro conoscenza, approfondita e sistematica, sono ineludibili necessità per lo sviluppo del
SENSO DI APPARTENENZA che non è una formula astratta ma è l’insieme
di testimonianze, di oggetti presenti nella vita individuale e sociale di
ognuno.
Solo ri-costruendo il senso di appartenenza ad una tradizione culturale
comune, a un luogo e alla sua storia si può sperare di far nascere nella futura generazione quella coscienza della propria responsabilità nei confronti della propria cittadinanza, nella salvaguardia del suo patrimonio
culturale e quindi della sua essenza di cittadino protagonista e motivato.
Bisogna farlo, però, ricominciando dal basso, facendo crescere la responsabilità individuale e collettiva, non solo su ciò che accade sotto
casa ma anche su ciò che avviene dalla parte opposta della cittadina o
provincia. Questa è la sfida che dovranno cogliere quanti operano nei
territori di competenza. Perché ogni territorio dell’area vestina ha una
sua peculiare dignità da difendere e solo chi vive e quanti vi operano,
potranno farlo…se vorranno…!
Proletari di tutto il mondo, unitevi? No! Cittadini vestini dai buoni propositi, uniamoci! Questo si può dire e sarebbe meglio se si potesse anche
fare.
Se si vuole uscire dalle sabbie mobili della sfiducia e del disinteresse,
non ci sono altre vie da percorrere. Diversamente, l’area vestina continuerà ad essere una sorta di Penelope costretta a sfasciare di notte la tela
che tesse di giorno, in attesa del ritorno del suo Ulisse.
di Mauro Soccio
L
IL CASO
28 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Ed ecco a Voi la SOLUZIONE...Parco cHIUSO!
Cari lettori de Lacerba, siamo alle
solite
consuetudini
loretesi
oramai conclamate. Tre numeri fa avevamo
portato alla vostra attenzione
un fatto di degrado ambientale notevole…
ricordate? Eh
lo so, dalle nostre parti ce ne sono a iosa
e quindi da questo piccolo indizio non è
semplice riuscire a ricollegare a quale
luogo in particolare facciamo riferimento visto che di scenari deplorevoli ce ne
sono moltissimi, detto tra noi, vi è quasi
l’imbarazzo della scelta. Vi do un altro indizio…il luogo in questione è, o meglio,
dovrebbe essere un Parco giochi destinato alla giovane popolazione. Chi ha letto quell’articolo a questo punto avrà già
capito, per chi non avesse avuto modo
di leggerlo, riporto brevemente la questione per poi invece presentare a tutti
Voi Lettori la GROTTESCA conclusione
e”soluzione” della questione.
Allora, il Parco in questione è quello di
Piazza De Vestini, che presenta vari elementi pericolosi e insalubri. Infatti sul
posto sono presenti moltissime insidie,
avevamo riportato anche delle foto in cui
la situazione penosa poteva essere vista
da tutti. Ci sono preservativi sparsi ovunque, molteplici generi di rifiuto, organici
e non, e giochi non sicuri e danneggiati,
ma il fior fiore all’occhiello è una scatola
della luce aperta, con dei fili elettrici in
bella vista. Uno scenario davvero nauseabondo e totalmente incongruente con
quella che dovrebbe essere la funzione di
un parco giochi. Ma non ci soffermeremo
sulla descrizione dei dettagli che abbiamo già esposto in sede passata, ma bensì
sui provvedimenti che sono stati presi per
ARGINARE la situazione, provvedimenti
alquanto originali. Infatti, siccome tagliare l’erba, sostituire i giochi rotti con altri
nuovi, mettere un coperchio sulla scatola della luce, e pulire pulire pulire sono
azioni che comportano una spesa di tempo importante e non solo, hanno pensato
bene di ricorrere ad una soluzione molto
più sbrigativa, economica ed efficace,
hanno svolto davvero un ottimo lavoro in
tempi record…nessuno se lo sarebbe mai
aspettato, con quest’azione hanno messo
al sicuro chiunque avesse avuto intenzione di recarsi al Parco, tutelando così Noi
cittadini lamentosi e capricciosi che non
esitiamo a lagnarci di tutto…ebbene siete curiosi? Signore e Signori, ecco a Voi
la soluzione più rapida ed efficace…il
parco è stato CHIUSO!!!Ebbene sì, mannaggia, ma perché non ci avevamo pensato prima!Bastava chiuderlo e così tutti i
problemi potevano essere risolti prima…
ma questo poteva farlo chiunque, bastava munirsi di una bella catena e di un
lucchetto, peraltro reperibili in qualsiasi
ferramenta e buttare via le chiavi senza
alzare tutto questo polverone….sarcasmo
a parte, è ovvio a questo punto che altre
soluzioni non sono state prese in considerazione, quindi cosa può rappresentare
quest’area se non un ingente spreco di
denaro pubblico? Per quale motivo hanno costruito questo parco se poi negano
la doverosa manutenzione? Come mai
hanno preferito chiuderlo invece di si-
stemarlo e riportarlo quindi a svolgere la
funzione per cui è stato costruito? Sono
tutte domande alle quali speriamo di ricevere almeno una risposta, Sabato 28
Novembre si è tenuta una riunione presso
il Bar Willis in cui è stata presentata una
proposta progettuale per riqualificare
quest’area, e speriamo che i fatti arrivino
presto, intanto sono passati due mesi da
quella data ma nulla è cambiato, ma nel
frattempo che non si prendono delle decisioni concrete al riguardo, questo parco
non potrebbe essere riaperto in condizioni favorevoli all’espressione dell’essere umano civile?….Anche perché, per
chi non lo avesse notato, sono finalmente iniziati i lavori per la riqualificazione
dell’area monumento che però adesso rimarrà chiusa per un bel po’ di tempo, finche non ultimeranno i lavori…ma guarda
il caso, proprio adesso che la primavera
si avvicina, come mai non hanno iniziato
prima visto che durante l’inverno di belle
giornate ce ne sono poche e visto anche
che il progetto era pronto da moltissimo
tempo? Non sentite anche Voi, Signori
e carissimi lettori ODORE DI ELEZIONI
IMMINENTI? A Voi le conclusioni, intanto i nostri pargoli questa primavera non
avranno neanche un parco in cui giocare.
di Jennifer Di Vincenzo
SANITA’
L
30 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Vicissitudini in corsia
No referto, no visita
Una mattina qualsiasi al San Massimo. Un’anziana deve sottoporsi a controllo ortopedico, ma prima deve farsi radiografare l’arto in via di guarigione. Ma in radiologia manca qualcuno che scriva il referto. Capita così che la signora si senta rispondere dall’ortopedica che lei non può effettuare la visita senza l’esito radiologico.
“Ma come: non potete telefonarvi?”, si chiede la donna, sballottata fra i due servizi.
“E comunque lei dottoressa non è in grado di leggere le lastre?”. No, il medico è
rimasto sulle sue posizioni e la paziente ha perso una giornata. Inutilmente.
PRIMO, NON LASCIARLI SOLI
I malati di tumore aumentano, i mezzi no. Così
l’oncologia del “San Massimo” festeggerà il decimo
compleanno. Senza il dolce
PENNE – Il tumore del
messo fuori gioco da qualcolon-retto è il nemico
siasi programmazione azienpubblico numero uno da
dale e nello stesso tempo ha
queste parti. Contro il
creato sconforto e demotisuo prepotente avanzavazione nel personale. Al
mento, la trincea eretta
punto che nel 2008 il nostro
dal dottor Donato Natale
day hospital ha rischiato la
e dai suoi pochi commichiusura per mancanza di
litoni si affanna. Perché
medici: è dovuta intervenire
le munizioni sono quelle
l’Associazione Vestina per
che sono, ma le motival’Oncologia, presieduta da
zioni iniziali di “cuore,
Tecla Rosa, grazie alla quale
conoscenza e compeha finanziato con una borsa
Donato Natale
tenza” sono sempre le stesse.
di studio l’assunzione di un’on“Soffriamo, certo, come un po’
cologa”. L’associazione ha fatto
tutto l’ospedale, per tenere la posizione”, anche di più, pagando arredi, attrezzature
parla come un generale in guerra, nel- ed aggiornamenti professionali, arrivanla guerra anticancro e non solo, il dottor do persino a progettare l’umanizzazione
Natale. Dal marzo del 2001 guida a part dei locali ora all’esame dell’Asl. Gli amtime (per tre giorni a settimana) l’uni- ministratori locali come vi aiutano?”Sono
tà operativa pennese, per poi prestare muti. Dal sindaco di Penne Di Marcoservizio a Pescara. Il primo problema a berardino purtroppo non ho mai avuto
Penne è la lunghezza delle liste di atte- una risposta concreta”. Dopo dieci anni,
sa: servono quasi sei mesi per una visita dottor Natale, qual è il bilancio della sua
di controllo. Spiega Natale:“Mancano i attività?”Gratificante sul piano professiopresupposti per azzerare le attese con nale, deludente dal lato personale. Resto
appena due soli sanitari in servizio di cui convinto che affrontare il tumore in piccouno part time e tre infermieri professio- li centri vuol dire instaurare un rapporto
nali”. Illuminanti i dati dell’ultimo anno: autentico con personale e pazienti, questi
2.100 accessi, 115 nuovi pazienti osser- ultimi alle prese con lo stesso staff che li
vati, 1.400 visite ambulatoriali, 8 chemio- segue in ogni momento della propria materapie medie quotidiane e un trend in lattia. Essere piccoli perciò non significa
aumento del 15%. “Abbiamo diverse dif- avere un raggio d’azione limitato, quando
ficoltà”, osserva Natale:“Di sicuro quella si può trarre beneficio da una realtà che
relativa alle modifiche organizzative dei presenta qualche svantaggio a patto però
vari day hospital oncologici non seguite di poter disporre non solo di una struttuda altrettanti aggiornamenti della nostra ra adeguata, ma di un ospedale piccolo e
struttura. Ai normali carichi di lavoro si funzionale: un desiderio chimerico oggi
sono aggiunte le norme sulla gestione dei come oggi in Abruzzo. Un messaggio brefarmaci ad alto costo, il loro monitoraggio ve ai pennesi: amate e difendete il vostro
e controllo, la necessità di centralizzare la ospedale perché oltre a essere un bene
chemioterapia a Pescara: operazioni che di tutti, è un pezzo della vostra storia. Il ririchiedono personale e tempo sottratto schio che, anche per il disinteresse degli
inevitabilmente alle attività mediche. Non stessi cittadini, l’ospedale a breve venga
solo. Manca l’interlocutore aziendale, cioè chiuso per sempre è elevato”.
la direzione sanitaria con cui confrontarsi.
di Berardo Lupacchini
Si è creata una situazione di isolamento e
di immobilismo dell’ospedale pennese
L
TEMPI MODERNI
32 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Il mio piano per la terra
L’assessore D’Ottavio illustra le linee dello sviluppo
Grande fermento negli ambienti politici
e di settore, per la recente pubblicazione
da parte della Regione Abruzzo del Piano
di Sviluppo Rurale 2007 – 2013, ASSE 4.
Restringendo il campo al territorio pescarese abbiamo intervistato l’assessore
provinciale Angelo D’Ottavio, il cui assessorato riunisce le deleghe di Sviluppo
Territoriale ed Agricoltura, oltre quelle di
Energia, Innovazione ed Informatica.
- E’stato pubblicato il bando del PSR, cosa
succederà nel territorio della provincia
di Pescara in merito alle politiche di sviluppo rurale?
“Il nostro territorio oggi ha una grande
opportunità, data da una serie di programmi che ricomprendono altrettanti interventi e conseguenti risorse finanziarie
che andranno a beneficio dell’intero territorio provinciale. Parlo del programma
FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) che mette a disposizione del territorio
più di 800 ml di euro; del
Programma FESR (Fondo
europeo sviluppo regionale) che è già in attuazione con i suoi 350 ml di
euro oltre ai programmi
POR, FSE, MASTERPLAN,
IPA ed altri strumenti di
programmazione definiti
ed approvati dalla Regione.
Ma questa bagarre di
acronimi, che creano
confusione e sembrano
sfuggire alla realtà, hanno bisogno di un collante
affinché almeno le aree
rurali riescano a produrre risultati concreti.
L’ASSE 4 del PSR soddisfa queste esigenze.
Si tratta di più di 5 ml di euro al servizio
delle aree interne, del sistema imprenditoriale agricolo, degli Enti Locali e delle
produzioni che esaltano la storia, le tradizioni e la cultura dell’area rurale della
Provincia di Pescara.
- Da questa esauriente panoramica emerge che il sistema produttivo non prescinde
dall’agricoltura e, viceversa, l’agricoltura
non può prescindere dal sistema produttivo. Non a caso, con grande lungimiranza
del presidente Testa, il suo assessorato
coniuga le due deleghe specifiche. Ma
concretamente come sarà attuato l’ASSE
4?
“La Giunta regionale ha approvato, su
proposta dell’assessore Mauro Febbo, il
bando che selezionerà il PSL (Piano di
Sviluppo Locale) ed il soggetto che lo realizzerà.
