Frederic Barnett - Studio Castellucci
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Frederic Barnett - Studio Castellucci
L’INFORMATORE ENDODONTICO Estratto dal Vol. 7 n° 1, 2004 Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati FREDERIC BARNETT, DDS IL TRIDENTE EDIZIONI ODONTOIATRICHE Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati Frederic Barnett, DDS E’ dimostrato che la grande maggioranza dei traumi dentali a carico dei denti permanenti avviene in circa il 10-35% della popolazione mondiale.1-9 Questi reperti sono basati su studi retrospettivi, su studi clinici trasversali dove sono stati notati segni di traumi dentali precedenti e su studi prospettici dove la popolazione è stata seguita per un periodo particolare di tempo. La terapia endodontica è richiesta quando il dente traumatizzato mostra i segni e sintomi della necrosi pulpare e le sue sequele (arresto dello sviluppo dentale, infezione del canale radicolare con periodontite periradicolare, formazione di una fistola, riassorbimento radicolare infiammatorio esterno e sintomi clinici). La necrosi pulpare è la complicazione più comune a seguito di traumi dentali che comportino la loro lussazione.10-19 Lo sviluppo della necrosi pulpare dopo traumi ai denti permanenti è stata dimostrata esistere in percentuali variabili dallo 0 al 100%. (Tab. 1 e 2).10-19 Sembra che i due fattori più significativi nello sviluppo della necrosi pulpare, siano il grado di sviluppo del dente al momento del trauma e il tipo e la severità del trauma stesso.17 Lo sviluppo della necrosi pulpare successiva al trauma è stata dimostrata avvenire molto più frequentemente in denti con sviluppo radicolare completo piuttosto che in denti immaturi con forame apicale aperto.10-19 Si presume che i denti incompletamente sviluppati con forami apicali aperti sopportino un certo dislocamento dell’apice radicolare come risultato del trauma, senza soffrire di un’interruzione irreversibile dell’apporto sanguigno ai tessuti pulpari. Inoltre, la rivascolarizzazione pulpare (neovascolarizzazione o anastomosi), può avvenire in denti immaturi, aumentando così l’incidenza della sopravvivenza pulpare.20-27 Andreasen e Vestergaard-Pederson, 17 hanno seguito 400 pazienti con 637 denti lussati per un periodo superiore ai 10 anni. I denti traumatizzati sono stati classificati secondo la classificazione dei traumi con lussazione della World Health Organization (concussione, sublussazione, lussazione laterale e intrusione) e anche secondo il grado di sviluppo radicolare secondo Moorrees e coll.28 Lo sviluppo radicolare incompleto veniva definito come arresto da un quarto della intera lunghezza radicolare fino al raggiungimento della lunghezza totale, con un apice completamente aperto o aperto per metà. Lo sviluppo radicolare completo era caratterizzato da una radice che aveva raggiunto la sua completa lunghezza con un apice chiuso. La diagnosi clinica di necrosi pulpare veniva fatta quando c’era mancanza di sensibilità alla stimolazione elettrica e almeno un segno addizionale, come ad esempio uno scolorimento grigio della struttura dentale coronale, o una radiotrasparenza Tabella 1 Incidenza della necrosi pulpare successiva a trauma Autore Pag. - 34 n° di denti Polpa necrotica (%) Skieller (1960) 107 41 Andreasen (1979) 189 52 Rock et al. (1974) 200 38 Andreasen et al. (1985) 637 24 L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 1 2004 Tabella 2 Incidenza della necrosi pulpare in funzione del grado di sviluppo radicolare e del tipo di trauma n° di denti Polpa necrotica (%) Autore Apice aperto 58 0 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 120 4 Andreasen et al. (1985) Apice aperto 130 0 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 93 15 Andreasen et al. (1985) Concussione Sublussazione Lussazione estrusiva Apice aperto 33 9 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 20 55 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 88 64 Andreasen (1970) Apice chiuso 52 98 Dumsha & Hovland (1982) Apice