culturale buddhista - Casa delle Culture
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LA PAGODA Associazione socio-culturale buddhista - Onlus Loc. Quercia Grossa, 33 Pieve a Socana - Rassina 52016 Castelfocognano www.lapagoda.org - [email protected] - c/c pt: n° 94381084 - cell. 3336890545 -3293715815 Trimestrale n° 1-2013 Anno XV Il Comune di Bibbiena organizza “I Venerdì di Bibbiena” una serie di quattro incontri sul tema “Vivere meglio - un presente fatto di scelte” Il primo avrà luogo venerdì 15 marzo alle ore 21 con il titolo: “Vivere l’etica - Immaginazione, paura, creatività – L’esperienza buddhista”. Sarà un confronto su scelte, motivazioni, priorità. L’occasione per porsi ‘davanti’a noi stessi con trasparenza affinchè altrettanto sia il nostro agire. Conduce Rodolfo Savini, praticane yoga e meditazione, presidente de La Pagoda Il secondo avrà luogo venerdì 12 aprile ore 21: “Vivere la poesia. Una finestra sul mondo” Conduce Bill Dodd, docente di Letteratura inglese e poeta Bibbiena (AR) – Atelier ExpArt Via Borghi, 80 Centro storico – h. 21 Info: 3335279396 Rossana Farini [email protected] Trimestrale monografico sull’IMMAGINAZIONE Spunti di riflessione a margine dell’incontro su Vivere l’etica – Immaginazione, paura, creatività pag. 1 pag. 3 pag. 8 La fiaba, uno sguardo che accoglie tutto di Chandra Livia Candiani Una visualizzazione al femminile: Tara di Carla Freccero – Istituto Lama Tzong Khapa Le radici delle false immaginazioni da: Il Cammino di mezzo di Nagarjuna (II sec. d.C.) La fiaba, uno sguardo che accoglie tutto, di Chandra Livia Candiani proprio proprio tutto da: Sogni del fiume, ediz. Biblioteca di Vivarium – 2002 – pp. 12-13 Da bambina, erano proprio questi miracoli del noto che mi rapivano nelle fiabe e ne avrei voluti molti di più, avrei voluto che Cenerentola parlasse con la cenere e la cenere le rispondesse, che il lupo sulla soglia di casa della nonna si intrattenesse un po' con un grillo, che Pollicino parlasse con gli uccelli della foresta, che il gioco tra sfondo e figure si facesse più ampio e vario, in modo da non lasciar fuori scena nessuno, in modo da non trattare nessun attimo come un attimo qualunque. Perché il bello delle fiabe è che l'attimo magico è un attimo fino a un momento prima assolutamente ordinario e il protagonista una qualunque comparsa, finché... Così, come accade spesso che chi scrive scriva quello che vorrebbe leggere, nelle mie fiabe sono le creature minuscole a parlare, a rivendicare una storia, a essere scelte da un destino. Da piccola, facevo un gioco: vedere quante più cose insignificanti ci fossero in una stanza o in una via o sul tram, proprio le più non viste, le più niente di speciale e accoglierle tutte nello sguardo e sorridergli con complicità. E credevo davvero che loro se ne accorgessero e ne esultassero, tutti: paralumi di plastica, stracci per la povere, foglie di cicoria in una crepa dell'asfalto, una forchetta, un pezzettino di giornale, una macchia di ruggine su un lampione di periferia. E tutti questi non-invitati li ho invitati nelle mie fiabe e li ho lasciati parlare. E soprattutto ho cercato di dare una storia a chi di solito storia non ha. Una volta, ho scritto una poesia che diceva: non mi accorgevo mentre mi parlavano di grandi imprese della vita che se ne stava andando la mia quasi vergognosa intimidita di essersi creduta in confidenza con me seduta come amica. Ecco, mi succede spesso di ascoltare racconti di viaggi, di lavori, di amori, di ribellioni, e di sentirmi piccolissima, di sentire di aver vissuto sempre momento per momento e così di non aver mai incontrato niente di davvero straordinario, tranne uno sguardo che accolga tutto, ma proprio proprio tutto. Così, può darsi che in una città tutta disumanamente umana, un usignolo trovi posto per la sua malinconia e che incontri l'amore. O che una rosa