Per la provincia di Pescara potrebbero
esserci più candidature e spetterà alla
stessa Giunta selezionare, in base ai criteri stabiliti dal bando, il soggetto attuatore, che pertanto conquisterà il titolo
di GAL. Per quanto mi riguarda auspico
che, almeno per la provincia di Pescara,
si possa arrivare alla definizione di un
unico Piano di Sviluppo che proponga
un progetto che ricomprenda, oltre i 5
ml di euro del PSR, anche l’utilizzo dei 13
ml a favore delle reti e filiere di imprese
(POLO VESTINO DELL’ALTA MODA, IL DISTRETTO DEL BENESSERE, IL DISTRETTO
DEI SERVIZI ecc.), dei 10 ml stanziati per
la creazione di poli di innovazione; degli
8 ml per incentivare le imprese innovative, i 6 ml di euro per favorire l’accesso
al credito delle imprese e di tutti gli altri
strumenti che l’assessorato regionale allo
Sviluppo Economico mettono a disposizione del territorio”.
La strada per ottenere risultati concreti e
duraturi, soprattutto per le aree interne, è
quella di un radicale cambiamento di indirizzo nella programmazione economica, che abbia come fine e come mezzo la
logica del “fare sistema”. Le strategie e le
possibilità esposte dall’assessore D’Ottavio incarnano perfettamente i capisaldi
di questa nuova politica; se il territorio
comprenderà e recepirà questi imput si
getteranno le basi per una reale rinascita
e crescita dell’intera regione..
di Claudia Ficcaglia
Al via LA SELEZIONE DEI NUOVI GAL E PSL
TERRE PESCARESI PARTECIPA DA PROTAGONISTA
Il 2 febbraio presso la sede dell’ARSSA a Villanova la Direzione Politiche Agricole e Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo
ha presentato il bando pubblico “Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013” ASSE 4 “Approccio Leader” per la selezione dei
nuovi GAL e dei rispettivi Piani di Sviluppo Locale. La Società Consortile Terre Pescaresi a rl,, già GAL nella passata programmazione del PIC Leader Plus 2000 – 2006, ha manifestato pubblicamente la sua soddisfazione complimentandosi con l’Assessorato
all’Agricoltura per l’ottimo lavoro svolto sulla ridefinizione e giusta rimodulazione dell’ASSE 4 del PSR, ha inoltre confermato la
partecipazione al bando di selezione dei nuovi GAL e dei rispettivi Piani di Sviluppo Locale.
“ Il modello indicato dal PSR e dal bando a cui GAL e Piani di Sviluppo Locale devono ispirarsi corrisponde al modello GAL e
PSL che Terre Pescaresi da dieci anni sta implementando e promuovendo, l’evidente vantaggio competitivo che Terre Pescaresi
esprime in termini di Partenariato, Territorio e Capacità Progettuale offre un’irripetibile opportunità a tutti i soci del consorzio
di poter concertare e definire con tranquillità, INSIEME, il Piano di Sviluppo Locale di Terre Pescaresi” Sostiene il Direttore della
Società Consortile Terre Pescaresi e continua “Rivolgo un invito a Enti Pubblici e istituzioni private che operano attivamente sul
Territorio della Provincia di Pescara a partecipare con Terre Pescaresi alla elaborazione del Piano di Sviluppo Locale”
Una nuova avventura per Terre Pescaresi (presidente Gianluca Buccella e i consigliri Daniele Di Tonno e Mario Tortella n.d.r)
già impegnata in altri importanti progetti di sviluppo locale, per citarne alcuni: “Polo d’Innovazione del Benessere”, “IPA Innovazione Territoriale in area Adriatico Mediterranea”, “SCSI Strategie Comuni per uno Sviluppo integrato” , “Promozione,
Sostegno e accompagnamento alla creazione d’impresa”, progetti che vedono coinvolti autorità regionali, nazionali e straniere
unite in partnership.
RIFIUTI
L
33 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
La tariffa per la gestione
dei rifiuti: un’opportunità
da cogliere
BOMBETTA A CAPARRONE
PENNE - Le tasse e le triffe fanno parte di quegli strumenti
che consentono, se opportunamente definiti e correttamente
applicati, di raggiungere obiettivi di politica ambientale minimizzando i costi sociali. In Italia il regime fiscale dei tributi per
lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha subìto negli anni una
profonda evoluzione dal punto di vista normativo. Nel 1941 è stata istituita la TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani); nel 1997 con il D. Lgs 5/2/97 n.2 (“Decreto Ronchi”) è
stata istituita la TIA (tariffa di igiene ambientale); nel 2006 con
il Codice dell’Ambiente è stata istituita una seconda tariffa che
sostituisce la TIA. La differenza tra una tassa ed una tariffa è che
mentre la prima grava in maniera fissa sul cittadino-utente per
la copertura parziale del servizio pubblico, la seconda grava in
maniera differenziata, in base a dei parametri, per la copertura
integrale del costo del servizio pubblico. Il presupposto della
TARSU è l’occupazione o la mera detenzione di locali ed aree
coperte, indipendentemente dalla loro destinazione. Tale forma di prelievo agisce dunque in maniera indifferenziata. La TIA
ha l’obiettivo, invece, di far pagare agli utenti esattamente per
quanto usufruiscono del servizio; essa agisce in maniera differenziata e si compone di due parti: la quota fissa serve a coprire
i costi di esercizio (spazzamento, investimenti in opere); la quota
variabile dipende dai rifiuti prodotti dall’utente. I costi previsti
del primo tipo sono suddivisi fra tutti gli utenti in base a parametri fissi (la superficie occupata ed i componenti del nucleo familiare per le utenze domestiche ed il tipo di attività per le utenze
non domestiche). La determinazione della quota variabile è più
complessa: si determina il costo totale dello smaltimento (per
unità di peso) delle varie tipologie di rifiuti; poi si procede a dividere i costi sulla base dei rifiuti prodotti da ciascuno. I vantaggi della TIA sono: l’efficienza, la semplificazione e la responsabilizzazione. La differenza principale è che l’importo della TARSU
viene imposto dall’alto mentre per la TIA l’utente può decidere
ad esempio di differenziare i rifiuti perché in questo modo ottiene uno sconto (in questo caso ci guadagnano sia il comune, sia
il cittadino). Allo stato attuale i comuni che l’avevano adottata
continuano ad applicarla mentre quelli che non l’avevano adottata possono applicare la tariffa per la gestione dei rifiuti (TGR)
del Codice dell’Ambiente (con gli stessi criteri della TIA). La
TGR se correttamente applicata attraverso i decreti di attuazione permetterà il conseguimento degli obiettivi di governance
ambientale, minimizzando i costi sociali ed introducendo reali
incentivi all’efficienza. Speriamo che il Comune di Penne sulla
scia dei comuni più virtuosi passi al regime della tariffa.
di Aldo Di Fabrizio - Ass.Polis Vestina www.newpolis.net
COLLECORVINO – Bloccata la megadiscarica nella terra della buona
agricoltura?Probabilmente si, ma a Caparrone la guardia resta alta,
anzi altissima. C’è infatti un nuovo progetto della Deco spa dei fratelli Di Zio, nato dopo aver chiesto al servizio rifiuti della Regione di
archiviare, in sede di valutazione di impatto ambientale, il progetto di
discarica con un impianto di trattamento rifiuti per due milioni e 110
mila metri cubi. Un successo, certo, anche grazie alla ferma protesta
popolare. Ma la Deco, presieduta dal commercialista Paolo Tracanna,
mette in campo una nuova iniziativa che agita comunque i corvinesi. Spiega Umberto Freres, portavoce della battagliera associazione
RipaMare:”In ciò che
viene definito progetto alternativo e ridimensionato, si elimina
la parte industriale,
ma resta la discarica
di un milione e 250
mila metri cubi. Il progetto è ora coerente,
comprendendo
la
bonifica della discarica ex De Meis, ma è
stato da noi giudicato
per le sue dimensioni
un prezzo troppo alto
da pagare per riuscire a sanare la ferita data dallo stato in cui si trova il vecchio sito”. Quello cioè di 470 mila metri cubi della Bio.Dem
di Nicola De Meis che nel 2006 ha affittato tale ramo d’azienda, a un
canone annuo di 17 mila euro, alla Deco la quale ha chiesto al Tar di
Pescara di annullare il divieto con cui la Regione il 28 maggio 2008 le
ha negato di intestarle l’autorizzazione del ’99 rilasciata alla Bio.Dem.
Il Tar ha sbarrato la strada ai Di Zio, sostenendo che “il legislatore regionale ha voluto che le eventuali proroghe o rinnovi non fossero operativi senza la valutazione d’impatto ambientale, non già prorogare la
durata delle autorizzazioni in essere. Una volturazione- ha motivato
il suo no il tribunale- non appare a maggior ragione consentita perché essa presuppone un impianto pienamente attivo e non sospeso,
tra l’altro a tempo indeterminato. Bio.Dem- rileva il giudice- non ha
mai dato corso all’esercizio della gestione della discarica. Bio.Dem
poi non aveva mai avanzato istanza di rinnovo e pertanto la scadenza
dei cinque anni è decorsa nel 2004”. Intanto, da un sopralluogo nelle
zone circostanti la vecchia discarica, quelli di RipaMare hanno scoperto che sono in atto opere di movimento terra con l’abbattimento di
centinaia di alberi. Tutto ciò visibile dalla strada Lungofino all’altezza
della zona industriale di Città Sant’Angelo, all’interno della proprietà
De Meis ed ai confini della vecchia discarica. Allertata la Forestale di
Collecorvino.
Il mega impianto non si fa, ma ecco come la
Deco ci riprova
di Berardo Lupacchini
L
ATTUALITA’
34 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
qui ci vorrebbe la politica
La crisi della cittadina tocca tutti i partiti
PIANELLA - “Uliveti abbandonati, centro storico diruto, viale Regina
Margherita ridotta ad una mezza discarica con un asfalto penoso, nel dimenticatoio tradizioni come le feste patronali e lu Bbongiorne... che fine
hanno fatto il senso di appartenenza e l’orgoglio pianellese?”
Mi permetto di iniziare questa breve riflessione con una constatazione
presa dalla pagina di Facebook della Pro Loco di Pianella, poche righe
che rendono benissimo però il clima pesante che si respira a Pianella in
questo periodo.
Un’amministrazione comunale arroccata nel suo palazzo, lontanissima
dai bisogni dei cittadini e incapace di fronteggiare il declino economico
e culturale della comunità pianellese. Un’azione amministrativa paralizzata da drammatici problemi di bilancio, frutto sicuramente dei tagli
operati dal governo nazionale, ma indice anche di una totale incapacità
amministrativa e inevitabile risultato di decenni di politica clientelare,
pensata unicamente per perpetuare il potere di una classe politica parassitaria.
Se la maggioranza versa in stato comatoso, la minoranza però non sta
meglio. Già di fatto impotente per i rapporti di forza all’interno del Consiglio, la sua azione è ulteriormente indebolita dalle divisioni interne:
basti pensare che a volte la polemica è più aspra fra i colleghi di minoranza che con gli esponenti della maggioranza.
Ad aggravare la situazione il fatto che a questo desolante quadro amministrativo corrisponde un altrettanto desolante quadro politico.
Da sinistra a destra:
1)la sinistra è praticamente scomparsa dalla scena politica locale. Sopravvive solo l’assessore Nepa, ma ormai sembra più il rappresentante
di se stesso, piuttosto che il referente di una forza politica organizzata.
2)L’Italia dei Valori rappresenta sicuramente una novità sulla scena politica locale, ma il consigliere Gianni Filippone avrà il suo bel da fare nel
trasformare il suo comitato elettorale in un partito, veramente capace di
“fare politica” sul territorio.
3)Il partito democratico è completamente nelle mani di D’Ambrosio. La
dialettica interna è totalmente annullata. Ogni tanto si ripetono gli stan-
chi rituali delle riunioni di partito o delle primarie, ma in realtà altro
non sono che un momento in cui i sudditi fedeli sono chiamati a dare
l’ennesima dimostrazione di lealtà al sovrano indiscusso. Non conta ciò
di cui si discute, non conta per chi o per cosa si vota, si partecipa perché
D’Ambrosio ha chiamato!
4)L’UDC: esiste? Se sì sono in pochi ad accorgersene e ancor meno a
sapere qual è la sua collocazione politica a livello locale.
5)Il Partito delle Libertà: uno e trino. La frammentazione all’interno della
destra pianellese ha raggiunto livelli da fare invidia alla sinistra nazionale. Formalmente il partito è uno, ma i gruppi al suo interno sono innumerevoli. C’è il partito “ufficiale”, che sembra aver scelto come uomo di
punta l’ex capolista di “Rinasce Pianella”, Sandro Marinelli, ma c’è anche
il gruppo di “Ambiente è/e Vita”, il cui referente locale è Alfonso Colliva,
anche lui consigliere comunale di minoranza, ma in rotta con i compagni
di lista da subito dopo le elezioni. Infine c’è il gruppo del vice-sindaco
Vincenzo Pace, che appunto fa parte della maggioranza D’Ambrosio e
che è alla ricerca di una fruttuosa collocazione per il futuro.
6)Per completare questo quadro, quanto mai fluido e disorganico, occorre, infine, ricordare tutta una serie di cittadini esplicitamente alla ricerca
di un ruolo politico, ma non ancora collocati stabilmente in nessuna casella dello scacchiere locale.
