Diario di viaggio: DAY02 - Da Parigi a Rouen lungo la Senna

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Diario di viaggio: DAY02 - Da Parigi a Rouen lungo la Senna
Diario di viaggio: DAY02 - Da Parigi a Rouen lungo la Senna
Sveglia presto, impacchettiamo il bagaglio – che a dire il vero non avevamo quasi nemmeno disfatto la sera
prima, cosa che ci capiterà di ripetere spesso durante il nostro viaggio on-the-road! - e siamo già in strada a
cercare un posto qualsiasi per fare colazione. Parigi è a dir poco deserta: per strada quasi nessuna macchina
– e dire che sono quasi le 8! - negozi/bistrot/ristoranti tutti chiusi...e non a torto, visto che in centro le
attività di ristorazione chiudono tardi la notte proprio perchè servono anche molti turisti: dunque
abbandoniamo l'idea di berci un espresso – per quanto imbevibile possa essere secondo gli standard italiani
:-) - e puntiamo direttamente al piano B: ci dividiamo, io vado in una croissanterie a rifornirmi di croissant e
Sara al MacDonald's di ieri a prendere un cappuccino e un succo di frutta. I croissant ci hanno lasciati senza
parole: deliziosi! Strati e strati di croccantezza artigianale...certo, un po' burrosi, ma del resto, come dice
mia madre: “Il cibo deve essere fatto con ingredienti gustosi, altrimenti non sa di niente, e allora lo
chiamano 'dietetico' o 'light'” (sante parole). Recuperiamo le valigie e ci dirigiamo puntuali all'agenzia
Hertz, che scopriamo essere in sostanza un distributore self di carburante ricavato al piano terra di un
palazzo, con annesso un piccolissimo ufficio che fa da mini-market e tabaccaio, oltre che da noleggio auto.
C'è solo una signora a gestire il tutto, e come potrete capire è completamente incasinata dal momento che
deve gestire la nostra pratica noleggio e contemporaneamente rispondere al telefono e processare la coda
di persone che pagano il rifornimento di carburante...ogni tanto io e Sara ci guardiamo esterrefatti: quella
donna è la cosa piu simile ad un robot che avessi mai visto...ma nonostante tutto, la signora – che parla solo
francese – ci stupisce: si rivela molto gentile e – nervi saldi – riesce a completare la pratica dandoci il
contratto e tutte le informazioni che le abbiamo richiesto. Chiediamo se ci può assegnare una macchina
diesel, e veniamo accontentati (che c**o, penso!): una Citroen C3 rossa fiammeggiante e quasi nuova.
Carichiamo i bagagli, facciamo i controlli di rito sul veicolo e prendo confidenza con il volante ed i comandi
della plancia, mentre Sara si occupa di impostare il navigatore GPS e di governare le mappe che ci siamo
portati. Partiamo! :-):-):-) La meta è Giverny, piccolo villaggio dove visiteremo i luoghi di Monet, e dove
prevediamo di arrivare in un paio d'ore. Sono da poco passate 9:30 (eh si, il noleggio è andato per le
lunghe: nonostante tutta la buona volontà della “sciura”, fare mille cose richiede tempo!) e nel frattempo il
traffico parigino è aumentato...ma con nostra grandissima sorpresa, non rimaniamo mai imbottigliati e non
subiamo mai rallentamenti! Un vero sollievo per il sottoscritto, che un po' temeva la giungla urbana
parigina...sfrecciamo quindi sul Peripherique fino ad imboccare la A13 (Autoroute de Normandie), che
costeggia la Senna in direzione nord-est portandoci così nel departement dell’Eure. Il clima è un po'
variabile: siamo partiti da Parigi con il bel tempo e un po' di umidità, mentre man mano che ci allontaniamo
il tempo si fa incerto, anche se non piove mai, e meno umido: il sole è cocente, ma quando la nuvola di
turno lo nasconde ti viene voglia di indossare la felpa...Arriviamo a Giverny e parcheggiamo in uno dei
giardini-parking a poche decine di metri dalla Fondation Monet. Ci dirigiamo verso la Fondation, che si
trova nel centro di Giverny ed in pratica lo compone per una buona percentuale: tutto intorno ci sono
piccole case di campagna con cortile, mentre sullo sfondo si ammirano dei colli sui quali spiccano ville
signorili. La Fondation Monet comprende la villa dove il famoso pittore visse fino alla sua morte e gli
antistanti giardini fioriti e giardini d'acqua, fonte di infinita ispirazione – anzi, per meglio dire di
“impressioni” - per le sue tele. All'ingresso esibiamo i nostri e-tickets (comprati su Internet pochi giorni
prima di partire) ed entriamo nei giardini: restiamo subito a bocca aperta: una distesa di sentieri che si
incrociano tra meraviglie floreali di ogni genere (foto)! Ci sono cespugli, arbusti e bulbi, anche rari, tutti in
piena fioritura e spesso organizzati per “colore” (foto). Molte persone si aggirano nei giardini, di svariate
nazionalità: si capisce subito che tutti sono – come te – ammaliati dallo spettacolo della natura in fiore. Il
verde è estremamente curato, particolare che incontreremo spesso lungo il viaggio: ci capiterà molto
spesso di vedere squadre di giardinieri all'opera per mantenere la rasatura del prato perfetta ogni mattina,
le siepi ben sfrondate e l'arredo pubblico (il centro delle rotonde stradali, le aree verdi, addirittura i
lampioni!) decorato il piu possibile da piante e fiori. Ci dirigiamo, percorrendo un corto passaggio
sotterraneo che “esce” dalla villa tagliando al di sotto della strada principale, verso i famosi “Jardins d'eau”:
qui ammiriamo il lago delle ninfee dal famoso ponte giapponese (foto)...in mezzo alle ninfee si notano
anche dei paperotti che nuotano, e sottacqua dei pescioloni d’acqua dolce. E’ un posto di una quiete
inaudita! Torniamo verso la casa del pittore: è una tipica villa di campagna di inizio 900 (foto) su due piani,
in cui Monet ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. All’interno non si possono fare foto: al pianterreno si
trova una bella collezione di stampe giapponesi che lo stesso Monet ha acquistato negli anni, oltre che allo
sala-studio del pittore (i mobili sono originali, si vede ancora la sua scrivania) che è stata letteralmente
riempita di riproduzioni fedeli delle sue opere più famose. Sempre al piano terra, vi è la sala da pranzo e la
cucina, un tempo luogo ad appannaggio forse quasi esclusivo della servitù domestica, dove si possono
ammirare i forni/piani cottura di un tempo e il padellame usato per cucinare. Al primo piano si trovano le
stanze da letto, i bagni e la stanzina del cucito della moglie Alice.
