L`EUROPA DI TRAVERSO

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L`EUROPA DI TRAVERSO
Anno IV - Numero 165 - Martedì 14 luglio 2015
Direttore: Francesco Storace
Attualità
Cronache
Dalla capitale
Falce e martello,
il Papa non rinnega
Marò, dall'India
vaghe promesse
Campi nomadi,
romani contro
A pag 2
Colosimo a pag 4
A pag 6
RAGGIUNTO L’ACCORDO – ANCORA DA RATIFICARE – MA ATENE DEVE SUBITO METTER MANO A PESANTI RIFORME
L’EUROPA DI TRAVERSO
Tsipras finisce all’angolo, con forti critiche da parte
dell’ex amico e ministro Varoufakis: “Umiliato”
di Igor Traboni
sipras che si arrende all’accordo con l’Europa dell’odiata
Merkel, il suo partito di sinistra
e l’ormai ex sodale e ministro
Varoufakis che lo attaccano, i
sinistri italiani – quelli che ‘con Tsipras’
per un’altra Europa si sono anche candidati alle Europee – che non sanno
più che pesci prendere. Insomma, ha
lasciato più ‘cadaveri’ e rimpianti che
soddisfazioni l’accordo, raggiunto all'unanimità sulla Grecia e i creditori,
dopo quasi 20 ore di negoziato. Uffi-
T
cialmente, dunque, la Grecia non esce
dall’Europa, ma l’accordo dovrà passare
al vaglio del Parlamento ellenico e per
il premier Alexis Tsipras non sarà una
passeggiata, soprattutto per gli attacchi
interni che sta subendo, ad iniziare da
quelli dell’ex ministro Yanis Varoufakis
che, a quanto pare, aveva un piano per
la Grecia per il dopo referendum. Ma
non sarebbe stato appoggiato a dovere.
Ora Varoufakis accusa apertamente Tsipras di essersi lasciato andare ad ulteriori
concessioni e "ha accettato il fatto che
qualsiasi fosse stata la posizione dei
creditori, lui non li avrebbe sfidati. E’
totalmente soggiogato dalla Germania,
è un'orchestra diretta dal ministro Schauble. E l'Eurogruppo non è previsto da
alcun trattato, ma ha il grande potere di
determinare la vita degli europei, di
decidere su questioni quasi di vita o di
morte".
Il ministro della Difesa Panos Kammenos
ha annunciato che il suo partito Anel,
alleato di Syriza, non sosterrà in Parlamento l'accordo sulla Grecia raggiunto
a Bruxelles, mentre un altro dei ministri
di Tsipras in carica, il responsabile dell'energia Lafazanis, ha invece già definito
“umiliante" per la Grecia l’accordo con
l’Europa. Tsipras prova a difendersi,
così: "Abbiamo lottato duro a Bruxelles,
ora lo faremo in Grecia”, mentre Juncker,
presidente della Commissione Ue, ha
continuato a tirare l’acqua al mulino comunitario: “Non credo sia un accordo
umiliante per i greci, e non credo che
altri europei perderanno la faccia".
Comunque sia, adesso si balla attorno
a cifre che oscillano tra gli 82 e gli 86
miliardi di euro di aiuti e bisognerà
aspettare ancora il fine settimana per il
sì definitivo. L’Europa chiede infatti ad
Atene di rispettare determinate nuove
condizioni imposte e di dare prova di
responsabilità approvando almeno alcune
delle riforme richieste entro domani,
mercoledì. E non si tratta di questioni di
poco conti, visto che si parla di pensioni,
Iva, adozione del Codice di Procedura
Civile, direttiva sul salvataggio delle
banche e via di questo passo. Davvero
un pianto greco per Tsipras.
LE INDAGINI SULL’ATTENTATO DEL CAIRO MA SOPRATTUTTO LE NUOVE MINACCE DELL’ISIS
Bomba al Consolato italiano: tre arresti
arebbero stati identificati
i tre presunti autori dell'attentato al Consolato
italiano al Cairo, verificatosi
sabato scorso. Così almeno
riferiscono fonti della sicurezza
egiziana hanno riprese da Al
Arabiya . Si "tratterebbe di
tre elementi del gruppo di Ansar Beit el Maqdes, attivo nel
Sinai", sempre in base alle
fonti egiziane che hanno lasciato trapelare la cosa e che
hanno fornito anche i loro
nomi: Tarek Abdel Sattar e
Hussein Barakat Hussein Mabrouk, originari di Bani Suef
in Alto Egitto e Hussein Samir
Bassiouni di Fayoum a sud
del Cairo.
Attentato al consolato italiano
al Cairo che è stato poi rivendicato dall’Isis, come riferisce
il Site sul proprio profilo Twitter” Grazie alla benedizione
S
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
di Allah i soldati dello Stato
Islamico hanno fatto esplodere
450 kg di esplosivo piazzati
dentro una macchina parcheggiata davanti al Consolato italiano al Cairo”, si legge sull’account di Twitter considerato
per l’appunto vicino all'Isis,
rivendicando l'attentato. Ma
i terroristi vanno oltre e annunciano nuovi attacchi.
Ieri a Il Cairo è volato anche
il ministro degli Esteri italiano,
Paolo Gentiloni, che poi incontrando i giornalisti ha detto
che l’'attentato al consolato
italiano al Cairo è un fatto
grave, un probabile avvertimento, non qualcosa rivolto
particolarmente contro gli italiani, ma contro l'impegno comune nella lotta al terrorismo,
rettificando un po’ il tiro delle
prime dichiarazioni rese a
Roma e secondo le quali pro-
prio l’Italia, e solo il nostro
Paese, è nel mirino dei terroristi islamici.
La potente esplosione, come
si ricorderà, si è verificata al
Cairo davanti al Consolato italiano che si affaccia su Galaa
Street nel quartiere residen-
ziale di Boulac e ha causato
un morto e nove feriti, tutti di
nazionalità egiziana. Il Consolato, con personale italiano
addetto, a quell’ora del mattino era ancora chiuso, altrimenti il bilancio avrebbe potuto essere ben più grave.
A.A.A. CERCASI BADANTI
PER SINDACO COMMISSARIATO
Deputati e Senatori col doppio incarico
a governare, a Ignazio resta solo la fascia
di Francesco Storace
iochi di potere modello House of Cards, giravolte e piroette retoriche, annunci e smentite
che non smentiscono: questo
è il Pd romano di questi ultimi mesi. Un grande risiko
il cui unico e solo obiettivo
è quello di preservare il potere. Per salvare Marino (e
le poltrone) si butta a mare
gran parte della Giunta Marino. Sui volti dei consiglieri
piddini aleggia palese il terrore bianco delle elezioni,
del voto anticipato. Siamo
giunti ai doppi incarichi: in
sostanza si cercano badanti
referenziati (e assai ben retribuiti) per guardare a vista
il Primo Cittadino. L’idea è
semplice: affiancare deputati
e senatori con esperienza
pregressa nel governo di
Roma al chirurgo genovese
che rimarrebbe a fare la testa di legno. Lui taglia i nastri,
sproloquia come d’abitudine
e gli altri governano. Ma
mantenendo il posto alla Camera o al Senato: lauto stipendio e rete di protezione
dai colpi di testa del Chirurgo. Più si affannano - Orfini e l’ufficio stampa capitolino - a smentire questo
scenario e più esso appare
via via più probabile. Le voci
di Palazzo Senatorio, a parte
le annunciate dimissioni di
Improta, danno in uscita anche la Scozzese. Sarebbe la
seconda “gran dama” dei
conti a mollare la baracca
in due anni. Oltre i due, sarà
G
interessante assistere alla
sceneggiata che potrebbe
accompagnare all’uscita l’attuale titolare del Commercio,
Marta Leonori, che, per entrare in Giunta, accolta come
fu dagli squilli di tromba,
venne costretta a dimettersi
da Deputata appena eletta.
E il suo posto lo prese quel
Marco Di Stefano, inquisito
per tangenti a causa dei palazzi d'oro della regione Lazio e che era risultato primo
dei non eletti. O, chissà, malignamente, fu il contrario:
per salvare Marco Di Stefano,
dandogli il passaporto per
Montecitorio, mandarono la
Leonori in Giunta. Le cambiali si pagano. Sarà, quindi,
gustoso vedere quanto sarà
contenta la Leonori - se la
rimpiazzano - di aver perso
due anni di stipendio da deputata per stare appresso al
Chirurgo e venirne ricambiata con una calorosa stretta
di mano. Che poi, a ben pensarci, su questa storia dell’avvicendamento LeonoriDi Stefano né l’onesto Marino
né l’onesto Renzi - entrambi,
per parafrasare il Giulio Cesare di Shakespeare, uomini
di parola - hanno mai detto
una sola parola. Ora, quindi,
l’ignaro Ignazio ingoierà
questo ennesimo commissariamento, per di più con
i doppi incarichi da lui tanto
vituperati. Dei poteri e degli
attributi del Sindaco di
Roma gli è rimasta solo la
fascia tricolore. Fino a che
gliela lasceranno. Renzi o i
magistrati.
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Martedì 14 luglio 2015
AttuAlItA’
LO STRANO REGALO DEL PRESIDENTE MORALES SAREBBE DOVUTO RESTARE IN BOLIVIA, INVECE…
Il Papa non rinnega il crocifisso comunista
Bergoglio: “Lo porto con me, quest’opera non mi offende”. E riesplode la polemica
apa Francesco è tornato nel
primi pomeriggio di ieri a Roma
dal lungo viaggio pastorale in
America del Sud. Tre tappe
(Ecuador, Paraguay e Bolivia)
tra bagni di folla ma anche con una serie
di polemiche. Ad iniziare dallo strano, stranissimo crocifisso regalato al Pontefice dal
presidente boliviano Morales con tanto di
falce e martello ai piedi del Cristo. E ieri
Bergoglio, conversando con i giornalisti
sull’aereo che lo riportava in Italia, è tornato
sull’argomento, con queste parole:”Non
sapevo che padre Espinal fosse anche
poeta e scultore. Secondo me si può qualificare nel genere dell’arte di protesta,
che in alcuni casi può essere offensiva. In
questo caso concreto, padre Espinal è stato
ucciso nel 1980. Era un tempo che la Teologia della liberazione aveva tante correnti
diverse, una di esse usava l’analisi marxista
della realtà e padre Espinal apparteneva a
questa. Allora ero rettore della facoltà di
teologia, se ne parlava tanto. Il padre generale Padro Arrupe scrisse una lettera a
tutta la Compagnia sull’analisi marxista in
teologia dicendo che non era giusta. Bisogna considerare quell’epoca: Espinal era
un entusiasta dell’analisi marxista della
realtà ed è arrivata questa opera, anche le
sue poesie sono dello stesso genere. Era
la sua vita, il suo pensiero, era un uomo
speciale con tanta genialità umana e che
lottava in buona fede. Compiendo un’ermeneutica del genere, io capisco quest’opera, non mi offende. Morales ha voluto
CON FRANCESCO IL RICORDO DI MARIA GORETTI
P
Reliquie meno ‘ingombranti’
per il viaggio negli Stati Uniti
arà di certo meno ingombrante del crocifisso
con falce e martello la reliquia che invece accompagnerà, nel prossimo mese di settembre,
la visita di Papa Francesco negli Stati Uniti. Si
tratta infatti della reliquia di Maria Goretti, la
giovane patrona della purezza, canonizzata nel
1950 dopo essere stata uccisa, quando aveva solo
11 anni, da un contadino che aveva cercato di
usarle violenza nel borgo delle Ferriere, nelle
paludi pontine. Quello stesso Alessandro Serenelli
che venne perdonato da Maria e che si è poi convertito.
In coincidenza con la visita di Papa Francesco, e
poi fino al prossimo mese di novembre, le reliquie
della santa italiana attraverseranno diverse città di
una decina di Stati americani: chiese, parrocchie,
luoghi di preghiera, prigioni. C’è da aspettarsi che
l’accoglienza più grande la storia ella giovane santa
la trovi nella comunità italiana, soprattutto tra le
numerose comunità marchigiane e ciociare, terre
in cui Maria nacque e poi visse, prima che la
famiglia si trasferisse a Nettuno. E’ un accadimento
per molti versi eccezionale, visto che in oltre mezzo
secolo solo un’altra volta queste reliquie hanno lasciato l’Italia
«Raccomando a tutti i fedeli di partecipare. Che
Maria Goretti ci ispiri ad accettare il perdono e a
offrirlo», ha detto il vescovo Timothy Doherty di
Lafayette in Indiana. E sula stessa lunghezza d’onda
si sono già espressi altri prelati americani.
S
darmi due onorificenze, compreso l’ordine
di padre Espinal. Mai ho accettato una
onorificenza, non mi viene, ma lui lo ha
fatto con tanta buona volontà che ho pensato:
se le porto in Vaticano andrà in museo, le
lascio alla Madonna. Invece il Cristo lo
porto con me”, ha quindi detto il Papa,
spiazzando un po’ tutti.
Quel Cristo comunista, infatti, sarebbe dovuto restare in Bolivia, al pari delle onorificenze ricevute pure in dono. Così quanto
meno si era affrettato a far sapere il cerimoniale, e poi con una nota la sala stampa
del Vaticano, come per mettere a tacere
l’incresciosa vicenda. Come se i fedeli potessero far finta di niente e magari rimuovere
subito, da memoria e coscienze, quell’assurdo crocifisso. Ma il Papa è stato di avviso
diverso e, come in effetti si era visto in
alcune immagini dopo la prima iniziale
sorpresa, quel dono non lo aveva poi
turbato più di tanto, anzi… E le parole di
ieri, ma soprattutto quel pacco-dono caricayo tra i bagali nel viaggio di ritorno
dalla sua America del Sud, di certo ora
riapriranno tante altre polemiche.
