Visualizza il VIII num. di "Vox Kantis"

Transcript

Visualizza il VIII num. di "Vox Kantis"
disegno
disegno di
di giuditta
giuditta migiani,
migiani, IIAL
2al ©
©
Giornalino
Giornalinod’Istituto
d’IstitutoImmanuel
ImmanuelKant
Kant
Vox Kantis
Numero
NumeroVII
VIII•• Marzo
Aprile 2013
rubrica
rubrica
diverso da chi?
cronaca
interna
diverso da chi?
progetto camerun
cronaca esterna
il nostro
il mio 25 aprile
la poesia nel cuore di roma
all’interno
04Cronaca Interna
Progetto Camerun
06Cronaca Interna
Kantiadi: Evviva lo Sport!
07Cronaca Interna
“Verso il 25 Aprile”
08Cronaca Esterna Il Nostro 25 Aprile
10Cronaca Esterna La Scuola si incontra cantando!
11Cronaca Esterna La Birmania ‘’si ripulisce’’ dai musulmani
Perché il mondo resta a guardare?
11Cronaca Esterna
“Karl Marx aveva ragione”
12Cronaca Esterna
Anoressia e Bulimia. Quando
anche il web ne diventa complice
13Cronaca Esterna
Corteo 25 Aprile
14Rubriche
Un Verso tra una Testata e un’altra
15Rubriche
DIY - Do It Yourself
17Rubriche
Diverso da chi?
18 Recensioni
Ed Wood, di Tim Burton
Il Professore, di Charlotte Bronte
19 Recensioni
Ragazzo da Parete, di Stephen
Chbosky
EDITORIALE
Ecco a voi uno degli ultimi numeri del Giornalino d’Istituto!
Spero che le novità di quest’anno invoglino anche voi a
cimentarvi in quest’attività, magari l’anno prossimo o anche
per gli ultimi numeri!
Vista l’importanza dell’evento appena passato, vale a dire la
festa della Liberazione, abbiamo pensato di illustrarvi come
è andata quest’anno l’iniziativa in via di Tor Pignattara, che
ha visto non solo la partecipazione del nostro Liceo, ma
anche di altre scuole ed associazioni.
Inoltre, sempre tenendo presente quest’evento, abbiamo
l’articolo “VERSO IL 25 APRILE” che chiarisce ci si debba
preparare ad affrontare una data importante come questa.
Quindi abbiamo i vari incontri organizzati dall’Associazione
K.A.N.T nella nostra scuola e al di fuori.
Per quanto riguarda altri fatti di Cronaca Interna, abbiamo
anche la giornata dedicata al Camerun, svoltasi all’interno
del nostro Istituto il 23 aprile. Giornata sempre interessante,
che ha visto l’esibizione di alunni e di ex alunni, ma non
solo!
Per la Cronaca Esterna, il nostro Omar El Debuch ci propone
un articolo interessantissimo su Myanmar!
Ma c’è anche la nostra Lucia Lanfiuti Baldi, che tra i preparativi del 25 aprile, ha trovato il modo per incuriosirci ed
informarci con la sua rubrica: DO IT YOURSELF .
Infine sempre le nostre recensioni, scelte per voi da Andreina
Cecchini, Alice Casalvieri e Lorena Alessandra Urucu.
Speriamo sia tutto interessante, che questo giornalino sia
spunto per vostri approfondimenti personali, o anche semplicemente un’informazione utile e arricchente.
Buona lettura!
Lorena Alessandra Urucu, V CL
Direttrici
Andreina Cecchini, VCL
Lorena Alessandra Urucu, VCL
Redazione
Lucia Lanfiuti Baldi, IIID
Giulia Massimini, IIID
Chiara De Felici, IIC
Martina Musumeci, IIC
Alice Casalvieri, IIC
Jessica Andracchio, IIICL
Giulia Di Censi, IID
Omar El Debuch, IIIC
Edoardo Speranza, IA
Camilla Ferraro, IA
Arianna Antonelli, IIA
Vanessa Barbuto, IIA
Professore referente
Salvatore Alessi
20 Racconti
Se adesso chiudi gli occhi...
Come fiocchi di neve
2 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 3
cronaca interna:
progetto camerun
N
el pomeriggio del
23 aprile si è svolto
a scuola un concerto
per la raccolta fondi
per il Camerun. Inizialmente era
prevista anche una gara culi-
naria che però è stata rimandata all’ultimo a causa delle scarse
adesioni. In un paio d’ore si sono
susseguiti sul palco una ventina
di ragazz* tra solisti e gruppi sia
kantiani che ex studenti ed ester-
ni, con l’inattesa presenza di un
tenore camerunese, Vladimir, che
si è esibito con un pezzo della
Carmen. Lo definirei un pomeriggio piacevole, sebbene ci fossero
veramente pochissimi spettatori... È veramente triste constatare
che con il passare degli anni stia
diminuendo sempre più l’interesse
(sia dei professori che degli studenti) nel vivere la scuola nelle
sue accezioni non convenzionali
e limitate all’ambito dello studio.
Ancora più avvilente è il verificare che si disertino le iniziative
quando si senta la parola volontariato o raccolta fondi, decisamente una grande dimostrazione
di solidarietà! Colgo l’opportunità
per ringraziare di nuovo il pro-
fessor Gnocchini con il quale ho
organizzato il tutto, Valeria Paris
per aver fatto le foto, tutti coloro
che si sono esibiti e hanno aiutato
a montare gli strumenti e infine
un grazie a chi è venuto comprendendo che non stava sprecando
un pomeriggio!
— di Micol Baronio, VAL
4 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 5
Kantiadi: evviva lo sport!
11
aprile. Un giovedì.
Bah, un giorno
come gli altri in
mezzo alla settimana, in cui bisogna andare a
scuola e (tentare di) seguire le
lezioni dei prof...Non per gli studenti del Kant stavolta, che sono
stati impegnati per il terzo anno
consecutivo nelle celeberrime
Kantiadi!
Anche quest’anno in moltissimi
si sono recati nella pista d’atletica
di Tor Tre Teste e si sono cimentati nelle attività più disparate, dal
salto in alto al lancio del peso,
dai 60 e i 1000 metri al salto in
lungo, dimostrando tra l’altro doti
fisiche non da poco. Una giornata
diversa dalle altre, all’insegna del
divertimento e dello svago, in cui
i più “pigri” si sono potuti distendere sul prato e godersi un bel
sole primaverile – forse beccandosi qualche scottatura di troppo un po’ inaspettata –, mentre i
più attivi hanno preso parte alle
diverse gare e messo in mostra ciò
che forse a scuola, tra libri e interrogazioni, è difficile manifestare.
Probabilmente proprio per sfruttare quest’occasione, i partecipanti non se le sono certo mandate a
dire, ma hanno dato il massimo in
tutte le discipline e la competitività non è mancata.
In questo modo la mattinata è
letteralmente volata, tra corse
mozzafiato e salti in lungo mirabolanti, tra stanchezza e crampi,
tra rovinose “culate” (ogni riferimento è puramente casuale) e
6 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
urla semi-isteriche da parte degli
organizzatori-intrattenitori – come
la classica “non camminate sulla
pistaaaa!!”.
