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XX SECOLO.III
Hugo Pratt, Corto Maltese e i Mari del Sud
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© 1994, Cong SA - www.cortomaltese.com
arotonga, Cook Islands, oceano Pacifico: 1912. Corto Maltese è passato di qui. Non saprei dire il mese, ma è certo
prima della sua più nota avventura nei Mari del Sud,
quella di Una ballata del mare salato, scritta e illustrata
da Hugo Pratt nel 1967. Le
vicende narrate nella Ballata hanno inizio il 1° novembre 1913, sabato d’Ognissanti. All’alba della Grande guerra Corto è alla deriva, legato a una zattera su cui l’ha abbandonato l’equipaggio
ammutinato. Lo scenario è il Pacifico, un mare disseminato di isole che da decenni le grandi potenze si disputano e si cedono a seconda degli interessi, come già
aveva denunciato lo scrittore inglese Robert Louis Stevenson da Samoa (A Footnote to History, 1892). Sono
arcipelaghi dove ancora
vige il cannibalismo e dove si aggirano pirati e
“blackbirders”, gli schia-
visti bianchi a caccia di melanesiani per le piantagioni figiane e australiane e le miniere del
Perù. Ne aveva parlato anche
Jack London, testimone involontario nel 1907 di reclutamenti spietati nella laguna di
Langa Langa (isole Salomone). È in questo mare, al largo delle Salomone – 155° meridiano est, 6° parallelo sud
– che Corto viene raccolto dal cinico Rasputin, sulla cui
drua, la grande canoa figiana a doppio scafo, già sono
prigionieri due naufraghi adolescenti: la bellissima Pandora Groovesnore e il cugino Cain. Si capisce che Corto conosce bene Rasputin (in seguito sapremo che le loro avventure erano iniziate in Manciuria nel 1905). Ambedue sono “gentiluomini di fortuna”, “gentlemen of
fortune”– secondo un’espressione cara a Stevenson –:
avventurieri e pirati al soldo dell’enigmatico Monaco,
nascosto nella misteriosa isola di Escondida,
forse da identificare con
la bellissima Niue, fra le
Nella pagina a fianco,
Corto Maltese a Tetiaroa,
da Corto Maltese,
Avevo un appuntamento
(1994).
Colpito dal fascino luminoso
delle isole della Polinesia
e della Melanesia disseminate
nelle vaste e insidiose acque
dell’oceano Pacifico, Hugo
Pratt decide di ambientarvi
le prime avventure di Corto
Maltese, intrigante
e misterioso marinaio.
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artedossier XX SECOLO.III
«Sono l’oceano
Pacifico e sono
il più grande
di tutti.
Mi chiamano
così da tanto
tempo ma non
è vero che sono
sempre calmo»
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Tonga a ovest e le Cook a est – circa 19° parallelo sud, 169° meridiano ovest – come indica lo stesso Pratt.
Cosa c’entra allora
Rarotonga? Nella Ballata non si parla di
quest’isola. “Raro”, come qui tutti la chiamano, è la più grande delle Cook: quindici fra
isolette vulcaniche e
atolli corallini, disseminati nel Sud Pacifico su una superficie di
due milioni di chilometri quadrati. Alcune
di queste isolette, quelle più a nord, furono visitate nel 1888 da Stevenson e
sua moglie Fanny prima che la coppia si stabilisse a
Upolu, nelle Samoa. A Suwarrow, il più piccolo atollo
delle Cook, hanno vissuto da soli, in tempi diversi, gli
scrittori Robert D. Frisbie e Tom Neale. Oggi raggiungerle è una peripezia; ci arrivano solo, con servizi irre-
Qui sopra,
Corto Maltese a Rarotonga,
da Corto Maltese, Avevo
un appuntamento (1994).
golari, piccoli aerei e qualche cargo. Il capitano Cook,
fra il 1773 e il 1777, ne aveva avvistate alcune, eppure,
per paradosso, non aveva
visto proprio Rarotonga, la
più grande, e nemmeno
l’abbagliante atollo di Aitutaki, scoperto dal suo amico, il capitano Bligh del
Bounty, che vi approdò nel
1789, qualche giorno prima
del celebre ammutinamento avvenuto nell’arcipelago di Ha’apai nelle Tonga.