DOPO LE FRASI SU ENRICO LETTA E LA PRESA DEL POTERE, L’EX ROTTAMATORE CONTINUA A TACERE
Renzi intercettato, le opposizioni non mollano
C
ontinuano a far discutere
gli stralci delle intercettazioni, pubblicate l’altro giorno dal Fatto quotidiano, on frasi
attribuite a Matteo Renzi, alla vigilia della sua ascesa indotta alla
presidenza del Consiglio dei Ministri, a dirne di cotte e di crude
nei confronti di Enrico Letta,
allora premier e già vicesegretario
del Pd. In realtà, a porre l’accento
sul bisogno di verità attorno a
queste intercettazioni sono solo
le opposizioni, mentre la maggioranza di governo – con una
sponda facile lelle tv e nei giornali
particolarmente sensibili al… fascino dell’ex rottamatore – con-
tinua a far finta di niente. Salvo
far finta di scaldalizzarsi per l’uso
delle intercettazioni.
"Sulle intercettazioni, chi si straccia le vesti benvenuto sulla terra.
Nel senso che prima era stato
su Marte e non si era accorto
dell'abuso che si era fatto delle
intercettazioni. Adesso che toccano qualcuno a lui vicino, penso
a tanti esponenti del Pd, a qualcuno vicino al Quirinale e cosi'
via, si straccia le vesti sulle intercettazioni", ha detto Renato
Brunetta, capogruppo di Forza
Italia alla Camera dei deputati,
parlando ieri con i giornalisti in
sala stampa a Montecitorio. "Noi
siamo stati sempre molto chiari:
no all'abuso delle intercettazioni,
no alla pubblicazione delle intercettazioni che nulla hanno a
che fare con i procedimenti. E
quindi anche in questo caso,
cioè nel caso di Renzi e del generale della Finanza e delle intercettazioni da taverna. C’è un
problema grande come una casa,
c’è un problema politico. Ci vuole
raccontare Renzi cosa è successo
tra il 10 e l'11 gennaio 2014
quando in poche ore fu deciso
di fare fuori il legittimo presidente
del Consiglio, Enrico Letta? E
Renzi non eletto, che non si era
presentato alle elezioni, senza
un programma, è diventato, con
l'avallo del peggior presidente
della Repubblica, Napolitano,
presidente del Consiglio? Cosa
è successo? Siccome vengono
fuori delle ombre, dei dubbi inquietanti, sarebbe bene che il
presidente del Consiglio - e lo
chiedo ufficialmente - venisse
in Aula a spiegare la genesi della
FAMOSO NEGLI ANNI ’80, IL CANTANTE ANNUNCIA LE SUE ‘NOZZE’ OMO E SUBITO TORNA IN VOGA
Scialpi (chi se lo ricorda?) nuova icona di certa sinistra
di Igor Traboni
lzi la mano chi negli ultimi vent’anni
ha sentito parlare di Giovanni Scialpi,
cantante, in arte solo Scialpi, e poi
Shalpy, anche se la pronuncia è la stessa.
E allora ve lo diciamo noi, che negli anni
’80 impazzivamo tra un Festivalbar e l’altro,
quei baracconi che se non altro la musica
te la portavano pure vicino casa, nella
grande sterminata provincia italiana. E proprio uno di quei Festivalbar, l’allora ventenne
Scialpi lo dominò, con la canzone orecchiabile e ballabile Rocking Rolling. Sonorità
che Scialpi mantenne e affinò alla grande
– chapeau – interpretando altri brani scritti
per lui da Mango. Un grande, per l’appunto.
E tu davi di matto perché le ragazzine im-
A
pazzivano per quel cantante
sbarbatello, mica per il secchione della classe. Poi per
Scialpi arrivò l’operazione
un po’ civettuola di ‘Pregherei’, brano cantato assieme a Scarlett, un po’
Wess e Dori Ghezzi per capirci, con una spruzzatina
di Albano e Romina, sempre
per rendere l’idea. Ma funzionò: fine anni ’80 e Scialpi
vinse un festivalbar con
quella canzone. Poi, assieme alla musica
italiana tutta o quasi e ai 33 e 45 giri che
nessuno ha comprato più, Scialpi si è
sciolto un po’ come neve al sole, a parte
una comparsata in un reality tipo isola dei
famosi.
Insomma: a parte qualche
musicassetta impolverata
nel solito vecchio baule in
cantina, Scialpi chi se lo
ricordava più? Fino a ieri,
quando le agenzie di stampa
hanno preso a battere questa notizia: “Il cantante Giovanni Scialpi ha annunciato
che prossimamente si unirà
in "matrimonio", con unione
civile, al proprio compagno
Roberto Blasi. Dopo sei anni di felice convivenza, la coppia ha finalmente deciso,
durante un recente viaggio all'estero, di
compiere questo passo. I preparativi sono
in corso, la cerimonia dovrebbe tenersi
alla fine del mese di agosto, luogo data e
dettagli sono ancora top secret”. E speriamo
che tale segretezza resti, anche perché ieri
il povero Scialpi – e poveri noi – è stato
preso d’assalto da siti internet politicamente
corretti festanti a cotanta notizia; per non
dire dei gridolini di giubilo sui social
network; i ‘mi piace’ di tipi sinistri che poi
fanno gli schizzinosi, e per niente spiritosi,
se Gigi D’Alessio si innamora della Tatangelo;
le fregole deliranti di ragazzini bavosi che
già Jovanotti gli pare un matusalemme,
però dai, se lo dicono certi ‘grandi’ allora
pure Scialpi in love è grande. Dia retta,
signor Giovanni Scialpi, o Shalpy o come
più le sta comodo: lasci stare, se ne torni
all’estero. In cambio, laicamente pregheremo
per lei. E per la memoria dei 45 giri.
sua salita al potere o della sua
presa di potere con una congiura
di palazzo, come si è sempre
detto. Adesso c’è l'occasione
per farlo. Che ci racconti quali
sono stati i suoi argomenti di
convincimento nei confronti del
presidente della Repubblica per
fare fuori Enrico Letta e per mettere lui al suo posto. Questo è
dovuto agli italiani", ha concluso
Brunetta. Eventualità che, a quanto pare, a Matteo Renzi e al sul
entourage del giglio magico non
passa neppure per l’anticamera
del cervello.
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Martedì 14 luglio 2015
ATTUALITA’
ANCHE DA UNO STUDIO DI BANKITALIA ARRIVA L’ALLARME SU FINANZIAMENTI E OPERAZIONI DI RICICLAGGIO
Fondi per terroristi attraverso opere di carità
Già segnalati operazioni e soggetti rivelatisi in effetti come molto pericolosi
l finanziamento del
terrorismo presenta, rispetto al riciclaggio, caratteristiche peculiari
che incidono sulla sua individuabilità: le somme
necessarie per le esigenze organizzative e operative non sono in genere
di ammontare elevato. I
fondi "hanno tipicamente
una provenienza lecita e
il loro utilizzo per finalità
illecite viene dissimulato
attraverso attività imprenditoriali o caritatevoli di
facciata; il trasferimento
delle risorse avviene attraverso circuiti diversificati di tipo sia formale sia informale.
Ecco quanto si legge nel passaggio
centrale del Rapporto sull'attività
2014 dell'unità informazione finanziaria per l'Italia di Bankitalia. Tali
"capacità mimetiche", segnala il rapporto, "rischiano di nascondere la
reale entità della minaccia e di far
ritenere il sistema legale immune
da illecite strumentalizzazioni". Occorre, quindi, sempre a giudizio
dell’Uif "affinare le tecniche di prevenzione fondandole sull'attenta valutazione di un insieme composito
di elementi riguardanti l''anomalia
finanziaria delle operazioni, i profili
soggettivi di chi ne è l'autore, i luoghi
di provenienza e destinazione dei
fondi". Diventa allora "indispensabile
integrare tutte le informazioni di-
I
IL PRESUNTO RECLUTATORE DELL’ISIS RIMANDATO IN ALBANIA
Il paradosso italiano
dell’espulsione di Elezi
Solo lo scorso giugno la Procura di Brescia
aveva chiesto e ottenuto l’estradizione
n paradosso. Alban Haki Elezi,
albanese arrestato nell’ambito
di un’inchiesta della Procura di
Brescia perché accusato di far parte di
una cellula legata all’Isis con base in
Italia salvo poi essere scarcerato dal
Tribunale del Riesame per insufficienza
di prove, è stato rimpatriato con un
volo Milano-Tirana perché ritenuto socialmente pericoloso. E rispedito quindi
nel suo paese, lo stesso che lo aveva
estradato proprio dall’Albania all’inizio
di giugno 2015. Su richiesta della procura lombarda, grazie alla collaborazione
dell’Interpol balcanica e quella di Roma,
con l’accusa di reclutamento a favore
del terrorismo islamico.
L’espulsione coattiva di Elezi è stata
disposta dalla Prefettura di Brescia e
U
sponibili nel sistema", e l'Uif con la
sua esperienza "mostra diversi casi
emblematici in cui sono stati segnalati operazioni e soggetti risultati
poi effettivamente collegati a organizzazioni terroristiche".
L’Unità di Bankitalia segnala "una
maggiore tensione dei segnalanti",
com’è testimoniato "dalla considerevole crescita del numero delle
segnalazioni di casi di sospetto finanziamento del terrorismo pervenute nel primo semestre del corrente
anno". Il contesto è quello che vede
a partire dal 2014 "drammatici attentati e azioni di guerra in diverse
aree del Medio-oriente, dell'Africa
e del nostro continente, che hanno
radicalmente mutato lo scenario di
riferimento della minaccia prove-
niente dal terrorismo internazionale". Si è quindi di fronte "a un fenomeno nuovo in cui organizzazioni
terroristiche controllano territori e
ne sfruttano le risorse finanziarie,
naturali, artistico-archeologiche,
umane".
Un contesto nel quale i gruppi terroristici locali "hanno stretti collegamenti - sul piano ideologico, operativo e finanziario - con le organizzazioni madri ma emerge anche un
sistema ''molecolare'', in cui i componenti hanno autonomia e capacità
di auto-attivazione". La comunità internazionale, nelle diverse sedi della
cooperazione, "sottolinea come a
fini di contrasto sia cruciale individuare e bloccare i flussi di finanziamento del terrorismo nelle sue varie
forme e intensificare la collaborazione, a livello nazionale e internazionale, tra gli organismi di intelligence, le forze di polizia, le Financial
intelligence unità, ricorda Uif. L'appropriazione "diretta di cospicue risorse sui territori occupati", come
accade ad esempio nelle aree oc-
va decisamente contro le volontà dei
pm italiani. Ad attenderlo nella capitale
dello Stato delle aquile, l’antiterrorismo
albanese. Il provvedimento disposto
gli vieterà comunque di poter accedere
all’area Schengen almeno per i prossimi
5 anni.
Ritenuto anche responsabile di aver
arruolato in passato pure Anas El Abboubi, il marocchino di Vobarno per
combattere in Siria a fianco dei guerriglieri dello stato islamico, Elezi ha chiesto agli agenti di arrivare in patria
senza le manette ai polsi. Desiderio
esaudito per un esponente legato alla
famiglia di Balliu Idajet, morto in Siria
nell’agosto 2014 mentre guerreggiava
nelle fila della sanguinaria brigata di
M.Z.
Lavdrim Muhaxeri.
cupate da Is-Daesh, sottolinea "il rilievo dell'azione di prevenzione e
contrasto volta a intercettare i flussi
di finanziamento, disvelare i punti
di accumulo e i canali di trasferimento dei fondi, individuare dal versante finanziario le ramificazioni internazionali del terrorismo".
TRA LE PIEGHE DELLA RIFORMA RENZI-GIANNINI, ALTRE VITTIME SUL CAMPO DELL’ISTRUZIONE…
I nuovi precari della riforma della scuola: i Tfa
Docenti “Titolati, Formati e Abilitati”, ma in realtà Truffati, Fregati e Abbandonati
pprovato il ddl "La buona scuola," sono
tantissimi gli insegnati indignati. Tra questi
molti tieffini, docenti in possesso dell'abilitazione selettiva conseguita tramite Tfa; docenti
Titolati, Formati ed Abilitati dallo Stato Italiano,
che oggi si sentono a ragione Truffati, Fregati ed
Abbandonati.
Docenti che, seguendo le regole di un bando rigoroso che legava i posti al fabbisogno regionale
dei pensionamenti, sono riusciti a superare 3
prove selettive ed ad accedere a questo rigoroso
percorso formativo che, essendo legato a posti
contingentati, avrebbe dovuto preservare i
vincitori dalle insicurezze della precarietà. Una
serie di stratificazione di norme e un passaggio
di ministri poco coscienziosi in merito alla specificità di questo titolo selettivo, hanno portato
una deformazione del percorso originario : dato
di fatto è che i pluriselezionati #AbilitatiTfa su
fabbisogno (cioè selezionati in relazione ai posti
liberi dei pensionamenti) si trovano esclusi dalla
riforma, con un titolo inflazionato (dall'avvio di
altri percorsi senza selezione e senza posti contingentati), con la chimera di un ulteriore concorso
che di fatto rende vana la durissima selezione
precedente.
Dove sono finiti i benefici legati ai posti contingentati? Se il bando aveva ideato il percorso selettivo Tfa per annullare il precariato, perché i
vincitori di tale concorso si ritrovano ancora imbrigliati nelle maglie dei precari?
E ancora: se il loro bando non ha esplicitamente
escluso le Graduatorie ad Esaurimento, perché
il Governo vuole penalizzare questi 10.000
docenti meritevoli escludendoli dalle assunzioni
e non attribuendo al loro concorso il "valore
A
E in questo scontento generale questa piccola e
martoriata frangia di docenti abilitati TfA si sentono
ancora più:
concorsuale"? (Lo stesso che a posteriori diedero
alle Ssis?).