Quello che si è venuto a creare
è stato davvero un clima sereno,
in cui tutti si sono tolti di
dosso il solito atteggiamento scolastico e hanno dato
sfogo ai loro interessi. E
quando dico tutti, intendo
anche i docenti. Sì, perché è
proprio in un giorno come
questo che i professori non
vengono più visti soltanto
come professori, ma come
persone comuni. Lontano
dalle cattedre e dai registri, hanno
messo da parte il loro ruolo di
insegnante – una sorta di marchio
indelebile.. – e hanno mostrato un
volto nuovo, diverso, spesso più
amichevole. In molti si sono messi
a scambiare
quattro chiacchiere con
gli studenti,
parlando dei
loro hobby,
dei loro interessi
nello
sport, distanti
da quell’aria
seria e spesso
distaccata che
li contraddistingue quando spiegano le loro
materie.
Il tutto è poi culminato con la
fantastica corsa finale, a cui hanno
preso parte tantissimi professori e
studenti tutti assieme, uniti dalla
passione per lo sport e dalla voglia
di divertirsi e –perché no?- di mettersi in gioco.
Va
detto,
inoltre,
che
l’organizzazione è stata ineccepibile e tutte le gare si sono tenute
senza intoppi o problemi vari. Per
questo, oltre ai complimenti a tutti
i partecipanti, un ringraziamento particolare va dedicato a tutti
coloro che hanno organizzato e
supportato la manifestazione e,
soprattutto, ai professori di educazione fisica, che si sono impegnati nella piena riuscita di queste
meravigliose Kantiadi. Una materia, l’educazione fisica, che spesso,
in un liceo classico e linguistico
come il nostro, viene messa in secondo piano e considerata di serie
B...ma che proprio in occasione
delle Kantiadi ha potuto affermare la propria importanza. E la
partecipazione massiccia degli
studenti alla manifestazione ne
è stato un segno evidente. Del
resto, che scuola sarebbe senza
l’immancabile ora di educazione
fisica, che permette di svagarci e
scaricare la tensione accumulata
nel resto dell’ estenuante giornata?
Va rivolto un particolare auspicio affinché le Kantiadi diventino
un appuntamento fisso dell’anno
scolastico, che coinvolga sempre
più persone. Una manifestazione
irrinunciabile per gli studenti e i
professori del Kant, attesa con piacere da tutti. Un momento in cui
lo sport sia considerato un valore
fondamentale per la formazione di
tutti noi e trasmetta principi sani.
E dove tutti possano stare bene
con gli altri e godersi semplicemente una bella giornata di sport.
“verso il 25 Aprile”
S
abato 13 aprile alcune classi hanno potuto
partecipare alla conferenza, tenutasi nella
nostra aula magna, in vista dell’evento del
25 aprile.
Abbiamo avuto ospiti Carlo Costa e Lorenzo Teodonio,
autori del libro “Razza partigiana, Storia di Giorgio Marincola
(1923-1945)”; Modestino De Angelis e Iole Mancini.
Gli scrittori ci hanno illustrato brevemente la storia del loro
libro, non solo sulla persona di Marincola ma anche la realizzazione del libro.
Giorgio Marincola era un partigiano, figlio di una donna
somala e di
un italiano
e
questo
lo rendeva
così diverso
dagli altri:
era nero.
Forse avrebbe
sempre potuto
lasciare
l’Italia, ma
la sentiva
come propria patria e
abbracciava
gli ideali di
resistenza
come
forza che
si oppone
a qualsiasi
ingiustizia.
Studente
dell’attuale Istituto Pilo Albertelli, ha avuto possibilità di
conoscere personaggi della resistenza romana, tra i quali lo
stesso Albertelli, professore della stessa scuola che porta il
suo nome.
Nel libro si può capire come anche i professori, obbligati
a trasmettere solamente gl iideali del regime, hanno però
scelto di reagire. Albertelli era uno di quelli che educava, ma
al dissenso. E’ stato un punto fondamentale per Marincola.
Ma, leggendo la storia di questo particolare partigiano, si
può capire quanto fosse determinato ad essere uno dei
tanti piccoli uomini che hanno fatto insieme la Resistenza.
Dopo vedeva ancora un futuro, infatti voleva tornare in
Somalia, da medico. Questo però non lo poté fare. Morì nel
1945.
Andando avanti, è intervenuta Lorena Urucu, che messo
in luce alcuni avvenimenti della Resistenza romana, ma ha
lanciato una domanda: e oggi? Oggi c’è ancora resistenza?
Oggi, pienamente immersi nella tecnologia, troviamo
ancora spazio nella riflessione?
Ieri quando Modestino De Angelis, vedeva il proprio padre
tornare a casa, stanco per il lavoro a tempo pieno da partigiano, e si chiedeva da piccolo: che cos’è la Libertà?
Ieri quando Jole Mancini stava accanto al marito, difendendolo da
coloro
c h e
cercavano di
s ta na rl o ,
dimostrando
u n a
forza
ferrea
anche
quando
qualsiasi altra
persona
avrebbe
ceduto.
O g g i
noi cosa
facciamo?
Siamo
veramente liberi?
— di Lorena Alessandra Urucu, VCL
— di Lorenzo Martini, IIID
Foto di Maria Scacco, VDL
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 7
cronaca esterna
il nostro 25 aprile
I
l 25 Aprile si è svolta in via di Tor Pignattara,
dalle 10 del mattino fino alle 10 inoltrate
di sera, la festa della Liberazione organizzata dalla nostra scuola, con l’aiuto
dell’associazione K.A.N.T., il Benedetto da Norcia, l’Amaldi
ma anche di associazioni!
La mattinata non è iniziata alle 10 per alcuni di noi, ma
molti giorni prima quando a casa o restando i pomeriggi
a scuola, abbiamo dedicato del tempo ad informarci
ulteriormente sul 25 aprile, potendo creare così i pannelli con le lettere dei partigiani condannati a morte,
esposti in mattinata. Abbiamo anche dato spazio, sia con
un’intervista fatta prima e un intervento nel pomeriggio,
al partigiano Mario Fiorentini!
La mattinata, iniziata un po’ a fatica, forse per mancanza
di aiuti consistenti da parte dei ragazzi del nostro Liceo,
ma anche da parte degli altri istituti, si è poi svolta
meravigliosamente nonostante il povero aiuto.
Gli stand del Kant, cinque in tutto, prevedevano una piccola videoteca, dove si potevano vedere film ed interviste, tre stand dedicati alle attività della scuola, come il
gemellaggio Roma - Fontem, il Comenius, il Teatro, le
varie manifestazioni a cui abbiamo partecipato e “Se non
ora quando, Kant?”.
Inoltre è stata allestita una piccola mostra fotografica
che aveva come tema “Noi e il quartiere: la Resistenza”.
Alcuni tavolini erano dedicati alla vendita dei libri, forniti
dall’associazione “Cubolibro” di Tor Bella Monaca, per la
petizione contro i test universitari, per le modalità e i
contenuti delle domande.
Il ricavato andrà alla città della scienza di Napoli e per le
borse di studio per i ragazzi del Camerun.
Novità di quest’anno è stato il trenino, assolutamente
gratuito, che, per coloro che decidevano di salirci, avrebbe percorso i luoghi significativi della Resistenza, passando per le vie di Tor Pignattara e del Quadraro.
Si ringraziano le fanciulle che si sono prestate alla guida
ininterrotta dalle 10 alle 18!
Ulteriore novità è stata la “Radio Kant”, messa in piedi dai
ragazzi del I D, con l’aiuto di alcuni ragazzi dell’Amaldi.
La mattinata si è svolta tranquillamente facendo iniziare
i cori dei bambini e dei ragazzi, talentuosi e coinvolgenti!
