Visualizza il VIII num. di "Vox Kantis"
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disegno disegno di di giuditta giuditta migiani, migiani, IIAL 2al © © Giornalino Giornalinod’Istituto d’IstitutoImmanuel ImmanuelKant Kant Vox Kantis Numero NumeroVII VIII•• Marzo Aprile 2013 rubrica rubrica diverso da chi? cronaca interna diverso da chi? progetto camerun cronaca esterna il nostro il mio 25 aprile la poesia nel cuore di roma all’interno 04Cronaca Interna Progetto Camerun 06Cronaca Interna Kantiadi: Evviva lo Sport! 07Cronaca Interna “Verso il 25 Aprile” 08Cronaca Esterna Il Nostro 25 Aprile 10Cronaca Esterna La Scuola si incontra cantando! 11Cronaca Esterna La Birmania ‘’si ripulisce’’ dai musulmani Perché il mondo resta a guardare? 11Cronaca Esterna “Karl Marx aveva ragione” 12Cronaca Esterna Anoressia e Bulimia. Quando anche il web ne diventa complice 13Cronaca Esterna Corteo 25 Aprile 14Rubriche Un Verso tra una Testata e un’altra 15Rubriche DIY - Do It Yourself 17Rubriche Diverso da chi? 18 Recensioni Ed Wood, di Tim Burton Il Professore, di Charlotte Bronte 19 Recensioni Ragazzo da Parete, di Stephen Chbosky EDITORIALE Ecco a voi uno degli ultimi numeri del Giornalino d’Istituto! Spero che le novità di quest’anno invoglino anche voi a cimentarvi in quest’attività, magari l’anno prossimo o anche per gli ultimi numeri! Vista l’importanza dell’evento appena passato, vale a dire la festa della Liberazione, abbiamo pensato di illustrarvi come è andata quest’anno l’iniziativa in via di Tor Pignattara, che ha visto non solo la partecipazione del nostro Liceo, ma anche di altre scuole ed associazioni. Inoltre, sempre tenendo presente quest’evento, abbiamo l’articolo “VERSO IL 25 APRILE” che chiarisce ci si debba preparare ad affrontare una data importante come questa. Quindi abbiamo i vari incontri organizzati dall’Associazione K.A.N.T nella nostra scuola e al di fuori. Per quanto riguarda altri fatti di Cronaca Interna, abbiamo anche la giornata dedicata al Camerun, svoltasi all’interno del nostro Istituto il 23 aprile. Giornata sempre interessante, che ha visto l’esibizione di alunni e di ex alunni, ma non solo! Per la Cronaca Esterna, il nostro Omar El Debuch ci propone un articolo interessantissimo su Myanmar! Ma c’è anche la nostra Lucia Lanfiuti Baldi, che tra i preparativi del 25 aprile, ha trovato il modo per incuriosirci ed informarci con la sua rubrica: DO IT YOURSELF . Infine sempre le nostre recensioni, scelte per voi da Andreina Cecchini, Alice Casalvieri e Lorena Alessandra Urucu. Speriamo sia tutto interessante, che questo giornalino sia spunto per vostri approfondimenti personali, o anche semplicemente un’informazione utile e arricchente. Buona lettura! Lorena Alessandra Urucu, V CL Direttrici Andreina Cecchini, VCL Lorena Alessandra Urucu, VCL Redazione Lucia Lanfiuti Baldi, IIID Giulia Massimini, IIID Chiara De Felici, IIC Martina Musumeci, IIC Alice Casalvieri, IIC Jessica Andracchio, IIICL Giulia Di Censi, IID Omar El Debuch, IIIC Edoardo Speranza, IA Camilla Ferraro, IA Arianna Antonelli, IIA Vanessa Barbuto, IIA Professore referente Salvatore Alessi 20 Racconti Se adesso chiudi gli occhi... Come fiocchi di neve 2 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 3 cronaca interna: progetto camerun N el pomeriggio del 23 aprile si è svolto a scuola un concerto per la raccolta fondi per il Camerun. Inizialmente era prevista anche una gara culi- naria che però è stata rimandata all’ultimo a causa delle scarse adesioni. In un paio d’ore si sono susseguiti sul palco una ventina di ragazz* tra solisti e gruppi sia kantiani che ex studenti ed ester- ni, con l’inattesa presenza di un tenore camerunese, Vladimir, che si è esibito con un pezzo della Carmen. Lo definirei un pomeriggio piacevole, sebbene ci fossero veramente pochissimi spettatori... È veramente triste constatare che con il passare degli anni stia diminuendo sempre più l’interesse (sia dei professori che degli studenti) nel vivere la scuola nelle sue accezioni non convenzionali e limitate all’ambito dello studio. Ancora più avvilente è il verificare che si disertino le iniziative quando si senta la parola volontariato o raccolta fondi, decisamente una grande dimostrazione di solidarietà! Colgo l’opportunità per ringraziare di nuovo il pro- fessor Gnocchini con il quale ho organizzato il tutto, Valeria Paris per aver fatto le foto, tutti coloro che si sono esibiti e hanno aiutato a montare gli strumenti e infine un grazie a chi è venuto comprendendo che non stava sprecando un pomeriggio! — di Micol Baronio, VAL 4 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 5 Kantiadi: evviva lo sport! 11 aprile. Un giovedì. Bah, un giorno come gli altri in mezzo alla settimana, in cui bisogna andare a scuola e (tentare di) seguire le lezioni dei prof...Non per gli studenti del Kant stavolta, che sono stati impegnati per il terzo anno consecutivo nelle celeberrime Kantiadi! Anche quest’anno in moltissimi si sono recati nella pista d’atletica di Tor Tre Teste e si sono cimentati nelle attività più disparate, dal salto in alto al lancio del peso, dai 60 e i 1000 metri al salto in lungo, dimostrando tra l’altro doti fisiche non da poco. Una giornata diversa dalle altre, all’insegna del divertimento e dello svago, in cui i più “pigri” si sono potuti distendere sul prato e godersi un bel sole primaverile – forse beccandosi qualche scottatura di troppo un po’ inaspettata –, mentre i più attivi hanno preso parte alle diverse gare e messo in mostra ciò che forse a scuola, tra libri e interrogazioni, è difficile manifestare. Probabilmente proprio per sfruttare quest’occasione, i partecipanti non se le sono certo mandate a dire, ma hanno dato il massimo in tutte le discipline e la competitività non è mancata. In questo modo la mattinata è letteralmente volata, tra corse mozzafiato e salti in lungo mirabolanti, tra stanchezza e crampi, tra rovinose “culate” (ogni riferimento è puramente casuale) e 6 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org urla semi-isteriche da parte degli organizzatori-intrattenitori – come la classica “non camminate sulla pistaaaa!!”. Quello che si è venuto a creare è stato davvero un clima sereno, in cui tutti si sono tolti di dosso il solito atteggiamento scolastico e hanno dato sfogo ai loro interessi. E quando dico tutti, intendo anche i docenti. Sì, perché è proprio in un giorno come questo che i professori non vengono più visti soltanto come professori, ma come persone comuni. Lontano dalle cattedre e dai registri, hanno messo da parte il loro ruolo di insegnante – una sorta di marchio indelebile.. – e hanno mostrato un volto nuovo, diverso, spesso più amichevole. In molti si sono messi a scambiare quattro chiacchiere con gli studenti, parlando dei loro hobby, dei loro interessi nello sport, distanti da quell’aria seria e spesso distaccata che li contraddistingue quando spiegano le loro materie. Il tutto è poi culminato con la fantastica corsa finale, a cui hanno preso parte tantissimi professori e studenti tutti assieme, uniti dalla passione per lo sport e dalla voglia di divertirsi e –perché no?