culturale buddhista - Casa delle Culture

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culturale buddhista - Casa delle Culture
LA PAGODA
Associazione socio-culturale buddhista - Onlus
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Trimestrale n° 1-2013 Anno XV
Il Comune di Bibbiena organizza
“I Venerdì di Bibbiena” una serie di quattro incontri sul tema
“Vivere meglio - un presente fatto di scelte”
Il primo avrà luogo venerdì 15 marzo alle ore 21 con il titolo: “Vivere
l’etica - Immaginazione, paura, creatività – L’esperienza buddhista”.
Sarà un confronto su scelte, motivazioni, priorità. L’occasione per porsi
‘davanti’a noi stessi con trasparenza affinchè altrettanto sia il nostro
agire. Conduce Rodolfo Savini, praticane yoga e meditazione, presidente
de La Pagoda
Il secondo avrà luogo venerdì 12 aprile ore 21: “Vivere la poesia. Una
finestra sul mondo” Conduce Bill Dodd, docente di Letteratura inglese e poeta
Bibbiena (AR) – Atelier ExpArt Via Borghi, 80 Centro storico – h. 21
Info: 3335279396 Rossana Farini [email protected]
Trimestrale monografico sull’IMMAGINAZIONE
Spunti di riflessione a margine dell’incontro su
Vivere l’etica – Immaginazione, paura, creatività
pag. 1
pag. 3
pag. 8
La fiaba, uno sguardo che accoglie tutto
di Chandra Livia Candiani
Una visualizzazione al femminile: Tara
di Carla Freccero – Istituto Lama Tzong Khapa
Le radici delle false immaginazioni
da: Il Cammino di mezzo di Nagarjuna (II sec. d.C.)
La fiaba, uno sguardo che accoglie tutto,
di Chandra Livia Candiani
proprio proprio tutto
da: Sogni del fiume, ediz. Biblioteca di Vivarium – 2002 – pp. 12-13
Da bambina, erano proprio questi miracoli del noto che mi rapivano nelle
fiabe e ne avrei voluti molti di più, avrei voluto che Cenerentola parlasse
con la cenere e la cenere le rispondesse, che il lupo sulla soglia di casa
della nonna si intrattenesse un po' con un grillo, che Pollicino parlasse
con gli uccelli della foresta, che il gioco tra sfondo e figure si facesse più
ampio e vario, in modo da non lasciar fuori scena nessuno, in modo da
non trattare nessun attimo come un attimo qualunque. Perché il bello
delle fiabe è che l'attimo magico è un attimo fino a un momento prima
assolutamente ordinario e il protagonista una qualunque comparsa,
finché...
Così, come accade spesso che chi scrive scriva quello che vorrebbe
leggere, nelle mie fiabe sono le creature minuscole a parlare, a
rivendicare una storia, a essere scelte da un destino.
Da piccola, facevo un gioco: vedere quante più cose insignificanti ci
fossero in una stanza o in una via o sul tram, proprio le più non viste, le
più niente di speciale e accoglierle tutte nello sguardo e sorridergli con
complicità. E credevo davvero che loro se ne accorgessero e ne
esultassero, tutti: paralumi di plastica, stracci per la povere, foglie di
cicoria in una crepa dell'asfalto, una forchetta, un pezzettino di giornale,
una macchia di ruggine su un lampione di periferia.
E tutti questi non-invitati li ho invitati nelle mie fiabe e li ho lasciati
parlare.
E soprattutto ho cercato di dare una storia a chi di solito storia non ha.
Una volta, ho scritto una
poesia che diceva:
non mi accorgevo
mentre mi parlavano
di grandi imprese della vita
che se ne stava andando la mia
quasi vergognosa intimidita
di essersi creduta in confidenza
con me seduta
come amica.
Ecco, mi succede spesso di ascoltare racconti di viaggi, di lavori, di
amori, di ribellioni, e di sentirmi piccolissima, di sentire di aver vissuto
sempre momento per momento e così di non aver mai incontrato niente di
davvero straordinario, tranne uno sguardo che accolga tutto, ma proprio
proprio tutto.