I docenti abilitati con Tfa non si danno per
vinti; si oppongono fermamente al decreto
“La Buona Scuola” targato Renzi perché
temono per il proprio futuro professionale e
per quello della scuola pubblica, cui si dà
una impronta verticistica e non immune da
"potenziale deriva autoritaria".
I docenti abilitati Tfa sono fortemente indignati
da molto tempo, soprattutto ora che il Presidente
del Consiglio ha imposto e liquidato rapidamente
il Ddl-Scuola con un voto di fiducia per raggirare
le centinaia di emendamenti migliorativi che si
erano proposti.
Pare che il Governo abbia voluto solo strumentalizzare, ai fini di una dubbia campagna propagandistica, la riforma scuola rendendola approssimativa, non condivisa e malvista pure dagli
stessi assunti.
TRUFFATI
Con D.M. 249/2010 la Ministra Gelmini aveva istituito il TFA, Tirocinio Formativo Attivo, un percorso
abilitante che, dopo anni
di stagnazione, ha consentito nel 2012 a numerosi
docenti di abilitarsi all’insegnamento su una specifica classe di concorso. Alcune classi infatti,
dopo la chiusura dell’ultimo ciclo SSIS del 2009,
si erano esaurite, senza più docenti in graduatoria
di Provveditorato, né in graduatoria di merito. Il
TFA è stata una procedura consorsuale a tutti
gli effetti: una selezione durissima, con una
prova preliminare Nazionale, uno scritto ed un
orale, un anno di corsi, oltre 400 ore di tirocinio
diretto a scuola, un esame finale. Tantissimi candidati, solo pochi posti, (10 mila vincitori su una
platea di 120.000 aspiranti) calcolati sul fabbisogno di pensionamenti (art. 5) e non quantificati
a caso! E di tale percorso selettivo si è perso il
beneficio.
FREGATI
Tanti soldi spesi, tra i 2.500 e i 3.500 euro, tanti
chilometri, l’impossibilità di seguire i corsi e
contemporaneamente insegnare… Solo pochi
eletti, circa 10 mila nel primo ciclo, altri 17 mila
nel secondo. Ed oggi, un decreto approvato con
un colpo di mano, precluderà loro, per i prossimi
5-6 anni, la strada dell'insegnamento. Tutti gli
sforzi di alcuni partiti, Forza Italia, Fratelli d’Italia,
M5S, si sono vanificati contro il muro di un PD
arrogante, che perfino l’intellighenzia di sinistra
è arrivata a disconoscere.
ABBANDONATI
“Hai fatto il TFA? Allora sei più in giù della moglie
di Renzi”. Così mi dice l’anziano presidente
della commissione di maturità, commentando il
numero di precari che verranno stabilizzati dalla
riforma. Lo stato ha chiesto a noi TFA tanti soldi,
per rimpinguare le casse delle Università, ci
abilita su fabbisogno e poi ci scarica. Ci abbandona a noi stessi, con la quasi certezza di non
lavorare. Forse prenderemo qualche supplenza
per qualche malattia perché ora c’è l’organico
funzionale a coprire i vuoti: quei posti per cui i
tfa l ciclo sono stati selezionati.
Ma i tieffini non si rassegnano. Anche l’ultimo
ciclo SSIS era soltanto abilitante e non valido
per il ruolo. Poi i Sissini sono entrati in Graduatoria
ad Esaurimento ed ora sono di ruolo. Anche noi
TFA non ci rassegniamo, resisteremo ed affermeremo la nostra logica , il nostro desiderio di
equità e rispetto di un titolo selettivo che doveva
fornire garanzie.
Basta una piccola breccia, una crepa nelle
mura che avrebbero voluto seppellirci, e si
entra, come attraverso una Porta Pia del nuovo
millennio.
Per il coordinamento nazionale Tfa
#AbilitatiTfa
prof. Alessandro Petrozzi
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Martedì 14 luglio 2015
AttuAlItA’
LA CORTE SUPREMA PROROGA DI SEI MESI IL PERMESSO DI LATORRE MENTRE LA PROCURA ACCETTA L’ARBITRATO INTERNAZIONALE
L’India non si arrende, vuole “giustiziare” i Marò
L’Italia si muove per riportare in patria Girone ma il governo di New Delhi promette battaglia
e avvisa: “La giurisdizione del caso è nostra, lo dimostreremo nelle sedi opportune”
A PROPOSITO DELLA VICENDA DIPLOMATICA…
di Federico Colosimo
opo anni di schiaffi e umiliazioni, finalmente dal New Delhi arrivano buone notizie. La
Corte Suprema ha prolungato
di sei mesi il permesso di
Massimiliano Latorre a restare in Italia
per le cure mediche legate all’attacco
ischemico del 31 agosto scorso. Ma c’è
di più. La procura ha accettato il procedimento di arbitrato internazionale attivato recentemente dall’Italia. Si tratta
di un atto dovuto essendo l’India firmataria della convenzione dell’Onu sul diritto del mare che all’articolo 278 indica
i metodi di soluzione delle dispute. I
giudici hanno quindi fissato una nuova
udienza per il 26 agosto, volta a ricevere
il rapporto ufficiale del governo guidato
da Narenda Modi sulla questione.
Spiragli di luce che fanno sperare in
uno scenario finalmente diverso. Ma la
vicenda, purtroppo, è ancora lontana
dalla conclusione. Perché il rappresentante dell’esecutivo (“Solicitor General”),
Ranjit Kumar, ha sottolineato che il Paese
parteciperà alle prime sedute dell’arbitrato, “per spiegare a chi di dovere
che la giurisdizione del caso spetta a
noi e non all’Italia”. Parole significative,
che fanno capire come l’India non ha
potuto fare altro che adeguarsi alle ri-
E gli adulatori la sparano grossa:
“Merito dei governi Letta e Renzi”
D
desso tutti sul carro del
presunto (assai presunto) vincitore, visto che
dagli ambienti governativi la
decisione dell’India sui due
Marò – che poi in realtà riguarda solo Latorre e per
meri motivi umanitari – viene
fatta passare come una vittoria di questo Esecutivo. Che
invece, come sanno anche i
bambini, sta facendo poco o
niente per i nostri due soldati.
Comunque, certe dichiarazioni
ci possono anche stare, nel
gran ‘gioco’ della politica e
magari da parte di chi riesce
sì e no ad andare un paio di
volte l’anno sulle agenzie di
stampa. Però a tutto c’è un
limite. E siccome “ad ogni
limite c’è una pazienza”,
come diceva il grande Totò,
quel limite di buona decenza
istituzionale – e la nostra pazienza - ci pare l’abbia superato Antonio De Poli, vicese-
A
chieste del nostro governo.
I tempi dell’arbitrato, peraltro, potrebbero
essere lunghissimi: forse tra i due e i
quattro anni, considerando che deve
essere costituita pure una corte istituzionale.
Mentre New Delhi promette battaglia,
resta da risolversi pure la questione legata a Salvatore Girone. In ostaggio all’interno dell’ambasciata italiana e vittima
di un’autentica persecuzione giudiziaria.
Dalla Farnesina fanno sapere che sono
pronte tutte le misure necessarie per
consentire il rientro in patria del Fuciliere
di Marina. Abbandonato ad un triste e
inesorabile destino. Certamente ingiusto.
Dopo un periodo praticamente infinito
condito da strategie a dir poco fallimentari, il governo italiano sembra aver
imboccato la strada giusta. Meglio tardi
che mai. Eppure, non resta che recriminare. Perché se i tre diversi esecutivi
che si sono succeduti, avessero intrapreso la via maestra nel febbraio 2012,
ora potremo parlare di svolta vicina. Invece occorrerà avere altra pazienza –
ormai agli sgoccioli – per gridare giustizia. Nessuna sentenza di assoluzione
al mondo potrà mai ripagare Latorre e
Girone per le sofferenze subite. Con i
Marò che stanno scontando una pena
anticipata mai ricevuta.
gretario vicario dell’Udc, che
ieri ha dichiarato: "La proroga
di sei mesi per Massimiliano
La Torre e soprattutto il via
libera della Procura indiana
all''arbitrato internazionale
rappresentano due risultati
positivi concreti che premiano
gli sforzi dei Governi LettaRenzi che hanno dimostrato
grande attenzione nei confronti della vicenda dei
Marò”.
Già che c’era, il vice-segretario vicario dell’Udc poteva
metterci dentro anche il governo Monti, assolutamente
a pari merito con i gemelli
del nulla Letta-Renzi nella
disfatta italiana sul fronte
Marò. O magari, visto che
cita a braccetto Letta-Renzi,
spiegarci le dichiarazioni di
quest’ultimo, intercettate e
pubblicate l’altro giorno dal
Fatto quotidiano, sulla nullità
del suo predecessore Ig. Tr.
L'ESPONENTE DI FRATELLI D'ITALIA PRIMO FIRMATARIO DI UNA PROPOSTA DI LEGGE A TUTELA DELLE CITTÀ DI FONDAZIONE
Rampelli: salvaguardare l’architettura del Ventennio
“Rappresentano un esempio di urbanistica e stili architettonici che il mondo intero ci invidia”
Sabaudia
di Emma Moriconi
Dalla Pentopoli dell'Agro Pontino
all'Eur; da Carbonia a Predappio
Nuova, l'architettura del Ventennio
fascista va salvaguardata e valorizzata".
È l'incipit di una AdnKronos che riferisce
di come Fabio Rampelli, presidente dei
deputati di Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale, intenda sottolineare l'immenso
patrimonio dell'architettura fascista in
Italia. Rampelli è infatti il primo firmatario
di una proposta di legge per la tutela
delle città e dei nuclei "di fondazione",
che prevede un budget di 75 milioni di
euro in tre anni per gli interventi.
Fabio Rampelli, peraltro, è un architetto,
dunque parla con cognizione di causa.
Non è una questione di "nostalgismo",
si tratta di guardare ai fatti e alla storia.
“
Ed è proprio per questo che Rampelli
vorrebbe le opere del razionalismo italiano
nella lista dei siti tutelati dall'Unesco.
"Se di credo si deve parlare, quindi dice Rampelli - in questo caso non è
quello politico ma urbanistico e culturale
perché le 'Città nuove' nate in Italia nel
periodo a cavallo tra le due guerre mondiali rappresentano un esempio di urbanistica e stili architettonici che il mondo
intero ci invidia. Opere che hanno saputo
coniugare tradizione e modernità, sviluppo
del territorio e salvaguardia dell'ambiente".
Effettivamente, ne abbiamo parlato spesso, le opere realizzate durante il Fascismo
posseggono caratteristiche importanti:
materiali di eccellente qualità, stile inconfondibile, spazi grandi e ariosi, fruibili.
Le Città Nuove furono il fiore all'occhiello
del Fascismo, insieme naturalmente alle
numerosissime riforme di carattere sociale che ne caratterizzarono l'opera.
"Oggi come allora - dice ancora Rampelli
- le città di fondazione sono tra le più significative realizzazioni dell'architettura
del ventesimo secolo, testimonianza
della ricerca architettonica maturata tra
le due guerre con lo stile Novecento, il
Razionalismo italiano, il Futurismo". E
poi: "In questo scenario si coniugarono
alcune delle più ardite intuizioni di un'intera generazione di giovani e geniali architetti, da Mazzoni a Petrucci, passando
per Calza Bini e Piccinato. Lo stesso
genio, la stessa ispirazione, la stessa
volontà di intervenire sul territorio trovarono espressione un po’ ovunque, dal
Lazio alla Sardegna, dalla Sicilia al Friuli
Venezia Giulia, e anche fuori dall'Italia".
I lettori, a questo proposito, ricorderanno
Predappio, palazzo del Fascio
certamente il nostro speciale (che realizzammo anche in video con un'intervista
a due architetti) dedicato proprio alle
opere di Mussolini in Italia e nelle Colonie.
Dunque "promuovere il recupero e la
valorizzazione di centri urbani, borghi,
frazioni, quartieri, con interventi di salvaguardia e di restauro di edifici, monumenti, beni architettonici", recita ancora
l'agenzia. E continua: "Accanto agli interventi di tutela del patrimonio edilizio,
anche il sostegno a progetti di sviluppo
locale che possano rilanciare il turismo
e sostenere il tessuto produttivo delle
aree interessate". Non è una questione
ideologica: a questo proposito ricordiamo
come anche un esponente del Pd, il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, si
era espresso in questo senso relativamente al Palazzo del Fascio della città
natale del Duce. E ancora, dice Rampelli,
"censire con esattezza tutte le città e i
nuclei di fondazione". Rampelli ne elenca
153, ma occorre - dice - una verifica più
puntuale. Le proposte di intervento, che
andranno stilate dai Comuni entro sei
mesi dall'entrata in vigore della legge,
d'intesa con le soprintendenze competenti, passeranno al vaglio del Ministero
dei Beni Culturali.
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Martedì 14 luglio 2015
ESTERI
IL PARLAMENTO EUROPEO, CON UN ATTO D’IMPERIO DI SCHULTZ, HA APPROVATO IL COSIDDETTO TTIP
Passa la nuova “invasione” a stelle e strisce
Alle porte anche un trattato tra Europa e Stati Uniti su istruzione, giustizia e sanità
di Tatiana Ovidi
opo l'ultimo G7 tedesco
avevamo notato come il
dato più preoccupante
era stato la promessa di
realizzare in tempi brevi
il Ttip, come aveva rassicurato la
cancelliera Merkel - ormai unica
voce in rappresentanza dei Paesi
europei – ad Obama.
La cancelliera aveva promesso a
Washington di concludere le trattative sul Ttip entro la fine di quest’anno. Detto fatto.