- di mettersi in gioco. Va detto, inoltre, che l’organizzazione è stata ineccepibile e tutte le gare si sono tenute senza intoppi o problemi vari. Per questo, oltre ai complimenti a tutti i partecipanti, un ringraziamento particolare va dedicato a tutti coloro che hanno organizzato e supportato la manifestazione e, soprattutto, ai professori di educazione fisica, che si sono impegnati nella piena riuscita di queste meravigliose Kantiadi. Una materia, l’educazione fisica, che spesso, in un liceo classico e linguistico come il nostro, viene messa in secondo piano e considerata di serie B...ma che proprio in occasione delle Kantiadi ha potuto affermare la propria importanza. E la partecipazione massiccia degli studenti alla manifestazione ne è stato un segno evidente. Del resto, che scuola sarebbe senza l’immancabile ora di educazione fisica, che permette di svagarci e scaricare la tensione accumulata nel resto dell’ estenuante giornata? Va rivolto un particolare auspicio affinché le Kantiadi diventino un appuntamento fisso dell’anno scolastico, che coinvolga sempre più persone. Una manifestazione irrinunciabile per gli studenti e i professori del Kant, attesa con piacere da tutti. Un momento in cui lo sport sia considerato un valore fondamentale per la formazione di tutti noi e trasmetta principi sani. E dove tutti possano stare bene con gli altri e godersi semplicemente una bella giornata di sport. “verso il 25 Aprile” S abato 13 aprile alcune classi hanno potuto partecipare alla conferenza, tenutasi nella nostra aula magna, in vista dell’evento del 25 aprile. Abbiamo avuto ospiti Carlo Costa e Lorenzo Teodonio, autori del libro “Razza partigiana, Storia di Giorgio Marincola (1923-1945)”; Modestino De Angelis e Iole Mancini. Gli scrittori ci hanno illustrato brevemente la storia del loro libro, non solo sulla persona di Marincola ma anche la realizzazione del libro. Giorgio Marincola era un partigiano, figlio di una donna somala e di un italiano e questo lo rendeva così diverso dagli altri: era nero. Forse avrebbe sempre potuto lasciare l’Italia, ma la sentiva come propria patria e abbracciava gli ideali di resistenza come forza che si oppone a qualsiasi ingiustizia. Studente dell’attuale Istituto Pilo Albertelli, ha avuto possibilità di conoscere personaggi della resistenza romana, tra i quali lo stesso Albertelli, professore della stessa scuola che porta il suo nome. Nel libro si può capire come anche i professori, obbligati a trasmettere solamente gl iideali del regime, hanno però scelto di reagire. Albertelli era uno di quelli che educava, ma al dissenso. E’ stato un punto fondamentale per Marincola. Ma, leggendo la storia di questo particolare partigiano, si può capire quanto fosse determinato ad essere uno dei tanti piccoli uomini che hanno fatto insieme la Resistenza. Dopo vedeva ancora un futuro, infatti voleva tornare in Somalia, da medico. Questo però non lo poté fare. Morì nel 1945. Andando avanti, è intervenuta Lorena Urucu, che messo in luce alcuni avvenimenti della Resistenza romana, ma ha lanciato una domanda: e oggi? Oggi c’è ancora resistenza? Oggi, pienamente immersi nella tecnologia, troviamo ancora spazio nella riflessione? Ieri quando Modestino De Angelis, vedeva il proprio padre tornare a casa, stanco per il lavoro a tempo pieno da partigiano, e si chiedeva da piccolo: che cos’è la Libertà? Ieri quando Jole Mancini stava accanto al marito, difendendolo da coloro c h e cercavano di s ta na rl o , dimostrando u n a forza ferrea anche quando qualsiasi altra persona avrebbe ceduto. O g g i noi cosa facciamo? Siamo veramente liberi? — di Lorena Alessandra Urucu, VCL — di Lorenzo Martini, IIID Foto di Maria Scacco, VDL Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 7 cronaca esterna il nostro 25 aprile I l 25 Aprile si è svolta in via di Tor Pignattara, dalle 10 del mattino fino alle 10 inoltrate di sera, la festa della Liberazione organizzata dalla nostra scuola, con l’aiuto dell’associazione K.A.N.T., il Benedetto da Norcia, l’Amaldi ma anche di associazioni! La mattinata non è iniziata alle 10 per alcuni di noi, ma molti giorni prima quando a casa o restando i pomeriggi a scuola, abbiamo dedicato del tempo ad informarci ulteriormente sul 25 aprile, potendo creare così i pannelli con le lettere dei partigiani condannati a morte, esposti in mattinata. Abbiamo anche dato spazio, sia con un’intervista fatta prima e un intervento nel pomeriggio, al partigiano Mario Fiorentini! La mattinata, iniziata un po’ a fatica, forse per mancanza di aiuti consistenti da parte dei ragazzi del nostro Liceo, ma anche da parte degli altri istituti, si è poi svolta meravigliosamente nonostante il povero aiuto. Gli stand del Kant, cinque in tutto, prevedevano una piccola videoteca, dove si potevano vedere film ed interviste, tre stand dedicati alle attività della scuola, come il gemellaggio Roma - Fontem, il Comenius, il Teatro, le varie manifestazioni a cui abbiamo partecipato e “Se non ora quando, Kant?”. Inoltre è stata allestita una piccola mostra fotografica che aveva come tema “Noi e il quartiere: la Resistenza”. Alcuni tavolini erano dedicati alla vendita dei libri, forniti dall’associazione “Cubolibro” di Tor Bella Monaca, per la petizione contro i test universitari, per le modalità e i contenuti delle domande. Il ricavato andrà alla città della scienza di Napoli e per le borse di studio per i ragazzi del Camerun. Novità di quest’anno è stato il trenino, assolutamente gratuito, che, per coloro che decidevano di salirci, avrebbe percorso i luoghi significativi della Resistenza, passando per le vie di Tor Pignattara e del Quadraro. Si ringraziano le fanciulle che si sono prestate alla guida ininterrotta dalle 10 alle 18! Ulteriore novità è stata la “Radio Kant”, messa in piedi dai ragazzi del I D, con l’aiuto di alcuni ragazzi dell’Amaldi. La mattinata si è svolta tranquillamente facendo iniziare i cori dei bambini e dei ragazzi, talentuosi e coinvolgenti! Dopo la pausa pranzo sono iniziate le esibizioni dei gruppi rock, e in serata dei gruppi rap con Stefano Rapini, Marco Iodice e anche nostri ex rapper! Anche qui la nostra scuola ha saputo mettere sul palco ragazzi invogliati e che hanno saputo coinvolgere la folla. Abbiamo avuto sul palco i nostri rappresentanti d’istituto, Federico Salvatore Pitaro e Giulia Massimini, che nonostante la stanchezza si sono resi disponibili anche a questo. Ma anche ex alunni si sono messi in gioco, come Chiara Picherri e Aniello De Luca. Non ci dimentichiamo