Così, può darsi che in una città tutta disumanamente umana, un usignolo
trovi posto per la sua malinconia e che incontri l'amore. O che una rosa
diventata atea divinamente risorga. O che qualcuno scopra che il silenzio
non è che un insieme di tutti i rumori, il loro sfondo e che non ha opposti.
Capita che una pattumiera sappia insegnare a entrare in confidenza con la
morte e che i suoi discepoli siano nòccioli di frutta, cartacce, fili, lische di
pesce. E succede che un uccello impari che si è a casa solo quando si
accettano le cose così come sono e non quando le si sogna diverse. Che
una musica scenda sulla terra per un bambino troppo strano e per esseri
che non conoscono più l'inutilità della gioia. E un cavallo alato impari
l'amore perdendo le strategie di fuga e accettando la morte. La sofferenza
e la solitudine di un bambino d'oro vengano ascoltate solo da un uomo
nero che odia tutto quello che è candido. E che una bambina impari a
pensare accettando di essere separata per sempre dal suo merlo, sepolto
sotto la neve.
Credo che siano tante fiabe di educazione sentimentale, immerse nel
fiume delle cose che continua incessante, ma non incurante, a scorrere.
Credo che siano fiabe che hanno ancora voglia di pronunciare parole
vecchissime come solitudine, dolore, gioia, amore, morte, e anche
albero, muro, pattumiera, tram.
Ma di una sola cosa sono sicura, sono fiabe che vogliono dire una cosa
sola: c'è posto per chiunque sulla terra, e anche sotto il mare e anche in
cielo e anche sottoterra. Nessuno, nessunissimo escluso. E ognuno è
assolutamente speciale, ognuno è unico, se non altro per se stesso. E ogni
attimo, ma proprio ogni attimo, si può scoprire di essere vivi (o morti) e
assaporare.
Si narra che il fiume
correndo verso il mare
racconti a se stesso delle fiabe
per farsi compagnia, e per aver meno paura
di quell’attimo in cui diventerà immenso
Una visualizzazione al femminile: Tara
di Carla Freccero – Istituto Lama Tzong Khapa
Tema svolto nell’ambito dell’incontro promosso a Firenze dal Tempio della Pace nel
2012
La pace si appoggia quindi sulle virtù, quelle che si dovrebbero
sviluppare sino al raggiungimento della perfezione in ognuna di esse,
In questa occasione, dovendo diciamo visualizzare la pace in un contesto
buddhista, vorrei darle un volto femminile e vorrei parlare di Tara.
Tara, il cui nome significa “la liberatrice”, è il nome che diamo
all'energia femminile liberata, senza costrizioni e repressioni, all'interno
della nostra mente, quella che tutti, uomini e donne possiedono. E'
l'energia che abbraccia, che accoglie, che accorre, rapida come un
fulmine, Ture “la rapida” è un suo attributo, al primo richiamo di aiuto.
E' una madre che guarda gli altri esseri come fossero i suoi figli, che
costantemente li aiuta, che li perdona. Non è tuttavia sempre pacifica ma
mostra anche aspetti irati.
E'corrucciata quando incontra le interferenze, quando vede i demoni della
nostra mente tenderci tranelli che ci ingannano e ci fanno cadere. Quando
Tara affronta i demoni, i difetti mentali che distruggono la nostra pace
mentale, l’egoismo e i suoi servitori come l'odio e la brama, l’orgoglio,
l’arroganza e l’invidia e l’avarizia, quando Tara li affronta è terribile. Il
suo sguardo incenerisce, il suo potere mentale terrorizza le interferenze
che fuggono disfatte. Anche in questo modo, con la sua attività irata,
Tara ci libera e riporta pace nella nostra mente.
C'è una storia che riguarda Tara, narrata da Tharanata, dalla cui fonte
proviene la principale tradizione del culto di Tara.
Tara era una principessa vissuta in un sistema solare precedente al nostro,
molti evi cosmici fa che si presentò al cospetto di un Buddha di nome
Suono del Tamburo per dedicargli offerte e cerimonie poiché era molto
devota al sentiero spirituale buddhista. Questo Buddha, come Guru
Buddha Shakyamuni, era seguito da moltissimi discepoli molti dei quali
avevano raggiunto alte realizzazioni.
