Ultime notizie dall`Olanda e dalla Svizzera: coffee

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Ultime notizie dall`Olanda e dalla Svizzera: coffee
stammibene. progetto di prevenzione alcol, droghe, hiv
Ultime notizie dall'Olanda e dalla Svizzera: coffee shop e non solo
Inviato da Laura L
martedì 30 dicembre 2008
Ultimo aggiornamento giovedì 01 ottobre 2009
Ultimamente i giornali hanno riportato articoli relativi alle novità in materia di droghe che stanno interessando Olanda e
Svizzera...
Partiamo dall'Olanda...Innanzitutto i coffee-shop sono locali autorizzati dallo Stato (Paesi Bassi, principalmente) per
vendere modesti quantitativi di droghe leggere. Contrariamente a quanto si pensa, esistono delle restrizioni circa la
vendita di sostanze stupefacenti: infatti, ad esempio, i coffee-shop possono legalmente possedere 500 grammi di
marijuana al massimo e venderne ad un singolo cliente (necessariamente maggiorenne) non più di 5 grammi per volta.
Tale limitazione è stata istituita sia per scopi medici, sia per non permettere l'esportazione di tali sostanze all'estero
(marijuana, hashish, funghi allucinogeni). I proprietari di coffee-shop devono inoltre evitare ogni tipo di pubblicità al proprio
locale, vietare l'ingresso ai minorenni e vanno incontro alla revoca immediata della licenza se al proprio interno viene
consumata droga pesante.
La maggior parte dei Coffeeshop non vende alcolici (sono disponibili solitamente bevande analcoliche e snack).
Negli ultimi tempi però in Olanda questa situazione sta cambiando proprio in seguito alla decisione di chiudere i coffeeshop.
A tal proposito il quotidiano "La Repubblica", in data 22 novembre 2008, riporta il seguente articolo , in cui si parla del
progetto del governo olandese di mettere al bando hashish e marijuana e, con esse, i locali più celebri dei Paesi Bassi.
Inoltre si parla di come già un quinto dei coffee shop di Amsterdam siano stati chiusi e della decisione del sindaco della
città di chiudere entro il 2011 i locali del fumo a meno di 200 metri dalle scuole. Si tratta di tutta una serie di provvedimenti
che nel lungo periodo inevitabilmente porterà alla loro estinzione, ponendo così fine al mito dell'Olanda, come paese dello
sballo.
Ad Amsterdam il sindaco ne vieta 43
ma il governo punta alla soppressione totale.
Spinello addio, l'Olanda
chiude i coffee shop.
di ALBERTO D'ARGENIO
BRUXELLES - Anche questo fine settimana decine di migliaia di persone affollano le strade di Amsterdam, Maastricht o
Rotterdam alla ricerca di un coffee shop dove fumarsi uno spinello in perfetto relax. Un vero esercito, quello dei "turisti
della canna", che prestissimo potrebbe rimanere a bocca asciutta: proprio ieri il Comune di Amsterdam ha deciso di
chiudere un quinto dei suoi coffee shop e mentre a sud del Regno infuria una vera e propria guerra diplomatica con le
nazioni confinanti - stanche del via vai di giovani che vanno a fumare in Olanda - il governo progetta di mettere al bando
hashish e marijuana e, con esse, i locali più celebri dei Paesi Bassi.
Olanda 2008, lo spirito della nazione più liberale d'Europa pian piano sta svanendo, almeno tra i politici al potere.
Soffrono i quartieri a luci rosse, drasticamente ridimensionati dalle autorità, e i coffee shop. E' di ieri la decisione del
sindaco di Amsterdam: entro il 2011 saranno chiusi i locali del fumo a meno di 200 metri dalle scuole. Si tratta di 43
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coffee shop, alcuni rinomati da tre decenni, sui 228 della capitale.
Il primo cittadino lo ha fatto mal volentieri adeguandosi ad una direttiva del governo. Ed è proprio dall'Aja che arriva la
controriforma destinata a mettere fine al mito nato negli anni Settanta del Paese dei divertimenti. E' guerra senza
quartiere, con il divieto di fumo in tutti i locali pubblici e quello di dare in eredità le licenza dei gestori di coffee-shop. Una
misura che nel lungo periodo inevitabilmente porterà alla loro estinzione. Sempre che la mazzata non venga anticipata.
Il primo partito del Paese, i cristiano-democratici del premier Jan Peter Balkenende (Cda), ha inserito nell'agenda di
governo la messa al bando degli spinelli. A favore il terzo partito della coalizione, gli ultra-religiosi della Christian Unie,
mentre ad opporsi sono solo i laburisti, l'altra formazione al potere.