Insomma, un quadro locale non molto dissimile da quello nazionale, con
una politica sempre più lontana dalla vita dei cittadini e questi ultimi
equamente divisi fra “delusi-rassegnati” e “incazzati-irriducibili”. I primi
ormai indifferenti a qualsiasi scelta politica, pronti a subire passivamente
ogni decisione imposta dall’alto, sperando a limite di poter approfittare
di qualche briciola residua. I secondi impegnati in una frenetica ricerca
di nuove forme di partecipazione, capaci di fornire loro strumenti atti ad
incidere realmente sulla vita della comunità cui appartengono.
Ovviamente non si può non incoraggiare questi ultimi e forse l’unico
modo onesto per farlo è quello di rammentare loro la dura dialettica fra
“pessimismo della ragione ed ottimismo della volontà”.
di Francesco Baldassarre
VERTIGO strilla BASKET pure
Lite infinita al palasport. Uomini, patti e carte. Con il sindaco nel ruolo più delicato
PENNE – Dall’1 gennaio, il palasport lo gestisce la CPL Concordia. E’ una notizia che in
altri tempi non sarebbe tale (la società modenese è concessionaria degli impianti sportivi
dal 2003 per 15 anni), ma che il Comune, proprietario della cittadella sportiva di contrada
Campetto, sottolinea tirato dagli eventi nella
diatriba fra Vertigo e Basket Penne. Il sindaco Di Marcoberardino intende così precisare
che l’ente non c’entra nulla nella lunga e tesa
partita dopo aver appaltato appunto alla Cpl
la cittadella dello sport. Ma è forte l’impressione che l’amministrazione comunque abbia
parlato più lingue. Un ruolo, il suo, perciò assai
delicato che l’assessore Gabriele Pasqualone,
il terzo delegato allo sport, annuncia di voler
ricoprire con maggiore attenzione e coerenza
del passato. Anche perché se le società non si
metteranno davvero e in concreto d’accordo
per fruire della struttura, i problemi di coabitazione rimarranno quelli odierni. E cioè: la Vertigo 2000, presieduta da Matteo Rossi, che denuncia soprusi e manchevolezze della Basket
Penne fino a poco fa in qualche modo delegata
tecnicamente dalla CPL a disciplinare gli orari
d’accesso al palasport. E i cestisti contrattaccano. La querelle nasce da una contestata delibera di giunta, la 166 dell’11 settembre 2007.
Per il sindaco e la Basket Penne è lo strumento tecnico-politico che consente l’accordo fra
cestisti e CPL, per la Vertigo è invece solo un
atto di indirizzo e vieta un patto separato senza il consenso comunale. “L’ente non ce l’ha
agli atti ed è tutto dire”, lamenta Vertigo.“Nel
2008 abbiamo speso- osserva la Basket Pennequasi 39 mila euro per il palazzetto a fronte di
un rimborso dalle associazioni utilizzatrici di
1.537 euro. L’anno scorso 38.504 euro di spese contro rimborsi di 5.235 euro di cui 3.700
pagati dalla Vertigo per il 2008, mentre nulla
ci risulta versato per il 2009”. Gli “uomini ragno” confermano il pagamento, ma continuano a contestare il debito cui contrappongono
i disservizi vari patiti. A loro volta però hanno
diffuso un dossier con carte, patti politici e retroscena al fine di scuotere l’opinione pubblica. Vertigo:”Eravamo per una polisportiva che
si occupasse del palasport, ma mentre discutevamo di questo alle nostre spalle si realizzava il
patto fra CPL e Basket con il Comune in copertura. Abbiamo firmato due convenzioni-spiega
Antonio Stroveglia, direttore della testata Vertigo.it su www.vertigo2000.it - Una con la CPL
Concordia e l’altra, il 26 giugno 2008, con la
Basket Penne. Abbiamo investito, da settembre
a dicembre 2008, 18.300 euro nell’acquisto di
attrezzature sportive rimaste lì. Ma abbiamo
rinunciato a fare attività sportiva perché la
convenzione CPL-Basket che ha deciso le sorti
del palasport, dal 2007 e fino al 31 dicembre
scorso, era per noi nulla. Il sodalizio di Brindisi
e Di Paolo infatti non aveva titolo per chiedere
un canone d’accesso alla struttura a noi ed alle
altre associazioni sportive; ancor meno titolata a disciplinare gli orari di entrata e di uscita.
L’unico soggetto deputato a farlo era ed è la
concessionaria CPL Concordia”. Se da un lato
Vertigo può contare su certe risorse, grazie
alla presenza dirigenziale dei coniugi Bianchini (Antonio dirige la Brioni), la Basket Penne è
ammanicata politicamente presieduta com’è
da Arturo Brindisi, ragioniere capo del Comune ed esponente del partito democratico al
governo cittadino; con lui, il consigliere comunale della Sinistra Guglielmo Di Paolo, tecnico
dei cestisti. Le ragioni del Basket sono contenute in un comunicato. “Nullità?E’ strano che la
Vertigo la invochi perché ha firmato delle convenzioni con cui le viene affidata la gestione
tecnica dell’arrampicata. L’uso del palasport è
stato assicurato a tutti nel rispetto del regolamento ad uso interno deliberato dalla giunta
Di Marcoberardino l’11 settembre 2007. Dopo
l’accordo del giugno 2008 fra Basket e Vertigo,
ci furono le proteste delle altre associazioni
sportive (Condor e Cai) per le condizioni di
utilizzo delle pareti (28 euro all’ora, anziché
22,50) e per la mancata acquisizione delle verifiche tecniche di manutenzione delle pareti e
così ogni decisione venne rimessa al concessionario”. La Basket Penne invoca un controllo
del Comune e della CPL affinché si eviti che
beni della Vertigo “limitino l’uso e la manutenzione del palasport”. Un controllo di altro tipo
lo esigono, per rispettare la legalità, anche gli
uomini ragno. Ci penserà un giudice?
di Berardo Lupacchini
Bus
Da qui si rivede Roma
L’area vestina torna più vicina a Roma. Il consiglio di Stato ha definitivamente deciso di far ripartire l’autolinea Penne-Loreto Aprutino-Montesilvano-Pescara-Chieti
scalo-Roma Tiburtina con proseguimento fino all’aeroporto di Fiumicino. Attivato
nel giugno del 2006 (annunciato però nel 2003), ma soggetto alle contestazioni
delle ditte concorrenti e ai diktat della Regione, il servizio è gestito dal consorzio
Prontobus (www.prontobus.com) con sede a Torre dé Passeri, formato da Abruzzo
Touring, Di Carlo, Chiarelli, Marino e Di Battista viaggi, rappresentato legalmente
da Maurizio Sarranella. Il collegamento, fermo dal 15 agosto, prevede due corse
quotidiane da Penne: feriali alle 6 (festivi alle 7) e alle 16; da Roma feriali: 12,30
(festivi alle 14,30) e 21,15. La sentenza, inappellabile e pubblicata il 9 dicembre
scorso, conferma quella del Tar di Pescara del 2007 poiché dà di nuovo torto alla
Regione e al pool di società (Arpa-Di Febo Capuani-Di Fonzo) che cura il collegamento Pescara-Chieti-Roma. L’autolinea Penne-Roma può vivere perché è stato
riconosciuto il diritto del trasporto pubblico di linea “a carattere commerciale” e
senza contributi pubblici. Soddisfatto il sindaco di Penne, Donato Di Marcoberardino.
Casi
Non è proprio
tutto a Poste
Banche
Bruno Passeri
Più credito ai
rampolli
Essere figli di soci conta se si vuole avere
una corsia di preferenza nelle assunzioni,
a qualunque titolo, della banca di credito
cooperativo di Castiglione e Pianella. Se
poi i padri sono politici di lungo corso, e
oggi bene in vista nel partito democratico, come Bruno Passeri, sindaco uscente
di Loreto Aprutino il quale è anche uno
dei probiviri dell’istituto, e Paolo Fornarola (già vice e sindaco di Penne ed ex
assessore provinciale), allora arrivare
all’impiego può essere ancora più facile.
E allora: il direttore Paolo Mingione ha assunto i figli di Passeri e Fornarola. Per ora
a tempo determinato, poi si vedrà.
Intanto, dall’analisi dei dati della Banca
d’Italia su depositi ed impieghi operati a Loreto Aprutino e a Penne nel 2008,
emerge che i tre sportelli loretesi hanno
totalizzato 53 milioni e 298 mila euro di
depositi (nel 2007: 52.671)a fronte di impieghi per 66 milioni e 594 mila euro: ben
al di sopra di quelli dell’anno precedente
fermatisi a quota 57.900. A Penne, viceversa, le cinque banche hanno impiegato
meno rispetto al 2007 meno di tre milioni
di euro: 155,692 contro 158.295. Minori
pure i depositi: 123.957 milioni nel 2008,
124.094 nel 2007.
La luce tagliata, i giornali in abbonamenti mai arrivati, la partecipazione di nozze
non giunta a destinazione.
Questi e tanti altri casi nei tre anni in cui
il postino dal 2006 non ha consegnato la
corrispondenza nelle pennesi zone di
colle Stella, via Verrotti e largo San Francesco.
Poi una trentina di persone hanno denunciato il fatto ai carabinieri che hanno pedinato il postino che non suonava mai alla
porta e hanno scoperto che lui della corrispondenza faceva un altro uso: gettata
come rifiuto o trattenuta. A casa sua, ben
320 kg di lettere non recapitate! “Non ce
la faccio e mi sono arrangiato”, ha detto il
denunciato che rischia l’impiego e fino a
tre anni di reclusione.
Ma la questione chiama direttamente
in causa l’amministrazione postale. Due
ispettori fanno luce nell’ufficio postale
di via Moro. Perché si sapeva dell’inerzia
del postino, sostengono i carabinieri del
capitano Di Pietro, ma è emersa una certa
leggerezza nella gestione del gravissimo
caso di inefficienza. Tanto zelo mostrato
al contrario, ed inopinatamente, nell’ottobre scorso quando a un cliente che voleva pagare le bollette con un bancomat
bancario è stato richiesto un documento
di identità.
“Non serve assolutamente quando si vuol
pagare con un bancomat bancario, mentre occorre se c’è di mezzo un postamat.
Ci scusiamo per l’erronea interpretazione regolamentare fatta dal nostro direttore pennese”, si è scusata la direzione provinciale con l’imbufalito cliente tra l’altro
ben conosciuto direttamente dall’ufficio
cui è piovuta una sonora ramanzina.
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FATTI
37 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
L’istituto d’Arte cambia pelle
Non accennano a placarsi le polemiche
di studenti, docenti e genitori in merito alla proposta di riordino degli istituti
scolastici del secondo ciclo d’istruzione,
avanzata dalla Provincia di Pescara e formulata applicando le previsioni della riforma Gelmini.
Due gli indirizzi-guida che ispirano la riforma; mantenere il contatto con la tradizione umanistica italiana che vede il latino
alla base della nostra cultura in tutti campi e contemporaneamente reinventare un
PULSAR
IL GUSTO
PENNESE DEL
SANT’ANTONIO
Come è tradizione della Pulsar, anche
quest’anno si è svolta il 17 gennaio,
nella suggestiva cornice dell’antica
chiesa della Madonna del Carmine -a
due settimane dalla riapertura dopo il
sisma del 6 aprile- la rappresentazione scenica del Rituale di Sant’Antonio
Abate. La ben nota associazione pennese si è attivata, come ormai da quindici anni, perché tutto riuscisse bene.
Infatti, sia il coro che gli attori hanno
dato il meglio di sé coadiuvati e diretti dal maestro Giacinto Sergiacomo e
dalla banda musicale “Città di Penne”.
Sono state proposte le due versioni del
Rituale: quella del Sant’Antonio Abate di Palena, interpretata da Marcella
Cristallini (una delle consigliere della Pulsar), Mafalda Libertini, Rosaria
Liberatore e Adele Vellante e quella
tradizionale del Sant’Antonio pennese
cui hanno dato vita Alberto Di Fabrizio, Franca Mulciri e Serena Valentini,
descritta come una nuova e giovane
socia, brava e con tanta voglia di collaborare. Lucia Liberatore ha letto una
toccante poesia in vernacolo pensata
per l’occasione da Giovanni Santamicone. Lo spazio dell’approfondimento
è stato occupato da Lucia Pavone che
ha proposto alcune notizie storiche sulla nascita della tradizione, mentre Graziella Notturno Granieri, in tandem con
Rosaria Liberatore, ha letto alcuni passi
del famoso “Verbum caro”. Mafalda
Libertini e Aurora Benvenuto hanno
cantato gli stornelli con cui i contadini si cimentavano, attorno al fuoco, nel
giorno della festa. Il programma della
serata è stato egregiamente presentato
da Antonietta Pomante. Da parte sua, il
pubblico accorso numeroso ha mostrato di gradire: applausi e complimenti a
scena aperta.
sistema scolastico più vicino al mondo
del lavoro, il tutto senza rinunciare ad un
tentativo di razionalizzazione dell’attuale
giungla di indirizzi e sperimentazioni.
Particolarmente colpiti dalla “sforbiciata”
del Ministro della Pubblica Istruzione saranno gli istituti tecnici che, nel pescarese,
subiranno accorpamenti e rimodulazioni
negli indirizzi di studio; una riorganizzazione che non mira alla soppressione
delle scuole ma ad un contenimento della spesa attraverso una migliore gestione
degli spazi e dei costi, nell’ottica di un
miglioramento della proposta formativa.