Distratti da Grexit, il Parlamento
Europeo ha approvato il Ttip (42%
Pil globale). L'accordo siglato, dopo
trattative a porte chiuse per più di
un anno, dovrà rimanere segreto
per i cinque anni successivi alla
sua stipula…
Il Ttip è approdato in parlamento
ed è stato approvato con forzature
importanti: Martin Schultz ha fatto
saltare l’emendamento 40 che
avrebbe permesso di far esprimere
l'aula sull'arbitrato internazionale
delle multinazionali contro gli Stati
resistenti. È stata una forzatura inaudita, svoltasi in due fasi. Prima ha
invocato le prerogative del presidente per eliminare il pericoloso
emendamento dalle procedure. Poi
ne ha fatto votare un altro preparato
da lui (pensate come lavorano bene
le lobbies Usa-Ue su questo personaggio) dove ha cambiato nome
al pericolossissimo arbitrato (che
si chiamerà Super Corte) e lo ha
fatto votare.
D
Shultz e la Merkel
Non solo, il Parlamento europeo ha
bocciati 100 emendamenti, tra i
quali alcuni di assoluto rilievo. Bocciata la proposta Human Right Clause che anteponeva i diritti umani
rispetto alle dinamiche di mercato;
bocciata la lista per i servizi pubblici, utile ad escludere alcuni settori
di puro interesse pubblico non
mercificabili. Derubricato il capitolo
sullo sviluppo sostenibile: diventa
solo consultivo senza nessuno strumento impositivo. Bocciata anche
la possibilità di escludere settori
sensibili, come dovrebbe avvenire
in alcune produzioni agricole, a
forte rischio estinzione.
Naturalmente la notizia dell'approvazione del Ttip è stata taciuta dalla
gran parte dei media internazionali.
Anche se potrebbe determinare la
nostra vita nei prossimi 50 anni.
Non solo, il cittadino occidentale
ignaro, non morirà solo di Ttip (relativo agli scambi commerciali),
ma anche di di TISA (l'accordo sui
servizi: ospedali , istruzione e giustizia per tutti… purché paghino).
Il Trattato transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, ricordiamolo, è un trattato di libero scambio
che serve a modellare l’economia
e il commercio europeo a immagine
COLPITO UN POSTO DI BLOCCO VICINO AD UNA BASE MILITARE DELLA NATO
Afghanistan: attentato sconvolge
l’inizio degli incontri verso la pace
ono almeno 33 le vittime – ma il bilancio potrebbe ulteriormente
aggravarsi nelle prossime
ore - le persone, per lo più
civili, inclusi donne e bambini, rimaste uccise nel primo grave attentato compiuto
in Afghanistan dopo la presa
di contatto ufficiale della settimana scorsa tra rappresentanti dei talebani e delle
autorità di Kabul, quando
cioè sembrava potersi compiere un passo avanti sostanziale verso una pace più
duratura.
L'attentato suicida ha avuto
luogo nei pressi di una base
militare a Khost, nella regione orientale del paese, nei
pressi del confine con il
Pakistan; è qui, secondo la
ricostruzione, che un terrorista a bordo di un'automobile si è fatto saltare in aria
vicino a un posto di blocco delle forze
di sicurezza afgane all'entrata di Camp
Chapman, una base della Nato che
ospita militari afgani ma anche soldati
delle truppe della coalizione internazionale che sostiene il governo di Kabul, secondo quanto riferito da fonti
dell'autorità locale.
L'attacco è stato sferrato all'imbrunire,
S
e somiglianza di quello statunitense.
Ad una prima lettura superficiale
può apparire sorprendente che la
Germania, il Paese che di fatto guida l'Unione Europea imponendole
l'austerity e il modello economico
tedesco, possa aderire ad un Trattato che distruggerebbe il vantaggio competitivo che ha accumulato
in questi anni a discapito dei Paesi
dell'Europa del Sud.
Non lo è poi tanto, se si considera
che la Germania stessa commette
un suicidio per la sua politica commerciale quando continua ad applicare sanzioni economiche nei
confronti della Russia, uno dei suoi
partner commerciali più importanti. Il ruolo della Germania è
dunque la conferma che l'Unione
Europea non è che una periferia
nella quale gli Usa possono far
valere i propri interessi politici e
commerciali. Il Ttip è l’ultimo passo
per l'abdicazione della sovranità
degli Stati europei e la nascita di
un'unica area commerciale dominata dall'egemonia di Washington.
Il primo passo verso la nascita
degli United States Atlantic (Usa).
Chi è il vero beneficiario di un
mercato senza più barriere e controlli? La liberalizzazione totale
darebbe alle corporation americane l'opportunità di esportare le
loro merci nei mercati europei,
senza tutte quelle regolamentazioni
che oggi ostacolano il commercio
Europa-Usa. Forse proprio per questo tutto doveva rimanere "top secret”…
DAL MONDO
PARIGI: LIBERATI DICIOTTO
CLIENTI TENUTI IN OSTAGGIO
Sono stati evacuati dalle teste di cuoio
francesi i 18 impiegati asserragliati
da ieri mattina all'interno del centro
commerciale Qwartz a Villeneuve-laGarenne, periferia di Parigi, dopo che
alcuni uomini armati hanno fatto irruzione nel negozio Primark. Atterriti,
i 18 dipendenti si erano asserragliati
nella mensa del centro commerciale.
L'allarme è stato lanciato da una delle
dipendenti del negozio Primark che
"ha mandato verso le 7 un sms al
compagno dicendogli che erano stati
presi in ostaggio da due uomini armati". Uno degli ostaggi si è sentito
male ed è stato soccorso, ma non si
segnalano feriti. Le ricerche dei banditi,
almeno tre, sono proseguite per tutta
la giornata nella zona di Parigi.
INCRIMINATO IL PREMIER
DELLA ROMANIA
poco prima dell'iftar, ovvero il momento
assai particolare del pasto che segna
l'interruzione quotidiana del digiuno
da ogni forma di alimenti durante il
mese di ramadan islamico.
Dopo la fine della missione di combattimento nel mese di dicembre 2014,
adesso la Nato è arrivata a schierare
solamente 12.500 militari in Afghanistan
nel quadro della missione "Resolute
support" che ha l'obiettivo di formare
le forze di sicurezza nazionali. In questo
ambito, per la prima vota in 14 anni,
si stanno svolgendo in Pakistan gli incontri tra talebani e governo di Kabul
sotto l'egida degli Stati Uniti e della
Cina, in qualche modo però ora squassati da questo tremendo attentato.
La Procura di Bucarest ha formalmente
incriminato il primo ministro Victor
Ponta per evasione fiscale, riciclaggio
e per aver detto il falso quando
lavorava come avvocato, episodi che
risalgono agli anni 2007 e 2008. In
quel periodo Ponta, che respinge con
fermezza le accuse a suo carico, era
comunque un membro del Parlamento. I suoi asset personali sono
stati temporaneamente congelati, in
attesa della definizione dell’inchiesta.
HEATHROW IN TILT
PER UNA PROTESTA
Un piccolo gruppo di militanti ecologisti, non più di una decina di persone,
che si batte contro l'ampliamento
dell'aeroporto londinese di Heathrow,
ieri mattina sono entrati su una delle
piste dello scalo e si sono incatenati
fra loro. Come conseguenza dell’irruzione, anche alcuni ritardi e perfino
la cancellazione di tredici voli. Sei dimostranti sono stati poi arrestati.
Tutto nasce dal fatto che a inizio
luglio, una commissione incaricata
di riflettere sul futuro degli aeroporti
londinesi ha consigliato di costruire
una terza pista a Heathrow, una questione che divide il partito conservatore
di David Cameron e suscita una forte
opposizione da parte dei residenti
nella zona di Heatrow.
MORTO IN GIAPPONE
IL PAPÀ DELLE WII
Il Giappone piange la morte, a soli
55 anni per un tumore, del presidente
di Nintendo, Satoru Iwata. Il manager
aveva seguito lo sviluppo di alcuni
dei più popolari prodotti della casa
giapponese, come la console portatile
DS e la Wii, di cui era definito il papà.
L'anno scorso Iwata aveva fatto sapere
di essere ammalato ma aveva continuato nel suo lavoro alla Nintendo,
azienda nella quale entrato come
semplice sviluppatore di giochi e in
cui aveva fatto carriera fino a diventare
Ceo nel 2002. La scomparsa, avvenuta
sabato, è stata annunciata solo ieri
dalla compagnia di cui era stato nominato anche Ceo della filiale americana nel 2013. Nintendo ha comunicato che i direttori Genyo Takeda e
Shigeru Miyamoto assumeranno ora
la guida dell'impresa.
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Martedì 14 luglio 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
FDI-AN HA PRESENTATO LA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE AL COMUNE, SOTTOSCRITTA DA MIGLIAIA DI CITTADINI
I romani hanno scelto:
“Chiudiamo i campi nomadi”
IERI I FUNERALI DEL BIMBO CADUTO NELL’ASCENSORE
La Capitale ha
salutato Marco
Ghera-De Priamo-Rocca: “L’amministrazione non tradisca la volontà
della gente magari rallentando l’iter con ritardi o giochetti vari”
resentata. La delibera di iniziativa popolare per lo smantellamento di tutti i campi rom
della Capitale è arrivata allo
ufficio del segretariato generale del Comune. Un’iniziativa, quella
promossa da Fratelli d’Italia, condivisa
da migliaia di romani, che non hanno
esitato a sottoscrivere la petizione anche
alla luce dei tantissimi episodi di cui è
stata vittima la città.
Ancora scioccata dalla fuga criminale
dell’auto rom che ha ucciso la colf filippina Corazon Abordo un mese fa. Per
non parlare della microcriminalità quotidiana: dai borseggi ai roghi tossici, dal
mercato del rame al racket sui biglietti
all’interno delle grandi stazioni ferroviarie
e metro, dal rovistaggio nei cassonetti
alla prostituzione.
Oppure delle decine di finti poveri scoperti e sgomberati dai cosiddetti villaggi
della solidarietà, meglio conosciuti come
i campi rom. Conti da nababbi, ma residenti nelle strutture regolari, tollerate e
irregolari. Campi, costosissimi e insicuri,
che hanno affascinato persino Mafia capitale.
Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale non
ha dubbi: vanno chiusi, senza se e senza
ma.
Ora il segretariato generale del Comune
di Roma verificherà la validità delle
firme. Successivamente, qualora non ci
fossero problemi burocratici, la palla
passerà nelle mani della capigruppo,
che dovrà calendarizzare la delibera di
P
oma piange il piccolo
Marco Grandefronte,
4 anni, morto precipitando nel vano ascensore
della fermata della metro
A Furio Camillo giovedì
scorso. I funerali sono stati
celebrati nel Tempietto Egizio del cimitero del Verano.
Era presente anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, contestato dai cittadini
in occasione della sua visita
subito dopo la tragedia. E’
stato proclamato il lutto cittadino. Alle 9 e 30 è stato
rispettato un minuto di silenzio sia in Aula Giulio Cesare che dai dipendenti comunali. L’invito è stato esteso anche a tutte le istituzioni
culturali e musicali cittadine.
Bandiere a mezz’asta quindi
negli uffici di Roma Capitale, per le società, le aziende, le istituzioni e le fondazioni che fanno capo al Co-
R
iniziativa popolare sottoscritta da migliaia
di romani per essere discussa in Aula
Giulio Cesare.
“E’ ora che nella Capitale torni legalità
e sicurezza, chiediamo quindi al Comune
di avviare immediatamente l’iter amministrativo affinché la votazione della delibera venga discussa in Assemblea capitolina. I cittadini si sono espressi in
modo chiaro per la chiusura di tutti gli
insediamenti, adesso auspichiamo che
l’amministrazione non tradisca la volontà
popolare magari rallentando l’iter con
ritardi o giochetti vari”, ha chiesto Fabrizio Ghera, capogruppo di FdI-An in
Campidoglio.
Gli hanno fatto eco Andrea De Priamo e
Federico Rocca, rispettivamente porta-
voce della Costituente romana e responsabile cittadino degli Enti locali del
partito, che hanno richiamato l’attenzione
sull’importanza dell’iniziativa.
“La delibera presentata è il primo unico
atto con il quale si chiede la chiusura
dei campi nomadi e arriva dopo tante
parole sull’argomento, soprattutto dopo
la presa d’atto del fallimento degli stessi
- hanno spiegato - che rappresentano
solamente un inutile costo per la collettività”.
Marino e compagni continuano ad essere
i fautori dell’accoglienza. Da giorni si
vocifera che la giunta comunale abbia
in mente di regalare lezioni di guida
gratis ai rom.
Giuseppe Sarra
NEL PD SE NE DANNO DI SANTA RAGIONE. E’ SCONTRO NEL MUNICIPIO VI
Orfini vuole la testa di Scipioni
Il minisindaco ribatte: “Mi dimetterò solo se la mia maggioranza me lo chiederà”
Il commissario dem: “Presenteremo una mozione di sfiducia”
imperativo categorico del Pd romano: sfiduciare
Marco Scipioni, minisindaco nel Municipio VI, riconducibile al deputato dem Umberto Marroni. E’
lui la prima vittima sacrificabile di Matteo Orfini, commissario
del partito. In attesa che il ministro Alfano si pronunci
sulla relazione presentata dal prefetto Gabrielli sul commissariamento del Comune di Roma, le attenzioni dei
vertici del partito si sono concentrate a sorpresa sul presidente circoscrizionale.
Orfini non gliele ha mandate a dire: “Ti devi dimettere”.
Un altolà che non ha sortito gli effetti sperati, ma il
segnale è chiaro. Tanto che il vicepresidente Palmisano
ha obbedito e si è dimesso.
Ma il minisindaco non ne ha voluto sapere e, ieri, in una
conferenza stampa convocata in fretta e furia ha detto:
“Mi dimetterò solo se la mia maggioranza deciderà ciò”.
Rilanciando: “Ho richiesto un intervento urgente del segretario Matteo Renzi per spiegare tutta la questione”.
