Dove - Sonzogno

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Dove - Sonzogno
10/06/2015
Pag. 120 N.1 - GIUGNO 2015
GUIDA ALLA NUOVA GRECIA
diffusione:123537
tiratura:176952
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Le rovine del tempio
di apollo, sull’isola di
naxos che, secondo
la leggenda, fu
palcoscenico della
storia d’amore tra
Dioniso e Arianna.
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nel nome
degli dei
Dove sono nati la civiltà occidentale e il concetto
di bellezza. Per ritrovare Dioniso e Arianna, Perseo
e la Medusa, Teseo e il minotauro. Navigazione
di porto in porto con la guida di un grande grecista
di G i o r G i o i e r a n ò
docente di Filologia e Letteratura
g r e c a a l l ’ U n i v e r s i t à d i Tr e n t o
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
all’origine del mito
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terre emerse per volere degli dei, isole nate
dal gesto di un eroe: in Grecia, ogni scoglio, pietra o
spiaggia conserva traccia di una leggenda
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1. le antiche rovine
dell’Acropoli dominano
la baia di Lindos, a
rodi. 2. la Chora di
Naxos, un grumo
di case bianche che
sembrano galleggiare
sull’azzurro del mare.
3. Souvenir mitologici
in vendita a naxos.
Non c’è scoglio, isola, spiaggia della Grecia che non conservi l’impronta di un mito.
Non c’è onda in cui non risuoni l’eco di una
leggenda. Dall’Egeo allo Ionio, i miti hanno creato i paesaggi e trasfgurato i luoghi.
Terre emerse per volere di un dio, isole nate
dal gesto di un eroe. Il mare per gli antichi
era luogo di prodigi, spazio di incanti e di
misteri. Ninfe, mostri, sirene ne abitavano gli
abissi e le rive. Mettersi in mare signifcava
entrare in un orizzonte dove la morte, ma
anche il miracolo, erano sempre in agguato.
Isole e porti erano capoluoghi di un universo favoloso, popolato di eroi e divinità.
Un viaggio sulle rotte del mito può iniziare da Rodi. Racconta il poeta Pindaro
che, quando gli dei si spartirono i regni del
creato, Rodi giaceva ancora nelle profondità degli abissi. Helios, il Sole, escluso dalla
spartizione del cosmo, la reclamò. L’isola
forita (il nome Rhodos rimanda alla rosa) apparve dalle acque dell’Egeo. Gli abitanti di
Rodi non dimenticarono mai il loro dio protettore. Intorno al 300 a. C., costruirono una
statua gigantesca di Helios. Alta 32 metri,
dominava l’imboccatura del porto. Era il famoso Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo. A Rodi approdò, un giorno, anche Elena, la donna infedele che aveva
provocato la guerra di Troia. La vedova di
uno dei greci caduti a Troia volle vendicare
il marito. Attirò Elena in casa e la fece uccidere dalle sue schiave, mascherate da Erinni,
demoni femminili della vendetta. Elena fu
impiccata a un albero. Da allora a Rodi si
venerava una misteriosa “Elena dell’albero”.
Rodi, terra del Sole, aveva i suoi lati oscuri.
Si diceva fosse popolata da una strana razza
di folletti, una specie di gremlins che combinavano ogni genere di guai. Si chiamavano
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itACA
sul lungomare di Vathy
la statua dedicata
all’eroe omerico invita
a scoprire i luoghi
citati nell’odissea.
LeMnoS
il mito di efesto (Vulcano
per i romani) che
fabbrica le frecce ad
amore nel dipinto
di alessandro tiarini
(1620 ca).
SeriFoS
Qui ebbe origine il mito
di Perseo, evocato,
nella foto, dalla celebre
scultura di antonio
canova, al museo Pio
clementino di roma.
CretA
teseo combatte con il
Minotauro: marmo
di Étienne-Jules ramey
(1826) nei giardini
delle tuileries.
deLoS
i famosi leoni, i guardiani
della sacra isola di Delos,
scolpiti dal popolo dei
nassi in onore del dio
apollo alla fine del Vii sec.
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Dove vissero Dei eD eroi
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nAXoS
l’effigie di Dioniso: i resti
del tempio costruito
nel 1300 a.c. sono stati
scoperti nel 1982
a iria, nell’area di livadi.
rodi
la rappresentazione
del colosso di rodi in
una incisione d’epoca.
SAntorini
l’isola era sacra a
Poseidone, dio del
mare e dei terremoti.
Lemnos, mitica
fucina del dio
efesto (Vulcano
per i romani),
che qui avrebbe
creato i primi robot
intelligenti.
Telchini: avevano poteri magici, e potevano
fare piovere a loro piacimento.
divinità e robot
Navigando da Rodi verso nord, lungo le
coste dell’Anatolia, si raggiunge Lemnos.
Anche qui viveva una popolazione di elf,
chiamati Cabiri. Aiutavano il dio-fabbro
Efesto (Vulcano per i romani) che aveva la
sua offcina nell’isola. Secondo il mito, Efesto sarebbe stato scagliato giù dal cielo dalla
madre Era (Giunone) che non sopportava
l’idea di avere partorito un fglio tanto brutto. Cadendo su Lemnos, Efesto si spezzò
una gamba e rimase zoppo. Nell’isola il diofabbro lavorava i metalli, creando oggetti
prodigiosi, armi invincibili, tavolini semoventi. Si faceva aiutare anche da due automi
che aveva fabbricato lui stesso: due ragazze
bellissime, tutte d’oro. Non solo si muovevano e parlavano ma, racconta Omero, “possedevano facoltà mentali”. Insomma, anche i
robot intelligenti li hanno inventati i greci. E
muovendosi per Lemnos, isola vulcanica di
una bellezza aspra e irreale, sembra ancora
di sentir aleggiare la potenza di Efesto.