Il Presidente della Provincia Testa, unitamente all’assessore all’Edilizia Scolastica
e all’Istruzione Fabrizio Rapposelli, hanno sottolineato che la proposta, illustrata
direttamente dagli stessi amministratori,
attraverso una serie di incontri pubblici
ancora in corso nelle scuole superiori
della provincia, deve ancora passare al
vaglio della Giunta e dell’Ufficio Scolastico regionale, pertanto si è ancora in una
fase di confronto e di approfondimento
delle diverse istanze, anche in attesa di
definitive disposizioni ministeriali.
Tra i capisaldi della riforma vi è quello
della cancellazione formale degli istituti
d’arte, con il mantenimento degli insegnamenti nei licei artistici e negli istituti
professionali. Ne consegue che l’istituto
Bellisario di Pescara confluirebbe in parte nel liceo Misticoni e in parte nell’istituto Michetti. L’istituto d’arte Mario dei
Fiori di Penne, invece, diventerebbe un
istituto omnicomprensivo, acquisirebbe
le elementari e
le medie e diverrebbe, di fatto, un liceo artistico.
Una trasformazione, che se
applicata, modificherebbe non
poco la natura
della
storica
scuola pennese.
Dagli uffici scoA destra, Testa
lastici di via Caselli non
sembra pervenire nessuna reale preoccupazione o polemica, si
è molto cauti nel diffondere informazioni in merito alla vicenda che, a tutt’oggi,
presenta ancora poche certezze. Un effetto negativo di questi annunciati e in parte
temuti cambiamenti, è l’impossibilità da
parte delle scuole, così come ci dicono al
Mario dei Fiori, di fare orientamento alle
famiglie e ai futuri studenti, dato che sono
gli stessi istituti che devono ora sapersi
orientare nella bagarre di voci, supposizioni e previsioni che si rincorrono in
questa fase di transizione. Il presidente
Testa non si è fatto attendere; ha visitato
l’istituto pennese martedì scorso e dopo
aver illustrato le probabili trasformazioni previste dalla riforma, constatando i
danni subiti dal terremoto, ha ventilato la
possibilità di utilizzare i fondi CIPE per la
ristrutturazione dell’edificio scolastico,
dato che Penne non rientra nel cratere.
Letture in ospedale
Bimbi malati in compagnia delle maestre
“Alice nel Paese delle meraviglie”: un classico
della letteratura italiana per raccontare la metafora della malattia. L’associazione “Tartabus”
e la Direzione Didattica del 6°Circolo di Pescara hanno lanciato una sfida alla malattia con il
progetto “Tracce d’avventura” (patrocinato dal
Comune). Insegnanti volontari hanno già iniziato la lettura e l’interpretazione dell’opera
nelle proprie scuole. Ma la vera sfida inizierà
in estate quando ciascun docente dedicherà
una settimana delle proprie ferie per trasferire
le “Tracce” in ospedale e lavorare con i piccoli
pazienti ricoverati e condividere un istante della loro malattia. Aderisce anche Penne con il
circolo didattico, diretto da Bruno D’Anteo. Alice, la bambina creata nella mente dello scrittore Lewis Carroll, vive in un mondo capovolto,
lo stesso mondo in cui sono costretti a vivere i
bimbi, obbligati a lunghe degenze in ospedale.
La malattia produce una esperienza “straniante”. E proprio come Alice, ogni bambino, piccolo paziente di una struttura ospedaliera della
provincia, diventerà il protagonista della propria storia e, come un personaggio del libro,
avrà l’opportunità di
raccontare la sua aggrovigliata avventura
di vita e malattia. L’interpretazione vocale e
sonora dei personaggi sarà registrata su apposite apparecchiature e costituirà un archivio di
suoni, voci, personaggi del romanzo interamente ambientato in ospedale e interpretato da chi
lo vive. Anche gli adulti prenderanno parte alla
storia: medici, infermieri, genitori, tutti a vario
titolo entreranno nel gioco dell’interpretazione
per completare una storia che non è più scritta
nel libro di un famoso scrittore ma nella vita di
ogni giorno di quanti, pur se piccolissimi, hanno già imparato a conoscere il dolore di una
malattia che non sempre lascia scampo. «E’ una
esperienza importante per i bambini, quindi,
- ha sottolineato l’ispettrice Bottarel - ma non
solo: anche i docenti che collaborano all’iniziativa avranno un’occasione d’oro per perfezionare l’autoformazione, con una esperienza
ricca ed unica nel suo genere».
L
DI TUTTO UN PO’
Centenario
Il granatiere di
Loreto
E’ nato il 24 gennaio del 1910,
Luigi Soccio. Ha
perciò compiuto i 100 il mese
scorso il nostro
granatiere e tutti lo conoscono a
Loreto poiché da
sempre abita in
Via Gelo che lo
Luigi Soccio
ha temprato e lo
ha fatto crescere
alto e forte. Ha attraversato ben due guerre mondiali anche se nella prima aveva
appena quattro, cinque anni. A 20 anni
andò militare a Roma nella caserma “Santa Croce” e ad un mese dallo scoppio del-
Associazioni
Polis Vestina indica
le strade
Nasce a Penne, ad aprile dello scorso
anno, l’associazione culturale Polis Vestina, presieduta dal dottor Antonio Graziosi
ed affiancato da professionisti ed esperti
della società civile. Lo scopo principale
è quello di analizzare le problematiche
dell’area vestina cercando risposte e
soluzioni concrete attraverso la valorizzazione dei beni architettonici, lo sviluppo di politiche ambientali ed agricole
innovative, la promozione di un turismo
eco-sostenibile, la valorizzazione dell’artigianato e l’incentivazione alla pratica
sportiva, con un’attenzione particolare al
sociale.
Un’associazione che si propone dunque
di intervenire a 360° in tutti settori della
società, suddividendo l’attività in macroaree coordinate ognuna da un esperto
qualificato che analizza di volta in volta
una tematica specifica ed offre spunti di
riflessione, coinvolgendo direttamente i
cittadini, attraverso workshop e convegni
pubblici, per arrivare ad una soluzione da
proporre alle diverse istituzioni che operano sul territorio a vari livelli (Comuni,
Provincia e Regione).
Affinché il loro agire sia di stimolo ed
utile all’intera cittadinanza, tra i principali servizi offerti vi è quello di fornire
informazioni sui provvedimenti normativi locali di ordine tecnico (leggi e regolamenti) ed economico (finanziamenti o
agevolazioni).
Sono già numerosi i progetti portati a
termine, spaziando da eventi d’intratte-
38 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
la seconda fu richiamato per raggiungere
il suo reggimento a Napoli e fu costretto a
lasciare a casa la moglie Giuseppina e la
figlia Maria. Fu trasferito poi a Bari e di lì
ad Atene. L’armistizio lo colse in Grecia,
fatto prigioniero e trasferito in Belgio dai
Tedeschi a lavorare nelle miniere. Dopo
un anno fu liberato dagli Alleati e riuscì a
riprendere i contatti con la famiglia d’origine, interrotti per ben tre anni. Dopo la
guerra riprese il suo lavoro in campagna
e dopo una vita dedicata al lavoro e alla
famiglia non ha mai smesso di occuparsi dei suoi olivi fino a quando a 94 anni
fu costretto a “scendere” a causa della
rottura di un femore che lo costrinse ad
una lunga degenza in ospedale. Ma anche
dalle stampelle è riuscito a liberarsi per
spegnere le sue cento candeline sempre
in piedi a schiena dritta proprio come un
granatiere! Auguri Luigi anche da noi de
Lacerba che per te e per la memoria che
ti porti dentro proviamo forse un pizzico
d’invidia!
nimento
di
varia natura,
finalizzati alla
p ro m o z i o n e
del turismo
attraverso lo
spettacolo e
lo sport, a tavole rotonde
di settore.
Tra queste il
Graziosi
convegno dal
titolo “Attrazione degli investimenti: le agevolazioni per mettersi in
proprio attraverso il sostegno di Invitalia
nella fase di start-up d’impresa”, organizzato con il patrocinio dell’Unione degli
Industriali di Pescara, la Regione Abruzzo, la Camera di Commercio di Pescara,
il Comune di Penne e di Sviluppo Italia
Abruzzo; a novembre invece il workshop
“La filiera agricola: prospettive per il farmer market”, con la collaborazione di
Provincia, Regione Abruzzo e Coldiretti,
al quale hanno preso parte gli assessori
locali di riferimento e i rappresentanti
delle altre istituzioni cittadine e provinciali. Dai suddetti lavori sono nate le proposte di creare un “farmer market” autoctono e includere fattivamente il Comune
di Penne nel Distretto Rurale, già costituitosi formalmente con altri comuni della
vallata del Tavo e del Fino.
Per il prossimo futuro sono previsti nuovi
incontri che affronteranno altri temi caldi legati strettamente al territorio vestino
come il restauro conservativo degli edifici pubblici, una riflessione sulla governance ambientale e un workshop sullo
stato dei conti pubblici locali.
di Claudia Ficcaglia
Dieci
L’ho
fatto
dieci
anni fa, lo rifaccio
adesso, ancora una
volta vi prego di
sopportarmi,vi parlo di mia figlia, é la
dura legge dello scarafone. Laurona ha compiuto due lustri d’età,e poiché
la vita é una stazione della metropolitana, proprio quando lei vedeva la luce, se
ne andava Bettino Craxi.
Cosa c’entra lo capirete se vi dico che
giorni fa, mentre si guardava il telegiornale davanti ad un piatto di tubetti e patate, la ragazzotta mi ha chiesto
chi fosse quel signore. Mi avesse chiesto come si fanno i bambini, non avrei
avuto problemi, ma a tale domanda non
sapevo proprio come dare risposta. Le
ho detto che si trattava di una persona
molto coraggiosa, perché, quando degli
uomini cattivi uccisero un uomo buono
(Allende in Cile), erano talmente cattivi
che avrebbero ucciso chiunque andava
sulla sua tomba. Ma Bettino ci andò, perché le idee erano più importanti della
vita stessa.
Non fu ucciso, e lei era incuriosita dal
racconto, tant’é che un’attrice bellissima (Ania Pieroni), che il tuo papà per
guardarle il culo doveva pagare il biglietto al cinema, divenne la sua fidanzata, sebbene lui continuò ad avere una
bella famiglia, e se per far questo non
ci vuole tanto cervello ditemi voi. Ma io
che padre sono per mia figlia? Pessimo.
Sto sempre in giro, mai aiutata a fare i
compiti e se è ben educata il merito è
tutto della mamma.
Ma le ho fatto due regali alla nascita. Il
primo è genetico: l’allegria. L’allegria
é come il salvavita della corrente elettrica. Fa bene al sistema immunitario,
sdrammatizza tutto e ci fa apprezzare
la vita per il solo fatto di esserci, essere
allegri é vivere con intelligenza. E se la
sera torno e la faccio alzare dal letto per
ballare la polka é perché magari ho visitato un bimbo con la distrofia muscolare e razionalmente non mi spiegherò
mai perché succede questo.
Il secondo regalo e che non ho ambizioni. Io a studiare mi sono sempre divertito, lei non é obbligata a far nulla,tranne
quello che le piace. Una sola cosa devo
avvitarle in testa col trapano, che la droga uccide, perché quella sarebbe l’unica cosa capace di farmi perdere l’allegria. Con orgoglio riconosco di essere
il più anziano trai papà dei suoi amici e
quando me ne andrò lei sarà al mezzo
secolo.
Un giorno poi un’anziana e distinta signora verrà a riesumarmi al cimitero e
penserà ad una frase di Hemingway che
il suo papà citava sempre: “Che importa
se non mi hai amato, tanto ho amato io
per tutti e due”. Dedicato a Laura.
FAUSTO BUFARALE
CULTURA
Titoli
Loreto è una laurea
Loreto Aprutino torna protagonista nella
terra di S.Ambrogio cioè a Milano, con la
tesi “La valorizzazione del patrimonio archeologico vince di mille secoli il silenzio… Il caso di Loreto Aprutino”.
Stefania Chirico è l’autrice del saggio, e
di un relativo video oggi presente su Youtube, che le ha fruttato un 110 e lode nel
conseguire la Laurea Magistrale in Arti,
Patrimoni e Mercati presso l’Università
IULM di Milano.
Padovana doc, Stefania oltre alla laurea sopraccitata ha conseguito nel 2006
la Qualifica in Esperto in
Media e Comunicazione
presso l’Ente di Formazione Irecoop di Padova
e ha conseguito, sempre
nel 2006 e con il massimo dei voti, la Laurea
Triennale in Archeologia presso l’Università
di Padova con tesi dal
titolo “L’evoluzione della scrittura e il suo rapporto con l’immagine”.
“La valorizzazione, la
salvaguardia e la comunicazione del patrimonio archeologico
-dice Stefania- rappresentano oggi, forse
più che in passato, i mezzi per trasmettere il senso della continuità e dell’appartenenza dell’uomo ai suoi simili, a coloro
che lo hanno preceduto e alle generazioni
che si avvicenderanno.
La presenza di tanti dati archeologici a Loreto offre la possibilità di avviare qualsiasi
forma di iniziativa di tutela, di valorizzazione e di promozione delle risorse e di
innescare un processo di integrazione tra
gestione del sito archeologico e contesto
territoriale.
Reperti archeologici, beni culturali e tradizioni locali sono le componenti fondamentali del patrimonio del sito di Loreto
Aprutino, nel quale è apparso evidente
come tali elementi siano ancora poco conosciuti e poco fruiti, per cui si rende necessario un potenziamento qualitativo e
quantitativo dell’attività di comunicazione
e di valorizzazione.
