CENTRO DI ASCOLTO ITALIANI – via del Seminario, 36

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CENTRO DI ASCOLTO ITALIANI – via del Seminario, 36
UN ANNO
DI
CARITAS
I SERVIZI
DIOCESANI
GESTITI DALLA
SOLIDARIETÁ
CARITAS ONLUS
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ANNO 2010
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INDICE
CENTRO DI ASCOLTO ITALIANI .............................................................. 4
SERVIZIO DI SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO.............................. 6
CENTRO DI ASCOLTO NOMADI .............................................................. 8
CENTRO DI ASCOLTO STRANIERI ........................................................... 9
CENTRO DI ASCOLTO CINESI ............................................................... 12
AMBULATORIO STP................................................................................. 14
SERVIZIO CONSULENZA LEGALE..………………………………………..15
SERVIZIO CONSULENZA AL NON-INDEBITAMENTO……...………….16
CASA BETANIA.......................................................................................... 17
CASA PER STRANIERI MALATI CONVALESCENTI...................................... 19
CASA NOEMI ............................................................................................. 20
CENTRO COMUNITA' CARCERE - CASA J.FESCH…………..…………21
IL LABORATORIO..................................................................................... 22
EMPORIO DELLA SOLIDARIETÁ ........................................................... 23
HOMELESS SOS-RONDA NOTTURNA................................................... 28
OSSERVATORIO RISORSE E POVERTA' ................................................ 30
CONCLUSIONI……………………………………………………………..…..31
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CENTRO DI ASCOLTO ITALIANI – via del Seminario, 36
Il Centro di Ascolto Italiani (CdA) è composto da un operatore e da 5 volontari ed
usufruisce della collaborazione dei ragazzi che svolgono il Servizio Civile o l’anno di
Volontariato Sociale presso la Caritas di Prato. Nel corso dell’anno 2010 il Centro di
Ascolto ha incontrato 589 persone, di cui 159 affacciatesi allo sportello per la prima
volta, con un totale di 1977 colloqui.
La tipologia di persone che si rivolge al nostro Centro di Ascolto ha spesso
problematiche che riguardano la perdita del lavoro e che, vista la situazione nella
quale si trova il distretto pratese, non riescono a reimpiegarsi in altri settori. Le
famiglie sono sempre più povere: a volte lavora solo un coniuge e non sempre a
tempo pieno, altre volte non lavora nessuno dei due o fanno lavori saltuari in nero.
Quasi tutti hanno affitti alti e mutui che non riescono a pagare e la conseguenza di
tutto questo è che sempre più spesso la casa dove vivono viene o messa all’asta
oppure la famiglia subisce lo sfratto. Non riescono a far fronte al pagamento delle
utenze e di altri servizi: ad es. mensa scolastica, libri, farmacia, etc. etc.
In molti casi tutto ciò è aggravato dai debiti che hanno contratto con le finanziarie per
i più svariati motivi: gioco, acquisto di elettrodomestici, auto, etc. Infatti spesso si
evidenzia che in alcune famiglie è presente anche una cattiva gestione del reddito,
che non sempre viene usato per cose di prima necessità, ma è impiegato per beni
superflui o non strettamente necessari.
La mancanza di lavoro e della scarsa disponibilità di denaro accentuano inoltre i
problemi familiari e fanno si che siano in continuo aumento la depressione ed il
consumo di alcool, spesso cause di forti conflitti fra coniugi o conviventi, altre volte
punto di arrivo in seguito alla logorante situazione determinata dalla disoccupazione e
dalla mancanza di mezzi di sussistenza.
Altra tipologia di persone che accedono al Centro di Ascolto è quella degli anziani.
Le pensioni molto basse spesso servono per il solo pagamento dell’ affitto e sono
molti coloro che vivono in stato di indigenza, aggravata anche da problemi di salute e
solitudine. Sempre più spesso ci viene chiesto da parte delle assistenti sociali e in
collaborazione, o con le assistenti domiciliari o con la parrocchia di riferimento, un
accompagnamento per queste persone, per cercare di aiutarle sia nella gestione del
loro reddito, che per essere un punto di riferimento per il disbrigo di pratiche
burocratiche o visite mediche.
Sostanzialmente il nostro lavoro consiste, spesso, nel fare da mediatori fra gli utenti e
le Società erogatrici di servizi (ENEL, SORI, INPS, ESTRA, etc.), e nel cercare di
rateizzare, posticipare o tamponare gli importi dovuti. Per questo collaboriamo con i
Servizi Sociali del Comune e per assicurare che il contributo da loro versato vada a
buon fine operiamo da intermediari. Quando possibile, elaboriamo anche progetti in
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collaborazione con le assistenti sociali, mirati all’acquisizione di nuove autonomie
personali.
Non sempre il Centro di ascolto riesce a far fronte alle esigenze delle famiglie e
spesso ci siamo rivolti, per avere aiuto, al PROGETTO 5 EURO creato, vista la
situazione del distretto pratese, per andare incontro alle richieste di pagamento di
mutui, affitti, utenze: persone che lavorano e che hanno uno stipendio, con una cifra
quasi simbolica, possono aiutare altre famiglie in difficoltà.
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SERVIZIO DI SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO – via del
Seminario, 36
Questo servizio è iniziato in Caritas nell’anno 2003 ed è rivolto sia a famiglie che a
singoli, italiani o stranieri. Nel corso dell’anno 2010 il Servizio di Sostegno e
Accompagnamento si è fatto carico di 21 persone (19 famiglie italiane, 2 straniere),
quasi tutte nuove perché alcune sono uscite dal progetto e altre sono state rimandate
al Centro di ascolto. Ci sono anche altre persone seguite più sporadicamente, in modo
meno stretto e che si rivolgono a questo sportello per accedere ai servizi che il
territorio offre o per un aiuto nella gestione del bilancio familiare.
Le persone accedono al sostegno su segnalazione dei centri di ascolto e/o delle
assistenti sociali. E’ diretto a sostenere, accompagnare e assistere persone emarginate
per cercare di dare loro, dopo averle ascoltate, accompagnate e seguite, un minimo di
autonomia. E’ quindi rivolto, in generale, a tutti quei soggetti che per carenze
socio/culturali necessitano di mediazione per accedere ai servizi istituzionali e per
svolgere pratiche burocratiche. Per queste persone la vita quotidiana presenta molte
difficoltà e ogni piccolo ostacolo diventa insormontabile.
Le problematiche incontrate si possono così riassumere:
PROBLEMI ECONOMICI: reddito insufficiente o nullo per un minimo tenore
di vita
PROBLEMI SANITARI: invalidi, psichiatrici e anziani
INDEBITAMENTO: finanziarie e banche
CATTIVA GESTIONE DEL REDDITO: difficoltà ad amministrare le proprie
risorse economiche
PROBLEMI FAMILIARI E SOLITUDINE
PROBLEMI CULTURALI
Il servizio comporta una presa in carico più forte per vari motivi: la disponibilità di
avere lo stesso operatore di riferimento e la possibilità di entrare a fondo nella
situazione rappresentano un collante decisivo. La persona trova un punto fermo e
insieme viene costruito un rapporto di fiducia che è alla base di ogni progetto nel
percorso di Accompagnamento. Per portarlo avanti cerchiamo aiuto e collaborazione,
quando è possibile, nelle parrocchie, con i volontari, le assistenti domiciliari e con i
ragazzi del servizio civile.