Eppure Scipioni non è stato nemmeno sfiorato dallo
scandalo di Mafia Capitale, come ha ricordato: “Non ho
procedimenti penali a mio carico sia nell’ambito dell’inchiesta
Mondo di mezzo che di altre inchieste né condanne
penali”. Rivelando di essersi incontrato col magistratoassessore alla Legalità, Alfonso Sabella: “Mi sono incontrato
due volte con lui ed egli ha affermato che l’estraneità
politica alla vicenda era totale”.
Motivo del contendere sarebbe il bando “farlocco” sull’Estate
romana, con concerti e oltre 100 stand, il cui vincitore
sarebbe dovuto esserci il 22 luglio ma che di fatto, da
giugno, aveva già un vincitore.
L’
La manifestazione estiva, che si tiene a Tor Vergata, è
stata sequestrata dai vigili urbani lo scorso 2 luglio per
gravi irregolarità: violazione normative di sicurezza, mancanza di estintori e scivoli, presenza di una pista go kart
non autorizzata. Un blitz svolto da 60 agenti con 15 automezzi. Sequestrata quindi l’area che racchiudeva i 140
stand dell’evento. Non proprio un figurone, insomma.
Scipioni è sbalordito e ripete con forza la sua estraneità:
“L’operazione è stata condotta con 40 pattuglie e 60
uomini, una cosa mai vista. E poi stamattina (ieri, ndr) in
strada si trova una macchina sola”, ha scandito il
minisindaco nel corso della conferenza stampa, ribadendo:
“Il mio comportamento è più che trasparente su tutta
questa vicenda assurda dove non c’è impiego di risorse
pubbliche né oneri a carico dei cittadini e dei frequentatori
dell’iniziativa, interamente gratuita”.
E quella chiusura, come riporta La Repubblica, sembra
non sia stata gradita dal minisindaco delle Torri, tanto che
avrebbe fatto arrivare un messaggio obliquo ai poliziotti
della municipale intervenuti, ricordando sue amicizie con
il clan Casamonica. Un messaggio che l’amministrazione,
prosegue ancora il giornale, non sta sottovalutando vista
la foto postata e poi tolta da Facebook di suo nipote Loris
(che ha la sua stanza, la 101, in municipio come
collaboratore del presidente) abbracciato a Romolo Casamonica, giovane rampollo del clan.
I circoli Pd controllati da Scipioni sono finiti anche all’attenzione di Fabrizio Barca, l’ex ministro incaricato a
mappare lo status di salute delle sezioni dem.
Ma Tor Bella Monaca è noto alle cronache per essere il
circolo dello “scandalo” e delle polemiche. In occasione
delle primarie del 2013 per la candidatura a presidente del
Municipio VI, in ballo c’erano l’attuale minisindaco e
Fabrizio Cremonesi, il quale denunciò l’arrivo ai banchetti
di centinaia tra rom ed extracomunitari. Finì con un nulla
di fatto: il Pd appoggiò Scipioni, il cui fratello, Franco, è
stato l’ultimo segretario, che si schierò con Pierpaolo
Pedetti, coinvolto in Mafia Capitale, e, ancora una volta,
con il deputato Marroni.
Ma Orfini non ha voluto sentire ragioni: “Presenteremo la
mozione di sfiducia”. Il Pd è a conoscenza di qualche tormentone oppure è in atto il solito scontro tra bande?
mune di Roma.
Anche i bus dell’Atac hanno
partecipato alla giornata in
memoria del piccolo, esponendo i gagliardetti del lutto. La bara era accompagnata dalla madre Francesca Giudice, originaria di
Latina, e dal padre Giovanni, straziati dal dolore. I genitori sono stati accolti dal
primo cittadino, che durante
il rito funebre ha preso la
parola, portando “l’abbraccio di tutta la città”, dopo il
parroco del quartiere in cui
abita la famiglia. Un dolore
silenzioso quello della famiglia, sostenuta da parenti
e amici.
Alle esequie ha partecipato
una folla composta di un
centinaio di persone. Al termine della cerimonia, la
bara è stata tumulata nella
parte del cimitero dedicata
ai bambini.
FORI IMPERIALI
“Allah è grande”:
punta il coltello alla
gola di un’italiana
Allah è grande”. Avrebbe gridato,
secondo alcuni testimoni, un nordafricano puntando il coltello alla
gola di una ragazza italiana. Paura e
panico nei pressi del Colosseo in via
dei Fori Imperiali ieri pomeriggio.
Subito sono intervenuti gli agenti
del Gssu della polizia locale di Roma
Capitale che sono riusciti a liberare
la ragazza mentre i turisti che assistevano alla scena correvano spaventati. Ne è quindi nato un inseguimento a piedi di corsa.
A piazza Venezia, all’altezza del Sacrario delle Bandiere, due degli
agenti del Gssu, aiutati anche dalla
facilità nel movimento dalle loro
motociclette, lo hanno placcato e
disarmato, nonostante scalciasse
furiosamente anche a terra.
Secondo quanto ricostruito lo straniero
avrebbe puntato il coltello alla gola
e poi avrebbe fatto inginocchiare la
giovane che era appena uscita dalla
metropolitana insieme al suo fidanzato. Solo un grande spavento per
la giovane e il fidanzato. La ragazza,
sotto choc, è stata trasportata all’ospedale Santo Spirito.
La posizione dello straniero è ora al
vaglio per le accuse di tentato omicidio
e resistenza a pubblico ufficiale.
“
7
Martedì 14 luglio 2015
STORIA
IL 1902, LA GIOVINEZZA, IL PERIODO SVIZZERO: UN’EPOCA ESSENZIALE PER COMPRENDERE LA PERSONALITÀ DI BENITO
Il giovane Mussolini parla con Gesù
“L’epopea a cui desti il nome è forse morta nel fluire dei secoli? Poiché il problema del pane quotidiano,
il problema della tua preghiera, non è peranco risolto: urge oggi - dolorosamente - come ai tuoi tempi”
di Emma Moriconi
n questo periodo - tratteggiato nelle scorse puntate
- della giovinezza di Benito
Mussolini molti sono gli elementi che consentono
l'identificazione del suo pensiero
politico e filosofico. Vediamo cosa
dice Benito nel 1902, il 22 novembre, sul giornale L'Avvenire del
Lavoratore: "Se per socialismo si
intende una democrazia... protestante che, imbevuta di socialismo,
riformeggia entro i patrii confini
e filantropicamente crede col motto
'Patria e Libertà' di conciliare capitalismo e proletariato, allora possiamo mettere nella letteratura socialista anche le bolle di papa
Pecci che richiamano i padroni ai
doveri che hanno verso gli operai,
e possiamo chiamare compagni
Romolo Murri - ora figliol prodigo
del Vaticano - e Luigi Luzzatti l'arcade - un po' in ritardo - della
questione sociale. Se per socialismo si intende poi la meta ed il
movimento (proprietà collettiva,
lotta di classe) della maggioranza
degli espropriati (proletari) che
mirano all'espropriazione degli attuali detentori (capitalisti) di quanto è causa di benessere umano,
allora solo i ciechi non vedono
come il socialismo autentico abbia
ancora da nascere in questa curiosa repubblica".
Il tema non è di poco conto: il socialismo di Mussolini è puro, originale, viscerale: non proprietà
collettiva, non sottrazione dei beni
al capitalismo. È altro, e lo dimostrerà quando sarà il Duce degli
italiani, con le riforme sociali e
popolari che hanno contraddistinto
la sua azione di governo. Il Fascismo altro non fu che il socialismo
di Mussolini, che non a caso lo
stesso Benito definirà "la più originale, la più mediterranea delle
idee".
Vediamo cosa scrivono Pini e Susmel di questo periodo: "A Natale
avvertiva che tuttora, come 1902
anni fa, l'umanità attende giustizia
per i diseredati". 1902 anni prima:
I
la nascita di Cristo. A chi ancora
volesse ribattere portando in causa
la mancanza di fede di Benito Mussolini (che mostrerà elementi anticlericali nei suoi scritti, ma che
vanno compresi ed interpretati e
non vanno assolutamente analizzati
con la superficialità che ha contraddistinto troppe penne fino ad
oggi), questo è un ulteriore elemento (molti ne abbiamo esposti
nel nostro lavoro quotidiano dedicato al personaggio) chiarisce
ancor meglio quanto di spirituale
vi sia sempre stato nell'animo di
Benito. "Come 1902 anni fa l'umanità attende giustizia per i diseredati", va sottolineato. Procediamo
ancora con l'analisi di Pini e Susmel: "Idealmente rivolto al Messia
- scrivono - lui povero con tre soldi
in tasca, scriveva: 'L'epopea a cui
desti il nome è forse morta nel
fluire dei secoli? Poiché il problema
del pane quotidiano, il problema
della tua preghiera, non è peranco
risolto: urge oggi - dolorosamente
- come ai tuoi tempi. E ben lo sappiamo noi figli della terza Italia
spinti dal 'tiranno signore' pariniano per le vie dell'estero, noi molte volte - feroci caricature polemiche proletarie dei touristes".
Parla con Gesù, il giovane Mussolini, sulle colonne dell'Avvenire
del Lavoratore. Da notare, inoltre,
le proprietà di linguaggio e la verve che caratterizza gli scritti di
questo ventenne partito dalla sua
Patria per cercare la sua strada
tra le impervie strade di un Paese
straniero, senza soldi in tasca e
con un diploma di maestro elementare. Il figlio di un fabbro.
Giungiamo così al 1903: "Nel marzo
del 1903 - scrive Benito Mussolini
- mi recai a Berna. Fui accolto dai
fratelli Cugnolio e trattato fraternamente. Mi occupai come manuale. Per un infortunio sul lavoro,
riposai durante tutto il mese di
maggio. Ricordo che mi recavo sovente ai giardini pubblici dove
avevo occasione di incontrare una
bionda tedesca che assai mi interessava. Feci in quel torno di tempo
alcune conoscenze nella colonia
russa. Cominciai a balbettare il
tedesco".
Sulle sue frequentazioni russe scrive anche Margherita Sarfatti: "Non
un professore soltanto, tutto il cosmopolita pittoresco mondo universitario di quegli anni lo imbeveva di sé; come sempre avviene,
i condiscepoli non meno che gli
insegnanti. Tra i condiscepoli, frequentava di preferenza i russi, e
soprattutto le russe; zingaresco e
bislacco ambiente, genialità e
stramberia, filosofia solenne e alta
retorica rivoluzionaria; pentolone
di torbida schiuma e ricchi nutrimenti di vita, surriscaldato e mescolato in bollore. 'Aller au fond
des choses, aller au fond des choses' ["andare fino in fondo alle
cose"] suonava il perenne ritornello intorno al samovar [contenitore per il the, usato prevalentemente in Russia] del perenne tè,
mentre si vuotavano innumerevoli
tazze e si incenerivano innumerevoli sigarette. Cinque, dieci, venti
persone, addensate nell'atmosfera
irrespirabile, in una cameretta di
'kursistki' [studentessa russa] povera, dalle brusche risolutezze in
contrasto con lo sguardo vacillante
e la malcerta voce; cinque, dieci,
venti persone si accanivano intere
giornate, e i pomeriggi prolungati
sino alla tarda notte, nelle interminabili discussioni: l'eterna Bisanzio, l'eterno, sofistico, dissertatore Oriente".
“LA SUA IDEOLOGIA ASSUME UNA FORMA NETTAMENTE INSURREZIONALISTICA”
“Aller au fond des choses”, intorno al samovar
“Preferisce dar mano alla creazione della sua teoria rivoluzionaria. Ha ventuno anni, l’età in cui si prediligono le barricate”
i questo periodo parla anche Ivon de
Begnac: "Arriva a Ginevra - dice - I socialisti discutono adunati ad una specie
di congresso. C'è Vandervelde e c'è Jaurès.
C'è Bebel, e, fra il pubblico, Massimiliano
Harden. C'è Mussolini, infine, che, a ventuno
anni neanche, sente e fa sentire, nelle discussioni, il peso della sua personalità. Ora Mussolini si è accostato un po' al gruppo anarchico,
perché, al di là della teoria, egli ammira il coraggio. Fin da oggi è contro l'idea dominante
che predicava l'Internazionale e si conciliava
nei limiti dello Stato col nazionalismo. La sua
ideologia assume una forma nettamente insurrezionalistica. Il Cantone di Ginevra non
fa più per lui. Va a Berna. A Berna avvicina
D
ancora una volta le cellule anarchiche per
tornare ad una concezione socialistico-rivoluzionaria violentemente tesa verso la rivolta
del proletariato contro il mondo contemporaneo. A Berna ci sono le ultime sezioni dell'Alleanza Internazionale repubblicana e nel Cantone lavorano quelli che sono i resti delle associazioni anarchiche nord-americane che
avevano portato, l'anno prima, all'eccidio di
Barre-Vermont. Lucio e Giacinto Menotti Serrati
dimorano qui per breve tempo; Mussolini è
con loro. Il suo coraggio è da essi sfruttato
nella organizzazione della loro esistenza. È
lui che, per loro, ottiene prestiti dietro garanzia
di pegni. Credo che la sua opera sia tutta dedicata alla Rivoluzione, non sa di sostenere
soltanto il loro stomaco”.
Poi racconta un momento fondamentale degli
studi del futuro Duce: “Si avvicina alle dottrine
sindacaliste. Giorgio Sorel è un astro della
nuova teoria. Ma la teoria resta sempre parola
morta se non è ravvivata dall'azione. Fra anarchia e sindacalismo, contro il socialismo internazionalista e pacifico degli Jaurès, dei
Vandervelde, dei Bebel, egli approva la critica
di Massimiliano Harden, anche se è revisionismo di marca tedesca, e preferisce dar mano
alla creazione della sua teoria rivoluzionaria.