Dopo la pausa pranzo sono iniziate le esibizioni dei
gruppi rock, e in serata dei gruppi rap con Stefano Rapini,
Marco Iodice e anche nostri ex rapper! Anche qui la nostra scuola ha saputo mettere sul palco ragazzi invogliati e
che hanno saputo coinvolgere la folla. Abbiamo avuto sul
palco i nostri rappresentanti d’istituto, Federico
Salvatore Pitaro e Giulia Massimini, che nonostante la stanchezza si sono resi disponibili anche
a questo.
Ma anche ex alunni si sono messi in gioco, come
Chiara Picherri e Aniello De Luca.
Non ci dimentichiamo però del nostro gruppo
teatrale, che ha visto mettere in scena, in maniera
semplice, ma che lascia un segno, una combinazione di testi, pezzi di film, canzoni e poesie per
far riflettere su cosa è stata la Resistenza e come
ci resta oggi.
manganello può sostituire il dialogo, le parole non
perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo
per giungere al significato, e per coloro che vorranno
ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento. [...]”
Però questa volta abbiamo avuto la collaborazione dei
ragazzi del Benedetto da Norcia!
La festa ha visto la partecipazione dei più
svariati individui, venuti o meno da lontano, per dare un contributo alla festa, con
stand gastronomici, danze, canti, letture
o semplicemente nel servizio d’ordine. E
fra stanchezza e gioia, le strade si sono
riempite di con continuo via vai incredibile. Questo a dimostrazione che qualcosa si può fare. Si può lasciare un segno,
anche quando gli altri non ci credono.
Festa pienamente riuscita. Verrà riproposta il prossimo anno? Forse sì, forse
no. Ma non a discapito dei soliti studenti,
molti degli ultimi anni, non a discapito di
pochi genitori e la partecipazione quasi
inesistente dei professori.
c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese.
Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. [...]
Suvvia, signori! Cosa sono queste facce spente,
fatemi un bel sorriso! Ecco, così, perfetto!
Dopotutto, perchè lamentarsi? Le cose non vanno
poi così male! Guardate in che bella società viviamo! Abbiamo tutto quello che si possa desiderare, tutto quello di cui abbiamo bisogno! Signori,
noi… abbiamo gli i-phone. Siamo la generazione
dell’accesso a internet illimitato, la generazione
dei reality show. Centinaia, migliaia di reality
show: la nostra vita è un reality show! [...]
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
— di Lorena Alessandra Urucu, VCL
Foto di Valeria Paris, IID
“ [...]Alcuni vorranno toglierci la parola… Perché?
Perché, mentre il manganello può sostituire il
8 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 9
La scuola si incontra
CANTANDO !
S
orprendente, entusiasmante, costruttiva
e memorabile l’esperienza del festival di
Montecatini Terme a cui diciassette coriste
del progetto Kantiamo insieme del nostro istituto hanno partecipato dal 17 al 20 aprile. Al monito di “la
scuola si incontra
cantando” la manifestazione, giunta alla sua undicesima edizione
, promossa e
organizzata
dall’associazione
FENIARCO, si propone ogni anno di
dare l’opportunità
alle realtà corali
di scuole medie
e istituti superiori di tutta Italia
di condividere
e consolidare la
loro dedizione al
canto corale nella
pittoresca cittadella toscana. Nelle prime tre giornate, intense e coinvolgenti, nel corso di tre ore di lezione mattutine e tre
ore di lezione pomeridiane, le coriste kantiane hanno
seguito l’atelier, diretto dalla docente francese Maud
Hamon-Loisance, e intitolato “Games of sound, plays on
words” dedicato alle combinazioni di suoni e voci, il più
originale e alternativo , occasione stimolante per perfezionare le capacità e la tecnica canora delle nostre cantanti. Gli altri gruppi di coristi liceali provenienti da tutta
Italia sono stati inseriti in altri 4 diversi atelier dedicati a
differenti generi musicali. Ogni atelier nel corso delle tre
giornate ha preparato tre diversi brani cantati poi nella
serata finale a conclusione delle singole esibizioni di
ogni coro. Sebbene sia stato indubbiamente alto il livello
tecnico-artistico di ogni gruppo della manifestazione , il
coro kantiano con la sua genuinità, passione e costante
impegno ha saputo dimostrare di essere degno del festival : il brano sister act si è rivelato un vero e proprio cavallo di battaglia ed è stato meraviglioso ricevere l’applauso
di quegli studenti che condivide la medesima emozione
del canto corale . Ma oltre all’incontro con i cori studenteschi italiani, il festival ha permesso contatti a livello
internazionale: la seconda sera infatti si è esibita per tutti
i partecipanti al festival una band, con anche una componente corale, proveniente da Sidney, città nella lontana
Australia con la quale a fine spettacolo si è cantata la
10 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
nota canzone “funiculi funiculà”, tipicamente nostrana,
per darle un nostro caloroso saluto italiano. Con il debutto a Montecatini è’ stato raggiunto un grande traguardo,
le ragazze del progetto kantiamo Insieme hanno avuto
modo di veder realizzati quegli obiettivi che da tempo si
auspicavano
di esaudire.
Passo dopo
passo, lezione
dopo lezione,
esibizione
dopo esibizione il nostro
coro migliora, si raffina, perfeziona e cresce.
Nonostante
sia stato fondamentale
il talento e
la dedizione
di ciascuna,
immensa è la
gratitudine
per il loro maestro, Mauro Marchetti, paziente ed esperto,
che ha saputo insegnare la meravigliosa arte del canto
alle sue coriste speranzose di averlo reso soddisfatto del
suo prezioso ed importante lavoro che con fatica e simpatia ha condiviso con le sue allieve . Ovviamente grande
sostegno e punto di riferimento per le ragazze è stato il
professor Giannetti, il vigile e responsabile accompagnatore senza il cui sostegno le ragazze non avrebbero
raggiunto lo stesso magnifico successo e senza la cui
collaborazione non sarebbe mai stato possibile vivere
l’esperienza di Montecatini per cui è stato fondamentale
anche il contributo della professoressa Forconi che non
ha potuto partecipare in prima persona alla manifestazione, ma di cui è stata una perseverante promotrice e
organizzatrice. Il coro kantiano certamente si augura di
poter ripetere la meravigliosa avventura anche nell’anno
avvenire e nei successivi, con il desiderio di aver sempre
maggiore spazio e sostegno da parte della scolaresca
kantiana forse poco consapevole del grande potenziale
artistico e canoro che il suo coro sta dimostrando di possedere.
— di Giulia Di Censi, IID
La Birmania ‘’si ripulisce’’ dai musulmani
Perché il mondo resta a guardare?
N
Nell’era degli attentati, dell’odio e della
discriminazione,
l’occidente, dovendo
trovare un colpevole, sa pronunciare un solo nome: musulmani. Dai
media sono descritti come assetati
di sangue e bramosi di distruggere
il nemico occidentale, ignorando
volutamente il messaggio di pace
contenuto nel Corano (è permesso
combattere, ma per difendersi o
ristabilire la pace) e una larga parte
dei seguaci di Maometto, che conduce la propria vita all’insegna della
moderazione e, lungi dall’idea di
versare il sangue di un altro essere
umano, sarebbe ben contenta di
offrire il té a un eventuale visitatore
straniero. L’immagine distorta che
di loro si tende a dare deve essere
alimentata anche a costo di oscurare le informazioni che potrebbero in qualche modo suscitare una
reazione di pietà, stima o vicinanza
nei destinatari dell’informazione.