diventata atea divinamente risorga. O che qualcuno scopra che il silenzio non è che un insieme di tutti i rumori, il loro sfondo e che non ha opposti. Capita che una pattumiera sappia insegnare a entrare in confidenza con la morte e che i suoi discepoli siano nòccioli di frutta, cartacce, fili, lische di pesce. E succede che un uccello impari che si è a casa solo quando si accettano le cose così come sono e non quando le si sogna diverse. Che una musica scenda sulla terra per un bambino troppo strano e per esseri che non conoscono più l'inutilità della gioia. E un cavallo alato impari l'amore perdendo le strategie di fuga e accettando la morte. La sofferenza e la solitudine di un bambino d'oro vengano ascoltate solo da un uomo nero che odia tutto quello che è candido. E che una bambina impari a pensare accettando di essere separata per sempre dal suo merlo, sepolto sotto la neve. Credo che siano tante fiabe di educazione sentimentale, immerse nel fiume delle cose che continua incessante, ma non incurante, a scorrere. Credo che siano fiabe che hanno ancora voglia di pronunciare parole vecchissime come solitudine, dolore, gioia, amore, morte, e anche albero, muro, pattumiera, tram. Ma di una sola cosa sono sicura, sono fiabe che vogliono dire una cosa sola: c'è posto per chiunque sulla terra, e anche sotto il mare e anche in cielo e anche sottoterra. Nessuno, nessunissimo escluso. E ognuno è assolutamente speciale, ognuno è unico, se non altro per se stesso. E ogni attimo, ma proprio ogni attimo, si può scoprire di essere vivi (o morti) e assaporare. Si narra che il fiume correndo verso il mare racconti a se stesso delle fiabe per farsi compagnia, e per aver meno paura di quell’attimo in cui diventerà immenso Una visualizzazione al femminile: Tara di Carla Freccero – Istituto Lama Tzong Khapa Tema svolto nell’ambito dell’incontro promosso a Firenze dal Tempio della Pace nel 2012 La pace si appoggia quindi sulle virtù, quelle che si dovrebbero sviluppare sino al raggiungimento della perfezione in ognuna di esse, In questa occasione, dovendo diciamo visualizzare la pace in un contesto buddhista, vorrei darle un volto femminile e vorrei parlare di Tara. Tara, il cui nome significa “la liberatrice”, è il nome che diamo all'energia femminile liberata, senza costrizioni e repressioni, all'interno della nostra mente, quella che tutti, uomini e donne possiedono. E' l'energia che abbraccia, che accoglie, che accorre, rapida come un fulmine, Ture “la rapida” è un suo attributo, al primo richiamo di aiuto. E' una madre che guarda gli altri esseri come fossero i suoi figli, che costantemente li aiuta, che li perdona. Non è tuttavia sempre pacifica ma mostra anche aspetti irati. E'corrucciata quando incontra le interferenze, quando vede i demoni della nostra mente tenderci tranelli che ci ingannano e ci fanno cadere. Quando Tara affronta i demoni, i difetti mentali che distruggono la nostra pace mentale, l’egoismo e i suoi servitori come l'odio e la brama, l’orgoglio, l’arroganza e l’invidia e l’avarizia, quando Tara li affronta è terribile. Il suo sguardo incenerisce, il suo potere mentale terrorizza le interferenze che fuggono disfatte. Anche in questo modo, con la sua attività irata, Tara ci libera e riporta pace nella nostra mente. C'è una storia che riguarda Tara, narrata da Tharanata, dalla cui fonte proviene la principale tradizione del culto di Tara. Tara era una principessa vissuta in un sistema solare precedente al nostro, molti evi cosmici fa che si presentò al cospetto di un Buddha di nome Suono del Tamburo per dedicargli offerte e cerimonie poiché era molto devota al sentiero spirituale buddhista. Questo Buddha, come Guru Buddha Shakyamuni, era seguito da moltissimi discepoli molti dei quali avevano raggiunto alte realizzazioni. La storia di “Luna di saggezza” – il femminile e il maschile Anche