Ha ventuno anni, l'età in cui si prediligono le
barricate. I suoi eroi sono ancora quelli del
capolavoro di Victor Hugo. Le barricate del
26,27, 28 luglio 1830 avevano visto a Parigi
battersi Mario, il giovane che, partito da
opposta sponda, andava a tuffarsi nel popolo.
Egli invece parte direttamente dal popolo.
Ma oggi, settantadue anni dopo la rivolta di
luglio, le giornate di Luigi Filippo d'Orléans
non avevano più nessun benché minimo significato. Allora si trattava di demolire l'assolutismo e di instaurare la libertà e di riprendere
le redini della storia. Le barricate non sono
più di moda, come più di moda non sono le
vuote parole di Luigi Filippo. Occorre ricominciare da capo la preparazione del popolo
con la parola e con l'esempio, bisogna, cioè,
da uomini d'azione trasformarsi in propagandisti. A Berna la propaganda si fa nelle birrerie".
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8
Martedì 14 luglio 2015
ECONOMIA
IMPOSIZIONE FISCALE ALLE STELLE: +143,5% DALL’ICI DEL 2011 ALLA SOMMA DELL’IMU CON LA TASI DELLO SCORSO ANNO
Regalo da Renzi agli italiani:
3,8 miliardi di tasse sulla casa
La medicina dell’Associazione dei costruttori edili: “Servono più investimenti e meno tributi”
acco regalo per gli italiani dal governo Renzi: le tasse sulla casa sono
schizzate di ben 3,8 miliardi di euro
nel 2014. E’ quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale dell’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori
edili, secondo cui il settore sta emergendo
dal profondo rosso degli ultimi anni, anche se
l’uscita dalla crisi economica ancora non si è
materializzata.
Secondo l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, nei primi tre mesi
dell’anno le compravendite di abitazioni hanno
registrato un incremento dello 0,8% (+3,6%
nel 2014) mentre i mutui sono balzati del 35%
(+13,4% nel 2014).
Tuttavia le tasse, lamenta però l’Ance, sono
ancora troppo alte: nel 2014 si sono registrati
3,8 miliardi di euro di tributi in più sugli immobili.
Il fenomeno raggiunge numeri e risvolti impressionati analizzando la tassatività degli ultimi
quattro anni. Dall’Ici del 2011 alla somma dell'IMU
con la Tasi del 2014 si è avuto un incremento
del 143,5% dell’imposizione fiscale. Una tassa-
P
zione fuori dall’immaginabile. Un cappio al collo
per molti italiani, vittime dell’asfissiante tassazione.
Spesso e volentieri, costretti a fare i conti con le
banche, con cui avevano stipulato il mutuo per
la realizzazione del loro sogno: una casa di
proprietà. Oltre il danno, pure la beffa: sono
molti i casi di pignoramento. Quindi gli italiani
si ritrovano senza soldi e senza casa.
Quanto al capito degli investimenti, secondo
l’Associazione nel 2015 vedranno un ulteriore
calo dell’1,3%, portando al 34,8% il ribasso
dal 2008, ovvero dall’inizio della crisi.
Anche gli occupati sono scesi di 529mila unità,
800.000 se si considera l’intero indotto, mentre
le imprese uscite dal mercato sono state circa
80mila.
L’Ance ha poi indicato la strada da percorrere
per uscire dalla crisi.
“Per tornare a crescere ci vogliono investimenti
e una riduzione delle tasse sulla casa”. A
parlare è Paolo Buzzetti, numero uno dell’associazione dei costruttori edili.
Dalla protesta alla proposta: “Con un investimento di 10 miliardi di euro da spendere già
nel 2016 l’effetto sull’economia sarebbe pari
a 2 punti di pil e si creerebbero 170mila nuovi
occupati”, ha spiegato ancora il leader dell’Ance, aggiungendo che “con un taglio netto
alla tasse sulla casa, incentivando il risparmio
energetico e l’affitto, il mercato immobiliare ne è convinto Buzzetti - tornerebbe a crescere
a due cifre”.
L’80% DEI DIPENDENTI HA ADERITO AL PRIMO SCIOPERO NAZIONALE DI SABATO SCORSO
Ikea, i lavoratori non mollano
La mobilitazione è stata ribattezzata così:
“La paga dignitosa”. Qualche giorno fa,
l’azienda aveva tentato di fare chiarezza,
puntando il dito contro le sigle: “L’intransigenza del sindacato non contribuisce
ad una prospettiva del confronto”.
Negli ultimi anni, aveva ribadito la società,
le perdite di bilancio dovute alla crisi
hanno prodotto un disavanzo complessivo
di oltre 53 milioni di euro.
Per il sindacalista della Fisascat, occorre
riflettere invece sulle scelte commerciali
attuate dal marchio svedese, soprattutto
con le dieci nuove aperture annunciate
per i prossimi dieci anni. “Guarda caso,
il conto economico in Italia per Ikea ha
fatto registrare dei disavanzi non solo in
occasione della crisi ma di diverse aperture del solito format commerciale in
contesti territoriali maggiormente destrutturati rispetto a quelli nei quali Ikea
continua ad avere un positivo risultato
economico”, ha aggiunto Dell’Orefice.
Il tavolo sulla prosecuzione del negoziato
sul nuovo integrativo è convocato già
per il 22 luglio.
Il tavolo sulla prosecuzione del negoziato sul nuovo integrativo è convocato già per il 22 luglio
stata dell’80% la media nazionale
di adesione al primo sciopero nazionale indetto dai lavoratori dell’Ikea dello scorso sabato, il colosso
mondiale svedese del mobile e accessorio
low cost che è in crisi.
Una protesta, per i sindacati, contro “la
disdetta della contrattazione decentrata
e le inaccettabili proposte avanzate dall’azienda al tavolo per il nuovo integrativo
sulla drastica riduzione delle maggiorazioni economiche per il lavoro domenicale
e festivo e sulla cancellazione dell’importo
fisso mensile del premio aziendale”.
Il premio aziendale e le maggiorazioni
per il lavoro domenicale festivo previsti
dal contratto integrativo aziendale rappresentano due istituti contrattuali che
incidono, rispettivamente, solo per l’1,9%
È
e il 5,3% sul costo dell’ora lavorata, ha
stigmatizzato il segretario nazionale della
Fisascat, Vincenzo Dell’Orefice, dalla
mobilitazione romana promossa davanti
al punto vendita della multinazionale di
Roma Anagnina, ed è per questo che
“consideriamo incomprensibile la decisione di recuperare le perdite di conto
economico esclusivamente su questi
due istituti contrattuali del tutto ininfluenti
ai fini del miglioramento della gestione
e, più in generale, riteniamo insensato
agire tanto drasticamente sul costo del
lavoro”.
L’azienda, accusano i lavoratori, vuole
mettere mano alle buste paga dei dipendenti, trasformando un elemento
fisso del salario in elemento legato a indicatori variabili.
CENTOMILA POSTI SU VOLI GRAZIE ALL’ACCORDO TRIENNALE SIGLATO TRA I DUE COLOSSI
Alitalia-Costa Crociere,
occupazione e crescita
uone notizie. un accordo
triennale tra Costa Crociere
e Alitalia per mettere a disposizione dei crocieristi di Costa
100mila posti su voli Alitalia. A
darne notizia è stato il direttore
generale di Costa Crociere, Neil
Palomba, e da Ariodante Valeri,
chief commercial officer di Alitalia
nel corso di una conferenza stampa a Expo 2015.
I voli Alitalia per Costa Crociere
collegheranno da un totale di 27
aeroporti italiani svariate destinazioni ai Caraibi e negli Stati
B
uniti, con gli aeroporti di Pointe a
Pitre, in Guadalupa e Miami. Inoltre, gli Emirati arabi e il Nord Europa, con Warnemunde-Rostock,
Amsterdam, Copenaghen e Stoccolma e trieste per le crociere di
una settimana nel Mediterraneo
orientale.
“Quello che presentiamo con Alitalia - ha affermato Valeri - è un
accordo di grande valore tra due
aziende protagoniste del turismo
italiano nel mondo”.
l’intesa prevede, in particolare,
un totale di 100mila posti aerei su
voli di linea o charter operati dalla
compagnia guidata da luca Cordero di Montezemolo, in formula
“volo+crociera”, per il triennio
2015-2018. Si tratta di un’ulteriore
crescita per il mercato italiano,
che Costa Crociere ha proposto
per prima al mondo già nel 1968.
Questa nuova intesa, ha aggiunto
Palomba, “sottolinea la capacità
di innovare e di fare sistema tra
due aziende che rappresentano
un motore indispensabile per la
crescita del turismo in Italia”.
“Insieme a Costa - ha detto invece
luca Cordero di Montezemolo,
numero uno di Alitalia - stiamo
lavorando moltissimo per aprire
nuove rotte, dare un miglior sevizio
ai clienti e ampliare l’offerta di
aerei”. una iniziativa volta a “dare
impulso al turismo, in un contesto
dove c'è una mancanza di politiche
vere”. una cosa “perlopiù folle”,
ha stigmatizzato Montezemolo.
Perché, “l’Italia è un Paese che
vive di industria, ma anche di turismo e purtroppo ciò che servirebbe non viene fatto come noi
auspicheremmo e come sarebbe
importante fare”.
9
Martedì 14 luglio 2015
DALL’ITALIA
DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI : LE TRENTADUE MORTI SI POTEVANO EVITARE, LA NAVE ERA CONFORME
La sentenza: “Fu colpa di Schettino”
Secondo il tribunale di Grosseto “decise di restare all’oscuro della sorte di duemila persone e saltò sulla scialuppa”
di Emma Moriconi
ono state rese note le motivazioni della sentenza che
ha condannato Francesco
Schettino a sedici anni.
"Schettino non ha cercato
in nessun modo - si legge - di mettersi in contatto via radio con gli
altri ufficiali, accettando così inspiegabilmente di restare all'oscuro del
destino di quasi duemila persone
che si trovavano sul lato sinistro prima che l'imputato uscisse dalla plancia di comando". E ancora: "La ricostruzione degli eventi dimostra
che Schettino nel momento in cui
saltava sulla scialuppa per abbandonare la nave era consapevole
della presenza sul lato sinistro della
Concordia o comunque che si allontanava in modo definitivo dalla
Concordia accettando in tal modo
il rischio di lasciare le persone in
balia di se stesse".
Un bilancio pesantissimo, quello di
trentadue morti, che "si potevano
evitare - dice il Tribunale - se l'emergenza fosse stata gestita da Schettino
nel rispetto delle attività previste
dalla normativa e dalle Procedure
aziendali". Schettino insomma doveva attivare delle procedure, e non
lo ha fatto, " e prima ancora non ha
fato l'allarme falla, ragion per cui,
quando è stata data l'emergenza
generale, la situazione a bordo era
S
scivolata verso un'estrema confusione e assenza di univoche indicazioni, con conseguente caos diffusosi
tra equipaggio e passeggeri".
La responsabilità, insomma, è dell'ex
comandante, perché la nave è stata
valutata "pienamente conforme, sotto
il profilo del funzionamento e dell'efficienza dei sistemi di sicurezza
per le fasi di emergenza", mettendo
fine così ai dubbi avanzati dalla difesa di Schettino circa il funzionamento dell'imbarcazione.
E ancora, circa la giustificazione
dell'inchino "per motivi commerciali", il Tribunale spiega che "la
pretestuosità di questa ulteriore giustificazione emerge con evidenza
CUNEO
IN BREVE
Hanno tenuto la morta in casa
per diciotto anni, condannati
Graziella Giraudo, venerata come una “santona”, era mummificata
iamo a Borgo San Dalmazzo,
in provincia di Cuneo: è il teatro
di una storia dalle tinte fosche
che vede il cadavere di una donna
mummificato e tenuto in casa per
diciotto anni.
Lei si chiamava Graziella Giraudo
ed era venerata come una "santona"
dai suoi compaesani e dai suoi parenti. I suoi familiari, dunque, quando
la donna morì, diciotto anni fa, ne
tennero nascosto il cadavere in casa
in attesa della sua resurrezione. Ieri
il tribunale di Cuneo, con rito abbreviato, ha condannato il marito
Aldo Pepino, la figlia Dianora, il
figlio Alfio, il genero Valerio Allinio
a un anno di reclusione per occultamento di cadavere, con sospensione della pena, pena più piccola
rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero, che aveva chiesto
due anni.
Anche la figlia della consuocera,
Elda Allinio, è stata condannata, a
quattro mesi. Tre membri del gruppo di preghiera, che erano accusati
di favoreggiamento, sono stati assolti.
Graziella Giraudo era morta nel
1996 per cause naturali: il suo corpo
era stato scoperto nel 2013 nella
casa in cui viveva con la consuocera,
Rosa. Due anni fa Rosa morì e così
avvenne la scoperta di quella che
poi venne conosciuta come "la mummia di San Dalmazzo".
Graziella in paese era considerata
allorché Schettino ha dovuto ammettere che nessuna forma di pubblicità del passaggio ravvicinato al
Giglio era stata diramata ai passeggeri e che a parte i parenti di Tievoli,
dallo stesso avvistati in suo onore,
nessuno degli oltre tremila ospiti
della nave sapeva nulla del cambiamento di rotta, che fu deciso per
S
LECCE - AUTO CONTRO
CAMION IN SOSTA, UN MORTO
Grave incidente nel centro di Veglie, in
provincia di Lecce: Salvatore Patera,
48 anni, residente a Porto Cesareo, è
morto nella notte dopo essere finito,
con la sua Alfa 156, contro un camion
che era parcheggiato lungo la strada.
Il fatto è avvenuto intorno all'una della
notte, sul posto sono intervenuti 118
e carabinieri.
Ancora da chiarire le dinamiche dell'incidente, anche se si suppone che
l'uomo abbia avuto un malore mentre
era alla guida della sua auto. Aveva
con sé anche un passeggero, che è rimasto ferito, è stato soccorso e trasportato in ospedale e che a quanto
pare guarirà nell'arco di trenta giorni.