Quale giornale o telegiornale infatti,
ha dedicato un articolo o un servizio a quanto sta accadendo in
Myanmar (ex Birmania)? In ques-
to paese dell’Asia sud-orientale,
i musulmani, in netta minoranza
rispetto alla maggioranza buddhista, sono perseguitati dal 1948,
anno dell’indipendenza dal Regno
Unito. I musulmani Rohinga non
hanno mai ricevuto la cittadinanza: la Birmania vorrebbe espellerli
e il vicino Bangladesh continua a
respingere i profughi, arrestando
chi prova ad entrare attraversando
il fiume Naf. Le violenze si sono
inasprite a partire dallo scorso
anno, quando tre uomini di religione musulmana sono stati accusati di aver stuprato e ucciso una
donna buddhista. In seguito, si è
sparsa la voce che i presunti colpevoli fossero a bordo di un autobus
diretto a Yangon, chiamando 300
buddhisti all’assalto, che ha causato
la morte di 11 passeggeri. Le violenze non sono cessate e hanno
causato oltre 100.000 sfollati, ma
soprattutto, hanno portato a una
vera e propria pulizia etnica, di cui le
stesse autorità birmane si sono rese
partecipi. Storicamente, i buddhisti
hanno emarginato i musulmani perché ritenuti i veri responsabili della
povertà dello Stato, ma gli ultimi
scontri sono forse dovuti a ragione
politiche. Thein Sein, dopo essere
stato sconfitto alle ultime elezioni
da Aung San Suu Kyi (premio nobel
per la pace), le ha dichiarate non
valide, e non è da escludere che il
suo regime, che pure negli ultimi
tempi ha intrapreso una politica
di apertura, abbia voluto unire il
popolo buddhista sotto un unico
fronte anti-islamista. Se Aung
San Suu Kyi si schierasse con la
minoranza musulmana, perderebbe
l’appoggio della maggioranza buddhista che l’ha eletta al Parlamento,
e anche la sua posizione, quindi,
resta molto ambigua. Nel frattempo, le case vengono bruciate
e distrutte, esseri umani come noi
(numerosi bambini) vengono uccisi
e resi vittime di violenze di ogni
tipo, mentre i loro corpi vengono
bruciati e fatti a pezzi, in nome di
una pulizia etnica assurda e tristemente ignorata da tutti. Non chiamateli musulmani, ma esseri umani.
— di Omar El Debuch, IIIC
“Karl max aveva ragione”
C
osì confessa Michael Shuman , giornalista
corrispondente da Pechino del noto settimanale statunitense Time, in un esteso e
interessante articolo in cui le sepolte teorie
marxiste sono oggetto di una attenta e capillare analisi
nonchè inaspettata e al contempo inevitabile rivalutazione. Il crollo dell’unione sovietica e la conversione della
Cina a uno sviluppo di carattere capitalistico sembravano
aver condannato a morte la validità delle conclusioni del
materialismo storico del filosofo di Treviri che tuttavia ora
si rivela un profeta. Numerosi infatti sono gli economisti
che nella patria del capitalismo riesumando il contenuto ideologico de “Il capitale” , il vero e proprio vangelo
del comunismo, trovano spazio sui media generalisti e
lumeggiano l’opinione pubblica riguardo l’endemica
crisi del libero mercato che imperversa a livello mondiale
, facendo tornare cosi in auge e risorgere le predizioni
del pensatore tedesco . “ Marx ha teorizzato che il siste-
ma capitalista impoverisce le masse e concentra la ricchezza nelle mani di pochi, causando come conseguenza
crisi economiche e conflitti sociali tra le classi sociali.
Aveva ragione. È fin troppo facile trovare statistiche che
dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i
poveri sempre più poveri” scrive Shuman, avvalorando la
sua tesi con preziose statistiche. Evidenti infatti i riscontri
nei dati dell’Economic Policy Institute di Washington che
registra come negli Stati Uniti nel 2011 il reddito medio
di un lavoratore statunitense a tempo pieno sia stato
più basso rispetto al 1973 e come sia avvenuto, in pieno
accordo con le teorie marxiste, un accentramento della
ricchezza nazionale col 74% dei guadagni controllati dal
solo 5 % della popolazione. Dunque quando si intende il
comunismo come ideologia morta si commette un grave
errore: secondo quanto si legge nella rivista americana
non bisogna sottovalutare e sminuire il moto di protesta
del popolo di lavoratori dalla Grecia agli Stati Uniti il cui
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 11
fermento potrebbe originare una
lotta di classe . Infatti continua
Shuman : “Marx aveva previsto un
tale esito. I comunisti affermano
apertamente che i loro fini possono essere perseguiti solo con
l’abbattimento violento dell’ordine
sociale esistente. ‘L’unica cosa che
i proletari hanno da perdere sono
le loro catene’. Ci sono segnali che
i lavoratori di tutto il mondo sono
sempre più impazienti. A decine
di migliaia sono
scesi nelle strade
a Madrid e Atene,
protestando contro la disoccupazione e le misure di austerità
che stanno ulteriormente peggiorando le cose”
. Malgrado ciò ,
stando sempre a
quanto pubblicato sul settimanale statunitense,
da tale inquietudine operaia
e dalle conseguenti
mobilitazioni, non vi è
la possibilità di
un ribaltamento
violento
dello
Status quo auspicato da Marx.
La Rivoluzione
è ancora lontana, irreale. Come
espone l’esperto di marxismo presso l’Università di Parigi, Jacques
Rancière, ciò è spiegabile con la
disorganizzazione e la debolezza
dei sindacati le cui battaglie sono
volte a una riforma del sistema
capitalistico piuttosto che al suo
totale abbattimento. Sebbene però
le politiche sindacaliste attuali non
siano in prospettiva di una lotta
armata contro il libero mercato e
non esista ancora alcun movimento operaio internazionalista che
si imponga nel panorama sociale
come promotore di una lotta di
classe, la conclusione dell’articolo
di Shuman sembra lasciar trapelare
il timore di una realizzazione della
profetica filosofia politica marxista
non solo delle dinamiche della crisi
ma anche delle sue soluzioni e conseguenze infatti ammonisce : “Se
i politici non praticheranno nuovi
metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori
di tutto il mondo non potranno che
unirsi. E Marx potrebbe avere la sua
vendetta”. Il messaggio è chiaro, limpido, netto. Anche se la rivoluzione
sembra lontana ciò non la rende
impossibile. L’ideologia comunista
che dai luoghi comuni della nostra società e dall’ignoranza è stata
assimilata a surreali, utopistiche
farneticazioni infondate ora oggettivamente si svela una raffinata
analisi socioeconomica del sistema
del libero mercato le cui contraddizioni sono sempre più evidenti
e incontrovertibili e necessitano di
un immediato intervento o le conseguenze potrebbero essere devastanti, violente, incontrollabili.
L’
in alcuni
casi arrivano a diventare veri e propri disturbi alimentari.
Le cause che provocano tutto ciò sono
molteplici e complesse, ma tuttavia devono essere ricercate nella sfera psicologia e sociale.
Forse la causa principale di questi disturbi alimentari,
anoressia e bulimia, è proprio il mondo che ci
circonda. I mass media e la nostra società impongono,
infatti, prepotentemente come canone di
12 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Sono passati 20 anni e queste sono le mie uniche amiche
che non mi abbandonano mai e che prima
o poi mi consentiranno di raggiungere la felicità. Visto
che sono una veterana possiamo scambiarci
consigli per essere vere ANA GIRLS!!! Spero creare al più
presto un mio blog per raccontarvi tutto.