Gli interventi sono di vario tipo:
• Colloqui individuali
• Individuare i problemi e programmare il tipo di accompagnamento
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• Rispondere ai bisogni più urgenti
• Progettare gli interventi insieme alle assistenti sociali, alle parrocchie e alle
altre realtà del privato sociale
• Cercare di portare la persona ad una propria autonomia
E’ da tener presente che il servizio richiede tempi lunghi da dedicare alle singole
persone e flessibilità da parte dell’operatore perché ognuno presenta problemi,
percorsi e soluzioni diverse.
Lo scopo di questo servizio è cercare di rendere la persona più autonoma o almeno
più attiva e indipendente, cercando di farla uscire dall’assistenzialismo. Dove ciò non
è possibile, per mancanza di risorse o capacità, si cerca di migliorare la qualità della
loro vita facendo sì che non si sentano abbandonate a loro stesse. L’esperienza
dimostra che investire sulla cura di queste persone in difficoltà è comunque positivo
perché in esse si innesca solitamente un processo che consente loro di muovere
piccoli passi verso una maggiore responsabilità riguardo le scelte quotidiane, dalle
più semplici alle più impegnative
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CENTRO DI ASCOLTO NOMADI – via del Seminario, 36
La presenza della popolazione nomade nei quattro campi situati nel territorio del
Comune di Prato è di circa 200 persone. Il 95% è di etnia sinti, quindi di nazionalità
italiana, mentre la presenza di rom di provenienza est europea è marginale.
La convivenza fra i due gruppi è impostata sulla diffidenza. Una famiglia sinti che ha
stabilito per via matrimoniale e/o di convivenza rapporti con famiglie rom è
ostracizzata dai restanti sinti.
La stanzialità oramai è divenuta un tratto comune delle famiglie cosiddette “nomadi”.
L'abbandono pressoché totale della attività di giostrai, troppo onerosa a causa dei
costi esorbitanti delle nuove macchine da divertimento, ha spinto la popolazione
verso due attività differenziate fra uomini e donne: gli uomini si sono dedicati alla
raccolta ferro e le donne alla vendita di fiori e biancheria.
Frequentano il centro di ascolto circa 15 famiglie su 50 che compongono la comunità;
è una frequentazione quasi esclusivamente femminile molto adusa a fare della
questua un stile di vita.
Le indubbie difficoltà in cui queste persone si dibattono sono evidenti nelle cospicue
carenze scolastiche dei figli che vengono raccontate. Il fatto che essi vivano in campi,
che il resto della popolazione definisce degli "zingari", ha determinato nei piccoli una
ferita sociale indelebile che li fa autoesculedere dai rapporti con gli altri compagni di
scuola. L'autoreferenzialità della comunità e la precaria situazione alloggiativa
rendono difficile l’inserimento nel tessuto della città. Nell'intento di favorire il
processo di avvicinamento, è stato vivamente caldeggiata la partecipazione al recente
bando per le case popolari, invito raccolto in particolare dalle giovani coppie che
hanno maturato la consapevolezza della necessità che i figli vivano in un ambiente
diverso da quello dei campi.
L’attività del centro si è indirizzata su due ambiti: in primo luogo sono stati effettuati
interventi a pioggia di piccola entità per sovvenire alle più svariate esigenze che di
volta in volta vengono manifestate nei colloqui; in secondo luogo, nell'ottica di
consentire alla comunità di rendersi il più possibile autonoma economicamente, la
Caritas, su incarico dei Servizi Sociali del Comune di Prato, ha partecipato
all'attuazione di un progetto finanziato dalla Regione per consentire alla cooperativa
Express, di proprietà di circa 30 capofamiglia, di rendersi autonoma nell'attività della
raccolta di ferro. L'azione si è sviluppata in tre momenti: acquisto di 5 nuovi camion,
partecipazione a due corsi di formazione per l'esercizio dell'attività di trasporto merci
conto-terzi e smaltimento rifiuti, iscrizione della cooperativa all'albo trasporto contoterzi. Il progetto è nella fase conclusiva ed ha un valore di 64.000 euro.
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CENTRO DI ASCOLTO STRANIERI – via del Seminario, 36
Le persone che si sono rivolte al Centro di Ascolto Stranieri della Caritas Diocesana
durante l’anno 2010 sono state 1212, di cui 452 nuovi utenti. I colloqui sono stati in
tutto 2757.
Il centro di ascolto è aperto al pubblico il giovedì dalle 15.00 alle 18.30, ed è gestito
da un operatore e 4 volontari, con l’aiuto a rotazione dei ragazzi che svolgono il
Servizio Civile o l’anno di Volontariato Sociale presso la Caritas. Nei giorni
successivi i casi vengono valutati in riunioni collegiali degli operatori e viene deciso
se e come intervenire.
E’ buona prassi chiedere il supporto delle varie Caritas parrocchiali, per sfruttare
maggiori sinergie e per la possibilità dei volontari delle parrocchie di essere più
vicini agli utenti. Inoltre si cerca di avvicinare l’immigrato alla parrocchia e di dare
un segnale di un’unica Chiesa cattolica, unita nello sforzo di aiuto al prossimo e nel
tentativo di frenare coloro che cercano di essere più furbi di altri facendo il giro dei
vari posti di assistenza. Nella stessa ottica, viva è la collaborazione con gli altri enti
assistenziali che operano sul territorio, quali il Centro Aiuto Vita, la San Vincenzo, il
Volontariato Vincenziano, l’Associazione “La Pira”, l’Associazione “Cieli Aperti”
per quanto riguarda il settore del lavoro come sarà spiegato più avanti, etc.
Molto buoni sono i rapporti con gli Enti Istituzionali come Questura e Prefettura, in
particolare con l’Assessorato all’Immigrazione e Integrazione, nell’ambito di una
collaborazione da sempre più che amichevole con i referenti dei diversi ambiti.
In controtendenza con quanto succede nel distretto pratese, il lavoro in Caritas non
manca, anzi l’attività del centro diventa sempre più impegnativa, perché sempre più
difficile è riuscire a dare risposte soddisfacenti.
Alla fine del 2010 il settore lavoro è stato spostato, sempre però con l’aiuto della
Caritas, presso i locali della Chiesa del Soccorso allo sportello NOL (Nuovi Orizzonti
Lavoro), sorto per volere del nostro Vescovo per cercare di aumentare l’orizzonte
della ricerca del lavoro così difficile a reperire sia per gli stranieri che per gli italiani.
Di conseguenza alla fine del 2010 il numero dei nostri utenti al CdA Stranieri era
leggermente diminuito, ma in poco tempo il flusso del giovedì ha ripreso una regolare
crescita che non sembra destinata ad arrestarsi.
Le situazioni di disagio portate all’attenzione degli operatori sono riconducibili alla
mancanza di lavoro, che porta precarietà economica e tensioni all’interno dei nuclei
familiari .
