TI REGALO UNA REGOLA Per uno stile spirituale di vita del ragazzo

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TI REGALO UNA REGOLA Per uno stile spirituale di vita del ragazzo
TI REGALO UNA REGOLA
Per uno stile spirituale di vita del ragazzo di Azione Cattolica
Si può parlare di una "regola spirituale" per i ragazzi di AC? Sì, se come regola spirituale
intendiamo proporre alcuni punti radicati nel Vangelo su cui educare i ragazzi ad orientare il loro
stile di vita, le loro domande, il loro impegno. Come spunto possiamo prendere il brano evangelico
della moltiplicazione, dove un ragazzo stupisce tutti per la sua generosità, donando pochi pani e
pesci. Gesù coglie questa generosità: il poco nelle sue mani si fa dono sovrabbondante, in grado di
sfamare una moltitudine prima smarrita. Così sono i ragazzi e a questo dovremmo educarli: bambini
e preadolescenti che sanno donare i loro talenti con generosità portando una grande ricchezza nella
comunità in cui vivono. Mettendo i propri doni nelle mani di Gesù, con gioia, generosità ed
insieme, i ragazzi sono capaci di mostrare, attraverso passi percorribili, che si può fare molto nel
quotidiano. È chiaro che per permettere ai ragazzi di fare propria la regola di uno stile spirituale di
vita, è importante dare loro una proposta semplice ma efficace, che li aiuti nell’incontro con Gesù e
con il prossimo.
Ecco la regola delle 10 parole:
1. ANDARE: Gesù non ti chiede di camminare da solo, ma ti mette accanto amici e adulti con cui
condividere la gioia e la fatica di essere mandato ad annunciare il Vangelo. Ogni gruppo/ambiente
diventa un aiuto prezioso per camminare con gli altri, sui passi di Gesù.
2. VEDERE: Vedi con gli occhi di Gesù che significa prestare attenzione, volgere lo sguardo verso gli
altri, capendo se sono in difficoltà o hanno bisogno di te.
3. SEGUIRE: Per seguire è importante che tu lasci da parte la pigrizia e quindi che tu dedichi parte del
tuo tempo a fare qualcosa che ti porti verso gli altri e tu possa dimostrare la tua generosità e
disponibilità.
4. DONARE: Se vuoi donare non aspettare domani ma dona subito e con entusiasmo, senza tenere
niente per te, donando tutto ciò che sei e che hai. Soprattutto non fare distinzione tra le persone ma
dona a tutti indistintamente, senza pretendere nulla in cambio, cioè donando gratis.
5. ASCOLTARE: Per essere pronto e disponibile alle persone e agli impegni devi “esercitarti” ad
ascoltare, innanzitutto chi vive accanto a te (famiglia, scuola, catechismo, sacerdote, ecc.) e poi
Gesù attraverso la preghiera.
6. CERCARE: Cerca di essere aggiornato sulle notizie del mondo e sui bisogni degli altri in modo da
conoscerli e capirli. Cerca poi di impegnarti con interesse e costanza nello studio, nella conoscenza.
7. RENDERE GRAZIE: Impara a ringraziare accorgendoti dei tanti doni che il Signore ti fa,
attraverso le situazioni e gli avvenimenti di ogni giorno.
8. PRENDERSI CURA: Cerca di coinvolgere nel gruppo chi di solito resta isolato, in modo da non
escludere nessuno dai giochi, dai momenti insieme, così sarai più attento ai bisogni anche dei più
piccoli, prendendoti cura di loro.
9. PERDONARE: Fai sempre il primo passo dopo un litigio, riconoscendo di aver sbagliato, infatti
chiedendo scusa puoi riconoscere i tuoi peccati e riconciliarti con gli altri e con Gesù.
10. PREGARE: Impegnati a pregare attraverso la Parola di Gesù, scegliendo un momento nel corso
della giornata, per leggere il Vangelo o dire una preghiera da solo o con gli altri
Queste dieci parole sono uno stile di vita: chiedono di orientarci verso Gesù e ci insegnano a
ordinare il nostro tempo e le nostre azioni. Il ragazzo dei pani e dei pesci ha dato tutto ciò che aveva
e Gesù ha preso tutto, ma l’ha trasformato e moltiplicato a beneficio di tutti, che invece prima erano
smarriti, incapaci di decidersi, sovrastati dalle difficoltà. Gesù chiede ciò che siamo e ciò che
abbiamo, ma dà molto di più. Una regola come questa non vale solo per i ragazzi, ma adattata alla
loro condizione di vita, anche per noi educatori. Siamo capaci di tradurre questa regola per la nostra
vita e, vivendola, di essere d’esempio per i nostri ragazzi? Le nostre comunità e le nostre parrocchie
sanno valorizzare i bambini ed i ragazzi, come soggetti attivi nella Chiesa, portatori di quei pani e
pesci che nelle mani di Gesù diventano inattesa ricchezza per tutti oppure li vedono solo come
fruitori passivi di un servizio pensato ed organizzato dagli adulti?
Emanuela Celeghini