Oggi avevo avuto voglia di biscotti, ma per fortuna ho
rimesso tutto e vai che spero non avere preso
un grammo, voglio dimagrire di più!!!!”
“Ciao ragazze ho trovato questo blog per caso e x quanto
mi risulti difficile da ammettere voi siete
la mia salvezza. Le persone nn ci capiscono chi non è
come noi o non lo è stato non può giudicare
non ne ha il diritto soprattutto perchè non capisce che
cosa e chi affrontiamo noi ogni giorno ,
principalmente noi stesse , sono convinta che prima o
poi troveremo tutte la felicità per ora
facciamoci coraggio ..... ciao un abbraccio a voi tutte
ragazze che come me vi nascondete in uno
mondo vostro x fuggire da questo schifo di realtà! “
Questi sono solo alcuni dei commenti che delle ragazze
hanno lasciato su blog. Certo non mancano
quelli che le denigrano o che le consigliano loro di curarsi.
Purtroppo questo blog non è l’unico. Tutto ciò ci deve far
riflettere come questi disturbi alimentari
stiano condizionando sempre di più la vita degli adolescenti.
— di Chiara Monterosso
— di Giulia Di Censi, IID
anoressia e bulimia
quando anche il web ne diventa complice
adolescenza, si sa, è forse il periodo più difficile e più complicato dalla vita.
In molti adolescenti, soprattutto ragazze, si
creano disagi a causa dell’aspetto fisico, che
anche i lassativi,come il bulimico. I problemi
causati da questa malattia sono: rottura dei capillari, con
conseguenti difficoltà della circolazione,
problemi al fegato, alle ossa e ai muscoli, ma anche (per
le donne) l’amenorrea (cessazione del ciclo
mestruale).
La bulimia è,invece, un problema dell’alimentazione per
cui una persona ingurgita una quantità di
cibo esorbitante, perdendo completamente il controllo.
Dopo “l’abbuffata” il bulimico si
autoprovoca il vomito, a causa dei rimorsi, Le crisi bulimiche, quasi sempre, avvengono in
solitudine e di nascosto poiché il malato si vergogna
delle sue abitudini alimentari patologiche.
Ho usato quasi sempre perché questa malattia ha spinto
una ragazza a fondare ben due blog
“Dentroimieisilenzi” e “Dentroimieisilenzi2” . Tutto ciò è
sconvolgente poiché in questi spazi
virtuali lei da dei consigli ai suoi lettori su come vomitare
e anche sul modo migliore di mangiar
meno. Ma la cosa ancor più sconcertante sono i commenti di chi la segue, che ci fanno capire che
loro sono convinti,vomitando per esempio, di fare la cosa
migliore.
“SONO NUOVA DI QUESTO BLOG MA LO AMO! HO
DECISO DI RICORRERE AD ANA
PER DIMAGRIRE! HO 15 E PESO 74 KG...KE SKIFEZZA!
VOGLIO PERDERE ALMENO 10
KG!! CONTINUERò A LEGGERE TUTTI I VOSTRI CONSIGLI!
GRAZIE! VI VOGLIO
BENE!”
“Ciao amiche ANA,
anch’io sono proprio come voi. Sono amica da quando
avevo 15 anni, poi è arrivata mia, a periodi.
bellezza un corpo eccessivamente magro, con cui molto
spesso l’adolescente si confronta perdendo
l’autostima, riscontrando un grande differenza.
Ma cosa sono in realtà bulimia ed anoressia?
Come già detto sono disturbi alimentari.
Gli anoressici sono caratterizzati dal rifiuto del cibo che
nasce dal terrore di ingrassare. Oltre al
digiuno forzato, molto spesso si provocano il vomito,
causato dal senso di colpa per aver ingerito
anche la più piccola quantità di cibo.
L’anoressico si sottopone a diete ferree e spesso pratica
l’esercizio fisico in maniera eccessiva, fino a
quando il corpo mal nutrito ce la fa. In molti casi usa
Ci chiamavano banditi , chi chiamavano teppisti, ieri partigiani OGGI ANTIFASCISTI !
L
o scorso
25 aprile
da Piazza
d e l l e
Camelie a Casalbertone
un partecipatissimo
corteo, tra studenti e
comuni cittadini, di
1200 persone, , secondo quanto riferito dalle
forze dell’ordine, ha
reso onore e gloria alla
Resistenza e celebrato
con successo la giornata di commemorazione
dalla liberazione dall’oppressione
nazifascista. L’incredibile riuscita
della manifestazione
è merito del coordinamento studentesco
dell’ ex VI – VII municipio, ora V , che contattando altre realtà del
territorio ha promosso
una meravigliosa giornata di mobilitazione,
il cui prezioso pregio è
la genuina spontaneità
n e l l ’o rg a n i z z a z i o n e
dell’iniziativa
volta
non solo a ribadire
l’importanza di una
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 13
costante e attiva lotta antifascista in cui è doveroso impegnarsi anche nelle zone periferiche della capitale, (non a caso
si è scelto di non congiungersi con il corteo nazionale, e di
seguire un percorso alternativo per le strade del quartiere
Cento celle) ma anche a riproporre importanti tematiche
quali il diritto a un abitazione e un reddito garantiti oltre
che ad una scuola pubblica e popolare . “Il 25 aprile non è
una ricorrenza! ora e sempre resistenza! ” uno dei cori intonati dall’entusiasmato corteo, aperto ovviamente con il canto
partigiano “O bella ciao”, che raggiunta la piazza di santa
Maria consolatrice a Casalbertone ha poi dato inizio a un
pomeriggio di musica e cultura. L’autonomia con la quale si è
realizzata la giornata del 25 aprile per le strade di Centocelle
è un fenomeno straordinario, da non sottovalutare e sminuire, anzi da elogiare : un gruppo di pochi intraprendenti studenti ha mobilitato un intero quartiere che ha risposto positivamente all’invito di ricordare che la periferia di Roma est è
antifascista e dovrà esserlo sempre e riuscendo a ricollegare
la valenza dell’evento storico alle attuali questioni socio culturali. Inevitabilmente infatti nel corso della giornata è stata
anche affrontata la problematica delle realtà neofasciste
che si insinuano tra le popolazioni studentesche e devono
esserne necessariamente estirpate: difendere l’istruzione
pubblica significa, infatti, anche salvaguardarne la libertà,
combattendo e opponendosi a qualsiasi nuova forma di
apologia fascista. “Sapere è potere” cantavano non a caso
ieri i giovani antifascisti della periferia romana, sorridenti e
orgogliosi poiché consapevoli del grande obiettivo raggiunto che non è altro che un punto di partenza per ogni lotta
futura. E’ necessario risvegliare , diffondere e consolidare la
coscienza antifascista nel territorio, ricordare ma anche agire,
commemorare ma anche saper riconoscere e comprendere
che la resistenza deve continuare ed è fondamentale il suo
ruolo oggi come lo era oltre 60 anni fa. Nonostante nuove
e ambigue siano le forme con cui si manifesta l’ideologia
fascista e l’esasperata intolleranza e ignoranza che ne sono
propri , non può , non deve la nuova generazione mostrarsi
passiva e indifferente, ma deve reagire, informarsi, essere lei
stessa promotrice e fautrice del cambiamento come lo sono
stati ieri gli studenti del coordinamento, oramai un punto di
riferimento nella lotta studentesca per gli istituti superiori
di Centocelle e le zone limitrofe. Negli occhi di ogni singolo
manifestante era limpida la commozione , la soddisfazione e
la speranza di riuscire a costruire concretamente e a piccoli
passi una società nuova , giusta, libera. Nel cuore ribelle di
ogni studente ieri pulsavano la stessa determinazione e
le stesse nobili ambizioni di chi oltre mezzo secolo fa sulle
montagne si opponeva, motivato dalla sola forza delle
idee e noncurante dei rischi, al potere nazifascista. Si spera
iniziative simili abbiano in futuro l’opportunità di svolgersi
nuovamente e con sempre maggiore partecipazione e collaborazione soprattutto da parte del popolo studentesco
in cui ripone tutte le sue speranze la società odierna ancora
tormentata dal razzismo, dalle discriminazioni e vessata da
una mentalità bigotta e retrograda che è necessario eliminare con ogni mezzo, che devono essere sconfitte resistendo
, ora e sempre.