aperto 34 9 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 88 77 Andreasen et al. (1985) Lussazione laterale Lussazione intrusiva Apice aperto 24 63 Andreasen et al. (1985) Apice chiuso 37 100 Andreasen et al. (1985) periapicale, o dolore spontaneo, o sensibilità alla percussione. Tuttavia, è stato anche visto che la mancanza di sensibilità allo stimolo elettrico o allo stimolo termico, lo sviluppo di radiotrasparenze apicali di piccoli diametri (lesione apicale transitoria), la pigmentazione grigia e un certo grado di riassorbimento, possono tutti essere segni transitori in una piccola percentuale di casi.14,17,29 Pertanto questi reperti clinici e radiografici talvolta possono non essere tipici della necrosi pulpare e dell’infezione, in quanto in tali casi è stato dimostrato la riparazione spontanea e la guarigione dei tessuti pulpari.14,17,29 Questi reperti contraddittori sono ben conosciuti e d’altra parte dimostrano il fatto che confermare la diagnosi di necrosi pulpare, specialmente in denti immaturi, può essere difficile e talvolta può trarre in inganno. Alcuni studiosi, hanno messo a punto una metodica (Laser Doppler flowmetry) per studiare l’ irrorazione sanguigna nei tessuti.30 Mentre molti denti traumatizzati non danno risposte agli stimoli elettrici o termici per alcuni mesi dopo il trauma,10,14,15,17 d’altra parte molti di questi denti possono ancora avere un certo grado di circolazione sanguigna all’interno dei tessuti pulpari.31-34 La Laser Doppler flowmetry rimane una tecnologia relativamente nuova, che sta cominciando ad emergere nel campo della traumatologia dentale e sembra essere di grandissimo aiuto nel porre Pag. - 35 PROFILO DELL’AUTORE. Il Dr. Barnett è professore associato di Endodonzia all’Albert Einstein Medical Center di Philadelphia e esercita la professione limitatamente all’Endodonzia a West Chester, Pennsylvania. Ha tenuto corsi e pubblicato articoli a livello internazionale su Infezioni Endodontiche, Traumatologia Dentale e Trattamenti Endodontici Contemporanei. Il Dr. Barnett ha fatto parte dell’Advisory Board dell’“Endodontic & Dental Traumatology Journal” e si occupa della sezione “Current Literature”del Journal of Endodontics. una definitiva diagnosi nel caso di denti traumatizzati che non rispondono ai normali testi vitalità. Sopravvivenza pulpare a seguito di lussazioni Concussione e sublussazione Questi traumi non sono associati al dislocamento del dente al di fuori del suo alveolo. La concussione consiste in un trauma alle strutture di supporto del dente senza che il dente traumatizzato perda di stabilità. La sua principale caratteristica è rappresentata dalla marcata reazione alla percussione. La sublussazione rappresenta un trauma più severo in quanto è accompagnato da una perdita di stabilità del dente a causa della lacerazione di alcune fibre del legamento parodontale. La sensibilità alla percussione, una leggera mobilità orizzontale e il sanguinamento dal solco gengivale, sono tutti segni solitamente presenti. Il fascio vascolo-nervoso del tessuto pulpare solitamente rimane intatto e la stragrande maggioranza di questi denti che hanno subito questo tipo di trauma rimane vitale.15,17,20 Infatti, l’incidenza di necrosi pulpare conseguente a concussione e sublussazione in denti con apice immaturo è stata vista essere dello zero %, mentre in denti con apice maturo in percentuale variabile dal 4 al 15%.17 Lussazione estrusiva. Questo tipo di trauma rappresenta un dislocamento parziale del dente al di fuori del suo alveolo in direzione assiale. In questi casi si ha una completa lacerazione delle fibre del legamento parodontale e uno stiramento o interruzione del fascio vascolo-nervoso, a seconda del grado del dislocamento della corona. Il dente apparirà estruso ed è sempre accompagnato dal sanguinamento Pag. - 36 dei tessuti gengivali. L’incidenza della necrosi pulpare a seguito della lussazione estrusiva in denti con apice immaturo è stata vista essere intorno al 9%.17 Nei denti con apice maturo Andreasen 12 e