Tara, Yeshe Dawa, Luna di saggezza era molto devota a questo Buddha. Sin da piccola aveva manifestato una profonda predisposizione per una vita di rinunziante e possedeva una mente eccelsa, lontana dai desideri per la vita mondana, sempre tesa alla ricerca della crescita interiore. Yeshe Dawa possedeva un grande potenziale, un grande talento e lo aveva espresso abilmente cosicché dimostrava di avere un’accumulazione grandissima di meriti. Per questa ragione alcuni dei discepoli di Buddha Suono del Tamburo la contattarono e con un grande rispetto le dissero: Sei una praticante potente e hai un’accumulazione grandissima di meriti. Prega per orientare questi meriti affinché nella tua prossima vita tu possa rinascere come uomo e con questa base fisica maschile tu possa ottenere più velocemente l’illuminazione. A questo punto la principessa rispose: Vi sono già molti esseri che ottengono il risveglio nella forma maschile; non c’è bisogno di assumere un corpo maschile per ottenere l’illuminazione e io lo dimostrerò poiché raggiungerò il risveglio con questo stesso corpo femminile. Poi aggiunse: Da un punto di vista ultimo, uomo e donna non sono che denominazioni concettuali, basate su una forma impermanente. La mente illuminata è al di là della forma ed è stolto chi si aggrappa a queste visioni limitate. Tara afferma che l’energia universale illuminata è al di là della forma e che maschile e femminile sono solo due aspetti impermanenti di un unico sublime raggiungimento. Conferma un ruolo del femminile di dignità piena e paritario rispetto al ruolo maschile. In questo modo pacifica la confusione che spesso deriva da un’interpretazione sbagliata dei ruoli e che crea disfunzioni, concetti errati di subordinazione o arroganze concettuali e presupposti di superiorità. Tara afferma inoltre la compenetrazione di queste due energie, quella femminile che possiede la ferma volontà e l’azione diretta e forte dell’energia maschile e quella maschile che possiede il materno e abbraccio e la tenerezza del femminile. L’interpretazione errata dei ruoli e un atteggiamento profondo che crea disarmonia, squilibrio e porta inevitabilmente verso il conflitto o l’arroccarsi su posizioni estreme e fondamentaliste, atteggiamenti che hanno insanguinato la storia. La pace è quindi anche assimilazione, compenetrazione delle energie, unione amorevole delle nostre forze latenti affinché esse possano esprimersi pienamente senza repressione, unico presupposto alla sanità mentale, al benessere, al risveglio della coscienza umanitaria fondamentale, patrimonio della nostra condizione di esseri umani al quale possiamo avere accesso. Per indicare la sofferenza ciclica, che passa da esistenza in esistenza, a causa del perpetuarsi dei difetti mentali di vita in vita o comunque la sofferenza che incontriamo in questa vita nelle sue molteplici forme, nel buddhismo si parla di samsara, il dilagare della sofferenza. Una sofferenza che si placa solo quando se ne prende consapevolezza e attraverso un metodo valido si comincia ad agire con gli antidoti. Tara è l'antidoto eccellente. La consapevolezza della nostra natura di Tara, di questa apertura meravigliosa all’energia del maschile e del femminile dentro di noi, ci permette di aprire il cuore e di fornire un sostegno a quella lucida intelligenza saggia e penetrante che come un raggio laser brucia le catene che ci legano al samsara. I metodi che Tara usa risiedono nella saggezza universale e questa saggezza è intuitiva dentro di noi. Tara ci insegna a farla emergere e ci insegna a servircene. Uno dei mezzi che possiamo usare per far sbocciare il fiore di loto sul quale Tara è assisa nella posizione di meditazione è recitare il suo mantra. Recitare il mantra della divinità richiede, all’interno dei tantra buddhisti, una necessaria iniziazione. Ma il mantra di Tara che richiama il fulmineo