però del nostro gruppo teatrale, che ha visto mettere in scena, in maniera semplice, ma che lascia un segno, una combinazione di testi, pezzi di film, canzoni e poesie per far riflettere su cosa è stata la Resistenza e come ci resta oggi. manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che Contro ogni suo simile contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento. [...]” Però questa volta abbiamo avuto la collaborazione dei ragazzi del Benedetto da Norcia! La festa ha visto la partecipazione dei più svariati individui, venuti o meno da lontano, per dare un contributo alla festa, con stand gastronomici, danze, canti, letture o semplicemente nel servizio d’ordine. E fra stanchezza e gioia, le strade si sono riempite di con continuo via vai incredibile. Questo a dimostrazione che qualcosa si può fare. Si può lasciare un segno, anche quando gli altri non ci credono. Festa pienamente riuscita. Verrà riproposta il prossimo anno? Forse sì, forse no. Ma non a discapito dei soliti studenti, molti degli ultimi anni, non a discapito di pochi genitori e la partecipazione quasi inesistente dei professori. c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. [...] Suvvia, signori! Cosa sono queste facce spente, fatemi un bel sorriso! Ecco, così, perfetto! Dopotutto, perchè lamentarsi? Le cose non vanno poi così male! Guardate in che bella società viviamo! Abbiamo tutto quello che si possa desiderare, tutto quello di cui abbiamo bisogno! Signori, noi… abbiamo gli i-phone. Siamo la generazione dell’accesso a internet illimitato, la generazione dei reality show. Centinaia, migliaia di reality show: la nostra vita è un reality show! [...] Ci sono stati uomini che sono morti giovani Ma consapevoli che le loro idee Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole Intatte e reali come piccoli miracoli Idee di uguaglianza idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione — di Lorena Alessandra Urucu, VCL Foto di Valeria Paris, IID “ [...]Alcuni vorranno toglierci la parola… Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il 8 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 9 La scuola si incontra CANTANDO ! S orprendente, entusiasmante, costruttiva e memorabile l’esperienza del festival di Montecatini Terme a cui diciassette coriste del progetto Kantiamo insieme del nostro istituto hanno partecipato dal 17 al 20 aprile. Al monito di “la scuola si incontra cantando” la manifestazione, giunta alla sua undicesima edizione , promossa e organizzata dall’associazione FENIARCO, si propone ogni anno di dare l’opportunità alle realtà corali di scuole medie e istituti superiori di tutta Italia di condividere e consolidare la loro dedizione al canto corale nella pittoresca cittadella toscana. Nelle prime tre giornate, intense e coinvolgenti, nel corso di tre ore di lezione mattutine e tre ore di lezione pomeridiane, le coriste kantiane hanno seguito l’atelier, diretto dalla docente francese Maud Hamon-Loisance, e intitolato “Games of sound, plays on words” dedicato alle combinazioni di suoni e voci, il più originale e alternativo , occasione stimolante per perfezionare le capacità e la tecnica canora delle nostre cantanti. Gli altri gruppi di coristi liceali provenienti da tutta Italia sono stati inseriti in altri 4 diversi atelier dedicati a differenti generi musicali. Ogni atelier nel corso delle tre giornate ha preparato tre diversi brani cantati poi nella serata finale a conclusione delle singole esibizioni di ogni coro. Sebbene sia stato indubbiamente alto il livello tecnico-artistico di ogni gruppo della manifestazione , il coro kantiano con la sua genuinità, passione e costante impegno ha saputo dimostrare di essere degno del festival : il brano sister act si è rivelato un vero e proprio cavallo di battaglia ed è stato meraviglioso ricevere l’applauso di quegli studenti che condivide la medesima emozione del canto corale . Ma oltre all’incontro con i cori studenteschi italiani, il festival ha permesso contatti a livello internazionale: la seconda sera infatti si è esibita per tutti i partecipanti al festival una band, con anche una componente corale, proveniente da Sidney, città nella lontana Australia con la quale a fine spettacolo si è cantata la 10 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org nota canzone “funiculi funiculà”, tipicamente nostrana, per darle un nostro caloroso saluto italiano. Con il debutto a Montecatini è’ stato raggiunto un grande traguardo, le ragazze del progetto kantiamo Insieme hanno avuto modo di veder realizzati quegli obiettivi che da tempo si auspicavano di esaudire. Passo dopo passo, lezione dopo lezione, esibizione dopo esibizione il nostro coro migliora, si raffina, perfeziona e cresce. Nonostante sia stato fondamentale il talento e la dedizione di ciascuna, immensa è la gratitudine per il loro maestro, Mauro Marchetti, paziente ed esperto, che ha saputo insegnare la meravigliosa arte del canto alle sue coriste speranzose di averlo reso soddisfatto del suo prezioso ed importante lavoro che con fatica e simpatia ha condiviso con le sue allieve . Ovviamente grande sostegno e punto di riferimento per le ragazze è stato il professor Giannetti, il vigile e responsabile accompagnatore senza il cui sostegno le ragazze non avrebbero raggiunto lo stesso magnifico successo e senza la cui collaborazione non sarebbe mai stato possibile vivere l’esperienza di Montecatini per cui è stato fondamentale anche il contributo della professoressa Forconi che non ha potuto partecipare in prima persona alla manifestazione, ma di cui è stata una perseverante promotrice e organizzatrice. Il coro kantiano certamente si augura di poter ripetere la meravigliosa avventura anche nell’anno avvenire e nei successivi, con il desiderio di aver sempre maggiore spazio e sostegno da parte della scolaresca kantiana forse poco consapevole del grande potenziale artistico e canoro che il suo coro sta dimostrando di possedere. — di Giulia Di Censi, IID La Birmania ‘’si ripulisce’’ dai musulmani Perché il mondo resta a guardare? N Nell’era degli attentati, dell’odio e della discriminazione, l’occidente, dovendo trovare un colpevole, sa pronunciare un solo nome: musulmani. Dai media sono descritti come assetati di sangue e bramosi di distruggere il nemico occidentale, ignorando volutamente il messaggio di pace contenuto nel Corano (è permesso combattere, ma per difendersi o ristabilire la pace) e una larga parte dei seguaci di Maometto, che conduce la propria vita all’insegna della moderazione e, lungi dall’idea di versare il sangue di un altro essere umano, sarebbe ben contenta di offrire il té a un eventuale visitatore straniero. L’immagine distorta che di loro si tende a dare deve essere alimentata anche a costo di oscurare le informazioni che potrebbero in qualche modo