Tanto lavoro in merito alla comunicazione è stato svolto dai numerosi enti presenti sul territorio, ma
il prossimo passo è:
“Creazione di un distretto culturale o di un
sistema turistico locale” .
Dal 2008 Stefania è collaboratrice per la didattica e la ricerca presso
l’Università IULM; nel
2009 ha svolto sia attività di ricerca presso
l’IRAT-CNR nell’ambito
della valorizzazione dei
beni culturali, sia attività di consulenza per il
Ministero dei Beni Culturali per individuare
nella città di Ravenna
gli effetti economici del
distretto museale e degli eventi culturali
organizzati dagli enti locali per valorizzare la città, e per analizzare sia il concorso
dei soggetti pubblici e privati nell’ambito
della promozione culturale sia le modalità
di erogazione dei finanziamenti.
Attualmente è dottoranda di ricerca presso il Politecnico di Milano e svolge attività
di studio nel corso “Progetto e Tecnologie
per la valorizzazione dei beni culturali”.
Stefania Chirico dal prossimo numero diventerà una nuova firma del giornale Lacerba.
PREMIO FRAGASSI
E’ indetta la 2a Edizione del Concorso di Poesia “Premio Fragassi”, in memoria
dell’insegnante elementare Giuseppe Fragassi. Il concorso è aperto ai ragazzi della scuola Primaria (Classi IV e V), ai giovani della scuola Secondaria di 1° e 2° grado ed a chiunque voglia proporre una propria opera. Il tema dell’edizione 2010 è:
“NEL GIARDINO DEI RICORDI”
La busta di partecipazione dovrà essere inviata tramite il servizio postale entro il
28 febbraio 2010 (farà fede il timbro postale).
Per comunicazioni o informazioni è possibile contattare il Comitato “Ricordando
Giose”, per e-mail [email protected] o per telefono ai numeri:
tel. 085.975166 fax 085.979694.
L
39 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Eventi
L’arte a
palazzo
PIANELLA - Da novembre a gennaio
il Palazzo della Cultura in Via Mons.
D’Addario a Pianella ha animato la
vita culturale cittadina con due interessanti mostre.
La prima è stata quella dei rosoni lignei del M° Auden Di Lorito.
Inaugurata nell’ambito della manifestazione “PianOlio” organizzata da
diversi anni dal comune ed in particolare dall’assessore Taddeo Manella, è stata sistemata nei locali espositivi del piano terra.
Pianellese doc, il Di Lorito inizia sin
da giovanissimo a lavorare il legno,
dapprima in un laboratorio-bottega,
successivamente, ad appena diciotto
anni, in proprio. Trasferitosi a Milano
ha l’opportunità di perfezionarsi nel
mestiere frequentando eccellenti maestri. La vera peculiarità per la quale
è conosciuto in tutta Italia è la riproduzione di rosoni lignei, attività che
intraprende con successo dai primi
anni ’90; lavorando a mano il legno
riesce a creare esatte riproduzioni di
rosoni in stile gotico e romantico, sia
di chiese abruzzesi, che di italiane e
straniere. Dopo aver esposto in molte
città abruzzesi, a Zurigo e in Vaticano,
l’artista è tornato nella città natale
per regalare ai visitatori le emozioni
di un arte che meriterebbe uno spazio espositivo permanente.
Sabato 19 dicembre all’ultimo piano
del palazzo è stata inaugurata dalla Pro-Loco di Pianella la mostra su
Francesco Paolo Michetti di proprietà
del collezionista Giorgio Ottavini di
Sulmona. Sono intervenuti il sindaco
D’Ambrosio e l’assessore alla cultura
Vincenzo Pace.
Organizzata nelle ultime due sale
dell’ultimo piano che ospita la mostra permanente di “Pagine di storie
pianellesi” ha dato la possibilità ai visitatori di ammirare venti opere originali tra disegni, olii e tempere del
Maestro del Cenacolo.
L
BASTA SAPERLO
Teatro
L’Orfeo Folle ci
aspetta
A Penne, l’Associazione culturale e
teatrale Compagnia dell’Orfeo folle,
(nata da poco e andata in scena il 3
Settembre 2009 nella chiesa di San
Giovanni Evangelista a Penne, con
il primo spettacolo sul poeta Dino
Campana intitolato: La Giornata di un
nevrastenico), sta cercando nuovi soci
che vogliano aderire e partecipare
alle attività dell’associazione stessa,
non solo come attori ma anche e soprattutto come collaboratori (scenografi; costumisti; ecc…) e promotori
di idee, in quanto l’associazione vuole occuparsi non solo di Teatro ma di
Cultura nei suoi molteplici aspetti.
Importante sottolineare che essendo
in fase iniziale, il gruppo ha bisogno
di essere sostenuto anche e soprattutto a livello economico con sponsor,
contributi e quant’altro, (da enti; associazioni; privati…) specificando che
si tratta di un’associazione a-politica
ed a-partitica inoltre essa è, attualmente, senza scopo di lucro, per cui
tutti gli eventuali contributi e/o offerte sarebbero destinati esclusivamente alle spese dell’associazione stessa.
Inoltre essa è regolarmente iscritta
c/o l’Agenzia delle Entrate.
Attualmente la Compagnia, dopo
l’inaspettato successo ottenuto con lo
spettacolo su Campana, sta lavorando ad un nuovo progetto teatrale su
monologhi scelti di Stefano Benni, la
pièce, salvo imprevisti, andrà in scena a Penne in Primavera.
Chiunque fosse interessato/a può contattare il numero 328 5752620 (Serena Valentini
- Presidente -) oppure mandare una e-mail
a: [email protected]
Ass. Cult. Teat. Comp. dell’Orfeo folle
40 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Un’occasione mancata
Domenica 31-01-2010 alle ore 10:00 si è svolta
nella sala “ Cascella” presso il Castello Chiola, l’Assemblea annuale dell’Avis Comunale di
Loreto Aprutino. Come di consueto sono stati
convocati tutti i Soci Donatori della Comunale
e i Dirigenti della stessa, e sono state invitate
le Autorità Comunali e la Cittadinanza tutta.
L’Assemblea annuale è un atto formale previsto e regolamentato dallo Statuto dell’Avis, ma
è anche e soprattutto un momento di condivisione e di riflessione sull’attività svolta e da
svolgere. Dalla relazione morale del presidente, e dalla relazione sanitaria della Dr.ssa Rossi del centro trasfusionale di Penne, è emerso
un quadro senz’altro positivo dello stato di
salute dall’Avis comunale di Loreto Aprutino.
Infatti, seppure sia rimasto sostanzialmente
invariato rispetto all’anno precedente il numero delle donazioni ( comunque con una
differenza in positivo ), è aumentato il numero dei donatori in modo significativo, e questo
è di buon auspicio per il futuro e lascia ben
sperare per una crescita costante e duratura
del numero dei donatori. Anche dal punto di
vista puramente contabile economico, è stata
riscontrata una situazione decisamente positiva, con un bilancio assolutamente regolare e
cristallino, anche se trattasi di cifre irrilevanti.
l’unica nota dolente dell’assemblea ,è stata
l’assenza di rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, invitata come sempre a presenziare in occasione di questo importante
appuntamento per la nostra Associazione. Si
segnala altresì l’assenza degli organi d’informazione, portati a conoscenza dell’evento, ed
anche della gente comune informata dai manifesti. Il rammarico per una occasione persa
non tanto per i donatori che, come hanno sempre fatto e continueranno a fare, compiono il
proprio gesto d’amore in favore dei malati
senza porsi troppe domande e con altissimo
senso civico, ma per tutta la comunità che in
occasioni come questa, potrebbe e dovrebbe avvicinarsi alla realtà avisina. In occasione
dell’Assemblea si è ricordato e sottolineato,
che il sangue donato è in favore dei bisognosi
che nel presente sono malati; ma il bisogno può
essere riservato a chiunque di noi, e comunque
dal sangue vengono estratti tanti componenti
preziosi utilizzati per la cura di molte malattie,
per cui a beneficiarne è la comunità intera. I
donatori in genere, e i responsabili dell’Associazione ancora di più, sono ben consapevoli
che dietro la facciata di cortese ammirazione
e di elogio che si raccoglie pubblicamente , si
cela un senso di pietosa commiserazione( ma
chi glie lo fa fare? Perché rischia o si spende
per chi neanche conosce ? ). Molti credono che
facendo “girare” quei misteriosi appelli via
SMS o via mail in cui si grida ”urgente bisogno
di sangue gruppo…..vai a donare e fai girare”,
compiono il proprio dovere civico e si sentono
con la coscienza a posto; in realtà fanno solo
la felicità dei gestori di telefonia, e provocano
più danni che benefici, sempre che il bisogno
sia vero. Durante l’assemblea si è ribadito che
quando si arriva all’urgenza è già irrimediabilmente tardi: l’ultimo esempio si è avuto
in occasione del terremoto all’Aquila; dopo
l’appello con il quale si comunicava dell’urgente necessità di sangue, un gran numero
di persone che non aveva mai donato sangue
si presentò presso i centri trasfusionali , e dovendo queste essere testate per verificarne la
conformità alla donazione, mandarono in tilt
le strutture trasfusionali. Conseguentemente a
tale situazione, fu emanato un secondo appello
a non presentarsi più : risultato, non si recarono
a donare neanche i donatori abituali che sono
garanzia di sangue sicuro, e dalla Campania
furono importate 1500 sacche di sangue. E’
paradossale che nell’era dell’informazione
velocissima e multicanale, la disinformazione
e l’ignoranza sia così preponderante rispetto
alla concretezza e alla conoscenza. L’Avis con
tutti i suoi donatori, e a questi và rivolta tutta
la gratitudine e benemerenza non di facciata,
contribuisce alla soluzione del problema della
carenza di sangue, e continuerà a fare di tutto
per coinvolgere in questa missione il maggior
numero di persone possibile. L’Avis, con l’Assemblea annuale , ha la consapevolezza di aver
costruito qualcosa di buono e importante, ed
è sempre aperta ed entusiasta ad accogliere
nuovi Donatori o simpatizzanti che vogliano
“ fare ” qualcosa invece di attendere che sia
sempre “ l’altro ” a muoversi.
Elio D’Amico, Presidente Avis Loreto
Carnevale di Venezia
fratellanza in
maschera
Il Corteggio Storico del Carnevale di Venezia è
stato organizzato dal C.E.R.S. (Consorzio Europeo
di Rievocazioni Storiche), un rinomato organismo
di respiro -appunto- europeo, di cui da quest’anno facciamo parte anche noi, unici nella regione.
Gli unici gruppi storici del centro-sud ad essere stati invitati al Corteggio, oltre a quelli della regione Puglia, sono stati gli sbandieratori
de L’Aquila e la Fratellanza dello Scorpione.
La nostra associazione, presente da anni nella città
di Penne, in quest’ultimo periodo si è riqualificata
enormemente dal punto di vista dell’accuratezza storica, principio fondante della rievocazione
medievale, tramite studi approfonditi e ricerche condotte in tutto il territorio nazionale.
Sgravi fiscali e proposte
Il bilancio fatto con la Sinistra
Nella formazione del nuovo bilancio previsionale 2010, le proposte di Sinistra Ecologia e Libertà sono sviluppate al fine di rendere l’Amministrazione Comunale più attenta ed efficace
verso le problematiche dei cittadini. Siamo convinti che la nostra comunità possa guardare
al futuro con serenità per realizzare gli obiettivi della coesione sociale e della valorizzazione
dei propri punti di eccellenza, mediante politiche innovative nel pieno rispetto di un ambiente favorevole allo sviluppo ed alla qualità del vivere urbano. Riteniamo necessario offrire un
orizzonte prima di tutto sul piano dell’innovazione politico-amministrativa con l’obiettivo di
migliorare la qualità della vita dei cittadini e far ripartire l’economia della città rilanciando
il centro storico. Le proposte di seguito articolate tengono conto della necessità di reperire
risorse per poter programmare investimenti in un complesso armonico e sostenibile in base
all’attuale quadro economico.
Relativamente alla “spesa”: il contenimento della spesa corrente e la sua razionalizzazione in
particolare con l’unificazione dei centri di costo per forniture materiali agli uffici comunali
e l’utilizzo di software open source; la riduzione dei costi per le spese energetiche attraverso l’utilizzo di lampadine a basso consumo, il monitoraggio delle utenze di tutte le strutture
pubbliche (scuole, musei, impianti comunali), la nomina dell’energy manager; l’attivazione di
progetti specifici per il recupero di Irap ed Iva da parte dell’Ente.
Relativamente alle “entrate”: l’esenzione della Tarsu per coppie giovani e per nuove attività
nel centro storico per i primi tre anni; la vendita di box o l’assegnazione specifica di posti
auto per i residenti del centro storico; un’attenta politica di lotta all’evasione e all’elusione
fiscale sui tributi locali.
Relativamente agli “investimenti”: l’avviamento di un punto di informazioni turistiche;
la realizzazione di una rete WiFi per accedere ad internet; grandi eventi (Notte Bianca, Pecora
Nait, concerti musicali) e spazi culturali e socio-ricreativi per i cittadini.
Circolo di Penne Gruppo Consiliare Sinistra Democratica
Lettera di Camillo Casalena
Io emigrato, epurato o
semplicemente ignorato?