Se da Lemnos si salpa verso sud-ovest
si può far rotta verso un’isola altrettanto
aspra, Serifos. E c’è un motivo, secondo il
mito, se oggi è la più rocciosa dell’arcipelago
delle Cicladi. Le sue rocce un tempo erano
uomini: i dignitari del malvagio re Polidette,
trasformati in pietra dallo sguardo di Medusa. Serifos, infatti, è la culla di uno dei miti
più famosi dell’antichità, la storia di Perseo.
Perseo era fglio di Danae, rinchiusa in un
carcere sotterraneo dal padre, al quale una
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1. a Serifos, nelle
cicladi, nacque il
mito di Perseo e della
Medusa, il mostro
dai capelli di serpente
che pietrificava
chiunque incrociasse
il suo sguardo.
profezia aveva intimato di non avere discendenti. Ma Zeus, invaghitosi di Danae, si era
trasformato in pioggia d’oro per insinuarsi
nella prigione e unirsi alla donna. Danae e
il fglio furono allora chiusi in una cassa e
gettati in mare. Gli dei li fecero approdare
a Serifos. Da qui Perseo, ormai cresciuto,
partì per tagliare la testa di Medusa, il mostro dai capelli di serpente, che pietrifcava
chiunque la guardasse. Quando il re di Serifos gli negò la ricompensa dovuta per l’impresa, Perseo estrasse la testa del mostro e lo
pietrifcò con tutto il suo seguito.
deloS la luMinoSa
A poche miglia nautiche da Serifos c’è
Delos. Un tempo si chiamava Asteria: era
un’isoletta-ninfa, vagante per l’Egeo. Nessuno la conosceva. Ma quando osò accogliere
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Latona, incinta di Zeus e per questo perseguitata dalla moglie del padre degli dei,
Era/Giunone, Asteria divenne uno dei luoghi più celebri della Grecia. Cambiò nome
in Delos, la Luminosa, e fu consacrata ai
fgli gemelli di Latona, Apollo e Artemide
(Diana). Ancora oggi le rovine del tempio
di Apollo sorgono su quest’isola, che una
volta era famosa per i suoi festival religiosi
e accoglieva visitatori e mercanti da tutto il
Mediterraneo, ma oggi è disabitata.
Ancora abitata e vivace, invece, è Naxos,
palcoscenico di un altro amore divino. Fu
qui che il dio Dioniso vide Arianna, abbandonata su una spiaggia dal suo amante traditore Teseo. Dioniso era il dio dell’estasi e
dell’ebbrezza, del vino e della gioia. Apparve
sulle rive di Naxos con il suo corteo di satiri e belve feroci, pantere e baccanti. Prese
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se Serifos è la più aspra delle cicladi, la colpa
è di Medusa, che trasformò gli abitanti in pietre
Storie di semidei
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le grandi saghe della mitologia
greca raccontate con ironia
ci sono gli argonauti, i primi a solcare i
mari sulla nave argo; c'è ercole, capace, già
da neonato, di soffocare due pitoni. e poi
c'è eracle, irascibile e violento, che per un
nonnulla uccideva parenti e amici. nel libro
eroi (ed. sonzogno), Giorgio ieranò ripercorre
con humor e ironia le grandi saghe della
mitologia greca. Metà dei e metà uomini, i
protagonisti hanno spesso lati oscuri, e le
loro storie sono
fatte di intrighi,
prodigi, amori,
mostruosità.
nei miti eroici,
insomma, si
trova la matrice
di tutte le
narrazioni future.
ed è questo a
renderli ancora
appassionanti.
oggi come ieri.
Arianna e ne fece la sua sposa immortale.
La loro unione diventerà il simbolo di una
gioia perfetta e immutabile. Se ne ricorderà
anche Lorenzo il Magnifco, nella sua Canzona di Bacco (“Quant’è bella giovinezza”).
Naxos da allora è sacra a Dioniso. E, più che
le rovine di un antico tempio, sono le vigne
maturate dal sole a far sentire ancora oggi la
presenza del dio.
Santorini invece era sacra a Posidone,
dio non solo del mare ma anche dei terremoti. Fu la potenza del dio a scatenare il cataclisma che distrusse l’isola intorno al 1600
a.C.; un’eruzione vulcanica più potente di
quella di Krakatoa, che scatenò uno tsunami devastante. Metà dell’isola sprofondò nel
mare, dando a Santorini la sua caratteristica
forma di mezzaluna. Secondo Spyridion
Marinatos, l’archeologo che nel 1967 scoprì
la città antica sepolta dalla lava, da questo
cataclisma nacque la leggenda di Atlantide,
il continente sommerso di cui narra Platone.
Marinatos morirà pochi anni dopo cascando
in una fossa dei suoi stessi scavi. Sarà vero
che Santorini era Atlantide? Chissà. Forse è
vero anche che Santorini nacque, come dice
il mito, da una zolla di terra gettata in mare da
Euphemos, uno degli Argonauti, la ciurma di
corsari eroici andata in cerca del Vello d’Oro.
E sarà vero che, come racconta il folklore, per
Santorini si aggirano i vrykolakes, strane creature a metà tra gli zombie e i vampiri?
2. l’impresa di Perseo
rievocata nell’affresco
della villa di San Marco,
di epoca romana, a
castellammare di stabia.
l’aMbiguità di MinoSSe
Dicono che l’onda dello tsunami provocato dell’eruzione del vulcano di Santorini
arrivasse fno a Creta, dove nel secondo
millennio a.C. foriva una civiltà chiamata
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a creta come a Delos, mito e storia si fondono
e si raccontano attraverso le vestigia del passato
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