I carabinieri del Nucleo Operativo e
radiomobile della compagnia di Campi
Salentina, guidati dal tenente Giancarlo
Porta, hanno effettuato rilievi e parlato
con i residenti della zona.
VICENZA - COMPIE 16 ANNI E MUORE
una santona che con la preghiera
guariva le persone. Secondo l'autopsia del 2013 la morte del 1996
fare un piacere a Tievoli e per 'omaggiare' alcune persone che non a
caso ha fatto salire in plancia di comando". Infatti la sentenza specifica
come il cambio di rotta venne deciso
da Schettino per fare un favore al
maitre Tievoli e alla sua famiglia
che vive sull'isola del Giglio, proprio
sotto alle Scole, quello spicchio di
roccia dove la Concordia è naufragata. E poi c'è il dolce di Domnica...
"Si deve diminuire la velocità per
ritardare l'inizio dell'accostata 'perché il comandante vuole finire il
dessert', come dice poi la Cermotan
che spiega: 'Schettino aveva chiamato per ordinate di rallentare la
velocità: dovevo finire il mio dolce'".
Cinquecentocinquantatre pagine
nelle quali Giovanni Puliatti, Marco
Mezzaluna e Sergio Compagnucci,
hanno ricostruito il naufragio della
Costa Concordia e il dibattimento
in Tribunale.
"Nel momento in cui l'imputato lasciava definitivamente la Concordia
- dicono ancora - la situazione era
tale da rendere impossibile, o comunque difficile, per i passeggeri
ancora a bordo trovare la salvezza".
La Corte ha parlato anche "atteggiamento superficiale e supponente
al tempo stesso con cui l'imputato si
approcciava alla gestione dell'emergenza, ritenendo di fatto di poter
decidere lui arbitrariamente quali
regole rispettare e quali no".
fu naturale come pure il processo
di mummificazione, senza interventi
di tassidermia.
DURANTE LA GARA DI MOTOCROSS
È successo a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza: un giovane era in
pista e stava svolgendo la sua ultima
gara di motocross, era il giorno del
suo sedicesimo compleanno. I genitori,
che lo avevano accompagnato, hanno
assistito alla tragedia: Davide Zanuto,
pilota trevigiano, di Oderzo, stava affrontando un salto, era alla seconda
manche, quando ha perso il controllo
della sua moto. Il mezzo gli è finito
addosso e gli ha procurato un trauma
alla colonna vertebrale, nel tratto cervicale. Prontissimi i soccorsi, il giovane
è stato portato all'ospedale di Valdagno,
ma è stato tutto inutile.
Il ragazzo correva nella pista di contrada
Parlati di Recoaro Terme e partecipava
alla gara per il campionato triveneto
delle 125. I carabinieri stanno ricostruendo l'accaduto.
SAVONA
PERDE CONTROLLO DELL’AUTO
E SI SCHIANTA IN GALLERIA
Tragedia ad Altare, in provincia di Savona: un uomo di 49 anni è rimasto
ucciso in uno scontro violentissimo
nella mattinata di ieri lungo la variante
che collega Cairo Montenotte con il
casello della A6. L'uomo, secondo la
prima ricostruzione della dinamica, ha
perso il controllo della sua auto ed è
andato a schiantarsi contro la parete
della galleria che stava percorrendo.
Tra le ipotesi un colpo di sonno o un
malore, che hanno fatto sbandare l'auto
contro il guard rail. Inutili gli interventi
di Vigili del Fuoco e del 118, l'uomo al
loro arrivo era già morto.
Sono in corso al momento gli accertamenti per fare luce sulla esatta dinamica
dell'incidente mortale.
REGGIO CALABRIA
DUE GIOVANI ARRESTATI,
PORTAVANO DROGA
SULLO SCOOTER
Viaggiavano su uno scooter e portavano, in uno zaino, mezzo chilo di
marjiuana e 20 grammi di cocaina. È
successo a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria. I carabinieri
della Compagnia di Villa San Giovanni
li hanno fermati e arrestati. Si tratta di
sue giovani, Carmelo Caia, di 28 anni,
e Nicola Sciglitano, 23, già noti alle
forze dell'ordine per detenzione ai fini
di spaccio di sostanza stupefacente.
Fermati dai carabinieri per un controllo
sulla statale 18, sono stati arrestati.
Ai due ragazzi sono stati concessi i
domiciliari.
10
Martedì 14 luglio 2015
DAll’ItAlIA
TRAGEDIA SUL LUOGO DI LAVORO, INVESTITI DALLE FIAMME, CAUSE ANCORA IGNOTE
Perugia, incendio in una vetreria
Feriti due operai. Il più giovane trasferito al Centro ustionati di Cesena, l’altro è al Sant’Eugenio di Roma
omenti di terrore per due operai,
coinvolti in un incendio, in una
vetreria a Piegaro, in provincia
di Perugia. L’incidente si è verificato ieri mattina, intorno alle
8. Due operai sono rimasti feriti e sono stati
trasportati dal 118 all'ospedale di Perugia e
medicati in sala emergenza. I due uomini riportavano ustioni su oltre il 40% del corpo.
Sul luogo dell'incendio sono accorsi dei vigili
del fuoco della sede centrale e del Distaccamento di Città della Pieve.
L'incendio si è sviluppato nella zona della
cabina elettrica ma le cause sono, al momento,
ignote. Le operazioni di spegnimento sono
state abbastanza difficoltose per la presenza
di cabine ed impianti elettrici ad alta tensione
130 KV con potenze elettriche impegnate di
moti Kilowatt, la cui disattivazione ha richiesto
un significativo impegno ai tecnici Enel presenti
in loco. Si è verificata anche un’esplosione
che ha provocato la rottura di vetri coinvolgendo i due tecnici dello stabilimento presenti
sul posto che hanno subito anche gravi ustioni.
L’intervento dei vigili del fuoco nella fase iniziale ha evitato che le fiamme si propagassero
ad altri impianti presenti nelle vicinanze tra
cui altri trasformatori contenenti olio evitando
M
danni agli impianti di produzione.
Il più grave dei due feriti è stato trasferito
al Centro ustionati di Cesena con l’elicottero Icaro, partito dall’aviosuperficie “Franco Tomassoni”. L'operaio, 21 anni, residente
nel comune di Marsciano, aveva iniziato a
lavorare per la vetreria solo da pochi
giorni. L'altro operaio, di 50 anni, è stato
trasferito in autoambulanza all'Ospedale
Sant'Eugenio in Roma. Per entrambi la prognosi è riservata. I medici del Pronto Soccorso e della Struttura Complessa di Dermatologia di Perugia hanno accertato ustioni riguardanti oltre il 40% del corpo. L’allarme è partito dall’interno della fabbrica
e l’operatore Moreno Rellini della centrale
operativa del 118 ha coordinato l’arrivo
sul posto di due autoambulanze, una partita
dalla postazione di Castiglione del Lago,
l’altra da Panicale,
L’incendio si è sviluppato nella zona della cabina elettrica ad alta tensione in nell’azienda
in cui si producono bottiglie e contenitori di
vetro. L’incendio è stato definitivamente spento
intorno alle 11.30, dopo alcune ore di lavoro.
Sulle cause sono ancora in corso specifici accertamenti tecnici.
Chantal Capasso
L’ENNESIMA TRUFFA PERPETRATA AI DANNI DELL’INPS
Scoperti oltre 800 falsi braccianti
Sottratti alle casse previdenziali circa 3 milioni di euro,
società del settore dichiaravano giornate lavorative inesistenti
coperta l’ennesima truffa ai
danni dell’Inps, questa volta
a Cosenza, coinvolti oltre 800
(falsi) braccianti. la Guardia di Finanza locale, al termine di un a
complessa attività d’indagine, ha
scovato dei falsi braccianti.
I furbetti beneficiavano contributi
pur non avendone assolutamente
maturato i requisiti. Infatti, i Finanzieri, hanno accertato che erano
presentate all’ente previdenziale
S
una serie di documentazioni false
a e attestazioni non veritiere a partire dall’anno 2006, ottenendo la
liquidazione dall’INPS di somme
relative a indennità di disoccupazione, malattia, maternità e assegni
familiari per un importo che sfiora
i tre milioni di euro.
Gli uomini delle Fiamme Gialle
hanno accertato che il modus operandi è stato, di per sé, molto simile
a quello già largamente utilizzato
in altre truffe simili.
Il sistema è sempre quello: una
società che opera nel settore agricolo presenta tutti i documenti necessari per ottenere i contributi
dall’Ente previdenziale, oltre a denunciare all’INPS un numero palesemente di giornate lavorative in
base alla reale esigenza.
Ben oltre il 90% delle giornate dichiarate sono risultate fasulle e i
Finanzieri hanno inoltre constatato
Guai in vista per Ilaria D’Amico
Indagata per evasione fiscale, la consolerà il fidanzato Gigi Buffon
uai in vista per la bella
Ilaria D’Amico. La procura
di Roma indaga sulla giornalista per violazione della legge
tributaria. L’attuale compagna del
portiere della Juventus Gigi Buffon
è accusata dai pm della Capitale
di aver evaso l’Irpef tra il 2009 e
il 2011 per circa 400 mila euro.
Le indagini sono partite nel giugno
del 2013, in seguito alla denuncia
degli uomini del nucleo di polizia
tributaria della Guardia di Finanza
di Milano.
Il procedimento, avviato a Milano
nell'ottobre scorso, è ora passato
a Roma per competenza,
Da 12 anni dipendente Sky, la
D'Amico non potrà godersi in
tranquillità la sua gravidanza.
Ufficialmente incinta del portierone della Nazionale della Juventus Gigi Buffon, ex marito di
quella Alena Seredova con cui
G
ha avuto due figli. Anche per
Ilaria si tratterà di una maternità
bis, avendo avuto il piccolo Pietro
dall'ex compagno Rocco Attisani,
imprenditore.
Solo pochi giorni fa la giornalista
veniva paparazzata in spiaggia
in costume da bagno, con il pancione in bella vista mentre veniva
coccolata dal suo Gigi. Ma i conti,
forse per la bella D’Amico non
tornano. Così anche la giornalista
è diventata l'ennesima vip dello
show business italiano a finire
sotto la lente d'ingrandimento
del fisco. Fin troppo celebre la
vicenda che ha avuto come protagonista Diego Armando Maradona che giusto nel maggio scorso è stato rinviato a giudizio per
diffamazione nei confronti di
Equitalia.
che la Società non ha esibito la
prescritta documentazione amministrativa e contabile relativa al
personale dipendente, giustificando l’assenza della stessa come
conseguenza di un presunto incendio ad un veicolo, evento mai
denunciato.
la Guardia di Finanza ha complessivamente calcolato in 3.000.000 €
circa il danno subìto dall’INPS e ha
valutato la posizione di 829 soggetti
segnalati all’Autorità Giudiziaria per
i reati di associazione per delinquere
finalizzata alla truffa ai danni dello
Stato e di falso in atto pubblico. Gli
accertamenti hanno inoltre evidenziato che gran parte dei beneficiari
delle indennità erogate dall’Ente di
previdenza sono soggetti pregiudicat, già noti alle Forze dell’Ordine
e alla magistratura.
El.Ma.
GIOCHI PERICOLOSI
Torino: sparano ai barattoli
ma colpiscono un bimbo
n gioco pericoloso che ha
sfiorato la tragedia. È successo domenica pomeriggio a Vigone, nel torinese.
Momenti di paura per un bambino di 6 anni, ferito da un
colpo sparato con un fucile ad
aria compressa. Il piccolino è
stato subito trasportato e ricoverato all'ospedale Regina Mar-
U
gherita di
Torino.
Un gruppo
di adulti ha
improvvisato, nel giardino
di
casa, una
gara di tiro
al bersaglio.
Incuranti
della pericolosità del gioco, cominciano
a sparare ai barattoli con un fucile ad aria compressa, ma uno
dei tiratori ha sbagliato mira,
colpendo all'addome il piccolo
che, in quel momento, si trovava
in strada.
Subito sono stati chiamati i soccorsi e il bambino è stato portato
via in elisoccorso. Arrivato al-
l'ospedale è stato sottoposto a
un'operazione all'addome per
rimuovere il piombino che gli è
penetrato nella carne. I medici
dell'ospedale Regina Margherita
di Torino lo tratterranno poi per
alcuni giorni allo scopo di monitorarne lo stato di salute.
L'uomo, un 50enne, che ha colpito, per sbaglio, il bambino, è
stato denunciato per il reato di
lesioni colpose. I carabinieri
hanno appurato che l'arma utilizzata è di proprietà di un amico,
di 81 anni, ed era stata regolarmente segnalata alle autorità.
Si cerca di capire chi ha preso
parte all'improvvisata gara di
tiro al bersaglio. Da fonti investigative si apprende che il padre
del bimbo è un conoscente dell'uomo che ha sparato. Ch.C.
11
Martedì 14 luglio 2015
SOCIETA’
ALTA ROMA, L’ATELIER DEL SARTO CAPITOLINO APRE LE PORTE AL GLAMOUR
di Chantal Capasso
ulla scia dell’ultimo successo editoriale di “50
sfumature di grigio”, arriva la collezione Alta
Moda Autunno/Inverno
15-16 di Renato Balestra, qui invece di 50 ne abbiamo 30 di “sfumature” che vanno dal pallido
perla all’argento brillante e dal
platino all’ematite.
Sono i trenta nuovi modelli di Renato Balestra che fanno la vera
eleganza. Quella che toglie e non
aggiunge, per enfatizzare l'essenza
del lusso e fuggire da ogni eccesso. Una collezione preziosa
quanto sontuosa, quella fatta di
glamour e ricerca dei dettagli, in
cui lusso e tradizione sartoriale
si fondono con le esigenze e gli
stili della vita moderna.