Vestergaard-Pederson 17 hanno visto che l’incidenza della necrosi pulpare è rispettivamente del 55 e del 64%. Tuttavia gli autori Dumsha e Hovland 16 hanno dimostrato un’incidenza significativamente più alta di necrosi pulpare (98%) nei traumi con lussazione estrusiva. Nel loro studio l’incidenza più alta di necrosi pulpare può essere spiegata dal fatto che essi studiavano una popolazione di pazienti più anziani (l’età media era di 20 anni) che avevano subito traumi più severi. I loro reperti confermano l’ipotesi che le polpe di denti con apice maturo (con forami apicali chiusi) che hanno subito un’interruzione traumatica dell’apporto sanguigno non c’è da aspettarsi che restino vitali.15,21-24 Lussazione laterale Questo trauma consiste in un dislocamento eccentrico del dente al di fuori del suo alveolo ed è di solito accompagnato dalla frattura dell’osso alveolare. L’apice radicolare viene spesso ad essere dislocato attraverso l’osso corticale vestibolare, rendendo talvolta difficile il riposizionamento del dente stesso. A causa della natura eccentrica delle forze traumatiche si ha rottura e compressione delle fibre del legamento parodontale e sezionamento dell’apporto vascolo-nervoso al tessuto pulpare.12,17 L’incidenza della necrosi pulpare dopo lussazione laterale in denti con apice immaturo è stata vista essere del 9%, mentre è stata dimostrata nel 77% dei casi nei denti con apici chiusi.17 I reperti di Dumsha e Hovland,16 citati prima, necessitano di essere considerati anche nel caso della lussazione laterale. In altre parole, nel L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 1 caso dei denti completamente sviluppati ed apici chiusi, un trauma da moderato a severo potrà sezionare completamente il fascio vascolare del tessuto pulpare e le possibilità di avere una rivascolarizzazione appaiono essere minime.15,16,18,21-14 Lussazione intrusiva La lussazione intrusiva rappresenta il dislocamento apicale del dente all’interno del suo alveolo. Questo trauma è accompagnato dalla compressione o dalla frattura dell’osso alveolare. C’è una notevole compressione delle fibre dei legamento parodontale con rottura e interruzione del fascio vascolare del tessuto pulpare. La lussazione intrusiva rappresenta il trauma più severo per le fibre del legamento parodontale, per la superficie radicolare e per i tessuti pulpari e le conseguenze più comuni sono rappresentate dal riassorbimento radicolare, dall’anchilosi e dalla necrosi pulpare.12,17 L’incidenza della necrosi pulpare per intrusione di denti con apice aperto è stata vista essere compresa tra 63 e 68%,12,17 mentre avviene nel 100% dei denti con apice maturo.17 Trattamento endodontico Come è stato detto in precedenza, la conferma della diagnosi della necrosi pulpare successiva al trauma dentale può talvolta essere difficile, soprattutto nel caso di denti non completamente sviluppati. Tuttavia il tipo e la severità del trauma e il grado di formazione della radice possono far prevedere l’instaurarsi della necrosi pulpare.12,17 In mancanza della Laser Doppler flowmetry, le valutazioni cliniche e radiografiche sono gli unici mezzi per far diagnosi di necrosi pulpare e quindi della necessità di una terapia endodontica. La necrosi pulpare deve essere sospettata quando si ha l’arresto dello sviluppo radicolare nei denti immaturi traumatizzati. Tuttavia, in assenza di patologia periradicolare, di riassorbimento radicolare infiammatorio e di segni o sintomi clinici, si può avere la rivascolarizzazione del tessuto pulpare, per cui la terapia endodontica diventa controindicata.15,17,20,29 Questi denti devono essere controllati nel tempo, avendo un ben preciso schema di richiami; per esempio, ogni tre settimane per i primi tre mesi, poi ogni tre mesi per il resto del primo anno e poi ogni sei mesi per i successivi quattro anni. Inoltre, la necrosi pulpare con infezione del canale radicolare deve essere sospettata quando si sviluppa una radiotrasparenza periradicolare, o un riassorbimento radicolare infiammatorio esterno, quando