Il sistema preventivo di don Bosco Ha come basi la

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Il sistema preventivo di don Bosco Ha come basi la
Il sistema preventivo di don Bosco
Ha come basi la ragione, la religione e l'amorevolezza !
Sr Rosetta Calì
RAGIONE
Per DB è l’uso maturo della razionalità cioè
educare …
1. a prendere coscienza di sé nel positivo e nel negativo
2. ad un largo uso della persuasione in funzione preventiva e
motivante
3. a dominare l’impulsività, a possedersi, ad essere padroni di sé
4. al retto uso della razionalità con categorie di giudizio fondate e
criticamente vagliate …
• a saper cercare le soluzioni ai propri problemi
• ad adattarsi alle difficoltà della vita e ai colpi duri
dell’esistenza, ad essere elastici “di fronte agli avvenimenti
anche imprevedibili, ad essere capaci di nuove intuizioni, liberi
dall’approvazione degli altri pur rimanendo loro vicini, capaci di
vivere la vita all’interno dei propri limiti” (Ciano L., p.64).
• ad accettare l’insuccesso, le conseguenze inevitabili delle proprie
azioni
5. all’uso corretto della libertà:
dare motivazioni, significati, ragioni,
condurre ad agire per convinzione personale …
abilitare a vagliare ( = discernimento !) le proprie scelte,
relativizzare i modelli di comportamento presenti nella società e
trasmessi attraverso la pressione esercitata in modo meccanico
e inconscio dai media,
6. ad acquisire una “ragione” di vita!
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È rendere ragionevoli i castighi … perché il ragazzo li ammetta
e siano efficace medicina … lo renda migliore.
È aderenza alla sua età e situazione !
RELIGIONE
1. È educare la dimensione religiosa della persona e
ciò significa anzitutto “motivare a fondo” per
rendere plausibile l’opzione cristiana.
2. È educare alla preghiera, alla frequenza dei sacramenti,
a vivere secondo la legge di Dio …
a scegliere MARIA come madre, guida, amica !
AMOREVOLEZZA
1. È “accettazione incondizionata” !
= equivale ad accettare l’altro “per quello che è e come è”
2. È amore espresso !
• Consiste nel dimostrare la propria valutazione positiva, di
ritenerlo caro, importante, capace
• nel sostenerlo nella valutazione di sé.
3. È amore percepito e sentito come “autentico” !
La percezione dell’amore dell’educatore facilita l’identificazione
con lui, portatore di valori.
È essere presenti e attivi accanto a ogni giovane,
essere guida e modello stimolante,
mettersi in ascolto con empatia per cogliere il punto di vista
dell’altro.
È capacità di dialogo, simpatia profonda, essere disponibili.
È fare percepire la propria fiducia nella loro capacità di
maturazione.
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In sintesi
Il metodo di D. BOSCO è preferibile perché …
Il
•
•
•
giovane è considerato:
interlocutore diretto e protagonista della sua vita,
in ricerca e nella situazione di poter sbagliare,
in crescita, cosciente dei suoi limiti ma soprattutto delle sue
capacità e potenzialità.
L'educatore è visto come un amico che …
• dialoga e riesce a guadagnare il cuore del giovane.
• interviene in modo rispettoso,
• ha come finalità il bene complessivo del giovane.
Come amico maturo e responsabile
• prospetta itinerari e mete di bene
• è pronto a intervenire
- per chiarire problemi
- per indicare criteri
- per correggere con prudenza e amorevole fermezza
(Dalla
«JUVENUM PATRIS» di Giovanni Paolo II )
“E’ stato accertato che individui altamente maturi
a livello morale vengono da famiglie democratiche
con un grande clima di fiducia e di coerenza,
ma anche di comprensione” (Ciano L., p.58).
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