Questo è il Pacifico, questa è l’Oceania, un “continente invisibile”, come l’ha definito lo scrittore francese e
premio Nobel Jean-Marie Le Clézio riferendosi a un
mondo sterminato e a una cultura che l’Occidente poco conosce. Non così Hugo Pratt che nell’incipit della
Ballata fa parlare il mare, qui co-protagonista quanto il
deserto in altri suoi fumetti: «Sono l’oceano Pacifico e
sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto
tempo ma non è vero che sono sempre calmo». Già, non
è vero. Il Pacifico è il mare più temibile del mondo. Anche qui a “Raro”, incagliata nel “reef”, la barriera coral-
cone maltese (1930), reso noto dall’omonimo noir girato
da John Huston nel 1941 con un indimenticabile Humphrey Bogart.
Pandora Groovesnore, figura chiave della Ballata, deve il nome al vaso del mito greco, ma anche a un’amica australiana di Pratt. Umberto Eco ha poi notato che
esiste un «Pandora Basin fra le Figi e le Nuove Ebridi»,
e si potrebbe aggiungere che HMS Pandora è la nave
inglese del capitano Edwards che, nel 1791, trovò a Tahiti il primo gruppo di ammutinati del Bounty; il Pandora naufragò nel viaggio di ritorno a nord delle coste
australiane e quattro degli ammutinati morirono ancora in catene.
Pratt conosceva a menadito la storia del Bounty e
quella del Pandora: se ne era interessato dal dicembre
1957, quando sul “National Geographic” un articolo di Luis Marden, I found the bones of the Bounty (Ho trovato “le ossa” del Bounty)
riferiva il rinvenimento dei resti
della nave a Pitcairn. In quest’isola, a metà strada fra Nuova Zelanda e Perù, il primo ufficiale Fletcher Christian si era rifugiato con
un manipolo di ammutinati. L’articolo riporta anche un’ipotesi
suggestiva: la tragica figura di
Christian potrebbe aver ispirato
nel 1798 la Ballata del vecchio marinaio di Samuel T. Coleridge (e
Pratt, in effetti, disegna Cain mentre legge le rime di Coleridge a
un’annoiata Pandora). Dieci anni
dopo, Marden pubblica in un altro
articolo, anch’esso noto a Pratt, le
foto del relitto dello Yankee, candida goletta costruita nel 1912. Varata col nome di Duhnen, era stata nave-scuola della Luftwaffe, poi
bottino di guerra inglese. In seguito aveva cambiato nome in Yankee, ed è proprio con lo Yankee che
Marden aveva ritrovato, nel 1957,
i resti bruciati del Bounty. Lo Yankee, divenuto in seguito nave da
crociera, si è incagliato qui, a Rarotonga, nel 1967. Coincidenze?
Storia, mito, fantasia, s’intrecciano mirabilmente nei fumetti di
Pratt. Nel 1992, dunque molto dopo aver illustrato la prima storia di
Corto Maltese e averla ripubblicata più volte, Pratt si reca in Polinesia e Melanesia con la sua assistente e colorista Patrizia Zanotti e visita, fra le altre, le Samoa, le Figi,
Tongatapu e le Cook. Da quel viaggio scaturisce, due anni dopo, il libro Avevo un appuntamento, intri-
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lina, fra il porto di Avatiu e il
In basso,
una tavola da
molo di Avarua, non manca
Corto Maltese, Una ballata
mai la carcassa di qualche
del mare salato (1989).
nave. Ma procediamo con
ordine, per quanto possibile
quando si affronta l’universo
di Pratt, così intessuto di intrecci e allusioni storiche.