Si ringraziano per l’organizzazione la talpa del quarticciolo,
magazzini popolari, zona rischio e strike a casal bertone, ex
snia e fucina 62 a pigneto, forte prenestino centocelle aperte
casale falchetti e bam a centocelle, e ampi centocelle
— di Giulia Di Censi, IID
rubriche
un verso tra una testata e
l’altra
C
ari lettori, per questa uscita vi propongo alcuni
versi tratti dalla poesia “Nella moltitudine” di
Wislawa Szymborska, già propostavi lo scorso
anno e che continua a sorprendermi ogni volta che leggo
una sua poesia. Chi è Wislawa Szymborska? Nasce a Bnin,in
Polonia; frequenta gli studi ginnasiali e nel 1996 le viene
assegnato il premio Nobel per la letteratura. Le sue poesie
parlano di un mondo aperto, dubbioso, che lascia largo
spazio alla riflessione.
non si è mai chiesto chi sarebbe o cosa farebbe se non fosse
se stesso, o perchè è proprio se stesso? Come ci dice l’autrice,
tutto ciò è un caso inconcepibile: nessuno potrà mai spiegarsi per quale motivo è nato dove è nato, ha la famiglia che
ha, insegue ciò che insegue. Tuttavia possiamo pensare che,
in ogni caso, sarebbe potuta andare peggio, saremmo potuti
essere più sfortunati. Quando qualcuno soffre ci domandiamo perchè sia quella persona e non noi a stare male, al
contrario quando attraversiamo un brutto periodo cerchiamo di capire perchè tocchi proprio a noi soffrire. Per queste
domande non esiste risposta. Probabilmente è banale dirlo,
ma dovremmo ringraziare più spesso la sorte per quello che
ci ha donato e apprezzare maggiormente noi stessi, qualsiasi
siano i nostri pregi e difetti. Infatti gli ultimi versi, su cui vi
chiedo di soffermarvi, ci ricordano che c’è qualcosa in ognu-
no di noi a renderci speciali, come ad esempio lo stupore,
che caretterizza l’autrice e in generale tutti i poeti: i nostri
desideri, le nostre ambizioni, sono le sole cose che nessuno
ci può strappare, perchè fanno parte di noi, e rendono unica
ogni persona. I genitori, i parenti, le origini e i tratti somatici
non si possono cambiare, però possiamo cambiare o mantenere idee, opinioni, sogni, e soprattutto chiunque di noi ha
la possibilità di inseguiere la propria felicità, poichè siamo i
padroni di noi stessi. In poche parole, non so perchè sono chi
sono, ma ho la certezza di essere qui a scrivere queste cose
ed a parlae di poesia, e ciò è sufficiente a farmi sorridere e a
darmi la certezza di essere me stessa.
— di Chiara De Felici, IIC
diY - do it yourself
C
iao! Questo mese la rubrica DIY vi illustrerà come
creare degli orecchini facili e carini con il Fimo.
Cominciamo!
1) Occorrente: Panetti di Fimo in diversi colori, anellini, gancetti per orecchini, pinze.
2) Fare circa 12 palline di Fimo più o meno della stessa
dimensione e modellarle a forma di goccia.
3) Bucare l’estremità più sottile della goccia con un ago.
4) Cuocere il Fimo in forno per 30 min. a 110 gradi come è
scritto sulla confezione.
5) Inserire un anellino in ogni goccia.
6) Chiudere insieme 4 gocce nel cerchietto del gancio per
orecchini con l’ausilio delle pinze.
7) ...Ed ecco qua i vostri orecchini!
1.
— di Lucia Lanfiuti Baldi, IIID
Nella moltitudine
Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
come ogni caso.
Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi avuto tutte le strade precluse?
La sorte,finora,
mi è stata benigna.
Potevo essere me stessa- ma senza stupore
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.
2.
3.
Questi versi ci aiutano in modo chiaro e conciso a farci riflettere sulla nosra vita ed a domandarci chi siamo. Chi di noi
14 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 15
diverso da chi?
Matrimoni e adozioni gay in
Francia: il sì definitivo!
L
5.
6.
7.
16 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
a Francia dice sì ai matrimoni e alle adozioni gay, è il
14° paese ad aver legalizzato le nozze omosessuali.
Finalmente la Francia dice definitivamente sì alle
nozze e alle adozioni gay diventando il 14° paese al
mondo ad aver legalizzato le nozze tra persone dello stesso
sesso.
L’Assemblea nazionale ha dato il sì definitivo alle 17:09
senza apporre modifiche al testo che
ha ricevuto ben 331
voti a favore e 225
voti contrari. Non
solo
matrimoni
gay ma anche le
adozioni sono state
garantite alle coppie omosessuali, un
grande passo avanti
per la Francia che
ha scelto di appoggiare la lotta per i
diritti LGBT.
La proposta, fortemente voluta da
Francois Hollande,
è diventata realtà nonostante le numerose proteste e manifestazioni dei gruppi, soprattutto cattolici, contrari ai matrimoni e adozioni gay. Anche l’opposizione, ovviamente, si
dichiara contraria al provvedimento annunciando il ricorso
alla Corte Costituzionale.
Il nuovo articolo, il 143 del codice civile, disciplinerà la possibilità per le coppie gay di convolare a nozze: “Il matrimonio
è contratto tra due persone di sesso opposto o dello stesso
sesso”. Il provvedimento è stato approvato senza nessuna
variazione così come quello per le adozioni gay.
Con il voto finale all’Assemblea nazionale, dopo il via libera
del Senato del 12 aprile scorso, la Francia diventa il 14/o
Paese a legalizzare i matrimoni omosessuali e le adozioni
gay. Ecco come funziona nel resto del mondo.
NUOVA ZELANDA - Il 17 aprile scorso il parlamento ha
approvato la legge sui matrimoni gay, diventando il primo
paese dell’Asia-Pacifico a legalizzarli. La legge apre la strada
all’adozione. Nel Paese l’omosessualità era stata depenalizzata solo nel 1986.
URUGUAY - L’11 aprile 2013 è diventato il secondo Paese
latinoamericano a permettere le nozze tra omosessuali. La
nuova legge prevede l’eliminazione di ogni riferimento al
sesso delle persone negli articoli del Codice Civile sul matrimonio.
OLANDA - È stato il primo Paese, nell’aprile del 2001, ad
aprire al matrimonio civile per le coppie gay con stessi diritti
e doveri delle coppie etero, tra cui l’adozione.