Le richieste più frequenti sono il pagamento delle utenze, canoni di affitto arretrati o
addirittura aiuti per sfratti a causa di morosità in corso.
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Il budget mensile di competenza del CdA Stranieri non permette di dare risposte
concrete a tutti, anzi a molto pochi, per cui l’orientamento è di chiedere una
compartecipazione dell’utente e di intervenire su quei nuclei familiari, là dove il
nostro aiuto possa servire come punto di inizio per una possibile autonomia della
famiglia. Purtroppo molto frequentemente capitano i casi cronici su cui è difficile
prendere una decisione.
Durante un incontro presso la Caritas Ambrosiana, Oliviero Forti, responsabile
dell’area immigrazione di Caritas Italiana, ha fatto chiaramente capire che non deve
suscitare un senso di colpa il suggerire di rientrare nei paesi di origine, perché la
ricaduta sul contesto sociale di troppi immigrati potrebbe portare a conseguenze
spiacevoli. Per cui come Caritas Italiana si tenta sempre più di supportare le Caritas
dei paesi dove è alta la percentuale di emigrazione, per spingere al rimpatrio con
l’accompagnamento successivo da parte della Caritas del luogo (si veda ad esempio
Caritas Bangladesh che sta funzionando veramente bene).
Sorge però spontanea una domanda: premesso che l’emigrazione è dettata dal
bisogno economico e quasi mai da ideologia, dopo aver vissuto per un periodo in
Italia quale donna musulmana o africana vorrebbe tornare a casa per rientrare nel
circuito delle ferree regole familiari?
Va tenuto poi presente che ci sono mesi dell’anno particolari in cui vengono chiesti i
biglietti di ritorno a casa per i motivi più disparati: familiari malati, desiderio di
rimanere nei paesi di origine, etc., e pur accogliendo la persona con rispetto e cortesia
gli operatori sono consapevoli di non poter cedere alla tentazione di accontentare tutti
per non gettare al vento i soldi.
C’è da rilevare che al CdA Stranieri arrivano molte persone che hanno già bussato a
diverse porte, non ultima quella dei servizi sociali, e che vedono nella Caritas l’ultima
spiaggia, per cui spiegare che non è sempre possibile intervenire genera tensione e
frustrazione. Purtroppo la riduzione notevole da parte dell’erogazione di aiuto da
parte dei servizi sociali sta creando notevoli difficoltà e non sempre c’è accordo sul
tipo di aiuto erogato.
Una situazione molto preoccupante è quella degli immigrati albanesi che vediamo
tornare al CdA Stranieri dopo anni. L’Albania è una delle etnie che già aveva fatto
negli anni un percorso di autonomia e di benessere ed invece sempre più spesso gli
operatori si trovano davanti persone che non hanno più lavoro e che non possono
rispettare gli impegni presi nell’ottica di un futuro in Italia per sempre.
Le nazionalità che sono maggiormente presenti allo sportello diocesano provengono
dai paesi del Maghreb e dalla Nigeria. Sono etnie per le quali le donne con
moltissima difficoltà trovano un lavoro spesso indispensabile, data l’incidenza dei
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canoni di affitto sul menage familiare che non permette ad un nucleo di avere un solo
reddito e considerando che in tanti casi questo non esiste neppure.
PROGETTO TIC
Nell’ottica di un accompagnamento pastorale più incisivo, è stato elaborato, in
collaborazione con l’Associazione Don Milani di Vaiano, il progetto “Giovani Tribù:
incontri e confronti” che ha proposto 4 incontri di formazione, confronto e
aggregazione organizzati a livello cittadino tra giovani italiani e stranieri su temi di
interesse condiviso.
In un primo tempo sono stati formati giovani animatori di etnia marocchina, albanese,
pakistana sui temi: educazione informale ed interculturale, identità e intercultura,
cittadinanza attiva e uguaglianza di genere, volontariato. Dopo una serie di incontri
preparatori gli animatori di origine straniera si sono messi a confronto con coetanei
italiani, proponendo 4 workshop sulle stesse tematiche da loro affrontate. Anche
l’Associazione Don Milani ha riproposto a Vaiano ed in vallata gli stessi workshop
ad un gruppo di ragazzi. Il progetto si è concluso con la partecipazione degli
animatori alla Festa del fuoco di Pentecoste con delle attività proposte ai visitatori
dello stand.
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CENTRO DI ASCOLTO CINESI – via del Seminario, 36
Nel corso dell'anno 2010 si sono svolti presso l'Ufficio Caritas Diocesana circa 120
incontri. Nella maggior parte dei casi si è trattato di incontri unici, solo alcuni casi
hanno visto ritornare più volte la stessa persona. L'ascolto si è svolto sempre con la
presenza di una mediatrice linguistica.
Le richieste possiamo distinguerle per argomento:
Richiesta di presentazione per ottenere STP o Tessera Sanitaria: 44
Richiesta di lavoro: 9
Problemi di salute: 8
Problemi familiari, gravidanza : 7
Problemi abitativi: 6
Documenti di soggiorno:6
Credito alimentare presso l’Emporio: 5
Richieste di denaro:3
Consultazione Avvocati:2
Informazioni scolastiche:2
Richiesta medicine:2
Corso lingua italiana:2
Varie:2
I casi maggiormente impegnativi sono stati anche quest'anno quelli legati ai malati
gravi. La situazione di un uomo paraplegico è stata 'consegnata' al centro di ascolto
da parte dei servizi sociali che hanno dimostrato di avere molti limiti nella gestione
dei cinesi, specie se clandestini. Il centro diocesano ha provveduto interamente al
rimpatrio (eccetto il disbrigo della pratica di rinnovo del passaporto, fatta
dall'assessorato alla Multicultura). Con questo uomo è stato agevolato anche il
rimpatrio di un cinese accompagnatore.
Altri due uomini malati di tumore sono stati accompagnati a visite, cure, ricoveri e
poi ospitati per lungo tempo in Casa Malati.
Ancora, due donne malate di tumore sono state accompagnate nel corso di mesi per
visite e cure; una di loro è stata ospitata dalle Suore Missionarie della Carità fino al
giorno del rimpatrio, avvenuto con risorse sue personali.
Un giovane cinese invalido, segnalato dai servizi del comune, è stato preso in carico,
ospitato prima al dormitorio di Sesto F.no e poi a Prato, accompagnato da un
avvocato conosciuto dalla Caritas.
Da rilevare che coloro che si sono presentati con problemi per irregolarità e abusi sul
lavoro, dopo le prime intenzioni di denunciare e rivalersi, poi per la complessità delle
procedure legali e per le scarse possibilità di successo, hanno rinunciato.
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Le problematiche familiari (separazioni, litigi, ecc....) sono sempre di difficile
comprensione.
Sono aumentate le richieste della Tessera Emporio. Per chi è irregolare e lavora o
alloggia tutto al nero, non ci sono ISEE né altri documenti ed occorre basarsi sulla
fiducia.
Alcuni chiedono aiuto per rinnovare il permesso di soggiorno o per avere una
residenza o per fare la sanatoria o per avere un lavoro, ma nella maggior parte dei
casi non è possibile offrire altro che l'ascolto e questo per chi cerca di ottenere 'cose' è
troppo poco. Forse anche per questo motivo sono in calo gli utenti.