si forma una fistola, quando si ha dolore alla percussione, quando si ha mobilità dopo un iniziale periodo di guarigione. La presenza di infezione all’interno del canale radicolare richiede l’intervento endodontico immediato, in quanto il riassorbimento radicolare infiammatorio progressivo può distruggere significativamente l’integrità del dente in un periodo di tempo relativamente breve (Fig. 1). Nel caso del dente con sviluppo incompleto e l’apice aperto nel quale è stato diagnosticata la necrosi pulpare, hanno dimostrato che l’intervento di apecificazione dà risultati costanti e di grande successo.35-44 L’apecificazione è una metodica che porta alla chiusura apicale dell’apice radicolare con la formazione di una barriera di tessuto duro. Questa barriera mineralizzata è stata descritta come costituita da tessuto tipo osteodentina 45,46 o da un tessuto duro tipo cemento radicolare (Fig. 2).15,36,47 I canali radicolari aperti o con pareti divergenti comportano numerose difficoltà per quanto riguarda l’esecuzione di una corretta terapia endodontica. I canali infatti hanno dimostrato di essere 2004 Figura 1 Radiografia di un incisivo traumatizzato non trattato, dopo 6 mesi dal trauma. E’ evidente un grave riassorbimento infiammatorio esterno. 1 Pag. - 37 Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati Figura 2 La sezione istologica mostra l’apice radicolare dopo terapia di apecificazione con idrossido di calcio. L’apice immaturo è chiuso da una barriera di tessuto duro tipo cemento (Per concessione del Prof. Leif Tronstad). Figura 3 Radiografia di un premolare estratto con una barriera di tessuto duro formatasi coronalmente all’apice (radiografico). 3 Pag. - 38 2 piuttosto difficili da detergere interamente, disinfettare e quindi otturare.38,48 Allo scopo di indurre la formazione di una barriera di tessuto duro a livello dell’apice radicolare sono stati utilizzati e proposti numerosi materiali. Questi comprendono paste di ossido di zinco combinate con cresolo e iodoformio,49 paste poliantibiotiche,50,51 gel di collagene e fosfato di calcio 52 e fosfato tricalcico.53 Da quando è stato introdotto l’utilizzo dell’idrossido di calcio nel trattamento dei denti con polpa necrotica ad apice immaturo,35,54 sono stati dimostrati risultati favorevoli in maniera routinaria (Tabb. 3 e 4).Pertanto, l’idrossido di calcio sembra essere il medicamento più comunemente usato allo scopo di indurre la chiusura apicale in denti permanenti immaturi con polpa necrotica. Studi clinici e sperimentali hanno dimostrato che l’idrossido di calcio stimola la guarigione periradicolare,37,38,41,42 elimina la microflora batterica del canale radicolare,55-57 arresta il riassorbimento radicolare infiammatorio,15,41,58-62 e sti- mola formazione di una barriera di tessuto duro nella regione apicale, contro la quale può essere condensato il materiale da otturazione.15,35,44 La frequenza con cui si ha la guarigione dei tessuti periradicolari in denti immaturi con polpa necrotica dopo terapia con idrossido di calcio può essere letta dalla Tabella 3. La guarigione dei tessuti periradicolari è stato visto dipendere dall’eliminazione dei batteri dall’interno del sistema dei canali radicolari.56,63 Pertanto, l’effetto antimicrobico dell’idrossido di calcio è stato dimostrato essere eccellente. Inoltre, l’idrossido di calcio aiuta nella detersione del sistema dei canali radicolari, in quanto aiuta nella digestione dei residui tessutali necrotici.64-66 La barriera di tessuto duro che si sviluppa dopo la terapia di apecificazione è stato visto verificarsi sia a livello apicale sia a un livello coronale rispetto all’apice radicolare (Fig. 3). Finucane e Kinirons 43 hanno dimostrato che la barriera si formava all’apice in 28 su 44 denti (64%) e si formava in una zona più L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 1 Tabella 3 Guarigione periradicolare successiva ad apecificazione con idrossido di calcio Autore n° di denti Guarigione (%) Cvek (1972) 55 96 Kerekes et al. (1980) 66 94 