suscitare una reazione di pietà, stima o vicinanza nei destinatari dell’informazione. Quale giornale o telegiornale infatti, ha dedicato un articolo o un servizio a quanto sta accadendo in Myanmar (ex Birmania)? In ques- to paese dell’Asia sud-orientale, i musulmani, in netta minoranza rispetto alla maggioranza buddhista, sono perseguitati dal 1948, anno dell’indipendenza dal Regno Unito. I musulmani Rohinga non hanno mai ricevuto la cittadinanza: la Birmania vorrebbe espellerli e il vicino Bangladesh continua a respingere i profughi, arrestando chi prova ad entrare attraversando il fiume Naf. Le violenze si sono inasprite a partire dallo scorso anno, quando tre uomini di religione musulmana sono stati accusati di aver stuprato e ucciso una donna buddhista. In seguito, si è sparsa la voce che i presunti colpevoli fossero a bordo di un autobus diretto a Yangon, chiamando 300 buddhisti all’assalto, che ha causato la morte di 11 passeggeri. Le violenze non sono cessate e hanno causato oltre 100.000 sfollati, ma soprattutto, hanno portato a una vera e propria pulizia etnica, di cui le stesse autorità birmane si sono rese partecipi. Storicamente, i buddhisti hanno emarginato i musulmani perché ritenuti i veri responsabili della povertà dello Stato, ma gli ultimi scontri sono forse dovuti a ragione politiche. Thein Sein, dopo essere stato sconfitto alle ultime elezioni da Aung San Suu Kyi (premio nobel per la pace), le ha dichiarate non valide, e non è da escludere che il suo regime, che pure negli ultimi tempi ha intrapreso una politica di apertura, abbia voluto unire il popolo buddhista sotto un unico fronte anti-islamista. Se Aung San Suu Kyi si schierasse con la minoranza musulmana, perderebbe l’appoggio della maggioranza buddhista che l’ha eletta al Parlamento, e anche la sua posizione, quindi, resta molto ambigua. Nel frattempo, le case vengono bruciate e distrutte, esseri umani come noi (numerosi bambini) vengono uccisi e resi vittime di violenze di ogni tipo, mentre i loro corpi vengono bruciati e fatti a pezzi, in nome di una pulizia etnica assurda e tristemente ignorata da tutti. Non chiamateli musulmani, ma esseri umani. — di Omar El Debuch, IIIC “Karl max aveva ragione” C osì confessa Michael Shuman , giornalista corrispondente da Pechino del noto settimanale statunitense Time, in un esteso e interessante articolo in cui le sepolte teorie marxiste sono oggetto di una attenta e capillare analisi nonchè inaspettata e al contempo inevitabile rivalutazione. Il crollo dell’unione sovietica e la conversione della Cina a uno sviluppo di carattere capitalistico sembravano aver condannato a morte la validità delle conclusioni del materialismo storico del filosofo di Treviri che tuttavia ora si rivela un profeta. Numerosi infatti sono gli economisti che nella patria del capitalismo riesumando il contenuto ideologico de “Il capitale” , il vero e proprio vangelo del comunismo, trovano spazio sui media generalisti e lumeggiano l’opinione pubblica riguardo l’endemica crisi del libero mercato che imperversa a livello mondiale , facendo tornare cosi in auge e risorgere le predizioni del pensatore tedesco . “ Marx ha teorizzato che il siste- ma capitalista impoverisce le masse e concentra la ricchezza nelle mani di pochi, causando come conseguenza crisi economiche e conflitti sociali tra le classi sociali. Aveva ragione. È fin troppo facile trovare statistiche che dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri” scrive Shuman, avvalorando la sua tesi con preziose statistiche. Evidenti infatti i riscontri nei dati dell’Economic Policy Institute di Washington che registra come negli Stati Uniti nel 2011 il reddito medio di un lavoratore statunitense a tempo pieno sia stato più basso rispetto al 1973 e come sia avvenuto, in pieno accordo con le teorie marxiste, un accentramento della ricchezza nazionale col 74% dei guadagni controllati dal solo 5 % della popolazione. Dunque quando si intende il comunismo come ideologia morta si commette un grave errore: secondo quanto si legge nella rivista americana non bisogna sottovalutare e sminuire il moto di protesta del popolo di lavoratori dalla Grecia agli Stati Uniti il cui Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 11 fermento potrebbe originare una lotta di classe . Infatti continua Shuman : “Marx aveva previsto un tale esito. I comunisti affermano apertamente che i loro fini possono essere perseguiti solo con l’abbattimento violento dell’ordine sociale esistente. ‘L’unica cosa che i proletari hanno da perdere sono le loro catene’. Ci sono segnali che i lavoratori di tutto il mondo sono sempre più impazienti. A decine di migliaia sono scesi nelle strade a Madrid e Atene, protestando contro la disoccupazione e le misure di austerità che stanno ulteriormente peggiorando le cose” . Malgrado ciò , stando sempre a quanto pubblicato sul settimanale statunitense, da tale inquietudine operaia e dalle conseguenti mobilitazioni, non vi è la possibilità di un ribaltamento violento dello Status quo auspicato da Marx. La Rivoluzione è ancora lontana, irreale. Come espone l’esperto di marxismo presso l’Università di Parigi, Jacques Rancière, ciò è spiegabile con la disorganizzazione e la debolezza dei sindacati le cui battaglie sono volte a una riforma del sistema capitalistico piuttosto che al suo totale abbattimento. Sebbene però le politiche sindacaliste attuali non siano in prospettiva di una lotta armata contro il libero mercato e non esista ancora alcun movimento operaio internazionalista che si imponga nel panorama sociale come promotore di una lotta di classe, la conclusione dell’articolo di Shuman sembra lasciar trapelare il timore di una realizzazione della profetica filosofia politica marxista non solo delle dinamiche della crisi ma anche delle sue soluzioni e conseguenze infatti ammonisce : “Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta”. Il messaggio è chiaro, limpido, netto. Anche se la rivoluzione sembra lontana ciò non la rende impossibile. L’ideologia comunista che dai luoghi comuni della nostra società e dall’ignoranza è stata assimilata a surreali, utopistiche farneticazioni infondate ora oggettivamente si svela una raffinata analisi socioeconomica del sistema del libero mercato le cui contraddizioni sono sempre più evidenti e incontrovertibili e necessitano di un immediato intervento o le conseguenze potrebbero essere devastanti, violente, incontrollabili. L’ in alcuni casi arrivano a diventare veri e propri disturbi alimentari. Le cause che provocano tutto ciò sono molteplici e complesse, ma tuttavia devono essere ricercate nella sfera psicologia e sociale. Forse la causa principale di questi disturbi alimentari, anoressia e bulimia, è proprio il mondo che ci circonda. I mass media e la nostra società impongono, infatti, prepotentemente