BELGIO - Il matrimonio omosessuale è in vigore dal 2003,
mentre il via libera alle adozioni gay è arrivato nel 2006.
SPAGNA - Le nozze gay sono in vigore da luglio 2005. E le
coppie gay, sposate o no, possono adottare bambini.
CANADA - La legge sul matrimonio gay è del luglio 2005.
SUDAFRICA - Nel novembre 2006 il Sudafrica è diventato
il primo Paese africano a legalizzare le unioni gay attraverso «matrimonio» o
«partenariato civile».
Le coppie possono
anche adottare.
NORVEGIA - Da gennaio 2009 omosessuali ed eterosessuali sono equiparati
davanti alla legge in
materia di matrimonio, di adozione e di
fecondazione assistita.
SVEZIA - Le coppie
gay possono sposarsi
con matrimonio civile
o religioso da maggio
2009. L’adozione era
già legale dal 2003.
PORTOGALLO - Una legge del 2010 ha abolito il riferimento
a «sesso diverso» nella definizione di matrimonio. Ma è
esclusa la possibilità di adottare.
ISLANDA - Le nozze gay sono legalizzate dal 2010. Le
adozioni sono legali dal 2006. ARGENTINA - Il 15 luglio
2010 l’Argentina è diventato il primo Paese sudamericano
ad autorizzare il matrimonio gay e le adozioni da parte di
omosessuali.
DANIMARCA: primo Paese al mondo ad aver autorizzato
le unioni civili tra omosessuali nel 1989, la Danimarca ha
autorizzato nel giugno 2012 le coppie gay a sposarsi davanti
alla Chiesa luterana di Stato.
In MESSICO le nozze gay sono possibili solo nella capitale,
Città del Messico.
Negli STATI UNITI solo in 9 Stati e a Washington Dc.
Germania, Finlandia, Repubblica ceca, Svizzera, Colombia e
Irlanda riconoscono le unioni civili.
— di Jessica Andracchio, IIICL
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 17
recensioni
ed wood,
di tim burton
Uno dei film meno conosciuti di Tim Burton: “Ed Wood”. Realizzato
prendendo isipirazione dalla figura del regista Ed Wood, Burton
mette in risalto l’aspetto più creativo del disastroso regista, diventato famoso dopo la sua morte per essere “il peggior regista di
tutti i tempi”.
Girato in bianco e nero “anni 50”, Ed wood (Johnny Deep) cerca
diverse volte di realizzare film che saranno poi un flop, ma protagonista è legato ai propri sogni, a dispetto dei continui , insuccessi.
Affiancato dalla moglie Dolores (Sarah Jessica Parker), dal divo
invecchiato Bela Lugosi -che aveva interpretato “Dracula”- (Bill
Murray) e dai suoi amici che lo sostengono sempre, continua fino
a farsi lasciare dalla moglie.
Bizzarro ma anche umano, Wood ha una particolarità: si mette
sempre in abiti femminili quando è nervoso. Quando si cominciava appena a parlare di omossessualità e di cambiare il proprio
sesso, viene visto sia come curiosità, ma anche con disprezzo.
Ma riesce lo stesso ad essere felice, perché trova qualcuno che lo
capsce e gli sta vicino.
Surreale nella descrizione di questo regista, Tim Burton è riuscito
a ricevere due Oscar per il miglior trucco e per il miglior attore
non protagonista.
Divertente, colpisce chi sa distaccarsi dal 3D e dai temi consueti, oppure chi vuole semplicemente vedere questo regista in
panni diversi da quelli più gotici di “Alice in Wonderland” o “The
Nightmare before Christmas”.
Adesso con questo film Wood potrebbe anche non essere considerato “il peggior regista di tutti i tempi”.
— di Lorena Alessandra Urucu, VCL
18 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
il professore,
di charlotte
bronte
primo romanzo dell’autrice, la scrittura non è influenzata dai lutti che, successivamente, avverranno, dalle delusioni dell’autrice; se invece si pensa a questo romanzo
come ultimo romanzo, sembra che questo contenga
i lutti, le perdite ed i dolori che hanno segnato la vita
della più famosa tra le sorelle Brontë, Charlotte.
Il Professore è il primo
romanzo scritto da
Charlotte Brontë, ma
fu pubblicato nel
1857, due anni dopo
la morte dell’autrice,
avvenuta nel 1855.
Il romanzo narra
la storia di William
Crimsworth,
un
uomo colto e sensibile, che, dopo aver
abbandonato prima
la casa degli zii e poi
quella del fratello,
arriva in Belgio, dove
decide di accettare il
lavoro di insegnante,
nell’istituto maschile di Monsieur Pelet, che si trova
vicino all’istituto femminile di Mademoiselle Reuter,
nel quale, in seguito, presterà servizio. Nell’istituto
femminile, William Crimsworth incontra Frances Evans
Henri, una studentessa molto giovane e senza mezzi,
che lavora nell’istituto come insegnante di merletto;
il protagonista è colpito dalla tenacia e dall’umiltà di
questa giovane ragazza.
Quando Frances scompare, William la cerca per molti
giorni, finché non la trova. William Crimsworth sa di
provare un profondo sentimento per Frances; decide
quindi che, se lei prova i suoi stessi sentimenti, sarà sua
moglie.
Nel romanzo sono affrontati temi come il valore del
lavoro, l’integrità morale, la parità nel matrimonio, il
contrasto sociale e l’amore tra professore ed allieva.
Tra questi, gli ultimi due temi verranno ripresi rispettivamente in Shirley ed in Villette, gli ultimi romanzi di
Charlotte Brontë.
L’autrice si nasconde dietro William Crimsworth e
Frances Evans, per raccontare quello che accadde a lei:
Charlotte Brontë, infatti, nel 1842 andò a Bruxelles per
studiare il francese e s’innamorò del suo professore, che
non ricambiò i suoi sentimenti e che era oltretutto già
sposato.
Se si pensa a Il professore come primo romanzo
dell’autrice, la scrittura non è influenzata dai lutti
che, successivamente, avverranno, dalle delusioni
dell’autrice; se invece si pensa a questo romanzo come
— di Alice Casalvieri, IIC
essere e di esserlo
insieme. La scelta
rimane al lettore.
Da sottolineare
anche la regia
dello
stesso
Chbosky al film
tratto dal libro, in
Italia “Noi siamo
Infinito”,
con
un’Emma Watson
che finalmente
si allontana dai
panni di Hermione
Granger, e un
Logan
Lerman
forse un po’ troppo sottovalutato.
ragazzo da
parete,
stephen
chbosky
Conosciuto nei paesi anglosassoni con il ben più sensato titolo di “The Perks of being a Wallflower” (dove il
termine “Wallflower” è quasi intraducibile, utilizzato per
indicare un ragazzo timido ed impopolare – ndr), il libro
di Stephen Chbosky ha catturato le attenzioni degli
adolescenti, e non, grazie ai temi trattati. Solitudine,
inadeguatezza, necessità di trovare un posto in mezzo
agli altri, essere se stessi, sono solo alcune delle fasi
che il protagonista, Charlie, attraversa durante il suo
primo anno di Liceo. “Ti sto scrivendo perché lei ha
detto che tu ascolti e capisci e che non hai cercato di
portarti a letto quella persona a quella festa, anche se
avresti potuto”, così la storia di Charlie inizia, un ragazzo
di quattordici anni che si racconta ad uno sconosciuto
attraverso delle lettere, cercando conforto, cercando di
comprendere gli altri e se stesso. Traumatizzato dal suicidio del suo migliore amico, il nostro protagonista ha il
disperato bisogno di fare nuove amicizie. Incoraggiato
dal suo professore di Inglese ad aprirsi e a “partecipare”
alla vita, Charlie fa la conoscenza di Patrick e della sua
sorellastra Sam, di cui si innamora al primo sguardo.