Cvek (1992) 328 96 coronale rispetto all’apice in 16 su 44 denti (36%) nel loro studio clinico. La Tabella 4 mostra anche che è stato studiato il tempo richiesto per la formazione della barriera apicale. In letteratura sono riportati periodi di tempo variabili dai 3 ai 18 mesi,36-40,43 tuttavia studi più recenti hanno dimostrato che la barriera completa si forma in un periodo variabile da 3 a 11 mesi.36,40,43,44,79 I canali radicolari con pareti divergenti sembrano richiedere un tempo maggiore, se paragonati ai canali radicolari con pareti parallele.43 Procedure cliniche Denti immaturi con apici aperti Dopo un completo esame clinico e radiografico e la conferma della necrosi pulpare, è necessario isolare il dente con la diga di gomma. Il dente, la diga e l’uncino devono quindi essere disinfettati con clorexidina o tintura di iodio.37 Dopo aver somministrato l’anestesia locale, si esegue una corretta cavità d’accesso. Si deve porre attenzione nella rimozione della costrizione cervicale di dentina che esiste apicalmente al cingolo, in quanto ciò consentirà un migliore accesso alle pareti canalari. Il tessuto necrotico può essere inizialmente rimosso utilizzando dei tiranervi, o delle lime di Hedstroem. Come è stato già detto, la completa detersione può essere abbastanza difficoltosa a causa della ampiezza dello spazio del canale radicolare e della sottigliezza delle pareti dentinali.37,38,46 Un’abbondante irrigazione con l’ipoclorito di sodio allo 0,5-1%, aiuterà la iniziale detersione del sistema dei canali radicolari. Se nella porzione apicale del Tabella 4 Formazione di tessuto duro successiva ad apecificazione con idrossido di calcio Autore n° di denti Formazione barriera (%) Tempo (mesi) Cvek (1972) 55 96 18 Ghose et al. (1987) 51 96 3-10 Mackie et al. (1988) 112 96 10 Kleier & Barr (1991) 48 100 7.6 Mackie et al. (1993) 38 100 5-7 Finucane & Kinirons (199) (p) 34 100 7.8 Finucane & Kinirons (199) (d) 10 100 11 (p): parallel-walled canals; (d): divergent-wlled canals. Pag. - 39 2004 Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati canale radicolare si incontra la presenza di tessuto ancora vitale, se possibile questo deve essere mantenuto tale, in quanto questo tessuto può migliorare la qualità e la velocità di formazione della barriera apicale, così come può anche consentire un aumento di lunghezza della radice.37 Si stabilisce quindi la lunghezza di lavoro entro un millimetro rispetto all’apice radiografico (Fig. 4).37,40 La detersione viene completata utilizzando strumenti sonici o ultrasonici o con le lime di Hedstroem utilizzate con movimenti delicati, dopodiché il canale viene nuovamente irrigato con ipoclorito di sodio. Dopo aver asciugato il canale radicolare con punte di carta sterili, il canale viene quindi riempito con una pasta di idrossido di calcio, preferibilmente priva di solfato di bario, utilizzando apposite siringhe, spirali di Lentulo, plugger manuali, compattatori rotanti o paste di idrossido di calcio pronte disponibili in commercio. Si preferisce riempire il 4 Figura 4 Misurazione della lunghezza di lavoro in un incisivo immaturo con apice aperto. Figura 5 La radiografia mostra l’aspetto dello spazio canalare prima e dopo il posizionamento dell’idrossido di calcio. Una volta introdotto in maniera corretta, la radiopacità dell’idrossido di calcio dà al lume canalare la stessa radiopacità della dentina circostante. Il lume canalare sembra “sparire” radiograficamente. Pag. - 40 5 canale per tutta la lunghezza di lavoro, ma questo non sempre è possibile, in quanto dipende dalla quantità di tessuto rimasto aderente all’interno del canale radicolare o dal persistente essudato. La cavità d’accesso viene quindi adeguatamente sigillata per prevenire l’infiltrazione coronale, utilizzando un cemento a base di ossido di zinco-eugenolo, o un cemento vetroionomero o della resina composita. Si scatta quindi una radiografia post-operatoria e si controlla la completezza e la densità dell’otturazione eseguita con l’idrossido di calcio. Se il