Da parte della comunità marocchina CARIATI: RACCOLTA FONDI

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Da parte della comunità marocchina CARIATI: RACCOLTA FONDI
Da parte della comunità marocchina
CARIATI: RACCOLTA FONDI PER TRASPORTARE LA SALMA IN MAROCCO
( “Il Quotidiano del Sud” 1 agosto 2015) di Maria Scorpiniti
La comunità marocchina presente a Cariati sta raccogliendo fondi per sostenere le spese trasporto
in Marocco della salma di Adel Aicha, la giovane donna marocchina trovata morta domenica scorsa
nelle scale di una palazzina in via Stabilimento. La quarantenne sarebbe caduta accidentalmente
mentre era intenta a lavare la scala dell’immobile, sbattendo la testa e morendo sul colpo. Dopo
l’autopsia, effettuata martedì scorso dalla dottoressa Lavorato, ora si attende il via della Procura di
Castrovillari per poterla trasportare in Marocco. La raccolta è coordinata da Jamallino Ouahadi, il
quale, insieme ai connazionali residenti in altri paesi dello Ionio cosentino, si occupa dell'iniziativa,
poiché la donna non ha nessun familiare in Italia.
Adel era nata nel 1975 a Mediouna, nei pressi di Casablanca; lavorava come badante e con lavori
di pulizia, aiutando economicamente i fratelli più giovani rimasti in patria. Aveva perso
prematuramente i genitori e tre anni fa, dopo un matrimonio contratto giovanissima con un uomo
dal quale aveva poi divorziato, è giunta a Cariati con un contratto di lavoro agricolo. Abitava con
Fatima, arrivata cinque anni prima di lei, che la ricorda così: “Era dolcissima e solare, sempre
sorridente; parlava bene di tutti. Era molto benvoluta nella comunità marocchina e in quella
locale, dove aveva numerosi amici”. Un dramma dell’emigrazione, dunque.
La comunità marocchina è la prima comunità di immigrati giunta a Cariati nella seconda metà degli
anni ottanta. All’inizio erano solo uomini, poi sono arrivate le prime donne e intere famiglie, negli
ultimi anni anche donne sole che lavorano con grande serietà, soprattutto nell’assistenza agli
anziani; coraggiose e determinate a vivere una nuova vita e ad aiutare i familiari rimasti in
Marocco, sono fedeli alle loro usanze e tutte portano il tipico abito con la testa velata.