A spezzare il rigore del grigio e
dell’argento ci pensano i modelli
multicolore abbinati al nero ed
ispirati alle vetrate dell’art nouveau. Bellissimi i ricami a «spina
di pesce», che seguono la silhouette della figura e illuminano
modelli da cocktail e da sera.
Renato Balestra, in questo ultimo
capolavoro, fa emergere l’alta
sartorialità della moda con la M
maiuscola in cui nulla è lasciato
al caso, anzi, tutto segue una linea
ben precisa, quella dell’eleganza
estrema.
Gli invitati hanno potuto, così ammirare, nel villino liberty in Prati
dove il grande sarto ha il suo atelier
S
Sfumature di grigio
per Renato Balestra
Presentata la collezione autunno/inverno 15-16:
l’essenza dell’Art Nouveau in fili di lurex
sfilano abiti in cui un pallido color
perla si alterna all'argento brillante
e il platino si accosta all'ematite.
Balestra presenta, a dispetto dell’età anagrafica, una moda giovane, un lusso offerto a sofisticate
ragazze capaci di indossare leggere pellicce composte di fili di
lurex, gonnelline gonfie che sembrano di una paglia metallica, vestitini neri dalla gonna godet fatti
di strisce di velluto alternate a
tulle ricamato con file di luminosi
cristalli Swarowski.
C’è anche una sposa che indossa
un abito color platino dall'effetto
liquido, dato dai numerosi sottilissimi rivoli di tulle e leggeri ricami di madreperla. Evanescente,
romantica.
Prima del della sfilata Balestra
alla domanda su Alta Roma che
vuole puntare sui giovani, risponde:“Ben vengano, ma non devono
essere buttati alla sbaraglio. A
Roma devono presentare una vera
alta moda, se vogli 0ono fare il
pret-a-porter che vadano a Milano.
Sono d'accordo nell'insegnare ai
giovani, ma per farli sfilare devono
mostrare talento, conoscere il glamour, sapere che cosa vuol dire
rendere belle e chic le donne”.
l week end di Alta Roma vede
sulla passerella di palazzo delle
Esposizioni anche il libanese Rani
Zakhem, che nella sua sfilata «Per
amore di Lola» fa omaggio, in
modo diverso da Balestra, all'art
dèco, ad Ertè e al cabaret del primo
900. Pizzi, veli e cristalli dedicati al
guardaroba di Marlene Dietrich.
SONDAGGIO DI ARISTOFONTE.COM
Le inglesi sono le più belle dell’estate
e modelle britanniche
vincono per fascino e
glamour. Lo dice un sondaggio di Aristofonte.com, portale di incontri online inizialmente rivolto agli uomini desiderosi di incontrare donne
più giovani.
Al primo posto della classifica
delle donne più belle dell'estate
2015 stilata dal portale si piazza
la modella e attrice inglese
L
Rosie Huntington-Whiteley . La
star di Transformers 3 è diventata famosa per il suo lavoro
da modella per Victoria's Secret ed ha anche posato per il
Calendario Pirelli.
al secondo posto, invece, abbiamo Rosie Huntington-Whiteley un'altra modella ed attrice
britannica: Emilia Clarke, nota
al pubblico per la sua interpretazione nella serie televisiva
Il trono di spade e ora di nuovo
alla ribalta come protagonista
di Terminator Genisys insieme
ad Arnold Schwarzenegger.
Al terzo posto nella classifica
di Aristofonte.com segue ancora un'altra attrice inglese,
Emma Watson, che ha assunto
fama internazionale grazie alla
saga cinematografica di Harry
Potter. Da piccola streghetta
l’abbiamo vista tra i protagonisti
del kolossal di matrice biblica
Noah. Si devono accontenatare
degli ultimi posti della fascinosa
classifica di Aristofonte.com la
supermodella sudafricana
Candice Swanepoel, una delle testimonial più rappresentative di Victoria's Secret, e
l'attrice americana Scarlett
Johansson, una delle icone
sexy più rappresentative di
Ch.C.
Hollywood.
IL PRINCIPAT O DI MONACO IN FESTA CON ROBBIE WILLIAMS
IL LATO “B” DI BELEN
Charlene e Alberto ospiti d’onore al live
per festeggiare i dieci anni di trono
Scatti estivi per la bella argentina:
selfie tutto curve da togliere il fiato
ue giorni intensi per
il Principato di Monaco che lo scorso
fine settimana ha festeggiato
i dieci anni di regno di S.A.S.
il principe Alberto II. Non
sono mancate le emozioni
e le lacrime.
Sabato 11 luglio si è svolto,
sulla Place de Princier, il
cocktail. Erano presenti anche la principessa Caroline
di Hanover e la principessa
Stephanie, con Charlotte Casiraghi,
Andrea Casiraghi con la moglie
Tatiana Santo Domingo, Pierre
Casiraghi e Beatrice Borromeo,
Pauline Ducruet. I gemellini Jacques e Gabriella hanno assistito
dal balcone del Palazzo.
Non sono mancate le lacrime per
le parole di Charlene che, durante
il discorso di ringraziamento, ha
dichiarato al marito: «Sei un prin-
D
cipe con un grande cuore e sei il
principe del mio cuore».
Mentre il giorno seguente è stata
la giornata all’insegna della musica
e del divertimento. Domenica 12,
infatti, Robbie Williams ha dato
vita ad un grande spettacolo. A
presentare il suo concerto, salendo
sul palco, è stata proprio la coppia
principesca. Robbie, alla fine del
concerto ha ringraziato il principe
Alberto II attraverso un tweet: «Congratulazioni principe
Alberto e principessa Charlene: grazie per averci ospitati, un evento davvero magico».
La coppia reale si è sposata
il 2 luglio del 2011. Il 10 dicembre del 2014 il principe
Alberto ha annunciato agli
abitanti del piccolo principato che Charlene Wittstock,
sua moglie è diventata
mamma. Gli eredi di Alberto di
Monaco si chiamano Gabriella
Therese Marie e Jacques Honoré
Rainier. I monegaschi hanno consegnato in quest’occasione alla
coppia i doni di battesimo per i
due gemellini, due gioielli vintage
della maison Cartier: la cinghia di
una cintura per Gabrielle e un
orologio Grande Tank Cintrée per
Jacques. Noblesse oblige. El.Ma.
sempre lei la regina delle
condivisioni, fra selfie, foto
e video che impazzano sul
web. Senza dubbio una presenza
piacevolmente invadente. Ma,
d’altronde, si sa, le star sono
egocentriche ed amano farsi ammirare. Vezzo perdonabile.
Cosi come sono , facilmente perdonabili, i suoi scatti che raccontano le vacanze al mare a
Ibiza. E' sempre in mezzo all'acqua
Belen Rodriguez.: a bordo piscina,
in barca, in spiaggia.
Un selfie vacanziero con tanto
di reportage. Ora tocca alle sue
amiche ad essere immortalate:
l'occasione sono i festeggiamenti
per il compleanno di Simona.
Anche con le sue "sisters" le piace
sempre provocare. Con un po'
di hot. Ecco il suo lato B in primo
piano. Consapevole dei suoi “mezzi”, la bella argentina, ama essere
È
femminile in ogni occasione e
non passare inosservata, le vacanze non possono che essere
la location ideale. Belen Rodriguez
è infatti più bollente che mai nel
suo ultimo viaggio a Ibiza.
Ben si destreggia fra microbikini,
slip brasiliani e triangolini che
lasciano ben poco all’immaginazione. Tutti due pezzi coloratissimi
e a fantasia, firmati MeFui, il marchio beachwear di cui è stilista
insieme alla sorella Cecilia Rodriguez. Particolari gli accessori
da mare sfoggiati, dal costume
crochet a rete al copricostume
con margherite colorate su sfondo
rosso.
Ma ci sono anche foto al ristornate
dove è (stranamente) vestita in
rosso . Perfetta per far risaltare
l’abbronzatura, questa tonalità è
stata sfoggiata dalla showgirl argentina nel suo look a base di
miniabito con attaccatura al collo
ed accessori in oro. Viva la isla
Ch.C.
bonita!
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Martedì 14 luglio 2015
FEDERER È LEGGENDA, MA IL SERBO OGGI NON HA RIVALE ALCUNO
SPORT
L’AVVERSARIO N° 1 DEL DOTTORE VERSO L’ENNESIMO MONDIALE È LO SPAGNOLO
Il tennis ai piedi di Djokovic Rossi insegue la Decima:
Difende, corre, attacca: ma soprattutto, vince (quasi) sempre
ma occhio a Marquez
La Honda è tornata e il baby-prodigio ora sogna la “remuntada”
a strada che separa Valentino Rossi dal decimo mondiale è lunghissima. E per nulla in discesa.
Perché la vittoria al Sachsering del fenomeno Marc Marquez, che ha sbancato la pista
tedesca (pole, giro veloce e
successo), ha ridato fiato alle
speranze della Honda. Ben
65 punti di ritardo sarebbero
un macigno per chiunque,
ma non per quel campione
del mondo spagnolo che,
quando è in forma, è capace
di tutto.
Nove gare sono in archivio e
nove sono ancora da scrivere.
Siamo arrivati al giro di boa
e davanti a tutti c’è sempre il
Dottore. Che è arrivato alla
pausa estiva della Moto Gp
ancora in testa alla classifica.
Missione compiuta per l’evergreen di Tavullia. L’unico pilota a essere sempre stato
nei primi 3 quest’anno e che
adesso è a una sola lunghezza
dal suo record personale di
14 podi consecutivi.
Dei Gran Premi che rimangono, molti sono quelli che
adora: Misano, Motegi, Philipp
L
a perso perché di fronte ha trovato un marziano, non per caso al
primo posto nel ranking mondiale. Roger Federer s’è dovuto inchinare nella finalissima di Wimbledon allo strapotere di Novak Djokovic.
Un marziano. Che ha sconfitto
il leggendario avversario e
il pubblico. Tutto dalla parte
dello svizzero. Oltre 15.000
persone che hanno provato
a spingere fino all’ultimo il
fuoriclasse elvetico. Perché
Federer è il tennis. Per classe,
stile, eleganza, comportamenti. Mai una parola fuoriposto, una polemica. Uno di
H
quei campioni capace di fare
innamorare generazioni e
generazioni di appassionati.
Ma l’ennesima sfida, l’ennesimo confronto fra due campioni assoluti, non ha lasciato
spazio a repliche. Nole è il
tennista più forte del momento. Oggi imbattibile. Il
gioco del serbo, fatto di intensità e profondità, è una
spanna superiore a quello
della concorrenza. Nonostante le superfici. Terra o erba,
c’è poca differenza. E’ questo
che fa del numero uno al
mondo un autentico fuoriclasse. Per il secondo anno
consecutivo è ancora lui il
trionfatore di Wimbledon.
La finale dei sogni non ha
tradito le attese e neppure il
pronostico. King Roger giocava per la storia, per prendersi l’ottavo trofeo del torneo più importante, cosa mai
accaduta prima. Ma s’è dovuto inginocchiare allo strapotere dello sfidante, che in
questo momento non sembra
avere punti deboli. Sarà certamente meno elegante,
meno amato e seguito di Federer. Tant’è, è un atleta vincente: fatto di gomma. Difende, corre, attacca, incanta.
Ma soprattutto, vince.
Marcello Calvo
Island, Sepang e Valencia.
Meno di cinque mesi alla
fine e 225 punti sul piatto.
Prima le vacanze e poi il rush
finale.
Il baby prodigio della Honda
non ha margini di errore.
Deve vincere e sperare che
Rossi compia qualche passo
falso. Lo scorso anno Mar-
quez ha conquistato dieci
Gp di fila, 13 su 18 in totale.
In Germania è tornato ad
essere quel marziano delle
ultime due stagioni motoristiche. E adesso sogna la
“remuntada”. Un’impresa
impossibile per qualsiasi pilota normale, non per l’iberico. Rossi è avvertito. M.C.
FULMINE SUL MONDO DEL CICLISMO
Basso si ritira dal Tour:
“Ho un tumore, mi opero”
van Basso, ciclista italiano
della Saxo-Tinkoff, ha deciso
di ritirarsi ieri dal Tour de
France dopo aver scoperto di
avere un tumore al testicolo sinistro. L'annuncio è stato dato
dal diretto interessato nel corso
di in una conferenza stampa del
team, al quale ha preso parte
l'atleta varesino, 38 anni, affiancato dal capitano Alberto Contador, in lacrime per il dispiacere.
Basso era caduto nei giorni scorso, durante la 5/a tappa della
classica francese, con arrivo ad
Amiens. Una tac di controllo per
quella che sembrava una caduta
come tante altre ha però rilevato
la presenza del tumore
''E' un giorno duro, Basso ha
scoperto di avere un serio problema di salute: ti aspettiamo a
Parigi'', il messaggio twittato da
Contador, mentre il direttore
sportivo del team De Jongh ha
salutato Basso: ''Contiamo di ri-
I
vederci a Parigi portandoti in regalo la maglia gialla''.
"La Tac ha evidenziato la presenza
di cellule tumorali in quello sinistro", ha raccontato poi lo stesso
Basso, spiegando di dover volare
subito a Milano "per operarmi
domani". Ivan Basso è nato a
Gallarate il 26 novembre del
1977. In carriera ha vinto due
edizioni del Giro d''Italia, nel
2006 e nel 2010, e si è piazzato
per due volte sul podio al Tour
de France. Coinvolto nello scandalo legato al doping in Spagna,
viene estromesso a giugno 2006
dal Tour de France e viene poi
squalificato per un paio di anni.
Il rientro nel 2008. Nel recente
passato un altro ciclista famoso,
l’americano Lance Armstrong, è
stato colpito da un tumore sempre ai testicoli, nel 1996. Armstrong è poi riuscito a sconfiggere il tumore nel 1998.
Rita Di Rosa