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AMBULATORIO STP – c/o Ambulatorio Medico Giovannini
Nato in accordo con la ASL di Prato, è un servizio di ambulatorio medico ed
infermieristico, e nello stesso tempo di ascolto e raccolta dati, per cittadini stranieri in
possesso di S.T.P (Stranieri Temporaneamente Presenti) e per senza dimora. Il
servizio viene svolto da 16 medici volontari e da un coordinatore. Oltre ai medici, il
servizio è possibile grazie ad una infermiera, una interprete cinese e da personale per
il rilievo dei dati dei pazienti. Queste figure sono a costo del progetto.
Presso l’ambulatorio STP dal 01.07.2010 al 31.12.2010 abbiamo avuto 381 presenze.
Nel primo semestre erano state 573 per cui in tutto il 2010 ci sono state 954 presenze.
La percentuale per etnia è stata la seguente: Cina 65,76%, Nigeria 9,24%, Senegal
6,51%, Albania 4,41% il rimanente diviso tra le altre etnie.
Alcune considerazioni facendo riferimento ai dati dei semestri ed anni precedenti:
• l’ultimo semestre del 2010 ha visto una diminuzione importante del numero
delle presenze;
• mettendo in relazione il 2009 con il 2010 si nota una diminuzione di 324
presenze di cui 200 circa nel secondo semestre del 2010;
• come etnie sono stabili a livello percentuale quella cinese, albanese, nigeriana e
senegalese, in diminuzione la pakistana.
Il servizio in questo momento sembra stabilizzato e non presenta particolari problemi.
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SERVIZIO DI CONSULENZA LEGALE – via del Seminario, 36
Il servizio si svolge presso la Caritas Diocesana il 1°, 2° e 3° martedì di ogni mese,
dalle ore 18.00 alle ore 19.00. E’ un servizio che dà la possibilità a cittadini italiani e
stranieri che usufruiscono dei centri di ascolto della Solidarietà Caritas, di poter
ricevere, su appuntamento, un ascolto per un orientamento di natura legale da parte di
avvocati volontari.
Il servizio non prevede, per sua strutturazione, che possa essere iniziato un rapporto
fiduciario tra l’avvocato e la persona ascoltata al primo contatto. Chi lo desidera, può
essere indirizzato eventualmente verso un collega.
Per l’anno 2010 hanno prestato la loro opera 15 avvocati, sia di diritto civile che di
diritto penale, i quali hanno sostenuto complessivamente 26 colloqui. Le
problematiche incontrate sono relative a problemi familiari (separazioni,
mediazione), problemi di debito (mutui, finanziamenti, riscossione tributi, etc.),
questioni ereditarie, problemi riguardanti l’immigrazione e la regolarizzazione.
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SERVIZIO DI CONSULENZA AL NON-INDEBITAMENTO – via del
Seminario, 36
La consulenza si tiene il 1° ed il 3° martedì del mese, presso la Caritas Diocesana,
dalle ore 17.30 alle ore 18.30. E’ un servizio nato per cercare di aiutare persone sole o
famiglie, per mostrare come si possono affrontare le difficoltà finanziarie nel
momento in cui si presentano, e per fornire le informazioni necessarie a coloro che si
trovino già in situazione di indebitamento.
Il servizio è portato avanti da due volontari che, oltre allo sportello al pubblico, si
occupano di svolgere anche alcune pratiche al di là dell’orario di consulenza, qualora
il caso incontrato lo richieda.
Nonostante la forte crisi, si incontrano ancora persone che, per mancanza di
buonsenso o per una fragilità che le rende incapaci di gestire un reddito, accendono
finanziamenti senza avere la consapevolezza dell’impegno che vanno ad assumersi.
Ma nella stragrande maggioranza dei casi, le difficoltà investono nuclei familiari
dove il coniuge, od entrambi, hanno subito la perdita del lavoro, con la conseguente
caduta in una situazione di indigenza.
Un respiro di sollievo si è avuto con la moratoria sui mutui prima casa, grazie
all’accordo stabilito dalle grandi associazioni nazionali di consumatori
(Federconsumatori, Adiconsum, Adusbef) con l’ABI, seppur nella consapevolezza
che la situazione inizierà a migliorare soltanto con la ripresa del lavoro.
Durante l’anno 2010 sono stati effettuati 8 colloqui.
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CASA BETANIA – via Pistoiese, 247
Casa Betania offre temporanea ospitalità a uomini in difficoltà economica e
alloggiativa, che vogliono intraprendere un percorso di recupero della propria
autonomia.
L'accesso alla struttura avviene tramite segnalazione da parte dei Servizi Sociali del
territorio, o anche del Ser.T o dell'Uepe, dopo alcuni colloqui con il Responsabile di
Casa Betania.
Obiettivo dei colloqui preliminari è la stesura di un Progetto di Accoglienza,
condiviso col servizio segnalante e sottoscritto dall'ospite, nel quale vengono chiariti
gli obiettivi da raggiungere, le condizioni richieste per l'accoglienza e i servizi a
disposizione.
Fondamentale è l’intenzione da parte dei soggetti di intraprendere un percorso di
recupero della propria autonomia ed è richiesto l’impegno ad attivarsi e rispondere
alle eventuali opportunità che saranno offerte (formazione professionale, attività
occupazionale, inserimenti lavorativi, alfabetizzazione), per raggiungere il prima
possibile l’indipendenza desiderata.
Talvolta la situazione di alcuni ospiti non consente di porre come obiettivo una piena
autonomia, o un reinserimento lavorativo, a causa dell'età avanzata o delle poche
risorse personali (sono frequenti i problemi familari, per cui hanno pochi o nessun
contatto con i familiari; la dipendenza dall’alcool e poca capacità di gestire le risorse
economiche; oltre a casi di disturbi di personalità o altre diagnosi psichiatriche). In
tali casi il collocamento in struttura prevede tempi più lunghi, a causa della maggiore
difficoltà a reperire altre situazioni alloggiative idonee, ma permette di recuperare e/o
prevenire condizioni di isolamento che sarebbero a serio rischio di esclusione sociale.
Nel corso del 2010 abbiamo rilevato una crescente difficoltà dei percorsi di
reinserimento lavorativo, che attualmente passano quasi tutti tramite progetti dedicati
alle “fasce deboli”, ed a tale proposito abbiamo attivato un servizio di Borse Lavoro
con risorse della stessa Caritas.
La permanenza all’interno della struttura prevede una compartecipazione di 150 €
mensili, che può essere ridimensionata o annullata per un periodo, a seconda della
situazione economica dei singoli ospiti, viene valutata all’inizio dell’accoglienza e in
divenire, durante le verifiche periodiche del progetto d’accoglienza.
Casa Betania può ospitare 16 persone, alloggiate in camere doppie, con possibilità di
usare la cucina in autonomia. Ogni ospite ha un armadietto personale chiuso a chiave,
da utilizzare come dispensa, mentre insieme ad altri ospiti condividerà l’utilizzo di un
punto cottura e lavaggio e un frigorifero.