Corto Maltese è il più mitizzato e studiato personaggio nella storia del fumetto. Pratt ha spiegato più volte
che il suo personaggio prende il nome dal termine argentino “corto” (che significa “svelto”), ma che pure si ispira a Kurtz, l’ipnotico protagonista conradiano di Cuore di
tenebra (1899). “Maltese” deriva da Malta, l’isola natale di
Corto, ma anche dal romanzo di Dashiell Hammet Il fal-
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gante disvelatore di molti suoi
In basso,
Nuova Irlanda
miti: Pratt spiega che a Raroda Corto Maltese,
tonga aveva un appuntamento
col relitto dello Yankee, allora Avevo un appuntamento
(1994).
ancora incagliato di fronte ad
Avarua, minuscola capitale di
questa affascinante isola vagamente circolare, il cui perimetro si percorre in auto in poco
più di un’ora. A Raro, Pratt si fa
fotografare vicino a un’abitazione in rovina e, nella didascalia alla foto pubblicata nel
suo libro, scrive: «La casa di Corto e Rasputin, Raroraro». “Raroraro” nasce forse da una commistione fra Rarotonga e Pago Pago, oggi capitale delle American Samoa? Pratt era stato infatti anche lì, sulle tracce di Sadie Thompson, scandalosa protagonista di Rain, il racconto pubblicato a Londra da Somerset Maugham nel
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Corto Maltese
è il più mitizzato
e studiato
personaggio nella
storia del fumetto
1921. In Avevo un appuntamento Pratt pubblica anche
un acquerello dove Corto è circondato da varie figure di
nativi delle Cook, e lo data «Avarua 1912». Gli acquerelli pubblicati in quel libro, e altri inediti poi resi noti alla grande retrospettiva di Siena del 2005
– dal titolo Periplo immaginario –, appaiono come storyboard che Pratt avrebbe
potuto utilizzare per altre storie di Corto nel Pacifico. Ormai, nel 1992, non poteva cambiare il corso della Ballata, ma
solo tornare indietro per far rivivere, nei
luoghi da lui stesso visitati, le vicende
precedenti al 1913.
A Rarotonga, dominata da picchi vulcanici, circondata da isolotti lambiti da
un mare smeraldino, Pratt ha forse immaginato i suoi personaggi scorrazzare
con una vecchia camionetta lungo l’antica strada disseminata di “marae”, i luoghi sacri maori, frequentare gli spacci affacciati sulla Queen Makea street, fra le
piantagioni di cotone e di caffè.
Ed eccomi anch’io qua, mentre guardo
il mare dal Trader’s Jack, il bar sul molo
di Avarua: un po’ di relax dopo affannate
ricerche in piccole affascinanti biblioteche e minuscoli archivi polinesiani. Qui,
alle cinque del pomeriggio, si incontrano
tutti. E in apparenza, gli “arikii” (re e principesse di minuscoli territori) non sono diversi da chiunque altro: ad Aitutaki ho conosciuto una splendida arikii sposata a un
“trader” inglese, che ha tenuto per decenni l’unico spaccio dell’isola. Eppure la regalità resta: quando Pratt fa dire orgogliosamente a una arikii polinesiana: «I am
the Queen», Rasputin le risponde: «Who
care about...» («Che m’importa...»). Ma lei
aggiunge «I care», «A me sì», e lo cazzotta sulla testa.
Anche Pratt amava consultare archivi
e biblioteche di cui l’Occidente ha perso
la memoria, ma alla fine dichiarava: «Mi
succede di non aver più voglia di uscire da
questo mondo di miti, e di non saper più
nemmeno dov’è il mondo reale». ▲
Questo articolo anticipa sinteticamente un capitolo dedicato a Corto Maltese in Polinesia
contenuto nel mio libro Nei Mari del Sud. Artisti scrittori viaggiatori alla ricerca dell’Eden di
prossima pubblicazione. Ringrazio Papatua, Kura, Nani, Cook Islands Tourism Corporation,
Rarotonga; Nick Costantini, International Travel Cons. & Associates; Andrea Walz, Cook Islands Tourism Corporation Europe, Berlin; Jane Mason, Cook Island Library and Museum;
“Captain George”, Cook Islands National Archives; The Cook Islands National Library; Helen
Greig, “The Cook Islands News Daily”; The Queen Manarangi Tutai of Vaipae, Aitutaki; The
Pacific Resort, Rarotonga and Aitutaki; Emile Kairua e Izraeli, Edgewater, Rarotonga; i piloti dell’Air New Zealand; Stefano Gnerucci, UniversalTurismo, Firenze.