come canone di 12 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Sono passati 20 anni e queste sono le mie uniche amiche che non mi abbandonano mai e che prima o poi mi consentiranno di raggiungere la felicità. Visto che sono una veterana possiamo scambiarci consigli per essere vere ANA GIRLS!!! Spero creare al più presto un mio blog per raccontarvi tutto. Oggi avevo avuto voglia di biscotti, ma per fortuna ho rimesso tutto e vai che spero non avere preso un grammo, voglio dimagrire di più!!!!” “Ciao ragazze ho trovato questo blog per caso e x quanto mi risulti difficile da ammettere voi siete la mia salvezza. Le persone nn ci capiscono chi non è come noi o non lo è stato non può giudicare non ne ha il diritto soprattutto perchè non capisce che cosa e chi affrontiamo noi ogni giorno , principalmente noi stesse , sono convinta che prima o poi troveremo tutte la felicità per ora facciamoci coraggio ..... ciao un abbraccio a voi tutte ragazze che come me vi nascondete in uno mondo vostro x fuggire da questo schifo di realtà! “ Questi sono solo alcuni dei commenti che delle ragazze hanno lasciato su blog. Certo non mancano quelli che le denigrano o che le consigliano loro di curarsi. Purtroppo questo blog non è l’unico. Tutto ciò ci deve far riflettere come questi disturbi alimentari stiano condizionando sempre di più la vita degli adolescenti. — di Chiara Monterosso — di Giulia Di Censi, IID anoressia e bulimia quando anche il web ne diventa complice adolescenza, si sa, è forse il periodo più difficile e più complicato dalla vita. In molti adolescenti, soprattutto ragazze, si creano disagi a causa dell’aspetto fisico, che anche i lassativi,come il bulimico. I problemi causati da questa malattia sono: rottura dei capillari, con conseguenti difficoltà della circolazione, problemi al fegato, alle ossa e ai muscoli, ma anche (per le donne) l’amenorrea (cessazione del ciclo mestruale). La bulimia è,invece, un problema dell’alimentazione per cui una persona ingurgita una quantità di cibo esorbitante, perdendo completamente il controllo. Dopo “l’abbuffata” il bulimico si autoprovoca il vomito, a causa dei rimorsi, Le crisi bulimiche, quasi sempre, avvengono in solitudine e di nascosto poiché il malato si vergogna delle sue abitudini alimentari patologiche. Ho usato quasi sempre perché questa malattia ha spinto una ragazza a fondare ben due blog “Dentroimieisilenzi” e “Dentroimieisilenzi2” . Tutto ciò è sconvolgente poiché in questi spazi virtuali lei da dei consigli ai suoi lettori su come vomitare e anche sul modo migliore di mangiar meno. Ma la cosa ancor più sconcertante sono i commenti di chi la segue, che ci fanno capire che loro sono convinti,vomitando per esempio, di fare la cosa migliore. “SONO NUOVA DI QUESTO BLOG MA LO AMO! HO DECISO DI RICORRERE AD ANA PER DIMAGRIRE! HO 15 E PESO 74 KG...KE SKIFEZZA! VOGLIO PERDERE ALMENO 10 KG!! CONTINUERò A LEGGERE TUTTI I VOSTRI CONSIGLI! GRAZIE! VI VOGLIO BENE!” “Ciao amiche ANA, anch’io sono proprio come voi. Sono amica da quando avevo 15 anni, poi è arrivata mia, a periodi. bellezza un corpo eccessivamente magro, con cui molto spesso l’adolescente si confronta perdendo l’autostima, riscontrando un grande differenza. Ma cosa sono in realtà bulimia ed anoressia? Come già detto sono disturbi alimentari. Gli anoressici sono caratterizzati dal rifiuto del cibo che nasce dal terrore di ingrassare. Oltre al digiuno forzato, molto spesso si provocano il vomito, causato dal senso di colpa per aver ingerito anche la più piccola quantità di cibo. L’anoressico si sottopone a diete ferree e spesso pratica l’esercizio fisico in maniera eccessiva, fino a quando il corpo mal nutrito ce la fa. In molti casi usa Ci chiamavano banditi , chi chiamavano teppisti, ieri partigiani OGGI ANTIFASCISTI ! L o scorso 25 aprile da Piazza d e l l e Camelie a Casalbertone un partecipatissimo corteo, tra studenti e comuni cittadini, di 1200 persone, , secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, ha reso onore e gloria alla Resistenza e celebrato con successo la giornata di commemorazione dalla liberazione dall’oppressione nazifascista. L’incredibile riuscita della manifestazione è merito del coordinamento studentesco dell’ ex VI – VII municipio, ora V , che contattando altre realtà del territorio ha promosso una meravigliosa giornata di mobilitazione, il cui prezioso pregio è la genuina spontaneità n e l l ’o rg a n i z z a z i o n e dell’iniziativa volta non solo a ribadire l’importanza di una Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 13 costante e attiva lotta antifascista in cui è doveroso impegnarsi anche nelle zone periferiche della capitale, (non a caso si è scelto di non congiungersi con il corteo nazionale, e di seguire un percorso alternativo per le strade del quartiere Cento celle) ma anche a riproporre importanti tematiche quali il diritto a un abitazione e un reddito garantiti oltre che ad una scuola pubblica e popolare . “Il 25 aprile non è una ricorrenza! ora e sempre resistenza! ” uno dei cori intonati dall’entusiasmato corteo, aperto ovviamente con il canto partigiano “O bella ciao”, che raggiunta la piazza di santa Maria consolatrice a Casalbertone ha poi dato inizio a un pomeriggio di musica e cultura. L’autonomia con la quale si è realizzata la giornata del 25 aprile per le strade di Centocelle è un fenomeno straordinario, da non sottovalutare e sminuire, anzi da elogiare : un gruppo di pochi intraprendenti studenti ha mobilitato un intero quartiere che ha risposto positivamente all’invito di ricordare che la periferia di Roma est è antifascista e dovrà esserlo sempre e riuscendo a ricollegare la valenza dell’evento storico alle attuali questioni socio culturali. Inevitabilmente infatti nel corso della giornata è stata anche affrontata la problematica delle realtà neofasciste che si insinuano tra le popolazioni studentesche e devono esserne necessariamente estirpate: difendere l’istruzione pubblica significa, infatti, anche salvaguardarne la libertà, combattendo e opponendosi a qualsiasi nuova forma di apologia fascista. “Sapere è potere” cantavano non a caso ieri i giovani antifascisti della periferia romana, sorridenti e orgogliosi poiché consapevoli del grande obiettivo raggiunto che non è altro che un punto di partenza per ogni lotta futura. E’ necessario risvegliare , diffondere e consolidare la coscienza antifascista nel territorio, ricordare ma anche agire, commemorare ma anche saper riconoscere e comprendere che la resistenza deve continuare ed è fondamentale il suo ruolo oggi come lo era oltre 60 anni fa. Nonostante nuove e ambigue siano le forme con cui si manifesta l’ideologia fascista e l’esasperata intolleranza e ignoranza che ne sono propri , non può , non deve la nuova generazione mostrarsi passiva e indifferente, ma deve