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Nel corso del 2010 a Casa Betania sono stati accolti 19 ospiti (ita 16 / stra 3) di cui 6
nuovi (ita 4 / stra 2), per un totale di 5251 giorni di presenza.
Altri 3 posti sono riservati a minori stranieri non accompagnati inviati dalla forza
pubblica o dal servizio sociale, per pronta e provvisoria accoglienza per un massimo
di 90 giorni. Molti di questi ragazzi lasciano la struttuta subito dopo l'inserimento.
Nel corso del 2010 sono stati accolti 15 minori per un periodo in struttura per un
totale di 325 giorni di presenza.
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CASA PER STRANIERI MALATI CONVALESCENTI – via Pistoiese,
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Il servizio di Casa Malati, al piano terra di “Casa Betania”, dispone di 2 posti letto,
più 1 per le emergenze, la struttura è dotata di un bagno per disabili.
Alle dimissione dall'Ospedale, quando il medico del reparto ritenga opportuno un
periodo di convalescenza protetta per persone prive di alloggio, viene attivato
l'inserimento tramite gli uffici del PUA (c/o il Poliambulatorio Giovannini), che invia
il malato a Casa Betania per un periodo prestabilito. Eventuali successive proroghe
dell'ospitalità vengono stabilite sempre dal PUA, a seguito dei controlli sanitari
successivi alle dimissioni.
Nell’anno 2010 sono state ospitate 9 persone (ita 1 / stra 8) di cui nuovi 9 (ita 1 / stra
8) per un totale di 701 giorni di presenza.
In accordo con codesta amministrazione, abbiamo accolto non solo cittadini stranieri,
ma anche italiani, con problemi alloggiativi, dimessi dall’ospedale.
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CASA NOEMI
“Casa Noemi” è una struttura di pronta e provvisoria accoglienza per donne italiane e
straniere, senza compagni o mariti, sole o con figli di età inferiore ai 10 anni, che
presentano le seguenti problematiche:
esperienze di sfruttamento sessuale
situazioni di violenza (disagio) familiare
problemi alloggiativi dovuti a gravi carenze economiche
I posti letto disponibili sono: 7 posti per donne o bambini fino a dieci anni e 2 culle,
oltre 1 posto letto per emergenza.
Il periodo di permanenza si adatta alle diverse necessità della donna e ai diversi
percorsi che questa può intraprendere.
L’accoglienza a vittime della tratta ha durata di circa 15 giorni, per rispondere alle
prime necessità della donna ed avviare le procedure di regolarizzazione, fino al
reperimento di un’altra struttura idonea per il reinserimento sociale.
L’accoglienza a donne maltrattate e/o in difficoltà per motivi familiari prevede un
periodo di accoglienza di circa un mese, nel quale viene steso, con la donna, un
progetto individuale, costruito e attuato in collaborazione l’assistente sociale di
riferimento e il Centro Antiviolenza La Nara.
L’accoglienza a donne con problemi alloggiativi avviene tramite l'ufficio di
Emergenza alloggiativa, nell’ambito di un progetto personalizzato per l’inserimento
in una realtà alloggiativa stabile, concordato e gestito nei tempi e modi con
l’assistente sociale di riferimento e condiviso dalla donna.
La struttura durante l’anno 2010, a partire dal 20 luglio, data della riapertura, ha
ospitato 15 persone per un totale di 1498 giorni.
La struttura è gestita da un gruppo di volontarie coordinate da una operatrice che si
occupa dei colloqui, degli inserimenti e dei contatti con gli altri servizi pubblici e
privati del territorio.
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CENTRO COMUNITA’ CARCERE – c/o parrocchia di Maliseti via
Montalese, 386
CASA DI ACCOGLIENZA “J. FESCH” – via Pistoiese, 515/c
Il servizio che il Centro Comunità Carcere ha svolto nell’anno 2010, attraverso il
sostegno morale e materiale con la presenza quotidiana del cappellano all’interno
della casa circondariale, si è concretizzato sempre più con interventi a favore di
detenuti stranieri, e non solo, privi di qualsiasi sostentamento. Gli interventi hanno
riguardato, come del resto per il passato, piccoli contributi economici per acquisto di
francobolli, igiene personale, etc. mentre per quanto riguarda il vestiario si è
provveduto all’acquisto di tute da ginnastica, scarpe, biancheria intima, asciugamani,
etc.
Il Centro d’Ascolto, oltre a fare da tramite tra detenuti e i loro familiari interviene a
livello economico per bisogni accertati, per arretrati di affitto, utenze scoperte,
acquisto di medicinali, etc.
Nel 2010 abbiamo avuto, in ogni caso, un ulteriore forte calo dell’attività del Centro
di Ascolto tradizionale, in quanto si è ben strutturato un Centro di Ascolto della
Caritas parrocchiale, con un incremento di interventi ed attività simili all’ascolto,
presso la casa di accoglienza e all’interno del carcere.
Per quanto riguarda i detenuti in semi-libertà, il Gruppo “Barnaba” si impegna in
un’opera di sostegno morale e di supporto per pratiche ed accompagnamento
all’interno.
La casa di accoglienza “J. Fesch” che ospita detenuti in permesso, familiari di
detenuti non abbienti provenienti da località distanti da Prato, offre ospitalità in modo
gratuito, dove tutti possono trovare un ambiente accogliente decoroso e familiare.
Nell’anno 2010 sono stati ospitati 43 nuclei familiari per un totale di 286 persone,
con un numero di presenze di 1070, di cui 777 pernottamenti.
All’interno del carcere, per il vestiario, sono stati assistiti regolarmente, circa 430 (i
due terzi) detenuti sui 650 ospitati presso la Casa Circondariale, per un totale di 1144
persone lungo l’arco dell’anno.
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IL LABORATORIO – via Dante, 1
Il Laboratorio di norma è aperto per quattro ore - dalle ore 9 alle ore 13 - per cinque
giorni alla settimana con la presenza fissa di una operatrice ed ha continuato anche
per l’anno 2010 a perseguire le linee del suo progetto di fondo, ovvero il recupero
dell’autostima e dell’affettività ferita dalle situazioni esistenziali più varie nel mondo
del disagio, mediante la possibilità reale di una acquisizione e/o un potenziamento
della propria creatività, attraverso il lavoro manuale.
Attualmente il Laboratorio fa parte di una rete più ampia e con una progettualità più
definita, in stretta collaborazione con i servizi sociali del Comune di Prato e con
l’A.S.L. 4, per la predisposizione di percorsi di inclusione nel mondo del lavoro.
In particolare è stato portato avanti il progetto "INCLUSIONE LAVORO" ancora in
corso. Il progetto prevede una prima fase di tre mesi per l'accoglienza e le indicazioni
tecniche, la socializzazione, l'osservazione e il monitoraggio, la valutazione
delle capacità e delle abilità, al termine dei quali viene stilata una relazione finale per
la valutazione dei possibile percorsi lavorativi futuri. Il lavoro svolto in questo
periodo è stato valutato positivamente da tutti i soggetti coinvolti.