Correva l’anno sportivo 1975-76, ero orgoglioso di giocare nella squadra del mio paese ed
ero contento di giocare una di quelle partite
di campionato che ti fanno salire l’adrenalina
alle stelle, ma mai Prima Comunione era stata
così inopportuna nei tempi e nella graduatoria
delle priorità. Mio cugino quel giorno andava
a ricevere Gesù per la prima volta andando a
scrivere sul calendario della mia attività sportiva la mia ultima volta in squadra con la Loreto
calcio. Non avevo calcolato che se non avessi
partecipato alla Prima Comunione di mio cugino Gesù me lo avrebbe perdonato mentre il
Presidente della Loreto Calcio, Manfredo Acciavatti, ancora oggi non ha perdonato la mia
assenza in campo di quel giorno.
Ancora oggi a Loreto tutti mi chiedono: ma perché fai l’allenatore a Penne? Perché non torni
fra le fila della squadra del tuo amato paese?
Non ho mai dato risposte esplicite a nessuno;
la mia riservatezza, ma soprattutto il mio timore
di pestare i piedi a qualche potente mi hanno
sempre impedito di fornire una mia versione
dei fatti.
Ma andiamo per gradi. Fin dalla domenica successiva Tommaso Chiavaroli prese il mio posto
in squadra ed io “fuori”, fuori per sempre! La
retrocessione dalla prima alla seconda categoria ne fu la conseguenza e nello stesso anno
Manfredo Acciavatti, il Presidente, rassegnò le
proprie dimissioni con conseguente subentro
di Edmondo Acciavatti che decretò il mio reintegro in squadra. Nell’82 Edmondo e Antonio
Cerchiara si dimisero dalla società ed io insieme a Lino Di Carlo, Cesare Di Felice ed Ezio
Evangelista riuscimmo a fare l’iscrizione della
società in seconda categoria eleggendo, solo
in un secondo tempo, Antonio Anzoletti come
Presidente. A me non piaceva però il ruolo di
membro di una società sportiva, amavo giocare e poiché l’Italia aveva vinto il mondiale
nell’82 ero stato amnistiato da una precedente
squalifica e mio zio, Antonio Chianta chiese ad
Anzoletti il mio reintegro in squadra.
Fu Giancarlo Ursini che quella volta decretò
che io non dovessi più giocare, dietro consiglio sempre dello stesso Manfredo Acciavatti,
suppongo! In quell’anno fui convocato per le
canoniche tre volte senza mai entrare in campo
per giocare onde evitare di essere svincolato.
Riuscii comunque a svincolare il mio tesserino ed andai a giocare per tre anni con le ACLI.
Nel 92 – 93 Mario Falcone mi propose di dargli
una mano ad allenare i ragazzi delle ACLI Passo Cordone e nello stesso anno ci fu la fusione
del settore giovanile delle due società Loreto e
Passo Cordone con conseguente integrazione
degli allenatori. Presi intanto il patentino da allenatore ma gli accordi intercorsi tra le due società, guarda caso, non furono rispettati per la
parte che riguardavano appunto gli allenatori
e al secondo anno fui esonerato da Claudio Di
Zio perché “costavo” troppo ( 200 mila lire al
mese). Fui allora sostituito da Sciulli, allenatore
della Renato Curi. Nello stesso anno in cui io
allenavo a Loreto Tommaso Chiavaroli fondò
la Scuola Calcio e l’anno successivo Tommaso
venne reintegrato nella società mentre io fui
cacciato. Dopo alcuni anni, parlando con Tommaso mi chiese di dargli una mano negli allenamenti poiché aveva parecchi esordienti ma
la società pose un veto definitivo sul mio nome.
Di lì la decisione di dedicare i miei sforzi e le
mie competenze alla città di Penne fino al giorno in cui le due squadre si sono affrontate e il
Penne ha sconfitto Loreto nella fase eliminatoria. Ma io non ero contento comunque e finalmente capii di aver trovato la risposta per tutti
coloro che ancora oggi mi chiedono: perché?
P.S. Avverto ancora oggi il disagio di vivere in
un sistema feudale e contemporaneamente
il sapore dolce-amaro delle partite che mio
figlio gioca con il Penne- calcio con il cuore
rivolto a Loreto ma con la mente concentrata
RISERVATO
L
41 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Per l’assessore stop di
rigore dalla Federcalcio
ILLECITO NAPOLETANO
Un allenatore (Graziano Marino) ingaggiato per 11
mila euro l’1 luglio
2006 da un presidente-assessore,
il pennese Ennio
Napoletano
che
rappresentava
la
società
loretese
Amatori Passo Cordone. Troppi soldi,
così come le rate
pattuite.
Troppo
Napoletano
cioè rispetto alle
norme dei dilettanti
della Federcalcio: al massimo, nella Promozione regionale dove era ed è l’Amatori, un mister
può incassare per una stagione, in media di
dieci mesi, fino a 9.500 euro (2 mila in più per
un collega che invece milita in Eccellenza). Un
accordo insomma fuori legge, come tutti o quasi, ma finito stavolta nelle mani della procura
sportiva della Federcalcio. Le indagini dell’avvocato Marco Mattioli non hanno dato scampo
e le prove raccolte devono essere parse inequivocabili visto che il processo sportivo si è
chiuso con una richiesta di patteggiamento ed
un anno di interdizione dalle cariche federali.
Uno schizzo di fango però su Ennio Napoletano, presidente dell’Amatori Passo Cordone nel
2006-2007 e per la società aprutina deferita
per responsabilità diretta. Ne è venuta fuori la
squalifica per un anno (almeno fino al prossimo 30 giugno) che la Federcalcio abruzzese ha
inflitto a Napoletano che, accanto alla carriera
(ora interrotta) di dirigente sportivo nella frazione loretese, aggiunge quella politica: è dal
giugno 2006 assessore del partito democratico
all’urbanistica, ma nella giunta di Penne guidata da Donato Di Marcoberardino. L’amministratore locale ha così preferito chiudere la partita,
chiedendo di patteggiare la pena davanti alla
commissione disciplinare del comitato regionale della Federcalcio, presieduta dall’avvocato aquilano Antonello Carbonara, per evitare
sanzioni più pesanti anche alla società, multata di 2.240 euro. Dell’Amatori fa parte pure
Moreno Sablone, a Loreto Aprutino assessore
uscente ai lavori pubblici della giunta Passeri.
Amatori Pd? Guai a dirlo, però.
a far suonare la campana di San Massimo facendo tacere la cornamusa di San Zopito. E sì
che si tramanda che i due siano fratelli! Fratelli coltelli!... Coltelli che a volte fanno male
al cuore!
L
NOTIZIE
42 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Riconoscimenti
L’uomo che premiava gli studenti
PIANELLA - Il 5 gennaio nella sala consiliare Donato Cavallone si è tenuta la sesta edizione della Pagella d’Oro, premio “Gesualdo de Felici”.
Ai fini dell’800 il Marchese Gesualdo de Felici ebbe l’intuizione di premiare con libretti di
conto corrente i ragazzi meritevoli e senza mezzi di Pianella.
La Società Operaia, anche grazie al sostegno della famiglia Peduzzi, per diversi anni portò avanti l’iniziativa benefica, riservandola però ai soli figli dei soci dell’antico sodalizio.
Da sei anni la Pro Loco ripropone a gennaio il premio esteso, con un bando pubblico, agli
alunni di una cerimonia. Quest’anno la sala era talmente gremita da lasciare fuori diverse
persone. Presente la pronipote del marchese, Lucilla Curato alla quale, oltre al consueto
dono floreale, è stato regalato una riproduzione di una caricatura del de Felici rinvenuta
nell’omonimo fondo dell’Archivio di Stato dal prof. Baldassarre.
Ai premiati una borsa di studio, un libro, una pergamena ricordo ma, soprattutto, il riconoscimento simbolico per l’eccellente risultato ottenuto.
Per gli studenti che hanno frequentato la quinta elementare nell’anno scolastico 2008/2009
hanno conseguito il premio: Luca Di Zio, Lucrezia Filippone, Alex Di Stilio, Francesca Volpe, Eros D’Addario, Manuel Falone.
Per quelli che ormai sono alle superiori avendo frequentato la terza media nello stesso
biennio, la pagella d’oro è andata a: Roberta Moschetti, Eleonora Falone, Valeria Rinomato, Valentina Falone, Francesco D’Aloisio, Asia D’Addazio.
Oltre agli sponsor “storici” che da anni sovvenzionano il premio, cinque new entry: la
fondazione PescAbruzzo, Stefano Toiano Commercio Ittico, il Rotary Club Pescara Nord,
Gianluca Buccella per “Sport Nazionale Comitato Provinciale di Pescara” e il mensile
“Pia.Ce & dintorni”, supplemento di Lacerba.
Il presidente della Pro Loco Roberto Sergiacomo ha presentato nell’ambito della manifestazione un progetto culturale realizzato grazie all’opera del fumettista Natale Clemente
consistente in un libro “Pianella a Fumetti” di prossima edizione che di sicuro avvicinerà
i ragazzi alla storia del loro paese.
i due leoni IN testa rossa
Tony e Pino D’Angelo visti a bordo di
una Ferrari scorrazzare per Penne: in
compagnia di chi? Del noto fotografo di
Miss Adriatico Alfredo Picciano, ortonese.
Ospite a pranzo dell’amico Tony, bravissimo, come sempre, ai fornelli: ben 19 trofei
conquistati nei migliori ristoranti abruzzesi, dalla Nave di Francavilla al Parco dei
Principi di Pescara. “Sono in partenza per
Sanremo, dove il patron Paolo Minnucci mi
ha convocato per il Festival della Canzone
Italiana. Nell’occasione sarà riconfermata
la mia direzione artistica alla presenza di
Piero Mazzocchetti”. Nel 2009, Tony il Leone ha collezionato ben 60 spettacoli.
I sapori della tradizione
Sapori e profumi di casa nostra incantano i turisti e tengono letteralmente
banco. La macelleria “Il Boschetto”
ed il suo patron, Alberto della Pelle, è stata protagonista e portavoce
d’eccellenza delle tipicità nostrane
in importanti eventi per la promozione del territorio vestino: la Fiera
agricola della città di Penne a luglio
e l’edizione 2009 di Ecotur, la borsa
internazionale del turismo sostenibile svoltasi a Chieti lo scorso ottobre.
Un altro modo per gustare e godere
ciò che di meglio la nostra terra ha da
offrire.
NICOLINO uno e trino
L
CULTURA
43 | LACERBA N 1 ANNO 2010 | www.lacerbaonline.it
Modellatare, collezionista e fotoamatore: Olivieri il creatore di presepi
E’ noto a Penne per essere un costruttore di presepi. Lo conoscevo come
tale e come infermiere del reparto di Geriatria dell’ Ospedale “S. Massimo”. Talvolta l’ho visto in giro con una macchinetta fotografica in occasione di qualche evento particolare, per es. la “Giostra dei sei Rioni”. In
passato, inoltre, lo vedevo spesso accompagnarsi al figlio Alessandro in
carrozzella perchè disabile. Tutto qui quel che sapevo di questo concittadino nato a Penne il 1°.XI.1944, oggi in pensione.
Il fatto che costruisse presepi artigianalmente ha sempre attratto la mia
curiosità, anche perchè è uno dei pochi che alimenta una tradizione antichissima, risalente al XIII secolo, che vuole in Penne l’istituzione del
primo presepe abruzzese. Inoltre, è stato lui con Maria Duttilo (la quale
ha ripristinato per alcuni anni anche il presepe vivente) ad avere l’idea
di allestire annualmente in Penne una mostra di presepi, cosa che gli
permette di manifestare contemporaneamente il suo amore per la nostra
Città e per il figlio Alessandro (Mario Mariani). La possibilità di sapere
di più su di lui è stata anche procastinata dalla sua indole umile, modesta,
schiva.
Quando quest’ultimo Natale l’ho rivisto a Colleromano, in occasione
dell’inaugurazione della III Mostra del Presepio, allestita dall’Associazione S. Cesidio, ho ricevuto da lui l’invito a recarmi a casa sua per vedere
i suoi presepi, alla Via
Acquaventina.
Mi ha introdotto nel suo
piccolo laboratorio, il
suo regno, dove poco
per volta, superando la
sua ritrosia, mi ha parlato della sua vita e dei
suoi hobbies. Quasi
temesse di deludere le
mie aspettative, mi ha
subito precisato che
era un dilettante con
alle spalle una cultura
di scuola elementare.
A Tarcento (Udine) ha
fatto il servizio militare
nel Battaglione Tolmezzo (XII Compagnia), evento tansitorio ma importante, come lo è per tutti gli Alpini, perchè l’amicizia e lo spirito di corpo
legano per tutta la vita.
Ciò che di più mi ha colpito nella suddetta visita è stato scoprire che
egli coltiva parecchi interessi, sicché dovrei definirlo costruttore anche
di modelli di navi da guerra e velieri, fotoamatore, collezionista di farfalle, di cartoline d’epoca e degli stessi presepi, perchè oltre ai suoi ne ha
altri di varie regioni d’ Italia che ha acquistati o che gli sono stati regalati.