intervento dell’eroina liberatrice è permesso a tutti. La visualizzazione di Tara Immaginiamo Tara nello spazio di fronte a noi, seduta in posizione di meditazione su un fiore di loto. Possiamo immaginare, al cuore di Tara, Madre Maria o al cuore di Madre Maria, Tara, due energie femminili sublimi e potenti, unite nel desiderio di essere di beneficio agli altri. La gamba destra è protesa verso l’esterno, pronta a venirci in aiuto. Ha il volto bellissimo di una fanciulla adolescente, è vestita di sete leggere e multicolori come un arcobaleno. I gioielli che l’adornano sono splendenti e riflettono i raggi del sole e della luna. Il suo corpo è fatto di luce. I suoi occhi ci guardano e sono pieni di misericordia. Dal suo cuore si emettono raggi di luce bianca che entrano nel nostro corpo, lo riempiono di luce bianca, facendo uscire sotto forma di fumo nero tutte le negatività, sofferenze, malattie fisiche e mentali. Il fumo nero scompare nello spazio senza lasciare più traccia. Immaginando Tara in questo modo nello spazio di fronte a noi all’altezza della nostra fronte, cantiamo il suo mantra. OM TARE TUTTARE TURE SOHA ‘O Liberatrice, O Liberatrice, grande Liberatrice, ti prego liberami dalle otto paure’. Attaccamento, rabbia, orgoglio, dubbio, invidia, odio, visioni distorte, avarizia Le radici delle false immaginazioni da: Il Cammino di mezzo (progressione della I° meditazione) - di Nagarjuna (II sec. d.C) Così, le false immaginazioni circa le cose materiali ecc., non possono essere rimosse dalla mente con una mano, (…) bensì ciò è possibile in virtù dell’eliminazione del seme del dubbio. E questo seme, per lo yogin che sta esaminando con l’occhio della saggezza (…) svanisce come il falso riconoscimento di un serpente in una corda. Così, in virtù dell’eliminazione del seme del dubbio, può essere abbandonata l’applicazione del pensiero sui segni delle cose materiali ecc., non altrimenti. In altro modo, infatti, anche per uno yogin dotato dell’occhio della saggezza, se non c’è la luce del samadhi (la profonda realizzazione delle cose-così-come-sono), non può svanire il dubbio della “realtà” nei confronti di cose materiali ecc., così come, per esempio, in un uomo che si affacci su un pozzo buio, non avendo egli la possibilità di vedere, non può svanire in lui il dubbio su vasi o altro che galleggino in esso. E a causa della non cessazione del dubbio – come una persona che continui a soffrire di cataratta – permane l’errato attaccamento alle false cose materiali ecc., che non può essere rimosso da alcuno. Perciò, calmata la mente con l’aiuto del samadhi, lo yogin può rimuovere il seme delle false immaginazioni circa le cose materiali ecc. che sono nella mente per mezzo dell’arma acutissima della saggezza. Restando così, come alberi sradicati dal terreno, prive di radici, le false immaginazioni non crescono più nella mente. pp. 883-4 Rivelazione del Buddha 2° vol. Meridiani Mondadori Iniziative dell’Associazione Ci sono più occasioni per frequentare il Tempio de La Pagoda. Il sabato mattina vi è un incontro di yoga e meditazione, il pomeriggio una seduta di meditazione di consapevolezza – vipassana. Quando ricorre la Luna nuova, si cena intorno a fuoco, quando quella piena si fa una meditazione camminata nel bosco. Alla sera si può pernottare con frugalità presso il Tempio. La domenica mattina c’è un cammino consapevole tra boschi e prati, nel pomeriggio meditazione. Tre intensivi, ore 10.00-17.00, frammezzo il calendario del mese, uno di yoga e meditazione, una di meditazione di consapevolezza, nonché una intera giornata di meditazione camminata nel Casentino. Per date e dettagli fare riferimento al sito www.lapagoda.org o telefonare ai cell. 3772330988 o 3293715815 Il presente scritto è riservato ad uso privato dell’Associazione La Pagoda – Onlus. Non è commerciabile. Non costituisce pubblicazione