Nel 2010 abbiamo avuto 16 inserimenti complessivi:
11 persone per il corso “Laboratorio, Arti e Mestieri” di cui 6 italiane, 3
nigeriane, 1 pakistana e 1 cinese;
2 inserimenti socio-terapeutici (2 italiani, 1 uomo ed 1 donna);
3 donne (2 nigeriane ed 1 albanese) provenienti da Casa Noemi.
Dal 2011 sono presenti 3 inserimenti socio-terapeutici, oltre a 4 donne (2 italiane. 1
albanese, 1 pakistana) sempre all’interno del progetto “Laboratorio, Arti e Mestieri”,
per un totale di 7 persone.
In generale il clima è sempre stato abbastanza sereno, consentendo ai fruitori del
servizio di recuperare autostima e capacità relazionale. Infatti l’osservazione
sistematica e più informale, l’informazione sulle norme di comportamento e la loro
acquisizione, unitamente ad una maggiore abilità soprattutto nel lavoro manuale,
hanno creato e favorito la socializzazione fra le persone dei gruppetti che si sono
succeduti, creando i presupposti per un clima positivo e produttivo.
Il rapporto con il servizio sociale si è dimostrato proficuo, così come la
collaborazione con “La Festa – Bomboniere”.
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EMPORIO DELLA SOLIDARIETÁ – via del Seminario, 26
L’anno 2010 è stato il secondo anno solare completo dopo che il progetto Emporio ha
avuto inizio il 18 giugno 2008.
Dall’inizio dell’anno 2010 abbiamo distribuito merce per un controvalore di 927.638
€. Il 28% in più del 2009. Le tessere sono aumentate del 7%. Nel 2009 avevamo
distribuito merce per 726.815 €.
Inoltre:
• abbiamo battuto una media di 159 scontrini per ogni giorno di apertura (la media
del 2009 era stata di 127);
• la spesa media per scontrino battuto è stata di 18,66 punti, mentre la spesa media
per tessera famiglia è stata di 119 €;
• aumentato il numero degli stranieri dell’1,6% (se si scorporano i punti del Centro
Aiuto Vita che sono elargiti principalmente a donne straniere con bambini, gli
italiani sono il 45,13% e gli stranieri il 54,87%).
Nelle valutazioni non dobbiamo mai perdere di vista quelli che erano e sono gli
obiettivi del progetto:
a) predisporre percorsi differenziati per le famiglie, affinché si attui una promozione
piuttosto che una semplice assistenza;
b) fare una distribuzione attenta con un lavoro in rete, per evitare che ci sia chi si
approfitta e chi invece sia escluso perché ha più difficoltà a chiedere;
c) recuperare gli sprechi e razionalizzare le risorse per dare un chiaro segnale di
cambiamento di stili di vita.
Promozione e non assistenza
Le persone che entrano all’Emporio hanno imparato ad acquistare; infatti, mentre
all’inizio c’era chi
spendeva i punti in poche volte, ora sono sfruttate le offerte, il 2x1 come nei
supermercati e se ci sono prodotti che costano meno perché sono in esubero, questi
sono presi volentieri.
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Un aspetto a cui si è dedicata particolare attenzione è quello del monitoraggio dei
prezzi ed alla traduzione in valore punti in modo che sia sempre controllato che il
valore punto non superi la corrispondente traduzione in Euro. Indicativo è che, se
sbagliamo un prezzo in eccesso, le persone non ”acquistano” il prodotto. Le persone
hanno capito che il servizio Emporio è un aiuto alla spesa e non la risposta totale ai
bisogni alimentari di una famiglia. Si evidenzia sempre più il valore educativo e di
promozione del progetto.
Un lavoro molto delicato e importante, finalizzato alla promozione, è svolto dal
gruppo di monitoraggio dove si valutano le richieste e si concedono i crediti di spesa.
I componenti di questo gruppo, che è formato da un rappresentante per ogni
associazione o ente che partecipa al progetto, hanno sicuramente il compito più
delicato in quanto la valutazione dei bisogni delle persone e delle famiglie è una delle
cose più difficili da fare. Ma questo è l’unico sistema per cercare di arginare “i furbi”
che spesso si rivolgevano a più centri di distribuzione i quali, non essendo collegati in
rete, non avevano la possibilità di fare alcun controllo.
Crediamo veramente di fare un servizio improntato sulla “promozione umana” e non
sull’assistenza.
Lavoro in rete
Tutto questo è possibile perché è stato realizzato un “lavoro in rete”, che è alla base
del progetto; anzi esso dovrà essere sempre più valorizzato in modo da costruire tutti
insieme successivi progetti sulle famiglie. Sappiamo che è più facile lavorare ognuno
per proprio conto, ma non è sicuramente utile al fine della “promozione umana”. E’
necessario superare il particolare senza necessariamente eliminarlo con la
consapevolezza che le diversità possono essere un valore ma non “il valore”.
Particolarmente significativa è la presenza dei volontari che con continuità e cuore ci
permettono di offrire questo servizio. Un volontariato è che rappresentativo di quasi
tutti gli enti e le associazioni che partecipano al progetto e che quindi, lavorando
insieme e condividendo punti di forza e di debolezza del progetto, ci permette anche
di rafforzare la rete.
Razionalizzazione delle risorse
Un altro obiettivo importante raggiunto è quello del non spreco e dell’ottimizzazione
delle risorse. Le persone ora scelgono sugli scaffali dell’Emporio in base ai propri
bisogni invece di ricevere a scatola chiusa quello che era loro dato nel pacco viveri.
Ora non vengono “spesi” punti mettendo nel paniere prodotti inutili.
C’è anche l’aspetto importante del recupero della merce che è donata in base alla
legge del Buon Samaritano. Tre supermercati COOP forniscono quei prodotti che
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sono costretti a togliere dagli scaffali. Ci sono anche diverse aziende che in maniera
saltuaria offrono esuberi.
C’è poi la parte del progetto che potremmo definire di sensibilizzazione e di
promozione, che prevede attività nelle scuole, nelle parrocchie e con i gruppi dei
giovani, con proposte d’attenzione agli stili di vita, al non spreco, all’uso attento delle
cose, al consumo critico ed alla solidarietà.
Per il primo anno abbiamo attivato un progetto con alcune scuole superiori di Prato
ed i ragazzi da
ottobre a maggio, a turni di 3, fanno esperienza di volontariato presso l’Emporio.
Approvvigionamento
Il problema di fondo è dare continuità di servizio nella discontinuità. I 10 prodotti
base per le famiglie che furono indicati dai promotori all’inizio del progetto non sono
mai mancati all’Emporio. Quando non ne avevamo attraverso donazioni o raccolte,
abbiamo acquistato. In particolare in questo 2010 abbiamo dovuto acquistare olio,
zucchero e farina per 2.771 €. Acquisti nell’ordine di 17.858 € sono stati fatti per
coprire i bisogni della tessera neonato.
Nella tabella sottostante è possibile vedere la provenienza della merce che è stata
distribuita all’Emporio:
FORNITORE
AZIENDE VARIE
UNICOOPFIRENZE
AGEA
RACCOLTE
BANCO ALIMENTARE
ACQUISTI
PARROCCHIE
TOTALE
%
CONTROVALORE
37,4%
344.823 €
35,6%
330.648 €
10,8%
100.184 €
10,0%
92.763 €
3,0%
29.291 €
2,2%
20.643 €
1,0%
9.276 €
100 %
927.638 €
Alcuni numeri sul “venduto” per classi merceologiche.