reagire, informarsi, essere lei stessa promotrice e fautrice del cambiamento come lo sono stati ieri gli studenti del coordinamento, oramai un punto di riferimento nella lotta studentesca per gli istituti superiori di Centocelle e le zone limitrofe. Negli occhi di ogni singolo manifestante era limpida la commozione , la soddisfazione e la speranza di riuscire a costruire concretamente e a piccoli passi una società nuova , giusta, libera. Nel cuore ribelle di ogni studente ieri pulsavano la stessa determinazione e le stesse nobili ambizioni di chi oltre mezzo secolo fa sulle montagne si opponeva, motivato dalla sola forza delle idee e noncurante dei rischi, al potere nazifascista. Si spera iniziative simili abbiano in futuro l’opportunità di svolgersi nuovamente e con sempre maggiore partecipazione e collaborazione soprattutto da parte del popolo studentesco in cui ripone tutte le sue speranze la società odierna ancora tormentata dal razzismo, dalle discriminazioni e vessata da una mentalità bigotta e retrograda che è necessario eliminare con ogni mezzo, che devono essere sconfitte resistendo , ora e sempre. Si ringraziano per l’organizzazione la talpa del quarticciolo, magazzini popolari, zona rischio e strike a casal bertone, ex snia e fucina 62 a pigneto, forte prenestino centocelle aperte casale falchetti e bam a centocelle, e ampi centocelle — di Giulia Di Censi, IID rubriche un verso tra una testata e l’altra C ari lettori, per questa uscita vi propongo alcuni versi tratti dalla poesia “Nella moltitudine” di Wislawa Szymborska, già propostavi lo scorso anno e che continua a sorprendermi ogni volta che leggo una sua poesia. Chi è Wislawa Szymborska? Nasce a Bnin,in Polonia; frequenta gli studi ginnasiali e nel 1996 le viene assegnato il premio Nobel per la letteratura. Le sue poesie parlano di un mondo aperto, dubbioso, che lascia largo spazio alla riflessione. non si è mai chiesto chi sarebbe o cosa farebbe se non fosse se stesso, o perchè è proprio se stesso? Come ci dice l’autrice, tutto ciò è un caso inconcepibile: nessuno potrà mai spiegarsi per quale motivo è nato dove è nato, ha la famiglia che ha, insegue ciò che insegue. Tuttavia possiamo pensare che, in ogni caso, sarebbe potuta andare peggio, saremmo potuti essere più sfortunati. Quando qualcuno soffre ci domandiamo perchè sia quella persona e non noi a stare male, al contrario quando attraversiamo un brutto periodo cerchiamo di capire perchè tocchi proprio a noi soffrire. Per queste domande non esiste risposta. Probabilmente è banale dirlo, ma dovremmo ringraziare più spesso la sorte per quello che ci ha donato e apprezzare maggiormente noi stessi, qualsiasi siano i nostri pregi e difetti. Infatti gli ultimi versi, su cui vi chiedo di soffermarvi, ci ricordano che c’è qualcosa in ognu- no di noi a renderci speciali, come ad esempio lo stupore, che caretterizza l’autrice e in generale tutti i poeti: i nostri desideri, le nostre ambizioni, sono le sole cose che nessuno ci può strappare, perchè fanno parte di noi, e rendono unica ogni persona. I genitori, i parenti, le origini e i tratti somatici non si possono cambiare, però possiamo cambiare o mantenere idee, opinioni, sogni, e soprattutto chiunque di noi ha la possibilità di inseguiere la propria felicità, poichè siamo i padroni di noi stessi. In poche parole, non so perchè sono chi sono, ma ho la certezza di essere qui a scrivere queste cose ed a parlae di poesia, e ciò è sufficiente a farmi sorridere e a darmi la certezza di essere me stessa. — di Chiara De Felici, IIC diY - do it yourself C iao! Questo mese la rubrica DIY vi illustrerà come creare degli orecchini facili e carini con il Fimo. Cominciamo! 1) Occorrente: Panetti di Fimo in diversi colori, anellini, gancetti per orecchini, pinze. 2) Fare circa 12 palline di Fimo più o meno della stessa dimensione e modellarle a forma di goccia. 3) Bucare l’estremità più sottile della goccia con un ago. 4) Cuocere il Fimo in forno per 30 min. a 110 gradi come è scritto sulla confezione. 5) Inserire un anellino in ogni goccia. 6) Chiudere insieme 4 gocce nel cerchietto del gancio per orecchini con l’ausilio delle pinze. 7) ...Ed ecco qua i vostri orecchini! 1. — di Lucia Lanfiuti Baldi, IIID Nella moltitudine Sono quella che sono. Un caso inconcepibile come ogni caso. Se al mondo fossi venuta nella tribù sbagliata e avessi avuto tutte le strade precluse? La sorte,finora, mi è stata benigna. Potevo essere me stessa- ma senza stupore e ciò vorrebbe dire qualcuno di totalmente diverso. 2. 3. Questi versi ci aiutano in modo chiaro e conciso a farci riflettere sulla nosra vita ed a domandarci chi siamo. Chi di noi 14 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 15 diverso da chi? Matrimoni e adozioni gay in Francia: il sì definitivo! L 5. 6. 7. 16 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org a Francia dice sì ai matrimoni e alle adozioni gay, è il 14° paese ad aver legalizzato le nozze omosessuali. Finalmente la Francia dice definitivamente sì alle nozze e alle adozioni gay diventando il 14° paese al mondo ad aver legalizzato le nozze tra persone dello stesso sesso. L’Assemblea nazionale ha dato il sì definitivo alle 17:09 senza apporre modifiche al testo che ha ricevuto ben 331 voti a favore e 225 voti contrari. Non solo matrimoni gay ma anche le adozioni sono state garantite alle coppie omosessuali, un grande passo avanti per la Francia che ha scelto di appoggiare la lotta per i diritti LGBT. La proposta, fortemente voluta da Francois Hollande, è diventata realtà nonostante le numerose proteste e manifestazioni dei gruppi, soprattutto cattolici, contrari ai matrimoni e adozioni gay. Anche l’opposizione, ovviamente, si dichiara contraria al provvedimento annunciando il ricorso alla Corte Costituzionale. Il nuovo articolo, il 143 del codice civile, disciplinerà la possibilità per le coppie gay di convolare a nozze: “Il matrimonio è contratto tra due persone di sesso opposto o dello stesso sesso”. Il provvedimento è stato approvato senza nessuna variazione così come quello per le adozioni gay. Con il voto finale all’Assemblea nazionale, dopo il via libera del Senato del 12 aprile scorso, la Francia diventa il 14/o Paese a legalizzare i matrimoni omosessuali e le adozioni gay. Ecco come funziona nel resto del mondo. NUOVA ZELANDA - Il 17 aprile scorso il parlamento ha approvato la legge sui matrimoni gay, diventando il primo paese dell’Asia-Pacifico a legalizzarli. La legge apre la strada all’adozione. Nel Paese l’omosessualità era stata depenalizzata solo nel 1986. URUGUAY - L’11 aprile 2013 è diventato il secondo Paese latinoamericano a permettere le nozze tra omosessuali. La nuova legge prevede l’eliminazione di ogni riferimento al sesso delle persone negli articoli del Codice Civile sul matrimonio. OLANDA - È stato il primo