canale è adeguatamente riempito con l’idrossido di calcio, radiograficamente sembrerà obliterato, in quanto l’idrossido di calcio puro ha la stessa radiopacità della dentina (Fig. 5). Se alla prima visita non è stato possibile ottenere un canale asciutto o se la qualità dell’otturazione con l’idrossido di calcio non era corretta a causa del tessuto pulpare rimasto aderente alle pareti canalari, dopo tre-quattro settimane si deve ripetere la procedura per ottenere un miglior contatto fra materiale e tessuto. Al successivo appuntamento sarà più facile ottenere un canale deterso e asciutto, in quanto le azioni digestiva e antimicrobica dell’idrossido di calcio avranno avuto il loro effetto. Successivamente si esegue una radiografia di controllo dopo tre mesi e si valuta il grado di guarigione dei tessuti periradicolari e l’eventuale riassorbimento della pasta di idrossido di calcio dall’interno del canale. Deve anche essere controllata l’integrità del sigillo coronale. Se l’otturazione con idrossido di calcio si è parzialmente riassorbita nella metà apicale del canale radicolare, deve essere rinnovata con una pasta più densa. Se l’idrossido di calcio sembra essere radiograficamente ancora intatto, il paziente può essere rivisto dopo altri tre mesi. Si continua così finché non si L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 1 è avuta la riparazione dei tessuti periradicolari e la formazione all’apice di una barriera completa di tessuto duro. In alternativa, Finucane e Kinirons 43 e Kinirons e coll.44 hanno dimostrato che la barriera di tessuto duro si forma in maniera più rapida quando la pasta di idrossido di calcio veniva cambiata più frequentemente che ogni tre mesi. La formazione della barriera apicale viene confermata clinicamente utilizzando una lima manuale di piccolo diametro per dimostrare la sua presenza. L’otturazione di questi denti, può essere ugualmente difficile, a causa del largo diametro del canale e per la presenza di parete canalari divergenti.38 Per otturare correttamente la porzione apicale del canale radicolare possono essere costruiti dei coni di guttaperca su misura (Fig. 6). A questo scopo, può essere utile utilizzare guttaperca iniettabile della siringa Obtura II (Obtura Spartan Corp., Fenton, MO, USA). La terapia di apecificazione con idrossido di calcio può portare a lungo termine ad alcuni svantaggi. La necessità di visite multiple, i prolungati tempi di terapia e le esigenze del paziente possono talvolta dare risultati imprevedibili.67 Il Mineral Trioxide Aggregate (MTA) (ProRoot MTA, Dentsply Tulsa Dental, Tulsa, OK, USA) ha dimostrato di avere delle eccellenti capacità sigillanti 68-71 e un’ottima biocompatibilità.72-77 Shabahang e coll.67 hanno paragonato all’MTA la proteina osteogenica 1 e l’idrossido di calcio nelle terapie di apecificazione in apici immaturi di cani infettati sperimentalmente. In questo studio tutti i denti infettati erano stati inizialmente trattati con detersione del canale radicolare e irrigazione con ipoclorito di sodio al 2,5%. Era stata poi introdotta la pasta di idrossido di calcio in tutti i denti per una settimana per sfruttare le sue proprietà antimicrobiche. Dopo una settimana l’idrossido di calcio era stato rimosso con K-file e ipoclorito di sodio e quindi i canali erano stati lavati con soluzione fisiologica e asciugati con coni di carta. I denti erano stati quindi a caso divisi in 4 gruppi e i canali erano stati riempiti fino all’apice radicolare con solo MTA o con la proteina osteogenica 1 mescolata con un carrier di collagene (Creative Biomolecules, Hopkington, MA, USA), con l’idrossido di calcio o con il solo carrier collagene che serviva come controllo negativo. La cavità d’accesso di tutti e 4 i gruppi erano state quindi sigillate con MTA. Dopo 12 settimane i cani sono stati sacrificati e le loro mandibole sono state preparate per l’esame istologico. La chiusura apicale completa è stata dimostrata in 13 su 14 denti esaminati trattati con MTA (93%), in 5 delle 13 radici trattate con