Tessera famiglia
87.952 pz. latticini e formaggi (30.903 yogurt, 22.130 latte a lunga, 5.281 latte fresco,
10.554 formaggi freschi, etc) per punti 44.780.
53.564 pz. da 500gr. di pasta.
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23.212 pz. pane e derivati (pane 12.139 pz, derivati 11.073 pz.) per punti 13.533
22.996 pz. prodotti per l’igiene della persona e della casa
18.247 pz. di pelati.
14.740 pz. salumi ed affettati
13.392 pz. tonno in scatola
11.281 pz. di surgelati (carne, pesce, verdure, gelati, etc)
10.327 pz. di legumi.
10.113 pz. olio d’oliva e semi
8.666 pz. frutta e verdura
6.074 pz. di carne fresca
6.512 conf. uova
Tessera neonato
11.054 pz. omogeneizzati
2.953 pz pannolini
2.625 pz. latte liquido
2.356 pz. biscotti.
1.635 pz latte in polvere
Alcune note sui consumi.
Totale pezzi usciti 416.891 (+ 30% del 2009). I prodotti che hanno avuto aumenti
significativi sono:
latticini e formaggi +73%
carne fresca +135%
salumi ed affettati +130%
omogeneizzati + 70%
Gli altri prodotti hanno avuto aumenti in linea con l’aumento generale salvo frutta e
verdura e surgelati che sono rimasti più o meno stabili.
Giudizio interno
Dopo 2 anni e mezzo dall’apertura possiamo dare un giudizio positivo globale sul
progetto Emporio
della solidarietà.
Vogliamo evidenziare alcuni punti positivi:
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con il recupero di prodotti freschi e freschissimi, miglioramento della
qualità della vita degli assistiti con una dieta alimentare più varia;
una maggiore quantità di merce distribuita (+ 255%, dato che è rilevato
mettendo in paragone quanto emerso da un’indagine su 14 centri di
distribuzione del marzo 2008, prima dell’apertura dell’Emporio, e su
quanto è stato distribuito nel 2010);
modalità di approvvigionamento meno onerose e più risorse da investire in
altri servizi, sia per gli enti pubblici che per il privato sociale;
una maggiore attenzione all’ambiente con la diminuzione dei beni sprecati;
una maggiore conoscenza dei bisogni reali delle persone con il lavoro in
rete per la concessione del credito di spesa;
un territorio che si mobilita e scommette in un progetto innovativo che è
diventato modello a livello nazionale.
Ed il 2011. Quali prospettive ed attenzioni?
E’ stato previsto un accorpamento di distribuzione e magazzini con la prospettiva di
una razionalizzazione della logistica, della gestione delle merci e delle risorse umane.
E’ in via di sviluppo anche un progetto di acquisizione di merci tipo frutta e verdura
in quantità che fino ad oggi non erano gestibili, a causa della tipologia e del poco
spazio disponibile.
Negli anni a seguire sarà inoltre data maggiore rilevanza alla comunicazione in modo
da far conoscere sempre di più il progetto per incrementare il numero di aziende che
ci forniscono le merci e per sottolineare il valore pastorale che il servizio porta in sé,
sia sotto l’aspetto della promozione umana, sia per quel che riguarda proposta forti
sugli stili di vita e l’attività di volontariato verso le persone vulnerate e vulnerabili.
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HOMELESS SOS-RONDA NOTTURNA – via del Seminario, 36
Dopo ormai otto anni dalla sua nascita, il servizio di Ronda Notturna è divenuto un
punto di riferimento per la conoscenza e l’ascolto delle problematiche provenienti
dalle estreme povertà.
Negli anni abbiamo notato che il fenomeno dei senza dimora è una realtà flessibile e
dinamica. Flessibile perché in dati periodi dell’anno (specialmente nel periodo estivo)
tendono a scomparire dalla nostra città, scegliendo probabilmente luoghi vacanzieri
dove approfittare di piccoli lavori o altro. Subito dopo le vacanze, con l’avanzare
dell’autunno, tendono a riavvicinarsi nella nostra città; infatti, in questo periodo
abbiamo osservato un aumento notevole del numero dei senza dimora. Dinamica,
perché negli anni vediamo un cambiamento di alcuni tratti nel fenomeno: 1) oggi
riscontriamo un generale abbassamento dell’età media dei soggetti senza dimora; 2) è
in crescita la componente femminile e dei soggetti con problemi psichici; 3) è
cambiata la componente etnica dell’universo dei senza dimora, dato che da diversi
anni è possibile riscontrare un crescente numero di soggetti appartenenti a minoranze
etniche e comunità di immigrati.
Nella realtà pratese, in questo periodo, monitoriamo una trentina di persone senza
dimora. Tale numero dei senza dimora non comprende però altre realtà, ovvero le
persone che dormono in case abbandonate o chi frequenta il dormitorio
dell’Associazione “La Pira”; quindi il numero da noi monitorato rappresenta il
numero di persone che troviamo la sera nei luoghi principali dell’emarginazione.
La Ronda Notturna è composta da 16 volontari e un operatore. Nel 2010 sono entrate
due nuove presenze femminili.
Nel 2010 abbiamo contattato 97 persone diverse tra i senza dimora.
• Abbiamo fornito un servizio di accompagnamento ai servizi a 14 persone.
•
•
Abbiamo distribuito:
un numero di 140 coperte;
numerosi generi alimentari, e bevande calde (ogni sera distribuiamo in media 15
caffè e 25 panini).
La Ronda Rosa, dal mese di settembre 2009 viene svolta 5 giorni la settimana,
(rispetto ai 4 giorni del 2007 e del 2008), come la Ronda per i senza dimora, e si
sviluppa nel seguente modo:
• il lunedì e il mercoledì avvicina persone nella zona della stazione e di via Firenze;
• il martedì, il giovedì e il venerdì avvicina le ragazze in viale Nam Dihn.
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Nel 2010 abbiamo contattato 21 donne che lavorano in viale Nam Dihn e un numero
di 23 transessuali che esercitano nei luoghi limitrofi della stazione.
Sempre alla stazione abbiamo riscontrato 7 donne che si prostituiscono
(tra di loro
molte sono vecchie conoscenze, con problemi psichici e sociali).
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OSSERVATORIO RISORSE E POVERTA’ – via del Seminario, 36
Il compito primario dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse è quello di fornire
un quadro, il più dettagliato possibile, sulle situazioni di bisogno del territorio,
attraverso la raccolta di informazioni relative alle persone che si rivolgono ai centri di
ascolto diocesani e parrocchiali. I dati acquisiti, messi in rete diocesana grazie ai
supporti tecnici di cui la Caritas si è dotata, costantemente monitorati ed analizzati,
permettono la fotografia dello stato di bisogno della fascia di popolazione disagiata.