Paese, nell’aprile del 2001, ad aprire al matrimonio civile per le coppie gay con stessi diritti e doveri delle coppie etero, tra cui l’adozione. BELGIO - Il matrimonio omosessuale è in vigore dal 2003, mentre il via libera alle adozioni gay è arrivato nel 2006. SPAGNA - Le nozze gay sono in vigore da luglio 2005. E le coppie gay, sposate o no, possono adottare bambini. CANADA - La legge sul matrimonio gay è del luglio 2005. SUDAFRICA - Nel novembre 2006 il Sudafrica è diventato il primo Paese africano a legalizzare le unioni gay attraverso «matrimonio» o «partenariato civile». Le coppie possono anche adottare. NORVEGIA - Da gennaio 2009 omosessuali ed eterosessuali sono equiparati davanti alla legge in materia di matrimonio, di adozione e di fecondazione assistita. SVEZIA - Le coppie gay possono sposarsi con matrimonio civile o religioso da maggio 2009. L’adozione era già legale dal 2003. PORTOGALLO - Una legge del 2010 ha abolito il riferimento a «sesso diverso» nella definizione di matrimonio. Ma è esclusa la possibilità di adottare. ISLANDA - Le nozze gay sono legalizzate dal 2010. Le adozioni sono legali dal 2006. ARGENTINA - Il 15 luglio 2010 l’Argentina è diventato il primo Paese sudamericano ad autorizzare il matrimonio gay e le adozioni da parte di omosessuali. DANIMARCA: primo Paese al mondo ad aver autorizzato le unioni civili tra omosessuali nel 1989, la Danimarca ha autorizzato nel giugno 2012 le coppie gay a sposarsi davanti alla Chiesa luterana di Stato. In MESSICO le nozze gay sono possibili solo nella capitale, Città del Messico. Negli STATI UNITI solo in 9 Stati e a Washington Dc. Germania, Finlandia, Repubblica ceca, Svizzera, Colombia e Irlanda riconoscono le unioni civili. — di Jessica Andracchio, IIICL Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 17 recensioni ed wood, di tim burton Uno dei film meno conosciuti di Tim Burton: “Ed Wood”. Realizzato prendendo isipirazione dalla figura del regista Ed Wood, Burton mette in risalto l’aspetto più creativo del disastroso regista, diventato famoso dopo la sua morte per essere “il peggior regista di tutti i tempi”. Girato in bianco e nero “anni 50”, Ed wood (Johnny Deep) cerca diverse volte di realizzare film che saranno poi un flop, ma protagonista è legato ai propri sogni, a dispetto dei continui , insuccessi. Affiancato dalla moglie Dolores (Sarah Jessica Parker), dal divo invecchiato Bela Lugosi -che aveva interpretato “Dracula”- (Bill Murray) e dai suoi amici che lo sostengono sempre, continua fino a farsi lasciare dalla moglie. Bizzarro ma anche umano, Wood ha una particolarità: si mette sempre in abiti femminili quando è nervoso. Quando si cominciava appena a parlare di omossessualità e di cambiare il proprio sesso, viene visto sia come curiosità, ma anche con disprezzo. Ma riesce lo stesso ad essere felice, perché trova qualcuno che lo capsce e gli sta vicino. Surreale nella descrizione di questo regista, Tim Burton è riuscito a ricevere due Oscar per il miglior trucco e per il miglior attore non protagonista. Divertente, colpisce chi sa distaccarsi dal 3D e dai temi consueti, oppure chi vuole semplicemente vedere questo regista in panni diversi da quelli più gotici di “Alice in Wonderland” o “The Nightmare before Christmas”. Adesso con questo film Wood potrebbe anche non essere considerato “il peggior regista di tutti i tempi”. — di Lorena Alessandra Urucu, VCL 18 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org il professore, di charlotte bronte primo romanzo dell’autrice, la scrittura non è influenzata dai lutti che, successivamente, avverranno, dalle delusioni dell’autrice; se invece si pensa a questo romanzo come ultimo romanzo, sembra che questo contenga i lutti, le perdite ed i dolori che hanno segnato la vita della più famosa tra le sorelle Brontë, Charlotte. Il Professore è il primo romanzo scritto da Charlotte Brontë, ma fu pubblicato nel 1857, due anni dopo la morte dell’autrice, avvenuta nel 1855. Il romanzo narra la storia di William Crimsworth, un uomo colto e sensibile, che, dopo aver abbandonato prima la casa degli zii e poi quella del fratello, arriva in Belgio, dove decide di accettare il lavoro di insegnante, nell’istituto maschile di Monsieur Pelet, che si trova vicino all’istituto femminile di Mademoiselle Reuter, nel quale, in seguito, presterà servizio. Nell’istituto femminile, William Crimsworth incontra Frances Evans Henri, una studentessa molto giovane e senza mezzi, che lavora nell’istituto come insegnante di merletto; il protagonista è colpito dalla tenacia e dall’umiltà di questa giovane ragazza. Quando Frances scompare, William la cerca per molti giorni, finché non la trova. William Crimsworth sa di provare un profondo sentimento per Frances; decide quindi che, se lei prova i suoi stessi sentimenti, sarà sua moglie. Nel romanzo sono affrontati temi come il valore del lavoro, l’integrità morale, la parità nel matrimonio, il contrasto sociale e l’amore tra professore ed allieva. Tra questi, gli ultimi due temi verranno ripresi rispettivamente in Shirley ed in Villette, gli ultimi romanzi di Charlotte Brontë. L’autrice si nasconde dietro William Crimsworth e Frances Evans, per raccontare quello che accadde a lei: Charlotte Brontë, infatti, nel 1842 andò a Bruxelles per studiare il francese e s’innamorò del suo professore, che non ricambiò i suoi sentimenti e che era oltretutto già sposato. Se si pensa a Il professore come primo romanzo dell’autrice, la scrittura non è influenzata dai lutti che, successivamente, avverranno, dalle delusioni dell’autrice; se invece si pensa a questo romanzo come — di Alice Casalvieri, IIC essere e di esserlo insieme. La scelta rimane al lettore. Da sottolineare anche la regia dello stesso Chbosky al film tratto dal libro, in Italia “Noi siamo Infinito”, con un’Emma Watson che finalmente si allontana dai panni di Hermione Granger, e un Logan Lerman forse un po’ troppo sottovalutato. ragazzo da parete, stephen chbosky Conosciuto nei paesi anglosassoni con il ben più sensato titolo di “The Perks of being a Wallflower” (dove il termine “Wallflower” è quasi intraducibile, utilizzato per indicare un ragazzo timido ed impopolare – ndr), il libro di Stephen Chbosky ha catturato le attenzioni degli adolescenti, e non, grazie ai temi trattati. Solitudine, inadeguatezza, necessità di trovare un posto in mezzo agli altri, essere se stessi, sono solo alcune delle fasi che il protagonista, Charlie, attraversa durante il suo primo anno di Liceo. “Ti sto scrivendo perché lei ha detto che tu ascolti e capisci e che non hai cercato di portarti a letto quella persona a quella festa, anche se avresti potuto”, così la storia di Charlie inizia, un ragazzo di quattordici anni che si racconta ad uno sconosciuto attraverso delle lettere, cercando conforto, cercando di comprendere gli