Sono le 14 e abbiamo decisamente fame...un veloce giro per i bistrot vicini alla Fondation Monet ci
convince a pranzare altrove: troppo caos, fila interminabile e costi altissimi. Proseguiamo dunque lungo il
percorso stabilito: guidiamo per km e km su stradine immerse in floridi campi di frumento e arriviamo a Les
Andelys, piccolo borgo collinare su un’ansa della Senna. Qui facciamo un pranzo-merenda in pasticceria
artigianale (la voglia di dolci ce la siamo proprio tolta tutta in Francia...)e visitiamo la cattedrale gotica di
Notre Dame des Andelys (foto)..è il primo incontro del viaggio con un edificio sacro in uno stile così diverso
da quelli delle chiese italiane, e ci lascia a bocca aperta: è un trionfo di rosoni adornati di vetrate
coloratissime, di guglie, archi, pinnacoli, gargoyles tutti diversi e dalle sembianze che rieccheggiano i
bestiari medievali. Nonostante ciò, la cattedrale all’interno è un po’spoglia. Un’altra cosa che spesso
noteremo durante il viaggio è che quasi tutti i tetti, sia delle chiese che degli edifici civili, sono in ardesia e
hanno una forma appuntita che serve a far scanalare bene la neve. Ci muoviamo pochi km fuori dal paese
per raggiungere un’altura da cui si ammira da un lato l’ansa della Senna in cui emerge una piccola isola
boscosa (foto) e il borgo di Les Andelys, dall’altro le antiche rovine dello Chateau Gaillard (foto), costruito
sul finire del XII secolo da Riccardo Cuor di Leone a presidio dei territori normanni. Del castello rimane in
piedi solo la prigione (foto) ma si può ancora apprezzare la pianta della costruzione e la locazione dei fossi.
Diamo uno sguardo all’orologio e, nonostante un po’ di stanchezza dovuta anche al vento che incessante ci
soffia contro, decidiamo di andare a Jumièges per visitare la sua abbazia diroccata: è una meta che abbiamo
deciso di visitare proprio all’ultimo prima di partire, e ci farebbe piacere vederla in serata piuttosto che
domani (vorremmo dedicare la prossima giornata interamente alla città di Rouen, in cui tra l’altro
passeremo questa nottata). Imposto il navigatore e partiamo: facciamo ancora un breve tratto della A13 a
pagamento, lambiamo Rouen e poi proseguiamo su una strada statale che costegga un’altra ansa della
Senna in direzione sud-ovest e attravers dei piccoli comuni (come Yainville) che ci lasciano sbigottiti per la
cura con cui è mantenuto il verde pubblico. Sono le 19:10 circa ed arriviamo a Jumièges: il sole ormai ha
sgomberato ogni nuvola e tramonta sereno. Nel villaggio non c’è in giro praticamente nessuno...Scopriamo
- ahimè - che l’abbazia non è piu visitabile da pochi minuti e riaprirà di nuovo domattina alle 9:30...non
sapevamo che ci fossero orari di visita né quali fossero: è il bello (o il brutto) dell’improvvisazione! Ci
sediamo dunque nella piccola brasserie “Pommes et Fraises”e ceniamo con una galette au sarasin, ossia al
grano saraceno (la prima del nostro viaggio e la prima di una lunga serie!), ammirando dai vetri il parco
dell’abbazia e le sue torri. Per concludere la serata, prima di sistemarci definitivamente nel BnB hotel che
abbiamo prenotato ai sobborghi di Rouen, ci va di gustare un sidro o una birra come si deve a Rouen...ho
già da tempo procurato l’indirizzo di un locale che fa al caso nostro: la “Boite à Bières”, di cui ho letto
ottime recensioni e dalla quale ci aspettiamo sidro artigianale e birre normanne. Torniamo quindi a Rouen
e troviamo – dopo un po’ di paziente ricerca – un parcheggio gratuito in centro. Arrivati, però, di fronte alla
birreria troviamo l’immancabile cartello “Chiuso per ferie fino al 6 agosto” :-Z e l’incazzatura monta!!!
Vabbè, dai, non è l’unico posto dove possiamo bere qualcosa a Rouen..infatti, cerchiamo un posticino poco
affollato non lontano dal Gros Horloge ed assaggiamo un sidro bretone dolce in bottiglietta (Loic Raison),
commerciale, ma sicuramente anni luce meglio dello Strongbow che ti propinano in Italia - dove è notorio
che la cultura del sidro non esiste. E’ ora di riposarsi: andiamo al BnB e facciamo il checkin, giusto in tempo
per evitare il nubifragio torrenziale che si abbatte su Rouen...non ho mai visto piovere così forte in vita
mia!!!