E’ evidente che questo studio non è esaustivo di tutte le realtà problematiche esistenti
sul territorio, ma sicuramente fornisce uno spaccato significativo della situazione
territoriale, reso ancor più apprezzabile dal fatto che molti dei soggetti considerati,
per ragioni varie, non si rivolgono agli uffici del pubblico servizio assistenziale, come
ad esempio stranieri in situazioni di irregolarità, o persone imbarazzate da improvvisi
stati di indigenza e non preparate a percorsi istituzionali.
E’ innegabile comunque che solo tramite la costante e ormai consolidata
collaborazione fra la Caritas Diocesana e i Servizi Sociali si possono ottenere
considerevoli risultati nella promozione di interventi multiformi, o
nell’accompagnamento di persone con fragilità sia momentanee che croniche.
Oltre alle istituzioni è importante anche la continua tessitura di reti relazionali con le
altre associazioni del privato sociale che si occupano della promozione della persona
e della lotta alla povertà, quali le Conferenze di San Vincenzo, il Volontariato
Vincenziano, l’Associazione “La Pira”, l’Associazione “Cieli Aperti”, ed altre
ancora.
Una espressione di questo lavoro di rete è la mappatura delle risorse, altro impegno
dell’Osservatorio, attraverso il quale si individuano le iniziative opportune con cui la
Chiesa nelle sue diverse articolazioni può integrare le realtà sociali già esistenti, o
eventualmente mettersi in sinergia con esse.
Un’altra mansione importante dell’Osservatorio è quella dell’individuazione delle
cause della povertà: attraverso l’ascolto attento e costante delle persone che si
rivolgono ai centri di ascolto sparsi sul territorio, è possibile percepire quali siano
state le difficoltà che hanno portato persone e famiglie a disagio, vulnerabilità,
emarginazione o esclusione sociale.
L’Osservatorio infine, come strumento di lettura e rilevazione a servizio di tutta la
pastorale diocesana, consente alla Chiesa di rivolgersi all’opinione pubblica
divulgando i dati raccolti, di svolgere un significativo ruolo di sensibilizzazione e
promozione di risposte efficaci ed adeguate ai bisogni degli ultimi, di favorire una
riflessione all’interno della comunità cristiana diocesana auspicando una
collaborazione sempre più stretta al suo interno nel mettersi al servizio dei più poveri,
di offrire agli Enti Locali qualche utile, seppur modesto, orientamento per le scelte e
le programmazioni future in materia di politiche sociali.
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CONCLUSIONI
Nell’anno 2010, il totale delle presenze registrate dai Centro d’Ascolto della
Caritas è stato di 1801 persone, segnando un leggero calo rispetto al 2009, anno che
ha visto la presenza di 1846 persone. L’aspetto più interessante riguarda comunque
l’aumento della componente italiana (589 unità del 2010 rispetto alle 564 del 2009) e
la sensibile diminuzione della componente straniera (dalle 1282 unità del 2009 alle
1212 del 2010). Ciò è dovuto in buona parte allo spostamento delle richieste di lavoro
presso lo sportello NOL (Nuovi Orizzonti Lavoro) gestito dall’Associazione “Cieli
Aperti”, presso cui svolge servizio per due volte alla settimana anche una volontaria
della Caritas Diocesana. Altro motivo di diminuzione delle presenze può essere
dovuto alla presa in carico di diversi nuclei familiari da parte dell’Associazione
“Insieme per la Famiglia”, mediante il progetto “5 Euro”, nuclei che di norma non
passano attraverso i centri di ascolto diocesani.
Per quanto concerne i nuovi accessi, in generale vi è stata una diminuzione sia
per gli italiani che per gli stranieri, passando in totale da 795 persone nel 2009 a 611
persone nel 2010 (per i soli italiani rilevata una diminuzione da 216 a 159 unità, per
gli stranieri da 579 a 452 unità). Da notare anche che forte diminuzione è stata
rilevata presso l’Ambulatorio STP, con un passaggio da 658 persone a 431.
Dal punto di vista della tipologia degli interventi, la situazione presenta forte
cronicità. Se il numero di nuove famiglie incontrate è comunque minore rispetto allo
scorso anno, i disagi portati all’attenzione degli operatori già l’anno precedente od
ancor prima permangono fino ad oggi, in particolare il problema del lavoro; di
conseguenza affitto, mutuo, utenze, tasse e materiale scolastico, farmaci, mezzi di
trasporto, hanno rappresentato spese non più alla portata dei nuclei incontrati agli
sportelli. Nell’anno 2010 hanno spesso continuato ad affacciarsi ai nostri centri di
ascolto persone che mai avrebbero pensato prima di dover ricorrere ad un certo tipo
di aiuto. Per contro comunque, è in forte aumento il fenomeno di acquisti incauti con
il relativo indebitamento verso banche e finanziarie, in molti casi dovuto, come già
summenzionato, ad una tenuta psicologica ormai fortemente provata.
Alcuni fenomeni che ci sembra importante far rilevare riguardano gli accessi
presso la struttura di accoglienza “Casa Betania. Un profilo sempre più presente
all’interno della struttura è quello di persone di età compresa fra i 40 ed i 55 anni per
la maggior parte italiane, gravate da separazione o divorzio e disoccupate. Per queste
persone sembra molto difficile sfruttare i percorsi di recupero della propria
autonomia, anche attraverso le borse lavoro, in quanto spesso siamo di fronte a
soggetti fragili con poche risorse, bisognosi di un continuo accompagnamento e di
frequenti sollecitazioni riguardo i progetti concordati.
Altra tipologia di persone che la struttura accoglie con sempre maggior
frequenza è quella di uomini oltre i 60 anni, con basse pensioni o reddito nullo. Per
questi soggetti si ripresentano alcune delle difficoltà sopra menzionate: la gestione di
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una affitto, la cura degli ambienti, la cura della propria persona e la presenza
frequente di patologie importanti sono elementi che ostacolano un’uscita dalla
protezione offerta presso la struttura e che impegnano gli operatori a seguire le
situazioni con maggiori risorse.
Sempre per quanto riguarda “Casa Betania”, anche l’accoglienza riguardo i
minori non accompagnati e temporaneamente presenti sul nostro territorio è stata
impegnativa durante l’anno 2010, in quanto i tre posti disponibili sono stati
costantemente occupati, in genere sempre oltre i 90 giorni concordati per la pronta e
provvisoria accoglienza. La difficoltà principale riguarda l’attivazione di percorsi che
non si limitino all’attesa del compimento del 18esimo anno di età per poi ricadere
nella clandestinità.
In conclusione, se dal punto di vista numerico abbiamo avuto diminuzioni
degne di nota, principalmente dovute alla mutata tipologia di servizio offerto dal
centro diocesano riguardo al lavoro, dal punto di vista qualitativo abbiamo casi
sempre più complessi che obbligano a continui investimenti sul numero di personale
e sulle competenze possedute, per il mantenimento di un servizio qualitativamente
adeguato; infatti al disagio materiale si accompagna sempre più spesso un malessere
della persona che in molte occasioni sfocia nella depressione, fino ad arrivare a forme
patologiche anche più gravi che necessitano di interventi professionali, non
facilmente contenibili dagli operatori e dai semplici volontari.
Il Coordinatore Generale
Paolo Gennari
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