La storia di “Luna di saggezza” – il femminile e il maschile
Anche Tara, Yeshe Dawa, Luna di saggezza era molto devota a questo
Buddha. Sin da piccola aveva manifestato una profonda predisposizione
per una vita di rinunziante e possedeva una mente eccelsa, lontana dai
desideri per la vita mondana, sempre tesa alla ricerca della crescita
interiore. Yeshe Dawa possedeva un grande potenziale, un grande talento
e lo aveva espresso abilmente cosicché dimostrava di avere
un’accumulazione grandissima di meriti. Per questa ragione alcuni dei
discepoli di Buddha Suono del Tamburo la contattarono e con un grande
rispetto le dissero: Sei una praticante potente e hai un’accumulazione
grandissima di meriti. Prega per orientare questi meriti affinché nella
tua prossima vita tu possa rinascere come uomo e con questa base fisica
maschile tu possa ottenere più velocemente l’illuminazione.
A questo punto la principessa rispose: Vi sono già molti esseri che
ottengono il risveglio nella forma maschile; non c’è bisogno di assumere
un corpo maschile per ottenere l’illuminazione e io lo dimostrerò poiché
raggiungerò il risveglio con questo stesso corpo femminile. Poi aggiunse:
Da un punto di vista ultimo, uomo e donna non sono che denominazioni
concettuali, basate su una forma impermanente. La mente illuminata è al
di là della forma ed è stolto chi si aggrappa a queste visioni limitate.
Tara afferma che l’energia universale illuminata è al di là della forma e
che maschile e femminile sono solo due aspetti impermanenti di un
unico sublime raggiungimento.
Conferma un ruolo del femminile di dignità piena e paritario rispetto al
ruolo maschile. In questo modo pacifica la confusione che spesso deriva
da un’interpretazione sbagliata dei ruoli e che crea disfunzioni, concetti
errati di subordinazione o arroganze concettuali e presupposti di
superiorità.
Tara afferma inoltre la compenetrazione di queste due energie, quella
femminile che possiede la ferma volontà e l’azione diretta e forte
dell’energia maschile e quella maschile che possiede il materno e
abbraccio e la tenerezza del femminile.
L’interpretazione errata dei ruoli e un atteggiamento profondo che crea
disarmonia, squilibrio e porta inevitabilmente verso il conflitto o
l’arroccarsi su posizioni estreme e fondamentaliste, atteggiamenti che
hanno insanguinato la storia.
La pace è quindi anche assimilazione, compenetrazione delle energie,
unione amorevole delle nostre forze latenti affinché esse possano
esprimersi pienamente senza repressione, unico presupposto alla sanità
mentale, al benessere, al risveglio della coscienza umanitaria
fondamentale, patrimonio della nostra condizione di esseri umani al
quale possiamo avere accesso.
Per indicare la sofferenza ciclica, che passa da esistenza in esistenza, a
causa del perpetuarsi dei difetti mentali di vita in vita o comunque la
sofferenza che incontriamo in questa vita nelle sue molteplici forme, nel
buddhismo si parla di samsara, il dilagare della sofferenza. Una
sofferenza che si placa solo quando se ne prende consapevolezza e
attraverso un metodo valido si comincia ad agire con gli antidoti.
Tara è l'antidoto eccellente.
La consapevolezza della nostra natura di Tara, di questa apertura
meravigliosa all’energia del maschile e del femminile dentro di noi, ci
permette di aprire il cuore e di fornire un sostegno a quella lucida
intelligenza saggia e penetrante che come un raggio laser brucia le catene
che ci legano al samsara.
I metodi che Tara usa risiedono nella saggezza universale e questa
saggezza è intuitiva dentro di noi. Tara ci insegna a farla emergere e ci
insegna a servircene. Uno dei mezzi che possiamo usare per far sbocciare
il fiore di loto sul quale Tara è assisa nella posizione di meditazione è
recitare il suo mantra. Recitare il mantra della divinità richiede,
all’interno dei tantra buddhisti, una necessaria iniziazione. Ma il mantra
di Tara che richiama il fulmineo intervento dell’eroina liberatrice è
permesso a tutti.