altri e se stesso. Traumatizzato dal suicidio del suo migliore amico, il nostro protagonista ha il disperato bisogno di fare nuove amicizie. Incoraggiato dal suo professore di Inglese ad aprirsi e a “partecipare” alla vita, Charlie fa la conoscenza di Patrick e della sua sorellastra Sam, di cui si innamora al primo sguardo. Sono proprio loro due, grazie ai loro caratteri inusuali ed eccentrici, a coinvolgere il ragazzo nel fare esperienze del tutto nuove. Ma questo è solamente un contorno alla personalità innocente, profonda, coinvolgente ed unica di Charlie, macchiata da qualcosa di offuscato in ogni sua lettera, e che solo alla fine del libro riesce ad uscire in superficie. “Ragazzo da Parete” è un libro psicologico, con cui è facile relazionarsi, e arricchito da una colonna sonora trascinante, dove l’adolescenza appare come il periodo più bello della vita, il momento in cui davvero ci si può sentire infiniti. Intelligente è la scelta di Chbosky di non dirci la canzone che i tre ragazzi ascoltano mentre guidano per le strade della città, euforici del proprio — di Andreina Cecchini, VCL Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 19 racconti Se adesso chiudi gli occhi... C Chiudi gli occhi per un’intera canzone, e vedi che succede. Vaniglia sta scoprendo proprio questo: ha chiuso gli occhi e sta cantando, insieme a cento o duecento persone. Canta, non nella sua stanza, ma sotto ad un palco, al concerto del suo gruppo preferito. Ed è proprio sotto quel palco, in prima fila. E di botte alla transenna ne ha già date parecchie. Ma che importa? Ha chiuso gli occhi. La musica e le parole cambiano, così Vaniglia apre gli occhi ed inizia a saltare. Questa volta, canta ad occhi aperti, scatta delle foto, ma le espressioni più belle le vive, le raccoglie nella sua mente, per poter rivivere tutto ad occhi chiusi. Grida, perché determinate parole devono attaccarsi sulla sua pelle. Grida, come mai prima, le canzoni alle quali si è aggrappata con le unghie e con i denti, quando tutto andava bene e quando tutto stava crollando. Grida quelle parole e perde la voce. Ma questo è poco importante. Ha aspettato quattro anni per un concerto, che finisce sempre troppo presto; ma questa.. questa è una notte che non si dimentica: il ricordo si attacca sulla pelle, alla memoria e resta lì, in attesa di essere di nuovo vissuto. Ha aspettato quattro anni, per rivedere dal vivo i quattro ragazzi che per lei significano tutto. E ne è valsa la pena. Domani è sabato, deve svegliarsi presto, ma non le importa. Da domani si torna alla realtà, fatta di problemi, studio, niente corse per raggiungere la prima fila, niente transenna. Ma non le importa. La cosa più importante è quello che sta vivendo nel presente. La cosa più importante è che, nel presente, lei si sente a casa. Passano gli anni, cambiano i luoghi, ma le emozioni sono sempre le stesse: gridare quel “Non è finita!”, a Roma, Napoli o Milano non fa differenza, quella parola trasmette sempre la stessa forza. Cantare “Fumo e Cenere” dopo sei anni non fa differenza: Vaniglia proverà sempre la stessa, identica emozione. Questo vale per tutte le canzoni. Vale per questa notte, e per i concerti che verranno. Questa è una certezza. Vaniglia chiude nuovamente gli occhi e canta un’altra canzone, forse l’ultima. E non le importa del resto, non le importa nemmeno delle altre persone che sono insieme a lei. Sapete perché chiude continuamente gli occhi? Perché ha imparato che, in questo modo, tutto il resto perde d’importanza. Perché ad occhi chiusi puoi disegnare i momenti che t’hanno fatto fermare il respiro, e puoi riviverli. Perché così sente che quelle parole che sta cantando le trapassano la pelle ed arrivano nell’anima, diventano sue. Se Vaniglia chiude gli occhi, capisce di aver trovato quello che molti cercano per anni: tutto. Felicità. Emozioni. Sorrisi. Forza. Speranza. Coraggio. Famiglia. Per tutto questo, vale la pena aspettare. L’ultima canzone termina, e la realtà riprende prepotentemente il suo posto. Non ce le ha, Vaniglia, le parole per descrive quello che ha appena vissuto. Perché determinate cose si possono solo vivere. O ci sei dentro, o non puoi capire. E lei c’è dentro, da anni ormai. di Arianna tra le mani. E lo spezzò. Il ragazzo non ne sarebbe mai uscito. La penna aveva ricominciato a scolpire le vite di sconosciuti. Ma lei doveva scendere, il viaggio era finito. Era il momento di posare lo scalpello e ritornare alla sua storia. Quella reale, quella che non stava su un foglio, quella che nessuno aveva coperto di neve. Lei scese, il taccuino e la penna di nuovo nella borsa. Sull’autobus, qualcuno la osservava scappare via. Una matita nella mano, quello sguardo che sapeva creare era stato impresso per sempre dalla matita di qualcun altro. Lui l’aveva disegnata mentre lei immaginava le vite degli altri. — di Andreina Cecchini, VCL “Vi aspettano al prossimo concerto che è un po’ casa loro e un po’ casa vostra” 9Novembre2012. Grazie. — di Alice Casalvieri, IIC come fiocchi di neve I suoi occhi si poggiavano sulle persone come i fiocchi di neve si poggiano sui tetti. Cambiava loro l’aspetto, le rendeva più belle, lucenti. E sotto quel manto che solo lei poteva vedere, creava personalità distratte ed uniche. Era un gioco, il suo gioco. Chiunque incrociasse il suo cammino, diventava il pezzo di un puzzle mal riposto, e lei ne cercava l’altra metà. Metteva insieme i cocci di vite che non conosceva, e sorrideva. Camminava per strada, e una ragazza dai lunghi capelli bruni era poco distante da lei. Aveva attirato la sua attenzione, ed ecco che la sua storia le finiva tra le mani. Non aveva un nome, ma un’età e un lavoro. Tirò fuori una penna dalla borsa, ed un taccuino. La storia diventava inchiostro, e l’inchiostro costruiva parole su parole. Ora un ragazzo sorrideva alla ragazza dai capelli bruni. 20 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org Aspettavano tutti e tre l’autobus, e lei sperava fosse lo stesso. Il suo sguardo aveva catturato anche quel ragazzo, la chitarra che portava dietro la schiena, le converse ai piedi. I suoi contorni combaciavano perfettamente. La penna si muoveva frenetica, l’immaginazione cresceva assieme agli aggettivi che coloravano una storia che solo lei stava imparando a conoscere. Veloce, salivano tutti e tre su quell’autobus. Lei osservava, divertita, quei momenti scorrere di fronte i suoi occhi. La ragazza sedette sull’unico posto libero, il ragazzo si era fermato in piedi appena dietro la ragazza. E lei li guardava, la penna si era fermata un momento, posata in grembo. Il ragazzo ascoltava la musica, lo sguardo perso nel vuoto. E poi perso nei lineamenti della ragazza. E la ragazza non lo sapeva, che aveva intrappolato qualcuno. In quel labirinto, lei aveva il filo Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 21