Ma opinioni politiche a parte, un problema legato ai coffee shop esiste: la legge olandese autorizza la vendita e il
consumo di hashish e marijuana, ma ne proibisce produzione e distribuzione. Quella che molti chiamano la "grande
ipocrisia". Il punto è semplice: se la coltivazione è vietata, dove si approvigionano gli 800 coffee shop olandesi? Dalla
criminalità organizzata, visto che l'epoca dei piccoli produttori che facevano crescere le piantine nel giardinetto di casa è
finita da quando quella del fumo libero è diventata un'industria da due miliardi di euro l'anno. E a farla da padrona
sarebbe la mafia marocchina, che usa i porti olandesi per inondare di fumo, e di droghe pesanti, i coffee shop e il resto
d'Europa, scatenando il sotterraneo malcontento dei governi di mezzo continente.
Problemi inimmaginabili trent'anni fa, quando i Paesi Bassi aprirono le porte agli spinelli proprio per non dare spazio alla
criminalità organizzata. Ma allora si trattava di un mercato locale, mentre oggi è un vero mercato che campa grazie a
milioni di turisti che ogni anno si riversano nelle città olandesi per fumare. Dunque missione fallita. E le pressioni arrivano
anche dall'estero: nel sud del Regno ogni giorno arrivano in auto decine di migliaia di fumatori provenienti dai vicini
Belgio, Francia e Germania, mandando su tutte le furie i comuni confinanti, stanchi del via vai di pusher e giovani che
minacciano la sicurezza pubblica di luoghi dove il fumo è proibito.
Intanto sono già stati messi al bando i funghetti allucinogeni venduti dagli smart shop, negozietti di prodotti naturali.
Insomma, il dibattito infuria con politica e opinione pubblica spaccate. Chi si oppone alla chiusura - e sono davvero in
tanti - non lo fa solo per salvare un simbolo nazionale, ma dice che senza i coffee shop la malavita sarebbe ancora più
difficile da contrastare. Eppure l'onda è difficile da fermare e presto l'Olanda potrebbe cambiare per sempre.
Per quanto riguarda la Svizzera, invece, era stata proposta ultimamente la legalizzazione della cannabis per uso
personale.
Uno studio recente ha rilevato che la Svizzera è il paese europeo col maggiore consumo di cannabis, ma, nonostante ciò,
la proposta di depenalizzarla non ha ricevuto il consenso della maggioranza della popolazione.
E' stata invece approvata a grande maggioranza la legge che prevede la prescrizione a fini terapeutici dell'eroina per i
tossicodipendenti più gravi refrattari ad altre terapie, cosa che ha suscitato un acceso dibattito tra coloro che sostengono
che in questo modo si rinuncia a liberare dalla dipendenza queste persone e coloro che invece sostengono tale
iniziativa, affermando che così si è riusciti a ridurre il numero dei crimini e dei decessi legati alla droga.
Segnaliamo un articolo del Corriere della Sera, pubblicato il 30 novembre 2008, che illustra la questione.
Doppio no, dei cantoni e nel voto popolare
SVIZZERA, LA DEPENALIZZAZIONE DELLA CANNABIS NON PASSA AL REFERENDUM
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Parere favorevole invece per la legge sugli stupefacenti : distribuzione di eroina ai tossicodipendenti più gravi.
BERNA - Gli svizzeri hanno bocciato con un referendum un'iniziativa popolare che chiedeva la depenalizzazione del
consumo di cannabis. La maggioranza dei cantoni ha infatti respinto il progetto, che per essere approvato necessitava
della doppia maggioranza dei 26 cantoni e della popolazione (4,9 milioni di elettori). I "no" sono stati il 63,2 %.
EROINA - Gli svizzeri hanno invece approvato a larga maggioranza (68% dei voti) la legge che prevede l'ampliamento di
un programma federale giá esistente che prevede la distribuzione controllata dell'eroina ai tossicodipendenti più gravi.
La revisione della legge federale sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope crea la base legale per la cosiddetta
politica dei quattro pilastri: prevenzione, terapia, riduzione dei danni, repressione. Ribadisce la possibilitá, giá in vigore
dal 1994, di distribuire eroina sotto controllo medico a persone da lungo tempo dipendenti e refrattarie ad altre terapie.
Da anni questa politica poggia su decreti federali limitati nel tempo che devono quindi essere periodicamente rinnovati.
L'attuale decreto scade alla fine del 2009. All'inizio dell'anno quasi 1300 persone partecipavano al programma di
distribuzione controllata di eroina. In alcuni casi si riesce a sostituire il metadona all'eroina. Gli oppositori del programma
sostengono che in questo modo si rinuncia a liberare dalla dipendenza queste persone, mentre i sostenitori affermano
che in questo modo si è riusciti a ridurre il numero dei crimini e dei decessi legati alla droga, rispetto ai livelli allarmanti
dell'inizio degli anni '90.
ALTRI - Respinta invece l'iniziativa sul diritto di ricorso delle organizzazioni ambientaliste. Si profila un no anche per il
pensionamento anticipato flessibile. Resta in bilico l'iniziativa sull'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile.
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