La visualizzazione di Tara
Immaginiamo Tara nello spazio di fronte a noi, seduta in posizione di
meditazione su un fiore di loto.
Possiamo immaginare, al cuore di Tara, Madre Maria o al cuore di Madre
Maria, Tara, due energie femminili sublimi e potenti, unite nel desiderio
di essere di beneficio agli altri.
La gamba destra è protesa verso l’esterno, pronta a venirci in aiuto.
Ha il volto bellissimo di una fanciulla adolescente, è vestita di sete
leggere e multicolori come un arcobaleno.
I gioielli che l’adornano sono splendenti e riflettono i raggi del sole e
della luna. Il suo corpo è fatto di luce.
I suoi occhi ci guardano e sono pieni di misericordia.
Dal suo cuore si emettono raggi di luce bianca che entrano nel nostro
corpo, lo riempiono di luce bianca, facendo uscire sotto forma di fumo
nero tutte le negatività, sofferenze, malattie fisiche e mentali. Il fumo
nero scompare nello spazio senza lasciare più traccia.
Immaginando Tara in questo modo nello spazio di fronte a noi all’altezza
della nostra fronte, cantiamo il suo mantra.
OM TARE TUTTARE TURE SOHA
‘O Liberatrice, O Liberatrice, grande Liberatrice,
ti prego liberami dalle otto paure’.
Attaccamento, rabbia, orgoglio, dubbio, invidia, odio, visioni distorte, avarizia
Le radici delle false immaginazioni
da: Il Cammino di mezzo (progressione della I° meditazione) - di
Nagarjuna (II sec. d.C)
Così, le false immaginazioni circa le cose materiali ecc., non possono
essere rimosse dalla mente con una mano, (…) bensì ciò è possibile in
virtù dell’eliminazione del seme del dubbio. E questo seme, per lo yogin
che sta esaminando con l’occhio della saggezza (…) svanisce come il
falso riconoscimento di un serpente in una corda. Così, in virtù
dell’eliminazione del seme del dubbio, può essere abbandonata
l’applicazione del pensiero sui segni delle cose materiali ecc., non
altrimenti. In altro modo, infatti, anche per uno yogin dotato dell’occhio
della saggezza, se non c’è la luce del samadhi (la profonda realizzazione
delle cose-così-come-sono), non può svanire il dubbio della “realtà” nei
confronti di cose materiali ecc., così come, per esempio, in un uomo che
si affacci su un pozzo buio, non avendo egli la possibilità di vedere, non
può svanire in lui il dubbio su vasi o altro che galleggino in esso. E a
causa della non cessazione del dubbio – come una persona che continui a
soffrire di cataratta – permane l’errato attaccamento alle false cose
materiali ecc., che non può essere rimosso da alcuno.
Perciò, calmata la mente con l’aiuto del samadhi, lo yogin può rimuovere
il seme delle false immaginazioni circa le cose materiali ecc. che sono
nella mente per mezzo dell’arma acutissima della saggezza. Restando
così, come alberi sradicati dal terreno, prive di radici, le false
immaginazioni non crescono più nella mente.
pp. 883-4 Rivelazione del Buddha 2° vol. Meridiani Mondadori
Iniziative dell’Associazione
Ci sono più occasioni per frequentare il Tempio de La Pagoda.
Il sabato mattina vi è un incontro di yoga e meditazione, il pomeriggio
una seduta di meditazione di consapevolezza – vipassana. Quando ricorre
la Luna nuova, si cena intorno a fuoco, quando quella piena si fa una
meditazione camminata nel bosco. Alla sera si può pernottare con
frugalità presso il Tempio.
La domenica mattina c’è un cammino consapevole tra boschi e prati, nel
pomeriggio meditazione.
Tre intensivi, ore 10.00-17.00, frammezzo il calendario del mese, uno di
yoga e meditazione, una di meditazione di consapevolezza, nonché una
intera giornata di meditazione camminata nel Casentino.
Per date e dettagli fare riferimento al sito www.lapagoda.org
o telefonare ai cell. 3772330988 o 3293715815
Il presente scritto è riservato ad uso privato dell’Associazione La
Pagoda – Onlus. Non è commerciabile. Non costituisce pubblicazione