Quest’ultimi sono per lo più di piccole dimensioni. Ha un archivio di oltre
diecimila diapositive, tutte catalogate, una bella documentazione degli
ultimi venti anni di vita pennese. Il materiale stivato nel suo laboratorio è
tanto che potrebbe allestire varie ed interessantissime mostre.
Una l’ha già fatta e risale all’agosto 2006, quando nel Municipio di Penne espose le cartoline e le foto di Marilyn Monroe. In quella occasione
Antonio Di Vincenzo lo presentò come collezionista e disse che egli da
autodidatta s’era “avvicinato alla fotografia, riscuotendo interessanti risultati nel campo naturalistico”.
Nell’ultima sua esposizione
fotografica (agosto 2009),
tenuta con Andrea Vignetti
nella Chiesa di S. Giovanni Battista di Penne, Renata
Rossi così si espresse sulle
sue fotografie: “E’ alla sua
quarta mostra ed ha acquisito, grazie all’interesse e
all’esperienza, una buona
maturità artistica, con una
interpretazione della natura”. Sulle sue foto della
Mostra del 2007 nella medesima sede ella aveva detto
che l’ attenzione di Olivieri
si ferma “su cose semplici
e genuine”, creando visioni
che “richiamano in mente
altre prodotte da grandi fotografi”.
Non fa solo mostre fotografiche ma anche reportages degli incontri annuali degli Alpini.
Da circa quindici anni i suoi presepi hanno
preso il sopravvento sui velieri e le navi da
guerra: dice di averne costruiti un centinaio,
di tutte le dimensioni, di cui una trentina soltanto sono nel nostro Museo di Colleromano,
mentre tanti altri sono nelle case dei suoi
amici e dei suoi excommilitoni.
Ha esposto in tutte le mostre di presepi di
Penne e di Ortona; oltre che a Lanciano, a
Chieti, a Francavilla, a Teramo e a Pescara alla Mostra Internazionale del
Presepe Artistico (1994-1995). Da noi ha vinto nel 2002 il 1° premio per
aver reso con il suo presepio una vetrina di negozio la più bella della
Città (Concorso Avis Vetrine e Presepi di Penne).
In genere si costruisce un presepe comprando i singoli pezzi di materiale vario e assembrandoli con la propria fantasia. Nicolino, quasi sempre,
fa tutto con la terracotta, dalle case, ai pastori, allo stesso piano di appoggio. Con l’argilla modella ogni cosa, anche la più piccola, servendosi
dell’attrezzatura specifica, propria di un qualsiasi modellatore, per
cui alle attività sopra
indicate potrei aggiungere quest’altra che ne
fa un naif vestino. C’è
sempre una certa originalità nei suoi presepi,
qualcosa di tipicamente nostrano, abruzzese.
In uno, tutto di terracotta, al Bambino che
è nato una contadina
porta i suoi doni: una
gallinella nella cesta
che ha in testa ed altra cesta piena di uova. Nella sua modellazione naif
sembra di scorgere il primitivismo di certa plastica etruscoide o picena.
Vedere i suoi “pastori” rinfranca il cuore dopo il disgusto generato dalla
corruzione - degenerazione di certa arte (?) contemporanea.
Egli vede il Natale in qualsiasi situazione ambientale, e non solamente
in quella idillica tradizionale di pace. Gesù nasce sempre, per fare un
esempio, anche nella realtà tragica di una guerra o di un terremoto. Ed
allora ecco nei suoi presepi i carri armati, le ambulanze, i soldati russi, le mitragliatrici, i morti, i feriti, le case sconquassate dalla guerra o
dal sisma, i suoi alpini soccorritori, mai dimenticati, con le loro tende e,
sempre in un angolo, la Natività con Giuseppe, Maria ed il Bambinello. I
suoi presepi sono, per così dire, “attuali” perchè riflettono il “clima” del
momento, che non è dato solamente dal freddo e dalla neve.
Recentemente ha provato a fare presepi senza il motivo della Natività,
alla quale, cioè, non sono ispirati perché concepiti in altre situazioni. Una
gita a Bomba gli ha dato lo spunto per riproporre in plastica la scena del
lago con i suoi amici a bordo di un motoski, un pescatore, le auto sulla
riva, ecc. Qui il presepe tradizionale non c’è più, c’è solo un paesaggio
tridimensionale naif, tutto modellato in terracotta.
I suoi pezzi possono essere anche privi di colore, non per questo sono
meno belli ed interessanti nel dettaglio, come le tegole dei tetti delle
case, modellate pazientemente una per una. Olivieri per questo è un
vero modellatore popolare della realtà.
Potrei elencare tante curiosità tra le cose collezionate. Per rimanere nel
tema dei presepi, il più piccolo della sua collezione gli è stato regalato:
è dentro mezzo guscio di noce. S. Giuseppe, la Madonna, il Bambino nella cesta ed il bue hanno le dimensioni di pochi millimetri, eppure sono
modellati, colorati e ben distinguibili. Il presepe non richiede esclusivamente l’arte delle grandi cose, ma il cuore delle piccole.
di Candido Greco
Foto
1. Olivieri intento a fotografare una farfalla
2. L’Aquila torna a volare, presepe per L’Aquila terremotata (2009)
3. Natività in terracotta naturale (2009)
4. Il pastore alla Capanna (2009), campione della modellazione di Olivieri
L
CULTURA
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Archivio
Quel sisma del 1703
La storia, quella ufficiale che si studia nei
manuali di scuola o quella sconosciuta
e dimenticata, che a volte riaffiora tra le
carte polverose e ammuffite di un archivio
storico, insegna o dovrebbe insegnare.
Ma si continua a guardare troppo poco
indietro nel nostro passato per avere consapevolezza del presente e, se possibile,
tentare di migliorarlo.
Torniamo a parlare di terremoto per via
di uno speciale ritrovamento (di cui sono
venuta a conoscenza grazie ad una segnalazione dell’architetto Maurizio D’Aurelio,
che ringrazio) fatto dalle archiviste Margherita Ciammaichella ed Annalisa Massimi della società - cooperativa “Archivi
e Cultura”, durante i lavori di schedatura
e riordino delle serie di registri degli archivi storici dei comuni appartenenti alla
Comunità Montana Vestina.
Si tratta di una testimonianza risalente al
1703 proveniente dall’Archivio storico comunale di Civitella Casanova, individuata
all’interno del catasto antico del comune
in uno stralcio che si trova sul verso della
pagina di guardia.
In sintesi ma con precisione dà notizia
di due scosse di terremoto, avvenute a
circa un mese di distanza l’una dall’altra, nel territorio aquilano; la prima del
14 gennaio 1703 alle ore 2 di notte della
durata di un “Credo” (lunga preghiera
che si recita durante la liturgia della Santa Messa) e l’altra ancora più tremenda,
“terribilissima”come si legge nel documento, il 20 febbraio, di venerdì, alle ore
17.
Dal documento emerge che proprio questa scossa ha devastato L’Aquila ed il suo
circondario provocando circa 5000 vittime. Il “cratere sismico”, menzionato dal
trascrittore della nota, sembra lo stesso che dopo la tragica notte del 6 aprile
scorso ha “ingoiato” tanti comuni della
provincia aquilana e alcuni del pescarese. Vengono citati distintamente oltre al
capoluogo di Regione, Paganica, Castel
Novo, Monte Reale, Arischia, La Madrice
e poi Civitella Casanova, Vestea, Vicoli e
Civitaquana, che subirono molti danni ai
propri centri abitati tanto da costringere
i cittadini ad abbandonarli e rifugiarsi in
campagna.
Le similitudini tra i due eventi sono palesi
e le riflessioni in merito possono essere
molteplici. Va sottolineato innanzitutto il
valore intrinseco della testimonianza che
ci permette di ricostruire una parte della storia minore, ma ciò che forse vale la
pena approfondire, dopo lo stupore iniziale, è quanto stato fatto nei secoli successivi, per quanto nelle umane capacità,
per limitare i danni che la ripetizione di
un simile cataclisma avrebbe comportato.
Sono passati più di tre secoli, i terremoti a
L’Aquila si sono ripresentati con cadenze
più o meno regolari con una carica distruttiva non sempre letale, essendo assodato
che la città nasce su una faglia tettonica
e pertanto ad alto rischio sismico. Eppure
nell’epoca del progresso, della tecnologia più avanzata, l’uomo non ha capito che
la Natura può essere studiata, osservata,
descritta ma non sfidata.
Se avesse usato con coscienza e raziocinio gli strumenti che la scienza, la ricerca
tecnologica e la stessa Storia, gli hanno
messo a disposizione, oggi, dopo quel 6
aprile, piangeremmo probabilmente un
numero di vittime inferiore.
di Claudia Ficcaglia
Artisti
ESTER la cinese
La pittrice loretese Ester Crocetta
(www.estercrocetta.it) ha esposto i suoi quadri
in uno dei più
prestigiosi musei del mondo, il
Beijing World Art
Museum (www.
worldartmuseum.cn) di Pechino (CINA).
La mostra è stata
aperta dal 5 al 9 febbraio.
«Si tratta di un riconoscimento eccezionale per un’artista del pescarese che sta
travalicando i confini nazionali ed europei
– ha detto l’assessore alla cultura del comune di Loreto Sandro Di Minco – e siamo
lieti, come Comune di Loreto, di aver patrocinato e contribuito ad un evento culturale in Cina, un paese con un’economia
in forte sviluppo, dove è stato portato il
nome di Loreto Aprutino, che Ester Crocetta contribuisce ad arricchire e far conoscere».
il pastore D’ANNUNZIO
L
CULTURA
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La transumanza del Vate nell’analisi di prosa e versi
Dopo la metà del corposo romanzo Il fuoco,
parte II, L’Impero del silenzio (pagg.734,
edito da Mondadori nel 1949), d’Annunzio colloca alcune righe che rispecchiano
il contenuto della poesia alcyonica I pastori. Ora l’anno di composizione di Il fuoco è il 1898, mentre l’Alcyone è del 1903,
quindi è evidente che il brano di prosa
precede i versi della nota poesia. Qui è
da chiedersi: quale dei due brani è stato pensato prima?. Forse questo dilemma
non sarà mai sciolto, ma una cosa è vera:
la prosa precede la poesia per la collocazione che l’autore ha dato ad entrambe.
D’Annunzio immagina, nel romanzo di
Stelio Effrena e la Foscarina, di aver detto un giorno a lei, la protagonista, quello
che era un ricordo di cose lontane. Anche
in questa affermazione c’è un anticipo di
quello che più tardi dirà, raccogliendo
le poesie dell’ultima parte di Alcyone
col titolo Sogni di terre lontane. In effetti
il poeta ripensa al suo Abruzzo ed a ciò
che nella sua fanciullezza aveva visto più
volte nel mese di settembre, cioè la transumanza delle greggi dalle montagne
abruzzesi verso le pianure foggiane, per
svernarvi. La prosa così narra:-Poi passavano le greggi, lungo la riva del mare: venivano dalla montagna, andavano verso
le pianure della Puglia, da una pastura ad
un’altra. Le pecore lanose camminando
imitavano il movimento delle onde; ma
il mare era quasi sempre quieto, quando
passavano le greggi con i loro pastori.
Tutto era quieto; su le spiagge era disteso
un silenzio d’oro. I cani correvano lungo i
fianchi della mandra; i pastori s’appoggiavano alle aste; fiochi erano i campani
in quell’immensità. Tu seguivi con gli occhi il viaggio sino al promontorio. Poi più
tardi, andavi con la sorella a guardare le
tracce nella sabbia umida che qua e là era
bucherellata e dorata come i favi…Chi
me le ha dette queste cose?-Domanda retorica questa della chiusa perché il poeta,
abitando vicino alla spiaggia del mare
ed essendo un frequentatore della foce
del fiume Pescara, ogni anno ha assistito
al fenomeno della transumanza, durante
la quale centinaia e centinaia di pecore, accompagnate dai loro pastori e ben
guardate da vigili cani, scendevano dalle
montagne abruzzesi e, seguendo i tratturi
erbosi, arrivavano sulla spiaggia per poi
proseguire verso la Puglia. Ora, in questa
rievocazione ci sono tutti gli ingredienti
che poi entreranno ad abbellire i versi
di Alcyone. Le greggi arrivavano al mare
dalla montagna e poi, camminando lungo
la spiaggia, andavano verso le pianure
della Puglia. Le pecore coperte di lana,
camminando, davano l’impressione che
somigliassero alle onde del mare, il quale
“era quasi sempre quieto”. Intorno c’è
un silenzio d’oro. Colore questo che il
poeta trasferisce dalle pecore e dalla
sabbia alla quiete colma di silenzio. Ai
fianchi delle greggi camminano i cani,
preziosi custodi della mandra, che nei
versi sono assenti. I pastori invece portano dei vincastri, che hanno ricavato
dalle piante di avellano, sui monti, e su
di essi si appoggiano lungo il cammino
e nelle soste. I campani sui colli delle
pecore hanno un suono fioco, quasi per
non interrompere quel “silenzio d’oro”.
Gli occhi osservatori seguono le greggi che si allontanano, mentalmente sino
al promontorio del Gargano, ma più
praticamente fino alle colline sporgenti di Francavilla al Mare e di Ortona.