idrossido di calcio (38,5%), in 5 delle 13 radici trattate con proteina osteogenica 1 (38,5%) e in nessuna delle radici riempite con il carrier di collagene. Queste differenze sono ovviamente dovute alla durata nel tempo di questo studio (12 settimane), e d’altra parte dimostra anche con tutta sicurezza la rapidità della formazione del tessuto duro associata all’utilizzo dell’MTA. Sebbene a tutt’oggi non siano disponibili studi a lungo termine, l’uso dell’MTA dopo la disinfezione del canale radicolare con l’idrossido di calcio nei denti permanenti immaturi con polpa necrotica sembra essere piuttosto vantaggioso. 2004 6 Figura 6 Radiografia intra-operatoria, dopo 10 mesi dall’inizio della terapia di apecificazione con idrossido di calcio. E’ evidente la presenza di una spessa barriera apicale di tessuto duro. Per l’otturazione è stato costruito un apposito cono di guttaperca. Denti maturi con apice chiuso La terapia endodontica di denti traumatizzati con successiva necrosi pulpare consiste nella prevenzione e nel trattamento della periodontite periradicolare e del riassorbimento radicolare infiammatorio esterno. Pag. - 41 Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati L’uso dell’idrossido di calcio nella terapia dei denti traumatizzati con periodontite periradicolare e/o con riassorbimento radicolare infiammatorio esterno è stato ben dimostrato.15,36-44,55-63 Tuttavia si è molto discusso circa la durata della terapia con l’idrossido di calcio e cioè per quanto tempo tale medicamento deve rimanere all’interno del canale radicolare dopo la completa detersione chemiomeccanica del canale stesso. I denti necrotici con periodontite periradicolare ma senza evidenza di riassorbimento radicolare infiammatorio esterno devono essere trattati con idrossido di calcio per 3-4 settimane per assicurare il maggior grado possibile di attività antibatterica all’interno del canale radicolare stesso.55-57,60 Studi in vivo hanno chiaramente dimostrato la superiore efficacia antimicrobica dell’idrossido di calcio nel trattamento delle periodontiti periradicolari.55-58 Inoltre, la presenza o l’assenza di infezione all’interno del sistema dei canali radicolari al momento dell’otturazione ha dimostrato giocare un ruolo significativo nel determinare la guarigione della periodontite apicale.63 Nel caso del dente necrotico traumatizzato senza radiotrasparenza periradicolare si è discusso sulla validità dell’esecuzione di una terapia in una singola visita dal momento che questo dente può essere privo di infezione. Ciononostante il canale radicolare e i tubuli dentinali possono in realtà essere infettati dopo il trauma, mentre i tessuti periradicolari non dimostrano ancora segni visibili radiografici di lesione.78 Dal momento che la maggior parte dei traumi dentali avviene in individui giovani con canali radicolari larghi e tubuli dentinali ampi, sembra che l’utilizzo dell’idrossido di calcio come medicamento intermedio antimicrobico per 3-4 Pag. - 42 settimane dia risultati favorevoli sia dal punto di vista clinico che biologico. Il riassorbimento radicolare infiammatorio esterno avviene quando c’è infezione all’interno del sistema dei canali radicolari e dei tubuli dentinali e il cemento della superficie radicolare è stato riassorbito a seguito del danno subito dalla superficie radicolare.12,15,58,61 Pertanto, i batteri e le tossine dall’interno del canale radicolare e dei tubuli dentinali inducono una continua reazione infiammatoria periferica nei tessuti parodontali adiacenti al dente non trattato. Ciò porta ad un progressivo riassorbimento radicolare attraverso i tubuli dentinali. Questo riassorbimento infiammatorio sembra essere più frequente e rapido nei denti immaturi che hanno subito un trauma e molto probabilmente è dovuto all’esiguo spessore delle pareti dentinali e all’ampiezza dei tubuli dentinali.58 La guarigione delle lesioni ossee adiacenti e la riparazione da parte del cemento della superficie radicolare riassorbita dipende dall’eliminazione dell’infezione dall’interno