All.1 - Didatticare
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Allegato 1 LETTURA BRANO UNO Sarà tutto un susseguirsi di tappeti volanti, parole magiche, lampade e geni, mercanti e ladroni, principesse e califfi, e tutti i sogni che il Medio Oriente può regalare. La prima tappa sarà il vicino Oriente, con le meravigliose fiabe e leggende del mondo arabo e persiano. La naturale citazione è per le storie delle Mille ed una notte. I personaggi di una delle più celebri raccolte di novelle al mondo riportano ad una Bagdad mitica, quando a sorvolarla erano solo dei variopinti tappeti volanti. Le Mille e una notte (titolo originale in arabo: Alf laila wa laila) è un’opera vastissima – probabilmente la più celebre della letteratura araba – contenente fiabe, favole, novelle, racconti popolari di argomento fantastico o realistico, tutti inseriti in un racconto–cornice, elaborati in luoghi e tempi diversi ma che rinviano palesemente al mondo islamico, in particolare al Medioevo della cosmopolita città tra Tigri ed Eufrate. (Baghdad, Bassora, Samarcanda, Il Cairo o più genericamente Iraq, India, Cina, Oriente). Il tempo è remoto, solitamente imprecisato sebbene in certe narrazioni il riferimento a qualche califfato permette di stabilire l’epoca precisa dei fatti. Nell’antico Oriente si contava il tempo in notte e non in giorni; nasce da quell’idea del fortunato titolo; è probabile che quella cifra sia di origine tarca: “bin bir (mille e una) designa infatti un “grande numero”. I personaggi del racconto-cornice, in particolare i due protagonisti Shahrazàd e Shahriyàr, sono aristocratici. I personaggi delle varie narrazioni appartengono a tutte le classi sociali: re, principi, visir, sceicchi, califfi; ma anche mercanti, pescatori, maestri, facchini, sarti, barcaioli, bottegai, ladri, cammellieri, mulattieri, ladri, poeti, adultere, schiavi; e ancora animali, nonché personaggi fantastici quali vampiri, ginn, irift; uomini e donne sono quindi i personaggi che popolano un mondo vivo, immerso nella vita quotidiana. Nell’opera sono presenti anche oggetti magici. La storia: “Il re Shahriyàr deluso ed infuriato per il tradimento della moglie concepisce un odio mortale per l'intero genere femminile. A causa di ciò egli ordina al visir, che è anche il padre di Shahrazàd, di condurgli una vergine ogni notte: avrebbe passato la notte con lei e la mattina seguente ne avrebbe ordinato l'esecuzione. La strage continua per tre anni finché Shahrazàd bella, saggia e coraggiosa non si offre di passare la notte col re dicendo al padre: "O rimarrò in vita, o sarò il riscatto delle vergini musulmane e la causa della loro liberazione dalle mani del re e dalle tue". Shahrazàd, per non essere messa a morte dal vendicativo re, per mille e una notte, tiene desta la curiosità del sovrano con i suoi racconti straordinari, ora incatenati l'uno all'altro come anelli di una collana, ora rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi. Quando Shahrazàd smette di raccontare, il re Shahriyàr ormai ha dimenticato per amor suo l'antico odio per le donne; il tempo e la fantasia l'hanno riconciliato con la vita. Shahrazàd ha salvato se stessa e ben più di mille e una fanciulla. Quei personaggi furono portati in Europa da un orientalista e viaggiatore francese, Antoine Galland, che non si limitò a tradurre gli antichi testi ma, spinto dal successo ottenuto, ne aggiunse altri in base ai racconti di un maronita d’Aleppo conosciuto a Parigi, creando un’opera composita che ha influenzato gli ultimi tre secoli d’immaginario occidentale. Generazioni di bambini d’Europa e d’America hanno vissuto sui libri illustrati (se ne contano centinaia di edizioni) le storie di Aladino e la sua lampada magica, di Ali Babà e i 40 ladroni, di Sindbad il marinaio o della bella Shahrazàd, storie che hanno incantato un po’ tutti, da Disney a Mozart, contribuendo a creare il mito del vicino Oriente. Le mille e una notte sono frutto di incroci, di contaminazioni, di scambi culturali, ovvero un’opera ibrida. Fonde elementi appartenenti alla cultura araba, indiana e persiana con elementi di origine mesopotamica, giudaica, bizantina, stabilendo un contatto tra popoli diversi e riflettendo sull’essenza dell’esistenza umana e sull’inutilità della vendetta. La morale che lega tutte le storie può essere riassunta nei versi del poeta: “quando le cose si arruffano e formano un nodo, allora viene una decisione dal cielo che le sbriglia. Abbi pazienza, quello che era pscuro diviene chiaro, e chi ha stretto il nodo, forse lo scioglierà”.1 1 Quando il tappeto volante scatena la fantasia di Antonella Benvegnù