Le greggi nel loro cammino lasciano
sulla sabbia umida della battigia delle impronte, che danno un aspetto di
sabbia “bucherellata e dorata come i
favi” delle api. Adesso, passando ad
un breve esame della poesia I pastori,
troviamo l’indicazione del tempo della
transumanza, cioè “settembre”. Così il
poeta, quasi tornato nella fantasia nella
“terra d’Abruzzi”, segue lo spostamento dei pastori, che lasciano gli “stazzi”
di montagna e vanno verso il mare, cioè
lasciano i pascoli dei monti per scendere all’Adriatico, a volte burrascoso, ma
che ha il colore verde dei pascoli abbandonati. Essi portano con sé il ricordo vivo
delle acque fresche dei ruscelli montani
e sono forniti di bastoni, i vincastri, fatti
con i rami di avellano. Seguendo il tratturo, che è una larga via erbosa, e ripetendo
ogni anno la consuetudine dei loro padri,
scendendo verso il mare, dove avvertono
il tremolare delle onde marine, secondo
un’immagine rubata a Dante (Purgatorio,
I, 17). La greggia cammina lungo il litorale
e nell’aria s’avverte quel “silenzio d’oro”,
perché è “senza mutamento”. Il sole settembrino conferisce alla lana delle pecore un colore biondo- d’oro, che è simile a
quello della sabbia. Il mare calmo fa sentire lo “sciacquio”, mentre le pecore sulla
sabbia umida, con il loro calpestio, producono un rumore che somiglia a quello
delle onde marine. Questi per il poeta
sono “dolci romori”. Ma in lui è tale la nostalgia di queste cose, viste e vissute nella
sua fanciullezza, che ora vorrebbe essere
con i pastori, che chiama affettuosamente
“miei”. Ecco: la prosa ha fornito le linee
maestre dello spostamento delle greggi
dai monti al mare e poi verso la Puglia; i
versi invece hanno colto l’essenziale delle parole di prosa per daci l’immagine di
una consuetudine, che negli anni giovanili del poeta d’Annunzio, era come un rito,
il quale si ripeteva ogni anno, sempre
uguale, nel mese di settembre.
di Giuseppino Mincione
PASTORI
Settembre, andiamo.
E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il
mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.
Ah perché non son io co’ miei pastori?
L
FUORI SCAFFALE
LA DIVERSITA’
Secondo la mitologia greca, all’inizio
l’uomo e la donna costituivano un solo essere e poiché le cose non andavano per il
verso giusto, Giove prese la spada e con
un colpo netto divise l’unico essere in
due parti, creando così l’uomo e la donna.
Ecco perché, secondo gli antichi (allora
non c’erano i testi sacri rivelati), l’uomo
e la donna tendono a riunirsi perché un
tempo uniti ed una coppia sarà perfetta
quando una metà avrà ritrovato l’altra.
Sembra una favola, ma tanto verosimile
da apparire vera considerando gli scabrosi avvenimenti che accadono nella società di oggi. Infatti, sembrano aumentati
di numero gli esseri “umani” ambivalenti,
dalla doppia personalità, responsabili di
azioni criminose di vario genere e che
si definiscono orgogliosi della loro diversità e se dovessimo dar loro un nome
non sapremmo con quale carta d’identità
presentarli. Le diversità ci sono sempre
state da che mondo è mondo, anche nella Magna Grecia e nell’Antica Roma, ma
avevano una ragione “politica”. Secondo
Hadler, in principio progressista ma poi
conservatore, grande psicoanalista e discepolo di Freud, ci fu un periodo nell’Antica Grecia in cui le donne volevano la supremazia sugli uomini volendo sostituirli
nella vita pubblica e in quella politica. E
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i
benpensanti
allora per punirle
sottraevano
ai loro desideri i giovincelli,
chiamati Efebi,
i quali avevano l’iniziazione
con gli uomini
e, quando il pericolo era scongiurato, venivano riammessi
nella comunità. Ma l’impareggiabile Cicerone (se vivesse oggi chissà cosa
direbbe!) scrivendo al governatore Verre
affermava di infischiarsene della moda
degli Efebi, criticando aspramente il loro
comportamento ritenuto anomalo, contro
natura e contrario all’etica ed alla morale.
Certamente ora bisogna considerare alcuni comportamenti normali degli uomini. Ad una donna per esempio si addicono anche alcuni comportamenti maschili
perché essa non deve soltanto avere cura
della propria bellezza e della propria
eleganza e quindi attendere qualcuno
che bussi alla sua porta, potendo occupare posti di comando un tempo attribuiti
solo agli uomini. Nel contempo, un pizzico
di femminilità si addice anche all’uomo
se in un particolare momento, affacciandosi al balcone, dica con eleganza:”Mio
Dio, com’è bello questa sera il cielo trapunto di stelle”. Un valente medico svedese, Axel Munthe, autore di un bel libro,
“La storia di San Michele” dedicato alla
principessa Mafalda di Savoia, oltre a
descrivere le sue esperienze di medico
presso l’istituto Pasteur di Parigi e al Policlinico di Roma dove conobbe il famoso
clinico Baccelli, in un capitolo parla dei
rapporti fra l’uomo e la donna ed afferma
testualmente:”L’uomo e la donna sono diversi e di intelligenza diversa e sono fatti
per completarsi. La donna più dell’uomo
sopporta il dolore: l’appropriazione del
dolore rende l’animo più sensibile e più
gentile”. In altri termini, l’uomo e la donna sono responsabili della nostra storia.
di Tonino Testa
IL TEMPO CHE
PASSA
Passato il capodanno. Passate le feste.
Sembra ieri che aspettavamo la mezzanotte facendo saltare i tappi di spumante. Chi ha inventato il calendario
dividendo l’anno in mesi, settimane e
giorni credeva di fare un’operazione
aritmetica e quindi immutabile. Niente di più sbagliato: il tempo non corre con lo stesso ritmo, è un elastico,
una variabile psicologica. Gli anni
della giovinezza erano lunghi come
secoli, non arrivavano mai le vacanze di Natale, non arrivava mai la fine
della scuola. Diventando adulti e poi
anziani gli anni si accorciano paurosamente, i Natali si attaccano uno
all’altro come vagoncini. Non scopro
niente di nuovo, sto solo proponendo
una riflessione malinconica. E, già
che ci siamo, aggiungo un altro pensiero. Oggi basta una nevicata di venti centimetri a scatenare titoloni sui
quotidiani e aperture di telegiornali:
l’Italia paralizzata. Buon Dio, ricordo
inverni con cumuli di neve e freddi
siberiani: nelle pagine di cronaca
apparivano brevi corsivi quasi sempre intitolati “La bianca visitatrice”.
E poi non se ne parlava più: si dava
per scontato che d’estate facesse caldo e d’inverno scendesse la neve: si
rimediava con i badili, gli stivaloni,
le catene sulle ruote, gli spazzaneve. La vita ne usciva un po’ rallentata, non “paralizzata”. Oggi, nell’era
della spettacolarizzazione, tutto si
trasforma in evento. Osservo nei telegiornali le macchine che procedono
lentamente, i tir che arrancano sulle
autostrade, i cingolati con le lame che
aprono la via. Che improvvisa tragedia. Nevica in dicembre...
di Francesco Di Giorgio
CALCIO
L
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Il Penne non vuole tramontare
Il ritorno al Colangelo e di Colangelo. Per evitare la Promozione
PENNE – Deve soffrire fino in fondo e spera di farlo anche dopo: dicembre e fino al 31 gennaio, giorno in cui i vestini sono tornati
al “Colangelo” ritrovando colore e calore della tifoseria orgacon i play out. Nel senso che il Penne gioca per evitare l’ultimo
nizzata, la Neuro. Fino a prima del derby col Montesilvano, Di
posto che significa, in ogni caso, retrocessione diretta in PromoPietro ha ottenuto una vittoria casalinga contro il Sulmona e pazione anche se dalla D le abruzzesi che dovessero scendere fosreggi con Montorio, Cologna, Francavilla e Notaresco, restando
sero tre nella peggiore delle ipotesi. Quando scriviamo queste
sconfitto solo a Teramo contro la capolirighe, i vestini non hanno ancora giosta e il San Nicolò. Giocare con la precato l’anticipo televisivo contro il Monoccupazione del risultato è sempre più
tesilvano al vecchio comunale riaperto
complicato, specie adesso che il miglior
anche al Penne dall’amministrazione
realizzatore, Vittorio Improta, casertano
comunale per impulso del neo assessodi Mondragone, autore di 9 marcature,
re delegato allo sport Gabriele Pasquastenta a ritrovare la via del gol dopo un
lone. Con due lavoretti (la separazione
avvio in cui ha tenuto a galla la squadra
degli ingressi) ha ottenuto l’agibilità supur segnando reti mai decisive ai fini di
periore ai 100 posti di capienza. Una teuna delle tre vittorie ottenute. Le segnalenovela in stile pennese che ha indotto
ture si attendono anche da Galiffa e Piermolti a mal pensare su veti e invidie: ci
ri che nel loro passato hanno accumulato
voleva tutto questo tempo per mettere
esperienza e gol. Il loro apporto integra
due cancelli?Ora però il club del prequello dei fuori quota di cui il Penne può
sidente Pasquale Almonti deve trovare
Colangelo e Di Pietro
andare fiero. Colangelo spera di ripetere, stavolta con
la forza di concludere con una netta sterzata una staun altro ruolo, il miracolo del ’91-’92 quando dall’Intergione nata con diverse contraddizioni e qualche errore
di valutazione di troppo, ma rimessa comunque in discussione. regionale retrocedevano direttamente 5 formazioni e lui subentrò a metà gennaio come terzo tecnico stagionale dopo Druda e
Sulla panchina siede il terzo tecnico stagionale: quel Mirko Di
Ciampoli. Il Penne si salvò all’ultima domenica. “Dobbiamo penPietro, responsabile del settore giovanile, subentrato a Filippo
sare a giocare e a scrollarci di dosso la tensione, come nel seDi Teodoro dal 13 dicembre, il quale dopo due turni aveva preso
condo tempo di Notaresco”, ha detto Mirko Di Pietro. Il calendail posto del dimissionario Federico Proietto. Il tecnico loretese
rio, Montesilvano a parte, chiama il Penne ad affrontare scontri
adesso ha fra le mani una squadra di sicuro più competitiva con
diretti casalinghi contro lo Sporting Scalo e all’ultimo turno con
gli innesti di gente di categoria, ed anche di più, come il portiela Spal Lanciano ed esterni come quelli di Roseto e Guardiagrere La Barba (38 anni), il difensore ventenne Di Fabio, i centrole, avversari di rango da contrastare in casa sono il Mosciano ed
campisti Galiffa (’76) e Pierri (’82). Hanno preso il posto di Tarail Castel di Sangro, mentre trasferte sulla carta tranquille a Luco
borrelli, Lo Mele, Ajazi e D’Angelo. Ci ha lavorato con la grinta e
dei Marsi e Pineto.
la passione di sempre Guido Colangelo, tornato ad assistere un
Penne che ha lasciato l’ultimo posto in classifica detenuto dall’8
di Berardo Lupacchini
VESTINA IN CRESCENDO
La Vestina battendo il Perano 2-1 (contro i sangirni i giallorossi nel 2005 vinsero il
play off promozione) si colloca a quota 36 e spera ancora in un piazzamento d’elite.
Il gruppo di Castellano ha trovato una sua identità dopo un avvio caratterizzato da
una stentata continuità. Oggi viaggio a Castelfrentano, ultimo insieme con il Silvi a
16 punti. L’occasione per incrementare il bottino e mantenere un punto di vantaggio sul Lauretum.
SOFFERENZE PER DUE Penne ’96, corsa
Stagione in salita per Amatori Passo Corverso il paradiso
done e Pianella. Quart’ultimo posto con
24 punti per i loretesi e ben sei in meno
per il Pianella, terz’ultimo, reduce però
dal blitz pescarese con la Flacco di Masciovecchio. All’Amatori non basta un attacco capace di siglare 30 reti a fronte di
una difesa che ne ha subite 34 però. Decisamente negativi i numeri del Pianella di
D’Intino ancora in corsa per una salvezza
difficile, ma non impossibile. Oggi appuntamento casalingo per entrambe. L’Amatori se la vedrà proprio con la Flacco Pescara, terza in graduatoria ma beffata dai
panellesi, mentre i cugini affronteranno il
San Salvo alla caccia di un piazzamento
play off.
Il Penne ’96 continua a condurre il gruppo E della seconda categoria abruzzese
con 45 punti, dopo 19 turni, in coabitazione con la Virtus Montesilvano Colli, a -1
insegue il Castiglione. Le due capolista
sono imbattute e vantano la stessa miglior
difesa del torneo con 8 gol al passivo,
mentre l’undici pennese ha segnato tre
gol in meno rispetto agli antagonisti (36 a
39). La tripletta di Montebello ha dunque
consentito alla formazione di Guerino
Francescone di proseguire la corsa verso
una promozione in prima categoria negatale l’anno scorso dai play off.
Credici,
Lauretum
Il Lauretum con
35 punti
è
ancora
sulla
scia della
quinta da
cui dista 5
lunghezze, ma sulla strada
vi
sono
quattro
av ve r s a rie. Il paDi Pietro
reggio, ottenuto con
una squadra rimaneggiata, colto in casa contro il Sambuceto ha visto un undici biancazzurro
motivato e ancora vivo per la corsa ad
un posto che consentirebbe di giocarsi
la Promozione ai play off. Oggi trasferta sul campo dell’AcquaeSapone che
precede di tre punti la formazione allenata da Piero Di Pietro.