del sistema dei canali radicolari e dei tubuli dentinali.41,58 La completa riparazione delle lesioni ossee e dei difetti da riassorbimento radicolare in seguito all’utilizzo dell’idrossido di calcio è dimostrata avvenire in alta percentuale in studi clinici su pazienti (Fig. 7).41,58 Cvek 41 ha fatto uno studio su un materiale clinico di 885 incisivi non vitali lussati, dei quali 193 avevano evidenza radiografica di riassorbimento radicolare infiammatorio esterno. Durante la terapia con idrossido di calcio è stato dimostrato l’arresto del processo di riassorbimento infiammatorio e la guarigione dello spazio del legamento parodontale in 182 dei 193 denti controllati (97%). Questa riparazione può essere osservata radiograficamente dopo un periodo L’Informatore Endodontico Vol. 7, Nr. 1 medio di 7 mesi e mezzo. I difetti da riassorbimento radicolare infiammatorio che apparivano essere completamente guariti durante la terapia con idrossido di calcio rimanevano guariti nel 100% dei denti che erano stati controllati per 4 anni dopo l’otturazione canalare. I risultati di questo studio dimostrano chiaramente che un’alta frequenza di guarigione parodontale a lungo termine, compreso l’arresto del riassorbimento infiammatorio della radice, può essere raggiunto con l’utilizzo dell’idrossido di calcio dopo la detersione chemiomeccanica del sistema dei canali radicolari. Inoltre, Trope e coll.61 hanno dimostrato che quando si è instaurato un riassorbimento infiammatorio esterno, la terapia prolungata con idrossido di calcio (12 settimane) era significativamente più efficace rispetto alla terapia a breve termine (1 settimana) nei confronti soprattutto della completa guarigione della superficie radicolare con formazione di nuovo cemento. In conclusione, la terapia endodontica è richiesta quando si hanno segni clinici e radiografici di infezione pulpare e delle sue sequele nei denti traumatizzati. L’arresto dello sviluppo radicolare con patologia periradicolare, il riassorbimento radicolare infiammatorio esterno, la formazione di una fistola e il dolore alla percussione sono segni patognomonici dell’infezione radicolare e pertanto richiedono un’immediata terapia endodontica. L’uso dell’idrossido di calcio nel trattamento di denti con necrosi pulpare posttraumatica e delle sue sequele è stata dimostrata essere estremamente efficace per il mantenimento a lungo termine dei denti traumatizzati. L’idrossido di calcio ha dimostrato di essere capace di arrestare e riparare il riassorbimento infiammatorio esterno, eliminare i microrganismi patogeni dal sistema dei canali radicolari 2004 7 e indurre la formazione di una barriera tissutale dura all’apice dei denti immaturi con polpa necrotica. Figura 7 Incisivi centrali con riassorbimento radicolare infiammatorio esterno, trattati con idrossido di calcio per 7 mesi. I difetti radiotrasparenti da riassorbimento radicolare visibili nella radiografia di sinistra sono guariti con ristabilimento della lamina dura nella radiografia di destra. Traduzione dell’articolo originale: The role of endodontics in the treatment of luxated permanent teeth Dental Traumatology, 18:47-56, 2002 Copyright © Blackwell Munksgaard Pag. - 43 Il ruolo dell’Endodonzia nel trattamento dei denti permanenti lussati BIBLIOGRAFIA 1) - Andreasen, J.O.: Etiology and pathogenesis of traumatic dental ijuries. A clinical study of 1298 cases. Scand J Dent res, 78:329-42, 1970. 2) - Hedegard, B., Stalhane, I.: A study of traumatized permanent teeth in children aged 7-15 years. Part I. Swed Dent J, 66:431-52, 1973. 3) - Andreasen, J.O., Ravn, J.J.: Epidemiology of traumatic dental injuries to primary and permanent teeth in a Danish population sample. Int J Oral Surg, 1:235-9,1972. 4) - Ravn, J.J.: Dental injuries in Copenhagen school children. Community Dent Oral Epidemiol, 2:231-45, 1974. 5) - Garcia-Godoy, F., Dipres, F.M., Lora, I.M., Vidal, E.D.: Traumatic dental injuries in children from private and public schools. 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