Sono proprio loro due, grazie ai loro caratteri inusuali ed
eccentrici, a coinvolgere il ragazzo nel fare esperienze
del tutto nuove. Ma questo è solamente un contorno
alla personalità innocente, profonda, coinvolgente ed
unica di Charlie, macchiata da qualcosa di offuscato in
ogni sua lettera, e che solo alla fine del libro riesce ad
uscire in superficie.
“Ragazzo da Parete” è un libro psicologico, con cui è
facile relazionarsi, e arricchito da una colonna sonora
trascinante, dove l’adolescenza appare come il periodo
più bello della vita, il momento in cui davvero ci si può
sentire infiniti. Intelligente è la scelta di Chbosky di
non dirci la canzone che i tre ragazzi ascoltano mentre
guidano per le strade della città, euforici del proprio
— di Andreina Cecchini, VCL
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 19
racconti
Se adesso chiudi gli occhi...
C
Chiudi gli occhi per un’intera canzone, e vedi
che succede. Vaniglia sta scoprendo proprio
questo: ha chiuso gli occhi e sta cantando,
insieme a cento o duecento persone. Canta, non
nella sua stanza, ma sotto ad un palco, al concerto del suo
gruppo preferito. Ed è proprio sotto quel palco, in prima fila.
E di botte alla transenna ne ha già date parecchie.
Ma che importa? Ha chiuso gli occhi.
La musica e le parole cambiano, così Vaniglia apre gli occhi
ed inizia a saltare.
Questa volta, canta ad occhi aperti, scatta delle foto, ma le
espressioni più belle le vive, le raccoglie nella sua mente, per
poter rivivere tutto ad occhi chiusi.
Grida, perché determinate parole devono attaccarsi sulla sua
pelle. Grida, come mai prima, le canzoni alle quali si è aggrappata con le unghie e con i denti, quando tutto andava bene e
quando tutto stava crollando.
Grida quelle parole e perde la voce.
Ma questo è poco importante.
Ha aspettato quattro anni per un concerto, che finisce sempre troppo presto; ma questa.. questa è una notte che non si
dimentica: il ricordo si attacca sulla pelle, alla memoria e resta
lì, in attesa di essere di nuovo vissuto.
Ha aspettato quattro anni, per rivedere dal vivo i quattro
ragazzi che per lei significano tutto. E ne è valsa la pena.
Domani è sabato, deve svegliarsi presto, ma non le importa.
Da domani si torna alla realtà, fatta di problemi, studio,
niente corse per raggiungere la prima fila, niente transenna.
Ma non le importa.
La cosa più importante è quello che sta vivendo nel presente.
La cosa più importante è che, nel presente, lei si sente a casa.
Passano gli anni, cambiano i luoghi, ma le emozioni sono
sempre le stesse: gridare quel “Non è finita!”, a Roma, Napoli
o Milano non fa differenza, quella parola trasmette sempre
la stessa forza. Cantare “Fumo e Cenere” dopo sei anni non fa
differenza: Vaniglia proverà sempre la stessa, identica emozione. Questo vale per tutte le canzoni.
Vale per questa notte, e per i concerti che verranno. Questa
è una certezza.
Vaniglia chiude nuovamente gli occhi e canta un’altra canzone, forse l’ultima. E non le importa del resto, non le importa
nemmeno delle altre persone che sono insieme a lei.
Sapete perché chiude continuamente gli occhi? Perché
ha imparato che, in questo modo, tutto il resto perde
d’importanza. Perché ad occhi chiusi puoi disegnare i
momenti che t’hanno fatto fermare il respiro, e puoi riviverli.
Perché così sente che quelle parole che sta cantando le trapassano la pelle ed arrivano nell’anima, diventano sue.
Se Vaniglia chiude gli occhi, capisce di aver trovato quello
che molti cercano per anni: tutto. Felicità. Emozioni. Sorrisi.
Forza. Speranza. Coraggio. Famiglia.
Per tutto questo, vale la pena aspettare.
L’ultima canzone termina, e la realtà riprende prepotentemente il suo posto. Non ce le ha, Vaniglia, le parole per
descrive quello che ha appena vissuto. Perché determinate
cose si possono solo vivere. O ci sei dentro, o non puoi capire.
E lei c’è dentro, da anni ormai.
di Arianna tra le mani. E lo spezzò. Il ragazzo non ne sarebbe
mai uscito. La penna aveva ricominciato a scolpire le vite di
sconosciuti.
Ma lei doveva scendere, il viaggio era finito. Era il momento
di posare lo scalpello e ritornare alla sua storia. Quella reale,
quella che non stava su un foglio, quella che nessuno aveva
coperto di neve.
Lei scese, il taccuino e la penna di nuovo nella borsa.
Sull’autobus, qualcuno la osservava scappare via. Una matita
nella mano, quello sguardo che sapeva creare era stato
impresso per sempre dalla matita di qualcun altro. Lui l’aveva
disegnata mentre lei immaginava le vite degli altri.
— di Andreina Cecchini, VCL
“Vi aspettano al prossimo concerto che è un po’ casa loro e
un po’ casa vostra”
9Novembre2012.
Grazie.
— di Alice Casalvieri, IIC
come fiocchi di neve
I
suoi occhi si poggiavano sulle persone come i fiocchi
di neve si poggiano sui tetti. Cambiava loro l’aspetto,
le rendeva più belle, lucenti. E sotto quel manto che
solo lei poteva vedere, creava personalità distratte ed
uniche. Era un gioco, il suo gioco. Chiunque incrociasse il suo
cammino, diventava il pezzo di un puzzle mal riposto, e lei ne
cercava l’altra metà. Metteva insieme i cocci di vite che non
conosceva, e sorrideva.
Camminava per strada, e una ragazza dai lunghi capelli bruni
era poco distante da lei. Aveva attirato la sua attenzione,
ed ecco che la sua storia le finiva tra le mani. Non aveva un
nome, ma un’età e un lavoro. Tirò fuori una penna dalla borsa,
ed un taccuino. La storia diventava inchiostro, e l’inchiostro
costruiva parole su parole.
Ora un ragazzo sorrideva alla ragazza dai capelli bruni.
20 • Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org
Aspettavano tutti e tre l’autobus, e lei sperava fosse lo stesso.
Il suo sguardo aveva catturato anche quel ragazzo, la chitarra
che portava dietro la schiena, le converse ai piedi. I suoi contorni combaciavano perfettamente. La penna si muoveva
frenetica, l’immaginazione cresceva assieme agli aggettivi
che coloravano una storia che solo lei stava imparando a
conoscere.
Veloce, salivano tutti e tre su quell’autobus. Lei osservava,
divertita, quei momenti scorrere di fronte i suoi occhi. La ragazza sedette sull’unico posto libero, il ragazzo si era fermato
in piedi appena dietro la ragazza. E lei li guardava, la penna
si era fermata un momento, posata in grembo. Il ragazzo
ascoltava la musica, lo sguardo perso nel vuoto. E poi perso
nei lineamenti della ragazza. E la ragazza non lo sapeva, che
aveva intrappolato qualcuno. In quel labirinto, lei aveva il filo
Designfreebies Magazine • www.designfreebies.org • 21