Qui sopra, la costa di
Rarotonga (foto ©
Gloria Fossi)
A destra,
il relitto dello Yankee
a Rarotonga (1967).
HUGO PRATT
IN MOSTRA
Hugo Pratt (Rimini 1927 - Grandvaux 1995), universalmente riconosciuto fra i più grandi autori di fumetti, ha viaggiato, lavorato e vissuto in tutto il mondo: da Venezia, sua città di adozione, a Buenos Aires e San Paolo, da Londra a Genova, da Parigi a Grandvaux, in Svizzera, dove si è trasferito negli ultimi anni
di vita. La sua vasta opera viene definita, a pieno titolo, «letteratura disegnata», secondo un’espressione da lui stesso coniata.
Oltre a Una ballata del mare salato, che ha segnato il suo successo internazionale, ricordiamo fra le tante serie illustrate L’asso di picche (1945), L’isola del tesoro (1965), Gli scorpioni del deserto (1969), Corte Sconta detta Arcana (1974), ... E riparleremo di gentiluomini di fortuna (1984), Mu (1988).
A Milano, all’interno della mostra Corriere dei Piccoli. Storie, fumetto e illustrazione per ragazzi (Rotonda di via Besana 12, orario lunedì 14.30-19.30, martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 9.30-19.30, giovedì 9.30-22.30, fino al 17 maggio 2009;
www.fondazionecorriere.it) che ripercorre l’avventura editoriale del
fortunato periodico, sono esposte alcune tavole realizzate da Pratt
quando, fra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta, collaborava
con la rivista. Apre il 22 febbraio a Ravenna L’artista viaggiatore.
Da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani (Museo d’arte della città
di Ravenna, via di Roma 13, telefono 0544-482477-482356, orario da martedì a venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, lunedì
chiuso; fino al 21 giugno; www.museocitta.ra.it), un excursus sulla fascinazione che le culture di popoli lontani hanno esercitato
sugli artisti europei dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
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Per saperne di più:
Hugo Pratt, Corto Maltese. Una ballata del mare salato, I ed. in “Sgt. Kirk”, luglio 1967-febbraio 1969, poi pubblicata in volume, Milano 1972.
Fra le numerose ristampe ricordiamo quella a episodi in “Corto Maltese”, giugno 1985 - febbraio 1986, con colori di P. Zanotti; quella uscita a Milano nel 1991 con il saggio di Umberto Eco, Geografia imperfetta (poi ripubblicato in U. Eco, Tra menzogna e ironia, Milano 1998
e 2002, pp. 99-107); la versione con tavole in bianco e nero nel formato originale (32 x 41
cm) e saggi di autori vari, Roma 1997. Inoltre il romanzo omonimo, senza tavole (Torino 1995)
in cui Pratt approfondisce caratteri e rimandi storici e geografici del fumetto.
Fra i libri corredati di tavole, fotografie e riferimenti biografici: Avevo un appuntamento, Roma 1994 e Il desiderio di essere inutile, Roma 1996 (I ed. Parigi, 1991). Per una bibliografia aggiornata: Periplo immaginario, catalogo della mostra a cura di P. Zanotti, T. Thomas, Roma 1995; Corto Maltese. Letteratura disegnata, catalogo della mostra a cura di P. Zanotti e
V. Mollica, Roma 2007. Infine, i ricordi della figlia in Silvina Pratt, Con Hugo, Venezia 2008.
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